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La politica italiana alla vigilia di una nuova guerra in Medio Oriente

4. I RAPPORTI CON IL MEDIO ORIENTE NEGLI ANNI SETTANTA

4.2 La politica italiana alla vigilia di una nuova guerra in Medio Oriente

guerra in Medio Oriente

Il 24 dicembre 1971 fu eletto, dopo numerosi scrutini, Giovanni Leone alla Presidenza della Repubblica. La difficile

397 Ivi, p. 126

398

D. Caviglia – M. Cricco, La diplomazia italiana.., op. cit., p. 127

399

Ibidem

400

B. Morris, Vittime.. ,op. cit., p. 492

401

elezione ebbe conseguenze anche sul governo Colombo, che cadde il 18 gennaio, in seguito all’uscita del PRI dalla maggioranza402. A

presiedere il nuovo governo fu chiamato Giulio Andreotti e Moro fu confermato alla Farnesina. Questo fu solo un governo di transizione e anche l’attività diplomatica ne risentì403.

Le prime elezioni anticipate della storia repubblicana si svolsero il 7 e 8 maggio 1972 e decretarono la sconfitta del PSI. Fu formato un nuovo governo guidato da Andreotti, fondato sulla collaborazione tra la DC, il PLI e il PSDI404. Aldo Moro rifiutò di

entrare nel nuovo governo405 e il Ministero degli Esteri fu affidato a

Giuseppe Medici.

“Il momento apicale della politica mediterranea di Moro”406,

e uno degli ultimi atti svolti in qualità di ministro degli Esteri, fu la proposta, avanzata durante il Consiglio Atlantico di Bonn del 30-31 maggio 1972, di istituire una Conferenza per la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo407. La Conferenza, da collegarsi a

quella europea in corso, si sarebbe dovuta realizzare dopo la soluzione della crisi mediorientale. L’obiettivo era quello di garantire la pace e contribuire ad uno sviluppo economico-sociale in tutta la zona mediterranea. L’idea che stava alla base della proposta era quella di sviluppare, a livello europeo, una politica mediterranea differenziata rispetto agli Stati Uniti. L’Italia, inoltre,

402

L. Riccardi, Il “problema” Israele.., op. cit., p. 441

403 D. Caviglia – M. Cricco, La diplomazia italiana.., op. cit., p. 128 404

L. Riccardi, Il “problema” Israele.., op. cit., p. 441-442

405

Ivi, p. 442

406

Ibidem

407

sperava di poter diventare un anello di collegamento tra i due mondi, assumendo così un “peso determinante”408. Moro ripropose

l’idea durante il consiglio dei ministri degli Esteri della CEE del 7 giugno a Lussemburgo, ma fu accolta con poco entusiasmo da parte degli altri paesi e sopratutto dalla Francia.409

Il governo Andreotti entrò in carica il 26 giugno 1972 e, nel suo discorso di insediamento, il Presidente del Consiglio ripropose l’idea di Moro di un Conferenza mediterranea “definendola fondamentale ai fini del futuro politico del Mediterraneo”410.

Dai primi mesi del 1973 riprese l’attività diplomatica italiana in Medio Oriente. Dal primo al 9 febbraio Medici si recò in Egitto, Arabia Saudita e Libano. Il titolare della Farnesina era alla ricerca di una soluzione al conflitto mediorientale e voleva evitare lo scoppio di una nuova guerra. Il ministro degli Esteri egiziano El- Zayyat, nel colloquio avuto con Medici, mise in risalto “la speciale posizione dell’Italia come rappresentante degli interessi europei nel Mediterraneo”411 e chiese al nostro paese di farsi promotrice,

presso la CEE, delle posizioni arabe. Dal 26 al 29 marzo il titolare della Farnesina svolse un viaggio in Israele, durante il quale emersero dissensi tra i due paesi riguardo alla crisi mediorientale412: secondo il ministro degli Esteri israeliano Abba

