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75 I) perchè il di lui grande argomento incomincia bensì

dalla divifataraccomandazionedel Vefcovo di LuccaaS.

Bernardo,

ma

non èeflblafteffa.E’ilcomple(To,oduniverfi*

tàdellecoferiuniteeconnetTeinficineall’irteffooggettoeia*

fichedunadellequalifebbeneinparticolareo(ingoiare forfè non muova,tutteperaltroinfiemedevono avere ed hanno forzadimuovere, cosìchefi può direcon Cicerone de Nat.Deor.Lib.i.Cap. 65.fifingala votfortenon mtvent

,

aniverfie certe tante»interfeconttexaatque con)ancia movere debebunt-.Generedi argomento o Logicadaltempodielfo Ciceronebenricevutafinoaquelligiorni, maflfime ovefi tratti dicofaantichiflimaeofeurirtìma,comeèl’origine del MaertrodelleSentenze, e benchénoncontenga che una riu-nionedicongetture, probabilità,everofimiglianze,e razioci-niordinatieconnefifi.

E

quello inoltrerifpetto alnofiro Autoreera edèdaoffervarfi,cheeglinonfiédopoi mol-toinoltratonellafila,econlafuaconfeguenza;fiè limita-toeriftrettofoltantoainferirneiprimi principe enonpiò, diunanuova opinione che PietroLombardofortenativodi Lucca,enoncosìaffohnamente cheeradiLucca,come han-nofefittogliefattilfimiSignoriEfemeridifìi infultandoalla diluilogica.Ecco,(crivel’Autorealla pag.ij.parecchie {

jaginedopoiche conlaLetteradiS.Bernardo ha proporti araccomandazione del Vefcovodi Lucca: ecco efpojle le ragioni,lecongetture,i difeorficheinfienfomio neir incer-tezza troppogrande che PietroLombardo /offenativeNovart

-fe fondanoiprimiprincipidiunanuova opinione.

E

in ul-timo aggiunge:nuove/coperte potrebberoun giorno recare evidenza ecertezza aquefiomionovelloopinare,fe,come defidero,inofiriEruditinelorojludj Jlarannoattentia tut-todì) cheleverrifiottogliocchiattoafichiarireVifieffa co-fa.forfèquantoegliha ferino non è bartante a fondarei dettiprimiprincipi?Sutjueflodovevan fermarliiSig. Efe-meridifti,eingegnarcicofafirichiedeva dipiòafondarei primiprincipidiuna opinione.

Circalaprima Lettera nientedi piòa quelloche io ho riportato,ertifcrivono. Partanoallafeconda, e dicono cheleprovefonod’altramanieradalleprovedella prima,

ma

poinientefoggiungonofeeffe abbiancondurti raffila-toche Matilda nefuoiProgenitorifoffeoriunda dal Con-tadodiLucca;anzibenchéfiadimoftratofinoad evidenza

,

«vequell’ ideiloeffuntodipende dal benefchiarireche Sige-fredo

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74 L

E

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s

R

A IV.

Credoprimo notoAntenatodiMatildafunativodel Con-tadodiLucca,vedremoamomentiche -poco dopoi parlan-dodiSigefredofcrivono fuppo/lo ancora che[offe nativedel ContadodiLucca;

Ma

dunquefofpertanoo tengon per cer-io che1’affamo non fia(latobenprovato, ecosì farebbe chiarocheeglinorifpettoaquelleLetterefono(lati incon-tentabili.

Non

vi faràFiordifenno cheno»rimanga con-vintiflìmocheMatildanefuoiProgenitorifu oriunda Lue-chefe. Potrebbe edere chee(TifuilaloromafTima, che im-portapochi (fimo fapere doveilCafoabbiafattonafccreun

Uomo

infìgne,nonfoderocuratifaperetalcofa, eforfè fcrivono eglinoper loro(ledi,periloro fini,enon prin-cipalmente perilPubblico.Scrivendole principalmente per ilPubblico importavaaffairagguagliarlofe1*alfuntoè(latofi

ono, ben provato.Nella Storiaha perpetuamentea par-laredella illudrefamigliadiMatilda conignoranza fempre o dubbio,odifcrepanladipareri,da qual luogo abbia avu-toorigine,benché orafifappiadicerto?

