• Non ci sono risultati.

Aree ed impianti a rischio specifico

Nel documento Italiano (pagine 54-60)

CAPITOLO 4: La progettazione antincendio con l’approccio prescrittivo applicato al caso studio

4.5. Aree ed impianti a rischio specifico

CAPITOLO 4: La progettazione antincendio con l’approccio prescrittivo applicato al caso studio

pag. 54 6. Il filtro a prova di fumo di collegamento con il Padiglione 2 È dotato di un evacuatore di fumo posto in copertura a chiusura di un vano non inferiore a 1 mq. Detto evacuatore è apribile automaticamente in caso di attivazione dell’allarme antincendio. L’evacuatore sara dotato anche di un dispositivo di apertura a comando manuale, posto in posizione segnalata, e non riduce la sezione netta di aerazione quando è n posizione di apertura.

Numero di uscite

1. Le uscite da ciascun piano dell’edificio non sono inferiori a due, ed sono posizionate in punti ragionevolmente contrapposti

pag. 55 1. Al piano interrato sottostante il reparto Medicina d’Urgenza è ubicato un deposito a servizio di detto reparto ed avente superficie di circa 66 mq; l’utilizzo del deposito e previsto esclusivamente in situazioni di maxi emergenza sanitaria.

2. Questo magazzino ha due accessi:

- un accesso da intercapedine antincendi di larghezza non inferiore a 90 cm accessibile da rampa a cielo libero sul fronte sud-est del padiglione,

- un accesso dall'interno, dal corridoio centrale del piano interrato riservato alla circolazione interna, tramite filtro a prova di fumo.

3. Un parte della parete fronte sud-est del locale, per una lunghezza non inferiore al 15% del perimetro del locale stesso, è attestata su intercapedine antincendi (in corrispondenza dell’arrivo della rampa a cielo libero di collegamento con l’elisuperficie).

4. Le strutture di separazione avranno caratteristiche REI 120.

5. Sara installato un impianto automatico di rivelazione ed allarme incendio.

Un idrante DN 45 è posizionato nel corridoio nelle immediate vicinanze della porta di ingresso al locale magazzino.

Inoltre all'interno del locale è previsto un estintore portatile aventi carica minima pari a 6 kg e capacita estinguente non inferiore a 34A 144BC.

6. Non essendo posto un limite al valore del carico di incendio, il deposito è protetto con impianto di spegnimento automatico a gas inerti.

7. L'aerazione naturale è non inferiore ad 1/40 della superficie in pianta del locale.

Depositi di sostanze infiammabili

1. Non sono previsti depositi con tali caratteristiche nel volume del fabbricato.

2. Sara consentito detenere all'interno del volume dell'edificio, in armadi metallici dotati di bacino di contenimento, prodotti liquidi infiammabili in quantità strettamente necessaria per le esigenze igienico-sanitarie. Tali armadi potranno essere ubicati nelle infermerie di piano nonché nei locali deposito se dotati della prescritta superficie di aerazione naturale.

IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE DEI GAS.

Distribuzione dei gas combustibili.

Non sono utilizzati gas combustibili all’interno del DEA, del reparto Medicina d’Urgenza e nei locali al piano interrato.

Viene utilizzato negli altri reparti

Le condutture principali dei gas combustibili (gas metano) saranno posizionati in cavedi direttamente e permanentemente aerati in sommità. In caso di eventuali brevi attraversamenti di locali tecnici, le tubazioni saranno compartimentate REI60.

Distribuzione dei gas medicali.

La distribuzione dei gas medicali all’interno delle strutture sanitarie avverrà mediante impianti centralizzati rispondenti ai seguenti criteri:

La disposizione geometrica delle tubazioni della rete primaria sarà tale da garantire l’alimentazione di più compartimenti nel caso in uno vi sia un'emergenza. Ciò é realizzato mediante una rete primaria disposta ad anello e collegata alla centrale di alimentazione in punti contrapposti. L’impianto di un compartimento non sarà derivato da un altro compartimento, ma direttamente dalla rete di distribuzione primaria.

-Le reti di distribuzione dei gas medicali saranno disposte in modo tale da non entrare in contatto con reti di altri impianti tecnologici ed elettrici.

