La raccolta dei dati per la tesi è avvenuta in periodi diversi ( generalmente abbastanza serrati ) tra il gennaio – febbraio del 2016 e il marzo del 2019 . Ho raccolto dati di diversa natura in sede di osservazione partecipante e osservazione non partecipante ( a seconda della mia presenza attiva come giocatore) di almeno cinque gruppi di gioco di ruolo analogico informale , seguendo le tempistiche di ogni sessione programmata in genere
settimanalmente , salvo imprevisti . Sono poi state raccolte interazioni in gruppi Facebook e nei gruppi privati di Whatsapp relativi a ciascun gruppo a cui ho partecipato. I metodi utilizzati in ciascun ambito particolare erano tesi alla minore intrusività possibile , per poter cogliere al meglio la fenomenologia ludica nel suo svolgimento e le riflessioni interne all'ambito sottoculturale. Dove si è inteso andare a fondo , per cercare di ricostruire una storia personale legata all'ambito ludico , ho iniziato a raccogliere interviste semi-strutturate , in alcuni casi ripetute nel tempo, secondo punti focali generali : storia ludica personale, pratiche , immaginari e nostalgia, opinioni generali e relazioni. In base a successive considerazioni , ho poi raccolto una serie di “oggetti etnografici” che potessero testimoniare l'attività creativa che caratterizza le pratiche del gioco di ruolo ( mappe , diari di gioco , disegni , schede del giocatore, post it, fotografie di elementi scenici ). La ricerca è continuata brevemente (non propriamente in senso etnografico, ma per rendere un'idea completa del fenomeno) anche su piattaforme social come Facebook e Youtube ( anche se collegamenti significativi con i gruppi di gioco non si sono apprezzati ) , perché sentivo di dover approfondire l'ambito degli immaginari e dei “discorsi” circa il gioco di ruolo analogico ( considerato anche nelle sue ramificazioni trans-mediali e transculturali). Su Facebook ho pertanto provveduto a partecipare ad alcune discussioni su gruppi chiusi e pagine dedicate , mentre su Youtube ho preso visione di alcuni canali gestiti
amatorialmente da fan del genere , o anche di canali ufficiali di streamer professionisti ( cioè attori pagati che interpretano personaggi in una serie di puntate caricate online , come per il canale Critical Role ,
Drawings&Dragons e Inntale ). Come ultima cosa , ho preso in considerazione anche la dimensione commerciale
del gdr contemporaneo , analizzando i prodotti editoriali , le strategie comunicative delle case editrici e di alcuni fra i maggiori distributori .
L'analisi delle mie personali note di campo, dei testi delle interviste e degli appunti è stata fatta in accordo a una serie di argomenti analitici , che hanno poi caratterizzato l'etnografia : le informazioni veicolate nel gioco, attorno al gioco e in vista del gioco ( informazioni storiche , procedurali, negoziazione delle regole e dei “modus ludendi” , nozionismo culturale e immaginari ) , gli oggetti e le pratiche ( oggetti scenici , funzionali e le principali pratiche messe in gioco dagli attori sociali ) e le relazioni ( le reti di conoscenza che si instaurano nel corso delle interazioni occasionali di gioco ).
Prima scena: 09/03/2017 D&D: en plen air.
Abbiam visto or ora che, sia il rito magico che il sacrificio, sono sottoposti a condizioni di tempo e di luogo. Esistono altre condizioni. La magia utilizza materie e strumenti che non sono mai scelti a caso. La loro preparazione e la loro scelta sono oggetto di riti e sono sottoposte anch'esse, in modo del tutto particolare, a condizioni di tempo e luogo
“Saggio di una teoria generale della magia”-Marcel Mauss
In verità, se io smettessi di compiere le azioni prescritte, questi mondi perirebbero.
Krishna-Bhagawad Gita
Tutta la mattina non ho fatto altro che pensare alla prossima sessione . Dopo aver fatto colazione con calma e aver spazzato la cucina come mio solito , mi sono dedicato allo studio per circa un'ora e mezzo e poi ho pulito da cima a fondo la “stanza degli specchi” ( abito in una grande casa popolare di Marghera al secondo piano , insieme a tre coinquilini di diversa provenienza e di diversa formazione , ma tutti siamo d'accordo di chiamare il soggiorno : la “stanza degli specchi” per via dei mobili kitsch e antiquati con specchiera che chiudono l'intero spazio interno ).
