assidersi al soliloposto.Speravaella d’incontrarvi ancora quel
buon
cane che leaveva fatte tante carezze?...Era ilsuo padronech’ella desiderava rivedere?...ma
nonsi udiva più parlarenè di Paolo, nè del suo cane. All’incontro non si di-scorreva d’altronel paeseche del pranzo ch'era stato datoalla villa dai pesci rossi;papàLedrux
eTonieltaeranoquelli cheriportavano alledueamiche
ciò chesidiceva in Chellessu tale sog-getto.—
Il pranzoriuscì magnifico...—
Oltre ai notabilidel paese,vieranoanche molte personediParigi, molti uomini sopralutto e tutti dellamiglioresocietà, della più perfetta eleganza!.. Qualcunofumò
alle frutta...ma
si fececambiare l’aria...—
Simangiarono dei cibi di cuinon si sa-pevanemmeno
ilnome
,e si bevettero dei viniche
parevano liquore...—
Viera unserviziodiporcellana assaibello...Un
domestico ruppeun
piatto sulla testadelsi-gnor
Jarnouillard...ma
tale inconveniente non guastò il suoabitocheera diggiàguasto...—
Il padronedicasa rischiò strangolarsi man-giandodel luccio.—
La signoradi Bellevilleaveva cambiato toe-lettadopo
la seconda portata.— La
signoraRemplumè
si era sentita indi-sposta.—
Ilsignor Jarnouillardhacontato i piattidel dessert...essieranotrentatrè.—
Alla sera poi si ègiuocato edanzato.—
Ilsignor Droguetècadutoballando.— La
signoraDroguet ha perduto quattro fran-chiallanzichenecco,ma
ilsignorAntonioBeaubi-chon
ne ha guadagnato tre all’écarté.146
—
Tuttisisonoritirali pieni diammirazione peril signore elasignora di Belleville.Tali eranoidiscorsi che circolavano dopo il
gran pranzo.Inomidei nuovipadroni dellavilla dai pesci rossi, non venivano più pronunziati a Chelleschecol
massimo
rispetto;ilsignorRem-plumè
eragiunto fino atogliersidi testa il cap-pelloognivolta ch’eipassavaanche semplicemente dinanzi allaloro casa;equando
Telenia caracol-lava acavalloperilvillaggio,lagentesi metteva allefinestreo alle porle per vederlapassaree gridava:—
Eccola1... eccola1... ella cavalcacome
un dragone!...Perdireil vero viera altresì qualche biric-chinoche gridava qualche sconcezza.
ma
essa si perdeva tra il tumulto degliapplausi e dei bravaiFrattanto lasignoracontinuavaa galoppareda*
vantialla casa della signora Dalmont,ma, invece diguardarlapassare,Agata scomparivaallora dalla finestra,seella viera,non volendo cheTelenia potessepiùaverela soddisfazione di squadrarla
come
l’altra volta.Un
dopo pranzo che Teleniaera assisa sola sotto il gran noce della strada,ella udì tutto aun
trattoacute grida chepartivanoda qualche sitovicino.Eranogrida diun
fanciullo,ela gio-vanesignorapensando chesipotesse averebisogno disoccorso, discese prestamente il sentiero e a duecento passidi distanza, videunadonna a ca-vallo,che amministrava alcuni colpidi scudiscio ad un ragazzo, cuiOnorina ben presto riconob-beper quellocheleaveva rubateleciriege. L’ar-rivodiunasignoranon
calmò punto la collera diTelenia, che continuava a battere ilmonello, dicendogli:117
— Ah
1 tu non vuoidunque
tirarli da parte quand’ioli grido: Guardai... ahi tu hai l’aria di burlartidi me!...Tu mi
faigli sberleffi... t’in-segneròio,piccolo biricchino,ariconoscermi ed a rispettarmi!...Allo scorgerela signora
Dalmont
,il piccolo Emilio corsea rifugiarsivicino a lei. cacciando
sempre
grida assordanti, nelle qualiviera perlomeno
tanta collera quanto dolore.L’amazzone
disponevasiaproseguire,quando
Onorinalesbarròil
cammino,
dicendole:— Mio
DioI signora, chevi hafattoadunque
questo ragazzo perinfliggergliun
cosìsevero ca-stigo?...Teleniasquadrò Onorina con arroganzae le rispose bruscamente:
— Che
cosami
hafatto?...eche ve ne importa a voi?... Seio lo batto egli è che mi conviene di farcosi...è eh’ei lomerita... diche v’ im-mischiatevoi?...—
Diche m’immischio?.... allorchési vede battere un fanciullo, vi pareegli,signora,chesi possa stare senza difenderlo?...—
Sembra, osignora,che voi vogliate impar-tirmi delle lezioni?...—
Credo chepotreidarvene,almeno
inquanto riguarda l’educazione:perchè vedoche voivela prendetesopraun
tonoche nonsiaccorda punto con la vostratoeletta...Teleniasi morselelabbra:
— Ah
! voi siete, senzadubbiola signora Dal-mont.—
Precisamente.—
Avrei dovutoindovinarlo... ah!ahi ho so-venteinteso parlare dellasignora e dellasua pic-colaamica... la signora Agata... ah! ah! lesi-gnore sodo conosciutissimeaChelles!...