Eban era necessario ricercare una soluzione “regionalizzata” senza

408

F. Perfetti, Mediterraneo e Medio Oriente nella politica estera italiana, La Comunità Internazionale, Fasc. 2-2011, Editoriale Scientifica srl, p. 194

409

D. Caviglia – M. Cricco, La diplomazia italiana.., op. cit., p. 129

410

L. Riccardi, Il “problema” Israele.., op. cit., p. 443-444

411

D. Caviglia – M. Cricco, La diplomazia italiana.., op. cit., p. 132

412

l’intervento delle grandi potenze413, mentre secondo Medici lo

strumento più adeguato per risolvere la crisi rimaneva l’applicazione integrale della risoluzione 242414. In un colloquio

segreto avuto con Golda Meir, Medici propose un aiuto finanziario consistente415 da destinare all’Egitto da parte dell’Europa, con lo

scopo duplice di sottrarre il Cairo all’influenza sovietica e portare alla riapertura del Canale di Suez416. Il Primo Ministro israeliano

ritenne la proposta “percorribile”417 in via di principio, a patto che si

trattasse esclusivamente di aiuti economici. In realtà, Tel Aviv non prese mai in seria considerazione la proposta, definendola “alquanto strampalata”418. Il progetto non vide mai la luce a causa

dello scetticismo statunitense e dell’indifferenza o contrarietà degli altri paesi membri della CEE.

Il 17 aprile Andreotti e Medici si recarono in visita a Washington. Il titolare della Farnesina ebbe modo di esporre il suo “piano per smuovere gli egiziani”419. Di fronte alle richieste del

segretario di Stato Rogers di delucidazioni riguardo le fonti di finanziamento e le basi su cui ritenesse che l’Egitto avrebbe accettato, Medici rimase sul vago420. Il piano, secondo

413

Ibidem

414

L. Riccardi, Il “problema” Israele.., op. cit., p. 445

415 L’ammontare dello stanziamento oscillava tra un miliardo e mezzo e 2 miliardi di dollari. D.

Caviglia – M. Cricco, La diplomazia italiana.., op. cit.,, p. 135

416

Ivi, p. 133

417

Ibidem

418 La proposta avrebbe previsto il ritiro di Israele dalla sponda occidentale del Canale di Suez,

senza prevedere, però, niente in cambio. D. Caviglia – M. Cricco, La diplomazia italiana.., op. cit., p. 135

419

E. Ortona, Anni d’America. La cooperazione.., op. cit., p. 409

420

l’ambasciatore Ortona, serviva principalmente ad “affermare le naturali implicazioni della nostra posizione geopolitica”421. Inoltre,

anche il governo egiziano, a cui Medici non aveva neanche chiesto un parere preventivo422, si dichiarò contrario al progetto, in quanto

questo non prevedeva né un appoggio politico, né il ritiro di Israele dai territori occupati423.

La strada verso una nuova guerra era ormai stata intrapresa: in un incontro segreto tra Sadat e Assad, tenutosi in Egitto, fu firmato un accordo per entrare in guerra entro la fine dell’anno424. In un successivo incontro segreto in Siria, i due Capi di

Stato scelsero il 6 ottobre, decimo giorno del Ramadan e giorno della festività ebraica dello Yom Kippur, come data di inizio del conflitto425.

La caduta del governo Andreotti il 12 giugno e la nascita di un nuovo governo di centro-sinistra guidato da Mariano Rumor consentirono il ritorno di Aldo Moro alla guida della Farnesina. L’esecutivo concentrò il suo impegno sulle questioni economiche e le iniziative diplomatiche in Medio Oriente “si [ridussero] a consultazioni di ordinaria amministrazione con i Paesi arabi”426.

421

Ibidem

422 D. Caviglia – M. Cricco, La diplomazia italiana.., op. cit., p. 136 423

Ivi, p. 138

424

B. Morris, Vittime.., op. cit., p. 493

425

Ibidem

426