Quellohannofattoi SignoriEfemcrididi.Hannodato frettolofamcnteuncennodidue otreprovedi quell’ affran-to,fenza neppure importarli, o fenzaaccorgerlididire uno fpropofitomajufculofcrivendo,Sigefre.-lo.... viene enunciato deComitatu LuccaftinunaCarta del 958. prodotta dal

Mu-ratorinelPoemadelcelebreDonizone.Il Muratorimai hà guadatoilPoemadiDonizonecon quella, né conaltre car-te.Dellacartafuddettaeglifamenzioneinun luogoaffai lontanodalPoemafuddetto quantoé lontano il

Tomo

I.

dal

Tomo

y. delle fueAntichitàItaliane. E’ impedìbile ferivergiudoquandol’animonon éin quiete;anzi nem^

menoriefeefcriverequellochefcriverefidoverebbe

.

Edì perpiti conti averebberdovuto rammentare piti tpdolafecondapitiprincipalprova cheprovieneda Doni-zone familiarediMatilda.Su quelladipropofitofi trattie-neilnodro Autore,efarebbe(latobenedirefeegli b.-ne omale abbiadileguatiidubbjeletenebreche foprale pa-role diDonizoneavevafparfeilSig.Muratori,emanifedare iqfommalodileoregoladellaqualehogià fattamenzio-.

ne, come feopertadalnollroAutore,ecome necedaria a nonsbagliarenellaLetturadelleCarte edegli fcritti antichi.

Ionon dico che doveder foguitarelaletterapaffo paf-foetener dietroa tutteleprove.

A

dirVeroinbrevefi

farebbertrovatiallapai;. 28.e a dover favellare di colè

(

GO-ibyGooglt

Letti**

IV. 75 (comepare)troppofpiacevoli, cioèdipropofizioniche ca-rne io giàdicevarovefciano,orcndon dubbialafovranità propriadiMatilda che tanto importa ila riconofciutanella dileieredità acontodellaGarfagnana, edi altri luoghi.

Comunque

per altrofifia,iSignoriEfemeridifti,che forfèpretenderannodinonavereIcrittoprincipalmente per vaghezza dibiafimare,piutorto,fubitodopo accennata la prova che provienedalCronicodiGiordano

,fonopartatia quello:Inque/laCronica Sigefrcdo viene nominato

A SER

CIO FLUMINE USQUE AD FRAXINÓRIUM POTEN-T

1

SSIMUS

.Eccoai nojiroAutoreunabajievolragione pet pretenderecheilContadodiLucca arrivale perfinoaicon»

fini delSecchio, (Vigiungeanchealprefente.Ilfiume Serchio nafee fuiLucchefe,feorre giùperla Garfagnana Lucchefe,epartavicinoallaporte di Lucca)edi Mode*

nadoveera

F

raffinerò,qualche Sigefrcdo fuppofio ancorache [offenativodalContadodiLucca,nonpoteffe ejferfi refe potenteanco fuoradiquel Contado.

Ciòeraportìbiliffimo,nonfinega;

Ma

neffuno Scritto-renemrnenconun cenno,avendo indicato,cheineffetto cosìforte,ilnoftroAutore nonhaavutofufficientemotivo dipenfare atalcofa,efupporla.Avevaafoodarfifu diun»

fuppolìzione meramente gratuitaonde poiaverte a eflerne riprefodaglifteflìEfemeridirti?Tutti gliScrittoririfpetto a Sigefredononparlano d’altroContado chedi quello di Lucca,martìtnequandodiconocheandò afarliriccoe po-tenteancoinaltroContado,cioèfuiReggiano, efui

Mo-danefe, e mainarranoch’egliafarlipotentiffimusa

S

creta flamineujque Fraxinorium fortevenuto daaltroContado, nelmentreinfrattantochedaaltriluoghi, e fegnatamente dallaTavolaTrajanacortacheperfinodaitempide

Ro^

maniivieraContado oTerritorio Lucchefe.Adunque non fenzaballe voiragioneilnortroAuroreha opinatoche Si-gefredoe’figlifoflernativia Senio flumintufque ftaxinoriumt echeivi forteContadodiLucca, e confeguentemente che ilContadodiLucca arrivale perfino aiconfini del Set

»

ehm edi ModenaoveeraFraffinoro.

