la tuadi volerandarein
un
luogo che si dice pericoloso...—
Bella!eccocheadesso haipaura tu.— Almeno
non tuonasse!— Eppure
il tuonomi
sembra benpiù perico-loso diuna croce piantatain un burrone.— Ah!
chelampo!
èterribile!— È
spaventevole!— Parmi
chela pioggia cessialquanto.—
Riponiamoci in via.— Ah
! mio Dio,eccoche ora vienelanotte...seessa ci sorprendesse prima chenoi
giungiamo
aritrovar la nostrastrada?—
-Camminiamo... camminiamo... incontreremo bene qualcheduno checi mostreràla via.— Ah! come
lapioggia haresosdrucciolevoleil
cammino.
Adesso cascheremo e cosinon
cimancherà
più nulla.27
—
Diamociilbraccio eteniamoci ben salde.Le
dueamiche
si rimettono in via, ridendo quando rischiano di cadere; gettando grida di spaventoquando
i lampi illuminanolacampagna.Lapioggia non cadeva più che araregoccie,
ma
lanotte inoltravasi,epiù esse s’avanzavano piùdiveniva loro sconosciuto ilcammino.
Finalmente una contadina passa perlavia, cac-ciandoavantiasè un asino; lasuavista fa get-tare
un
gridodi gioia alledue
giovani donne.— Buona
donna1...buona
donna!... la strada, di grazia,per andarea Chelles?
— Ah,
buono, voi glivoltate lespalle.'— Che
strada bisognaprendere, allora?—
Voltaleper questosentiero a sinistra... poi ancora asinistra ed arriveretea Gournay... al-lora...— Oh!
allora,grazie, sappiamo lavia.— E
di grazia,siamo moltolontane dalla croce delburrone?
— La
croce delburrone... Gesummaria!... vo-lete andareallacroce del burrone... di sera...e che cosa voleteandarea fareda quellaparte?—
Così,percuriosità...—
Grazie tante, voi sieteterribilmente curiose, allora...—
Ci sarebbeforsepericoload andar daquella parte?—
Caspita... certoèche nessunodelpaese vor-rebbe passare dalburrone, di sera...Quando
vi si passa vicino,sisentono gemiti, lamenti...Si-curamente
èil morto...—
Ionon credoai fantasmi,io...—
Si vedebene che non sietedelpaese...Del resto, prendendo lastradache vi mostro, sarete ,ben
costretteapassare... non perilburrone,ma
davanti l’ingresso...buona sera,signore.fr
28
•* * i , , *
—
Vorresteprestarciil vostroasino per ritor-nare a Cheltes...vidaremo
ilprezzochevorrete...—
No, no,ionon prestoilmio
asinoalle per-soue che vogliono andarealla croce del morto...Grazie...epoi n*jppurGiuliacivorrebbeandare...
essa ricalcitrerebbe... Via,
cammina,
mia povera Giulia!...E
la contadina che ha datoallasuamagra
ca-valcaturailnome
di Giulia, s’allontana infretta cacciando bruscamente labestia innanzi asè.—
Adesso che sappiamo la strada, dice Ono-rina,affrettiamoci; poiché benpresto sarà notte affatto...—
Il tuono romoreggiaancora...— Non
è del tuono che ho paura,io...—
Crediforse allestorie diquella contadina, dei gemili che si sentono dalla partedel bur-rone—
Certo èchequando
noi ci passeremo da-vanti,io mi metterò a correre...Mio Dio, che oscurità!...—
Eccoci sopra una grande strada, almeno...Bisogna voltareancoraa sinistra.
—
Si vedea gran fatica,eio già mi sento stanca assai...— Ahi
cara amica, quel sentiero stretto fra quei due monticelli di terra... dev’essere quelloilburrone...
— Ebbene!
nonvorrai già entrarvi,perritardar di più...— Oh!
lene prego, soltantoun
minuto per vederquella croce...Non
so quel cheavvenga
dentrodi me,ma
sentocome
il bisogno di an-darvi... di pregare perl’infelice cheviha trovatolamorte...
—
Ma, Agata, tunon
hai il sensocomune.
Io non voglio fermarmi, io:29
— Ah!
ascolta...hai, sentito?—
No, nulla.—
Nulla?ascolta ancora... .Questa volta,
un
gemito assai prolungato sifa udiredistintamente.Onorinadivien tremante.
Ella vuole salvarsi,
ma
sisente venirmeno:
non
può
che appoggiarsial bracciodiAgatadi-‘cendole:
...
