1. l’area relativa all’organizzazione delle attività familiari dopo la nascita del/della fi- fi-gli* ha offerto informazioni sulla distribuzione del carico familiare e sui processi
7.1 I risultati della prima fase della ricerca: presentazione dei dati
7.1.1 L’organizzazione dei lavori domestici della coppia
La prima parte dell’intervista ha permesso di analizzare la suddivisione del carico dei compiti domestici durante la gravidanza e di individuare le spiegazioni offerte dalla coppia per dare significato alla propria distribuzione dei ruoli dentro casa (repertori in-terpretativi; Potter, Wetherell, 1987). Sebbene rispetto alla distribuzione dei compiti domestici le coppie mostrino una tendenziale coerenza tra il modo in cui definiscono la propria organizzazione e gli specifici esempi riferiti alla gestione della casa, sono stati svelati alcuni dilemmi ideologici (Billig et al., 1988).
La lettura e l’analisi dei discorsi prodotti dai partner sulla distribuzione dei lavori do-mestici ha permesso di categorizzare le coppie in tre tipologie: “Maggior carico per lei”; “Maggior carico per lui” e “Paritarie”.
Di seguito sono descritte le tre categorie in base alla partecipazione ai compiti dome-stici, ai repertori interpretativi (Potter, Wetherell, 1987) e agli eventuali dilemmi (Billig et al., 1988) e dispositivi retorici (Edwards, Potter, 1992).
Maggior carico per lei: per 11 coppie l’organizzazione, la pianificazione e l’esecuzione dei lavori domestici routinari è maggiormente a carico delle donne, men-tre la partecipazione maschile è maggiore per le attività definite occasionali.Contem-poraneamente, le donne sono impegnate a supervisionare e a coordinare l’operato di mariti o conviventi che si impegnano in alcuni compiti, spesso da loro scelti perché meno noiosi. Lo squilibrio nella gestione dei lavori domestici è dimostrato anche dal maggior numero di ore dedicate dalle donne a tali faccende rispetto ai propri partner.
Tale organizzazione conferma una distribuzione dei lavori domestici gender-typed (Col-trane, 1989).
Le coppie che presentano un’organizzazione dei lavori domestici maggiormente a cari-co della donna fanno principalmente ricari-corso a cinque repertori interpretativi: la grati-tudine femminile verso l’aiuto maschile (repertorio proposto da 11 coppie); la disponi-bilità femminile di tempo (repertorio proposto da 7 coppie); la naturale predisposizio-ne delle donpredisposizio-ne alla gestiopredisposizio-ne della casa e l’incapacità o la demotivaziopredisposizio-ne maschile (re-pertorio proposto da 4 coppie); la socializzazione ai ruoli di genere (re(re-pertorio propo-sto da 1 coppia) e il desiderio femminile di controllo (repertorio propopropo-sto da 1 coppia).
È interessante osservare che il tema della gratitudine femminile per il contributo occa-sionale che l’uomo offre allo svolgimento dei compiti domestici è il più ricorrente nelle argomentazioni proposte dai partner e si presenta in tutte le 11 coppie; gli altri reper-tori interpretativi, invece, ricorrono con una frequenza nettamente inferiore.
Due coppie durante l’intervista fanno emergere un dilemma ideologico da entrambe gestito attraverso due differenti dispositivi retorici (Tabella 2).
MAGGIOR CARICO PER LEI 11 coppie
Repertori interpretativi Dilemmi ideologici Dispositivo retorico Gratitudine femminile verso
l’aiuto maschile (11 coppie)
Disponibilità femminile di
tempo (7 coppie)
Naturale predisposizione femminile e incapacità o demotivazione maschile
(4 coppie)
Dilemma: non esistono differenze di genere vs.
l’incapacità maschile (2 coppie)
Contrasto;
Resoconto retoricamente orientato;
Spiegazione su basi empi-riche;
Formulazione estrema Socializzazione ai ruoli di
genere (1 coppia)
Desiderio femminile di con-trollo (1 coppia)
Tabella 2. Repertori interpretativi, dilemmi ideologici e dispositivi retorici proposti dalle coppie con “Maggior carico per lei” durante il primo incontro
Di seguito sono descritti i contenuti e alcuni esempi dei cinque repertori interpretativi sopra elencati.
