esercito, c.mcuisicondussead asse-diareDagnio; e giuntoquivi,la
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seda tutlcleparli;eprimadiusare la forzadellearmi, tentòla dolcez-za,edel pari leminacele onde per-suadere
^i
abitantiarendergli la cit-tà spontaned'mcnte. In qneslo inter-vjilloigoyematori «fellediversecittà, eh’eran confinanticoll'Albania,e sog-gette allaRepubblicadiVenezia,non mancaronod
informare-ilSenato del-lecose accadute inDagnio. Quest*inaspettatanuovascosseiVeneziani
,
i qualiordinaronodi radunarsi
solle-^ citamentetutte leguai-nìgioni circon-vicine,e correre insoccorso di quel-rassedialacittà.
Un
talcomando
fa eseguitoconprontezza,ed
igover--^Datori formaronoinbreveun numero-soesercito.Nel
tempo
stessodue prin-cipi, LechBusm^o
, ePietro Spa-nò, per r avantialleatidelPrincipe, in taleoccasionel’abbandonarono-,
ó
siunironocoisuoinemici. Qualunque altro,eccettoScanderbeg,s’avrebbe at-territovedendotante forzeriunite con-tro dilui:egliperòproseguivai
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sarjpreparativicontantatranquillità à' animo, che nonsolorecava stuporeai suoi soldati,
ma
delpari ispiravaad essiuna grande fiducia.Laondedivi*soilsuoesei'cito, montantea venti-mila uomini, indue
corp
,lasciovviuno
di dodicimila a prosegnii'el' asse-dio,e marciò allatesta dell' altroper combattereiVenciiani:anzi senz’ at-teuderecheglivenisseroincontro,egli s’inolilo sin dentro la provincia di Scodra,ch'ei’a illuogo destinatoper radunarsi tulle ledi lorotruppe. Da>-nicle liirith di Sebenico impazien-tedi vedere unPrincipe,chelosti-mav
adebolissimo,aver1’ardiredi di-spvezzareleforzede’Veneziani, fret-tolosamente schieròil suo esercitoin ordinedibattaglia,esortando isoldati adifender lagloriadellaRepubblica, ecombattere valorosamente pernon
provare ilrossoredi esservinti daunSIpiccolonumerodi nemici. Scander-begper ridestareilcoraggio de’suoi soldati disseadessi:dincordarst
quan-ii8
tagloriaavevano acquistata in diver-sebattaglie, siniultaueamenleli pre-gòanon scordarsi, che combatteva-no con cristiani, onde conveniva di dare lavitaa coloro, iqualisi ren-derebberoallalorodiscrezione
.
La
battaglia incominciò verso ilmezzo
giorno con intrepido valore daambe
leparti; edora iVeneziani, non potendosostenere1’urto degli Al-banesi,eranocostretti aretrocedere:ed ora ritornando controdi essili costrin-gevano conaccanitiassaltiarinculare per poco; edintalmodo
per talune orelavittoriapendeva indecisa.Ma
Scanderbeg usosempreavincere, e non sopportando unafpiùlunga resi-stenza
, piombòinmezzo adun reg-gimento Schiavone, cheformava il centrodell’esercitonemico, abbattè tutto ciò, che trovava innanzi
, ed
aprilastrada agliAlbanesi, ch’eran-glid’intorno;iqualiavventandosi
co-me
Leoni sutalereggimento,lo po-seroin totale disordine,losbandaro-DigilizedbyGoogle
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no»efeceroprigionieri varjsuoi
Of-ficiali. Icombattenti nelle ali, imi-tandoancoressi1’esempio di quelli controilcentro
,attaccaronocon gran-devaloreiVeneziani, li misero in fugacompiuta, edinseguendoli sino sottole
mura
dellacittà,fecero pri-gionimoltilorosoldati,
Dopo
questa vittoria,ilvigilanteScanderbeg sen-la perderetempo
se nepartì la stes-sanotte, ecorseadunirsicolle sue rimanenti truppe,che trova vansi da-vanti aDagnio. Subitoccliè egli vi giunse ,mandò
ad annunziare agli abitantila suavittoria sude’ Venezia-ni,*eperrimuovere qualunque dubbio ordinò,che fossero spiegatele inse-gne nemiche, emostratii prigionie-ri, onde dinuovo propose, che la cittàsirendesseper capitolazione.Ma
gliabitanti risposero,chesierano de-cisidirestarenellafedeltàgiurataai Veneziani finoal loroestremo respi-ro,echeiloro deboli corpisarebbero lachiara nruovadel lorofermo ed
in-120
violabileproponimento.Un’altro vin-citore,
meno umano
, non avrebbe mancato, per vendicarsi della tena-ceintenzione degliassediati, di stra-ziaregl’infebeiprigionieri;ma
il ma-gnanimo Scanderbeg, limgi dall’ ese-guireunatale inumana ebarbara a-zione, ordinòanzi che si togliesse-ro leloro catene, diedeadessila li-bertà, eritenne soltanto due tra i più riguardevoli, comandandodi trat-tarlicon tuttalaproprietà,e onoran-doli secondo ilgradodelle loro cari-che (i). Volendo però impadronirsi assolutamentediDagnio,stabilidi ri-fareun’ antichissimo castello, detto Balesio (a), edistruttodaAttila,che(1)Essi
chiamavansi
;Andrea Umoi
, eSimone
Vulcetai amì^idue diSditali.
