• Non ci sono risultati.

COSA SI INTENDE PER EREDITÀ?

3.3.2 Gentrificazione e sviluppo sostenibile nel centro di Budapest 81

Il moderno concetto di sostenibilità, in accordo con il rapporto Brundtland, riguarda la sfera ambientale, quella economica e quella sociale. Un modello di sviluppo sostenibile82 deve necessariamente prendere

81 La riflessione nel seguente paragrafo si basa sulla lettura del saggio: GÁBOR CSANÁDI, ADRIENNE CSIZMADY, GERGELY OLT, Recent trends in urban renewal in Budapest, "Urbani izziv", volume 21, n. 1, 2010, pp. 117-125.

82 Definizione in seguito a Brundtland:

“development that meets the needs of the present

in considerazione tutti e tre gli aspetti. Di solito l’aspetto economico è quello che riesce ad essere maggiormente compreso dalla popolazione e dagli amministratori, seguito dall’aspetto ambientale; probabilmente perché hanno una dimensione più concreta e materiale, correlata a degli indicatori concreti. L’aspetto sociale, in particolare quello del rispetto della diversità culturale, viene spesso messo in ombra e non compreso; capisco la difficoltà di comprendere aspetti culturali appartenenti

without compromising the ability of future generations to meet their own needs” (United Nations General Assembly, 1987, p. 43)

alla sfera antropologica e psicologica ma di fatto si tratta dell’elemento che di più influisce sulla qualità della vita delle persone.

Sicuramente è fondamentale garantire all’umanità un mondo in cui le opportunità economiche siano accessibili ai più e la qualità ambientale non sia compromessa ma ritengo altrettanto fondamentale restituire alle generazioni future in mondo in cui la libertà di espressione, di manifestazione della propria cultura, di rispetto della memoria, siano al centro del dibattito.

Nelle prossime righe vedremo i caratteri del processo di gentrificazione, che ha preso il via a partire dagli anni ’90 nel centro della città e se questo possa essere considerato sostenibile o meno, soprattutto dal punto di vista socio-culturale. In accordo con gli autori la sostenibilità sociale può essere definita come: “sviluppo e/o crescita compatibile con l’armoniosa evoluzione della società civile, promozione di un ambiente che favorisca la compatibile coesistenza di gruppi sociali e culturali differenti e allo stesso tempo incoraggiamento dell’integrazione sociale, con un miglioramento della qualità della vita per tutte le porzioni di popolazione”. Sicuramente il fenomeno della

gentrificazione83 influisce sul concetto di sostenibilità sociale ma non necessariamente in maniera negativa. In generale esso ha la facoltà di generare un mix sociale positivo e altri aspetti incoraggianti come la riduzione dell’inquinamento locale (se comparato al fenomeno della suburbanizzazione) e la riduzione della segregazione sociale delle fasce più povere.

I motivi per cui il fenomeno ha preso piede nel centro di Budapest sono differenti e possono essere generalizzati come segue:

- L’accumularsi di un certo capitale nelle mani della media borghesia o dei liberi professionisti, seguito da un livello accettabile dei prezzi degli immobili in seguito alla deindustrializzazione, hanno promosso gli investimenti immobiliari nel centro città.

83 gentrificazione  s. f.  Riqualificazione e rinnovamento di zone o quartieri cittadini, con conseguente aumento del prezzo degli affitti e degli immobili e migrazione degli abitanti originari verso altre zone urbane. Dall'ingl. gentrification, a sua volta derivato dal s. gentry ('piccola nobiltà').

h t t p : // w w w . t r e c c a n i . i t / v o c a b o l a r i o / gentrificazione_%28Neologismi%29/

- Cambiamenti culturali: i consumatori istruiti e appartenenti al ceto medio hanno bisogni che non possono essere soddisfatti nei grandi centri commerciali di periferia.

- La crescente importanza del settore terziario con la conseguente domanda di impiegati ha favorito la scelta da parte dei lavoratori di un’abitazione vicina al centro, vicina agli uffici in cui lavorano.

- L’aumento del lavoro femminile, dei single e delle coppie senza figli che trovano un riscontro insediativo ideale nelle piccole unità immobiliari del centro città.

- Il taglio dei costi di ristrutturazione grazie all’introduzione di nuove tecnologie di costruzione.

Affinché il fenomeno possa prendere luogo è necessario che siano rispettati alcuni requisiti ambientali tra cui il fatto che il quartiere che accoglie la nuova popolazione debba rispondere ai bisogni socio-culturali di questa fetta di popolazione e allo stesso tempo che tale gruppo sociale sia dotato di un elevato livello di apertura mentale, di predisposizione al cambiamento e ad

uno stile di vita dinamico84. Difficilmente questo incontro tra domanda e offerta si completa reciprocamente e infatti non a caso in Erzsébetváros i primi a trasferirsi nel quartiere sono stati studenti, artisti e giovani professionisti, seguiti da coloro che semplicemente, avendo la disponibilità economica, hanno deciso di investire nel comparto immobiliare del distretto. Una così dinamica disomogeneità può essere elemento di grande ricchezza ma può diventare, se non gestita e appoggiata da un contesto architettonico/abitativo adeguato, motivo di segregazione sociale e di isolamento tra i diversi gruppi.

