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DELLA VILLETTA A PARMA

Capitolo 5 LE SUPERFICI DEL RICORDO

5.1 LE CAMPATE DEL PORTICO

Il recinto por cato è cos tuito da una successione indi erenziata di moduli uguali. La singola campata, compresa tra i due pilastri, e le due lesene corrisponden , pos a sostegno della volta e degli archi trasversali, si con gura come un modulo regolatore dello spazio interno del por co che funge da pubblico passaggio. Il por co circolare rappresenta un simbolo di con nuità poiché percorrendolo si ritorna sempre al punto di partenza e, come l’uroboro, rimanda alla natura ciclica delle cose.

La costruzione delle arcate fu possibile grazie ai contribu dei priva , incen va a costruire a proprie spese gli archi e le so ostan cripte in cambio della possibilità di goderne in perpetuo2. Ciò ha fa o sì che all’interno del cimitero si ritrovino oggi archi appartenen a “sogge ”

Fig. 5.0.2 – Rappresentazione delle super ci del ricordo individuale e colle va nelle diverse microarchite ure.

diversi:

- famiglie patrizie (archi priva );

- famiglie ecclesias che (chiesa secolare e ordini regolari);

- confraternite laiche e Università;

- Comune.

Fig. 5.1.1 – Con gurazione  pica degli archi in funzione della diversa proprietà.

Nel por co non vi è corrispondenza dire a tra lapide e corpo del defunto sepolto nella cripta e l’alles mento della super cie del ricordo dell’arcata, insieme alla concezione dell’alles mento decora vo del fondale che è l’elemento di riconoscibilità delle singole arcate, varia in funzione del  po di “proprietà”. Negli archi vi è una compresenza di entrambe le super ci, individuali e colle ve, ma quest’ul me tendono a minimizzare le prime tanto più è forte il senso di appartenenza al gruppo che possiede il sepolcro.

In generale la super cie del ricordo individuale è cos tuita dalle lastre ver cali commemora ve apposte sul fondale delle arcate che successivamente sono andate a rives re anche le lesene, i la interno e laterale dei pilastri e, solo in alcuni casi, anche quello esterno. A quella singola si sovrappone, e talvolta sos tuisce, la super cie colle va cos tuita del fondale stesso, intenzionalmente proge ato insieme agli altri elemen della campata (ad esempio il cielo stellato sulla volta, gli sfonda

prospe ci, i trompe l’oeil vegetali), che presenta un arredo comune a tu e le sepolture. Il nome della famiglia, della congregazione religiosa o della confraternita, che si ritrova spesso nelle lune e, indica un luogo des nato

al ricordo comune a tu gli appartenen al gruppo. Anche la botola a chiusura della cripta sepolcrale so erranea, quando presenta incisioni con il nome o lo stemma della famiglia, può essere considerata super cie del ricordo orizzontale-colle va.

Figg. 5.1.2 e 5.1.3 – Esempi di super cie del ricordo colle va: botola di chiusura della cripta sepolcrale (arco 103) e lune a del fondale (arco 104) con

indicato il nome della famiglia proprietaria dell’arco.

Gli archi priva e quelli religiosi sono cara erizza da un proge o di alles mento “interno” organico e omogeneo cos tuito talvolta da lapidi inserite dire amente nel disegno del fondale rives to in marmo policromo. Nei primi è spesso presente un monumento “a muro”

centrale, che richiama la forma del cippo sepolcrale, o una grossa lapide variamente decorata, in onore del fondatore dell’arco o del primo defunto della famiglia a ornia dalle lapidi dei familiari o di amici di famiglia3. La composizione degli elemen so olinea così una gerarchia spaziale che corrisponde al “ruolo” sociale e familiare dei singoli defun .

Gli alles men degli archi delle famiglie religiose, posiziona per lo più ai la dell’oratorio, presentano spesso la conformazione ad altare con croci sso centrale delle cappelle nelle chiese, i nomi dei defun e le date anagra che di nascita e morte sono inseri “ad elenco” in un’unica super cie colle va.

