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MODELLI ARCHITETTONICI: GLI SPAZI DELL’ABITARE

IL CIMITERO E IL SEPOLCRO

2.2 MODELLI ARCHITETTONICI: GLI SPAZI DELL’ABITARE

so ostante.

Nel cimitero moderno la disposizione in successione degli archi cos tuen

il recinto cimiteriale può essere interpretata come orientamento misto24 poiché unisce la disposizione lineare del percorso con quella ver cale del sistema di sepoltura (so erraneo o in avelli) e, allo stesso tempo, determina e chiude la forma dello spazio interno (disposizione orizzontale). I por ci e i loro monumen , da un lato perpetuano il legame an co del cimitero con i luoghi religiosi e, dall’altro, rispondono anche a mo vazioni e ambizioni più laiche, tanto che i percorsi so o i por ci assumono quasi il cara ere di promenade ar s ca25. Prendendo come riferimento il cimitero di Parma, è possibile estendere il medesimo ragionamento alle cappelle private annesse al por co o all’interno delle gallerie.

considerata culla del cris anesimo, nella quale vengono rielabora modelli appartenen ad altre civiltà, in par colare quelle greca ed etrusca, ma anche alle preceden culture  orite intorno al bacino del Mediterraneo.

Le  pologie sepolcrali presen nella necropoli romana si di erenziano a seconda della collocazione (subdiale o ipogea), del  po di spoglie che raccolgono al loro interno (corpi o ceneri), della des nazione della sepoltura (una sola persona, una famiglia o un gruppo) e della ricchezza del defunto.

Nelle iscrizioni romane la tomba viene de nita “casa dei mor ”, con un chiaro richiamo all’abitazione, arche po di riferimento che accomuna le varie  pologie di monumen funebri. È interessante notare che nell’an chità, presso alcune culture come quella egizia, le sepolture avvenivano dire amente all’interno dell’abitazione; a tale usanza sembra essere dovuto il culto romano degli dei Lari26.

Fig. 2.2.1 – Schema che evidenzia i diversi modelli insedia vi e archite onici riuni all’interno del cimitero extraurbano.

Fig. 2.2.2 – Roma, Musei Capitolini, Urna cineraria a capanna.

Fig. 2.2.3 – Cerveteri, necropoli di monte Abatoone, urna funeraria etrusca a forma di capanna.

Fig. 2.2.4 – Civita Castellana, ossario etrusco a forma di casa.

L’immagine dell’abitazione-dimora eterna è ricorrente in tu i manufa

funerari a par re dalle urne cinerarie27 e dai sarcofagi, che rappresentano e riproducono in scala rido a la forma dell’abitazione,  no ad archite ure, a scala maggiore, quali la masthaba, le piramidi egizie e le tombe a tholos dell’area del Mediterraneo che ribaltano in ipogeo la stru ura della camera re angolare con dromos (corridoio) e imponente porta d’ingresso28. Successivamente le sepolture dell’Italia meridionale e le camere ipogee etrusche si stru urano in ci à so erranee (necropoli) sul modello della ci à dei vivi. Questa casa “in forma rido a” è il riferimento dei manufa

romani cos tui da un vano edi cato in super cie o parzialmente ipogeo con pare des nate a colombari che riprende nelle decorazioni alcuni elemen  pici delle abitazioni: dipin murali, mosaici, triclinia ed aedicole, che nelle domus contenevano i bus degli antena e delle divinità prote rici. Nell’evoluzione dei modelli lo spazio interno si contrae

 no a diventare il vano interno e privato delle edicole o o-novecentesche o quello ancor più piccolo delle tombe, a o alle operazioni di sepoltura.

Un altro elemento che accomuna le diverse  pologie di sepolcri è quello della rappresentazione dell’immagine della porta-soglia che simboleggia il passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei mor , presente so oforma di falsa porta in miniatura nelle steli o a grandezza reale nella facciata del monumento.

