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Capitolo III La Scuola popolare per adulti nel Subappennino Dauno (1947-1982)

2. La Scuola popolare nel Subappennino Dauno: analisi quantitativa

2.6. Esiti scolastici

104 ne. Nei registri infatti si legge che molti corsi, soprattutto nelle zone rurali, non funzionavano in maniera adeguata a causa delle decadenti condizioni dei locali messi a disposizione dagli enti.

Oltre alla fornitura di materiali didattici nell‟anno scolastico 1948-1949 furono assegnati agli alunni dei premi in denaro; tuttavia nei registri non viene specificato il motivo. Si può ipotizzare pertanto che fossero premi per l‟assiduità della frequenza, per i risultati raggiunti o per la condizione econo-mica. Furono premiati complessivamente 12 alunni di 4 corsi diversi, 3 per corso. In ogni corso fu-rono distribuiti rispettivamente 12.00 lire, 100 lire e 800 lire.

105 Tabella 3: esiti scolastici degli uomini per anno.

Anno Iscritti Promossi Bocciati Ass. esami Licenziati Non ind.

1947-1948 452 173 26 253

1948-1949 239 137 16 76 10

1949-1950 291 164 35 77 15

1950-1951 318 172 36 84 26

1951-1952 321 157 27 110 27

1952-1953 354 177 32 128 17

1953-1954 469 204 19 171 75

1954-1955 211 66 6 90 49

1955-1956 200 73 5 79 43

1956-1957 203 87 1 70 45

1957-1958 255 88 5 110 52

1958-1959 209 81 56 72

1959-1960 128 31 5 68 24

1960-1961 216 94 2 76 29 15

1961-1962 323 65 2 173 75 8

1962-1963 211 48 127 36

1963-1964 143 35 70 38

1964-1965 30 14 16

1965-1966 112 24 5 75 8

1966-1967 32 5 21 6

1967-1968 14 1 2 10 1

1968-1969 0

1969-1970 67 20 1 37 9

1970-1971 64 12 41 11

1971-1972 119 22 74 23

1972-1973 66 25 32 9

1973-1974 72 28 30 14

1974-1975 128 32 75 21

1975-1976 90 18 46 26

1976-1977 87 13 1 41 32

1977-1978 59 18 2 31 8

1978-1979 39 14 25

1979-1980 31 6 15 10

1980-1981 3 3

1981-1982 4 4

TOT 5560 2104 228 2394 811 23

106 Tabella 4: esiti scolastici delle donne per anno.

Anno Iscritte Promosse Bocciate Ass. esami Licenziate Non ind.

1947-1948 159 99 13 47

1948-1949 51 24 27

1949-1950 132 92 1 39

1950-1951 150 91 11 48

1951-1952 245 128 3 90 24

1952-1953 190 93 5 72 20

1953-1954 186 75 4 63 30 14

1954-1955 43 9 1 17 16

1955-1956 84 39 34 11

1956-1957 45 2 19 24

1957-1958 50 17 24 9

1958-1959 29 12 4 13

1959-1960 90 8 6 51 25

1960-1961 207 114 5 67 18 3

1961-1962 279 117 9 121 32

1962-1963 141 51 78 12

1963-1964 120 35 83 2

1964-1965 110 55 55

1965-1966 36 11 24 1

1966-1967 9 3 4 2

1967-1968 1 1

1968-1969 0

1969-1970 37 17 20

1970-1971 22 8 9 5

1971-1972 36 12 19 5

1972-1973 41 14 22 5

1973-1974 32 15 12 5

1974-1975 55 10 25 20

1975-1976 30 16 14

1976-1977 50 8 22 20

1977-1978 43 11 20 12

1978-1979 48 29 19

1979-1980 21 5 12 4

1980-1981 8 3 5

1981-1982 11 5 6

TOT 2791 1204 58 1172 340 17

107 Gli esiti scolastici complessivi degli iscritti non furono brillanti, a causa di un elevato tasso di abbandono scolastico, ma possono essere considerati positivi, in quanto il 54% ottenne la promozione. Il 40% dei promossi fa riferimento a coloro che proseguirono gli studi almeno fino alla IV elementare, quindi comprende sia i frequentanti dei corsi A sia parte dei frequentanti dei corsi B, poichè questi ultimi corrispondevano alla IV e alla V elementare.