CAPITOLO 4: La progettazione antincendio con l’approccio prescrittivo applicato al caso studio

pag. 56 - i cavedi attraversati dagli impianti di gas medicali sono ventilati con aperture la cui posizione è individuata in funzione della densità dei gas utilizzati;

- gli impianti di distribuzione dei gas medicali saranno realizzati e sottoposti ad interventi di controllo e manutenzione nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti, delle norme di buona tecnica o, in assenza di dette norme, delle istruzioni fornite dal fabbricante e/o

dall'installatore.

IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO E VENTILAZIONE.

Generalità.

Per l’intero padiglione è previsto un impianto a tutt’aria centralizzato sul tetto.

Solo Per il DEA e previsto un impianto a tutt’aria che garantisce la climatizzazione ed i ricambi d’aria secondo la normativa vigente.

Solo per la Medicina d’Urgenza e del blocco spogliatoio è previsto un impianto a tutt’aria al piano interrato.

1. L’impianto di condizionamento e/o di ventilazione di tipo centralizzato.

Tale impianto possiederà i requisiti che garantiranno il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

a) non alterare le caratteristiche delle strutture di compartimentazione;

b) evitare il ricircolo dei prodotti della combustione o di altri gas ritenuti pericolosi;

c) non produrre, a causa di avarie e/o guasti propri, fumi che si diffondano nei locali serviti;

d) non costituire elemento di propagazione di fumi e/o fiamme, anche nella fase iniziale degli incendi.

Impianti centralizzati.

-Le unita di trattamento dell'aria e i gruppi frigoriferi non saranno installati nei locali dove sono ubicati gli impianti di produzione calore.

-I gruppi frigoriferi sonno installati in appositi locali, realizzati con strutture di separazione di

caratteristiche di resistenza al fuoco REI 60 ed accesso direttamente dall'esterno o tramite disimpegno aerato di analoghe caratteristiche, munito di porte REI 60 dotate di congegno di autochiusura.

Le unita di trattamento aria del DEA sono installate in apposito locale soprastante la camera calda del DEA, realizzato con strutture di separazione con caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI 60 ed accesso direttamente dall'esterno sul piano copertura del DEA, che è servito dalla scala esterna ad uso esclusivo. Poichè il locale UTA non ospita gruppi frigoriferi, ma solo gruppi di pompaggio, per l’areazione naturale del locale si e ritenuto sufficiente garantire una superficie aerante minima non inferiore a 1/100 della superficie in pianta, facendo riferimento per analogia a quanto previsto dalla Norma

UNI 11292/2008 “Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio”.

-Le unita di trattamento aria della Medicina d’Urgenza e del blocco spogliatoio al piano interrato sono installate in apposito locale nel lato nord-ovest del piano interrato, realizzato con strutture di

separazione con caratteristiche di resistenza al fuoco REI 120 ed accesso direttamente dall'esterno.

Nel suddetto locale UTA non saranno installati gruppi frigoriferi, poiché già esistenti nella centrale frigorifera a servizio di tutto il complesso ospedaliero ed ubicata nel settore nord dello stesso.

Le condotte degli impianti non attraverseranno:

- luoghi sicuri, che non siano a cielo libero;

- vani scala e vani ascensore;

- locali che presentino pericolo di incendio, di esplosione e di scoppio.

pag. 57 Per tratti limitati, le condotte, qualora attraversino luoghi sicuri, vani di ascensore o locali a maggior rischio d'incendio, saranno separate con strutture REI di classe pari al compartimento interessato ed intercettate con serrande tagliafuoco aventi analoghe caratteristiche

Dispositivi di controllo

Ogni impianto sarà dotato di un dispositivo di comando manuale, situato in un punto facilmente accessibile, per l'arresto dei ventilatori in caso d'incendio.

Inoltre gli impianti saranno dotati di sistema di rivelazione di presenza di fumo all’interno

delle condotte che comandi automaticamente l'arresto dei ventilatori e la chiusura delle serrande tagliafuoco. L'intervento dei rivelatori sarà segnalato nella centrale di controllo.

IMPIANTI ELETTRICI.

1. Gli impianti elettrici saranno realizzati in conformità alla legge n. 186 del 1 marzo 1968. In particolare, ai fini della prevenzione degli incendi, gli impianti elettrici:

a) avranno caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione e possibilità di intervento individuate nel piano della gestione delle emergenze tali da non costituire pericolo durante le operazioni di spegnimento.

b) non costituiranno causa primaria di incendio o di esplosione;

c) non forniranno alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il comportamento al fuoco della membratura sarà compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli

locali;

d) saranno suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema (utenza);

e) disporranno di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e riporteranno chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono.