— Tu
vedi bene,la contadina non ci ha in-gannate...Questo luogoè spaventevole...Mio Dio!pare che qualchedunocorra versodi noi,in que-stomomento...
—
Infatti...oh! non èuna
personachecam-mina
cosipresto. - .-Agata
terminava appena queste parole che giàAmico,
il belcanediTerra Nuova, le si trovava accanto.E dopo
aver fatto varii giri intornoalledue amiche come
per vedere seesseeranosole,ei ritornava afregarsi il capo contro le vesti della fanciulla, agitandolacoda,distendendolezampe
di dietro,fissando su di lei i suoi occhi pieni d’ intelligenza, per attestarlela gioiache provava nel rivederla.‘
— É
Amico!... è Amico!... esclama Agataac-carezzando
il cane.Oh
I adesso,io non ho piùpaura,
poiché senoicorressimo qualchepericolo eisaprebbe
ben difenderci.—
Infatti,è ilcanedel signorPaolo;ma
s’ e-gli .è qui, il suo padrone non dev’ essere lon-tanò...—
In questomomento
il suo incontronon mi dispiacerebbepernullaallatto.Vedi mo’ Onorina,ecco Amico
chesiaddentra nel burrone... si ar-resta, ritorna verso di noi... ritornaavanti.Cer-30
tameQle eici fasegno diseguirlo: Tieni dun-que.
— Ma
non vi sivede più,e questigemilicheabbiamo
udito...—
Ilcane ècon noi,ionon ho più paura.Onorinasilasciatrascinare per
mano
da Agata;ilcane
cammina
sempre innanzi a loro.Una
fìttatenebria regnava in quelcammino
tortuoso,
ma
non appenahanno
fattouna ventina di passi,unlampoabbagliante solcalenubie per-metteloro didistinguereperfettamenteglioggetti atrenta passi di distanza innanzi a loro.Allora esse scorgonoil proprietario della Tor-ricellaginocchioni innanzi a
un
piccolocumulo
di terra posto all’un de’ fianchi della viaesul quale èpiantata una croce in legno.
Al vedere quellasingolare apparizione, le
due
donnesi sono fermatestringendosi lamano, poi Agatamormora
a bassa vocei—
Hai vedutolaggiù ?—
Si, èil signor Paolo;egli è ginocchioni innanzi alla crocepiantata su quel tumulo.— É
pur singolare!Che
cosamaipuò
faregli innanzi a quella croce?—
Sidirebbeeh’eipreghi, ch’eipianga;senti;senti... panniudirlo parlare.
Infatti, credendosi soliinquel luogo che gli abitanti deidintorni fuggono,sopratuttodi sera,
il padrone d’
Amico
lasciavasiin quelmomento
sfuggirequesteparole:
—
Perdonami,o poveravittima delpiùviledei tradimenti...Ah
! sealmeno avessi potutoadem-pierei tuoiultimi voti..
Parmiche
tu mipotre-sti perdonarela tua morte...
Ma
fu impossibile,tuttelemiericercheriuscirono vanel...
—
Hai inteso?mormora
Onorinaallasuacom-31
pagna
:egli ha detto:Tu
potrestiperdonarmila tua morte... èdunque
lui l’uccisore della per-sona che stasepolta sottoquella croce: ohi è spaventevolequesto...— Non
è possibile, diceÀgata:avremo
in-teso male... ,In quelpunto,
Amico
cheera ritornatoaccanto al suo padronesi poneaguaiolare,rimirandolo,ma
dolcemente, senza collera;era ilsuo solitomodo
diprevenireilpadroneeh’einon trovavasi più solo.— Come,
c’ègentequi?
esclama Paolo alzan-dosi precipitosamente,dove,Amico? dove?
