AVVERTIMENTO.
Edmondo
era rimasto parecchi giornia Parigi, perchègli siera fattosperareun
posto assai lu-crativo;egliavevafatto le pratiche indispensabili peruno
chesollecita. Poi infine il postofu con-ferito adun
altro,che si eradato assai poca pena perottenerlo,
ma
eh’ erastato protetto da una gonnella.Edmondo
eraritornato aChelles, vicinoad Àgata, che accorgendosiall’espressione de’suoi occhicome
lesue speranze fossero an-datedeluse, glidisse:—
Voi non avete ottenuto l’impiego sul quale contavate,signorEdmondo. Ebbene,
non ve ne rammaricate ...mi
sembra che possiamo aspet-tare... Iosono cosifelice orache la miabuona
amicami
ha dettochesarò vostra moglie... che mipare che nonpotreiesserlodi più.Edmondo
non la pensava cosìe non poteva trattenersi dalsospirare,ma
eglibaciò lamano
diAgata, promettendoledi essere paziente.
La
fanciulla siaffrettòa raccontare al suoamicociò che viaveva di
nuovo
aChelles dacché eglise neera allontanato.Kook.Paolieilsuocane. Voi.4 10
138
—
Voi saprete,signorEdmondo,
che fu com-perata unaassaibella proprretàchesi trova dal-l’altra partedel paese, echesi chiama la villa dai pesci rossi.Le
persone chehanuo
acquistalo questa villa sono molto ricche, a qnel elio sidice,hanno
carrozza e cavalli dasella. Essehanno
già datoun
granpranzo,acuierano invi-tati tutti i principali proprietari del distretto!Quindi nelpaesenon siparladi loroche facendo riverenze...
— E
probabilmente queste persone sono ve-nute a farvi visitaed anco ad invitarvi?...—
Nienteaffatto, disseOnorina, noi non ab-biamo che una meschina casa! Noinon
siamo degnedi andarein cosialto luogo!...—
Ecco una cosa chemi
dàfm
d’ora un bratto concettodiquestinuovi venuti... sono gio-vani?...—
Sì... cioè, noinonabbiamo
ancora veduto chela donna...ma
pareche anco il marito sia giovane. In quantoallasignora, essa èassai bel-la:è una brunadagliocchi neri, haun porta-mento
elegante, e sta perfettamenteacavallo...—
Questasignora cavalca?—
.Non
faaltro,epassa tuttiigiornidavanti acasa nostra...—
Si,egrazie a Dio, trovandomiiounavolta alla finestra del piccolochiosco,ch’èinfondoal giardino, questasignorami
guardò conuna
per-sistenza...Oh!
iosonosicurissima ch’ellami
ri-conoscerà...—
Ella non s’attendeva certamente di trovare nelpaeseuna cosìgraziosafigura...—
Ionon sochecosas'aspettasse...ma
il suomodo
di fissarminon
aveva nulla diamabile...— Ed
io! disseOnorina ridendo,cheho
corso risiIliod’avtreun
duelloconlei...59
— Un
duello... ecconeuna più grossal... Co-me, voi avete altercatocon lei?...—
>lo ero sullastrada,.,ho
sentito delle grida...era quelragazzetto... dicui vi
abbiamo
parlato...il piccolosmarrito,
come
èchiamatonel paese,
chela bella
amazzone
volevapercuotere perchè nonsi era scansato a tempo ... Naturalmente ho preso le partidel fanciullo... il cheha molto irritato quella signora controdi me!...Io debbo convenire cheil ragazzoagì molto male tirando una smotta di terra checolpì il cavallonella te-sta... questis’impuntò... la signora era furiosa...Non
so cosa ella avrebbefatto al piccoloEmilio,quando
glisopraggiunseun
difensore, Amico, ilcane delsignor Paolo,che si mise bravamente dalla parte del deboleeforzòl’amazzonea bat-terein ritirata...
