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Denuncia B – Gestione dei presunti episodi da parte del Movimento dei Focolari

che riconosce l’impatto delle sue azioni sugli altri, in particolare sulle famiglie delle sue vittime e sui responsabili del Movimento in Francia, che come conseguenza hanno perso l’incarico.

JMM nega di aver mai abusato di qualsiasi minore durante la sua attività nell’ambito della Cappellania o durante i suoi viaggi internazionali. Nega anche di aver mai fatto uso di stupefacenti come lo GHB o di aver commesso abusi su adolescenti, senza che ne fossero consapevoli, nella sua seconda casa, come avvenuto in altri casi con un altro abusatore legato al Movimento.

Denuncia B – Gestione dei presunti episodi da parte del Movimento dei Focolari

B. Stabilire, per quanto possibile, fino a che punto i responsabili fossero a conoscenza di questi fatti al tempo in cui si svolsero e successivamente; valutare come i responsabili li hanno affrontati alla luce dei periodi storici in cui si sono svolti.

La Commissione d’Indagine Indipendente è consapevole di quanto sia difficile identificare le responsabilità individuali negli ultimi 55 anni. La struttura piramidale del Movimento, il suo mantra di obbedienza e unità, hanno certamente contribuito al fallimento sistemico nell’affrontare non solo il caso di JMM, ma anche altri casi. Molte persone, a vari livelli di responsabilità, inclusi quelli di governo al più alto livello53, erano informate del fatto che

“qualcosa non andava” con JMM e che quest’ultimo doveva essere tenuto sotto sorveglianza.

Tuttavia, i massimi responsabili, sia in Francia che a livello internazionale, quando il caso di una vittima divenne noto al pubblico attraverso le cause giudiziarie negli anni 1994/95, si ritennero soddisfatti del fatto che c’era stato un procedimento legale concluso con un nonluogo a procedere e non intrapresero alcuna ulteriore azione formale.

Tuttavia, lo stesso JMM ha riferito alla Commissione Indipendente di essere stato autorizzato, durante l’indagine giudiziaria, a recarsi in Bosnia per conto del suo datore di lavoro, “Secours Catholique”. È difficile comprendere, anche senza le attuali conoscenze delle situazioni di abuso di potere e dei suoi legami con l’abuso e lo sfruttamento sessuale, il fatto che JMM sia stato autorizzato sia dal suo datore di lavoro che dal Movimento dei Focolari a intraprendere un viaggio del genere, in un ambiente così vulnerabile e in un momento così critico.

Nel corso del tempo, pare si sia dimenticato che il non-luogo a procedere non negava gli accadimenti, era basato su fatti caduti in prescrizione. Non si sa se il fascicolo sia stato condiviso con i responsabili del Movimento e se questi ultimi avessero accesso all’intero testo della sentenza. La Commissione d’Indagine non è riuscita a ottenere informazioni soddisfacenti su questo aspetto. Se il fascicolo non è stato condiviso, sorprende che i responsabili in Francia e a Roma non abbiano mai chiesto a JMM di condividere il testo completo della sentenza, a maggior ragione considerando che gli avevano accordato un prestito per poter pagare il risarcimento. Se, invece, il fascicolo è stato condiviso, sorprende

53 Persone note alla squadra investigativa, entrambi decedute, confermate da JMM

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che i responsabili non abbiano preso misure importanti per escludere JMM tutelando, in tal modo, altre vittime potenziali. È possibile che maggiori dettagli sul comportamento di JMM non siano stati condivisi con la comunità allargata a causa di limitazioni legali e/o connesse alla protezione dei dati, in ogni caso la Commissione d’Indagine non riesce a capire perché non è stata presa alcuna iniziativa per fermare le attività abusive di JMM.

Quando, all’inizio, il Movimento è venuto a conoscenza dei rapporti su JMM, le responsabilità riguardo al modo di affrontare la sua situazione possono essere individuate e associate alle persone che rappresentavano il Movimento in Francia in quel periodo.

