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La diffidenza verso le moschee è in parte correlata dal timore alimentato dal fenomeno, in realtà minoritario114, delle conversioni di italiani alla religione islamica,

argomento riportato in auge dal caso del 24enne genovese Giuliano Ibrahim Delnevo, convertitosi nel 2008 e successivamente arruolatosi nelle truppe dei ribelli anti-Assad in Siria, dove venne ucciso in combattimento nel giugno 2013. In seguito alla sua morte molti articoli di giornale o sul web hanno fatto riferimenti al canale youtube gestito dal ragazzo, intitolato “LiguristanTv115”, canale nel quale Giuliano caricava

video nei quali esponeva la sua opinione su vari argomenti correlati all'islam,

111 Una testa di maiale davanti al cantiere della moschea contestata di Colle, Repubblica.it, 12.12.06 112 A. Mangiarotti, la Lega con un maiale contro la moschea, in “Il Corriere Della Sera”, 11.11.07

113 Sull'argomento si consiglia M. Bombardieri, Moschee d'Italia. Il diritto al culto. Il dibattito sociale e politico, EMI,

Bologna, 2011

114 Sulle conversioni di italiani all'islam non ci sono statistiche ufficiali ma secondo la Conferenza Episcopale Italiana

le conversioni dal cattolicesimo all'islam sarebbero circa 30 all'anno [S. Allievi, L'islam cambia e ci cambia (forse), in “Popoli”, marzo 2009]

dall'occupazione militare in Afghanistan alle vignette satiriche su Maometto, oltre a recensire volumi dedicati a leader musulmani. Nei video Giuliano, con la barba lunga e vestito con turbante e tunica, alternava un italiano con forte accento ligure a termini arabi incarnando per qualcuno, sebbene si tratti di un caso assolutamente isolato, la tanto temuta sopraffazione della cultura islamica su quella occidentale. “il Giornale”, come si vedrà non nuovo a prese di posizione che hanno lo scopo di alimentare la paura dell'islam, dedicò alla vicenda di Delnevo numerosi articoli, non privi di moniti come il seguente:

La tragica morte di Giuliano D. ci ricorda non solo quanto sia vicino a noi il conflitto siriano, ma anche i rischi che l'attrazione fatale esercitata sui musulmani residenti nel nostro paese ce li restituisca trasformati in combattenti fanatici, capaci non solo di adoperare armi ed esplosivi, ma pronti anche a minare la sicurezza interna del nostro paese116.

Si tratta di luoghi comuni esposti in modo ancora più esplicito nei numerosi blog di destra consultabili su internet. Su voxnews.info in un articolo dedicato alla notizia si può infatti leggere: “Non solo le moschee sono covi di immigrati islamici che organizzano attentati [...] ma anche un polo d’attrazione per le menti deboli e i disadattati italiani”117.

Dei numeri degli italiani convertiti all'Islam parla Izzedin Elzir, presidente dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia (Ucoii), in un'intervista a Repubblica nella quale ne stima circa 70mila. “Le conversioni degli italiani all’islam sono infatti sempre più frequenti, una scelta figlia anche della crisi economica e morale di questi anni” aggiunge Elzir118.

La pensa in modo simile, sebbene presentando un background molto diverso,

116 L. Di Marzo, Italiano morto in Siria, il direttore del Dis: "Non siamo bacino di reclutamento", in “il Giornale”,

18.06.13

117 Il convertito parlava di “Liguristan”: sul web è l'eroe degli immigrati, articolo leggibile all'indirizzo

http://voxnews.info/2013/06/18/il-convertito-parlava-di-liguristan-sul-web-e-leroe-degli-immigrati/, [consultato il 27 dicembre 2013]

118 Convertiti d'Italia, in “Repubblica.it”, leggibile al link http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-

anche Franco Cardini, storico medievalista cattolico italiano specializzato nello studio delle Crociate, secondo il quale il fascino dell'islam è dovuto alla debolezza dei valori italiani, che lui rifiuta di considerare un tutt'uno con quelli occidentali. La globalizzazione e la generale perdita di valori nella società italiana rendono un approdo alla religione islamica quasi auspicabile, in quanto religione abramitica portatrice di radici comuni a quelli del vero cristianesimo. Non sarebbe quindi l'islam il vero pericolo, bensì l'omologazione dovuta all'incontrastato diffondersi del modello culturale americano119.

Conclusioni

Come si è visto l'islamofobia è un fenomeno decisamente presente nella società italiana. Questo avviene però anche grazie ad una sorta di strumentalizzazione del “fenomeno islam”120 da parte di una parte politica, in particolare la destra estrema ma

non solo121 , che, tramite la costante rappresentazione di un mondo musulmano

minaccioso, monolitico e irrazionale, ha diffuso nell'opinione pubblica una

percezione distorta dell'islam. In questa percezione il pericolo islamico si presenta nella doppia veste di fenomeno globale, collegato ai temi del terrorismo

internazionale, e di fenomeno locale in quanto conseguenza dell'immigrazione. Il successo dei libri di Oriana Fallaci dedicati all'islam ha comportato peraltro una sorta di “sdoganamento intellettuale” dell'odio islamofobo in tutte le sue forme. Molti personaggi, sia giornalisti, scrittori e politici che semplici attivisti, continuano ad utilizzare il ricordo della scrittrice fiorentina per giustificare opinioni spesso razziste riguardo l'islam e l'immigrazione.

L'impressione è che per combattere le degenerazioni razziste che la paura, più o

119 F. Cardini, Noi e l'islam, Laterza, Roma, 2001

120 Con “fenomeno islam” si intende quella serie di questioni, in parte affrontate nel capitolo (le moschee,

l'immigrazione ma anche il terrorismo), che hanno animato il dibattito politico e giornalistico in relazione al rapporto tra l'islam e il nostro paese.

121 Grande polemica crearono le parole dell'allora primo ministro Silvio Berlusconi pochi giorni dopo l'attacco alle

Twin Towers: “Dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà, l'Occidente continuerà a conquistare popoli. […] Non dobbiamo mettere le due civiltà sullo stesso piano. La libertà non è patrimonio della civiltà islamica. L'islam è rimasto indietro 1400 anni, dobbiamo essere consapevoli della nostra supremazia”

meno pilotata, dell'islam provoca sia necessaria una migliore conoscenza

dell'argomento nella sua complessità e in tutte le sue sfaccettature. Si tratta invece di un fenomeno, come visto, spesso colpevolmente riassunto, per ignoranza o

propaganda, unicamente nei tratti più sensazionalistici e appariscenti che di certo non ne aiutano, e anzi ne ostacolano, la comprensione122. Questo modo pregiudiziale e

superficiale di affrontare l'argomento islam, non differentemente, come si sta per vedere, da quello con cui si suole affrontare il tema dell'ebraismo intacca in maniera profonda anche il dibattito sulla questione israelo-palestinese.

122 Sul ruolo della disinformazione nella costruzione dell'immagine dell'islam in Occidente si segnala il lavoro del

professor Enrico Galoppini, docente all'Università di Torino, in particolare Mondo islamico e disinformazione: la

2 - ANTISEMITISMO: UN VECCHIO NUOVO PROBLEMA