LacofapreffoilnoftroAutorepag.28.ftacosì.Egli dopoavere pienamentefodisfattoall’argomentodellafua Let-tera,chegliAntenatidiMatildaforterooriundidal Conta-dodiLucca,firivolge,comeeglidice,atentareuna qual-chì /coperta,inqual partedi ertoContadopiù verifimilmen-te

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j6

L«ttera

ì IV*

teeglino avefleroavuta origine,erecitatoilte fiodel Cro-nicodiGiordanononamieria o troncatamente,come han fattogliEt'cmeridifti,

ma

affaipiù alungo, per alcune oppor-tuneparticolaritàche contiene,pigliaadire:

Non

farebbe dunquegiàverocheSigefredoto'figlifoffeoriundoa Senio flamine ufque Fraxinorium aiConfinidiReggioe di

Mo-dena?QuindirecatacertaregolainculcatadalMuratori,e confutato Donizone,e ricavatonechequandoSigefredoco’ fi-glipafsòfuiReggianoefuiModanefe,dovetteufciredal vi-cinoFraffìnoroove avevaleaviteterre,pallatedopoianco a Matilda,edettoaltresìcolMaffeiche:Lucenftum jurif-dicho Apenninumvideturtranfgredi

&

finerFelejatium tan-gere,eriferbarofiamoflrarenellaterzaLetterapiù ampia-mentecheilTerritoriodi Lucca dovette efferdifìefoanco nellaLombardia,in ultimotrecofeconclude[.che la Jlef-fa(Matilda)fuoriunda delContado Lucchcfe

.

IL Cheil ContadoLucchefenelqualeidi leiProgenitori ebberola pa-triaflanza fu nellepartidiFrajftnoro.III. CheMatilda moltodavicinonefuoiProgenitorifu oriunda Lucchefe,cioè quantola/le(lafu vicina a AltaneeSigefredonati finitamen-tenelContado di Lucca ,fra qualieleinell'Albero genea-logiconon furono fé non che Tedaldo,eBonifacioPadredella medtfima.

Cappita!

Che

unadellepiùcelebriDonne,lapiù in-figncbenefattricedi

Roma

Ha nativadiLucca,nonècofa chepollaafcoltarftcon pazienza.£’ fempre meglio che la dileioriginefiaignotaefepoltanell’oblio.

Che

maifanno gliEruditi che per occafionediquelleLetterefi accomoda-no viepiù aquella fentenza, cfanno applaufoalle Lette-re,calloroAutore!Noi nonpermetteremo maichevifi accomodi

Roma.

Io nonsolequelli difcorfifiatipaflatiperlamentede nollri Efemeridilli.

Ma

collabensìeh’elfimaihannovoluto direfeMatildafio nòfolleoriundaLucchefe,efelafono pacata leggiermente attaccando e criticandoil nollro Auto-re, inuna cofafoladipochiffimomomento.Nella quale co-fa, da

me

giàtoccata edifefa,terminandoeffì illorodi-, re fulla feconda Lettera, paflanorollo allaterza

.

E

intornoaquella èchefi trattengono piùche filile*

altre. QuellaTavola,fcrivono, èun teforodi erudizione J\ilqual hanno fparfoiloro LetterarjfudoriilMuratori,il Cori,il Maffei,edilLami,e tantialtri.Ilno/lroAutore

vuo-\

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E ‘RAT IV. 77»

vn/(ancoregliinfavore<IellafuaLuccaentrarei garacon qjrejligrandiPrototipidifapereefotico.IlnotlroAutorenè puntonèpocoha volutoentrareagaraconidettigrandi Prototipi.Conofcefeflettoeilvalorediquei grandiUo-' mini.

