3.1 L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE
collabora con i paritetici organismi stranieri, con le organizzazioni regionali ed internazionali competenti;
approva il Piano nazionale anticorruzione predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica;
analizza le cause e i fattori della corruzione e individua gli interventi che ne possono favorire la prevenzione e il contrasto;
esprime pareri facoltativi agli organi dello Stato e a tutte le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 comma 2 del decreto legislativo n. 165/2001, in materia di conformità di atti e comportamenti dei funzionari pubblici alla legge, ai codici di comportamento e ai contratti, collettivi e individuali, regolanti il rapporto di lavoro pubblico;
esprime pareri facoltativi in materia di autorizzazioni, di cui all'articolo 53 del decreto legislativo n.
165/2001, allo svolgimento di incarichi esterni da parte dei dirigenti amministrativi dello Stato e degli enti pubblici nazionali, con particolare riferimento all'applicazione del comma 16-ter, introdotto dalla legge n. 190/2012;
esercita la vigilanza e il controllo sull'effettiva applicazione e sull'efficacia delle misure adottate dalle pubbliche amministrazioni e sul rispetto delle regole sulla trasparenza dell'attività
amministrativa previste dalla legge n. 190/2012 e dalle altre disposizioni vigenti;
riferisce al Parlamento, presentando una relazione entro il 31 dicembre di ciascun anno, sull’attività contrasto della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione e sull’efficacia delle disposizioni vigenti in materia.
3.2 L’AMMINISTRATORE UNICO il sig. Domenico Esposito
è l’organo di indirizzo politico cui competono, entro il 31 gennaio di ogni anno, l’adozione iniziale ed i successivi aggiornamenti del PTPCT, su proposta del Responsabile della Prevenzione della corruzione e Trasparenza.
3.3 IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA - R.P.C. T.
il direttore Vincenzo Pignatelli
A livello periferico, amministrazioni pubbliche ed enti territoriali devono individuare, di norma tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Il Responsabile della prevenzione della corruzione esercita i compiti attribuiti dalla legge e dal presente Piano, in particolare:
elabora la proposta di Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza e i successivi aggiornamenti da sottoporre per l’adozione all'organo di indirizzo politico sopra indicato;
verifica l'efficace attuazione del Piano e la sua idoneità e ne propone la modifica qualora siano accertate significative violazioni delle prescrizioni o intervengano mutamenti rilevanti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione, anche in corso di anno;
verifica, d'intesa con i Dirigenti competenti, l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività più esposte a rischi corruttivi e definisce le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione secondo i criteri definiti nella Tabella delle Misure di Contrasto (allegato 4);
vigila, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo n.39/2013, sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi di cui al citato decreto, attraverso verifiche a campione sui rapporti intercorrenti tra l’Azienda e i soggetti che sono interessati ai procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi di qualunque genere, anche verificando eventualmente relazioni di parentela o affinità esistenti tra titolari, amministratori, dipendenti, dirigenti e amministratori;
accede a tutta la documentazione amministrativa, di qualunque genere e tipo, detenuta dall’ATER, nonché a tutte le informazioni, notizie e dati, formali e informali, a qualsiasi titolo conosciuti o detenuti dai dirigenti, dai dipendenti, dall’A.U., dall’OIV;
pubblica, entro il 15 dicembre di ogni anno, sul sito web dell’amministrazione una relazione sui risultati dell’attività svolta e trasmettere la medesima all’organo di indirizzo politico;
riferisce, nei casi in cui l’organo di indirizzo politico lo richieda o qualora il Responsabile lo ritenga opportuno, sull’attività svolta.
svolge le funzioni indicate dall’articolo 43 del decreto legislativo n. 33 del 2013, così come modificato dal D.Lgs. 97/2016;
raccorda e coordina il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT).
3.4 I REFERENTI
il dirigente Pierluigi Arcieri
partecipa al processo di gestione del rischio nell’ambito dei Settori di rispettiva competenza, ai sensi dell’articolo 16 del D.Lgs.. n. 165 del 2001:
concorre alla definizione di misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e a controllarne il rispetto da parte dei dipendenti dell’ufficio cui sono preposti;
fornisce le informazioni richieste dal soggetto competente per l’individuazione delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione e formulano specifiche proposte volte alla prevenzione del rischio medesimo;
provvede al monitoraggio delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione svolte nell’ufficio a cui sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva (comma 1- quater);
vigila sull’applicazione dei codici di comportamento e ne verifica le ipotesi di violazione, ai fini dei conseguenti procedimenti disciplinari.
il funzionario Vito Colangelo
collabora con il RPCT e svolge attività informativa nei suoi confronti affinché questi abbia elementi e riscontri sull’intera organizzazione e sull’attività dell’amministrazione, attraverso il monitoraggio costante degli uffici in riferimento alle previsioni del Piano.
I referenti sono tenuti a rispondere alle richieste informative del RPCT, a contribuire con proposte e suggerimenti all’attuazione del Piano, a esprimere pareri se richiesti dal RPCT, a relazionare sulle attività soggette a rischio con le modalità e nei tempi di volta in volta indicati dal Responsabile e a monitorare la loro coerenza con la prevenzione della corruzione, segnalandone gli scostamenti.
3.5 L’UFFICIO PROCEDIMENTI DISCIPLINARI (U.P.D.)
Cura i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza (articolo 55-bis del D. Lgs. n. 165 del 2001);
provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’Autorità Giudiziaria (art. 20 D.P.R. n. 3 del 1957; art.1, comma 3, l. n. 20 del 1994; art. 331 c.p.p.);
propone l’aggiornamento del Codice di comportamento;
opera in raccordo con il RPCT per quanto riguarda le attività previste dall’articolo 15 del D.P.R. n.
62/2013 “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”.
3.6 TUTTI I DIPENDENTI DELL’AZIENDA
Osservano le misure contenute nel PTPCT;
segnalano i casi di personale conflitto di interessi all’UPD;
segnalano al RPCT, nel rispetto delle prescrizioni contenute nella determinazione n. 6/2015 dell’ANAC, recante le “Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti (c.d.
whistleblower)”, eventuali illeciti di cui siano venuti a conoscenza, in ragione del rapporto di lavoro.
3.7 I COLLABORATORI A QUALSIASI TITOLO DELL’ATER
Osservano per quanto compatibili, le misure contenute nel PTPCT e gli obblighi di condotta previsti dai Codici di comportamento;