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RACKOCZY ÚT 4

N. CATASTALE: 34199

ANNO COSTRUZIONE: 1870-1872 PROGETTISTA: Otto Wagner N. PIANI: 3

La sinagoga di via Rumbach ha diversi appellativi. Spesso è chiamata semplicemente “Rumbach”. In seguito al Congresso Universale degli Ebrei Ungheresi tenutosi tra il 1868 e 1l 1869, la comunità ebraica ungherese si divise irrimediabilmente in tre correnti (per approfondire il tema si veda il cap. 2). La sinagoga di via Rumbach rappresenta il luogo di culto degli ebrei Status Quo Ante.

Il progetto dell’edificio è stato affidato al padre della Secessione Viennese, Otto Wagner; probabilmente supportato dall’architetto italiano Felix Buzzi. Si tratta dell’unico edificio con certezza attribuibile a Wagner in Ungheria.

Siamo di fronte ad uno dei primi progetti

FELIX BUZZI, Prospetto frontale, Budapest, 1870.

Budapest Főváros Levéltára (archivio), 2017.

di importanza internazionale in cui vengono combinati in modo originale elementi romantici con aspetti e tecnologie modernisti.

Attraverso la rievocazione di tempi passati, gli ebrei del XIX secolo intendevano esplorare la loro autentica identità culturale ma contemporaneamente utilizzando le più moderne tecniche costruttive.

Questo atteggiamento ha reso possibile il finanziamento e la costruzione di diversi edifici originali e un alto livello di sperimentazione e innovazione nel campo dell’architettura. In questo senso anche la scelta dell’architetto Otto Wagner.

Dal punto di vista stilistico la sinagoga di via Rumbach assomiglia molto, nel suo stile moresco, alla sinagoga di via Dohany.

Mentre colori e materiali sono simili, cosi come gli elementi decorativi, l’impianto formale è completamente diverso. La pianta ottagonale è assimilabile alla sinagoga viennese di Seitenstettengasse (1828). Le dimensioni sono notevoli (24.8 m di diametro e 28,15 m di altezza), visti i pochi membri della comunità Status Quo Ante; i lavori di costruzione poterono essere finanziati in gran parte attraverso la vendita dei posti a sedere durante le cerimonie.

I lavori di costruzione iniziarono nel

Prospetto su via Rumbach. La difficoltà di inquadrare l’intera facciata è data dalla poca profondità della strada. Febbraio 2017.

1870 e durarono per due anni. La pianta dell’edificio ha diverse peculiarità: la prima è che l’edificio si compone di due unità distinte, una sul fronte strada e una più interna, completamente separate dal punto di vista strutturale e funzionale. La seconda particolarità riguarda il fatto che per la prima volta una sinagoga viene costruita su un terreno all’interno di un tessuto urbano molto compatto e non libero su tutti i lati. La terza è la pianta ottagonale.

Ciò che si vede dalla strada è il primo corpo, all’interno del quale sono ospitati gli uffici della congregazione, appartamenti e una scuola, completamente integrati nel disegno della strada come altezza e composizione.

Questo corpo è poi collegato al corpo centrale di forma ottagonale, la sinagoga vera e propria. L’unico riferimento esterno in facciata che rimanda alla funzione religiosa sono i due minareti che si ergono in cima al corpo centrale della facciata. La via è molto stretta pertanto la bellezza della facciata è difficile da cogliere. Siamo di fronte ad una facciata in stile orientaleggiante in cui entrambi gli assi verticale e orizzontale sono accentuati. Elementi che accentuano lo spunto verticale sono i tre archi accostati a formare il portico di ingresso al piano terra,

sovrastati da altri tre archi più slanciati al piano superiore che ospitano 3 coppie di finestre (anche esse ad arco), per ogni piano.

Il sistema di archi e di cornici e colonne che li sostengono sono ispirati al mondo islamico.

Elementi che accentuano l’orizzontalità sono fasce di mattoni rossi che corrono lungo l’intera facciata in corrispondenza del cornicione del primo piano e del cornicione sommitale, decorato con il tema della stalattite. La facciata è scandita da fasce in piastrelle colorate, rosse, gialle, come nella Sinagoga Grande ma qui viene introdotto l’uso di piastrelle blu.

OTTO WAGNER, spaccato assonometrico, Vienna 1871.

http://urbface.com/index.html

Esempi di questo uso in architettura risalgono all’antica Persia; un’altra allusione da parte di Wagner potrebbe essere nei confronti delle decorazioni islamiche della Grande Moschea di Cordoba. L’ingresso porticato al piano terra è riservato agli uomini mentre due ingressi laterali sono dedicati alle donne. In cima alla facciata due tavole recitano in lingua Yiddish: “ Questo è il cancello che conduce al Signore, nel quale solo i virtuosi posso entrare”.