Ha

bensìlettequelleparoleprettoilMarchefeMaf-.

feiinultimodeldiluiCommentano: Pauca quaadnotavi,

Mon

umetti

um

illu/lrarecupientibus

, nonprxripiuntlocum:

Siugulafcìlicet qui attentepercurrat,undeLibrumconfidai inveuiet,efi è fattocoraggio.Cheperaltroquandoanv>

chefotteentratonellaimaginatagara:Sonogli(lettiSignori Efemeridiltiche accordano cheinpiùcofe,unadillequali"

nellaTavolaèdelleprincipali,ha(operatogliftetfìÌ|Proto-.

tipi.

Non

Pappiamo peraltroPeelfiabbianointrodofto di-fcorfoditalcoPapiutolioper dare deliramente una cenciai taaiSignoriNovellatiFiorentini,qualiavevanoPcrittoche nella terzaletterailnoflrotutorefiriflringeaunfot Ca-podie/JaTavola,lo cheincerto Pcnfo pubetter vero

.

Altre piùvolteavevano avuta occaftonediapplaudire a al-trepropofizionidelnoflroAutore,

ma

Pene fono fempre te-nutilontani;bensìhandimoflratagranvogliadibiafìmarlo ecriticarloquanto, e piùdiquanto,avellerpotuto,onde èchebenprettotornanoallaloro critica gentilee obiigan-tepiùchemai

.

Imperocchéripigliano:\Matuttiquegliarzigogoli,tutto quell'ammajfodi fuppo/izionigratuite cheegli riunifceper provare ifuoiLucchefteflere Jtatiidonatoridi unatanta' fonema,didenaro non potranno foddisfare achiunque abbia fiordi ferma.Suppuoneinprimo luogoche glitintori delle due Largizionifof)'ero Omopatridi(cioèdell’illelfa Patria) perchèriunitinello fleffoflrumento$

E

conuntaletuono ti-rano innanzifenzamaiprodurreunaparoladelnottroAu-' torc.Quia dirveroritornapiùchemaiil poch'anzi rile-vatofenomeno,cheanchealtrieruditi,eAngolarmentei No-velliniFiorentinihannolettaquellaterzalettera, e Penza eccettuare quellapartediella,hannoPcritto:Senelledue antecedenti LetterehaPAutoremofirato grancognizionedi*

Storiaantica,affaipii ne mo/irainquejtaterza,incui egual-mente chenellealtremetteinunaluceinnegabileilfuo ff-funto.Tutteinfommafono piene di erudizionedigiu/lo 'a-ziocinio,edibuonacritica

,epoffono ftrvirediunSaggio dì quanto felicementefoffeperriufcireilnoflroAutoreSic.

Ma

unochecamminaconarzigogoliefuppofizionigratuitenon da mai

78

Litrtit

i IV.

nui fasciadipoterriufcirefelicementeinuna qualche

O-pera.

Un

altroeruditopoi di

Roma

in unaLetterahà fcritto.*

Mi

hà finalmente perfuafo che lafamofa Tavola Piacentina appartenga inveritàaltaRapuèlica dì Lucca

.

£

d’uopodunquericorrerealla(tedaterzalettera,e rile-garneilcontegnodell’Autore.

