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verità si mostra alla luce affici,a i Ù la siano manifeste, perchè e^se sonò f1 irSUG °PT Dio. » (Gap. HI. v. i9.li)® 0110 fafcfce secondo deduco che Ufl Tersi più chiaramente ed io ' come il dare delle pedo °a°?hi'‘vo“0Sl'‘Ìt

semplicemente ,J.J ct %,•£>

PIACERI CRUDELI

81 che non richieda inutili sforzi. Discutere con loro è non solo ozioso, ma anche nocivo per lo scopo che noi vogliamo raggiungere. Essi vi obbligano a dire più parole di quelle che voi vorreste, a formulare dei paradossi, ad esagerare il vostro pensiero, e poi lasciando da un lato la parte es¬

senziale dei vostri discorsi, sofisticano su quelle inesattezze che loro stessi hanno provocate.

Il contegno che mi sforzo di mantenere di fronte a tali uomini, — e che consiglio agli altri — è il medesimo che terrei davanti ad un cattivo sog¬

getto, ubriaco e depravato, che volesse trasci¬

nare mio figlio nella dissolutezza. Però anche sen¬

tendo pietà ver questi miserabili, non tenterei di moralizzarli nè di ricondurli al bene, sapendo che le mie fatiche a nulla servirebbero.

Un essere simile è incurabile e non otterrei altro risultato che quello di vedermi schermire da.lui, davanti a mio figlio. E mio figlio stesso, se riuscissi colla forza a strapparlo dal frequentare tale individuo, un giorno o l’altro tornerebbe a cercare una si funesta compagnia.

Non tenterò svelaro a mio figlio la bruttezza e turpitudine di quest» imaginario dissoni o.

solo dovrebbe scoprirla. Mio compito, sare e j agguerrire con efficaci consigli la,su a?„

ma contro le tentazioni. Facendo c|1.''erfsa i perderei il mio tempo, sprecherei muti 6 a . ’ esporrei non voi, nè me, nè altri alla corr. • ^ ma questa preziosa e debole luoe, che

soffio può spegnere, e che brilla tra le folte nebre che ci circondano. . inoansibil-

Questa digressione, mi .aX°domanda della mente alla seconda © principale uomini e vostra lettera: Come ««*•?«*”J1' ££, ne Preservarli dalle tentazioni «eVpnme realizzare siamo impediti dalla violenza • ^

la dottrina evangelica? Dr0tezione, non Se degli uomini mi chiedon P

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PIAOERI CRUDELI

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devo difenderli anche a rischio di ricorrere alla forza? Devo rimanere neutro anche se davanti a me si uccidono e si torturano esseri umani?.

No, non si deve usare la forza per soccorrere e difendere i propri simili,perchè il bene non può essere compiuto colla violenza, ossia col male.

Diletto amico, ve ne supplico pel Dio della ve¬

rità che adorate, non inquietatevi e non cercate oppormi prove delle vostre convinzioni, prima d’aver meditato non ciò che scrivo, ma il Vangelo, e non il Vangelo come parola di Dio o di Cristo” ma il Vangelo considerato come la dottrina più sem¬

plice, più precisa, più comprensibile e pratica, se¬

condo la quale gli uomini devono vivere.

Come comportarmi davanti ad una madre clic batte il suo bambino?

Si tratta, comprendete bene, non di seguire i mio primo impulso, ma di decidere saggiamente tamftamCn 6 SU m°d° 001 qUale devo oompoi-

‘“P1*180 8ar& la vendetta, come se

! offesa fosse diretta a me; ma mi devo chiedere se tale vendetta è ragionevole: e se è bene adope-

figlfuSof V6rS0 qUClIa madro che batte U 8110

808a ripugna in quell’atto? E che vi inuUostoTlep?iFOl'S? 11 bambino che soffre, — o dell’ira in i„ d°rej°n6 ^a.™adre risente le torture Probabilmnnfo^ delle gioje dell’amor materno?

tea*'- wSs Kr„s‘e =%x

»1M.e «elio. Come mi doro la madre? ™ u ,Abbandonarmi all’ira verso dia che la se^a^sS^fiSf®1 CCS?are la discor:

una cattiva anione chem?gÌ i°’ T™ co,u1inie,fctelre;

Che farp nllnrp? f»C alloi*tanerebbe da lei!