E
daquel giornoAmico
viene frequentementeafarci visita,essosa farsi inten-dere perfettamente. .. gratta o piuttosto batte alla porticina del giardino finché gli si apre...allora passa
un
quartod’oracon noi,poi ritorna verso la porticina, fa capire che bisognaaprirgli, ciguarda
tutte e due e mettendosi seduto di-nanzi a noi, cistendelazampa come
farebbe un vecchio amico. Ciòserve per dirci addio e parte subitosenza fermarsi.— E
ilsuo padrone?—
Il padrone non vienemai...ma
permetteal suocane
di venire... ègià molto per lui!—
Io sareiben contento di vederquest’ indi-viduo... quelcheme
n’avete detto picca lamia
curiosità... '
— È
assai diflìeileincontrarlo;ma
èprobabile chevoi vediate benpresto la signora di Belle-ville.— La
signora di Belleville... avetevoi detto?140
—
Si,èilnome
de’nuoviproprielariiche danno tantod’affare... Forseli conoscete?Freluchon aveva informato una solavolta
Ed-mondo
cheChamoureau
sifacevachiamare signor diiBelleville,ma
l’anticoamantediTelenia aveva messo pocaattenzione a questa circostanza.Pureil
nome
ch’era statopronunziatolocolpisce: cerca dirisovvenirsi delquando
lo hasentito.—
Ebbene! ripiglia Agata,voinonmi
rispon-dete...Domando
se voiconoscete ilsignore ela signoradi Belleville?—
Iocerco, signorina... questonome non m’è
sconosciuto...—
Cercatebene... qualche cosami
dice, che voi conoscetequella signora!...— Echi può
suggerirviquestopensiero, cara Agata?...—
Ilmodo
singolare, in cuim’
ha guardato quella signora1...—
Davvero... Allora hopremura
di vederla, per assicurarvichevoiv’ingannate.—
La... la... la...lalaralà...— Ah!
ecco papàLedrux, diceOnorina.Ebbene!
avete portato via lagallinanera?
—
Sì, signora...Ah! ma
n’eratempo
1... essa faceva lealtrecattivecome
lei..Bisogneràvedere adessoseil gallo non ne veda un’altra dimal
occhio... Perchè, vedete voi,quando
il gallosi motteaprenderla con una,labatte Pinch’essanon
crepa...e ciò producemale allealtre!..—
In verità, papà Ledrux, non avreicredulo chesicommettessero tantecattiverieinun
pol-laio.— Ah
Ima
sì...vene sonopertutto!...lebestie non sono nè più,nèmeno
di noialtri!... si de-testano tra loroesi battono!141 Àgata diviene pensierosa: dalsuo canto
Ed-mondo domanda
asè stesso se mai questasi-gnora di Belleville non fosse Telenia. Il giardi-niere, che
ama
moltocicalare, prende dinuovo
la parola:
— Ma
ecco cheil nostro distretto si popola assai e delbelmondo, un
baronei niente meno...— Che
ditevoi, papàLedrux?
c’è un barone in paese...—
Appunto,un
verobarone... che ha presoda duegiorniun
piccolo belvedere...ècome un
co-lombaio...ma
infineilsignorRemplumè
lochiama un belvedere: èluiche lo ha allogato a quel baronetedesco ilquale, aquanto pare, èamico intimo de’padroni dellavilladai pescirossi... v’ha diggiàdesinatodue volte.— Ohi ma
voi sapetetutto, papà Ledrux.— Non
ci vuoi molto... ho vedutoilbarone passeggiaretenendo abraccietto ilsignordi Bel-leville.Ho
subito dettoframe:
parechesi co-noscano e sianobuoniamici.— Che uomo
èdunque
questo tedesco?—
Già!èun
uomo.,,nè giovane,nèvecchio:non èbello di figura;inricambio, è sporcissimo;
ma
ha anelli alle dila... gingilli d’oro alla sua catenad’orologio,unabellacannacolpomellod’oro anch’essa...Oh! hal’ariadiun
riccone!...Ilsignor deRemplumè
hadettoch’eraun
signore delpaese de’bavaresi...— E
questo signoresichiama?
—
Aspettate... oh! èunnome
difficile: il ba-roneSchtape...Schtape...e poi merg... Iononpotrei mai dire questo nome...Ma
guardate, guardate, 10veggo
laggiù sulla strada . .. precisamente,11 barone
nuovamente
arrivatoche passeggia conlasignora di Belleville. Se voi volete vederli...
142
non. avete che a venire nella vostra piccola corte.
