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di iniziare le sepolture) e della ges one di un parco con alberi, arbus ,  ori e pra

pubblici. In lingua francese si parla in modo analogo di aménagement de cime ère.

Nei tes inglesi si menzionano anche i termini cemetery gardening o cemetery hor culture, ovvero alla cura (design/decora on, care/maintenance) del verde privato che cresce sopra od a orno alle singole sepolture, nonché gli alles men

 oreali, che a tu gli e e rientrano nella categoria di verde cimiteriale. Ciò a di erenza dell’Italia, dove la sepoltura in terra ha una di usione limitata rispe o alla tumulazione per mo vi diversi, si tende a proibire di piantare arbus in piena terra all’interno del perimetro in concessione e sono previste limitazioni anche nel caso di vasi con terra o acqua.

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dispersione delle ceneri, le sistemazioni paesaggis che rientrano nelle proposte dei proge s in risposta ad una richiesta legi ma della società. Anche in Italia, il

‘nuovo’ cimitero è proge ato da archite paesaggis , agronomi e giardinieri come un parco pubblico, cercando di ricreare l’atmosfera d’oltralpe, dove presso le tombe si passeggia, si legge un libro, si portano i bambini, si fa un pic-nic.

L’analogo inglese green cemetery signi ca invece ‘verde’ nel signi cato di

‘ecologico’ (si dice anche ecocemetery, natural cemetery o conserva on cemetery), signi ca vo dell’indirizzo ambientalista della società. Si tra a di un cimitero ‘naturale’,

‘ambientalista’, ‘ecosostenibile’ che promuove pra che di sepoltura ecocompa bili.

Le mo vazioni e le pra che di questa realtà ormai consolidata sono quasi sconosciute in Italia al di fuori delle associazioni ecologiste 27.

Sia la sepoltura tradizionale che la cremazione consumano notevoli risorse e materie prime e producono rilevan quan tà di ri u . La tanatoprassi e la cosmesi post-mortem fanno uso di un  uido per imbalsamare che, nonostante contenga sostanze chimiche tossiche, negli Sta Uni è u lizzato quasi sempre per una migliore presentazione del corpo e per conferirgli un aspe o ‘naturale’ 28. Oltre alla produzione delle bare e delle urne, delle tombe e dei rela vi accessori, per quanto riguarda la sepoltura si devono considerare nel computo energe co anche gli anni di manutenzione e pulizia del monumento e del decoro vegetale (specialmente in America, piantato, irrigato e fer lizzato in abbondanza). Se all’inumazione in terra si sos tuisce poi la tumulazione, i tempi si allungano ed il costo ambientale aumenta. A sua volta la cremazione, scelta da sempre più persone inappagate della sepoltura tradizionale anche perché considerata più conveniente ed ecologica, durante il suo processo di  po industriale consuma notevoli quan tà di carburante, pur considerando che le nuove tecnologie abbiano rido o al minimo, non potendole però azzerare, le emissioni nocive.

Un’altra ques one che sta diventando pressante è il problema del suolo consumato per le sepolture, anzitu o nei cimiteri dei grandi centri urbani, anche perché, indipendentemente dall’estensione del territorio, non tu i terreni sono idonei alla sepoltura, favorendo una rapida decomposizione dei res . Numerose associazioni si sono fa e portavoce del mo o ‘Save Land for the Living’, proponendo di risolvere il problema in diversi modi. Anzitu o, spingendo per la cremazione: in America, dove nel 2005 era ado ata da un terzo dei decedu , ‘risparmiare terra’ è la seconda mo vazione di scelta, preceduta da mo vi di costo inferiore e seguita dall’allentamento delle restrizioni religiose. Anche il successivo spargimento delle ceneri o la domiciliazione

dell’urna sono in ne a crescita. Non tu e le religioni consentono però l’incinerazione e così in alcuni paesi si opta per il riu lizzo in ver cale delle tombe, spingendo le bare più in profondità nel terreno e sovrapponendone  no a sei.

Tu o ciò porta a ri essioni sul declino del cimitero: si parla di crisi, rivoluzione, a acco al cimitero tradizionale. Seppellire i mor è un’idea an quata, non è più sen to il bisogno di recarsi presso il luogo di sepoltura per piangere e ricordare amici e familiari.