Ciò almeno non « r®Ydere.11 posto del fanciullo?

meno non sarebbe sciocco! Quello clic dice

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PIACERI CRUDELI

83 Dostojevsky o quello che mi ripetono monaci ed arcivescovi, ini ripugna. Essi pretendono che il fare la guerra e il dare tutto sè stessi pei fratelli, sia un diritto di legittima difesa. Risposi sempre:

. Presentare il petto ai colpi altrui, si; ma fucilare i nòstri simili, non è difesa, ma assassinio.

Amico mio, approfondite oollo spirito lo parole del Vangelo,^ e voi vedrete come il terzo coman¬

damento così breve, {San Matteo, cap. V. v. 38-39) così categorico, che ordina « di non resistere' al male, cioè non rendere male per male », Be non il massimo, è però uno dei principali ammaestra-' monti della dottrina: ciò che appunto rifiutano di osservare le dottrine cristiano falsamente in¬

terpretate.

Questo stato di cose (da voi odiato) esiste per¬

chè tale precetto è stato finora mal compreso.

Non parlo del Concilio di Nicea, che ha fatto tanto male e che si basava su questa interpreta¬

zione della dottrina di Cristo, « ottenere il bene colla violenza ». Già al tempo degli apostoli, ap¬

pare questa violenza, che ha compromesso il concetto della dottrina.

Quante volte trovai parimenti ridicole le opi¬

nioni dei proti e dei rivoluzionari, coi quali parlai, che consideravano la dottrina evangelica, come un mezzo per raggiungere un fine puramen e ap parente! Eppure, preti e rivoluzionari hanno ìd diametralmente opposte: ma tutti negano co stesso accanimento la dottrina fondameli Cristo. I primi non possono astenersi da 1 Giare gli eretici, incoraggiare i massacri

(anno con benedizioni e preghiere, g ,j ^j.

potrebbero seguire altro ideale che q ntos0 struggere colla violenza il disordin jP ^ Ghe si chiama ordine e che c?®® -a non con-

Evidentemente clero e anstocr Lo stesso Gepiscono la vita umana senza r0'M frutti:

edei rivoluzionari. Si riconosce 1 alòero u

PIACERI CRUDE!.!

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può forse l’albero del bene darò frutti eli violenza ! Così, non si può praticare la carneficina c Tassas¬

simo in nome della morale di Cristo. Per questo gli uni e gli altri rifiutandosi d’ubbidire alla dot¬

trinarsi privano per i primi di quella forza unica che da la fede: voglio con ciò dire la fedo nella ve¬

nta completa, e non nelle sue infime parti. Co¬

loro che lanciano la freccia, morranno per oliera d una freccia. Non è questa una profezia, ma l’e- nunciato di un fatto da tutti conosciuto.

Non si possono servire due padroni alla volta- D’o e il demonio.

Il Vangelo non è il libro che i preti s'ingegnano di spiegarci: o ogni massima che vi si trova, è stata proclamata, non leggermente, ma in istretta logica colla dottrina intiera.

riÌl(-n0llCv U C?n,a,Klame,1to: « non vendicarti » risalta

nel

Vangelo in tutto il suo insieme. A parer cristiana crollerebbe se non fosse sostenuta da questo precetto. E non solo la vita fé maP san ^rlSt° conferl”™o, non solo lo con lei ma san Giovanni mostrandoci Caifa il quale èffSL^ 111 n0me,della fede> ignorando che coÌS ,,P 0 essenziale della verità, ma questo Scrittore il* e neramente espresso nelle Sacre

Cfi ln ! ! 1 AV? S1 dlce ch.e ,la resistenza al malo tentazioni 1 a P'-Ù fcerr^de 6 pericolosa delle tentazioni, h non mi arresto qui. Questa verità

°hiara che’ i Persua o i avrei trovata da solo, anche se Cristo e la suà

Tevaidne°nt T eSÌStÌtÌ- Non vì pare oosìf usassi anche li 10->seiPei. combattere un male, male sopravverrebbe n?!,? VÌole,nza> un altro C0»i milioni di violeAriST.'iererobbe™*

nuovo questo terribile flagello ibi rogna e cl op'

e Sto allsangieefreddoaoTò°ol‘t0 ,nia l)re8hìfa ireaao ciò che qui scrissi, aste-

PIACERI CRUDELI

85 ncndovi dal presentare argomenti favorevoli allo vostro idee, converrete, spero, che esistono prove solido per sostenere le idee contrarie alle vostre e di ciò ne sarete ancora più convinto leggendo là mia traduzione di un riassunto del Vangelo.