Colloca in prossimità delle strade consolari, i sepolcri dei patrizi e di ogni cives, che in vario modo abbia contribuito alla grandezza dell’impero, si dis nguono per ricchezza dell’apparato decora vo, per le iscrizioni a scopo commemora vo e per le dimensioni dei manufa . Henner Von Hesberg individua gli arche pi di riferimento dell’archite ura funeraria romana: il recinto, le case e le torri, gli ipogei e le tombe rupestri, i tumuli, le piramidi e le stru ure coniche lapidee, i monumen a edicola semplici e a più piani, le statue poste su colonne, gli archi, gli altari e i templi29. Usa

singolarmente o, più frequentemente, somma tra loro, ques elemen

determinano le numerose  pologie sepolcrali, alcune delle quali vengono riprese poi nel disegno delle edicole borghesi (o cappelle gen lizie), mentre le altre ricompaiono in vario modo nell’archite ura del cimitero.

Le tombe a torre sono una  pologia par colare cos tuita da corpi sovrappos di forma parallelepipeda (generalmente a pianta quadrata) con grandezza decrescente e pare senza  nestre. Frequen in Siria (Palmira) e nelle regioni limitrofe, si rifanno ai proto pi ellenis ci dell’Asia Minore.

Secondo alcune fon sembra sia stato Pompeo Magno a introdurre questa nuova forma di archite ura nelle sepolture romane.

Un’atra  pologia ricorrente nelle necropoli romane è quella delle tombe a tumulo che riprendono la forma dei cumuli di terra o di pietre (segnacolo) ma ampliate di dimensioni. Questo è il  po di tomba più vistoso nelle necropoli romane. Già conosciuto dagli Etruschi e in altre par del Edicole lungo

le vie funerarie

Figg. 2.2.5 e 2.2.6 – La casa è uno dei simboli elementari dell’archite ura fu-neraria  n dall’an chità: Cerveteri, Necropoli della Banditaccia, interno della tomba dei rilievi; Cerveteri, Necropoli della Banditaccia, interno della camera ipogea delle sedie e degli scudi.

Mediterraneo, questo modello rappresenta per i nobili e gli aristocra ci uno strumento di autocelebrazione e autodivinizzazione, tanto più se si pensa che la realizzazione del monumento funebre avviene normalmente molto prima della morte del commi ente. Le costruzioni di questo  po sono cara erizzate da tre par :

- un cono di terra nella sua funzione di vero e proprio simbolo, con un basamento o zoccolo circolare in opera cemen zia rives to di marmo o traver no, che può essere anche in pietra;

- una camera sepolcrale al suo interno che, in alcuni casi, prende luce dall’alto;

- una galleria con copertura a volta che congiunge l’ingresso della cella all’ingresso esterno (dromos).

Fig. 2.2.7 – Palmiria, Tomba a torre del Giambico.

Figg. 2.2.8 e 2.2.9 – Roma, tomba a tumulo di Cecilia Metella, tavola con prospe o, pian-ta, sezione ed elemen dei par colari decora vi e dell’iscrizione, e fotogra a.

Sopra la camera mortuaria, che in alcuni casi prende luce dall’alto, può essere posta una colonna che fuoriesce dal tumulo e sopra questa la statua del defunto orientata verso la strada. In altri casi sul terreno del tumulo cresce un piccolo bosche o di cipressi o di altre piante sempreverdi.

Le dimensioni complessive e il rapporto dimensionale fra le par variano da una costruzione all’altra. L’evoluzione di questo  po di sepoltura vede via via una maggiore di erenziazione archite onica che, con l’inserimento dell’apparato decora vo e l’accrescersi delle dimensioni, trova nei mausolei30 la massima espressione della volontà di conferire un aspe o monumentale e di ar colarne la stru ure.

Fig. 2.2.10 – Roma, Mausoleo di Adriano. Fig. 2.2.11 – Roma, Mausoleo di Augusto.

.