2. I seguenti sistemi utenza disporranno di impianti di sicurezza:

a) illuminazione;

b) allarme;

c) rivelazione;

d) impianti di estinzione incendi (previsto nel magazzino ad uso Maxi Emergenza al p. interrato);

e) elevatori antincendio

f) impianto di diffusione sonora.

3. La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza sara attestata con la procedura di cui al D.M. 22 gennaio 2008 n. 37 e s.m.i,.

4. L'alimentazione di sicurezza sarà automatica ad interruzione breve (<0,5 sec) per gli impianti di rivelazione, allarme e illuminazione e ad interruzione media (<15 sec) impianti idrici antincendio ed impianto di diffusione sonora.

5. Il dispositivo di carica degli accumulatori è di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore.

6. L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza consente lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima e stabilita per ogni impianto come segue:

a) rivelazione e allarme: 30 minuti primi;

b) illuminazione di sicurezza: 2 ore;

c) impianti idrici antincendio: 2 ore;

CAPITOLO 4: La progettazione antincendio con l’approccio prescrittivo applicato al caso studio

pag. 58 d) impianto di diffusione sonora: 2 ore.

7. L'impianto di illuminazione di sicurezza assicurerà un livello di illuminazione, non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio, lungo le vie di uscita e nelle aree di tipo D.

8. Le singole lampade con alimentazione autonoma assicureranno il funzionamento per almeno 2 ore.

9. Il quadro elettrico generale sarà ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio.

MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI Generalità.

1. Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi saranno realizzati ed installati a regola d'arte ed in conformità a quanto di seguito indicato.

Estintori.

I locali del piano saranno dotati di un adeguato numero di estintori, di tipo approvato dal Ministero dell'interno, distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere in modo da facilitarne il rapido utilizzo in caso di incendio; a tal fine gli estintori saranno ubicati:

· lungo le vie di esodo, in prossimità degli accessi;

· in prossimità di aree a maggior pericolo.

Gli estintori saranno ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile in modo che la distanza che una persona deve percorrere per utilizzarli non sia superiore a 30 m; appositi cartelli segnalatori ne faciliteranno l'individuazione, anche a distanza.

Nei luoghi a maggior rischio (ambulatori) gli estintori saranno in numero superiore ad uno per 100 mq con un minimo di due estintori.

Gli estintori saranno del tipo a polvere o ad anidride carbonica, con capacità estinguente non inferiore a 34A 144 BC e carica minima di 6 kg.

pag. 59 Impianti di estinzione incendi.

Generalità

1. Per quanto riguarda i componenti degli impianti, le modalità di installazione, i collaudi e le verifiche periodiche, le alimentazioni idriche e i criteri di calcolo idraulico delle tubazioni, si applicherà la norma UNI 10779 del luglio 2007.

2. Per i criteri di dimensionamento dell’impianto si applicherà quanto di seguito indicato:

Tipologia dell’impianto

- per la protezione interna: una rete idranti UNI 45 derivata dalla rete antincendio della struttura esistente,

- per la protezione esterna: idrante a colonna UNI 70.

Con collegamento alla riserva idrica e sistema di pompaggio (alimentazione multipla superiore) Caratteristiche prestazionali e di alimentazione

Saranno garantite le seguenti caratteristiche idrauliche minime:

• Per gli idranti DN 45, una portata per ciascun idrante non minore di 120 l/min ad una pressione residua di almeno 2 bar, considerando simultaneamente operativi non meno di 3 idranti nella posizione idraulicamente piu sfavorevole;

• Per gli idranti esterni DN 70, il funzionamento di almeno 4 idranti nella posizione idraulicamente più sfavorevole, con una portata minima per ciascun idrante di 300 l/min a 4 bar, senza contemporaneità con gli idranti interni.

2. L'autonomia degli impianti idrici antincendio non sarà inferiore a 60 minuti primi.

3. L'alimentazione idrica dell’impianto antincendio sarà garantita dalla riserva idrica interrata con relativa stazione di pompaggio ubicati nel settore nord-ovest dell’area in cui sorge il presidio ospedaliero.

CAPITOLO 4: La progettazione antincendio con l’approccio prescrittivo applicato al caso studio

pag. 60

Nel documento Italiano (pagine 54-60)

Documenti correlati