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Questa città che conta 6000 abitanti e dista da Palermo 22 chilometri si mantenne calma fino al giorno 19. Una banda che scorrazzava nei dintorni prendeva a forza i contadini e diceva di voler fare la leva per conto della reprubrica, disfare il governo e cosi abolire i dazi.

Il Capitano comandante la compagnia esterna dei Reali Carabinieri, che trovavasi per caso in Piana de' Greci, riunì tutta la forza che oltre ai carabinieri e guardie di questura, contava 80 Granatieri. Anche la Guardia Nazionale si era messa in difesa, quando la sera del 49 entrò una banda di

malandrini ai quali si uni il contadiname nella speranza di veder abolita la leva e le tasse. .

Attaccata la truppa da una viva fucilata e non potendo combattere un nemico appiattato nelle case e dietro i muri, dopo sostenuto il fuoco per varie ore si ritirarono a Corleone. Allora le squadre venute da Monreale e capitanate dal Parisi, percorsero la città di casa in casa esigendo la consegna di tutte le armi e munizioni.

Il movimento cominciò nel quartiere de' Cappuccini ove quei frati si erano fatti centro di tutta la feccia reazionaria del paese, ivi raccolta in adunanza.

Il giorno seguente la ciurmaglia prese à forza vari cittadini di tutti i colori per formare un comitato e appena installato si venne allo scopo, che era di farsi pagare. Quei disgraziati doverono allora raccoglier denaro presso i cittadini per soddisfare la bordaglia che altrimenti avrebbe saccheggiata la città.

È notevole che qualche squadra annunziava per futura regina della Sicilia Maria Teresa e altre parlavamo di un re di cui per ora tacevano il nome. Ecco tutto quello che vi fu di politico nella sommossa di Piana de' Greci, ed è già molto poiché in altri paesi non vi fu neppur questo.

Infine si rubò, si bruciarono carte, si fecero componendo, ma non si sparse sangue.

Corleone

Il Luogotenente dei Reali Carabinieri Capponi, avuto sentore di ciò che accadeva a Palermo, concentrò in Corleone tutta la forza che aveva nelle stazioni dipendenti. Poco dopo ricevé ordine dal Generale di dipartimento di marciare su Palermo insieme alle guardie di P. S. e la 19a compagnia del 97°

fanteria.

Partiti e giunti tra Marineo e Misilmeri seppero che migliaja d’armati dominavano quella contrada e sarebbe impossibile di passare con si poca truppa. Allora il Maggiore Bassi tenne consiglio e si decisero di tornare in Corleone prima che le bande, le quali già si presentavano sulle creste dei monti che dominano lo stradale, potessero impedirglielo. Tornati in Corleone trovarono che già la bordaglia era minacciosa e i buoni cittadini armati per difendersi versavano in grave pericolo ed erano intimoriti. È da notarsi che questo paese aveva a temere non solo dal partito Borbonico clericale, ma per i 190 ammoniti che ci sono, 43 disertori e 44 renitenti di leva che erano latitanti nei dintorni.

Il Capponi però non disperò di mantener l’ordine e messosi d’accordo col Maggiore Giuseppe Bentivegna, comandante quella Guardia Nazionale e buon cittadino, attivò un servizio di pattuglie all’esterno e all'interno della

città prevedendo possibile una incursione di Briganti. Il paese fu tranquillo innanzi a questo apparato di forze, ma essendosi un giorno battuta la generale, l'agitazione si fe’ seria. Però il contegno della Guardia Nazionale, dei Carabinieri e della truppa di linea fu tale da rassicurare tutti e calmare gli spiriti.

Non cessarono per questo i cattivi dal cospirare tanto all’interno quanto all’esterno, ma l’aver potuto rompere le comunicazioni fra loro, riuscì a soffocare i rei progetti e tener lontane le bande armate.

I Carabinieri, la Guardia Nazionale e la truppa di linea coni loro capi, si può dire che hanno salvato Corleone e il Circondario dall'anarchia, perché sarebbe bastato un momento solo di esitazione e d’indebolimento perché tutto andasse a fuoco. Le fatiche sopportate per otto giorni continui, gl’importanti arresti di famosi briganti, e l’ordine. mantenuto in mezzo a tante difficoltà rendono benemerita del paese quella piccola guarnigione e la brava Guardia Nazionale.

Bagheria

Questa città che conta 9000 abitanti e dista da Palermo 13 chilometri fu anch’essa in preda all'anarchia. Le squadre s’impadronirono della ferrovia e la fecero agire per loro conto. Il popolo corse per prima cosa a liberare i detenuti e i carabinieri fecero quello che poterono per impedirlo.

Giunse un rinforzo portato dal carabiniere Ghetti ma fu assalito dalle squadre. Caddero morti tre soldati e gli altri si misero in salvo fuggendo per i tetti.

Boccadifalco

Questa grossa borgata è a mezz’ora di distanza da Palermo e abitata da gente dedita al delitto e alle vendette.

La sera stessa del 16 il popolo assali la stazione dei carabinieri i quali dopo una lunga resistenza furono sopraffatti dai briganti.

I due carabinieri Canavotto e Zanti che v'erano, fatti prigionieri, sono fucilati e quindi la plebe sfoga la sua rabbia contro la salma del carabiniere Canavotto.

Tommasonatale

Il 17 è invasa la caserma; fatti prigionieri i carabinieri Farisano e Locci, oltre ad una guardia di P. S. pensano di portarli a Palermo. Giunti a poca d istanza dalla città la squadra che li accompagnava pensò di sbrigarsene facendo sopra di loro una scarica. La guardia di. P. S. essendo siciliana potè, parlando il dialetto, fermare quelli che dovevano fucilarlo; gli altri caddero l’uno morto e il Locci ferito, ma si dette per morto e poco dopo si mise in salvo nella casa di un'onesta famiglia che amorevolmente lo accolse e lo curò.

Montelepre

La sera del 47 è invaso da squadre di Monreale e di Borgettoe tutto il paese insorge alle grida di viva la repubblica. I 7 carabinieri che vi erano non vedendosi sicuri bella caserma cercano di salvarsi nelle case di conoscenti;

ma il Carlini cade ucciso da una palla, il Cremonti è protetto dal signor Palazzolo che lo condusse nella propria casa; il Brigadiere Saitta è anche salvo in casa del signor Albani Luogotenente della Guardia Nazionale, il Cavalca trovato in casa di un tal Candela è assassinato, gli altri tre Stillio, Cariano e Marchetti son presi nei loro nascondigli e condotti ad esser fucilati.

Mentre sono già sotto la bocca de' fucili giunge l'arciprete Terranova e con la sua autorità riesce a salvarli..

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