Sempre dal cumulo di terra discendono le forme piramidali e quelle coniche che si ritrovano nei monumen funebri dispos lungo le vie extraurbane. Queste hanno chiara derivazione egizia (i romani infa

erano soli assimilare usi e costumi delle popolazioni conquistate). A questa  pologia appartengono:

- le piramidi con super ci lisce;

- le piramidi con contorno concavo;

- le piramidi a gradoni;

- i coni con la punta arrotondata31.

Spesso esse fungono da coronamento ad una costruzione a forma di edicola. Il solo esempio rimasto a Roma di tale  pologia è la piramide Ces a.

Un mo vo ricorrente lungo le strade suburbane dell’an ca Roma è quello delle tombe ad edicola poste su un alto zoccolo rifacentesi a modelli preceden ellenis ci. Queste trovano riferimento nell’aedicola sacra o funeraria, frequente nel mondo classico, che racchiude l’immagine della divinità o del defunto e riprende il mo vo archite onico simile alla facciata di un tempio ( mpano sorre o da due colonne o pilastri), mentre nelle dimensioni, la tomba ricorda i piccoli templi con una cella (quadrangolare o circolare) dietro al ves bolo pros lo. Decorate da un ricco apparato archite onico tra le colonne sono posizionate le statue dei defun .

Fig. 2.2.12 – Roma, an ca Via Os ense, veduta della piramide di Caio Ces o (G.B. Piranesi).

Fig. 2.2.13 – Populonia, tomba ad edicola.

Le tombe a tempie o su più piani presentano uno zoccolo a forma di podio che racchiude la camera sepolcrale, seminterrata o so erranea,

contenente gli arcosoli o i loculi per i sarcofagi o le urne cinerarie della famiglia e un piano superiore ove si svolgono le cerimonie funebri in onore dei defun . L’ingresso è collocato sul lato opposto a quello della strada su cui si a accia, così che sulla facciata principale sono ben visibili il Titulus (epigra funerarie), le colonne ed eventuali statue.

Fig. 2.2.14 – Roma, tempie o di Anna Regilla o del dio Ridicolo lungo la via Appia.

La colonna o pilastro funerario è un monumento di uso in epoca romana nato originariamente non come sepoltura ma a scopo commemora vo.

Decorata da fregi e sormontata da statue essa svolge per lo più una funzione onoraria o celebra va. Quando la colonna funeraria si trasforma in tomba la camera sepolcrale è contenuta nel basamento.

La stele, il cippo e l’ara, sono le  pologie di monumento più ricorren

tanto per le inumazioni, ove res del defunto vengono adagia nel terreno u lizzando una tomba a fossa, quanto per le incinerazioni per le quali vengono usate tombe a pozzo o viene realizzato un vano all’interno del cippo stesso. In alcuni casi vengono arricchi da piccole statue in altorilievo.

La stele, analogamente a quella greca, è una lastra monoli ca di pietra lavorata, che può presentare un inquadramento archite onico inciso o a bassorilievo (stele a falsa porta, stele a edicola) e che viene in ssa nel Monumen

lungo le vie funerarie

terreno oppure collocata su una parete. Il cippo è cos tuito da un blocco parallelepipedo o cilindrico di pietra scolpita che può essere poggiato sopra un alto basamento e, anche, modellato a forma di ara (altare generalmente di forma parallelepipeda usato per i sacri ci o per i doni agli dei). Ques monumen possono trovarsi riuni all’interno del recinto funerario che va a delimitare una piccola area di terreno u lizzata come sepolcreto di famiglia.

Fig. 2.2.15 – Algeria, Bougie, cippo funerario romano con copertura a piramide.

A ques si deve aggiungere il sarcofago, ovvero una “cassa sepolcrale”, contenente il cadavere u lizzato anche all’interno di monumen di più grandi dimensioni. Realizzato in pietra o marmo, riccamente ornato da sculture e fregi in rilievo, in alcuni casi esso presenta il busto del defunto scolpito sul coperchio in a eggiamento rilassato, appoggiato su un gomito e viso rivolto all’osservatore, di ispirazione etrusca.