(
Franco
Fatti ec. ec.) (2) Questocastelloerasituatoa
pièdelMonte
Sardonico,chia-mato
volgarmente dagli Albanesi Marani.(BarletiusLib.III. )
É
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peressersituatotraScutari, e
Da-gnioimpediva confaciltà'aiVeneziani didare soccorsoagli assediati. Ordi-nò dunque, diesuiilitamente s’ intra-prendesser
opra, la quale inpoco tempo fuportata atermine, e muni-tolodituttoilnecessario,collocòuna guarnigione sitfficientecondòe coman-danti,
uno
de’qualichiamavasi Arne-se, suo nipote,el’altroMarifio Spa-nò,valoroso edistruitòguerriero.Amesa
giovined’età, edi na-turaaudacee precipitoso,non sofFren-do dìrestarechiusoinquelcastellò,
stabilì'di farequaldie luminosa im-presa,epensòd’impadronirsidi Dri-vastepaese circonvicinoa questo ca-stello. Marinoilquale era stato as-segnatodaScanderbeg,
come
diluicompagno
per frenare colsuo giudi-zior eccessivoimpeto dèliasua gio-ventù, siopposeaquest’audace in-trapresa,cprocuròafrastornarlocon tati’imezzi,ma
tutto fu inutile:poiché
Amesa
fermo nel‘suodisegnoò'catìd, I 1
1
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senza dare alcun ascolto alle -dilui parole, presauna partedella guarni-gione, andò ad assediare Drivaste.
Questacittàera posta a'piedi d'
un
monte, e davanti a sesiestendeva imabellae Cortilecampagna.Nell’ av-vicinarsi eglicollesuetruppe,gli
a-bitaiili ed isoldati,uscendodalla cit-tà,rattaccaronoconun grande im-peto, edopo avergli ucciso
un buon numero
disoldati, locostrinsero m,retrocedere,ritornandoancoraessiin città.
Amesa
vedendo,eh’era impos-sibiledi condurre a fine la sua im-presa,si contentò soltanto di mette-re asaccolacampagna, eritirossi;ma
vergognandosi diritornarein Ba-lesio, mostrando aMarino 1’infelice risultatodellasua ignoranza,passò nel campo,clictrovavasiinnanzi aDagnio.
In questomentregiunse anche Scan-derbeg, esapute le sue mancanze,
severamentelosgridò,minacciandolo diprivarlo da qualunque grado mili-tare,senon correggerebbelasua
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ia3
prudeTile condotla.Araesa conoscendo' il propriofallo, edilfondamentodi tali rimproveri, sospirandodisse agli astanti:
a mio
Dio,quanto h degno dipietà edicompassioneunDuce vin-to!dapoicchè arriva ad essereil tra-stullode’nemici, esofweitoallo sde-gnode’SUO''parenti,,
,
In questo
tempo
Mustala',il qua-lesecondo FordinediAmnrat
era re-stato inattivo fino allora ne’ confini dell’Albania,pensò cheiltempo
fos-se (piasifavorevoleperimioversf con-trodiScanderbeg;ondespedrtnr cor-rierealSultano, informandola dello statodellecose in Albania, c chie^
dendo il suopermesso per marciare contro del Principe.
Amurai riceven-do
fuori di speranza tali consolanti nuove, rispose all’istante, dandoal di luigenerale tutta1’autoritàdi opra-re aseconda delsuo volere, Mustafà dunqueraccolte lesuetruppe in un corpo,preparavasi adentrare nell’Al-bania,
ma
il comandantelasciatodaDigilizedbyGoogle
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Scanderbeg inquel luogo conun cor-po dicustodia (i), per osservare le mo§sedegliOttomani,non
mancò
av-vcrtliflo per tentpo su diciò. Al-lorailPrincipe senza alcun indugio prendendo dal.campo di Xlagnio le suetruppe piùscelte,.corse di .flet-taadunirsi colrestante es,ercitoper opporsi all’assaltodi Muatafà,, e ren-dere vanaladiluiintrapresa.In que-stofrattempogliabitantidi Scutari,
saputa ia sua partenza, preserole
ar-mi
per assediare Balesio.U
Coman-danteMarinoinformatodellaloro spe-dizione,,ecomprendendo, che inu-tilmenteavrebbe cimentaloa difender-siperesseremoltopiu debole,fu co-strettodi abbandonareilcastello, e difuggire nelcampo
.diDagnio.I ne-mici travato-Balesiosenzadifesa, lo demolirono sino alle fondamenta, e,(i)Egli erailsopraddetto Con-te Tirana rimasto ne'confini
con
tremila soldatiscelti.(
Franco
ec.)DigilizédbyGoogle
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ritornarono indietro.