La più grande ondata di gentrificazione nel VII distretto è avvenuta intorno al 2000 ed è viva ancora oggi. Dopo il collasso del comunismo la maggior parte degli edifici sono rimasti invariati e privi di opere di manutenzione; in questo contesto di architetture affascinanti, storiche e decadenti, grazie agli sgravi fiscali del governo, sono iniziate le prime demolizioni e ricostruzioni. Si stima che tra il 2001 e il 2006 siano stati annualmente mediamente demoliti 12 edifici ogni 100 nuove costruzioni. I maggiori investitori

84 LORETTA LEES, TOM SLATER, ELVIN WYLY, Gentrification, Routledge, New York 2008, p. 164.

furono spagnoli e israeliani in cerca di grandi lotti dove costruire centinaia di unità immobiliari; la compattezza degli isolati e delle strade hanno portato il più delle volte ad un uso disparato dello spazio e per raggiungere il maggior profitto possibile alla realizzazione di unità di 47-59 mq. L’adozione di tagli così piccoli può avere effetti positivi nell’immediato ma in un’ottica di crescita futura del quartiere preclude il trasferimento di famiglie con figli e non garantisce quindi il corretto ricambio generazionale al quartiere. Questo processo ha poi subito una forte battuta d’arresto dopo la crisi economica del 2008 e tutto ciò ha portato, da un lato alla stagnazione del mercato immobiliare, dall’altro ha decretato un importante rallentamento delle demolizioni e la sopravvivenza di edifici storici.

Per ora i promotori immobiliari hanno puntato sul settore del divertimento, della ristorazione, dell’intrattenimento, attraendo un pubblico giovane e universitario.

Immaginiamo una fase storica in cui il centro della città non sia più attrattivo e studenti di tutta Europa smettano di recarsi a studiare a Budapest; il quartiere si ritroverebbe svuotato, senza impiegati, professionisti e studenti e senza aver

creato nel frattempo un’ossatura fatta di famiglie, di vita comunitaria; tutto perché l’offerta immobiliare è fatta di monolocali o bilocali. Un esempio chiaro si può osservare in Gozsdu Udvar (cortile-passaggio). Si tratta di un passaggio pedonale che taglia trasversalmente il cuore del quartiere mettendo in comunicazione i cortili di innumerevoli palazzi in serie. il passaggio è stato rinnovato secondo i criteri sopra elencati e i lavori sono terminato un anno prima del presentarsi della crisi. Il risultato è un ambiente molto trendy, ordinato, pulito.

Al piano terra locali e ristoranti si affollano di notte e sono un riferimento per il turismo notturno di Budapest; tuttavia di giorno regna la desolazione, sembra di essere in un luogo disabitato e di fatto ai piani superiori sono molte le unità immobiliari vuote. La critica a Gozsdu Udvar non vuole essere distruttiva (magari nei prossimi anni diventerà un luogo ben integrato nella vita quotidiana degli abitanti), vuole solo far riflettere che non sempre “nuovo e razionale”

significa automaticamente vissuto e non c’è sfida più grande per un pianificatore di creare uno spazio nuovo che sia recepito come sicuro, intimo dall’utente, soprattutto in un contesto così denso e consolidato. Non voglio che traspaia da queste ultime righe che il quartiere non sia vivo, abitato, anzi è

tutto il contrario; nonostante una leggera diminuzione della popolazione in seguito ad un calo delle nascite, tra il 2001 e il 2007 il livello di calo demografico si attestava intorno al 3% contro una media cittadina del 4,6%. Il fatto che il calo demografico in Erzsebétváros si sia sentito meno che in altri distretti è dovuto al fenomeno della gentrificazione, che un’altra volta assume un ruolo positivo. Qui è echiara l’influenza della gentrificazione in quanto, il primo e più evidente segnale di questo fenomeno in generale, è l’aumento del livello di scolarizzazione e istruzione degli abitanti.

Insieme al fenomeno di gentrificazione, come suo correlato o simile, si sta verificando un fenomeno di “studentizzazione”85. Il quartiere ebraico è ideale per gli studenti universitari ungheresi e Erasmus per diversi motivi, la struttura degli immobili, piccoli e/o con piccole stanze, la posizione centrale, la vicinanza ai principali mezzi di trasporto, l’offerta per l’intrattenimento, i relativamente accessibili canoni di locazione.

Dal punto di vista della sostenibilità sociale la questione fondamentale riguarda gli effetti della gentrificazione e del rinnovamento urbano sulla fascia più povera di popolazione.

85 GÁBOR CSANÁDI op. cit. p. 123.

In certi casi è auspicabile per loro trasferirsi in un’area diversa, più adatta al loro stile di vita: il fatto di vivere costantemente sotto la minaccia di un possibile piano urbanistico di rinnovamento e non avere i mezzi economici per affrontarlo, il non sentire più il senso di appartenenza nella propria casa per questo senso di precarietà. Sicuramente qualcuno desidererebbe allontanarsi da una situazione del genere. Tuttavia questo gruppo sociale è il più vulnerabile e debole rispetto alla propria capacità di rappresentare i propri interessi; a questo punto la domanda del prezzo da pagare rimane: “è giusto che lo strato sociale più povero debba pagare per un rinnovamento di cui godranno le fasce più alte della società?” E ancora: “il peggioramento delle loro condizioni di vita è il giusto prezzo per rendere il centro città più vibrante e accogliente?”