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5. NUOVI OBIETTIVI REGIONALI

5.2 Obiettivi delle FER Elettriche

5.2.6 Geotermia

La geotermia riguarda lo sfruttamento dell’energia termica disponibile all’interno della Terra per utilizzi civili, agricoli ed industriali. Essa è suddivisa in funzione dell’utilizzo in:

alta entalpia (fluido geotermico con T > 150°C) per la produzione di energia elettrica e per usi industriali

media entalpia è caratterizzata da temperature comprese tra 100÷150°C.

bassa entalpia con fluido geotermico con T < 100°C, per usi diretti: agricoli, civili ed industriali

termale per utilizzazioni terapeutiche e ricreative.

In Europa, l’uso geotermico diretto più diffuso riguarda soprattutto le pompe di calore, che coprono il 68%

della potenza termica installata (Antics et al., 2013). L’uso più comune riguarda la climatizzazione, ossia il riscaldamento e il raffrescamento di ambienti di piccola e media taglia. la tecnologia si presta anche ad altre applicazioni e usi diretti, nonché al teleriscaldamento/teleraffrescamento per un’utenza di grande taglia.

Per circa mezzo secolo, più precisamente fino al 1955, l’Italia è stato l’unico paese del mondo a sfruttare il calore geotermico per usi indiretti, cioè per la produzione di energia elettrica, creando un vero e proprio sistema di produzione industriale intorno alla risorsa. Oggi l’Italia è la quinta produttrice al mondo, dopo U.S.A., Filippine, Indonesia e Messico. In Toscana, dove si concentra la produzione italiana, la geotermia copre circa il 25% del fabbisogno regionale con la produzione di più di 5 miliardi di kWh di energia elettrica per circa 2 milioni e mezzo di famiglie. L’energia geotermoelettrica in Italia rappresenta il 6% della energia elettrica prodotta da FER. Il trend degli ultimi anni risulta in recessione in considerazione del forte aumento della produzione di tutte le altre FER. Il suo contributo ai consumi totali di energia primaria è cresciuto in cinque anni da 0,72% a 0,87%, essendo aumentata da 1,36 Mtep del 2010 ad 1,48 Mtep del 2015.

L’aumento, in termini assoluti, è dovuto soprattutto al maggior apporto della produzione geotermoelettrica, passata da 1175 ktep/a del 2010 ai 1280 ktep/a del 2015; mentre gli usi diretti sono aumentati, nello stesso periodo, da 185 a 202 ktep/a.

La Tabella 5.14 mostra la produzione di elettricità nel 2009 da fonte geotermica in Italia per classe di potenza degli impianti. Il 48,3% della produzione deriva dagli impianti con potenza compresa tra 10 e 20 MW, la loro produzione media è pari a 112,1 GWh. Il 33,3% compete agli impianti con potenza installata compresa tra 20 MW e 100 MW, il rimanente 18,4% alle restanti classi.

Tabella 5.14 Distribuzione della produzione geotermoelettrica in Italia nel 2009

Nel 2015 la produzione in Italia ha raggiunto i 5.660 GWh, mentre un nuovo incremento significativo è stato raggiunto nel 2017, passando a 5.871 GWh (circa + 10% rispetto al 2009).

Ovviamente, si tratta di valori percentualmente molto modesti rispetto al grande potenziale geotermico di cui l’Italia dispone, soprattutto per gli usi diretti. Infatti, l’Italia, essendo un Paese a forte vocazione geotermica, potrebbe essere valorizzare maggiormente questa risorsa. Si tratta di una risorsa sostenibile, quasi sempre rinnovabile, compatibile ovunque con l’ambiente ed economicamente conveniente per tutti i livelli di temperatura.

La geotermia nella Regione Siciliana include le sorgenti di acqua calda, fumarole, vulcanelli di fango e molti altri fenomeni che sono la testimonianza diretta in superficie del calore endogeno della Terra.

In Sicilia, inoltre, sono presenti altre manifestazioni termali, non sfruttate, a testimonianza di una presenza di fonte geotermica sul territorio regionale. In ogni caso, il potenziale geotermico, ad oggi ancora non definito, si presenta, almeno in superficie con caratteristiche di bassa entalpia e quindi poco adatto alla produzione di energia elettrica.

In Sicilia, dove, in virtù dello statuto speciale, la competenza normativa e amministrativa è completamente autonoma, vi è un solo permesso di ricerca rilasciato e tre istanze di permesso di ricerca di risorse geotermiche in terraferma, in fase di istruttoria.

La geotermia a bassa entalpia

L’area vulcanica dell’Etna, l’arco vulcanico delle Eolie e l’isola di Pantelleria rappresentano le principali testimonianze del potenziale geotermico della Sicilia, che necessiterebbe di studi puntuali sulle modalità per un possibile utilizzo energetico.