Sono certo elio in voi avviene una lotta: la vostra intelligenza, mi dà ragione, ma il vostro cuore si ribella alla mia interpretazione della mas- siina: « Non resistere al male. » Direte a voi stesso

« Vi deve essere in questa massima qualche punto- oscuro da illuminare, qualche ragionamento sba¬

gliato, o li troverò: è impossibile che la dottrina di Cristo, la dottrina dell’amore del prossimo, mi obblighi ad essere indifferente spettatore al malo che si compie nel mondo. » Capirete come un vec¬

chio pari mio, arrivato alla fine de’ suoi giorni, predichi la mansuetudine, e mi scuserete: ma per¬

suaso che ogni passo della vita vostra sarà una battaglia impegnata col male, voi prendete la risoluzione di combattere coi mezzi già trovati e con quelli che di nuovo potrete trovare.

La vostra conclusione è: che bisogna divulgare tale verità tra il popolo, avvicinandosi ai suoi rappresentanti socialisti evangelici, e forzando il Governo, ecc. ecc.

Il sentimento che vi detta querte parole c nobile, e per ciò vi amo, ma è lo stesso sentimento che spinse san Pietro a mozzare rorecoluo dello schiavo. Iraaginate ciò che sarebbe successo se Gesù non l’avesse trattenuto! Una lo a.

partigiani di Gesù avrebbero vinto e. si sare ero impadroniti di Gerusalemme. Che cosa sarete avvenuto allora della dottrina cristiana? in on Osterebbe più: e non avendo nulla su eh ‘ jj.

Poggiarci, saremmo peggiori di Aksajco ® Solovicv (l). Per mostrarvi piu coinp

Jb Aksakov è un panslavista celobre: o hl° Professore di filosofia all’Univocità. * J[os

S6 rlAOERI CRUDELI

la mia idea, vi dirò che io ammetto la dottrina di Cristo, non come dottrina confusa nò metafisica, ma chiara, e applicabile nella pratica.

La dottrina di Cristo, tutti lo riconoscono, consiste nell’amore di Dio e del prossimo. Ma che cos’ò Dio? Clie cosa s’intende per amore? Come amare Dio che è un essere incomprensibile? Chi è il prossimo? Che cosa sono io stesso?

Per me, amare Dio vuol dire amare la verità;

amare il prossimo come sé stessi, è il riconoscere 1 identità della propria esistenza con quella degli altri e coll’eteima verità, che è Dio.

Ma, mi direte, questo Dio ognuno lo comprende come vuole. Alcuni non lo riconoscono affatto.

In qual modo potrei amare il prossimo come me stesso, allorché esiste in me il sentimento d’e¬

goismo innato e che non posso abbandonare?

Dico tutto ciò per far meglio comprendere che t ignijicato del cristianesimo, come di qualunque religione, non è nei principi astraiti; (i principi astratti s incontrano in tutte le teogonie: Buddha, ucio, Soci a te sono stati e sempre saranno

«mapP77SOI;taDfcl de,1!a ste3sa metafisica religiosa) vhiP-nL j fP? jca,^one’ nella mainfestazione nZZ1 df a lehcita d °nni uomo e dell'umanità, presa nel suo insieme.

il !’,5!lnella Genesi che bisogna amare Dio e siina rfintini-«»ma ^P\lca'5,one . di questa mas- sione nplì’naó seccrndo k' Genesi, nella circonci-

£ ’T osservanza del Sabbato e della logge r&r l3i dottrina crisfci^a sta^n

l6Ege dW° è P“sibìlt

Nella sua predicazione sulla montagna Cristo

ha chiaramente definito come ogni uòmo devo

dÒgliCalteriqUeSfca l6gge per la feli(dtà 8ua e ffuelha doSK nrTvoL8isterebbe la sapienti, ma agli ignoranti ed agli 5min.n°D ”

PIACÉRI CRODEÉ

87 Nell’esordio della sua predioa sulla montagna Egli dice che colui il quale violerà il minimo dì questi cómandamenti, occuperà il più piccolo posto nel regno dei Cieli;

(San Matteo

17-20) e durante il sermone ricorda che non basta parlare ma' bisogna operare

(San Matteo,

v. 2-21-27).