A conseguire la licenza fu il 14%. Considerando che, complessivamente, il 36% degli iscritti frequentò i corsi B e che questi erano destinati in parte a coloro che dovevano ottenere la promozione in V e in parte a coloro che dovevano conseguire la licenza elementare, è possibile affermare che quasi tutti coloro che giunsero all‟ultima classe ottennero un titolo di studio certificabile.

Non si evidenzia una netta differenza tra gli esiti scolastici maschili e quelli femminili, in quanto le donne ottenero risultati migliori riguardo alla promozione e gli uomini raggiunsero buoni risultati riguardo alla licenza.

Grafico 30: esiti scolastici degli uomini. Grafico 31: esiti scolastici delle donne.

Grafico 29: esiti scolastici degli iscritti.

40%

3%

43%

14% 0%

Esiti scolastici degli iscritti

Promossi Bocciati

Assenti agli esami Licenziati Non indicato

38%

43% 4%

15% 0%

Esiti scolastici degli uomini

Promossi Bocciati Assenti agli esami Licenziati Non indicato

43%

2%

42%

12% 1%

Esiti scolastici delle donne

Promosse Bocciate Assenti agli esami Licenziate Non indicato

108 Se invece valutiamo gli esiti ottenuti dagli alunni durante l‟intero periodo di funzionamento delle scuole popolari notiamo dal Grafico 32 che, ad eccezione di pochi anni, fino al 1960-1961 il numero dei promossi superò quello degli assenti agli esami; il contrario accadde dal 1961-1962 al 1981-1982, periodo durante il quale ad una minore quantità di iscritti corrispose anche un maggiore tasso di abbandono scolastico.

Nel caso delle donne minore fu il numero di bocciature e di assenze agli esami rispetto al genere maschile, anche dagli anni Sessanta in poi, ad eccezione del 1962-1963 e 1963-1964 (Grafici 33-34).

0 50 100 150 200 250 300 350

Esiti scolastici degli iscritti per anno

Promossi Bocciati

Assenti agli esami Licenziati Non indicato

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

Esiti scolastici degli uomini per anno

Iscritti Promossi Bocciati

Assenti agli esami Licenziati Non indicato Grafico 32: esiti scolastici degli iscritti per anno.

Grafico 33: esiti scolastici degli uomini per anno.

109 Molti adulti, pur non essendo frequentanti, presentarono domanda per sostenere l‟esame finale da privatisti (Figura 8)119. Furono in tutto 96 (65 uomini, 31 donne), di cui 13 (5 uomini e 8 donne) ottennero la promozione, 80 (58 uomini e 22 donne) la licenza e 3 (2 uomini e 1 donna) furono bocciati agli esami.

119 Nell‟immagine è stato cancellato il cognome della privatista per motivi di privacy.

Grafico 34: esiti scolastici delle donne per anno.

Figura 8: richiesta di un privatista per sostenere gli esami della scuola popolare.

Fonte: ASL, Registro di classe della maestra F. L., anno scolastico 1965-1966.

0 50 100 150 200 250 300

Esiti scolastici delle donne per anno

Iscritte Promosse Bocciate

Assenti agli esami Licenziate Non indicato

110 10%

0%

3% 2%

0%

85%

Abbandono scolastico

Ritirati Allontanati Trasferiti Emigrati Deceduti Non indicato

Per comprenderne le motivazioni dell‟abbandono scolastico è oppotruno suddividere gli assenti agli esami in cinque sottogruppi (Grafico 35)120 che ci offriranno un quadro completo della situazione.

A questi sottogruppi se ne deve aggiungere un sesto che include coloro per i quali non è stato indicato il motivo dell‟abbandono scolastico, come avvenne nella maggior parte dei casi.