All’interno del recinto cimiteriale o ocentesco, in corrispondenza dei viali principali, si ritrovano monumen individuali ed edicole di famiglia, ossia piccole costruzioni indipenden che si sviluppano prevalentemente fuori terra des nate alla tumulazione in loculi, in ipogeo o a parete, che, benché di dimensione e s le di eren , richiamano formalmente le

 pologie romane32.

Nelle necropoli romane anche le sepolture semplici nella terra, in prevalenza collocate nei terreni retrostan la cor na di monumen

funerari più pres giosi, sono contrassegnate da segnacoli: cippi, steli in pietra modestamente decora o tegole sovrapposte.

Nel cimitero medievale, invece, la sepoltura comune avviene nello spazio an stante o a  anco della chiesa, in fosse comuni che ricordano, ingrandi , i tumuli33 di terra delle sepolture delle epoche preceden , sulle quali è deposta una grande croce. Sparsi a orno a queste, vi sono piccoli monumen cos tui da pietre tombali orizzontali, sopraelevate da bassi pilastri o poste a copertura di un massiccio basamento, oppure da croci montate su steli con le pare scolpite o incise, dire amente piantate in Tombe nei

campi di sepoltura

Fig. 2.2.16 – Roma, sarcofago di Nerone.

Figg. 2.2.17 e 2.2.18 – Parigi, Cimitero des Innocents. Cimitero urbano medioevale con fosse comuni al centro del cor le, segnalate da croci colle ve.

Figg. 2.2.19 e 2.2.20 – Croci in un churchyard inglese.

terra; in alcuni casi le due  pologie – quella della lastra tombale orizzontale e della croce o stele ver cale – si sommano in un’unica tomba. Ques

sepolcri, inizialmente per persone ricche che preferiscono l’umiltà della sepoltura cimiteriale all’ostentazione del sepolcro in chiesa, eliminate le fosse comuni medievali, divengono, nel corso del XVII e XVIII secolo, le tombe per la gente comune che non si accontenta più di riposare nella terra consacrata, ma vuole un ricordo terreno concreto. Dalla croce colle va si passa quindi ad un proliferare di croci individuali di diverso materiale e foggia: di pietra, di legno, autonome, incise o scolpite all’interno della stele34. A tal proposito va ricordato il churchyard, il  pico cimitero inglese della  ne Seicento ed inizio Se ecento, cos tuito da un prato costellato di steli ver cali e stre e terminan in un disco con una croce scolpita, headstones, sovente decorate e incise con un epita o.

Il modello della tomba semplice e povera, cos tuito nella sua forma essenziale dalla croce di legno in testa a un mucchio di terra, viene riproposto, accanto ai monumen più ambiziosi della borghesia, anche all’interno dei cimiteri o ocenteschi per i poveri e i solda ; nei secoli XIX-XX, in Italia e Francia, le tombe più di use sono quelle in cui si combinano la stele ver cale, derivata dalla lapide murale e recante l’iscrizione, e la lastra orizzontale, derivata dalla tomba raso terra e ornata solo da una croce incisa fra due ceri.

Ancora oggi, nei cimiteri queste  pologie sono le più di use: all’interno dei campi di inumazione le sepolture possono essere alles te uniformemente con steli, croci o lapidi numerate in testa alle fosse ricoperte da manto erboso, oppure possono essere rives te da copritomba personalizza che determinano una grande eterogeneità di manufa all’interno del campo stesso35.

Nelle aree des nate alle sepolture private sono previste tombe di famiglia cos tuite da una piccola camera sepolcrale, ipogea o semi-ipogea, des nata alle tumulazioni in loculi sovrappos e una parte monumentale sovrastante che nella forma più semplice prevede una lastra tombale, spesso su alto basamento, ed un’eventuale lastra ver cale arricchite da ra gurazioni e arredi.

