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Nel documento Capitolo 4 (pagine 148-153)

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Abbandono

Tabella 139 – Matrice componenti ambientali - azioni impianto di discarica

Studio di Impatto Ambientale del progetto definitivo dell’impianto di dissociazione molecolare e L’analisi matriciale riportata nella tabella 66 relativa all’impianto di dissociazione molecolare evidenzia che gli impatti più significativi sono legati sia alla fase di costruzione che alla fase di esercizio dell’impianto.

Nella fase di costruzione, gli impatti significativi sono legati alle opere di urbanizzazione ed all’impiego di manodopera per la realizzazione dell’impianto, che risultano avere un effetto positivo. L’impatto positivo relativamente alle opere di urbanizzazione è da attribuire allo spostamento della parte terminale del Fosso degli Strozzi a monte degli impianti. Il progetto di spostamento del fosso conterrà al suo interno gli elementi di riassetto idraulico di tutta l’area, eliminando la situazione di rischio idraulico presente.

Un altro elemento di positività della fase di esercizio è costituito dall’impiego di manodopera che verrà utilizzata sia nella realizzazione delle strutture dei fabbricati sia per il montaggio di tutte le componenti sia meccaniche che strumentali dell’impianto. Le attività di costruzione e montaggio dell’impianto nella configurazione finale di 8 celle risultano distribuite in un arco di temporale di 5 anni. Le imprese impegnate avranno pertanto assicurato almeno su tale arco di tempo una continuità di lavoro, che determinerà un lieve impatto positivo sull’assetto socio economico con ricadute lievemente positive sul mercato del lavoro, sulle attività industriali e sulle attività commerciali.

Tutti gli altri impatti generati nella fase di costruzione dell’impianto risultano non significativi in quanto non superano il rumore di fondo.

La fase di esercizio determinerà una serie di impatti sia positivi che negativi, che incideranno sulle diverse componenti ambientali. In particolare il maggiore impatto è sicuramente legato alle emissioni in atmosfera generate dalla emissione dei fumi del processo di combustione del syngas, oltre che alle emissioni del sistema di trattamento dell’aria (scrubber) aspirata dai fabbricati mantenuti in leggera depressione. Anche se i risultati delle modellazioni dei vari inquinanti in atmosfera hanno comunque evidenziato che la messa in esercizio dell’impianto produce un minimo incremento dell’estensione delle aree interessate alla diffusione degli inquinanti e che le concentrazioni che si determinano a seguito della realizzazione dello stesso rimangono pressoché invariate rispetto a quelle che si hanno nella situazione attuale, le emissioni di inquinanti determinano comunque una perturbazione sullo stato della qualità dell’aria.

Un impatto di pari livello rispetto al precedente ma di segno positivo è rappresentato dalla produzione di energia elettrica derivante dal ciclo acqua - vapore legato alla combustione del syngas. Il ciclo di processo prevede infatti la possibilità di cedere alla

ANALISI DEGLI IMPATTI

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rete un importante quantitativo di energia elettrica che determinerà una mancata combustione di una quantità equivalente di combustibile tradizionale, inducendo degli impatti significativi positivi anche in relazione ai fattori climatici, come non emissione di gas climalteranti.

Sempre in relazione alle emissioni dell’impianto è legato l’impatto indotto sul clima acustico. In particolare le maggiori emissioni sonore sono legate ai turbo aspiratori presenti nel sistema di abbattimento (scrubber) ed al sistema dei ventilatori degli aerocondensatori.

Le azioni connesse al trasporto dei rifiuti (combustibile), dei reagenti utilizzati nelle varie fasi di processo e dei rifiuti prodotti dall’impianto, inducono degli impatti significativi negativi sia sulla qualità dell’aria, in relazione alla possibilità di sviluppo di polveri connessa alla circolazione dei mezzi, che sul clima acustico, in relazione al rumore indotto dal passaggio dei mezzi stessi. I mezzi circolanti inducono un impatto significativo anche sul sistema infrastrutturale (viabilità e traffico), in relazione ad un numero di mezzi che si muovono sulle principali viabilità presenti attorno all’impianto.

La conduzione dell’impianto necessita di un impiego di manodopera valutabile in circa 20 unità. La realizzazione del progetto in esame porterà quindi ricadute positive sul settore socio economico, determinando incrementi nei livelli di occupazione (probabilmente su scala comunale o locale) legati sia direttamente all’impiego di personale sull’impianto, sia alle attività sviluppate parallelamente all’impianto (indotto), quali forniture di materiali, mezzi e servizi. L’impatto derivante risulta essere decisamente positivo sull’assetto occupazionale con ricadute positive sulle attività industriali, commerciali e di servizio.

L’alterazione del paesaggio risulta un impatto significativo presente nella fase di gestione dell’impianto di dissociazione molecolare. Tale impatto è legato in modo sostanziale alla realizzazione dei vari di fabbricati che ospiteranno le diverse sezioni di processo ed opere accessorie che presentano quote variabili in elevazione comprese tra + 12.0 m e +30.0 m da p.c. La costruzione dell’opera ha determinato l'introduzione di un elemento del tutto estraneo al disegno paesaggistico originale (intrusione visuale).

L’impianto, chiuso tra la Fossa Nuova e l’ampliamento della discarica, confina a sud con una vasta area agricola che prosegue fino alla Strada di Grande Comunicazione FI-PI-LI che costituisce pertanto il punto di vista principale dell’insediamento.

Il progetto di inserimento paesaggistico ha attribuito ai principali elementi del fabbricato (costituiti dall’area di stoccaggio, l’area di processo e l’area logistica) caratteri architettonici distinti che ne specificano il passaggio di scala, da quella territoriale a quella locale.