È altamente improbabile che i responsabili al più alto livello non fossero informati delle vicende legali che hanno coinvolto JMM negli anni 1994 – 1998, poi di nuovo nel 2017. JMM si è trovato in stato di fermo in custodia cautelare nel 1994 e alcuni membri del Movimento erano stati chiamati a testimoniare. Inoltre, come già detto, JMM ha avuto bisogno dell’aiuto economico del Movimento per pagare un risarcimento ad una vittima nel 1998. Poiché la somma era ingente, questo pagamento deve essere stato necessariamente autorizzato dai responsabili ad alto livello del Movimento. La Commissione d’Indagine Indipendente ha concluso che i responsabili al Centro hanno autorizzato questo pagamento nel 1998, quindi dovevano essere informati dei fatti.

I primi responsabili di JMM, molti anni fa, sono ormai deceduti. Altri, con lo stesso incarico successivamente, non fecero nulla perché informati erroneamente che quella sentenza significasse che non potevano prendere alcuna iniziativa contro JMM oppure per paura delle conseguenze, per auto-conservazione e per evitare un danno di reputazione. L’azione nei confronti di JMM cominciò, sebbene molto lentamente, quando un testimone denunciò i fatti nel 2015. Oggi, appare chiaro che i dirigenti del 2015 sono responsabili tanto quanto quelli del 1994 e quelli degli anni ’70. È difficile non giungere alla conclusione che le iniziative e le decisioni sul caso si siano concentrate più sul proteggere la fondatrice, il cofondatore e il Movimento che le persone vulnerabili e sul prevenire danni ulteriori. Nel corso dei vari periodi, sembra che i responsabili abbiano collettivamente evitato di prendere provvedimenti per una serie di motivi, anche se, senza dubbio, alcuni di loro non hanno compreso la gravità dell’impatto delle azioni di JMM sulle sue vittime. Come già osservato, questo riscontro corrisponde a numerose altre situazioni simili individuate all’interno di movimenti religiosi54

5557 e della Chiesa in Francia in generale.

È stato difficile, se non impossibile, individuare con chiarezza chi fosse a conoscenza dei singoli fatti.

Tuttavia, sulla base di diversi documenti e testimonianze, sembra che almeno due responsabili in Francia sapessero del suo comportamento e della condanna inflitta a JMM. Risulta anche

54 Enquête sur les Frères Philippe, fondateur et co-fondateur des communautés de Saint-Jean et de l’Arche https://www.la-croix.com/Religion/Enquete-freres-Philippe-annees-dabus-toute-impunite-2021-02-22-1201141952

55 La communauté de l’Arche et Jean Vanier https://www.bbc.com/news/world-51596516

57 Les foyers de charité et le Père Finet

https://www.lesfoyersdecharite.com/conclusions-du-rapport-de-la-commission-de-recherches-sur-le-pere-georges-finet-communique-depresse/

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chiaro che la Presidente eletta nel 2008 fosse informata su JMM e avesse chiesto a uno dei precedenti responsabili di zona (oggi deceduto) di seguire il caso. Quest’ultimo equiparò le storie su JMM ad una caccia alle streghe e a quanto pare non le prese sul serio. Molte persone legate alla vicenda sono ormai scomparse. Per questo, la Commissione d’Indagine Indipendente non è riuscita a raccogliere più informazioni direttamente da loro su questi fatti e sui motivi delle loro decisioni.

Quello che risulta chiaro è che i responsabili del Movimento dei Focolari, sia in Francia che al Centro, a Roma, seguirono la stessa corrente seguita dalla Chiesa cattolica in generale, preoccupandosi più di proteggere il Movimento che di sostenere le vittime e di tutelare altre vittime potenziali. Oggi è anche chiaro che avevano scarse conoscenze sull’identificazione di un abuso sessuale. Almeno uno di loro era molto vicino a JMM, il che può aver contribuito al fatto che cercassero di nascondere i fatti piuttosto che affrontarli apertamente. In ogni caso, fu questo l’atteggiamento che portò i responsabili successivi a minimizzare la gravità dell’impatto di questi fatti sulle vittime e sulle loro famiglie e a non sentirsi in dovere di affrontare la questione pubblicamente, essendo già stata presa in carico dall’autorità giudiziaria e mediante la “messa sotto tutela” ufficiosa di JMM.