Il cimitero ver cale an co, cara erizzato da aperture ricavate nella parete e disposte in  le regolari, presenta una grande omogeneità. Sia che si tra di colombari, cos tui da piccole nicchie contenen le urne funerarie, sia di catacombe con loculi di grandezza tale da contenere il corpo avvolto nel sudario, le celle sono normalmente chiuse con lastre di pietra contrassegnate da iscrizioni e simboli e arredate secondo i gus

Loculi nelle catacombe

Fig. 2.2.21 – Schema zzazione dell’evoluzione delle sepolture nei campi:

dal tumulo alla tomba individuale.

individuali.

Questa  pologia di sepoltura si ri e e all’interno dei cimiteri moderni, pra camente invariata, nei loculi, nelle celle e degli ossari a e a contenere i res e le urne contenen le ceneri del defunto dopo la cremazione. La dimensione dello spazio da dedicare agli elemen del ricordo varia in funzione dell’orientamento della tumulazione: è più ampio nel caso di quella laterale e più rido o in quella frontale.

Fig. 2.2.22 – Roma, interno di una galleria delle catacombe di Santa Domi lla.

Lo spazio modulare della campata del por co e delle cappelle private, la cui ripe zione determina la  pologia di insediamento cimiteriale misto, ha come modello di riferimento le cappelle poste all’interno delle chiese, evoluzione dei sepolcri a catafalco medievali.

Dall’analisi delle trasformazioni subite nel tempo dai monumen

funebri si rileva come le lastre tombali di pietra re angolare, in genere di dimensioni corrisponden a quelle del corpo umano, incastrate a

 lo del pavimento36, con la  gura del defunto incisa o scolpita, vengano successivamente rialzate su uno zoccolo, quasi come se il defunto su di esse ra gurato fosse adagiato su un le o, riproponendo l’immagine del sarcofago etrusco.

La stru ura a catafalco è presente, in diverse varian , sia isolata all’interno della chiesa e sovrastata da baldacchino, sia addossata alle pare della

Arcate lungo il por co e cappelle di famiglia

navata, in arcosolio o dentro le cappelle nei muri laterali delle chiese37. Oltre che all’interno, ques monumen funebri trovano collocazione anche esternamente, sui muri perimetrali dei luoghi di culto, oppure isola e sovrasta da un ciborio a protezione, come nelle  piche arche Scaligere di Verona38 .

Fig. 2.2.23 – Verona, arche Scaligere.

Il desiderio di ricercare forme sempre più elaborate volte alla celebrazione del singolo individuo, porta al progressivo arricchimento dell’apparato archite onico e decora vo  no a giungere alla doppia rappresentazione:

nella parte bassa il gisant e più in alto una ra gurazione del personaggio vivo o inserito nel mondo celeste.

Fig. 2.2.24 – Tomba Ilaria del Carre o.

Nelle cappelle delle chiese, avviene uno sdoppiamento per cui il monumento celebra vo trova collocazione nella parte superiore e cos tuisce uno spazio privato per la famiglia, mentre le sepolture vengono poste al diso o. Quando, per mo vi igienici e culturali, non è più consen to seppellire in chiesa, questo  po di sepoltura viene spostato, in forma di tomba di famiglia, nel cimitero, andando a cos tuire il modello precursore degli archi e delle a uali cappelle funerarie, concepi secondo lo schema della cripta so erranea.

Fig. 2.2.26 – Monumento sepolcrale di Teodoro Galizzin alla Certosa di Bologna.

Fig. 2.2.25 – Schema zzazione della collocazione e della copertura del sarcofago: in arcosolio, addossato alla parete o isolato con stru ura a baldacchino.

L’alles mento delle specchiature delle arcate è composto da monumen

“a muro” che riprendono quelli delle cappelle di famiglia collocate all’interno della chiesa, o da lapidi, che richiamano l’immagine delle lastre collocate sui muri interni ed esterni della chiesa, di cui sono un esempio le tombe-epita o e le tombe murali (tableau) arricchite da ra gurazioni in bassorilievo o incisione39.

In alcune gallerie perimetrali sono anche presen lastre orizzontali a terra simili a quelle che ricoprono i pavimen delle Chiese medievali.