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I CIMITERI DEL DOPOGUERRA: L’ANONIMATO DELLE PERIFERIE URBANE

DELL’ARREDO DAL XIX SECOLO AD OGGI

1.2 I CIMITERI DEL DOPOGUERRA: L’ANONIMATO DELLE PERIFERIE URBANE

1.2 I CIMITERI DEL DOPOGUERRA: L’ANONIMATO DELLE PERIFERIE

Una forma di anonimato intenzionale che cara erizza l’archite ura cimiteriale del Novecento è quella dei sacrari e dei cimiteri di guerra che ripropongono, in scala monumentale, l’eguaglianza davan alla morte, promossa dalla cultura illuminis ca, e l’annullamento delle gerarchie, che in vita cos tuivano il fondamento stesso dell’is tuzione militare, a simboleggiare idealmente «la morte di un uomo per tu , e di tu gli uomini per uno»28.

I sacrari ai cadu del primo con i o mondiale rappresentano, so oforma di grandi complessi a scala paesaggis ca monumentale, il superamento della concezione o ocentesca del cimitero come luogo di culto privato, a favore di una celebrazione colle va della morte, di una morte che non cos tuisce un fa o naturale ma eccezionale il cui “peso” è sen to da tu a la nazione.

L’ “anonimato monumentale”

Fig. 1.2.1 – Redipuglia, Sacrario ai cadu , 1938.

I cimiteri militari del secondo dopoguerra sono conforma come immensi campi di croci e di piccole lapidi che riprendono il simbolismo della “Pietra della Rimembranza” e della “croce del sacri cio” trado e in in nite declinazioni.

Nel susseguirsi all’in nito delle croci iden che disposte in rigide  le si ritrova la disciplina dell’esercito in formazione ed il sacrario diviene, quindi, «luogo dove l’individuo o ene un riconoscimento individuale, che diventa però assolutamente irriconoscibile nella iterazione all’in nito dei segni dis n vi»29, andando a cos tuire un tassello della storia comune in mezzo a tan altri.

Fig. 1.2.3 – Firenze, Cimitero militare americano, iniziato nel 1949.

Fig. 1.2.2 – Calvados, il Cimitero di Omaha Beach.

Collega alla celebrazione colle va degli eroi di guerra vi sono anche, a scala più rido a, i monumen ai cadu , costrui specialmente tra il 1920-25, sui quali vengono successivamente appos anche i nomi dei defun del secondo con i o mondiale. Presso ques monumen , nei quali si ritrova l’an co culto degli antena riproposto so oforma di elenco di nomi scri , vengono celebra , in par colari ricorrenze, ri di commemorazione colle va che prevedono il corteo con banda musicale, la preghiera ai cadu , la deposizione della corona di alloro.

Dal punto di vista formale tali monumen riprendono la conformazione dell’obelisco, della piramide, dell’urna coperta con drappo e della colonna spezzata e su di essi viene apposto il ritra o- po del soldato, il milite ignoto.

I monumen ai cadu della guerra del 1914-18 sono i primi monumen

pubblici per i quali si u lizzano dei prodo industriali contemporanei, quali le recinzioni cos tuite da obici e de catene30.

I monumen commemora vi vengono pos , oltre che nei centri urbani (nelle piazza o lungo le strade principali), anche nel cimitero all’interno del quali, unitamente agli ossari dei militari che han perso la vita in guerra, rappresentano, per emergenza volumetrica e per posizionamento, pun

focali.

Fig. 1.2.4 – Lubiana, Zale, Cimitero militare italiano della Prima Guerra Mondiale, 1929.

I cimiteri, le tombe e l’apparato decora vo ed epigra co risalen

all’O ocento e alla prima metà del Novecento, o rono l’occasione per entrare a conta o con la civiltà del passato andando a cos tuire una delle fon primarie per la conoscenza della storia contemporanea.

L’archite ura funebre viene progressivamente spogliata di ogni eccesso decora vo e, come per l’archite ura razionalista degli anni Ven , il vuoto dei volumi puri ed essenziali acquista valore.