La gratitudine femminile verso l’aiuto maschile: la gestione delle attività interne alla casa è intesa dalle coppie come un compito e una responsabilità principalmente femminile. La donna, “regina della casa”, decide quali attività devono essere svolte e gli standard di prestazione da raggiungere; la partecipazione maschile è invece intesa da entrambi come un dono o “un aiuto” secondario (Coward, 1993) concesso alla part-ner da colui che ha la possibilità di scegliere se e quando svolgere i compiti domestici.Ne consegue che la coppia non ha aspirazioni di parità, ma contemporaneamente vive l’illusione di gestire un’organizzazione egualitaria.
Claudia e Biagio
B14: [allora] >diciamo che< quando non sono a lavoro la maggior parte del tem-po lo f passo a casa quindi do una mano sia ho un bel giardino quindi col giardino e poi do una mano nelle faccende di casa cioè niente di così: cioè lavare i piatti dare una mano a sistemare niente di
Manola e Cristiano
C23: e: >gli do una mano quando posso<
Moira e Marco
MA16: quando >c'è da fare qualche cosa la faccio< ↓non è quello il problema
Le trascrizioni riportate mostrano un uomo che partecipa in modo del tutto marginale alle faccende domestiche. Tale partecipazione è descritta come non problematica trat-tandosi di “niente di così” impegnativo o faticoso. La presentazione della collaborazio-ne maschile occasionale conferma che la responsabilità collaborazio-nella gestiocollaborazio-ne della casa è fon-damentalmente della donna.
Carla e Alessandro
A29: poi rientrare quando: >concludo l'ultimo appuntamento< che può essere:
>tarda mattinata oppure può essere il pomeriggio può essere la sera poi rientrare< dare una mano a lei se c'è da fare qualcosa ma trovo già tutto fatto [quindi mi va bene]
[…]
C29: sto: >finendo di pulire< allora lui finisce che ne so >mi manca la cuci-na<
Int42: m
C30: allora me la fa lui capito?
Int43: ok
C31: cioè lascia che faccio io ah e i gliela lascio fare ahah
Maria Grazia e Giorgio
G269: no quando torno solitamente mh solitamente se non ha già fatto lei allo-ra: arrivo e naturalmente quello che trovo in giro cerco di ↓riordinare
Come emerge dalle trascrizioni riportate, l’uomo interviene solo in casi eccezionali, in particolare quando la partner non è riuscita, eccezionalmente, a portare a termine tut-te le attività.
La causa della bassa partecipazione maschile alle faccende domestiche sembra essere attribuita dagli uomini implicitamente alle donne. Il fatto di trovare solitamente “già tutto fatto”, infatti, rende impossibile un coinvolgimento maschile più assiduo. Ironi-camente, Alessandro però afferma che la sollecitudine di Carla “mi va bene”, confer-mando uno scarso desiderio di raggiungere un’effettiva organizzazione paritaria della gestione delle routine domestiche.
Laura e Nino
N47: [no] io sinceramente cioè mi accorgo che in certi periodi magari lei ha meno tempo e cerco di:come dire sollevargli un po’ gli gli incarichi quando magari io vedo che lei è un po’ più tranquilla ha un po’ più tempo magari certi certi compiti li lascio fare a lei
Il precedente estratto propone un uomo che esprime il proprio potere nel decidere chi fa cosa dentro casa, scegliendo quando e in quale misura offrire la propria partecipa-zione a tali attività. Infatti, sebbene Nino proponga una condipartecipa-zione estrema, quando
“lei a meno tempo”, che lo porta a sollevare la partner da alcuni incarichi, egli chiarisce subito che nel momento in cui “lei è un po’ più tranquilla” e “ha un po’ più di tempo”
allora lascia fare a lei, confermando una distribuzione tradizionalista dei ruoli domesti-ci.
