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Negli Sta Uni il primo landscape architect è Frederick Law Olmsted 31, che si forma in un lungo viaggio in Europa e proge a il Central Park di New York, confronto obbligato per tu gli interven successivi. Realizzato in forme pi oresche ma con grande a enzione agli elemen funzionali, in specie la circolazione, il parco urbano è elemento ordinatore e strumento di sviluppo della ci à, e si ar cola come parte di un sistema integrato: non aggiunto a posteriori, è elemento focale che condiziona il tessuto urbano. È aperto e accessibile a tu i ci adini nell’o ca di uguaglianza profondamente radicata negli Sta Uni .

L’apporto della cultura italiana 32 in questo diba to è de citario e discon nuo, anche a causa dell’arretratezza di gusto condizionata dall’esperienza rinascimentale.

Se a inizio O ocento il roman co è consolidato nelle classi colte, lo s le paesaggis co non trova piena accoglienza presso l’opinione pubblica. La permanenza della tradizione formale in Italia è forte, anche perché la complessa geometria degli impian è tesa a so olineare la monumentalità delle nuove a rezzature imposte dalla dominazione francese (e poi volute dalla nazione riunita) e la loro funzionalità, mentre la tortuosità dei viali e dei bosche è ricusata anche per ragioni di decenza e visibilità. Non si apre un vero e proprio diba to sul verde e sono rari gli esempi pregevoli di sistemazioni urbane non esporta dalla cultura francese. Le vicissitudini legate all’unità nazionale e ai successivi spostamen della capitale acuiranno la speculazione dei suoli e allontaneranno ogni proposito culturale. Si vorrebbe rispondere ai problemi lega

all’inurbamento imitando i tagli nel tessuto urbano opera da Haussmann ma, mancando i fondi, vi si rinuncia senza elaborare alterna ve.

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porzione di terreno, al  ne di esaltarne le bellezze naturali conservando l’e e o di natura incontaminata.

L’este ca roman ca, ispirata alla relazione tra la natura e l’individuo, produce un luogo dove viene costruito, inquadrato ed o erto alla visione un paesaggio che non è né naturale né selvaggio: è il naturale ed il selvaggio che sono desun dalla pi ura di Poussin e Lorrain, dalla le eratura arcadica preclassica, dall’archite ura dell’an chità classica, delle rovine pi oresche e preroman che, dell’eso smo. Il tu o combinato con e e scenogra ci e prospe ci, secondo tagli ed inquadrature studia ad hoc.

Nelle realizzazioni più estreme il giardino diventa una sorta di racconto a tema che mescola in modo ecle co le citazioni secondo un  lo condu ore comune, talvolta quasi in un’an cipazione dei parchi tema ci di diver mento.

La presenza di sepolcri, veri o commemora vi, all’interno di questa  pologia di giardino an cipa quei temi roman ci del culto dei mor che troveranno piena espressione nei cimiteri paesaggis ci: “Un bosche o di alberi ben dispos è bello di per sé; ma se questo è di cipressi funebri ci a acca di più per la dolce malinconia che sveglia in noi l’idea della caducità umana. La sensazione divien più viva e profonda, se in mezzo a un circondario di cipressi v’è una tomba o una memoria d’un uomo celebre o caro” 35. Così già dal Se ecento elemen funerari quali urne, cippi, steli, obelischi, piramidi e tempie diventano ornamen essenziali dei giardini sul modello delle ra gurazioni arcadiche, pi oriche e le erarie.

Il giardino paesaggis co può assumere due connotazioni speci che, pi oresco e gardenesque, che si declinano in ulteriori tecniche speci che.