Il caneraggiungeledue amicheche,tremanti, si tenevano a certadistanza, senza ardire avan-zarsi oindietreggiare, dacché avevano udite le parole pronunciate da quell’
uomo
misterioso.—
Come...sono donne!... esclama Paolofer-mandosi
innanzi ad Onorina ed alla suaamica...Ma,
è casoassai strano...per quantol’oscuritàmi
permette di distinguere... Parmi riconoscere le persone che hogiàricondottea Chelles,or sono alcunesettimane...—
Sisignore,siamonoi,risponde Agata cheper
la prima ha ripreso coraggio.Si, siamo noiche
ci troviamo qui e in grande imbarazzo;poiché
fummo
sorprese daltemporale, poidalla notte cisiamo smarrite enon soquel che sarebbe accaduto dinoi senza ilvostro cane....Egli ci ha incontrate riconosciute.... e noi l’
abbiamo
seguito senza sapere doveci con-ducesse...— Ma
voi sietelungida Chelles enon
avete trovato unsitooveripararvi daltemporale?...—
Nuli’ altro fuorchédeigrandialberi...Sono
così deserti questiluoghi !...n
—
Forse lasignora sisenteindisposta?... .Queste parolesi dirigevano ad Onorioa che, pallida
come
uuastatua, non aveva ancor profe-ritomotto, poichéricordavasi troppo benele pa-rolepronunciate da quel signore,quando
erede-vasisolo innanzi alla crocedelburrone. Tuttavia sentendosi urtata dallasuacompagna, la signoraBalmont
balbetta con vocealterata...—
No... signore,no... ionon sonoindisposta...solamente, fui atterrila;e...
—
Ellaha pauradeltemporale,affrettasiadire Agata, etesté mi ha confessatoche non poteva piùcamminare.— Oh
Itutto è passato, signore, e adessopossocamminare
benissimo...—
Signore, poiché ilcaso ha fatto che iovi incontrassi di nuovo mi permetterete diservirvi di guida perricondurvi sino alla vostradimora?
—
Oh, vi ringrazio,signore;ma
basteràche vogliatecondurci soltanto sinoalpontedi Gour-nay; poiché in verità, voipotreste formarviuna
stranaideadi noi trovandocisempre vaganti la seraper l’apertacampagna...esempre costrettea reclamareil vostro appoggio!...—
Quand’io possorendere un lieve servigio, osignora, il
mio
pensiero non va piùin là, e noncerco indovinareper quali circostanze que-sta occasionesi sia presentata...Adempio
almio
dovereagendo dital guisa evoi non mi dovete per ciò gratitudine alcuna...—
Mio Dio! credoche la pioggia ricominci!esclama Agata, in fedemia, ilsignore
può
pen-sarne tuttoquelche vuole,
ma
io sonben con-tentadiaverloincontrato e accetto ilsuobraccio conpiacere...*
E
la giovanecorre aprendere il braccio del signor Paolo.33' QuestiosservaOnorinalaqualedopo
un
istante«di esitanzasidecideinfine ad appoggiarsi all’al-tro bracciodelsignore,e tuttietresi ripongono in
cammino,
affrettando ilpasso, scortati dal fidoAmico.
Ma
il braccio di Onorina tremava permodo
sotto quello delsuocavaliere,chequesti bentosto le dice:— Come
tremate signora...èil freddo... olapaura
del temporale?ma
esso giàsidissipae voi arriverete acasa vostrasenza nessun cattivoin-1 cideote...
—
Sìsignore, èiltemporale... essomi
hatutta; sconcertata...
—
Appoggiatevidunque
su dime,
signora, parrebbe che voi abbialepaura-di stancarmi...e io visento appena...—
Noieravamoaffattosmarrite, quando,gra-1 zie al vostro cane, vi
abbiamo
scorto,soggiungef
Agata;
voi eravateinun
luogo assaideserto, o1 signore...
—
Sì signorina,però è vicino assai alla
mia
1 dimora.
—
Quel sentieroin cui eravatenon
èil bur-.rone... dov’ è piantata
una
croce?...Se
Onorina fossestata vicina ad Agata, essar
avrebbeurtatafortementeperfarlapentire della* sua
domanda; ma
la loroguida lesepara;ondef
non può
chelasciarsisfuggireunmovimento
con-vulsivocuitosto reprime fingendo aver datoun
1 passo in fallo.
—
Sì signorina,risponde il signorPaolod’un• tonoasciutto, è il burronedella croce.
—
Ci venne raccontata unastoria assai triste intornoaquella croce... ci fu dettocheun
gio-;
vaneera statotrovalo mortoinquelluogo...nove
34
o dieci anni fa, aquel checredo... èegli vero, signore ?
Onorina batterebbevolentieriAgatae sipone a tossirein
modo
da lacerarsi la gola.Il loro
compagno
risponde con accentocupo:«•— Signorina...quel fatto fu raccontatoanche ame...
— E
da queltempo
inpoi non sisono mai scopertigli assassini diquello sventurato?—
Gliassassini1esclama Paolo con voce forte edrizzando fieramenteilcapo.E
chivi dice,si-gnorina, chela persona trovata mortain quel luogo visia stata assassinata?