C'è più disordine del solito, perché Davide, il coinquilino architetto, ha poggiato fogli e squadre ovunque ; bisogna prepararsi. Libero il grande tavolo centrale , metto il pc portatile su una sedia , collegato alla presa , vi applico le casse stereo e seleziono una buona playlist. Poi passo alle
“parafernalia” da gioco hardcore: i manuali di D&D della versione 3.5 , alcuni lisi , altri in condizioni migliori; sistemo la plancia quadrettata acquistata alla fiera del gioco di Modena e davanti uno schermo in cartone lucido , che mi permetterà di tirare dadi non visto e consultare appunti di regole quando serve . I dadi , invece , vanno divisi ( e ne ho parecchi ; forse più di una trentina ), per tipo , dato che i set sono da sette pezzi e per la fortuna che mi sento ispirino. Ho qualche set preferito. In particolare uno che ho ordinato tramite Internet da una ditta polacca specializzata in materiale da gdr cartaceo . Sono rossi e scolpiti nella plastica con forme fiammeggianti; finora hanno sempre tirato fuori buoni risultati. Dopo aver sistemato schede , fogli volanti con gli appunti presi dai miei giocatori e i pennarelli con matite assortite e di vari colori per meglio schizzare le mappe e caratterizzarle, devo solo concentrarmi e ricordarmi dove eravamo rimasti con la nostra “narrazione”: “ Ah, si! Giusto! Lo stallo alla messicana i
cui i pg sono incappati per farsi largo oltre il blocco dei goblin . Peccato che ora , se non faranno le cose come si deve , vale a dire con un pizzico di strategia , dovranno affrontare una lunga fase di
combattimento e oggi vorrei proprio concentrarmi sul “ruolo” e l'interpretazione”.
Le schede con le caratteristiche annotate di tutti i possibili png, sono correttamente infilate in bustine trasparenti e corredate di annotazione di pagina con colori differenti : la confusione sarà minima , spero. Non sarà un bel combattimento se riuscirà legnoso perché dovrò sempre girare fogli. Penso a quanto mi piaccia fare il Dungeon Master , anche se risulta faticoso e impegnativo , settimana dopo settimana , con gli impegni di tutti nel mezzo, ma ho le mie scorciatoie ( come risparmiare tempo sulla creazione
originale , prendendo stralci in qua e in là da vecchi moduli di avventura pubblicati ufficialmente e poi adattandoli all'idea base che ho avuto circa la Mia Storia ; si, alla fine ci sono pezze multicolori un poco dappertutto , ma la “trama” nel complesso si vede che è originale).
Per ora cerco solo di immaginarmi il corso delle azioni che intraprenderanno i giocatori e qualche loro generica risposta emotiva; quindi mi dedico alla preparazione di un pranzo veloce . La chat di whatsapp che dedichiamo al gruppo ( chiamata ovviamente : D&D, col punto esclamativo alla fine , per
differenziarla da quella del gruppo in cui gioco con Dario e Mulaz ) per ora resta silente : saranno tutti qui puntuali alle 16 per un caffè veloce e per cominciare ? Claudia ieri sera aveva pericolosamente menzionato la voglia di giocare in esterna , magari a Venezia , magari in un'area verde . Alla fine l'idea è caduta anche per l'evidente scomodità che genererebbe in chi viene da Treviso ( come Silvia ) o in chi viene addirittura da Pordenone ( come Andrea ); per gli altri la distanza non costituirebbe un problema , ma per me , che sono il Master e dovrei portarmi dietro di tutto, tra manuali, attrezzi, registratore portatile , sacca dei dadi, matite , plancia , astucci e schede , sarebbe una vera e propria tragedia . Ma poi nessuno ha considerato il disturbo ambientale ?
Voglio dire : passa chiunque e disturberebbe la concentrazione , lo spazio sarebbe comunque insufficiente , le cose più piccole come dadi e miniature rischierebbero di perdersi e molto tempo andrebbe sprecato negli spostamenti ( da casa mia a Marghera , col bus, sarebbero venti minuti all'andata e venti al ritorno , senza considerare poi il fatto che la locazione di gioco non è mai saltata fuori ). Non è la prima volta che Claudia si impone sul gruppo di gioco o manovra l'andamento emotivo della “giocata”, tramite piccoli litigi in-game con Kale , il personaggio halfling-ladro di Andrea o contestando l'interpretazione di alcune regole , ma questa volta andrà diversamente , ne sono sicuro.