Isabella e Aldo
I22: ↑quando lavoravo ero ancora bella attiva quindi facevo tutto io e riusci-vo a muovermi adesso col pancione è un po’ più- m un problema quindi mi aiu-tano durante la settimana vengono e mi aiuaiu-tano ↓poi lui comunque mi aiuta anche qualche quando c’è qualcosa ↑qualcosina [poco ma qualcosina]
Marzia e Carlo
M27: cioè lui mi dà una mano nel senso che è ordinatissimo Int35: m
C29: [certo]
M28: [non mi] lascia mai niente in giro >si ritira la sua roba che utilizza oppure che deve mettere a lavare< non sono io che gliela [ritiro]
C30:[ogni tanto] faccio il letto ma ogni tanto
Infine, è emblematica la condivisione di tale repertorio da parte delle donne che con-fermano l’immagine di brave massaie proposta dai partner. Isabella, per esempio, scrive se stessa prima della gravidanza come “bella attiva”. Sebbene la gestazione de-termini un maggior bisogno di collaborazione nelle faccende domestiche, ancora una volta le donne, che propongono una distribuzione tradizionalista dei ruoli domestici, parlano di aiuto maschile e si mostrano grate per il fatto che siano “ordinatissimi” o che si impegnino nel fare “qualcosina”, confermando e mantenendo una propria mag-giore responsabilità nella gestione della casa.
La disponibilità femminile di tempo: le donne, usufruendo del congedo per mater-nità, hanno una maggiore quantità di tempo da dedicare alle attività domestiche ri-spetto ai partner impegnati nel lavoro retribuito. All’interno di questa categoria le coppie danno per scontata e giudicano “giusta” la maggiore partecipazione femminile al lavoro domestico, secondo quanto ipotizzato dalla teoria della disponibilità di tempo (Blood, Wolfe, 1960). Ne consegue una rappresentazione di tali attività in netta con-trapposizione rispetto al lavoro retribuito, idea sostenuta principalmente dalle donne.Ai compiti domestici non è riconosciuto lo status di lavoro, ma essi sono piuttosto inte-si come un dolce far nulla, anche quando sono dedicate alla gestione della casa intere giornate.
Carla e Alessandro
C22: adesso insomma >magari sono in gravidanza< lui mi: aiuta Int35: m tu sei hai già chiesto il congedo?
C23: si si Int36: ok [( )]
C24: [e quindi] magari essendo in casa cioè non lavorando quindi: quando: sto bene >capito quando sono in forma< mi dedico a fare le cose capito h >però non le faccio neanche di seguito< ogni tanto mi riposo
Carlotta e Federico
F57: insomma cucinare lavare la roba lavare: saprei fare tutto >è chiaro ora che lei è in casa< io esco per andare a lavoro e tutto le fa lei però ↑non dovendo [non dov]
C66: [>si è scontato perché<]
F58: quando si è non dovendoci essere lei io sarei in grado di fare comunque tutte le cose di casa ah
Danila e Fabio
D23: [si è solo che lui non c’è quasi mai quindi quando c’è sinceramente- boh non mi sembra neanche giusto che debba fare le cose ↓qualche volta fa i piatti
Int31: perché non ti sembra giusto?
D24: e vabbè è stanco cioè esce di mattina a volte rientra giusto per mangiare poi riva a lavoro ↓quindi ↑rientra alle nove di sera tutti i giorni
↓praticamente
Franca e Fabio
FR53: ma io ci so io sono in casa ovviamente e ↑sono qua e mica lo faccio tor-nare e >non gli faccio trovare il pranzo pronto<
Isabella e Aldo
A21: tendenzialmente perché: magari io passo più ore più tempo [fuori di casa]
I24: [°fuori in effetti°]
A22: a lavorare o a fare altre cose e magari lei rimane più a casa >solo per quello [non per altro]<
I25: [quando non ( ? )]
A23: [↑quando lei stava lavorando]
I26: [e infatti ]
A24: io ovviamente cucinavo facevo le cose che c’erano da fare
Le trascrizioni proposte mostrano le coppie, donne e uomini, impegnate nel giustifica-re la scarsa partecipazione maschile ai compiti domestici facendo principalmente rife-rimento al ruolo di breadwinner che impegna gli uomini fuori casa. In particolare, le donne esprimono quasi un senso di colpa al solo pensiero di non fargli “trovare il pran-zo pronto”. Tali produzioni discorsive confermano una distribuzione fortemente con-notata in base al genere, secondo la quale gli uomini sono associati alla sfera esterna e le donne alla sfera interna.
