2. 1
- Gli elemen sono i ‘ma oni’ vegetali, cioè i diversi organismi che fanno parte della ora: alberi, arbus , fori, erbacee. Le cara eris che 9 proprie del materiale vegetale sono la forma (portamento, sagoma e densità della chioma e quindi dell’ombra propria e portata) e il colore (tonalità e texture delle foglie e del tronco, variazione del colore nel tempo, ori e/o fru ). La dinamicità delle due cara eris che enunciate ha portato allo sviluppo di tecniche agronomiche piche, in par colare la potatura, che mirano a controllarla nello spazio o nel tempo ed a mantenere
gure par colari. Esse sono forzature della naturalità ed aumentano i ‘gradi di ar cializzazione’ dell’organismo vegetale, condizionandone la forma e la crescita.
Si tra a di forme di conciliazione - che giungono ad una completa assimilazione - tra natura ed archite ura, per le quali di volta in volta si paga il prezzo della naturalezza o dell’e e o ar ciale (rinunciare ad alcune funzionalità ‘avanzate’ o amme ere un certo senso di ‘artefa o’).
- Le stru ure sono le forme di aggregazione degli elemen in stru ure orizzontali o ver cali, lineari o spaziali. Sono realizzate a raverso il raggruppamento di esemplari omogenei o appartenen a specie diverse in forme lineari (bordura, siepe, treillage,
lare) o volumetriche (cor na, quinta, macchia, bosco). Assieme all’esemplare isolato, ques sono gli elemen ver cali che si stagliano sulle distese orizzontali dei tappe erbosi, ori o tappezza , o disegna da parterres.
- Le composizioni sono le forme di aggregazione delle stru ure, de ate da s li formali codi ca a par re dai modelli storici che a loro volta derivano dagli arche pi dell’an chità, in qua ro forme: giardino formale e paesaggis co nelle loro varian , a cui si aggiungono la ra gurazione del sublime e delle gure retoriche.
FIG. 2.3 Parterre del Jardin
de la Coulonne, Heidelberg, inizio XVII secolo.
L’assonometria me e in risalto lo schema composi vo:
impianto quadrato + croce, perimetri siepi + lare, campi + parterres.
[da CONAN tav.
106]
Dal verde naturale al verde costruito
L’arte dei giardini è la disposizione ar ciale - più o meno formale - di elemen
che, a di erenza dell’archite ura di ma oni e pietra, sono vivi, fragili ed in perenne mutamento 10: occorre ricomprendere nel proge o, e quindi pensare e prevedere, anche la modi cazione della forma nella crescita, nell’evoluzione ed in ne nella morte. La vegetazione, essendo materia viva, porta con sé il conce o di disegno in
eri per la forma, la dimensione e il colore. Si pone quindi il problema del tempo di validità del proge o e del periodo di a esa necessario al giusto risultato este co di un esemplare o di una composizione, perché al momento dell’impianto di un giardino l’immagine è lontana da quella che vorrà essere una volta raggiunte le giuste dimensioni. Lo stesso problema si pone nei casi di restauro 11 di uno spazio verde storico: gli alberi invecchiano, si ammalano e muoiono, e l’opera di conservazione non deve pretendere di mantenerne immutata l’immagine per secoli. È signi ca vo il confronto con il passato, quando i tempi ammessi a nché il parco raggiungesse la conformazione voluta erano molto più lunghi. Si tra a di una forma di altruismo:
chi concepisce il proge o deve essere consapevole del fa o che solo le generazioni future lo vedranno portato a termine 12.
L’elemento vegetale può essere forzato dalla mano dell’uomo dalla sua forma spontanea sino a diventare vera e propria archite ura vivente. Esistono qua ro gradi di libertà 13 in cui è possibile far crescere la vegetazione:
- verde naturale, ovverosia la pianta lasciata crescere naturalmente, in modo spontaneo;
- verde sagomato/scolpito (topiaria), cara erizzato da ricercatezza formale e dal mantenimento nel tempo della forma o enuta mediante potatura;
- verde allevato (biote ura), impiegato in qualità di elemento costru vo vivo, con operazioni di bio-ingegneria come innes e incisioni a e a orientarne lo sviluppo per o enere elemen di consistenza archite onica, come pare vive;
- verde costruito, con una ricerca della forma a raverso sostegni e armature di supporto alla crescita che al momento dell’impianto rimangono completamente a vista con forte impa o visivo. Appartengono a questa categoria anche i rampican
per treillages - spalliere o gallerie verdi traforate - o pergola , le siepi rinforzate da suppor per labirin , le ripe, scarpate e movimen di terra con stru ure per l’inverdimento. A queste forme si somma il costruito verde: muri, te , pilastri, elemen archite onici in genere rives di vegetazione.