La chat si riempie di messaggi che richiedono presenza altrove : un luogo aperto da cui si possa godere l'aria primaverile di questa bella giornata di Marzo: in effetti nuvole non ce ne sono , e sembra che stia facendo capolino anche un bel sole ; così confido che almeno Silvia , Andrea ed Eric si oppongano, ma sembra che per Andrea non faccia differenza e Silvia ha persino parlato della faccenda anche a un amico che , guarda caso , deve recarsi a Venezia nel pomeriggio . Eric rimane pressoché in silenzio , tranne che per qualche tiepido consiglio circa il vantaggio del chiuso, dell'accessibilità ai bagni e della scomodità. Claudia , d'altro canto ha già deciso tutto e porterà con sé la compagna : Cecilia , che non ci ha mai visto
giocare e vorrebbe assistere . Solo dopo varie tensioni , mi assicuro che ci sia , perlomeno, una
“location” adatta per tutta l'attrezzatura , che ci permetta anche di stare comodi e indisturbati, così
Claudia e Cecilia mi promettono di andare in giro attorno Santa Marta per cercare un buon posto. Con grande fatica, metto nello zaino tutto l'occorrente per “ruolare”e disfo la mia precedente sistemazione .Il tutto pesa tantissimo e non riesco a sistemare quello che vorrei , così il resto, ad eccezione del PC e delle casse, finisce in una avvolgibile di Scout , leggera e con sopra dei simboli alfabetici giapponesi. Il bus passerà fra una decina di minuti , ma già mi avvicino alla fermata , onerato e accaldato. Dopo una quindicina di minuti dalla salita , dalla chat mi informano che il posto è stato
adeguatamente trovato, ispezionato e occupato: il chiostro interno di San Sebastiano , accanto alle scale di ferro prospicienti le aule a gradoni. Penso che quella è una sede universitaria , che ho frequentato sovente; penso che ho visto, in effetti, studenti occupare con piacere i prati ben tagliati per ripassare alla luce del sole; poi, però , penso che ci sarà qualcuno che forse ci disturberà , che coprirà le nostre voci , ma da laggiù mi assicurano che non c'è nessuno a parte due ragazzi lontani su una panchina e , a parte, le lauree della sessione straordinaria , al chiuso. Va bene , penso; può funzionare , se solo il fattore disturbo scomparisse .
Cambio di scena : oggi a Venezia fa caldo, un caldo sopportabile e piacevole , ma Piazzale Roma rimane sempre il solito coacervo di caos e fretta . Aggiungo alla fatica del peso, anche la frustrazione di dover raggiungere San Sebastiano a piedi e impiego all'incirca altri venti minuti. Venti minuti in cui penso agli altri due presenti : la ragazza e il ragazzo non giocanti : “ Una la conosco e so che può creare
distrazioni ;l'altro chi sarà mai? L'ho forse già visto? Lo conosco? Come si comporterà? E se impedisce ai giocatori di capire ciò che dico? Se parla sopra il registratore ? “.
Un po' teso , varco la porta della sede, entro nel giardino ,passo accanto al vociare dei parenti , degli studenti preoccupati in attesa di essere ascoltati nelle sessioni di laurea e vedo su una piccola collinetta dietro a una panchina in cui stanno conversando i ragazzi menzionati prima , tutto il gruppo al completo con l'aggiunta di Francesca , un'amica comune al nostro gruppo di gioco , anche lei venuta ad assistere. Accanto a un melo ornamentale , sul prato ben tagliato , la disposizione mi colpisce : teli sparsi attorno a un centro ideale , con zaini , fogli e matite . Mi siedo , saluto chi conosco e anche chi ancora è nuovo ( vedo che l'amico di Silvia sta già buttando giù qualcosa sul taccuino marrone che , di solito, Silvia usa per fare i riassunti o annotare le mappe : “ Mi sta disegnando le piante malvagie che ci hai fatto
incontrare ! Guarda !” . Il disegno è schizzato velocemente a penna , ma con stile : è una forma vagamente umanoide , con tratti grotteschi ( faccia allungata e grossa , in testa un cappellino buffo a bombetta , il collo assottigliato , informe condito con spine aguzze e un corpicino sottile e sproporzionato che si sviluppa in membra piccole , dinoccolate e puntute . Il tutto coperto da un maglione vagamente
hipster a righe ) che fuma una piccola sigaretta e digrigna i denti . Rimarrà sul verso del taccuino210 e mi
tavolo, cosa ne pensi e se abbia mai giocato ; mi risponde che ne ha già sentito parlare , ma che non ha mai visto nulla e sarebbe vagamente interessato , come anche un'amica di Cecilia che ha sentito del gruppo tramite un passaparola partito da Claudia ( fino ad ora mai vista ). Claudia , Eric , Cecilia, Andrea e Francesca stanno conversando e mi mostrano gli snacks e le bevande che hanno portato ( mi sovviene che hanno lasciato a Marghera una scatola di popcorn da microonde dalle scorse sessioni ): “ Abbiamo un succo di frutta ACE... Un tè al limone , perché a Ceci non piace il tè alla pesca e poi ci sono dei
salatini !”, mi spiega Claudia; i bicchierini di carta sono sul plaid.