Gli archi delle confraternite laiche sono quasi sempre risol con una serie ordinata di lapidi tu e uguali che richiamano quelle dei colombari ma in

Fig. 5.1.4 – Schema zzazione della variazione della super cie del ricordo colle va e di quella individuale in funzione della diversa proprietà degli archi.

genere di dimensioni più piccole. L’uniformità che ne deriva so olinea l’appartenenza dei defun ad un gruppo. In questo caso la super cie del ricordo individuale presenta un disegno unitario, ri esso anche nella scelta dei singoli arredi tombali, che tende all’uni cazione del segnale.

Al contrario, negli archi comunali manca un inquadramento “alles  vo”

intermedio tra proge o di costruzione (archite ura) e singolo monumento di sepoltura (alles mento) se non nel proge o preliminare che prevedeva una disposizione regolare delle lapidi dalle dimensioni prestabilite4, come nei colombari, ma che non riuscì ad “imporre” un’uniformazione rigorosa all’intervento del singolo. Tale mancanza è la prima causa del disordine composi vo, conseguenza della concessione da parte del comune del diri o di collocare monumen funerari perpetui nella posizione centrale dell’arcata di sua proprietà, che forza la distribuzione apparentemente casuale degli altri ai la e nella parte bassa. Il risultato è una grande varietà di materiali, forme e arredi delle lastre lapidee, segno della volontà di dis nguersi cara erizzando in modo autonomo il singolo sepolcro.

I monumen centrali possono con gurarsi come:

- monumento a terra lievemente sporgente dal fondale;

- lapidi gemellate;

- lapidi singole che si dis nguono per dimensioni e  niture;

- piccoli sarcofagi su mensola.

L’autonomia, lasciata ad ogni proprietario, di intervenire liberamente sull’alles mento del proprio por co, ha generato molteplici  pologie di organizzazione e di  nitura del fondale, ed è lecito supporre che lo stato a uale di mol archi sia fru o dei diversi interven e rimaneggiamen

avvenu nel corso del tempo.

I fondali semplicemente  nteggia , coper da allineamen regolari di lapidi tu e uguali, rappresentano la soluzione più semplice che richiama l’immagine della disposizione ordinata delle lastre di chiusura dei loculi dei colombari. È il caso ad esempio della serie di archi appartenen

alla confraternita della Pia Unione U cian (archi 108-126) o di quelli dell’arciconfraternita del SS. Cuore di Gesù (archi 16-18).

I fondali decora sono per lo più dipin o rives  in marmo, con scarsità di monumen sporgen dal fondale. La  pologia di alles mento prevalente è quella del monumento centrale, anche come grande lapide, posto al centro dell’arcata in modo da stru urarne lo spazio is tuendo una gerarchia negli elemen che lo circondano. Dove sono presen due lapidi monumentali si crea una distribuzione simmetrica.

Spesso il monumento principale è parte di uno sfondato prospe co5 dipinto a trompe l’oeil, che rappresenta un’archite ura, una vista d’interni o un paesaggio vegetale. Nelle scenogra e archite oniche sono ricorren

ra gurazioni di absidi coperte da una semicupola ricordan le cappelle delle chiese con monumento centrale, come l’arco 78 della famiglia Fulcini, e le prospe ve che ampli cano lo spazio e “imme ono” in stanze voltate e corridoi, lungo i quali si mol plicano i monumen dipin , che si vedono nell’arco 66 della famiglie Gramignola Saccani e dell’arco 154 del monastero di San Giovanni Evangelista.

A questo proposito sono interessan due schizzi di gusto ecle co del pi ore Giacomo Giacopelli6. Il primo del 1857, presentato nella licenza di o obre per il fondale dell’arco del conte Giuseppe Simone a7, sembra raddoppiare in profondità la campata del por co mostrando uno spazio

Fig. 5.1.5 – Veduta degli archi appartenen alla confraternita della Pia Unione U cian con lapidi disposte in  le regolari.

interno con copertura a vela: una stanza sepolcrale, con monumen

funerari nelle arcate laterali e sulla parete di fondo, una porta con il simbolo dell’uroboro alato a ancata da due candelieri accesi e una  la di lapidi sulle rispe ve lesene laterali. Sulla lune a in alto è presente lo stemma della famiglia. Il secondo, allegato alla richiesta del 1858 per la decorazione dell’arco del conte Giovanni Gilli8, mostra una nicchia con cupola casse onata che racchiude un monumento funebre ornato da

 gure alate, avente come basamento un altare irrigidito da un mo vo a bugne. Ad incorniciare lo sfondato prospe co,  nte lesene contenen una

 la di lapidi e sormontate da un arco sembrano so olineare la divisione tra lo spazio reale di passaggio e sosta del por co e lo spazio illusorio dell’altare funebre della cappella.