L’utilizzo del colore - grigio scuro per lo stoccaggio dei materiali, verde per il volume contenente le celle, arancio per la palazzina turbine e servizi - conferisce all’architettura

Studio di Impatto Ambientale del progetto definitivo dell’impianto di dissociazione molecolare e 4.12.1.2 Impianto di discarica

L’analisi matriciale riportata nella tabella 67 relativa all’impianto di discarica evidenzia impatti significativi nella fase di costruzione, nella fase di esercizio, nella fase di post esercizio e di abbandono.

Nella fase di costruzione sono presenti sia impatti positivi che impatti negativi. L’impatto positivo è correlato con l’azione di occupazione del suolo per la realizzazione della vasca in cui saranno messi a dimora i rifiuti che, così come per l’impianto di dissociazione molecolare, determina lo spostamento della parte terminale del Fosso degli Strozzi a monte degli impianti. Gli elementi di riassetto idraulico dell’area risulteranno positivi nei confronti della situazione di rischio idraulico presente sulle aree in cui è prevista la realizzazione della discarica.

La costruzione della nuova vasca prevede un sistema di impermeabilizzazione del fondo e delle pareti realizzato attraverso l’inserimento di una impermeabilizzazione composita costituita da una barriera minerale in argilla compattata ed una geomembrana in HDPE.

La presenza della nuova vasca che raggiunge la profondità massima di circa 8.0 m dal p.c. attuale determina un’alterazione della situazione idrogeologica più superficiale.

L’azione finalizzata alla realizzazione della vasca determina una ricaduta significativa sulla componente ambientale idrogeologia, che si mantiene anche nella fase di esercizio, post-esercizio ed abbandono della discarica.

Anche la fase di esercizio è interessata da impatti significativi sia positivi che negativi che risultano in alcuni casi di categoria superiore rispetto a quelli presenti nella fase di costruzione.

Gli impatti con maggiore significatività legati alla fase di esercizio sono costituiti dalle emissioni e dall’alterazione del paesaggio.

Le emissioni sono legate in modo particolare al corpo discarica oltre che ai motori di combustione del biogas. Risulta tuttavia dai modelli diffusionali che le concentrazioni annue delle sostanze inquinanti emesse dall’impianto, nelle condizioni di massima emissione, siano di molto inferiori ai limiti di qualità dell’aria previsti dalla normativa ed alle soglie odorimetriche.

Unica criticità è rappresentata dalla concentrazione di metano in corrispondenza di alcuni recettori, in cui si osserva un superamento delle concentrazioni limite imposte dalla Amministrazione Provinciale nelle condizioni di massima emissione. Risulta tuttavia

ANALISI DEGLI IMPATTI

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che nello scenario futuro le concentrazioni di metano pur rimanendo superiori ai limiti imposti presentano una tendenza alla diminuzione.

Le emissioni in atmosfera produrranno un impatto significativo, anche se di categoria inferiore rispetto alla fase di esercizio, anche nella fase di post esercizio.

Nella fase di post esercizio gli impatti negativi tenderanno in modo continuo a diminuire di livello in funzione della progressiva stabilizzazione biologica dell’impianto.

In tale fase si assisterà alla progressiva riduzione della produzione di biogas dal corpo discarica. Risulteranno comunque attive in questa fase, le emissioni legate ai motori di cogenerazione alimentati a biogas.

In relazione alla componente ambientale qualità dell’aria, la presenza dei motori di cogenerazione alimentati con il biogas captato dal corpo discarica consentirà di cedere alla rete un certo quantitativo di energia elettrica, incidendo positivamente in relazione ad una mancata combustione di quantità equivalenti di combustibili tradizionali.

L’impatto positivo indotto dalla produzione di energia elettrica si protrarrà anche nella fase di post esercizio, fino a quando i quantitativi di biogas estratti consentiranno l’azionamento dei motori endotermici.

Le emissioni in atmosfera oltre a generare impatti sulla qualità dell’aria possono indurre effetti significativi anche sui fattori climatici. Nella fase di esercizio per quanto concerne la discarica, il principale impatto sul clima sarà determinato dall’immissione in atmosfera di una quota di biogas, originato dall’attività biologica di degradazione dei rifiuti e non raccolto dalla rete di captazione. Le tecniche gestionali e progettuali adottate, che prevedono una elevata efficienza di captazione del biogas prodotto dalla discarica, e la progressiva riduzione dei rifiuti industriali che verranno conferiti determina la riduzione delle emissioni di biogas in atmosfera e quindi un impatto progressivamente decrescente.

La circolazione dei mezzi connessi con il conferimento dei rifiuti in discarica e con la gestione complessiva dell’impianto, allontanamento del percolato e fornitura di materie prime, determina una serie di impatti significativi su diverse componenti ambientali (qualità dell’aria, clima acustico e sistema infrastrutturale). Per tali impatti occorre comunque considerare che la politica aziendale di Ecofor Service è orientata verso una riduzione volontaria dei conferimenti, che porterà a partire dal 2025 al conferimento in discarica delle sole ceneri pesanti provenienti dall’impianto di dissociazione molecolare.

In considerazione di tali scelte aziendali l’impatto a lungo termine della circolazione dei mezzi sulle diverse componenti ambientali è da considerarsi sicuramente positivo.

L’alterazione del paesaggio risulta un impatto significativo presente sia nella fase di gestione della discarica, sia nella fase di post esercizio. Tale impatto è legato in modo sostanziale alla realizzazione di una collina su un’area di pianura e pertanto alla sua visibilità per chi percorre la SGC FI-PI-LI. Tale impatto risulta particolarmente evidente

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