—
Affé! r occasione è troppo bella pernon
approfittarne. Venite,signorEdmondo,
dice Ono-rina, voi vedrete lasignora di Belleville e quel nuovo personaggio checi si annunziacome un
barone tedesco.La società si reca nel piccolo chiosco,es’ ap-pressa alla finestra.Telenia, chequesta volta era a piedi,
camminava
assai a rilento discorrendo con suo fratello,acuinon davailbraccio.Croque avevaun
bel redingot nero enuovo,come
isuoi pantaloni,lesue scarpeerano lustrate,ilsuo cap-pello,benché sempretiratosull’orecchio, eranuovo anch’esso; finalmente,aveva guantidipelledidaino, che noncessavadi guardare, e manichini bene inamidati,ch’eisi davapremuradi tirare,quando
sparivano sotto i paramani.Camminavano
assai adagio eTelenia sembrava molto occupataa par-lare.Croque, tutto orecchi, siraddrizzava,si po-nevaiu positura ne’suoiabiti nuovieognitanto giocarellavaconla sua canna.Benché
questidue personaggi fossero assai lungi -dalla finestra,
Edmondo
riconosce tosto Telenia. Al leggie-ro turbamento che si manifesta in lui, Agata glidice:— Non
è vero ch’io l’avevaindovinato? Voi conoscete quellasignora?—
Infatticredodi essermi trovato altra volta con lei econ suo marito... sovratutto conosco suomarito...— Ah!
èsuomarito...Ebbenel
perchè andate viadalla finestra?avete paurachequellasignora vi vegga con noi?— Ah!
signorina,da pertutto, innanzi a tutto l’universo,iosarò feliceed alterodistarpressoa voi.143
— Ebbene
fallorarestato alla finestra.Eccola signora s’avvicina... noivedremo
se vi guarderàcome
ha guardato noi.—
Mio Dio1 gridaOnorino:iononso se quegli siaun
gran signore tedesco,ma
certo èche quel siguoreèsporcissimo; ha un’andatura sin-golare!Telenia, mostrandotutt’altroche di guardare dalla parte del padiglione, s’accorgechev’ègente alla finestra,stringeil braccio di Croque dicen-doglisotto voce:
— Guarda
beue,sonolà,|quelle donne...— Veggo; ma
v’è ancoungiovanottoconloro.— Un
giovauottol...Teleniaalza gli occhi evede
Edmondo.
Ilsuo visodivienestranamentepallido.Ma
tosto, sfor-zandosidi nasconderela sua emozione,si ferma davantial padiglioneesaluta il giovane dicen-doglicon soavesorriso:— Eh guài
il signoreEdmondo
Didier... ahi io sono trasecolata di vedervi in questo paese, spero che avremo il piacere di vedervi qualche volta!...Noi abbiamoqui acquistatounaproprietà evi passeremo tutto l’estate.Edmondo
sicontentadifreddamenteinchinarsi.Ma
la bella brunagli fa un piccolo cenno fami-liarissimo, poi senza figuraredi fare attenzione alcuna alle due signore che sono là, si volge versoCroque
dicendogli:—
Andiamo,caro barone,raddoppiamoilpasso:mio marito non sa fin dove siamo giunti, egli dev’ esser ne’campi...
A
rivederci, signoreEd-mondo!
Il sedicente baroneleva il suo cappello e fa un saluto rispettosissimo passando dinanzi alla finestra,
mormorando:
144
—
Cospettone!graziosobocconcino la giovine bionda!m’adatterei volentieriaquellaselvaggina!— Ebbene
1 prendila, iote ladò, diceTelenia corrugandole foltesopracciglia.— Tu me
ladoni, benissimo:ma
tunon
ne disponi, disgraziatamente...—
Perchè Croque non ha più imaginazione, invenzione,audacia? Io teIo ripeto, faidi quella giovinetta latua conquista, ed il giorno in cuimi
proveraicheci sei riuscito...ch’ellaha ceduto, io li daròmille scudi.—
Mille scudi edun
bel visetto da con-quistare...L’affaresi farà,o ioviperderòilmio nome!
non quello diSchtapelmerg,ma
il vero.— Che
aria sfrontata haquellasignora! dice Agataquando
furonospariti idueviandanti. Ella v’ha parlatocome
sefoste stato solo...non
siènemmeno
degnala di salutarci. Voi andrete in casasua?
—
No, oh! v’assicuro che non ne ho la mi-nima idea.—
Ma, Agata, tunonseiragionevole, dice Ono-rina,seilsignoreEdmondo
è in relazione col marito di quella signora,perchè nonvuoi ch’egli vada a vederli?—
Signora,io conoscevoChamoureau
avanti chesposasse quellapignora;ma
adesso...—
Chamoureau,ma
èilnome
dell’uomo d’af-fari,dacui siamo andate peracquistare questa casa,eche,senza voi,non avrebbe nulla com-binato.—
Precisamente, signora,è appunto lui che,
dopoavere ereditato ventimila franchidi rendila ha sposato la signoraSainle-Suzanne.