Fra i fondali con rives men marmorei si dis nguono quelli con lapidi disposte secondo una griglia regolare incorniciata da fasce marmoree di diverso colore a formare un mo vo geometrico, come gli archi 103 e 109 rispe vamente delle famiglie Balestra e Rugalli, e quelli con monumento centrale e lapidi a orno disposte in modo simmetrico. In pochissimi

Fig. 5.1.6 – Par colare del fondale dell’arco del monastero di San Giovanni Evangelista.

casi vi sono fondali scultorei, dei quali è mirabile esempio l’arco 102 di proprietà della famiglia Bulloni-Serra. Il fondale presenta un’edicola che incornicia una porta socchiusa  nemente cesellata e una  gura femminile nelle sembianze di angelo messaggero; alla base dell’edicola è collocato un bassorilievo marmoreo ra gurante una donna inginocchiata che invita al silenzio un angelo-fanciullo e lateralmente due bus sorre

da mensole decorate con ghirlande  oreali. Di fronte a questa parete, nell’arco “esterno” del por co, è collocata su un alto piedistallo la statua a grandezza naturale di Giuseppe Serra, rivolta verso l’interno.

Spesso gli archi rives  , ed in par colare quelli appartenen agli ordini religiosi, sono con gura come gli altari nelle cappelle delle chiese, sia che la rappresentazione risul pia a (come gli archi 115 e 147 dei Missionari Saveriani), sia che gli elemen principali emergano in rilievo (ad esempio gli archi 9, 134 e 149 rispe vamente delle Suore Clarisse, delle Ancelle dell’Immacolata e dei Parroci di Parma).

Nei fondali di rifacimento prevale la griglia ordinata di lapidi; è il caso ad

Figg. 5.1.7 e 5.1.8 – Schizzi del pi ore Giacomo Giacopelli per la decorazione dei fondali dell’arco 34 e dell’arco 141.

ASPr, Comune di Parma, Ingegneri e Archite , Licenze di Fabbriche, b.2479, 1858.

esempio dell’arco 145 appartenente alla confraternita delle Cinque Piaghe, ove i restauri recen hanno riscoperto la presenza di un mo vo decora vo, incorniciante la lapide dedicatoria, con pu ala che sorreggono il calice.

La con nuità del possesso è so olineata dalla presenza di un alles mento ripe  vo nei fondali e dalla presenza di pavimen omogenei che spesso mancano di bordatura tra un arco e l’altro. Quando due o più archi con gui appartengono al medesimo proprietario, viene ripetuto lo stesso alles mento, eventualmente con un monumento posto al centro dello spazio comune a so olinearne la con guità. Presso l’Archivio di Stato di Parma sono conserva tre disegni9 di proge o data 1835 e  rma da Francesco Be oli che mostrano due varian di alles mento per due archi con gui appartenen alla Compagnia di San Giovanni Decollato: i primi due presentano al centro dei fondali un monumento in s le neoclassico a orniato da lapidi, anche sulle lesene e sull’arco in comune, il terzo invece mostra la variante con monumento collocato in corrispondenza della lesena centrale e lapidi ordinate nei fondali.

Figg. 5.1.9 e 5.1.10 – Par colari dell’arco 102 di proprietà della famiglia Bulloni-Serra: angelo sulla soglia e altorilievo.

I fondali, sia quelli realizza che quelli solamente proge a , come anche le lapidi degli archi, o rono una panoramica generale degli s li archite onici con elemen neoclassici (i monumen centrali), neogo ci (le lapidi con le guglie) e neoegizi (i portali con gerogli ci),  no a mo vi liberty e déco, spesso commis in un gusto ecle co. È presente anche qualche esempio meritevole di scultura contemporanea.

Figg. 5.1.11 e 5.1.12 – Due proge per gli archi 16 e 18  rma Francesco Be oli del 17 o obre 1835. Il primo presenta monumen gemelli nelle arcate, il secondo mostra un monumento sulla lesena centrale. ASPr, Conven e confraternite, Compagnia San Giovanni Decollato, disegni 21 e 22.