Dimoflrato,comeconfeflanoanchegliEfemeridiili,che

ilMilionee44. milafederainonfudenaro dato da Traia-no Augnilo comeavevano opinato Muratori,Madei,e La-mi,naturalmentevennefattoall*Autoredidirefeco(ledo,

ma

dunquechi1’arerà dato?edeffóndounadellecofepili prin:i«afaperfirifpenoa quellaTavola, e niente po-tend)raccoglierlida’citatiAutori che avevano cantinato fa di un fu;ipoilo, anche adettadegliEfemeridiili,falfo,lè vaiaivoglia diprovarlia fperimentare quelloche ave(Te po-tutodallaTavolaed’altronderilevarne,nelmentre che nel-la(tedaTavola nonv’è cof* chefiapiùofcura. Incomincib-dunquedall’olfervarechelaTavola nonappartenendo aU’Itn-perarore,dunquedovetteappartenere auna qualche Cittào Repoblica, fcrivendo appuntoilMjurarorinelCap. IX. cho-aremoodiTrajanoancoiprincipaliAttidelleCittà0 Re-publiches'intagliavanoinTavoledib onzo. Quindiodervb che due fonoglilinimentiriuniti,e incili nella medefima-Tavola,enoncomehannofcrittoiSignoriEfemeridiilidue Autoririunitiinunijleffojlrument

0

£ due fonogli linimen-tieunaTavola, e duediverfifuronogliAutori,uno inno-minato neL primo linimentoo prima diliganone, l’altro, nominatoGallicano nellafecondaobliamone. liperchéfi fece a

dammare

quellodoveffeopinarli tanto de fuddetti-dueAutori, quanto de due finimenti,cioè fefoderodiuna.

(ledaPatria,odiPatria diverfa,imperocchéfeper. avven-turagli Itrumentiappartenevano a un’ifledanazione,egli

Autorieranodiuna(ledanazioneo Republica, dunqueil:

denarodiamendueleObligwioni. provenne da una

medefi-ma

Republicaonazione.

£

chepi utodofoderodiuna flef-fanazionefenelufingbcon quelloriftedo:Chi maifi per-fuaderàche IJlrumenti di diverfa naziones'incideffer»in

una-m

‘defintaTavolamaffimc fenzt puonerviunfegno,0una! pa-rolaindicantetaledherfità. 0 le refpcttìveNazioni.Sihada direcheunaRepubblica perifuoiAttififervidedella Ta-voladiunaltraRepubblica?

La

L

ET

f

ÌÌA IV. , '-Ji)

Lacofaparveall’Autoreincredibile,efenzaefempio, eallorapafsòfecollelToa rifletterecosì;fé inunaTavolaad ufo pubblico, e riguardantecofapublica,unadelledue cole fcritteviScuramente rifguardaffe

Roma,

e perchènon fi

appuonerebbemegliochigiudicafre,che ancoralafeconda ofcurilfimarifguardaffe

Roma

?e che Romanipur fodero ambeduegli Autoridiquelpublico iflrumento,o atto,o be-nefizio? t’forfècredibileche un Elfero concorreffe conlo sboriodiunaimmenfaforrmaafoccorrere poverinonfuoi?

Or

nellanolìraTavolailnomedell*Autoredella fe-conda Obligazione effendoScrittochiaramente che appellava-fiCornelioGallicano, ediquello,unodefópraferitti Proto-tipi,cioè ilChiarifs.Lami,colfuofapere efaticoavendo conofciuto e affermato chefuLucchefe,echififaràaleggereil

MuratoriinprincipiodelCap.8.oveparladelPago Minervi»

potendocomprendere che anch’efloaverebbedetto Pillcffò Selefoffeoccorfodiparlarne,einoltreildettoLami aven-doaderitochelaTavolatuttaappartieneallaRepublicadi Lucca,èmanifellocheilnollroAnonimo non con arzigo-golic fuppoftzionigratuiteèfcefoadireche più verifimil-mentegliAutoridelledue Largizonifurono Omopatridi,e ifuoiLucchefie([erafiatiidonatori diuna tantafornatadi denaro

,maflìme chedallapartedellaloroRepublicain con-corfo conleduealtreRepublichediVelejae di Piacenza tutteetreriunite nell’Emiliadovefutrovatalafopradetta Tavola, e dovealdiredelMaffeieacura(degli Alimenta-ri)viguit,noncomparifce alcunindiziod’impotenza doven»

doelfaeflereHatalaRepublicapiùricca,così che pofft-deva moltifondiancora nelVelejateenelPiacentino,

co-me

dallafteflaTavola hàrilevatoilmedefimoLami

.