118
— Non
locredo, signora; noi frequentiamo pochissima gente.— Nondimeno
si parla molto sul vostrocon-to...
—
Questoè possibile;vihanno
certepersonela cuisolaoccupazioneèilpettegolezzo,la mal-dicenza elacalunnia...
Ma
ciòch’escedallabocca di talipersone è così meschino che non merita la penadi occuparsene.—
Cotesto lodite perme,o signora?— Che
cosa voletech’io dica di voi?io non vi conosco!...—
Iosonolasignoradi Belleville...enon hol’ a-bitudinedi sopportareoltraggi dachicchessia...— Ed
io sonolasignora Dalmont... enon ho l’abitudine di battermi, perchènon
sono un uomo...Telenia siera indispettita nelvederela calma della giovane vedova.
Ma
durante ildialogoche abbiamo or orariferitoilpiccioloEmilioche vo-leva vendicarsi dei colpiricevuti aveva radunato ungrumo
di terra e contutto l’impetodi cui eracapaceloaveva lanciatocontro lasignorache loaveva battuto.Ilgrumo
diterranon colpìl’ a-mazzone,ma
bensìun’orecchia delsuo cavallo.L’animale che nonsi aspettava quel tiro spiccò un salto che avrebbe potuto gettarea terrala persona che locavalcava;
ma
Telenia, salda in sella,si lasciò appeua sfuggireun
grido di fu-roree disse:— Ah
I piccolo miserabile!...
questa voltame
la pagherai... eporterai le improntedelmio
scudiscio!...IlfurfantellosiandòanasconderedietroOnorina,
ma
tale ostacolonon parve frenare Telenia,che riprese:119
—
Tiratevida banda,signora, altrimenti ionon rispondodiciòchepuò
fare ilmio cavallo...—
Di grazia,signora,perdonale a questo fan-ciullo...,
—
Noi... no!...Sevoi non vitogliete dicostà tanto peggioper voi...neassaggerete anchevoi delmio
scudiscio...E
dicendo questeparole, l’amazzone laociòil suocavallocontroOnorinaeilragazzo,ma come
ècostumedi quasi tutti questi generosi animali
ilcavalloesitò, sifermòe volle fare
un
giro per non calpestareladonnaeilfanciullo. L’amazzone
sisforzavaadirigerlo semprecontroil
medesimo
punto,allorché tutto ad untratto,un
inaspettato difensore giunseacambiare1’aspetto delle cose:Amicoeraaccorso sul luogo e senza preamboli
si era precipitato sull’
amazzone
,abbaiando in un certomodo
che dava a divederecom’egli fossedipessimo umore. Allavista del belcane chevoleva assaltarla, Telenia,costrettaa difen-dersi alla suavolta, tentò colpireAmico
col suo frustino.Ma
ilcanecon moltadestrezza evitavaicolpi,saltando or da una parte or dall’altra, manovra che del restonongl’impediva di mor-dereal
tempo
stessoilcavallo.—
Signora1... signora!... richiamateil vostro cane,gridò l’amazzone; essomorde
il mio ca-vallo... voi risponderetedi ciò chesuccederà.—
Signora, questo canenon
èmio...ma
in questomomento
io benedicoil suo intervento,
perch’esso v’impedisce dicommettere una cat-tivaazione...
— Oh
!signora,questa scenanonlafiniràcosi!...maledetto cane!...
Oh Ima
io loritroverò ancora questo piccolo furfante... e troveròancheil pa-dronedel cane...edallorasi vedrà!...120
Ma
tribolatadaAmico
che cercavadimorderlei polpaccied obbligata a frenare ilsuo cavallo cuigli attacchi delcane rendevanofurioso, Te-leniadovette abbandonareil campo.Ellaconficcò glisproni nei fianchi del suocorsieroilqualepartì digran carriera e l’amazzone secolui.
Amico
voleva inseguirla,ma
Onorinalo richiamò con tante istanzeche infine ilcane ritornò vicino a lei,ancora .tuttoeccitalo dalla lotta che aveva sostenuto. Invano la giovane signora guardò da tuttii lati; il padronedi
Amico
non sivedeva comparire. Prima di rientrarein casa ella disse al piccoloEmilio chele stava sempred’allato:—
Perchè avete or orascagliatoun
sasso con-troilcavallo di quella signora?...— Non
eraun
sasso;eraun pugno
di terra.—
Fa lostesso... con quella terra voi volevate colpirela signora di poco fa,senza dubbio?—
Si, è appuntoleieh’io miravo.—
Avete fatto malissimo... Vedete quante di-sgrazie potevanorisultare... Quellasignoravi vo-levaschiacciarecolsuo cavallo...— E
voi insieme...— E
senon fossegiunto .questobravo cane, forseaquest’ora ella vi avrebbecalpestato...— E
voi delpari...— Mio
caro, voi voletedunque
esseresempre
cattivo..avete così presto dimenticato ciòchevi dissi l’altro giorno: Fatevi
amare
dagli altri in-vecedi dar loromolestia e non ve ne avretea pentire!...Il ragazzo chinò gli occhia terra,
mormo-rando: