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Il milieu islamofobico in Italia: Fiamma Nirenstein e Magdi Allam

Tra i giornalisti italiani Oriana Fallaci non è certamente l'unica ad avere

contribuito alla costituzione del milieu islamofobico nel nostro paese. Come ricorda anche Arturo Marzano in uno dei suoi interventi all'interno del volume Roma e

Gerusalemme78, importanti ruoli furono giocati anche da Fiamma Nirenstein e da

Magdi Allam.

Fiamma Nirenstein, scrittrice, giornalista e in seguito anche deputata della Repubblica Italiana nelle file del centrodestra, si rispecchiava pienamente nelle opinioni di Fallaci e fu senz'altro una delle personalità che più hanno contribuito a diffondere l'idea di questo legame tra terrorismo islamico internazionale e resistenza palestinese. Come osserva Marzano è proprio questa l'opinione fondante del libro del 2002 L'abbandono. Come l'Occidente ha tradito Israele79. Alla ferma denuncia

dell'islamismo internazionale come longa manus all'interno della resistenza

76 O. Fallaci, Io, Oriana, trovo vergognoso, “Il Corriere della Sera”, 12.04.2002

77 Del ruolo dell'islamofobia nel conflitto israelo-palestinese si vedrà meglio nell'ultimo capitolo 78 M. Simoni., A. Marzano., Roma e Gerusalemme, Israele nella vita politica e culturale italiana, cit. 79 F. Nirenstein, L'abbandono. Come l'Occidente ha tradito Israele, Rizzoli, Milano, 2002

palestinese nei territori occupati si accompagna la dura denuncia del mondo occidentale colpevole di avere abbandonato Israele al suo destino. L'accusa di

Nirenstein si fece ancora più acuta nel volume del 2007 intitolato Israele siamo noi80

nel quale sostiene con forza come la battaglia di sopravvivenza Israele sia la stessa di tutto l'Occidente sebbene gli “occhiali neri” dell'ideologia portino l'Europa a

considerare “l'aggressione jihadista come un confronto culturale fra diversi”. Marzano individua un terzo esponente di questa corrente nell'italo-egiziano Magdi Allam, vicedirettore del “Corriere della Sera” dal 2003 al 2008 ed autore nel 2007 del volume dall'esplicativo titolo Viva Israele. Dall'ideologia della morte alla

civiltà della vita, laddove nella prima è da individuarsi l'islamismo e nella seconda la

democratica Israele81. Nato musulmano in Egitto nel 1952 Allam si trasferì vent'anni

dopo in Italia grazie ad una borsa di studio. Negli anni, passando da “il manifesto” a “la Repubblica” al “Corriere” fino ad approdare a “il Giornale”, si pose come uno dei più critici avversari dell'islam fino ad arrivare a convertirsi ufficialmente al

Cristianesimo nel 2008 ricevendo il battesimo direttamente dalle mani del papa Benedetto XVI. In un intervista a “il Giornale” del marzo 2008 il neo-battezzato Allam ha spiegato come abbia perso ogni speranza nell'esistenza di un islam moderato e come nella sua convinzione l'estremismo venga alimentato da “una

sostanziale ambiguità insita nel Corano e nell’azione concreta svolta da Maometto82”.

La critica da parte di Allam verso il mondo islamico è andata addirittura acuendosi negli ultimi anni, fino a spingerlo a disconoscere il Cattolicesimo a soli 5 anni dalla conversione. E' lo stesso giornalista a spiegare, sempre sulle pagine de “il Giornale”, che il motivo principale della sua scelta è da individuarsi nel “relativismo religioso” della Chiesa nei confronti della religione musulmana83. Allam etichetta addirittura

come follie i gesti di distensione come il bacio del Corano da parte di Giovanni Paolo

80 F. Nirenstein, Israele siamo noi, Rizzoli, Milano, 2007

81 Il rapporto privilegiato tra Allam e Israele è testimoniato anche dai prestigiosi premi che il giornalista italo-egiziano

ha ricevuto. In particolare il Dan David Prize, assegnatogli a Tel Aviv nel 2006, e il Mass Media Award 2007, premio assegnato dall'America Jewish Committee. Entrambi i premi evidenziano nelle motivazioni il lavoro di Allam contro gli estremismi ma sembra chiaro che gli estremismi qui considerati siano solo quelli relazionati all'islamismo.

82 E. Barbieri, Magdi Allam: “non c'è un islam moderato”, in “il Giornale”, 25.03.2008

II nel 1999 o la preghiera di Benedetto XVI all'interno della Moschea Blu di Istanbul nel 2006. Il nuovo pontificato di Francesco I (e la conseguente “papalatria”) è stata per lui la tipica “goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Nel prosieguo dell'articolo l'autore ribadisce le sue ferme convinzioni di un'Europa che

finirà per essere sottomessa all'islam […] se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l'incompatibilità dell'islam con la nostra civiltà e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell'odio, della violenza e della morte nei confronti dei non musulmani, se non condannerà la sharia quale crimine contro l'umanità in quanto predica e pratica la violazione della sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà religiosa, infine se non bloccherà la diffusione delle moschee.84

Anche Allam considera tra le sue principali guide ideologiche Oriana Fallaci. In un videomessaggio, registrato a qualche anno dalla morte della giornalista85, Allam

spiega che Fallaci rappresenta “un punto di riferimento imprescindibile” nella

comune lotta all'integralismo islamico e nella denuncia della “pavidità” dell'Europa e del mondo occidentale riguardo questi temi. Oriana, continua Allam, è riuscita con grande efficacia a “scuotere le coscienze, a suonare un campanello d'allarme”. Il giornalista traccia inoltre un parallelo tra la morte di Fallaci, avvenuta il 15 settembre 2006, e la lectio magistralis tenuta da papa Benedetto XVI tre giorni prima, una lezione nella quale il papa si pose in maniera piuttosto critica verso la fede islamica86.

Le critiche che il discorso del papa ha provocato sia nel mondo islamico (“condanna corale dall'insieme dei musulmani”) che nella società occidentale sembrano per Allam dare ragione alle idee di Fallaci e “alla sua denuncia di Eurabia”.

84 ivi

85 Il videomessaggio è presente su youtube al link http://www.youtube.com/watch?v=jUtL9JLBs4E [consultato il 23

aprile 2014]

86 Venne contestata al Papa in particolar modo una citazione pronunciata dal pontefice dell'imperatore bizantino

Manuele il Paleologo: “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”.