— Oh
!mio
Dio... nessuno, signore...nessuno.Dicevo questo... perchè la gente che racconta quellastoria...
— La
gentegiudica quasisempre
falsamente...essa
non
conosce maiil fondodellecose... esic-come
èpiùdisposta acredere il male chenon
il bene... basta che un forestiero venga trovato morto sur una viaperchèsi dica:L’
hanno
as-sassinato! Signorina, voisietemolto giovane an-cora...diffidatedeigiudizi della gente... voi avrete di sovente occasionedi riconoscernela falsità.—
Eccoilpontedi Gournay,diceOnorina,se orail signore vuole lasciarci...—
No,signora...ameno
chenon me
lo co-mandiate,non
vi lascerò... tremantecome
siete, di notte, inmezzo
allacampagna...ioviguiderò fino alla vostradimora.Onorina inchinasilievementeecontinuail
cam-mino.Ma
adesso la viasi prosegueinsilenzio, per-chè Agata non osa piùparlaredopo lasdegnosa rispostaavutasi daPaolo.Si
giunge innanzi allacasadi Onorina.35
Paolosaluta lasignoradicendoloro:
—
Eccoci alla vostradimora,credo...—
Si, signore,non socome
ringraziarvi...— E
di che, signora?non
hofattocheilmio
dovere...—
Addio, Amico,addio,mio buon
cane!Il padrone edilcanesi sonoallontanati.
— Ah!
ti avrei battuta volentieri!dice Ono-rina ad Agata,quando
tu hai parlatoa quel-1*nomo
dellastoriadellacrocei*
— E
perchèmo’?
Tedi benech’eglimi ha ri-sposto che ilgiovane trovatoin quel luogonon erastato assassinato...—
Poichéfului chelo uccise...tiparecheegli volesseconfessarquesto?—
Questo signore...un
assassino... via,non
è possibile...locredi tu forse,mia
buonaamica...—
Secredo... Diomio! nonso più che cosa,
credere,
ma
queleh’è certosi è cheio nonan-drò
mai piùdaquellaparte...Ma
via,andiamo
a letto...lospavento, 1’emozione, la stanchezza, iltemporale... non ne possopiù, e tu? . . i
— Oh
! iomi
dolgodi non essereandatasino alla crocedelburrone...avrei volutopregare per colui che riposain quel luogo...*
»
CAPITOLO XXX
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LA MALDICENZA.
Alcuni giornisono trascorsi dopola sera
me-morabiledeltemporale;Onorina ed Agatahanno
giurato tra lorodi non direuna
sola parolasu ciòche videroed udironoquellasera, vicinoalla crocedel burrone.-Hannovi cosenelle qualila
menoma
indiscre-zioneèun
delitto, in quanto cheessapuò
avere le piùtristie più gravi conseguenze; ele pa-role proferite dal signoredella Torricellamentre
era inginocchiodavanti allacroce,eranodiquelle che duoleloaveruditeechesi procuradidimen-ticare. , - ì. • ?
Tuttavia, ledue
amiche
potevano ben parlarne fra di loro,elo facevano assaidi sovente.Agata,prendendo sempre la difesadi Paolo
,
esclamava:
—
No... quell’uomo
non èun
assassino ne sono convinta, io;e d’altronde l’esaltazione da lui mostrataquand’io dissi cheuno sconosciuto erastato assassinato nelburrone,ilcaloreconcui egli respinsequesta supposizionenon èprova ba-stantedella falsitàdi questa!—
Infatti...quel signoreparveferitodalletue37
parole...Ma
alloraperchè chiedere perdonoall’ uc-ciso?...Quando
due uominisi sonobattutileal-mente
in duello, non èun
delitto... il vinci-tore può deplorarelasuavittoria,ma
non ne ac-cusa sèmedesimo come
di un’azione delittuosa....
— Ma
possiam noi saperecome
èandata lacosa... - • 1 *
—
Senti, non parliamone più,questo èil mi-glior partito...—
Hai ragione,non
parliamone mai più.Ma
pureaccadevabendirarochelagiornatase-guente
trascorressesenza che Onorina perlaprima attirasse il discorso sul proprietario dellaTorri-cella. '* , . _
E dopo
averparlato di lui, la giovanevedova rimanevaalungo melanconicae pensosa. ,Àgata sene avvedeva,