Tra coloro che non completarono gli studi rientrano:

 i ritirati;

 gli allontanati;

 i trasferiti;

 gli emigrati;

 i deceduti.

Ogni sottogruppo, a sua volta, può essere ulteriormente suddiviso in base alle cause che condussero gli alunni a lasciare gli studi. Esse furono di varia natura e differenti in base al sesso degli iscritti.

Gli studenti decisero di ritirarsi per:

 motivi di lavoro (9 uomini e 2 donne);

 motivi di salute (8 uomini e 8 donne);

 motivi di famiglia (1 uomo e 4 donne);

 perché già in possesso di licenza (3 donne);

 leva militare (12 uomini);

 noie giudiziarie (1 uomo);

 motivo non indicato (229 uomini e 87 donne).

Mentre per le donne la preoccupazione maggiore era legata all‟ambito domestico e familiare, per gli uomini riguardava il mondo del lavoro e ciò rispecchia la tradizionale differenza di genere connessa ai ruoli maschili e femminili.

Durante i trentacinque anni presi in esame (1947-1982) 13 persone furono allontanate dalla scuola per i seguenti motivi:

 disciplina (5 uomini);

 salute (2 uomini);

 età inferiore a 12 anni (1 uomo e 2 donne);

 perché in possesso di licenza (2 uomini);

120 Tali percentuali sono state calcolate sul totale degli assenti agli esami e non sul totale complessivo degli iscritti.

Grafico 35: motivi dell’abbandono scolastico.

111

 non indicato (un uomo).

Pertanto, solo in tre casi fu rispettato l‟articolo del D. L. inerente all‟età dei destinatari dei corsi.

I trasferiti e gli emigrati si concentrano soprattutto negli anni Sessanta e Settanta.

Tale periodo coincide con il “miracolo economico” che però negli anni Sessanta ancora non investì completamente l‟Italia121 e a maggior ragione il Mezzogiorno, dove ancora grave era la disoccupa-zione. Ad incentivare l‟emigrazione, inoltre, contribuì non poco la televisione, attraverso un bom-bardamento pubblicitario dei prodotti di consumo, che ampliava la percezione dei differenti stili di vita associati ai vari ceti sociali122. Secondo Sergio Tramma, «nelle motivazioni che spingono […] a intraprendere processi migratori, pesa il confronto con il passato, nel senso che i tempi presenti possono essere ritenuti troppo simili ai tempi passati, senza che il luogo d‟appartenenza offra sufficienti prospettive di discontinuità personali e familiari»123. Non a caso nel 1958 il Piano Fanfani propose di aumentare i finanziamenti in campo scolastico-educativo e in particolare nella lotta contro l‟analfabetismo124.

Questa richiesta di interventi massicci dello Stato discende direttamente dalla necessità di correggere una situazione anormale il cui costo sociale cade sull‟economia e sullo sviluppo di tutta la società nazionale. Anche il nord paga direttamente il suo prezzo per l‟integrazione degli emigrati, per il loro addestramento professionale, ecc; ma il prezzo più elevato, ovviamente, lo paga il Mezzogiorno, che con l‟emigrazione delle sue forze più attive assiste al deterioramento della sua vita sociale. La fuga delle migliori intelligenze e della manodopera più qualificata impoveriscono sempre più la società meridionale125.

121 Cfr. S. Tramma, I nuovi anziani. Storia, memoria e formazione nell‟Italia del grande cambiamento, Meltemi, Roma 2003, p. 61.

122 Ivi, pp. 60-61.

123 Ivi, p. 62.

124 Cfr. R. Sani, Le associazioni cattoliche degli insegnanti nel secondo dopoguerra, in L. Pazzaglia, R. Sani (a cura di), Scuola e società nell‟Italia unita. Dalla Legge Casati al Centro-Sinistra, cit., p. 444.