Una risposta possibile a queste considerazioni è una  loso a chiamata Natural Burial 29, che a ronta la ques one del funerale e della sepoltura in funzione del rispe o assoluto dell’ambiente e dell’ecosostenibilità, cercando di ridurre al minimo l’impa o ecologico e l’inquinamento per preservare gli spazi aper , in opposizione alla sepoltura ‘moderna’ vista come innaturale, come un’esclusione dalla natura di cile da acce are.

Questo tema è stato an cipato già nel 1980 da James Curl 30 , il quale a ermava che sarebbe stato “meno stravagante in termini di energia, meno distru vo, più ecologico, più razionale e più ragionevole” tornare all’usanza medievale di inumare in tombe poco profonde e senza bara, e riusare il suolo dopo un congruo lasso di tempo. La sepoltura perpetua ha radici an che ed è sviluppata in area anglosassone e nordica, dove il rapporto con la morte e con la natura è più sereno, e in alcune religioni. Essa ha come punto di forza il ricongiungimento del corpo alla terra madre per essere decomposto naturalmente nel suolo e riciclato a nuova vita, senza addi vi chimici che accelerino il processo di scheletrizzazione come è invece spesso necessario perché la tumulazione rispe i tempi di rotazione. Si ricollega anche al verse o della Genesi 3:19 "polvere sei, e polvere ritornerai", o “cenere alla cenere, polvere alla povere”.

Presentata come simple and meaningful, questo  po di sepoltura prospe a un’acce azione non trauma ca dell’inelu abilità del morire e una ‘greener burial op on’ che aiuta le persone ad essere meno res e a pensare e piani care il loro

 nal arrangement, caricando il loro ul mo a o di una notevole valenza simbolica e spirituale nell’a ermazione di valori personali profondi, contribuendo alla conservazione della terra anche nella morte: “When they pick out a green burial plot, they are proud [...] It makes people’s eyes sparkle”.

Secondo linee di comportamento ecologiche, non sono usate sostanze chimiche né per la preparazione e ves zione del corpo (all’imbalsamazione è sos tuita la refrigerazione quando necessaria), né nella realizzazione bara, che è del tu o biodegradabile, costruita con materiali naturali, legan e pigmen organici. Dove è

consen to scegliere, si usano legni leggeri, vimini, foglie di banano, torba, cartone pressato, juta, lana o cotone, la coperta preferita, a volte semplici sudari, per essere pos dire amente a conta o con la terra allo scopo di una decomposizione rapida e naturale (al massimo due anni).

Il monumento, o meglio grave-marker, ha invece un aspe o il più possibile naturale ed integrato con il luogo ed è realizzato con piccole rocce, pietre naturali locali o legno, oppure è un albero vivo, seguendo una tradizione an ca e consolidata presso diversi popoli, o una semplice incisione in una stru ura memoriale colle va.

Anche il carro funebre è ele rico. È però posta la massima cura nel riconoscimento di ogni inumazione, anche con tecniche moderne di rilievo come il sistema di navigazione GPS, inserendo nella bara un trasme tore condiviso con la famiglia.

L’inumazione perpetua è pra cata in luoghi naturali non ‘alles  ’ appositamente, non cura da giardinieri, solitamente no come Conserva on burial grounds, Natural burial grounds o Memorial preserves, nella cornice della foresta incontaminata, seleziona per diventare riserve naturali: all’esaurimento dello spazio disponibile, il terreno diventa un vero e proprio bosco sacro consacrato alla memoria, prote o a tempo indeterminato da ogni  po di uso futuro da una speci ca legislazione (conserva on easement). “A completed natural burial preserve is a green place with trees, grasses, and wild owers, which in turn bring birds and other wildlife to the area”, “These sacred and natural places leave a legacy of care and respect for our planet”, “This is the place where ritual and memory connects people to land and to land conserva on”. Questo aspe o speci co della sepoltura naturale è interessante dal punto di vista proge uale, anche se la maggiore rilevanza è data alla scelta del luogo che diventerà una riserva naturale, mentre le opere archite oniche o paesaggis che sono rido e al minimo che serve per garan re la funzionalità del sito funerario.