La naturale predisposizione delle donne alla gestione della casa e l’incapacità o la demotivazione degli uomini: le coppie che ricorrono a tale repertorio interpretativo fanno propria un’idea ben espressa dall’approccio biologico (Wilson, 1975; Clark, Grun-stein, 2000) per cui la divisione dei ruoli assunti nella sfera pubblica e privata tra uomi-ni e donne trova la sua origine nel sesso, elemento naturale che predetermina diffe-renze psicologiche e fenomeni sociali. L’aggressività e la competitività attribuite all’uomo lo rendono maggiormente adatto alle caratteristiche del mondo del lavoro e disinteressato nei confronti delle attività legate alla casa, mentre la sensibilità e la doci-lità femminile sono intese come gli ingredienti fondamentali per prendersi cura degli altri.Carlotta e Federico
C51: è bravo però secondo me bisogna un po’ spronarlo perché come molti uomini comunque non gliene importa [niente della casa]
L’attribuzione di caratteristiche sex-typed si rafforza mediante il riferimento a regole in-site nel nostro stesso corredo cromosomico che perciò sono intese come “naturali”,
“giuste” e conseguentemente immodificabili.
Carla e Alessandro
C44: anche perché ho più ↑tempo e poi: boh perché magari sai la donna >magari forse è più portata< a fare certe cose
[…]
A42: si perché è più portata lei Int59: si la vedi
A43: io non non non saprei neanche fare cioè no non saprei farlo però >perdo la pazienza per un letto< te l'ho detto carico solo la lavastoviglie che è una cosa ↑semplice ma non perché: perché >non sono portato< non: penso che siano prettamente femminili queste cose fare piegare
Int60: m
A44: stirare [non lo so]
C48: [magari] non lo vede neanche così fondamentale capito A45: [poi perché non l'ho mai fatto capito]
[…]
A47: no no no vabbè così è una: una malattia maschile Int62: ahah
A48: dai
Int63: quindi la reputi agli uomini una cosa A49: si si
Int64: [dell'uomo]
A50: [si]
C50: fa parte del loro dna
In due coppie, tuttavia, il presente repertorio è accompagnato da un dilemma ideolo-gico (Billig et al., 1988): non esistono differenze di genere vs. l’incapacità maschile.
1. La prima coppia, Franca e Fabio, sebbene si proponga portatrice di un’ideologia egualitaria che dovrebbe determinare un’organizzazione paritaria, successivamente so-stiene che alcuni lavori domestici sono svolti dagli uomini solo se costretti.
FR56: si per la metà veramente fabio >è molto collaborativo e ci tiene< ci tiene molto sarà >l'educazione che ha ricevuto ↓lo dico sempre alla mamma<
FA93: cerchiamo di essere assolutamente flessibili in questo non siamo chiusi almeno penso ( )
FR101: si perché poi l'uomo che lava il bagno io non lo so quanti possano FA94: forse in caserma >solo che c’è l’uomo che l'ha fatto in caserma< poi
torna a casa ( ) <e si ciao> non è così
Tale dilemma è giustificato facendo ricorso a due dispositivi retorici (Edwards, Potter, 1992): il contrasto e il resoconto retoricamente orientato. In questo modo si sostiene che lui è un eccezione che conferma la regola “gli uomini non collaborano in casa, tan-to meno lavano i bagni” e ciò è confermatan-to in modo obiettivo mediante il ricorso a fat-ti specifici (l’educazione che lui ha ricevuto è contrapposta alla cultura tradizionalista dominante).
2. Anche la seconda coppia, Maria Grazia e Giorgio, esordisce facendo riferimento ad un’ideologia di genere paritaria.
MG117: non facciamo le cose tipiche che fanno le c le coppie normali tipo la femminuccia che stira le camicie per m per il compag assolutamente no io mi rifiuto [categoricamente
Tuttavia, tale posizione è accompagnata nella pratica da un’organizzazione maggior-mente a carico della donna, da lei giustificato in base alla sua appartenenza sessuale.
Int147: però dici si chi c’è fa ma tendenzialmente sei tu a fare un po’ di più? [stai dicendo questo?]
MG194: comunque forse perché sono una femminuccia forse perché insomma [sono una femminuccia dico]
Lui conferma la posizione della partner e risolve il dilemma facendo ricorso alla spiega-zione su basi empiriche e alla formulaspiega-zione estrema. La sua esperienza personale lo porta a sostenere tale posizione: solo “una minoranza” di uomini si occupa effettiva-mente dei lavori domestici.