Devo solo organizzare i miei spazi e me ne servono tanti in effetti : ho i tre manuali basi della 3.5 e li posiziono sulla destra , raggiungibili per le consultazioni delle statistiche di goblin e coboldi (pagina 127 e 38 del Manuale dei mostri), segnati tramite Post-it ;ho il mio prezioso faldone ad anelli con le
annotazioni , le mappe disegnate , le statistiche e i rimandi (a plichi stampati, fotocopie e sottili pamphlet) che tengo sulle ginocchia per far sì che non giungano sguardi curiosi a rovinare la sorpresa ; apro la sacca dei dadi e ne verso il contenuto sopra un libro , scelgo il mio set preferito , ma mi accorgo subito che manca una cosa essenziale: lo schermo del Dungeon Master , che mi permetterebbe di effettuare i lanci non visto e magari simularne qualcuno , giusto per accrescere la tensione di una scena (lo faccio spesso). A questo punto , mi toccherà fare tutto alla luce letterale del sole , penso irritato. Bando alle ciance ,dico : “Bene! Ora, chi vorrebbe fare il recap della scorsa volta?”; Eric è il primo a farlo ,di solito, ma è stato assente , quindi la “palla” passa ad Andrea (di solito è un compito noioso che aiuta a evitare le ripetizioni e a rinfrescare la memoria e Silvia e Claudia annotano già tutto diligentemente su fogli quadrettati) : “Beh, se non ricordo male , eravamo entrati nella torre con i goblin , in base all'accordo che avevamo stretto con la tribù avversaria dei coboldi . Ci devono anche dell'oro e una chiave . Abbiamo oltrepassato le palizzate , le trappole e i corridoi. Avevo ispezionato una stanza , nascosto, piena di famigliole
puzzolenti di goblin . E ora siamo davanti a un trono con quello che sembra essere il capo”-”Giusto! Il capo , con accanto una figura velata e dotata di bastone nodoso , vi osserva torvo, parla a uno scagnozzo più grosso ,coperto di cicatrici , sbavante e furioso e ...”, proclamo, ma Claudia, con in mano la scheda:” Tiro una freccia addosso all'energumeno !” . Un attimo di silenzio e poi sento delle risatine da Silvia e Andrea, mentre Eric rimane fermo dove sta . Non so che fare sul momento , anche perché la reazione mi ha interdetto , così osservo da lontano i due ragazzi sulla panchina che , incuriositi o forse divertiti anch'essi , mi stanno guardando mentre declamo con enfasi :” Ok! A questo punto hai un turno di
sorpresa … Fai un tiro per colpire e aggiungi i bonus !”-”Col … dado da venti , giusto?”, Claudia apre la scatolina di plastica che contiene il set e agguanta il poliedro regolare a venti facce , di un rosa leggero e brillantinato , lo lancia sopra un telo , quand'ecco , che da dietro sentiamo un rumore meccanico di annaffiatoi che si azionano ; partono degli zampilli improvvisi e sottili che bagnano qualsiasi cosa : persone , fogli, manuali, bicchieri, e telefoni; anche i poveri ragazzi di prima si spostano prima di essere infradiciati, ma noi abbiamo oggetti importanti da spostare e io , dopo molte imprecazioni colorate, cerco di trascinare tutto lontano dall'irrigatore . Risultato: fogli essenziali per giocare zuppi, manuali integri
(fortunatamente sono rilegati in materiale rigido e refrattario : pezzi di quattordici o quindici anni prima che mostrano la loro pregevole fattura) , forse solo umidi , registratore salvo per miracolo , maglie, capelli e scarpe chiaramente zuppi. La brutta faccenda è senz'altro raccogliere i dadi volati un po'
dovunque nella concitazione della fuga (alcuni esemplari sono verdi o neri e risaltano poco sopra il manto erboso).