Le famiglie sono incoraggiate dagli undertaker a partecipare alla piani cazione del funerale, come avveniva tradizionalmente, anche se assis te da operatori specializza : sono propos rituali diversi ca e personalizzabili, con zone consacrate ai vari cul . A volte vi è annesso un forno crematorio tradizionale, con spazi per la dispersione delle ceneri. I paren sono anche fa partecipi della preparazione della fossa, della deposizione del corpo, del piantare  ori e della successiva cura della tomba, perché l’inumazione nella cornice naturale onora coloro che si amano:

“Plan ng na ve trees, shrubs and  owers on or near the grave establishes a living memorial and helps form a protected wildlife preserve”. Il sito è sistemato in modo da favorire un avvicinamento alla natura che infonda serenità e da rendere piacevole passeggiare ed intra enervisi, ma lasciato il più naturale possibile e senza opere di

FIGG. 3.10-12 Immagini rela ve alla sepoltura ecologica: la bara in vimini, la fossa semplice, la lapide in pietra naturale. [da www.marraiafura.com e www.thelmagazine.com]

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‘Shell’, la bara ideata per la sepoltura in mare. [da www.

ecofriend.org]

FIG. 3.14

Schema di confronto tra sepoltura tradizionale e naturale:

terreno, dimensioni, materiali. [da h p://phillyecocity.

wordpress.com]

giardinaggio. Vantaggio non secondario di queste pra che, è la riduzione di cos

anche a carico della famiglia perché le usanze bizzarre e lussuose sono sconsigliate.

Altre proposte e metodi più radicali di ‘smal mento’ o ‘riu lizzo’ del cadavere o dei res crema , richiamano alla mente le sperimentazioni utopis che se ecentesche:

dalla vetri cazione delle ceneri cremate proposta nel 801 da Giraud (oggi c’è chi ne realizza diaman sinte ci), all’essere trasforma in compost tramite un processo chiamato Promession 31. Il corpo è congelato nell’azoto liquido, frantumato ed essiccato: se ne o ene una polvere organica che viene posta in contenitori biodegradabili e sepolta in una fossa poco profonda, sulla quale sono pianta alberi ed arbus che si nutriranno dei compos organici, reinserendoli nel ciclo ecologico e divenendo simbolo e monumento vivente dell’es nto. L’estremizzazione di questo processo, proposta da alcuni permaculturis , è che il ‘compost’ o enuto fer lizzi le piante commes bili degli or . Sarebbe la  ne della compe zione per la terra tra il cimitero e l’agricoltura.

Torna con restyling moderno anche la sepoltura in mare, pra cata per tradizione dai popoli navigatori consolidata in Inghilterra, dove possiede un proprio rituale, ma riproposta in una bara-conchiglia dalle forme avveniris che, che assicura l’inabissamento. Altri propongono di mescolare le ceneri al cemento per formare scogliere ar  ciali che, una volta a ondate, dovrebbero rivitalizzare oceani debilita , sostenendo lo sviluppo della vita marina, in modo da rinvigorire l'ecosistema naturale ed al contempo avere un memoriale che sia ”patrimonio di vita vera [...] piu osto che passare un’urna alle generazioni future, o prendere spazio in un cimitero" 32.

Sebbene l’alterna va radicale di queste ‘riserve funerarie’ non appaia pra cabile in Italia per mo vi di spazio 33, di costumi 34 e di legislazione (in Inghilterra si può seppellire ovunque, non solo in cimitero, mentre la legislazione italiana non perme e di essere sepol senza il cofano regolamentare), è signi ca va la ri essione sull’impiego di materiali e processi più ecologici anche nella realizzazione della bara, che essendo sepolta diventa subito un ‘ri uto’ a carico del terreno con il suo corredo di legni e metalli pregia , di tessu e vernici sinte che. I fautori del movimento verde so olineano che la scelta non è tra all-green e no-green: ci sono varying shades of green - varie tonalità di verde. Se la sepoltura naturale è l’opzione più estremista, essa rappresenta un’opportunità di rispondere in diversi modi al desiderio di celebrare, nella morte, l’ambiente naturale e quindi la vita.

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