Dalla metà del secolo scorso si assiste, proprio a causa dei cambiamen

di cui si è accennato, ad una totale trasformazione nella produzione cimiteriale che ha determinato opere per lo più anonime e seriali. È scomparsa l’a tudine a scrivere, a raccontare e a tes moniare i valori della persona e, di ri esso, quelli dell’intera società: la simbologia e le rappresentazioni scultoree diventano sempre più rare, lo spazio del ricordo tende a ridursi con l’aumento delle sepolture in colombari e la di usione della cremazione, e le epigra vengono sos tuite dalla sola presenza dei da anagra ci cos tui dal nome e dalle date di nascita e di morte31. Per quanto riguarda gli arredi tombali, l’o erta commerciale che si è sviluppata e di usa su scala europea tende a creare una componen s ca prefabbricata u lizzabile in tu i paesi: un “kit del ricordo” composto da portafotogra e, porta ori e, a seconda delle culture, portalume o portacero; in Italia è più frequente l’uso della luce vo va ele rica mentre nei paesi nordici si predilige l’immagine del cero.

Nella produzione industrializzata, basata su elemen de ni , viene meno il rapporto con la ricerca formale e con i signi ca originari che tali elemen possiedono; alla serialità si accompagna quindi uno scadimento della qualità cimiteriale.

I cataloghi di “arte sacra e funeraria” di usi dalle singole di e produ rici rappresentano la pubblicis ca specializzata per quanto riguarda l’arredo e l’archite ura tombale.

Me endo a confronto un catalogo di inizio e uno di  ne Novecento è possibile notare la progressiva diminuzione dell’elemento simbolico applicato all’ogge s ca che va a comporre l’arredo tombale; la presenza Produzione

industriale degli arredi funebri

della simbologia progressivamente si banalizza in forme ricorren che vedono la predominanza dell’elemento  oreale.

Un aspe o di costume interessante e signi ca vo legato all’a ermarsi della borghesia e all’instaurarsi della civiltà tecnologica e consumis ca è la nascita del kitsch che entra a far parte dell’esperienza este ca, in ciascun ambito della vita come nelle morte32.

In quanto de nizione di una categoria este ca, il termine kitsch33 è in realtà intraducibile ma può essere avvicinato all’espressione italiana

“ca vo gusto”, riferito a qualcosa che o ende in qualche modo i canoni dell’eleganza e del buon gusto34. Indica in par colare quell’insieme di ogge e immagini che mescolano, con pretese di ar s cità, elemen di linguaggi diversi al  ne di produrre nell’osservatore un’illusoria emozione este ca.

La maggior parte delle civiltà del passato ha dato alla morte il meglio dell’arte, il meglio del proprio gusto (ne sono tes monianza le necropoli etrusche, greche, romane, egizie, maya, inca); nei cimiteri contemporanei, cara erizza da una modularità non razionalista né funzionalista né organica, ma penosamente standardizzata, la morte viene invece avvolta quasi sempre da cose di ca vo gusto35.

All’interno della produzione funeraria è possibile dis nguere e veri care la presenza di di eren “prodo kitsch”. Una prima categoria emerge quando un’opera viene tolta dalla sua originaria collocazione e impiegata per un  ne diverso da quello per il quale era stata des nata; è il caso ad esempio dei souvenir religiosi come le statue e dei San o della Madonna di Lourdes trapiantata nelle tombe come culto privato o dell’Ul ma Cena di Leonardo.

Un altro esempio è cos tuito dalle copie esa e di capolavori fa e in serie, magari con materiali nobili come il bronzo e il marmo, a discapito delle opere d’arte del passato concepite come un unicum, come avviene per le numerose Pietà di Michelangelo riprodo e in materiali diversi36.

Indubbiamente il passaggio da una produzione ar s ca e ar gianale

Ques oni di gusto: il kitsch

di pregio alla produzione seriale dell’industria ha avuto una notevole importanza, sia in quanto produ rice e riprodu rice d’opere d’arte, sia per la di usione della cultura di massa37.

Si assiste progressivamente al “trionfo neokitsch”, ovvero del kitsch da catalogo inteso come “arte della consolazione” basata su elemen minimi quali «i  ori di plas ca, peraltro spesso più belli dei veri con cui vengono scioltamente compos , e, nei colombari, i cara eri dei nomi del defunto , la pietra “durevole”, il vaso , la luce ele rica accesa “sempre”»38.

Altri elemen che rasentano il kitsch, ma questa volta un “kitsch commovente”, sono tu a la serie di ogge , appartenen al defunto o che rivestono un signi cato par colare per chi rimane, che trasformano le tombe in simulacri di chi non c’è più. È questo il caso di alcune tombe di bambini o giovani ragazzi popolate da gioca oli e ninnoli vari che servono a mantenere vivo il ricordo.

1.3 TENDENZE CONTEMPORANEE: IL RITORNO ALLA