• Non ci sono risultati.

Obiettivo: decarbonizzare tutta la filiera dell’auto, dalla produzione,

all’uso, allo smaltimento. Per fare tutto questo servirà molta energia. Giusto chiedersi, dunque, quali saranno le fonti cui dovremo attingere. Iniziamo un viaggio in compagnia dell’ingegner Enrico De Vita, ma attenzione, ci spingeremo fino a 100 anni avanti nel futuro.

DI AUTOMOTO.IT

ATTUALITÀ ATTUALITÀ

ngegner De Vita, da dove nasce l’energia?

L’energia può derivare soltanto da tre con-dizioni: dal calore, da una massa in movi-mento o da una massa sospesa in quota in stato di energia potenziale. Il calore, come tutti sanno, può essere energia geotermica o nucleare, e ne parliamo fra poco, ma più spesso viene ot-tenuto bruciando un combustibile: qualcosa che contenga atomi di idrogeno e carbonio. Il metano, il petrolio, insomma tutti gli idrocarburi, ma anche il carbone e persino la legna.

L’energia che deriva dal movimento è quella delle maree o del vento, quella delle masse in quota è data dai bacini idrici montani che vengono costan-temente riforniti dal Sole, che fa evaporare l’acqua del mare, dei fiumi e dei laghi e la “riporta” in quo-ta sotto forma di precipiquo-tazioni. Squo-ta poi all’uomo sfruttare queste masse per generare energia.

Ma i rendimenti che si ottengono sono diversi fra loro…

C’è una enorme differenza tra quel che si ottiene dal calore rispetto a quel che si ottiene dal movi-mento dell’acqua: con la combustione, la seconda legge della termodinamica non ha pietà: una quota che può arrivare al 50% dell’energia inziale va per-sa. Puff, sparita, non c’è più, si è dissolta in calore.

Al contrario, la forza delle maree, del vento, dei ba-cini idroelettrici non passa per una trasformazione

I

70 A U T O M O T O . I T M A G A Z I N E N . 2 2 5 A U T O M O T O . I T M A G A Z I N E N . 2 2 5 71

ATTUALITÀ ATTUALITÀ

in calore, ed è quindi molto, ma molto più efficiente. Pensate che la Norvegia, che pure è il maggior produttore di petrolio in Euro-pa, usando i bacini idroelettrici e l’eolico si permette il lusso di riscaldare tutte le case a costi insignificanti. E anche di incentivare le auto elettriche come nessuno al mondo.

Rimane il fotovoltaico e il nucleare…

Al di fuori di queste tre forme di energia c’è soltanto quella nucleare da fusione - quel-la che si utilizza oggi - e quelquel-la futura, da fissione. Poi c’è il fotovoltaico, che è uno sfruttamento diretto dell’energia del sole per produrre elettricità. Anch’esso è mol-to efficiente perché non dissipa calore, ma ha un costo iniziale molto alto, tale che in base ai costi e ai rendimenti attuali del 20-30%, (200-300 Wh/m2) il costo del pannello non si ripaga prima di quattro anni. E dopo

vent’anni, il pannello è esaurito e dev’essere sostituito.

Non è quindi una strategia molto duratura…

La prospettiva del solare è di breve termine se inquadrata negli investimenti strategici sull’energia, al massimo 15 anni di bilancio

“attivo”, e porta con sé un altro problema, quello di rendere inutilizzabili vaste aree di terreni agricoli coltivabili. Come purtroppo ci sta insegnando la guerra in Ucraina, po-tremmo pentirci di non essere indipendenti per la produzione di grano, cereali e ortaggi.

Dunque che indirizzo prendere oggi e nel fu-turo?

A breve termine non abbiamo scelta, dob-biamo usare il gas e il petrolio, ma sono energie così preziose - diciamo pure strate-giche - che dobbiamo importarne e usarne il meno possibile. Le rinnovabili che io

chia-ATTUALITÀ ATTUALITÀ

mo “di breve durata”, quindi il fotovoltaico, il cui valore d’investimento è azzerato dopo vent’anni, funziona molto di più come au-toproduzione individuale, per le abitazioni private, che possono concretamente soddi-sfare una parte del fabbisogno energetico delle auto elettriche. Ma il fotovoltaico è un cattivo investimento a livello di piano ener-getico che una nazione si deve dare. Eolico, geotermico ed energia mareomotrice hanno durate più ampie, ma richiedono una manu-tenzione assidua e costosa.

Restando sul piano delle rinnovabili, va av-viato subito - e sottolineo subito - lo sfrut-tamento di quelle di lungo respiro, quindi centrali idroelettriche, che durano centinaia d’anni. Sull’Adda, vicino a Paderno (MI) c’è una centrale idroelettrica che funziona sen-za interruzione da 124 anni. C’è il problema di dove collocare queste risorse, visto che nessuno le vuole nel giardino di casa pro-pria.

Non abbiamo approfondito il nucleare…

Quando ho parlato delle decisioni strategi-che da prendere subito, quella più impor-tante riguarda proprio il nucleare che, a differenza dell’idroelettrico e le altre rinno-vabili, ha durate d’esercizio di oltre 50 anni ma tempi di realizzazione molto lunghi.

Anche se si decidesse oggi di costruire una piccola centrale da 1000 MW come quelle svizzere, ci vorrebbero dieci anni, e prima andrebbe superata la diffidenza tipicamente italiana verso l’atomo, sancita da un para-dossale referendum tenutosi un anno dopo l’incidente di Chernobyl. Benché in alcuni Paesi come la Svizzera e la Germania si sia deciso di non costruirne altre, gli impianti a fissione sono oggi la fonte di energia più economica e priva di emissioni di CO2. Ce ne sono 122 in Europa e producono oltre un quarto del mix energetico dell’intera unione.

74 A U T O M O T O . I T M A G A Z I N E N . 2 2 5 A U T O M O T O . I T M A G A Z I N E N . 2 2 5 75

F1 F1

ncora una gara ricca di colpi di scena in questa stagione a Monaco, con la Ferrari che come una settimana fa al Montmelò, spreca una nuova occa-sione per tornare alla vittoria. Charles Leclerc che stava dominando, come sull’asciutto Venerdì e Sabato anche sul bagnato, ha tagliato il traguardo fuori dal podio per l’errore di strategia del muret-to, che ha deciso di non rispondere al pit stop di Sergio Perez, per poi andare ancora più in confu-sione alla seconda sosta, prima richiamandolo ai box e poi chiedendogli di restare in pista. La Red Bull ha approfittato degli errori del muretto della Ferrari, per piazzare entrambi i piloti sul podio, nel week end più difficile della stagione in cui è stata all’inseguimento. Perez con la prima vittoria del 2022, resistendo nel finale a Carlos Sainz secondo come l’anno scorso a Montecarlo, lancia la sfida per il titolo a Max Verstappen, che precedendo

Documenti correlati