Pi oresco

Nel giardino all’inglese 35 l’aspe o pi orico del verde denota l’in uenza dell’arche po cinese/giapponese, anche se la ricerca della naturalità si a erma per gradi. Il nesso con la pi ura e il quadro è le erale (“all gardening is landscape pain ng” 36): la natura è vista so o una certa prospe va studiata e ‘incorniciata’

per il dile o del proprietario e dei suoi ospi . William Kent, archite o e pi ore, è considerato il creatore dello s le paesaggis co intorno alla metà del Se ecento:

traendo ispirazione dalle forme ‘selva che’, ricerca contras di masse e colori, l’irregolarità e la spontaneità unite al gusto pi orico.

Il movimento dell’osservatore e la collocazione di vedute preferenziali o a sorpresa sono inclusi nella proge azione alla ricerca di e e scenogra ci e luminis ci, tonali e chiaroscurali. La disposizione delle masse vegetali ed i percorsi sinuosi ed irregolari

FIG. 2.21 - Pianta del parco pubblico di Birkenhead, 1845 ca. [da PANZINI pag. 174]

FIG. 2.22 - Piramide nel giardino di Maupertuis, portale in forma di  nta rovina egizia, che esprime in forme grandiose il gusto per il monumento funerario nel giardino. Proge ata da Brongniart, l’autore del Père-Lachaise. Anche il primo proge o per il cimitero parigino prevede una piramide (crematorio) a

marcare la sommità della collina, ma non viene realizzata. [da CONAN tav. 55]

FIG. 2.23

‘Fabbriche per l’ornamento dei giardini’ da Thouin, 1820.

Si notano i monumen

classici, tombe, sarcofaghi ed urne. [da CONAN tav. 144]

FIG. 2.24 Parco inglese di Monaco, 1806. [da VERCELLONI tav.

139]

FIG. 2.25 Disegno esplica vo della di erenza tra naturale e pi oresco, da Loudon, 1806. [da VERCELLONI tav.

151]

FIG. 2.26 Giardino pi oresco in cui la disposizione delle piante crea e e

prospe ci ed illusioni o che.

[da CONAN tav. 9]

enfa zzano la percezione dell’orogra a del luogo. Nell’ideale fusione tra il parco e la campagna circostante, le recinzioni sono mascherate o sos tuite da fossa (ha-ha, ovvero mure di contenimento scava in un fossato asciu o che creano una sorta di recinzione invisibile). Elemen di spicco sono i bosche (spesso con arbus

alla base per nasconderne i tronchi ed accentuare l’e e o massivo piu osto che i singoli esemplari) che fungono da  ltri e separatori degli spazi aper e da   a cintura verso il perimetro esterno, le radure erbose, i laghe , i torrentelli, i viali. Sono spesso presen un giardino  orito o un arboreto. È contemplato un uso completo dell’acqua come materiale dinamico, dallo zampillo allo stagno, e gli usi di erenzia

corrispondono a diverse vedute lungo il percorso.

Per quanto riguarda gli elemen archite onici, sono ogge o di notevole interesse i gazebo, i tempie , le serre, dispos lungo i percorsi in posizione a entamente proge ata per alludere ai sen men di una cultura este ca per la quale il pi oresco, la rovina  gurata, l’eso co ed il naturalis co fantas co comunicano un senso di appartenenza armoniosa e non dominatrice dell’uomo al mondo naturale. Sono molto studia il rapporto luce/ombra, il colore, i coni visuali, anche se a volte la bellezza, grandezza e varietà delle diverse scene sono perseguite con scarsa a enzione per l’unitarietà e l’u lità dell’insieme.

Anche il giardino moderno/contemporaneo 37, spesso condizionato dall’esiguità di spazio a disposizione, si avvale di accorgimen a ad allargare le visuali anche non riprendendo gli altri elemen dello s le pi oresco: percorsi tortuosi, ricchezza di elemen decora vi, percezioni parziali e deformate dello spazio, ecle cità di s le

 no al decostru vismo e alla sperimentazione. L’uso accorto di cor ne e bordure realizzate con siepi e arbus consente di sfru are al meglio gli spazi e creare giochi prospe ci e for impa ‘archite onici’ con poco ingombro.

Lancelot Brown, paesaggista allievo di Kent, me e a punto una tecnica peculiare chiamata Bel ng-chomping-do ng (cingere-ammucchiare-punteggiare 38) cara erizzata da linee boschive con nue, presenze scultoree di gruppi di vegetazione, essenze rigogliose ed isolate. L’e e o è austero, pacato e solenne, in una ‘eroicizzazione’

degli elemen consue della campagna.

Estremizzazione del giardino pi oresco,  no all’idea di scon nare in un ‘paesaggio giardinieris co’, è la teoria del Forest o Rural garden elaborata da Stephen Switzer nel 1718 39 nell’intento di trasformare in parchi interi fondi agricoli, senza recinzioni o perimetrazioni, per quanto ampie. Vaste porzioni di territorio lasciate in uno stato apparentemente incontaminato sono des nate alla vista ed al passeggio, per dile o.

È assecondato l’andamento orogra co del terreno, il muro di con ne è sos tuito da fossa maschera , gli alberi non sono pota . Ciò in opposizione agli spazi chiusi e geometrici, dove la natura è forzata alle necessità di composizione. Si de nisce infa

‘giardiniere naturale’, anche se alla  ne il suo proge o somiglia al parco di Versailles.

FIGG. 2.27-28 Due versioni del cimitero di Norwood che mostrano le di erenze tra la sistemazione pi oresca e gardenesque, chiamate

‘Pleasure Ground Style’ e ‘Cemetery Style’, da Loudon.

[da CURL pag.

257-258]

Gardenesque

Teorizzato da Loudon ad inizio O ocento 40, è de nito come l’evoluzione del giardinaggio a comprendere  ni ar s ci, so o l’in uenza della crescita di interesse per il giardinaggio, l’or coltura e la botanica e sostenuto dall’idea che l’arte, nonostante imi la natura, non debba confondersi con essa, bensì valorizzare le proprietà stru urali e composi ve della vegetazione. La composizione generale segue il pi oresco, ma le singole par sono virtuosismi di giardinaggio con specie di interesse botanico apprezzabili da vicino. Gli arboretum, parchi pubblici cos tui da collezioni botaniche, sono la massima espressione di ques principi. Le cara eris che principali sono l’ar s cità (riconoscibilità dell’intervento, complessità ornamentale e di colori), l’unità di espressione (gerarchizzazione dei percorsi), la varietà (composizione per scene), la relazione (principio di successione ordinata). Gli elemen composi vi tornano ad essere più leggibili e gli spazi ad essere specializza , come parterres  ori , terrazzamen , percorsi sopraeleva . Loudon e Paxton sono gli autori per eccellenza dei parchi popolari di epoca vi oriana seguendo questo s le che perme e di coniugare diverse funzioni: ricrea va (passeggiate e contemplazione), spor va (esercizio e gioco), dida ca (educazione a raverso le piante). Il secondo è però più imprenditoriale e sfru a il valore aggiunto o erto dal parco per collocare ville lussuose, passeggiate per carrozze, aree gioco (come a Birkenhead).

Ulteriore esempio di mediazione tra s le pi oresco e geometrico, lo Style paysager moderne è elaborato da Thouin nel 1819 41 come l’ada amento del giardino paesaggis co ai piccoli spazi della ci à. L’enfasi è a ribuita al percorso di cintura e alla disposizione delle masse verdi per inquadrare cannocchiali prospe ci verso lo spazio esterno, in una successione di vedute. Rimane però in con i o con lo s le formale, ancora ritenuto più ada o per il giardino pubblico di piccole dimensioni in cui l’aspe o funzionale è predominante: “non è altro che un luogo di passeggio abbellito di col vazioni di  ori e di alberature rare” 42. In ne la promenade publique è ancora più sempli cata, con soli  lari di alberi al aven funzione di ombreggiamento del viale des nato al passeggio.

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