L’interno dell’aula ottagonale della sinagoga è articolato con una galleria per le donne su sette lati, mentre sull’ottavo lato ad Est è aggiunto un corpo cubico in corrispondenza del rostro sovrastato da un grande arco. Le finestre in ferro possiedono vetri colorati che contengono lo stemma della stella di David. Le aperture sono collocate in modo da garantire una corretta illuminazione naturale pomeridiana all’arco.

La struttura portante è mista legno-ferro a formare una doppia struttura a guscio:

la parte centrale è costituita da pilastri e travi in ferro in stile orientaleggiante. Su questi pilastri scarica la struttura del tetto piramidale a base ottagonale. Le travi in legno di copertura sono colorate e lasciate a vista. Mentre l’organizzazione dello spazio e la struttura a vista sono aspetti moderni,

le decorazioni sono ispirate al mondo orientale, così come le pareti verticali, gli archi e i pavimenti sono colorati in blu, rosso e oro.

L’unico evidente simbolo ebreo è la stella di David. In corrispondenza della galleria sono appesi 24 rotoli che recitano brani della Torah. La prima coppia di rabbini che si insediarono nella sinagoga furono Samuel Löw e Eleázár Pollák. Tuttavia il più popolare tra i rabbini fu Illés Adler (1886-1924), oltre che una grande guida spirituale, un grande oratore e capitano nell’esercito ungherese durante la Prima Guerra Mondiale. Il rabbino più innovativo fu

FELIX BUZZI, piante dei vari piani, Budapest, 1870. Budapest Főváros Levéltára (archivio), 2017.

Si notino la separazione funzionale e strutturale dei due corpi.

Significativa è la pianta ottagonale che non riempie l’intero lotto.

Benjámin Fischer, seguace del movimento Neo-Ortodosso di Francoforte. In accordo con gli Ortodossi di Francoforte l’ebraismo non è uno stato ma una religione e i dogmi religiosi non possono essere alterati. Tuttavia è possibile adattarsi alla vita politico-sociale del paese in cui si abita. Fischer era solito pregare in ungherese e solamente durante le festività maggiori in Yiddish.

70 anni dopo l’inaugurazione, la sinagoga divenne teatro di tragici eventi durante l’Olocausto e la ghettizzazione. Divenne uno degli edifici di bordo del ghetto nel 1944 e centro di prigionia e smistamento per la deportazione degli Ebrei nel progetto nazista della “soluzione finale”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale le funzioni furono riprese all’interno ma solo fino al 1959.

Da questo momento la sinagoga andrà incontro ad un forte deterioramento. Nel 1979 parte della copertura crollò. In seguito a questo evento la comunità vendette la proprietà e dopo la privatizzazione iniziarono i lavori di restauro negli anni ‘80.

Nel 2003 la comunità ebraica riacquista la sinagoga. Oggi la sinagoga non è visitabile perché sotto restauro, tuttavia numerosi turisti quotidianamente si recano a vedere l’esterno dell’edificio. E’ di fondamentale importanza riportare la sinagoga al suo splendore iniziale per ripristinare il triangolo delle sinagoghe, essenziale dal punto di vista dell’eredità culturale ebraica e della città stessa e grande motore attrattivo per quanto riguarda il turismo.

FONTI:

- MARCO BIRAGHI, Guida all’architettura del Novecento a Vienna, Budapest e Praga, Electa, Milano 1994, p. 192.

- INES MÜLLER, Die Otto Wagner Synagoge in Budapest, Löcker, Vienna 1992.

- EDWIN HEATCOTE, Budapest, a guide to twentieth-century architecture, op. cit., pp. 164-165.

- GYÖRGY E DÓRA SZEGŐ, Synagogues, György e Dóra Szegő, Budapest 2004, pp. 28-42.

-TAMÁS RAJ, The Synagogues of Budapest, Villány András, Budapest 2005, pp. 48-53.

- MAYER LÁSZLÓ, Budapest templomai VII kerület, Kiadja a Budapesti Városvédő Egyesület, Budapest 2014, p. 49.

- http://urbface.com/index.html A sinistra: Copertura piramidale su imposta ottagonale sostenuta da 8 archi. Struttura a vista,

luce zenitale e ricchezza delle decorazioni.

http://www.urbface.com

A destra: FELIX BUZZI, Sezione longitudinale, Budapest, 1870. Budapest Főváros Levéltára (archivio), 2017.

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