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Capacità di ricovero, capacità tecniche e capacità umane

3. Domanda e offerta di servizi ospedalieri

3.1. Capacità di ricovero, capacità tecniche e capacità umane

Lo schema 1, oltre a sintetizzare la geometria del sistema ospedaliero francese, fornisce una prima serie di indicazioni quantitative in termini di capacità di accoglienza. La distribuzione in termini di unità e di posti letto tra pubblico e privato, consente di fare delle prime considerazioni.

Con il 67% di istituti e il 35% di capacità in posti letto, l’universo privato si configura come un tessuto molto denso di unità di piccole dimensioni, a cui si contrappone una struttura ospedaliera pubblica di maggiori dimensioni medie. La taglia media, misurata in termini di posti letto per istituto è per il settore pubblico più che tripla rispetto al settore privato (311 letti/unità contro 84 letti/unità). Lo stesso parametro valutato per le tre tipologie del comparto privato indica un valore superiore alla media di comparto per gli ospedali PSPO (120 letti/unità) e valori ben inferiori per ospedali non PSPO e cliniche, rispettivamente con 62 e 79 posti letto per unità.

Un secondo parametro riguarda l’offerta del mercato ospedaliero nella sua totalità. Con circa 508.000 posti letto gli ospedali francesi, pubblici o privati, dimostrano una elevata capacità di accoglienza. Rispetto alla popolazione, la densità di posti letto è pari a 9 letti per ogni 1000 abitanti, un rapporto più elevato della media europea e inferiore solo a quello della Germania.

La tabella 2 mostra come tale capacità di accoglienza vari tra i diversi tipi di

* I dati relativi all’inchiesta 1997 saranno disponibili soltanto a partire dal prossimo mese di maggio.

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attività. La maggiore concentrazione dei posti letto si riscontra, tanto nel pubblico che nel privato commerciale, per i ricoveri di breve termine. Per tale attività si configura sostanzialmente un mercato concorrenziale.

Viceversa, per le attività di riabilitazione e convalescenza l’offerta è principalmente concentrata nel settore privato, mentre per i ricoveri di lunga durata il 92% circa della capacità di accoglienza è attribuibile al comparto pubblico.

La tabella 3 fornisce qualche elemento aggiuntivo in relazione alla capacità di accoglienza per i ricoveri di breve durata. Notiamo in questo senso che se la medicina è il tipo di specialità sulla quale gli ospedali pubblici offrono il maggior numero di posti letto, concentrando quasi l’80% dell’offerta di tipologie giuridiche ormai note la situazione si presenta come segue (tab. 4):

le cliniche detengono poco meno dei tre quarti dell’offerta privata (il 72,9%) per i ricoveri di breve termine mentre gli ospedali non commerciali detengono la quota maggiore di posti letto per ricoveri di media e lunga durata (un complessivo 63,2%). Significativa è anche la ripartizione dei posti letto per specialità di breve periodo: la ginecologia e l’ostetricia, oltre alla chirurgia, sono veramente il mercato preferenziale delle cliniche. Da notare infine la leggera inferiorità del settore non commerciale in medicina, risultato di una legislatura iniqua che limitava nel passato, per questa tipologia di ospedali, la capacità di posti letto in medicina.

Un altro indicatore dell’offerta ospedaliera è costituito dalla disponibilità in apparecchiature mediche di alto livello tecnologico. La tabella 5 fornisce, per l’anno 1996, un confronto tra ospedali pubblici e ospedali privati in termini di apparecchi e di sedute terapeutiche. Il settore privato è maggiormente equipaggiato per la radioterapia, mentre quello pubblico è decisamente meglio fornito in scanografi e in medicina nucleare e apparecchi per la risonanza magnetica. Va fatta, infine, una considerazione circa il livello di utilizzo delle apparecchiature: se è vero che gli ospedali privati sono sfavoriti in termini di dotazione complessiva di apparecchiature, sono decisamente più efficaci nel loro utilizzo. Il numero di sedute per apparecchio non lascia dubbi: l’utilizzazione degli apparecchi è

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sempre superiore nel settore privato, fino a raggiungere, per la risonanza magnetica, un valore di 105 sedute per apparecchio contro le 60 effettuate negli ospedali pubblici.

Il tema dell’investimento in apparecchiature ad alta tecnologia, è senza dubbio uno dei perni attorno al quale ruota la dinamica di cambiamento dell’universo ospedaliero in generale e del rapporto di concorrenza tra pubblico e privato. Di fatto gli ospedali privati hanno compiuto negli ultimi anni un grosso sforzo economico al fine di aumentare la propria disponibilità tecnica rispetto agli ospedali pubblici. Le quote percentuali di apparecchiature in dotazione agli ospedali privati sono tutte in rialzo, anche per quegli apparecchi, come la risonanza magnetica, dal costo molto elevato (tab. 6).

Occorre tuttavia precisare che, al fine di preservare l’equità dell’offerta in tecnologie, lo Stato prevede, per ospedali pubblici e privati, la possibilità di associarsi in gruppi di interesse economico (GIE) per la gestione congiunta di apparecchiature dal costo impegnativo.

Una ulteriore dimensione dell’offerta ospedaliera è descritta dai livelli di occupazione. La tabella 7 presenta i livelli del personale ospedaliero per comparto istituzionale e tipologia professionale. Il settore ospedaliero è in generale un importante ricettore di forza lavoro: gli ospedali pubblici assorbono infatti i tre quarti circa del occupazione del settore. Rilevante è la proporzione del personale non medico (87% del totale personale ospedaliero). Negli ospedali pubblici la proporzione del personale non medico è leggermente superiore (88,9%), mentre negli ospedali privati non partecipanti al servizio pubblico ospedaliero, si abbassa all’81%. Tale dato è dovuto in parte al fatto che le elevate dimensioni degli ospedali pubblici giustificano un maggiore impiego di personale paramedico, di manutenzione e amministrativo, e in parte al ricorso a forme non-contrattuali per il personale paramedico nel comparto privato.

Nonostante ciò è proprio il comparto privato non partecipante al servizio pubblico a dimostrarsi più dinamico, con una variazione del personale tra il 1995 e il 1996 sempre positiva. Gli ospedali pubblici mostrano anch’essi, seppure in lieve misura, una variazione del personale di segno positivo, fatta eccezione per i medici interni che decrescono dell’1,5%. Una riduzione dell’occupazione caratterizza invece gli ospedali privati partecipanti al servizio pubblico ospedaliero, che ancora una volta si dimostrano in ritardo

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sia rispetto al privato commerciale sia rispetto al servizio pubblico.