Persone a differenti livelli di responsabilità, quindi, non ritennero loro dovere affrontare la questione quando ne vennero informati, sia ufficialmente che ufficiosamente. Padre JeanMarie Hennaux, Professore della Facoltà di Teologia della Compagnia di Gesù a Bruxelles, afferma: “L’autorità tenderà a regolare tutti i dettagli della vita del Movimento e dei suoi membri; lascerà poco spazio alla libera iniziativa, ad eccezione di ciò che va nella direzione desiderata dal Centro: autoritarismo e assenza di sussidiarietà. L’obbedienza sarà vissuta in modo infantile e la libertà spirituale dei membri sarà presto ridotta a nulla”. Ciò significa che c’è poco spazio per la responsabilità individuale e può spiegare perché i vari responsabili che si sono succeduti non hanno ritenuto necessario dare un seguito alle segnalazioni riguardanti JMM.

Ciò che è più doloroso per molti testimoni che hanno parlato con la Commissione d’Indagine Indipendente è che si sia fatto molto poco fra il 1994, l’anno del processo giudiziario, e il 2015, quando un testimone ha incontrato JMM per caso in una Mariapoli e ha capito che era ancora attivo nel Movimento e aveva opportunità di entrare in contatto con adolescenti nonostante gli eventi passati. Questo dimostra non soltanto mancanza di consapevolezza, ma anche di esperienza e di volontà nell’affrontare e gestire una crisi del genere. Dopo che vennero segnalati e portati alla luce i primi fatti durante i processi penale e civile, incluse le dichiarazioni dettagliate delle vittime e l’ammissione da parte dello stesso JMM del proprio comportamento sessuale inappropriato, apparve evidente che JMM aveva difficoltà nel gestire la propria sessualità e l’attrazione che provava per i ragazzi e gli uomini. A livello dirigenziale il Movimento scelse di non agire e di ignorare la questione. Pare che la scelta sia stata di dare più peso al verdetto di non-luogo a procedere che alla sentenza del tribunale civile che aveva riconosciuto il danno causato alla vittima, condannando JMM a un ingente risarcimento. I responsabili e i sistemi dovrebbero essere sufficientemente solidi per poter affrontare queste difficoltà e proteggere i più vulnerabili.

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Nel corso del tempo, con alcune persone che sanno e altre che lamentano di non essere state informate, sembra che il Movimento abbia creato due campi: da un lato, quelli che cercano i colpevoli e dall’altro, quelli che cercano risposte. Tuttavia, la Commissione d’Indagine suggerisce al Movimento, invece di cercare i responsabili e metterli sotto accusa, di approfondire piuttosto l’origine sistemica di questa falla e il fallimento sistemico nell’affrontare questi casi, per garantire che non possano ripetersi in futuro. La responsabilità dei fallimenti sistemici deve essere condivisa ai più alti livelli e congiuntamente dai responsabili, sia quelli attuali che quelli precedenti a Roma. Le misure più recenti adottate nel 2020/21 in risposta al caso di JMM consistevano nel chiedere ai responsabili precedenti in Francia di dimettersi. Queste dimissioni da sole non possono comportare un cambiamento alle problematiche fondamentali che hanno portato al fallimento sistemico dell’organizzazione. Questi ultimi responsabili in Francia facevano parte di una catena di comando e di informazione che non funzionava. È necessaria una totale riconsiderazione di un certo numero di fattori che hanno causato i fallimenti o vi hanno contribuito e del modo in cui si sono combinati portando a risultati così catastrofici – fattori quali il senso della

“famiglia” nel Movimento dei Focolari, la fedeltà alla causa e ai suoi leader, la segretezza, l’obbedienza, le strutture gerarchiche, il carisma assoluto. Il Movimento è formato da molte belle persone impegnate e piene di talenti, ma bisogna riconoscere il lato oscuro di alcune delle sue strutture che può condurre al tipo di abuso del caso JMM e di altri di cui abbiamo sentito parlare.

Può essere utile ascoltare alcune reazioni di responsabili che avevano informazioni solo parziali sul caso di JMM così come le testimonianze di persone ferite dal fatto di non esserne state informate: