• Non ci sono risultati.

Capitolo III La Scuola popolare per adulti nel Subappennino Dauno (1947-1982)

2. La Scuola popolare nel Subappennino Dauno: analisi quantitativa

2.2. Enti promotori e sede dei corsi

83 I corsi misti, invece, totalmente assenti fino al 1952, furono prevalentemente destinati ad adulti analfabeti (A) e semianalfabeti (B) fino agli anni Sessanta, periodo dal quale cominciarono ad esse-re fesse-requentati maggiormente da adulti in possesso di licenza (C).

84

69%

6%

3%

15%

0% 7%

Sede dei corsi

Edifici scolastici Parrocchie Abitazioni private Enti

Poderi Non indicato

Precisamente 336 corsi furono attuati a Lucera, 10 negli altri Comuni dauni (1 a Volturara Appula, 3 a San Marco la Catola, 2 a Carlantino, 2 a Celenza Valfortore e 2 a Pietra Montecorvino) e 31 nel-le zone rurali (10 a San Giusto, 8 a Palmori, 5 a Centrogallo, 1 a Mezzana Grande, 1 in Contrada Nocelli, 1 a Vaccarella, 2 a Posta del Colle, 2 a San Pietro in bagno e 1 a Berardinone). Questi ulti-mi vennero istituiti nel periodo compreso tra il 1951 e il 1964.

Dalla metà degli anni Sessanta in poi si registrò una totale assenza di corsi popolari rurali e ciò coincise col periodo in cui, in seguito al processo di urbanizzazione, si assistette in tutto il Mezzo-giorno ad uno spopolamento delle campagne che condusse molte famiglie contadine «verso le città alla ricerca di nuovi mestieri»40.

Un dato interessante riguarda la sede logicistica dei corsi, ospitati negli edifici scolastici, nelle par-rocchie, nei locali degli enti privati, nei poderi, nelle abitazioni private. Quest‟ultima sede, che spesso coincideva con il domicilio del docente,

favoriva «la partecipazione di molte casalinghe e specie di quelle che, avanti negli anni ma deside-rose di istruzione, avevano una qualche riluttanza a stare tra i banchi di scuola»41.

Su 377 corsi 262 furono ospitati negli edifici sco-lastici, 23 nelle sacrestie delle parrocchie, 56 presso locali privati degli enti, 1 in un podere e 10 in case private. Per i restanti 26 corsi non è stata indicata la sede42.

40 A. Mangano, Le cause della questione meridionale, cit., p. 74.

41 D. Marrone, Scuola popolare e formazione degli adulti. L‟esperienza di San Ferdinando di Puglia. 1947-1972, Pro-gedit, Bari 2006, p. 38. Cfr. ASL, Registri di Scuola popolare, 1947-1982, cit.

42 Non si assicura la totale affidabilità di tali dati, in quanto talvolta nei registri veniva indicato solo l‟Ente, ma non la sede e viceversa. Ad esempio un corso a carico dell‟Aimc poteva tenersi sia nei locali privati sia negli edifici scolastici, ma sui registri compare solo “Aimc” o solo “edificio scolastico” senza ulteriori precisazioni.

0 5 10 15 20 25 30 35 40

Lucera

Subappennino Dauno Zone rurali

Grafico 14: località dei corsi per anno.

Grafico 15: sede dei corsi.

85 I corsi tenuti nelle parrocchie e nelle sacrestie ad esse connesse si concentrarono maggiormente tra il 1949 e il 1963. Le sedi di riferimento furono le parrocchie lucerine di San Giovanni, San Matteo del Carmine, San Domenico, San Giacomo, Cattedrale e Cristo Re.

I corsi tenuti presso enti e associazioni invece si concentrarono tra il 1950 e il 1964; nelle case pri-vate furono ospitati per soli tre anni (1960-1961; 1961-1962; 1962-1963), mentre l‟unico corso te-nuto in un podere fu attuato nell‟anno 1955-1956. Nel registro corrispondente c‟è scritto che la sede sarebbe dovuta essere provvisoria43, ma nessuna annotazione seguente fa supporre che di fatto sia stata cambiata.

Spesso, come vedremo nell‟analisi qualitativa, i locali erano fatiscenti e privi non solo dell‟arredo scolastico basilare, ma anche di luce e riscaldamento e ciò ostacolava non poco il lavoro dei maestri e degli alunni.

Quanto agli Enti promotori, oltre allo Stato, i più attivi nelle località osservate furono i seguenti:

43 ASL, Registro di classe della maestra O. A., corso A misto, San Pietro in bagno, anno scolastico 1955-1956, Diario delle lezioni, p. 6.

0 5 10 15 20 25 30 35 40

19 47 -19 48

19 48 -19 49

19 49 -19 50

19 50 -19 51

19 51 -19 52

19 52 -19 53

19 53 -19 54

19 54 -19 55

19 55 -19 56

19 56 -19 57

19 57 -19 58

19 58 -19 59

19 59 -19 60

19 60 -19 61

19 61 -19 62

19 62 -19 63

19 63 -19 64

19 64 -19 65

19 65 -19 66

19 66 -19 67

19 67 -19 68

19 68 -19 69

19 69 -19 70

19 70 -19 71

19 71 -19 72

19 72 -19 73

19 73 -19 74

19 74 -19 75

19 75 -19 76

19 76 -19 77

19 77 -19 78

19 78 -19 79

19 79 -19 80

19 80 -19 81

19 81 -19 82

Non indicato 9 1 2 3 2 3 2 1 1 1 1

Poderi 1

Enti 3 4 5 7 3 8 2 4 1 2 4 6 4 1 1 1

Abitazioni private 7 2 1

Parrocchie 3 2 6 2 1 5 3 1

Edifici scolastici 7 8 1112121617 6 5 5 7 7 5 9 221112 9 7 2 1 5 4 7 5 6 11 7 8 8 5 3 1 1

Sede dei corsi per anno

Grafico 16: sede dei corsi per anno.

86

AIMC (Associazione Insegnanti Maestri Cattolici);

ACLI (Associazione Cristiana Lavoratori Italiani);

CIF (Centro Femminile Italiano);

ENAL (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori);

Ente Riforma Fondiaria e Agraria;

Ente Cultura Pugliese;

Opera Nazionale Invalidi di Guerra;

Comunità Braccianti;

Sezione Mutilati di Lucera;

Colonia Agricola “Luceria Nova”;

 EMC;

 AMDEL44.

Ripercorrere brevemente la storia di ciascun Ente consente di chiarire in che modo le finalità e gli scopi che essi si prefiggevano abbiano inciso sui corsi popolari locali.

Nate nel 194445, l‟AIMC e l‟ACLI si ergevano entrambe come associazioni di orientamento cattoli-co. La prima era volta a sostenere la nascente democrazia e a operare nel territorio italiano per argi-nare le carenze delle scuole elementari e per supportare i maestri soprattutto nella cura della loro preparazione professionale46.

Notevole attenzione era riservata dall‟Aimc all‟istruzione degli adulti, nella duplice direzione di recupero e ag-giornamento della formazione di base e specializzazione professionale. […] Il potenziamento della scuola di ba-se su tutto il territorio, l‟attenzione alle aree agricole e al problema dell‟educazione degli adulti, rappreba-sentano i molteplici elementi di un progetto destinato a favorire la diffusione della scuola primaria nel Paese e a coinvol-gere in maniera decisiva la popolazione italiana nel processo di rinnovamento democratico47.

L‟ACLI invece intendeva «salvaguardare l‟identità dei lavoratori cristiani»48 affiancando l‟opera dei sindacati e nel contempo contribuire alla formazione cristiana dei cittadini. Pertanto godeva dell‟appoggio del clero e delle gerarchie ecclesiastiche nonché della Democrazia Cristiana49.

È chiaro, dunque, che nell‟organizzazione dei corsi popolari, nati grazie al democristiano Gonella, le due associazioni occuparono una posizione di spicco. Il loro contributo fu inoltre prezioso anche per lenire la disoccupazione magistrale e non poco influì sull‟insegnamento scolastico, il più delle volte spiccatamente cattolico.

Il CIF (Centro Femminile Italiano), fondato nel 194450 dalle donne cattoliche, è un‟organizzazione collaterale dell‟Azione Cattolica e anch‟esso allora godeva dell‟appoggio della DC51. «Si tratta di

44 Per questi ultimi due Enti nei registri è presente solo la sigla e non è stata trovata nessuna informazione bibliografica o sitografica che potesse fare chiarezza.

45 Cfr. R. Sani, Le associazioni cattoliche degli insegnanti nel secondo dopoguerra, in L. Pazzaglia, R. Sani (a cura di), Scuola e società nell‟Italia unita. Dalla Legge Casati al Centro-Sinistra, Edizione U.C.I.I.M. (Unione Cattolica Inse-gnanti Italiani Medi), Roma 1958, pp. 421-445.

46 http://www.aimcasti.it/storia.html consultato il 09-08-2016.

47 R. Sani, Le associazioni cattoliche degli insegnanti nel secondo dopoguerra, in L. Pazzaglia, R. Sani (a cura di), Scuola e società nell‟Italia unita. Dalla Legge Casati al Centro-Sinistra, cit., p. 427.

48http://www.aclipavia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=81:lastoriadelleacli&catid=33:informazioni consultato il 09-08-2016.

49 Ibidem.

50 http://www.cifnazionale.it/chisiamo/radici/obiettivi consultato il 09-08-2016.

87 un‟associazione femminile impegnata in campo civile, sociale e culturale»52 e nel dopoguerra con-tribuì alla «costruzione di una democrazia solidale e di una convivenza fondata sul rispetto dei dirit-ti umani e della dignità della persona secondo lo spirito e i principi crisdirit-tiani»53. Tra i suoi compiti emerge – ancora oggi – il coordinamento di iniziative benefiche e di sostegno alla famiglia, opere sociali, attività assistenziali ed educative delle associazioni femminili. Nel secondo dopoguerra il suo intento principale era sostenere i diritti delle donne e prepararle all‟esercizio degli stessi offren-do loro opportunità di formazione.

L‟ENAL (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori), nato nel 1945 come Ente dopolavoristico di carat-tere laico, sostituì l‟Opera Nazionale del Dopolavoro creata dal fascismo. Il suo obiettivo era quello di «promuovere il sano e proficuo impiego delle ore libere dei lavoratori intellettuali e manuali, at-traverso istituzioni ed iniziative rivolte allo sviluppo delle loro capacità morali, fisiche, intellettua-li»54. L‟Ente svolse la propria attività assistenziale organizzando mense, spacci alimentari, soggiorni per lavoratori e colonie per i loro figli. In campo ricreativo realizzò iniziative ludiche, culturali, fol-cloristiche, sportive e musicali. Fu soppresso nel 197855.

L‟Ente Riforma Fondiaria venne fondato nel secondo dopoguerra a favore del mondo contadino.

Operò in particolar modo nel Mezzogiorno e dal 1951 venne istituita una Sezione speciale tesa a espropriare, bonificare, trasformare e assegnare terreni ai contadini in Puglia, Molise e Lucania56. Nelle contrade rurali creò Centri Aziendali che grazie ai capi azienda e agli operatori sociali orga-nizzarono«scuole, spacci, mense, circoli ricreativi, e contattavano gli assegnatari, residenti nei po-deri con le loro famiglie, per venire incontro ai loro bisogni»57. Nel territorio locale analizzato in questa sede l‟Ente Riforma espropriò ben 11.000 ettari di terreno per poi distribuirli a 400 assegna-tari. Vennero «creati poderi muniti di case coloniche, che [facevano] capo ai Centri Aziendali di Palmori, San Giusto e Centrogallo, completi di scuola rurale, asilo infantile, alloggi per gli inse-gnanti, Chiesa, spaccio, circolo aziendale, uffici assistenziali, ambulatori medico-ostetrico»58. La Sezione speciale fu soppressa nel 1965 e trasformata in Ente di sviluppo agricolo59. Per tale motivo, infatti, i corsi popolari analizzati a carico dell‟Ente Riforma si concentrarono tra il 1951 e il 1963.

L‟Ente Cultura Pugliese ha origini più antiche che risalgono ai primi anni del Novecento, quando a causa dell‟industrializzazione si assistette allo sfruttamento degli operai e delle classi sociali più de-boli. Nel 1923 il Comitato Provinciale di Bari della Società Umanitaria, sorta nel 1893, diede vita all‟Ufficio provinciale per la cultura popolare e l‟educazione professionale, che organizzò numero-si cornumero-si tra cui quelli integrativi nelle scuole elementari e quelli per l‟agricoltura. Due anni più tardi l‟Ente Pugliese di Cultura Popolare ed Educazione Professionale (EPCPEP) venne eretto in Ente morale e iniziò ad occuparsi delle scuole serali e dell‟edilizia scolastica. Quando nel 1962 lo Stato affidò a dieci istituzioni il compito di combattere l‟analfabetismo, l‟EPCPEP fu chiamato ad occu-parsi della Puglia. In questo periodo, infatti, tra i suoi compiti vi fu la creazione di scuole per l‟infanzia, di scuole serali e rurali per lavoratori, di corsi professionali e di specializzazione

51 http://win.storiain.net/arret/num191/artic4.asp consultato il 09-08-2016.

52 D. Marrone, Scuola popolare e formazione degli adulti. L‟esperienza di San Ferdinando di Puglia. 1947-1972, cit., p.

43.

53 http://www.cifnazionale.it/chisiamo consultato il 09-08-2016.

54 http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/profili-istituzionali/MIDL00030E/ consultato il 09-08-2016.

55 Ibidem.

56 http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=42118 consultato il 09-08-2016.

57 http://serracapriola.net/costumi/commercio/enteRiforma/fotarch.html consultato il 09-08-2016.

58 G. Catapano, Lucera nei secoli, Editrice C. Catapano, Lucera 1969, p. 59.

59 http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=42118 consultato il 09-08-2016.

88 si alla crescente domanda di manodopera qualificata. Con lo scoppio della guerra l‟opera dell‟Ente subì un notevole arresto, ma nel secondo dopoguerra continuò ad incrementare l‟edilizia scolastica e a sostenere le vittime di guerra. Intensificò inoltre le attività connesse alle biblioteche e alle scuole popolari, tanto che negli anni Cinquanta mise a disposizione dei Comuni attrezzature e personale docente. Negli anni Sessanta si occupò della formazione professionale dei lavoratori e della forma-zione degli emigranti e dal 1985 iniziò a curare il servizio per lo sviluppo dell‟educaforma-zione perma-nente e delle attività integrative e di sostegno60.

L‟Opera Nazionale Invalidi di Guerra fu istituita nel 1949 e forniva non solo assistenza sanitaria, giuridica e materiale, ma anche assistenza morale e sociale per la rieducazione degli invalidi di guerra. Curava, infatti, la loro istruzione culturale e professionale tenendo in considerazione le loro esigenze e le loro attitudini, nonché l‟offerta lavorativa del territorio in cui risiedevano. Si occupava infine anche della protezione e dell‟assistenza degli orfani di guerra. L‟Opera esercitò fino all‟anno 197961.

La Comunità braccianti fu fondata ad Andria nel 1946 dal sacerdote Riccardo Zingaro. Inizialmente sostenne le persone bisognose mediante la distribuzione di viveri e successivamente organizzò co-lonie per l‟infanzia e cantieri di lavoro, che contribuirono a combattere la disoccupazione. Organiz-zò anche corsi di tedesco e francese per rispondere alle esigenze degli emigranti62.

La Sezione Combattenti e Mutilati di Lucera si occupava della tutela degli orfani e degli invalidi di guerra della città e di vari comuni della Capitanata63.

La Colonia Agricola “Luceria Nova” venne istituita nel 1924 come scuola di avviamento profes-sionale per orfani di guerra. I suoi principali obiettivi erano: provvedere al ricovero degli orfani dei contadini morti e dispersi in guerra provenienti dalla Capitanata; curare la loro istruzione e la loro formazione professionale soprattutto in riferimento ai lavori della terra; curare il collocamento dei dimettenti orfani presso aziende agricole64. Dal 1944 vennero denunciate le condizioni disumane in cui vivevano i bambini, poiché la miseria e il degrado causati dagli eventi bellici non permettevano all‟Ente di curare i locali e di provvedere adeguatamente al mantenimento psico-fisico degli orfani.

Nel 1973 l‟istituto cessò di essere Colonia Agricola e divenne Collegio intitolato ad Alfonso de Giovine, già da molti anni rappresentante dei reduci di guerra65.

L‟unico corso popolare istituito presso la Colonia Agricola fu un corso di tipo C speciale di orien-tamento musicale rivolto in particolar modo ai convittori dell‟Ente.

Infine, per quanta riguarda l‟EMC e l‟AMDEL non è stata trovata alcuna fonte a riguardo, né la memoria del popolo ne ricorda l‟esistenza.

60 http://www.epcpep.com/la-nostra-storia/ consultato il 09-08-2016.

61 http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=profist&Chiave=367 consultato il 09-08-2016.

62 Cfr. D. Marrone, Scuola popolare e formazione degli adulti. L‟esperienza di San Ferdinando di Puglia. 1947-1972, cit., p. 43.

63 Non sono state trovate fonti bibliografiche che consentissero di approfondire l‟argomento.

64 Cfr. Archivio Comunale di Lucera, Colonia Agricola, b. 48, cat. IX, cl. 6, ff. 711-729; A. Balsamo, Per gli orfani di guerra. Il programma di lavoro nel 1924 (prima parte), in “Il Nuovo Popolo di Capitanata”, a. I, n. 19, 2 dicembre 1923; A. Balsamo, Per gli orfani di guerra. Programma di lavoro nel 1924 (seconda parte), in “Il Nuovo Popolo di Capitanata”, a. I, n. 19, 2 dicembre 1923; AA.VV. L‟inaugurazione della Colonia Agricola “LUCERIA NOVA”, in “Il Nuovo Popolo di Capitanata”, a. III, nn. 40-41, 8 novembre 1924.

65 D. Morlacco, Alfonso de Giovine. L‟uomo e il parlamentare, Edizione Catapano Grafiche, Lucera 1999, p. 18.

89