Tale predica riassume tutto: vi sono espressi i cinque comandamenti per la stretta osser¬

vanza della dottrina, e vi sono esposte le regole le più semplici, le più facili a comprendersi, per l'applicazione dei precetti verso Dio, verso il prossimo e verso se stessi. Per quanto strano possa sembrare, pure ho dovuto, dopo diciotto secoli, scoprire queste regole come una novità, e sola¬

mente dopo averle comprese, arrivai a ben .in¬

tendere la dottrina cristiana.

Queste regole abbracciano così completamente la vita di ogni individuo, che se l’uomo le seguisse fedelmente, il regno della verità impererebbe sulla terra. Esaminandole poi separatamente, ci si accorge che un risultato così grande e cosi felice, proviene daH’adempimento delle regole lo più semplici, le più naturali, le più facili e le

P>u piacevoli a seguirsi.

.Quando si riflette a ciò che bisognerebbe ag¬

giungervi per arrivare al nostro scopo, nulla si rova; così è impossibile negare l’una di esse 3,eaza nuocere alla verità. So io non conoscessi olla dottrina di Cristo che i cinque comanda*

enti, pure sarei cristiano quanto lo sono oggi, ssi riassumono per me, tutta la dottrina:

1- Non adirarti;

£ xr°n ^are adulterio;

«■ Non bestemmiare;

Non litigare;

EHA^0n combaHere il tuo prossimo,

tour. 6 <l.ue3l;a manifestazione tanto chiara, che si devi6 -Ce a^a agli uomini. Così l’umanità si divi- due direzioni opposte: gli uni avendo

§g PIACERI CRUDELI

un’idea rozza della vita eterna, e pensando solo alla salvezza della loro anima, si ritiravano per perfezionarsi nella solitudine: ciò sarebbe ridi¬

alo se non fosse altrettanto triste! Costoro spre¬

carono forze considerevoli, ma con quale scopo!

realizzare l’impossibile, l’assurdo, e aspirare al bene vivendo lontuni d<ii propri simili.

Gli altri, al contrario, non credendo alla vita futura, vivevano, e parlo dei migliori, solamente per il prossimo. Ma essi ignoravano ciò che abbi¬

sognava a loro stessi, in nome di quale principio volevano il bene degli .altri, e in che cosa consi¬

steva questo bene.

Mi sembra che 1’uiia cosa non possa esistere senza l’altra. L’uomo non arriva a formare la, propria felicità se opera da solo, e separato dai suoi simili, come fecero gli asceti religiosi; e per di più non può fare del bene agli altri, se non sa ciò che abbisogna a lui stesso e in nome di quale principio egli agisce; così fecero e così fanno gli uomini di Stato senza convinzione.

Amo colla stessa intensità gli uomini di queste due categorie, ma odio di uno stesso odio la loro dottrina. La vera e sola dottrina ò quella che or¬

dina un’attività costante, un’esistenza che ri¬

sponda alle aspirazioni dell’anima, cercando rea¬

lizzare la felicità degli altri; e tale è la dottrina cristiana, la quale è ugualmente distante dalla tranquillità religiosa e dalle pretensioni alte: e dei rivoluzionari, che credono proteggere i loro simili senza sapere in che consisto la vera feli¬

cità. La dottrina cristiana ò tale, che obbeden¬

dola, non si può far del bone agli altri senza sen¬

tirsi felici, e non si può essere felici se non fa¬

cendo del bene ai propri fratelli. Ai giovani e a coloro che professano la nostra idea, torna fa¬

cile il non resistere al male colla violenza. In¬

tendete dunque, che se il cristiano rifugge dalla violenza, è perchè comprende che è irragioi e-

riAcrcm orudrm 89

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