—
Come!... èilmarito diquellasuperba amaz-zone...ma
allora ella si chiamalasignora Cha-moureau.m
—
Sicuro!— E
perchèsi fachiamaredi Belleville!—
Perchèilnome
diChamoureau
non l’è sem-bratoabbastanzadistinto.—
Ah! ah!ah!... è graziosa!...Ecco una sco-perta!...—
Fa chemi
guardi un’altravoltacon tanta ostinazione, dice Agata, edio le griderò: che forse lasignoraChamoureau
ha qualchecosa a dirmi?—
Viguarentiscoche sarebbe questo il miglior mezzoper porlain fuga!...Ma
scusatela: quella signoraè sbalordita dellaposizione che occupa,
elagrande importanzach’ellasidà, provalapoca abitudine ch’ella hadella sua nuova fortuna.
La
nottesopraggiunse:Edmondo
erarimastoa pranzo incasadella signora Dalmont. In fondoalsuocuore,egli èmalcontentodisapere Telenia nello stessopaesedi colei ch’egliama. Qualchecosa gli diceva che il suo
amore
perAgata erauna delle causecheavevano condottoa Chelleslasua antica ganza.Ei provavauna vaga inquietudine perchèquelladonna aveva giurato di vendicarsi di lui, edegli la sapeva capace di tutto osa-re per mantenereilsuo giuramento.IntantoEd-mondo
facevail possibile percelare lasua pre-occupazione,ma
èdifficile infingersi agliocchi dichici ama: quellidiAgata sifissanosovente sulgiovane,e da parte sua ella sospirava di-cendo:—
Inchemodo
quellasignoragli hasorriso, inche modo
lohaguardato!Tutto ad
un
trattoun
raspardizampe
e alcuni colpi dati alla porticina del giardino attrassero l’attenzione di Onorina, chegrida:— Scommetto
ch’èAmico
cheviene a trovarciI146
—
Ordinariamente non viene la sera, dice Agata.— Non
importa, èluì,.nesonocerta.Ed
Ooorina corread aprir la portache mette alla campagna.È Amico
che ha bussato, chesi slancia nelgiardino e sipone a farmille ca-rezzead Onorina,laqualeponela
mano
sulla te-sta del cane, dicendogli:— Come,
Amico,sei tu... sì tardi... perqual raso sei tu aChelles questa sera? Forseèqui iltuopadrone?
Amico
ascolta attentamente, poi corre nella sala del pianterreno ov’èAgata conEdmondo.
—
Onorina aveva ragione,dice la giovinetta andando adaccarezzareilcanedel signor Paolo-dei proprietario dellaTorricella...Fateconoscenza con lui,amicomio,egli miama
molto,sonosi-curacheamerà ancor voi.Vediamo, Amico, guar-daleil signorEdmondo... Guardate,io mettola
mia
mano
nella sua per mostrarvi che dovete amarlocome
me.Avvicinatevi, datemila vostra zampa...stabene...elasciate,signore,chevidiauna stretta dimano.Amico
guardava attentamenteEdmondo
,ma
isuoi occhierano pienidibontà, efaesattamente tuttociòchegli
comanda
Agata, che grida:—
Adesso,sonocontenta,perchèsiatepersuaso, signoreEdmondo,
che voi avete oraun
nuovo amico che saprebbe benissimo difendervisemai fostein pericolo.— Nondimeno
è così strano che questo cane venga a vedercisì tardi,dice Onorina, chemi
destaqualcheapprensione. Il suo padrone è ma-lato.;,chevenisse maiadomandarci soccorso?— Oh
! mia buona amica,tu hai tortodi al-arlmarti, guarda dunque, guardaAmico come
ha147 l’ariagaia,contenta... se fossenunzio di una cat-tiva notizia, non scherzerebbecosidavanti a noi.
— Sono
del parere della signorina, dice
Ed-mondo,
che tosto soggiunge: signorina... èben dolorosodire signorina allasua fidanzata...e a voinon
parecosì,o signora?Onorina sorride,mentre ÀgataRaffrettaad ag-giungere:
—
Anch’io trovoben tristeildire: signore!...è cosìcerimonioso quel signore!— Ebbene!
che v’impediscedidirvi semplice-mente: Agata edEdmondo?