G275: e:m ho avuto modo poi alla fine di confermare questa cosa ( ) non tutti quanti sono ordinati però è una ci s ci sono anche degli uomini che comunque tutto sommato
Int192: che tengono alla cura della casa G276: cura della casa esatto si secondo me si Int193: quindi tu comunque [hai vissuto:]
G277: [però ripeto] una minoranza
La presenza di argomentazioni contrastanti da parte delle due coppie rappresentano un timido tentativo per aprire una breccia e favorire il capovolgimento dello status quo. Le produzioni discorsive dilemmatiche pongono infatti in evidenza la possibilità di scardi-nare e mettere in discussione o viceversa di confermare la tradizionale distribuzione tra donne e uomini dei ruoli fuori e dentro casa (Billig, 1991; Fairclough, 1995).
Socializzazione ai ruoli di genere: La coppia che ricorre a tale repertorio interpreta-tivo sostiene che le dicotomie tra le due macro-categorie maschile e femminile siano acquisite e apprese attraverso le interazioni sociali, in primo luogo nella famiglia d’origine (Kuczynski, Parkin, 2007). Fin dall’infanzia, infatti, gli individui imparano a ri-conoscere gli atteggiamenti, i comportamenti e i ruoli più “appropriati” in base al ge-nere di appartenenza. Implicitamente la coppia fa riferimento al tema dellasocializza-zione, processo attraverso il quale si definisce il significato sociale dell’essere donna e dell’essere uomo (Bem, 1981; Bussey, Bandura, 1999; Ruspini, 2003).
Laura e Nino
L37: a inizialmente mi seccava farlo fare a lui mi sembrava quasi che fosse un compito mio. e m:
Int45: come mai?
L38: e la: cioè le abitudini le cose che si vedono in famiglia capito? però
>cioè poi mi sono resa conto< che: dovevamo farlo assieme perché eh era im-possibile e lui l'ha
Int46: era impossibile per per quale motivo? [insomma]
N44: [bè per il tempo]
L39: [perché era molto] impegnativo Int47: m
L40: >e poi se lui trovava le cose fatte< è ovvio cioè anch’io quando ero a casa di mia mamma tutto era fatto quindi >anche lui se trovava la cena le cose< è normale che invece se se comunque basta chiedere alla fine io non ce la faccio lo fai tu? invece se poi ci si abitua che lo fa sempre: ↑la moglie diventa: m
Sebbene Laura attribuisca alla socializzazione un ruolo importante nell’apprendimento di comportamenti “coerenti” con il proprio sesso di appartenenza, il suo discorso sem-bra più mirato a mettere in discussione la distribuzione tradizionalista dei ruoli di gene-re. Tuttavia, con l’affermazione “basta chiedere alla fine: io non ce la faccio lo fai tu?” si conferma il fatto che nella coppia non è ancora agita una vera e propria de-costruzione del genere, ma ancora una volta la responsabilità in casa è intesa come principalmente femminile, mentre la partecipazione maschile aumenterà solo in casi eccezionali quan-do lei non sarà in graquan-do, per vari motivi, di assolvere al suo ruolo.
Desiderio femminile di controllo: la coppia che ha fatto ricorso a questo repertorio riconosce nella difficoltà femminile a delegare la gestione della casa (Allen, Hawkins, 1999) la causa del basso coinvolgimento maschile in tale contesto. In particolare, Carlo si definisce “viziato” da Marzia e, contemporaneamente, la partner “ammette” di esse-re stata lei a impedirgli di svolgeesse-re certe attività domestiche, come la pesse-reparazione del pranzo, poiché come afferma Carlo sporcherebbe troppo la cucina. Tale costruzione di-scorsiva da parte della coppia conferma che entrambi i partner riconoscono le faccende domestiche come una responsabilità principalmente o esclusivamente femminile. In questo modo lo svolgimento dei lavori domestici diventa per le coppie tradizionaliste un mezzo per confermare le differenze tra uomini e donne e costruire la propria identi-tà di genere.Marzia e Carlo
C38: [no perché] comunque sapevamo già cioè io sapevo già che lei era >lo stesso ordinata e poi per la pulizia e quindi< niente mi ha viziato quindi [io ormai]
[…]
M31: [e no no] ↑l’ammetto perché comunque sia sono io che non lo lascio [fa-re:]
C41: [anzi adesso]
M32: per esempio il pranzo Int45: m
M33: preferisco dirgli no no [lascia m]
C42: [perché gli sporco] troppo la cucina quest [no solo per quello]
Il controllo operato dentro casa è percepito dalla donna come fonte di potere e deter-mina la richiesta di alti standard di prestazione, la pianificazione e la programmazione della partecipazione del partner e, come legge del contrappasso, un sovraccarico a sfa-vore delle donne.