Negli archi 46, 150, 77 e 81, al centro dei pilastri esterni, sono colloca

monumentali sarcofagi di elevato pregio scultoreo, risalen agli anni Ven

del Novecento. L’inserimento di ques elemen , pensa per essere vis dai viali dei campi, impedisce la possibilità di passare dire amente da ques

al percorso por cato, contribuendo così a delimitare lo spazio interno.

In ques manufa si veri ca, come per le tombe, la sovrapposizione tra luogo del ricordo e spazio della sepoltura.

In par colare, il monumento sepolcrale ere o so o l’arco 46 in memoria di Adele Schianchi e del tenente Tino Gnecchi, è arricchito verso i campi da una statua in bronzo dello scultore Emilio Trombara, rappresentante una  gura femminile a braccia aperte che  ene una ghirlanda di rose e si appoggia con grazia angelica al sarcofago marmoreo, e verso il passaggio coperto da una grande lastra di bronzo ra gurante la scena del ricongiungimento delle anime dei due innamora , nella quale viene ra gurato il sepolcro e uno scorcio degli archi della Ville a. Come l’epigrafe so ostante «ei son dove l’amor non muta / vivono in cielo ove l’amore è vita», anche il monumento celebra il tema dell’amore terreno, des nato a durare senza  ne nell’eternità dell’oltretomba.

Opera pregevole del medesimo autore è anche la statua bronzea ra gurante un angelo seduto sull’arca collocata nell’arco 81, che originariamente teneva in una mano la tromba del giudizio e nell’altra la clessidra. Sempre appartenente alla  pologia del sarcofago con scultura, è il sarcofago funerario con aquile in metallo sugli spigoli e statua di donna piangente realizzato dal marmista Antonio Leoni collocato so o l’arco 77. Unico nella sua  pologia è invece l’alto sepolcro monumentale della famiglia Ranza, posto nell’arco 150, in marmo bianco e bardiglio sagomato con volute, aquile e grifoni ai ver ci con applicazioni in bronzo, che richiama in modo dire o le forme e le decorazioni del Sacello Rucellai di Leon Ba sta Alber nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze.

Figg. 5.1.13 - 5.1.14 - 5.1.15 - 5.1.16 – Monumen a sarcofago presen

rispe vamente, in senso orario, sul sepolcro famiglia Ranza (arco 150), sepolcro famiglie Gnecchi-Schianchi (arco 46), sepolcro famiglia Parodi (arco 77) e sepolcro famiglie Soliani-Giordani-Mancini (arco 81).

Fig. 5.1.17 – Bassorilievo presente sul sarcofago famiglie Gnecchi-Schianchi (arco 46).

a) Interno archite onico con monumento.

Proge o per arco 34, archi 154 e 66. (ASPr, comune di Parma, b.2479)

b) Abside con monumento centrale. Proge o per arco 141, non iden f, arco 78. (ASPr, comune di Parma, b.2479, ASCPr, carteggio, culto, cimitero, b.76)

c) Ambien esterni. Proge o per arco 141, archi 29 e 27. (ASCPr, licenze di fabbriche, b.1)

d) Decorazione piana. Archi 104, 3, 145.

Fig. 5.1.18 – Archi del por co dell’O agono.

SCHEMATIZZAZIONE TIPOLOGIE FONDALI DIPINTI

PROGETTI D’ARCHIVIO E REALIZZAZIONE

SCHEMATIZZAZIONE TIPOLOGIE FONDALI CON RIVESTIMENTI MARMOREI

a) Fondale completamente rives to di marmo.

Proge o per archi 111 e 109, arco 103. (ASCPr, licenze di fabbriche, b.5; ASCPr, carteggio, culto, cimitero, b.193 )

b) Abside con elemen scultorei. Proge o per arco 149, archi 102 e 134. (ASCPr, licenze di fabbriche, b.35)

c) Fondale marmoreo e lune a decorata. Archi 73, 14 e 127

d) Monumento centrale su fondo  nteggiato Archi 107, 133, 138.

Fig. 5.1.19 – Archi del por co dell’O agono.

PROGETTI D’ARCHIVIO E REALIZZAZIONE