— Ah!
signora,lo permettete...—
Ionon vi trovo nulladimale,dacché siete fidanzati...— Ah!
chepiacere,mia buona amica...quanto sarà gentile,Edmondo... nonvipare, signoreEd-mondo?
— Ah!
cara Agata, non piùsignore!...— È
vero:ma
nonsiardisce tuttoadun
tratto...è lostesso,ioprenderòpresto l’abitudine didire:
Edmondo,
null’altroche Edmondo...— Ed
io Agata,mia amatissima Agata!...— Ah!
signore,,la mia'buon’amica non ha permesso: l’amatissima!...— Ma
non l’ha proibito,signorina!...—
Ecco ch’egli midice ancora: signorina!—
Voi m’avetedetto: signore!—
Zitti,ragazzi, gridaOnorina,hanno
bussato alla porticina delgiardino.—
Io non hosentitonulla, diceAgata.—
Iosonocertachev’èqualcheduno, e aspet-tale, guardate,Amico
vi corre,ed esso non s’in-ganna mai.—
Chi viene così tardi? • '—
Tardi!...ma non
sono noveore.148
— È
tardiincampagna... noi veniamo teco a vedere... Tonietta canta di sopra e non ha sen-tito.—
Restate dunque, io non ho paura... d’al-trondeAmico
ècon me.Onorina raggiungepresto il fondo delpiccolo giardino.Ilcane èdigià contro la porta: esso agita lacodae fa sentirede-’piccoli latrati alle-gri.
Non
v’erada ingannarsinella personach’era di fuori:in fatti},Onorina trovasitosto davantiilproprietario della Torricella.
—
Scusatemi, signora,salutandola gentildon-na.'Iomi
presentoun
po’lardiin casa vostra...ero andato a trovar questa sera la famiglia de Guillot.
A
quellabuona
gentemi
ha trattenutopiù diquelchemicredevo...Il
tempo
passacosì rapidocon quelli che sono contenti di vederci.Quando
liho
lasciati, mi sonoaccortocheAmico
nonera più con me.Da
questa parte del paese non vi sietechevoipresso cuiegli possa recarsi.Veggo
dinon essermi ingannato. Perverità, si-gnora, temo che questo canevi annoi...levisite chevi fadivengonotroppo frequenti,rimandateloquando
vi diverràimportuno^—
No, signore, noinonlorimanderemo... per-chè loamiamo,
ele sue visiteinvece ci fanno molto piacere..Ma
voi,signore,nonpasseretemailasogliadi questa porta?enon
avremo
sempre null’altro|che lavisita delvostrocane?Il padrone di
Amico
risponde entrando nel giardino, ed; Onorina pfovaun’emozione che nonsicura dinascondere. Ella conduce il suo nuovoospitenellastanza a terreno dove Agata edEdmondo
sonorimasti.Vedendo
Paolo,la gio-vinettas’alzaesclamando:— Ahi
signore! ecco una cara sorpresa!149
— Non
bisogna ringraziar troppo il signore, diceOnorina;seAmico
nonfossevenutoavederci, credoche ilsignorenon ciavrebbe mai onorate di una suavisita.—
Signora!...— Ma
io hotorto didircosì... Voi non amateil
mondo,
e pernoi,esolo per noi voi lasciate ora levostreabitudini... noidunque dobbiamo
saper-venegradoassai.Paolo era rimastorittonell’ingresso della sala eguardava
Edmondo
, ch’eglinon aveva ancora incontratocon le due amiche.—
Permettetemi, glidice Onorina, di presen-tarvi il signor
Edmondo
Didier... egli solo viene spessoa svagare la nostra solitudine,ma
ne ha il diritto, percheama
lamia pupilla Agata ed ho promessodi maritarliquando
saranno ambe-dueun
poco più ragionevoli.La
frontedi Paolosembrarasserenarsi,salutaEdmondo
eprendelasediachegli presenta Ono-rina.La
conversazione s’avvia: da principioun
poGo fredda e distratta:ma
presto si prende a parlardella Svizzera, dell’Italia; il proprietario dellaTorricella ha molto viaggiato e descrive converità idiversi paesi che hagirato: mescolaalsuo racconto aneddoticuriosi,avvenimentiche
glisonosuccessi sulle strade, negli alberghi.Tutto èraccontatosenzapretensione,senzaricercatezza,
ma
con unafacilità cheincanta isuoi uditori;ilglisonosuccessi sulle strade, negli alberghi.Tutto èraccontatosenzapretensione,senzaricercatezza,