Maggior carico per lui: la seconda categoria relativa all’organizzazione dei lavori domestici coinvolge un’unica coppia ed è caratterizzata da un maggiore carico maschi-le nello svolgimento di tali attività. L’uomo è impegnato nella progettazione, nella pia-nificazione e nello svolgimento effettivo di tutti i compiti domestici, routinari e occa-sionali. La partecipazione femminile è invece fortemente limitata.Sebbene tale distribuzione dei compiti domestici possa far pensare a una inversione dei ruoli interni alla casa tradizionalmente associati all’uomo e alla donna, durante l’intervista entrambi dichiarano che tale organizzazione risponde alle attuali esigenze della coppia ed è espressione di competenze da loro precedentemente acquisite (Ta-bella 3). La coppia non esplicita alcun dilemma ideologico.
MAGGIOR CARICO PER LUI (1 coppia)
Repertori interpretativi - Problemi nella gravidanza;
- Mobilità di lui;
- Competenze precedentemente acquisite
Tabella 3. Repertori interpretativi proposti dalla coppia con “Maggior carico per lui” durante il primo incontro
Sono tre i repertori interpretativi proposti e condivisi dalla coppia per legittimare la propria organizzazione dei lavori domestici:
Alcuni problemi nella gravidanza: alcuni problemi di salute durante la gravidanza hanno rappresentato per Beatrice delle difficoltà oggettive nello svolgimento dei com-piti domestici, mentre hanno comportato un maggior numero di ore dedicate da Mar-co a tali attività. Dopo aver superato un periodo ad alto rischio per la stessa gravidan-za, lei si dedica ai lavori “leggeri”, mentre lui svolge quelli più “pesanti” che richiedono più forza fisica (lavare, portare la spesa, fare il bucato).B27: [poi sono] stata male all'inizio Int39: m
B28: si ho avuto un periodo in cui sono stata proprio male quindi ↑era lui ad avere un carico
Int40: mh
B29: cioè un carico maggiore
M28: [e abbiamo avuto] qualche spavento Int41: mm
M29: gli ospedali non ci hanno dato ahah delle anzi piuttosto ↑drammatico in-vece tutto si è ricondotto per fortuna >in termini normali< per cui anche questo è un periodo che chiaramente non c'era una percentuale ovviamente lei doveva stare a riposo quindi era tutto: a mio carico
La mobilità: l’attuale indesiderata condizione di mancanza di lavoro retribuito e la conseguente maggiore disponibilità di tempo dell’uomo (Blood, Wolfe, 1960) è rico-nosciuta come una delle cause della sua maggiore partecipazione al lavoro domestico.L’intervento di Marco conferma che quando era impegnato full-time nel lavoro retri-buito la sua partecipazione ai lavori domestici era del tutto assente. Mentre ora con l’attuale condizione di mobilità può affermare “praticamente il contrario” e dichiarare l’assunzione di una responsabilità maggiore rispetto alla partner nella gestione delle faccende domestiche.
Int25: ↑prima della gravidanza così come prima della mobilità quanto tempo in-vece riuscivi a dedicare alle [faccende domestiche]?
M16: [pochissimo] pochissimo. perché la giornata era l: diciamo quattordici ore giornaliere quindici
Int26: che lavoro svolgevi precedentemente
M17: [io facevo] l'autista di una ditta di impiantistica m: con lavori molto importanti abbiamo fatto >io lo dico sempre giusto per capire le dimensioni<
corte del sole, le vele Int27: mm
M18: tutte cose molto grosse quindi lavori praticamente tutta la sardegna >ma anche un pezzo d'italia< insomma quindi di fatto: sfruttavo parte del letto e parte della doccia a casa tutto il resto [visti gli orari non c'ero mai]=
Int28: [ahah non lo riuscivi a vedere]
M19: = ora sto >facendo praticamente il contrario
Le competenze precedentemente acquisite: entrambi si impegnano nelle attività che permettono l’espressione delle personali competenze acquisite (Bem, 1981)