Una
simile azio-neinasprì talmenteAmesa
, ohe per vendettavoleva uccidereiprigionÌOTÌ,
che Scanderbeg avevaconsegnati alla sua vigilanza«equelladiMarino,e saccheggiare lutto ciò y di’eravi d’in-torno aDagnio;
ma
ilgiudizioso Ma-rinodimostrandogli quanto tale cru-deltà sarebbe sembrataingiusta asua zioy riuscìd’impedirlodasimileinu-mana
esecuzione.IlPrincipe tostochè s’ebbe uni-to colle sue rimanentitruppe,s' ap-parecchiòad attaccarela Iiattaglia co-gliOttomani,iquali avevanogià in-cominciato adevastaree pcnrrea sac-co ìsuoipaesi; onde disposte tutte lecosein ordine, fecelarassegna del suo esercito. 11 numerode'di lui sol-datibcncbòfossequasiperlametà in-feriorea quellode’uemici, nulla
di-meno
osòd’invitarlia battaglia.Mu-stalaposeancoregliin ordineilsuo esercito.
La
battagliaincominciò un’ora primadel mezzogiorno, edurò
in6
cinque ore conlìimecon eguale ardo-red’ambedueleparti;
ma
allafine iTurchinon potendosostenere il ter-ribileurlodegliAlbanesi,cadderoin totaledisordine,e furono compieta-mentebattuti. Ilnumero
de’morti Ottomani sorpassava li diecimila, e quello de’prigioni li due mila, tra quali trovossi illoroDuce
Mustafà.La
perditadegliAlbanesisiriduceva soloatrecentouomini, iquali Scan-derbegordinòche fossero sepolticon grandepompa
, econ tuttiglionori militari.
La
giojadel Principeperquesta illustre vittoriasarebbe stata doppia, se nelmomento
del suotrionfo non avessesaputo ladistruzione di Bale-sio; ondesenzaprendere il più pic-colo riposodallefatichedella poc’an-zisegtiitabattaglia,simetteall’ istan-te inmarcia collesuevincitrici schie-re, perunirsi col suo esercito, eh’era avantiaDagnio, conducendo se-coiprigionieriOttomani insieme col
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loro generaleMustafà, il quale per
suo
comando diligentemente era custo-dito. Marino allorché gliebbe narra-to ledeyastaxioni fatte dai Scutarini ne'suoipaesi,fusorpreso da grande rabbia, eprendendo isuoi più co-raggiosisoldati, entrane’paesi,
un tempo
posseduti da’Veneziani, reca
daper tutto ilfuoco edilferro, di-strugge tutte legranaglie, le quali eranonel punto dellamesse, mette inpezzile vigne eglialberi fruttife-ri, etrucidatutti quelli, che volici ro fargliresistenza. Scanderbeg non era piùquell’
uomo
dolce e compas-sionevole,il qualeconfacilità lo af-fliggevaladisgrazia deglialtri;ma
divennecome
un’insensato, consacra-tosiintieramente allecrudeltà diun’irainestinguibile efolle;esolol’ in-vernopotèmettere argine all’impeto dellasuavendetta,obbligandoloa ri-tornarenelsuo
campo
diDagnio. Ap-penagiunseivi,vide venire degl’ in-viatidelSultano
, i quali portavano
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ilriscattodiMustafì,ede*rimanen»
tiprigionieri: ricevendo in
pagamen-to delduce 20 milafiorini,e pergli altriunasomma
analogaalgrado del-leloro caridie,inviandoli finoai con-fisisotto lascorta d*uno squadrone perlaloro sicurezza; diviseindi ai suoi soldati tutta lasomma
ricavata da'riscattiper animarli a proseguire rassedio diOagnio con premura mag-giore. IV^tóziani vedendoessere im-possibiled'opporsi aitentatividi un’uomo,
ilqualesembravainespugna-I bile, stabilirono atrattare seco lui dipace, emandarono un' ambasce-riaadoffrirgli
un
paese più ampio, in luogodel contrastato l>agnio (1).Scanderbegaccettòla loro proposizio-ne,edanzi fececollaRepoldrlica
un
trattatodi alleanza.(i)
Fu
convenuto,che
la tà diDagnio
apparterrebbe ai Ve-neziani,ma che
incambio
avrebbe per esso e suoisuccessori^tantoma-I
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