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3. la concezione differenziata dei ruoli familiari. Le rappresentazioni sociali relative ai ruoli di genere all’interno delle mura domestiche possono influenzare le aspettative

6.4 Metodologia

6.3.3 Obiettivi della terza fase. Le coppie riflettono su come hanno agito il genere e la genitorialità

La terza e ultima fase del nostro studio ha avuto l’obiettivo di produrre dati circa il si-gnificato che la coppia attribuisce alle modalità di costruzione del genere e della geni-torialità agite nel corso delle interazioni avvenute nel primo e nel secondo studio.

L’attenzione è stata posta, inoltre, sulle giustificazioni e sui resoconti prodotti dalle coppie per spiegare eventuali contraddizioni tra quanto dichiarato nel primo incontro, avvenuto durante la gravidanza, e quanto agito durante il secondo incontro, a tre–

quattro mesi dalla nascita del/della bambin*.

Soltanto dopo aver dato modo alla coppia di esprimere le proprie posizioni e il signifi-cato personalmente attribuito alle sequenze interattive mostrate, la ricercatrice ha proposto una propria analisi (precedentemente discussa insieme al gruppo di ricerca) dei contenuti emersi durante le precedenti fasi della ricerca.

Appendice A e Appendice B). Particolare attenzione è stata rivolta alla presentazione del terzo e ultimo incontro specificando che l’intervistatrice avrebbe chiesto in quell’occasione di ragionare insieme sui contenuti emersi nei precedenti incontri e avrebbe proposto alla coppia l’analisi elaborata dal gruppo di ricerca di quanto emerso nel corso dei precedenti incontri.

6.4.2 Partecipanti

I partecipanti alla ricerca longitudinale, coinvolti attraverso un campionamento non probabilistico o di convenienza, sono venti coppie eterosessuali, coniugate o conviven-ti, che vivono la transizione alla genitorialità. Il 20% dei partecipanti è residente nella provincia di Cagliari, mentre l’80% vive nel territorio del Sulcis-Iglesiente4.

14 coppie sono sposate, 6 sono coppie di fatto. Al momento della realizzazione del primo incontro, 19 coppie convivevano e i membri di una coppia, per ragioni di ordine economico, vivevano presso le rispettive famiglie d’origine; al momento della realizza-zione del secondo e terzo incontro anche i membri di questa coppia convivevano pres-so l’abitazione della famiglia d’origine di lei. Durante il secondo incontro si pres-sono verifi-cate altre eccezioni: tre coppie vivevano con i genitori di lei, una coppia a causa di diffi-coltà nella conciliazione casa/lavoro retribuito e le altre a seguito di alcuni lavori di ri-strutturazione che hanno reso la loro casa momentaneamente inagibile. Una coppia, invece, ha deciso di separarsi nei giorni feriali per vivere insieme nei giorni festivi. Tale organizzazione è stata decisa principalmente da lei e motivata facendo riferimento alla frequente assenza da casa da parte del partner per questioni lavorative e per problemi di salute del padre. La coppia ha ripreso a vivere insieme quotidianamente a partire dal quarto mese di vita della bambina.

In media la durata della relazione di coppia è di 9 anni (DS=5,98; Range=2-22,5 anni).

Il primo incontro con la coppia si è tenuto tra la sedicesima e la trentottesima settima-na di gravidanza (M=28,65; DS=7,08), 9 coppie sono in attesa di usettima-na bambisettima-na e 11 in attesa di un bambino. Il secondo incontro si è svolto dopo la nascita del/della figli* tra la dodicesima e la diciottesima settimana di vita (M= 14,7; DS= 2,17).

4 La provincia del Sulcis-Iglesiente è tristemente nota alle cronache per essere uno dei territori più pove-ri d’Italia. La chiusura di importanti poli industpove-riali e minerapove-ri, con la conseguente messa in cassintegra-zione o in mobilità di lavoratori e lavoratrici (condicassintegra-zione presente anche nel nostro campione), ha segna-to una costante depressione economica che ormai coinvolge l’intera comunità.

Le donne hanno un’età compresa tra 22 e 43 anni (Md= 33,25; DSd= 4,95), mentre gli uomini tra 30 e 49 anni (Mu= 37,15; DSu= 5,43).

In generale, le donne hanno titoli di studio più elevati rispetto agli uomini (Grafico 1).

Grafico 1. Titolo di studio

Anche per quanto riguarda lo stato occupazionale, sono le donne a fare la parte da leonesse, impegnate nel lavoro retribuito per ben il 95% dei casi. La situazione maschi-le appare più articolata, infatti, sebbene anche in questo caso la partecipazione nel mondo del lavoro retribuito sia elevata (80%), due uomini usufruiscono di ammortizza-tori sociali (mobilità e indennità ordinaria di disoccupazione), mentre altri due hanno volontariamente e temporaneamente abbandonato il proprio lavoro extradomestico al fine di dedicarsi full-time alla gravidanza e ai primi mesi di vita del/della figli* (entram-bi hanno ripreso con la ricerca attiva del lavoro retribuito dopo il terzo mese di vita del/della bambin*) (Grafico 2).