125 A. Arcomano, Scuola e società nel Mezzogiorno, Clueb, Bologna 2013, p. 48.

Grafico 36: trasferiti ed emigrati durante i trentacinque anni di funzionamento delle scuole popolari locali.

0 2 4 6 8 10 12 14 16

1947-1948 1948-1949 1949-1950 1950-1951 1951-1952 1952-1953 1953-1954 1954-1955 1955-1956 1956-1957 1957-1958 1958-1959 1959-1960 1960-1961 1961-1962 1962-1963 1963-1964 1964-1965 1965-1966 1966-1967 1967-1968 1968-1969 1969-1970 1970-1971 1971-1972 1972-1973 1973-1974 1974-1975 1975-1976 1976-1977 1977-1978 1978-1979 1979-1980 1980-1981 1981-1982

Trasferiti Emigrati

112 Come osserva Duccio Demetrio, i flussi migratori meridionali comportarono, negli anni Sessanta, un notevole aumento dei corsi popolari al Nord, anche presso le fabbriche, dove «funzionarono dopo il lavoro e in alcuni casi con permessi pagati di mezz‟ora, persino un‟ora»126. Proprio per promuovere lo sviluppo di una società democratica, infatti, le grandi aree metropolitane, mete degli emigrati, sentirono il dovere di alfabetizzare e integrare «l‟esercito dei meridionali in una situazione urbana»127. A Milano, ad sempio, venne costituito il Comitato per la Integrazione sociale e culturale degli adulti, che secondo Demetrio fu uno dei più importanti interventi contro l‟analfabetismo128.

I giovani meridionali erano spinti a lasciare la propria terra anche a causa dell‟inferiorità della vita del contadino, lavoro maggiormente praticato al Sud. «L‟emigrazione [rappresentava] l‟unica via per sottrarsi ad un destino di sottocupazione e di redditi troppo bassi»129.

I più scelsero come meta le grandi città del Nord Italia e non pochi furono gli espatriati. Per questi ultimi i vantaggi erano soprattutto di natura economica: ad esempio, in Francia, Germania, Lussemburgo e Svizzera, al salario mensile, indubbiamente più alto di quello percepito nel proprio Paese natio, si aggiungevano «assegni familiari […]; vitto e alloggio quasi sempre gratuiti; premi di produzione e lavori a cottimo, a ettarato, ecc.; premi preferenziali di cambio»130. Ancora, gli emigrati venivano direttamente “assistiti” dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale attraverso gli uffici del Servizio Avviamento Tutela Lavoratori Emigrati, che oltre ad esaminare le domande di espatrio e supportare i lavoratori provvedendo all‟organizzazione delle partenze, ai controlli sanitari, alla documentazione per l‟espatrio, ecc., si occupavano anche delle loro famiglie, alle quali erogavano un sussidio straordinario131.

Anche nel Subappennino e a Lucera, in particolare negli anni Sessanta, «si parte, si va lontano in cerca di lavoro»132. Migliaia di lucerini si trasferirono nelle grandi città del Centro-Nord (Torino, Milano, Novara, Busto Arsizio, Roma, Firenze, ecc.) e molti altri partirono verso la Francia, l‟Inghilterra, il Venezuela, il Brasile, l‟Australia e il Nord America133.

Interminabili erano le file per il ritiro del passaparto, che gli emigrati lucerini chiamavano «il primo ponte d‟imbarco»134. Secondo le statistiche Istat135, infatti, negli anni Sessanta e Settanta si assistette ad una calo demografico nei paesi dauni.

126 D. Demetrio, Le scuole dell‟alfabeto. Trent‟anni di «lotte all‟analfabetismo» (1947-1977), Guaraldi Editore, Firenze 1977, p. 119.

127 Ivi, p. 120.

128 Ivi, p. 122.

129 M. Rossi Doria, La scuola e lo sviluppo del Mezzogiorno, cit., p. 19.

130 U. Cassinis (a cura di), L‟emigrazione agricola nel secondo dopoguerra e la sua incidenza sul movimento generale emigratorio dal 1946 al 1960, cit., p. 9.