I miei zaini sono bagnati come il resto e infuriato mi siedo su un muretto lamentandomi di “tutto” :” Ecco! Lo sapevo! Doveva succedere qualcosa! Già facciamo fatica a parlare , a tirare i dadi, a giocare . Poi succede anche questo e poco ci manca che si rovinino i manuali. Questi manuali li ho con me da anni e anche se sono slabbrati o lisi , ci sono affezionato. Avete idea di quanto costino ora su Amazon o E- bay?! E poi, fortuna mia che non ho portato il computer! Sarebbe stato un disastro!”. Certo , i miei strepiti devono essere stati troppo alti , perché qualcuno dalla sede viene a dirci di non fare troppo rumore di fronte alla sede delle commissioni. Decido così che è ora di andarmene da lì: se nessuno ha alternative io tornerei anche a casa, per asciugarmi e riposare.
Vedo che Claudia e Cecilia sono le più scosse e forse si sentono anche in colpa, così l'ultima ci chiede se abbiamo voglia di trasferirci a casa sua e dei suoi coinquilini per continuare a giocare :” Se vi va il tavolo è grande e c'è spazio per tutti … “. Facciamo un breve sondaggio e sembra che vada bene a tutti, tranne a Francesca che ora ha un impegno col suo ragazzo e ci abbandona. Occorre spostarsi di nuovo , zaini in spalla , fino ai Tolentini e si tratta di un percorso di quindici minuti a piedi . Il caldo comincia a far posto a un vento quasi serale e mi metto addosso una maglia di cotone , miracolosamente salva . Nel tragitto cerco di essere il più chiaro possibile circa le scomodità del gioco fuori porta : purtroppo non posso spostarmi nel giardino a Marghera , non avendo un tavolo da poter approntare e i giardini attrezzati vicini mancano . A Venezia c'è poco di spazioso e dovrei sempre faticare per portare tutto dietro ; capisco anche la scomodità dei giocatori in trasferta , specie se a loro toccano almeno tre quarti d'ora di treno e un tragitto a piedi , ma almeno non devono tenere conto di oggettistica e narrazione (se non schede, dadi e poco altro). Eric è d'accordo con me e , in effetti, cerca di mediare molto , ma sento comunque che l'aria è pesante e ormai il gameplay non potrà essere lo stesso . Abbiamo macinato a piedi circa un chilometro in linea d'aria e ora siamo davanti al pesante portone a bugnato; l'appartamento è all'ultimo piano , ma c'è un ascensore in cui non stiamo tutti e decido di andare a piedi fino in cima .
Entriamo e solo due ragazze , coinquiline di Cecilia ci accolgono : una studia cinese e mi viene presentata come quella che ha fatto domande sul gioco e l'altra studia lettere . Effettivamente la casa è spaziosa e il tavolo è grande , solido e coperto da un telo cerato; ci ridisponiamo: io sto a capotavola, davanti alla finestra aperta , Claudia si siede accanto a Cecilia che intrattiene le coinquiline , Silvia e l'amico “artista” a destra , Eric alla mia sinistra e Andrea poco distante . Chiedo per cortesia se diamo fastidio , ma mi viene assicurato di no e allora procedo a illustrare alle mie gentili ospiti, di cosa si tratta . La studentessa di cinese di ventidue anni cerca di ascoltare le mie descrizioni , attenta .” Si, beh , alla fine il gioco consiste in un poco di teatro improvvisato ed è tutto nella testa dei partecipanti . Io ora descriverò loro
una scena e decideranno in base a delle regole fisse come comportarsi “.
Inizio a rimettere tutti in riga , partendo dall'ultima scena (non abbiamo la nostra plancia purtroppo): il pg di Claudia ha scagliato una freccia proditoria contro lo scagnozzo bugbear più grosso , così può avere inizio il combattimento , che in giochi di ruolo come Dungeons&Dragons avviene sempre secondo un ordine preciso , generato casualmente dal lancio di un dado a venti facce a cui si somma un valore
variabile chiamato Iniziativa. Più è alto il valore finale, prima si procede e così a rotazione fino all'ultimo