Grafico 2. Condizione occupazionale licenza media

qualifica professionale diploma laurea post lauream

25%

5%

35%

25%

10%

10%

50%

30%

10%

Lei Lui

occupat*

mobilità disoccupat* (per scelta) disoccupat*

80%

5%

10%

5%

95%

5%

Lei Lui

Il dato precedentemente discusso che sembra non in linea con la tradizionale suddivi-sione tra i generi dei lavori interni ed esterni alla casa lascia presto spazio a condizioni contrattuali femminili non altrettanto promettenti. Infatti, sebbene 7 lavoratrici siano dipendenti a tempo indeterminato, 8 sono soggette al precariato (assenza di contratto o contratti a scadenza), mentre la libera professione e l’imprenditoria riguarda solo 4 donne (Grafico 3).

Grafico 3. Condizione contrattuale Lei

I lavoratori (N=16), sebbene meno numerosi rispetto alle donne (N=19), sono princi-palmente coinvolti nel lavoro dipendente a tempo indeterminato (N=6), nell’imprenditoria (N=4) e nella libera professione (N=3) (Grafico 4).

Grafico 4. Condizione contrattuale Lui

co.co.pro.

16%

dipendente a tempo determinato

16%

dipendente a tempo indeterminato

37%

lavoro stagionale

5%

libera professionista

16%

senza contratto 5%

imprenditrice 5%

co.co.pro.

12%

dipendente a tempo determinato

6%

dipendente a tempo indeterminato

38%

imprenditore 25%

libero professionista

19%

L’impegno in termini di ore nel lavoro retribuito è in media pari a 34.44 ore settimanali per le lavoratrici (DSd= 14.75; Ranged= 3-60) e 40.06 ore settimanali per i lavoratori (DSu= 12.57; Rangeu= 15-66).

Per quanto riguarda il lavoro domestico, il carico maggiore in termini di tempo è sulle spalle delle donne (Md= 20.66; DSd= 13.24; Ranged= 2-31.3 ore settimanali) che dedi-cano più del doppio delle ore svolte dagli uomini (Mu= 9.30; DSu= 5.85; Rangeu=1-15 ore settimanali).

Infine, è interessante osservare il confronto tra quanto ipotizzato e quanto effettiva-mente agito dalle coppie per favorire la conciliazione tra impegni extradomestici e im-pegni familiari (Tabella 1). Il congedo parentale è contemplato ed effettivamente scel-to solo dalle donne (75%). Gli uomini optano per ferie o permessi, di durata variabile, da un minimo di 2-3 giorni a un massimo di un mese, a seconda della professione svol-ta (55%). Le ragioni addotte per svol-tale scelsvol-ta fanno riferimento al fatto che nel contesto sociale di appartenenza la richiesta di congedo da parte del lavoratore è ancora forte-mente stigmatizzata. Una soluzione alternativa, espressione di un forte desiderio di condivisione dell’impegno genitoriale, è agita da due neo padri che scelgono con il supporto della partner di abbandonare temporaneamente il proprio lavoro extrado-mestico per vivere attivamente fin dalla gravidanza il proprio ruolo paterno (10%).

I incontro II incontro

Congedo parentale 15 (F) Congedo parentale 15 (F)

Nessun congedo parentale 14 (12M+2F) Ferie o permessi 11 (9M+2F) Nessuna forma di conciliazione 3 (M)

Riduzione ore lavoro

retri-buito 6 (4M+2F)

Riduzione ore lavoro retribuito 2 (M)

Ferie o permessi 3 (2M +1F)

Disoccupazione 1 (F)

Uscita volontaria dal MdL 2 (M)

Reinserimento nel MdL dopo 2

mesi dalla nascita 1 (M)

Ricerca attiva del lavoro 1 (M) Tabella 1. Conciliazione famiglia/lavoro: confronto tra primo e secondo incontro

Per concludere, dall’osservazione dei tempi dedicati ai lavori domestici e dalla gestione della conciliazione famiglia/lavoro retribuito (quasi di esclusiva pertinenza femminile) emerge nelle coppie intervistate un’organizzazione e una distribuzione di tali compiti (presenti o futuri) fortemente a carico delle donne, sebbene siano quest’ultime ad ave-re titoli di studio e uno status lavorativo superioave-re ai propri partner. Tale dato è net-tamente opposto a quanto ipotizzato dalla teoria delle risorse relative (Coverman,

1985). Da questa prima lettura dei dati si potrebbe ipotizzare che il maggior numero di ore dedicare dagli uomini al lavoro retribuito rappresenti la principale causa della stribuzione iniqua a sfavore delle donne, così come prospettato dalla teoria della di-sponibilità di tempo (Blood, Wolfe, 1960).

6.5 Strumenti di produzione dei dati