Allo stato attuale il potenziale geotermico della regione trova solo un parziale utilizzo nell’ambito delle manifestazioni di superficie, dove le temperature in media oscillano tra 20°C e 70°C. In Sicilia, infatti, la forma di energia geotermica che fino ad oggi è stata esclusivamente utilizzata, è stata quella connessa alle attività di natura turistico-terapeutiche di alcune sorgenti termali, anche se il calore geotermico può essere impiegato nelle cosiddette applicazioni dirette, con temperature comprese tra 20°C e 150°C, per il riscaldamento civile, per le colture agricole in serra, per l’acquacoltura o la balneoterapia, ecc.

Possibili iniziative sull’utilizzo della geotermia a bassa entalpia possono essere rivolte ad applicazioni di sistemi con pompe di calore che sfruttano il calore endogeno o calore a bassa temperatura da falde acquifere, acqua di lago, terreno, ecc.

Infine, in Sicilia, dove le temperature sono meno fredde rispetto ai paesi dell’Europa centro-settentrionale, le sonde geotermiche mostrano pochissime applicazioni.

Pur essendo presenti in Sicilia manifestazioni di vulcanismo attivo e manifestazioni idrotermali di superficie (Isole Eolie, Pantelleria, Castellammare del Golfo, Calatafimi, Acireale, Sciacca, Etna, Montevago, Terme Vigliatore, Termini Imerese, Alì Terme, Trabia, Cefalà Diana, etc.) allo stato attuale questo potenziale geotermico trova solo un limitato utilizzo, in quanto definito poco significativo dalle ricerche condotte da ENI-AGIP e ENEL tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80.

Riguardo le Isole minori di origine vulcanica, attività fumaroliche sono presenti nell’isola di Linosa e Vulcano e, dal punto di vista idrotermale, molte sorgenti termali sono presenti alle Eolie (temperature comprese tra 55°C e 58°C) e a Pantelleria, con temperature tra i 68°C e i 95°C. Sull’isola di Vulcano tra il 1951 ed il 1956 la Società Vulcano aveva individuato un campo geotermico con temperature oltre i 194°C intorno a 200 metri di profondità, che non fu sviluppato per le difficoltà, all’epoca, di realizzare impianti industriali locali di utilizzazione o di trasportare energia elettrica fuori dell’isola, che allora era pressoché disabitata. Mentre a Pantelleria, nel corso di alcune ricerche condotte negli anni 90’ dalla società CESEN, per conto dell’Ente Minerario Siciliano, erano state riscontrate, in alcuni pozzi esplorativi profondi, anomalie termiche significative con temperature di circa 250°C a circa 700 m di profondità e 270°C a 1.000 m.

Riguardo la Sicilia, oggi le migliori conoscenze del sottosuolo e la recente macro-zonizzazione realizzata nell’ambito del progetto CNR-MiSE, denominato VIGOR, hanno permesso di aggiungere nuove informazioni, produrre nuove mappe di potenziale geotermico superficiale e profondo a scala regionale e identificare in Sicilia alcune aree potenzialmente idonee per una nuova progettualità geotermica, in linea con le politiche energetiche nazionali ed europee. Nell’ambito del suddetto progetto, alcuni studi più approfonditi e di fattibilità sono stati dedicati ai siti di Mazara del Vallo e Termini Imerese.

Nel 2012 l’Italia risultava al sesto posto, su scala europea, con una potenza installata di 1.278 MWt e 2.840 GWh/a di calore geotermico impiegato per usi diretti (fonte VIGOR). Un utilizzo industriale molto valido della risorsa geotermica a bassa entalpia potrebbe riguardare la desalinizzazione dell’acqua di mare.

Purtroppo nella Regione Sicilia pur esistendo aree di rilevante interesse, come precedentemente evidenziato, la risorsa appare ancora oggi sottoutilizzata rispetto alle potenzialità evidenziate.

Nelle Figure 5.1 e 5.2 si riportano alcune delle mappe realizzate nell’ambito del Progetto VIGOR; non sono, tuttavia, incluse le Isole Minori e in particolare quelle di origine vulcanica, come Pantelleria e le isole Eolie, laddove il potenziale geotermico per la produzione di energia elettrica, per alcune di queste Isole Minori, potrebbe risultare interessante e contribuire in modo sostanziale al raggiungimento di un’autonomia energetica.

Figura 5.1 Carta del potenziale tecnico per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica (fonte Progetto VIGOR).

Figura 5.2 Distribuzione delle temperature fino a 3000 m di profondità (fonte Progetto VIGOR)

Con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 146 del 15 aprile 2021, “Programma Isole Minori nella Regione Siciliana. Apprezzamento”, è stata tracciata una roadmap degli interventi da realizzarsi nelle Isole Minori siciliane, che per ciascuna isola ha delineato gli interventi prioritari per raggiungere la

decarbonizzazione, finalizzata all’autosufficienza energetica, incluso lo sfruttamento della risorsa geotermica.