131 Ivi, pp. 12-13.

132 A. Lupo, Giambattista Gifuni e Lucera del suo tempo, cit., p. 89.

133 R. Montanaro, Ati timbe (Altri tempi), cit., p. 57.

134 A. Lupo, Giambattista Gifuni e Lucera del suo tempo, cit., p. 90.

135 Cfr. ISTAT-URP, Censimenti della popolazione dai sei anni in su residente in Capitanata dal 1951 al 1981, cit.

113 Le annotazioni che i maestri apportarono sui registri scolastici forniscono dei dati molto interessanti sulle principali mete scelte dagli alunni.

0 50000 100000 150000

1951 1961 1971 1981

Residenti nel Subappennino Dauno

Residenti

Grafico 37: censimenti della popolazione dai sei in su residente nel Subappennino Dauno dal 1951 al 1981.

Fonte: Istat, Ufficio regionale Puglia – CIS – Bari.

Figura 9: pagina interna di un registro.

Fonte: ASL, Registro di classe della maestra C. L., anno scolastico 1971-1972.

114 Le mete nazionali furono: Torino (21%); Milano (14%); Novara (5%); Modena (1%); Genova (1%); Roma (2%); Bari (1%); Motta (2%); Voturino (1%); Alberona (2%); Lucera (1%); campagna (14%); mentre per il restante 35% non è indicata.

Riepilogando, il 43% si trasferì al Nord, il 2% al Centro, l‟1% al Sud, il 4% in vari paesi del Subappennino, l‟1% dalla campagna si trasferì a Lucera, quindi in città, e paradossalmente il 14%

dalla città si trasferì in campagna. Per il restante 35% non è indicato.

21%

14%

5%

1%

2% 1%

2% 1%

2% 1%

1%

14%

35%

Mete nazionali scelte dai trasferiti

Torino

Milano Novara Modena Genova Roma Bari Motta Volturino Alberona Lucera Campagna Non indicato

43%

2%

4% 1%

1%

14%

35%

Sintesi mete nazionali

Nord Centro Sud Subapennino Dauno Lucera Campagna Non indicato

Grafico 39: sintesi delle mete nazionali scelte dai trasferiti.

Grafico 38: mete nazionali scelte dai trasferiti.

115

20%

13%

5%

1%

1%

3%

1%

1%

2%

16%

37%

Mete nazionali scelte dagli uomini Torino

Milano Novara Modena Genova Roma Bari Motta Volturino Alberona Lucera Campagna Non indicato

25%

18%

7%

4% 3%

4%

7%

32%

Mete nazionali scelte dalle donne

Torino Milano Novara Motta Volturino Lucera Campagna Non indicato

Sia gli uomini sia le donne predilessero Milano e Torino, tuttavia una percentuale molto più elevata di uomini si spostò dalla città alla campagna che evidentemente, in un contesto prevalentemente agricolo come quello in esame, costituiva una fonte sicura di lavoro.

Per quanto riguarda invece gli espatriati, le mete principali furono l‟America (2%), la Germania (40%), la Svizzera (7%) e la Francia (3%). Nel restante 48% dei casi la meta è rimasta ignota.

Grafico 40: mete nazionali scelte dagli uomini. Grafico 41: mete nazionali scelte dalle donne.

2%

40%

3% 7%

48%

Mete internazionali

America Germania Svizzera Francia Non indicato

Grafico 42: mete internazionali scelte dagli emigrati.

116 2%

38%

2% 6%

52%

Mete internazionali scelte dagli uomini

America Germania Svizzera

Francia Non indicato

50%

10%

10%

30%

Mete internazionali scelte dalle donne

Germania Svizzera Francia Non indicato

A differenza degli uomini le donne emigrate restarono in Europa e non si spinsero oltre oceano.

Infine, 4 furono gli studenti che morirono prima di concludere il corso di studi.