La potatura è un intervento di taglio controllato di alcuni rami della pianta per scopi di produ vità o este ci. Quella ornamentale si codi ca come una vera e propria arte
chiamata topiaria 14 : una tecnica di potatura delle chiome di alberi, arbus o siepi in modo ar s co, per creare gure ed e e singolari o forme geometriche, comunque diverse da quelle naturali. Si applica di solito a specie sempreverdi con fogliame piccolo e compa o, predisposte ad essere modellate in forme di fantasia, come il bosso, il cipresso ed il ligustro, che possono essere poste in vaso o in piena terra e necessitano di una elevata manutenzione e a volte di suppor metallici. Il nome deriva da topia, che nella Grecia an ca è la ra gurazione di un giardino da imitare.
Risale quindi ai greci, ed è descri a ed a par re dall’an ca Roma e comunemente applicata nei giardini dei palazzi sia in patria che nelle terre di conquista. Si sviluppa in tu a Europa sopra u o nel corso del Rinascimento e del Barocco, dove raggiunge la sua massima espressione, anche per la rinnovata di usione di tes la ni e del libro di Francesco Colonna Hypnerotomachia Poliphili del 1499, che riporta numerosi esempi. Declina con il di ondersi del giardino paesaggis co che la vede come una privazione della libertà espressiva della natura, ma ricompare nell’Inghilterra vi oriana come revival e stravaganza.
L’arte topiaria è la tecnica di base u lizzata per formare i parterres 15, un pico disegno arabescato di giardino nato in epoca barocca. Si tra a di basse siepi di bosso potate in forme geometriche che formano in modo più o meno complesso aiuole riempite di piante orite o ghiaia colorata. Il risultato è un arazzo vegetale apprezzabile sopra u o d un punto di osservazione sopraelevato. Sono classi cate qua ro varian : geometrico o all’italiana se dal disegno regolare quadrangolare, à l’anglois se presenta un piano erboso geometrico inquadrato da sculture, ori o decorazioni topiarie, à pièces coupées con ori in se ori geometrici, à broderie o ricamo è il più complesso, dai disegni intreccia .
FIG. 2.4 Esempi di parterres a compar men
ed a broderie, a quinconce e con labirin . [da AUDOT tavv. 6-7]
Anche la piantumazione 16 ri e e i cambiamen di gusto: se n dall’an chità classica si raccomanda la disposizione a quinconce o scacchiera degli alberi per una col vazione razionale, il Barocco porta all’estremo la disposizione geometrica di esemplari iden ci allinea lungo siepi dai volumi regolari. Il giardino paesaggis co muta radicalmente la concezione del rapporto fra uomo e natura e al dominio si sos tuisce il rispe o reciproco, ma talvolta anche l’e e o pi oresco, ricercato in modo maniacale nella disposizione e curato nel mantenimento, o ene e e di ar ciosità nell’inseguire la perfe a ‘naturalezza ad arte’.
La pra ca del pronto e e o risponde alla necessità che lo spazio verde sia fruibile da subito. Essa risolve la situazione di ‘incompletezza’ dello spazio alberato al momento dell’impianto, prevedendo la piantumazione di esemplari già adul
preleva in vivaio (con problemi di ada amento ed acclimatazione), e un programma dinamico di diradamen o sos tuzioni successive di essenze in modo che il disegno appaia unitario e sviluppato sin dall’inizio senza causare problemi postumi di
‘sovra ollamento’. Ne consegue un’avvicendarsi di rifacimen piu osto frequen , che dimostra il cambiamento di mentalità rispe o ai tempi passa in cui il giardino era pensato per durare come l’archite ura che andava ad abbellire.
La semina riguarda in genere le essenze erbacee che vanno a cos tuire il prato o tappeto erboso. Anche i ori 17 hanno un ruolo importante nel dare colore e movimento alle super ci, sopra u o se li si u lizza come massa croma ca piu osto che singolarmente. Spesso trascura dai manuali del verde pubblico che privilegia piu osto le piante, sono invece protagonis del giardino già dall’an chità e ne è tes monianza l’estesa di usione del culto di Flora. Dai ricchi herbarium medievali recinta sul modello dell’hortus conclusus, nel Rinascimento si trasferiscono a riempire le aiuole delimitate dalle compa e ossature di sempreverdi che stru urano il giardino all’italiana e poi alla francese, oltre che grandi vasi. Il giardino all’inglese bandisce i ori perché ai colori sono preferi i toni del verde del fogliame, mentre gli e e dissonan di forme e colori sono di nuovo ricerca in epoca vi oriana.
Nella formazione delle linee e delle super ci orizzontali che vanno a comporre il disegno dello spazio verde si può far rientrare anche il suolo, ovverosia l’u lizzo di terre, ghiaie o pietre in funzione di pavimentazione, anche colorate o con par colari e e di texture, e per costruire scale, recinzioni e terrapieni. È da considerare in ne l’uso dell’acqua nelle sue diverse forme: movimento, specchio, trasparenza, parete, rumore, lo.
FIG. 2.5 Giardino misto.
Una metà è realizzata in s le formale, l’altra in s le paesaggis co. la rappresentazione è in planimetria ma mostra gli alberi in prospe o, per far riconoscere le specie impiegate.
[da AUDOT tav. 2]
FIG. 2.6 - Schema zzazione delle cara eris che del materiale vegetale: colore e forma (dimensioni e sagoma). Su entrambi incidono anche la caducità delle foglie ed il portamento raccolto e compa o
piu osto che il fogliame leggero. Elaborazione autografa a schizzo.