Ioho Sminuzzatenelfopradettomodolecofe,non per-chèfoffeneceflario,poichéècertilfimacheio, cui la Lette-rafu indirizzata, i Novellini Fiorentini,e altri eruditi l’abbiamointefa fenza bifognoditale fminuzzamento,

ma

perchè pare checertiuniabbiano pretefo dovereffèr imboc-caticome fanciulli.

Che

peraltroquelloalmeno era da of-fervarfi,cheféOra?iopel laPoeticaha ipfegnato,che

«* ’t

.... neceffetji

Indiciismunjlrarerecentibusabditarerum.

ilnolìroAutorehacantinatocontalregolancn menoche con

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Sa

Littiiì

IV,

con 1*«liradellecongetture, verofimiglianze,eprobabilità prefcritteda iDottiovefi(volgonocofeantichiifime,e o-ic'jridirne,Inoltrefimbraforteetiamdio daconfiderarlì,che fitrattavaefitrattadiLetterefcrittefamiliarmente e pri-vatamente fenzala minima ideache dovefferoertermorte inpubblica,echecomecolàprivatafonopiùche fufficien-temente bendirteleconmetodoeprecifion».Pertaliriderti% adirvero,io.milufingava che dovefferoedere ficureda ognimalincontro.

Ma

iSignoriEfemeridilli.hannovoluto farmi conofcere» cheio andavaintuttoe pertutto ingan-nato,Pazienza

.

Peraltromiè didolce confolazione,cheertimedefimi abbianoconfettato,come(opra,cheilnotlroAutore rifpot-toalla dif^ciliffimaTavolaPiacentina èriufeitoinpiùcofe.

benirtìmo.Imperocchérifpettoa quelleflettecofe avendola, sbagliataigiàmenzionatiintigniPrototipi,cosìchepuòdir~

fi ,cheilCommentariodel Sig.Muratorirettiingran parte inutile,e cadain più luoghianche l'altrodel Marchefe Maffei,la confirguenzaè,«.helaterzaLetterao

Commen-tario cpiftolare delnoftroAnonimo Autorefiarimallo fu-^

pnrioreeneceffario,ancoriguardoa quelle cofe,cheioqui foprahofchiarite,edetiamdiorifpettoallealtrechei fe-venrtimi Efemeridirtiavendolafciate intattedebbono piùche maiprefumerfiben fondate ebenragionate*

E

fequello ancoraèfuordi dubbio chepur ancola feconda Luterà,èrollata intatta,pernonefferfipotuto im-pugnare, cheinertafiaconcludentementedimolirato chela.

gran Contesa Matilda fu oriunda Luccbeft e Umilmentedel-, laprima niente ettendoflatodettocontroilfuo vero affun-to,cioèchedalla flettalorganoiprimiprincipi diuna nuo-, va opinione,chePietroLombardoMae/lrodelleSentenzefo(je nativo Lucchtfe,e infommaintutte tre leLettere Porgendoli riunitagran copiadipoco note, epocoovvie notizie,

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hanno fcrittoiSignori NovelliciFiorentini.,,tutte ({fen-do piene di erudizione&c.mifiraddoppia la confolazione diavere pubblicateLettereche poflono(larenellemani

gran Contesa Matilda fu oriunda Luccbeft e Umilmentedel-, laprima niente ettendoflatodettocontroilfuo vero affun-to,cioèchedalla flettalorganoiprimiprincipi diuna nuo-, va opinione,chePietroLombardoMae/lrodelleSentenzefo(je nativo Lucchtfe,e infommaintutte tre leLettere Porgendoli riunitagran copiadipoco note, epocoovvie notizie,

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hanno fcrittoiSignori NovelliciFiorentini.,,tutte ({fen-do piene di erudizione&c.mifiraddoppia la confolazione diavere pubblicateLettereche poflono(larenellemani