Il primo caso riguardò un ragazzo di soli 14 anni iscritto ad un corso A+B maschile nell‟anno 1956-1957. Aveva concluso la IV elementare e stava frequentando il corso popolare per conseguire la licenza. La maestra, nello spazio dedicato alle annotazioni, scrisse:

Oggi 28-1-1957 è accaduta una disgrazia: è morto C. A.136. Stando a quello che mi hanno raccontato gli alunni si era fatto male giocando con i compagni il giorno precedente. È spirato per emorragia interna. Tutti sono rimasti impressionati ed io l‟ho saputo appena arrivata a San Giusto137.

Riprese nuovamente l‟argomento nel Diario delle lezioni:

Sono venuti pochissimi alunni, in gran parte stanno a Lucera per accompagnare al cimitero il compagno che non è più. Anch‟io volevo andare ma pensavo che la salma si sarebbe trasportata domani. Abbiamo fatto solo un po‟ di lettura e qualche operazione alla lavagna138.

Nel secondo caso invece si trattò di una signora di 73 anni, nata nel 1887, frequentante un corso A nell‟anno 1960-1961. Difficilmente le donne si iscrivevano ai corsi popolari, soprattutto a causa di una arretratezza culturale secondo la quale il genere femminile doveva essere relegato all‟ambito domestico. Pertanto desta stupore e meraviglia che una donna meridionale di 73 anni, nel 1960, abbia avvertito il bisogno e il desiderio di cultura, pur avendone fatto a meno per tutta la sua vita. Il terzo caso riguardò un ragazzo di 15 anni, in possesso del certificato di I elementare e iscritto ad un corso A+B nell‟anno 1962-1963, mentre il quarto ed ultimo è quello di una casalinga di 20 anni, in possesso di licenza e frequentante un corso B+C nell‟anno 1963-1964.

136 Sono riportate solo le iniziali del nome dell‟alunno per motivi di privacy.

137 ASL, Registro di classe della maestra L. C., corso A+B maschile, San Giusto, anno scolastico 1956-1957, Annota-zioni, p. 3.

138 Ivi, Diario delle lezioni, p. 14.

Grafico 43: mete internazionali scelte dagli uomini. Grafico 44: mete internazionali scelte dalle donne.

117 Nessuna parola è stata dedicata loro nelle pagine dei registri.

Nonostante un alto numero di abbandoni scolastici, la Scuola popolare locale permise a 1151 adulti di ottenere un titolo di studio certificabile e a ben 3308 persone di acquisire almeno quei saperi elementari necessari nella vita di ogni individuo.

Se confrontiamo tali dati con i censimenti Istat139 notiamo che effettivamente l‟analfabetismo dal 1951 al 1981 dimuì sia nell‟intero Subappennino Dauno, sia nelle località analizzate in questa sede140, sia nella città di Lucera e nell‟agro lucerino141.

139 Cfr. ISTAT-URP, Censimenti della popolazione dai sei anni in su residente in Capitanata dal 1951 al 1981, cit.

140 Il riferimento è qui ai Comuni di Carlantino, Celenza Valfortore, Lucera, Pietra Montecorvino, San Marco la Catola, Volturara Appula.

141 L‟agro lucerino comprende le zone rurali di San Giusto, Vaccarella, Palmori, Mezzana grande, Posta del Colle, Con-trada Nocelli, Centrogallo, San Pietro in bagno e Berardinone.

0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000 40000

1951 1961 1971 1981

Analfabeti nel Subappennino Dauno

Analfabeti

0 2000 4000 6000 8000 10000

1951 1961 1971 1981

Analfabeti nelle località osservate

Analfabeti

Grafici 45 e 46: censimenti Istat sull’analfabetismo nel Subappennino Dauno.

Fonte: Istat, Ufficio regionale Puglia – CIS – Bari.

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000

1951 1961 1971 1981

Analfabeti a Lucera

Analfabeti

Grafico 47: censimenti Istat sull’analfabetismo a Lucera.

Fonte: Istat, Ufficio regionale Puglia – CIS – Bari.

118