FIG. 2.7 - Abaco degli alberi per il proge o del cimitero intercomunale di Clamart [da AUZELLE pag. 241]
FIG. 2.8 - Abaco delle stru ure vegetali: in orizzontale ore / arbusto /albero, in ver cale punto / linea / super cie. Elaborazione autografa a schizzo.
Arche pi: giardino persiano, cinese e greco
Alle matrici storiche 18 del giardino, codi cate già a par re dall’VIII secolo a.C., corrispondono altre ante ‘ loso e del verde’ che sono richiamate nella proge azione dei giardini storici e contemporanei nei diversi s li. Esse possono essere presen in parallelo, in sequenza o in commis one, anche in modo citazionis co e talvolta no ai toni ossessivi del falso storico. In ogni epoca ricorrono elemen analoghi u lizza
ogni volta in modo diverso e rielabora secondo le esigenze corren .
- Persiano/Asia occidentale/Islamico: dai giardini pensili di Babilonia, si conforma come spazio recintato terrazzato in ordine formale rigido, quasi maniacale, in cui sono dispos in modo ordinato alberi al , da fru a, ori e aroma che, or e vigne , nell’unione della natura con la ragione nelle leggi della geometria e della matema ca che ri e ono sulla terra le certezze divine. Le forme geometriche pure in sequenza regolano il disegno sia in pianta che in alzato, esprimendo la radice essenziale della bellezza, costantemente controllata nelle sue cara eris che formali, croma che, olfa ve, ta li. È sempre in rapporto con il costruito: mura, porte, padiglioni, logge e palazzi bilanciano gli spazi aper creando i pun di vista privilegia . Sono citate tu e le componen della natura e il mondo animale escludendo le immagini nega ve, come un’oasi in opposizione al deserto: l’acqua è l’elemento generatore delle scansioni, dei percorsi, dei pa ern, dei pun di sosta. È da contemplare ‘come un tappeto’, una riserva recintata che idealizza la vita e riproduce il creato, la forma di un’armonia universale, trasposizione in terra del paradiso promesso dal corano, luogo di in nite delizie. Da qui deriva il nome Paradiso dal persiano Pairidaez (recinto, parco, giardino) e Rawda che in arabo indica il giardino, ma anche il cimitero.
- Cinese/Giapponese: è un catalogo botanico, ricco di simbolismi religiosi e
loso ci, in cui si cerca la semplicità e la spontaneità benché rifuggendo la simmetria.
Con ene in composizione studiata tu gli elemen della natura, minerali, vegetali ed acqua, nelle loro diverse forme. È legato all’arte e alla pi ura e alla ricerca di visuali privilegiate da cui osservarlo in modo distaccato ‘come un quadro’. Si può de nire ‘riassunto di paesaggio’, ed il bonsai ne è l’emblema. Dal jardin chinois si è sviluppato il gusto pi oresco inglese, ed ancora oggi i giardini orientali e zen sono molto cara eris ci e apprezza per la loro perfezione.
- Greco: è un giardino circoscri o da un por cato che incarna l’ibridazione fra archite ura e natura, prima produ vo ed in seguito medita vo. Prende ispirazione dal bosco sacro, e codi ca l’ordine archite onico ispirato agli elemen naturali.
Con ene qua ro ruscelli, una gro a, alberi da fru o ornamentali e siepi, aiuole col vate e statue. L’immagine è di ordine e proporzione, incarna il dominio sulla
natura. A questo periodo risale anche il giardino dei loso 19, un luogo des nato alla ricreazione dell’animo e dello spirito già presente nell’accademia platonica, in cui dedicarsi serenamente al pensiero e allo studio e pra care il vivere secondo natura. La sapienza vi viene nutrita e allevata, non può essere dedicato all’ozio o allo svolgimento di a vità fu li, è fondamentale la sua quiete. Sarà ripreso in ambito umanis co dal giardino all’italiana.
Estremizzazione dell’aspe o simbolico e misterico è il giardino massonico 20, che si sviluppa nel XVIII secolo contemporaneamente al di ondersi in Europa degli ideali massonici. I giardini si ammantano di signi ca sempre più complessi, divenendo portavoce di un messaggio simbolico e rituale, secondo le tappe di un percorso di iniziazione. Le ispirazioni sono loso che, egizie e medievali.
FIG. 2.9 Giardino egizio
dipinto in una tomba a Tebe, 1500 a.C. [da VERCELLONI tav. 3]
FIG. 2.10 Schema assonometrico del Shalimar Bagh, giardino islamico.
[da CELLINI pag.
98]
FIG. 2.11 Dipinto a trompe-l’oeil di un giardino
romano, I sec. d.C.
[da VERCELLONI tav. 7]
FIG. 2.12 Ricostruzione gra ca degli Hor
Luculliani a Roma.
[da ETLIN pag. 74]
FIG. 2.13 Ricostruzione della villa dei Papiri di Ercolano, I sec. d.C. [da VERCELLONI tav. 6]
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