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Le prime indagini note per questo settore della città risalgono al 1958, quando P.C.

Sestieri esplora il limite ovest del quartiere, che sarebbe poi stato definito Quartiere occidentale, con lo scopo di tutelare eventuali strutture dai lavori per la costruzione della linea ferroviaria127.

La ripresa delle indagini in questo settore avrebbe portato, nel 1994, alla scoperta della Casa degli Affreschi128 (1.9, 6).

Nel 1963 M. Napoli esplora la cd. Via delle Terrazze, che arricchisce il quadro delle prime conoscenze per questo settore urbano. La ricerca, incentrata sulla lettura topografica della città e, quindi, sulla viabilità, porta all’intercettazione nel 1964 del punto di innesto dell’asse stradale con Via di Porta Rosa. L’ipotesi di M. Napoli è che si possa trattare della via di collegamento all’Acropoli o a un’area portuale della città129.

Nel 1965-1966 sul versante meridionale delle pendici dell’Acropoli gli scavi portano alla luce parte di un quartiere abitativo, che verrà chiamato ‘Villaggio in poligonale’.

La zona viene poi indagata in modo estensivo dalla fine degli anni Sessanta alla metà degli anni Settanta del Novecento, con la collaborazione della Missione austriaca, diretta da B.

Neutsch130.

Non si registrano interventi significativi nel Quartiere occidentale durante l’attività di W.

Johannowsky, ma all’inizio degli anni Novanta del XX secolo vengono impiantati dei saggi stratigrafici (Saggi 1-4), con la finalità di comprendere l’estensione verso ovest della “Via delle Terrazze”, scavata da M. Napoli solo per parte del tratto orientale, e quindi del Quartiere occidentale.

In alcuni di questi saggi più approfonditi (Saggio 1)131 sono stati individuati materiali riferibili alla fase tardo arcaica in strati a matrice sabbiosa, risultato dello scivolamento lungo il pendio collinare dell’Acropoli dei materiali relativi alle prime fasi di vita della città. La prosecuzione dello scavo verso ovest mette in luce un isolato composto da quattro unità abitative, tra cui la ‘Casa degli Affreschi’, così chiamata per il ciclo di pitture del III stile che decorano alcuni ambienti132.

Le strutture vengono realizzate tra la fine del III e gli inizi del II sec. a.C., ma vengono modificate o ristrutturate nel corso della media e tarda età imperiale.

Per queste non sono conservati i livelli d’uso, dal momento che la formazione dei depositi archeologici è dovuta ai fenomeni alluvionali ed erosivi, che interessano in particolar modo questo settore della città133.

La ‘Casa degli Affreschi’ nella formulazione planimetrica attualmente visibile, 34 ambienti individuati, è riferibile al I sec. d.C.

L’impianto originario risale, tuttavia, alla fine del III-inizi del II sec. a.C., come confermato dai materiali rivenuti nel saggio di approfondimento (Saggio 1), realizzato nell’Ambiente 5.

127 Cfr. paragrafo 1.1

128 CICALA 2012, 328-331. Cfr. paragrafo 1.2.3.3.

129 NAPOLI 1964, 194; CICALA 2012, 380-381.

130 CICALA 2012, 391-394.

131 CICALA-FIAMMENGHI-VECCHIO 2003, 175.

132 CICALA-FIAMMENGHI-VECCHIO 2003, 182-185.

133 CICALA-FIAMMENGHI-VECCHIO 2003; CICALA 2012, 459-460.

171

Una serie di interventi di risistemazione e ampliamento interessa l’edificio nel I sec. a.C., che rimane in uso fino al secolo successivo, quando viene abbandonato intenzionalmente (fine I sec. d.C.), come dimostra l’assenza di tutto l’arredo domestico. Dopo una lunga fase di spoliazione l’unità abitativa viene obliterata da un fenomeno alluvionale, ben riconoscibile nell’eterogeneità tipologica e cronologica dei materiali presenti negli strati, dai volumi consistenti.

Numerosi sono, infatti, i frammenti di coroplastica e ceramica a vernice nera e figurata, a fratture arrotondate e superficie abrase o dilavate, rimescolati a materiali recenti134.

Il nucleo di ceramica a vernice nera proveniente dalla ‘Casa degli Affreschi’, contesto V03004, ammonta a 7.375 frammenti, di cui 304 sono diagnostici.

Il nucleo ceramico è composto da frammenti di medie e medio-grandi dimensioni, generalmente a fratture arrotondate e superfici arrotondate o dilavate, tra cui prevalgono quelli relativi a forme aperte (93,10%), i cui elementi morfologici significativi più ricorrenti sono i labbri (32,45%).

Il repertorio vascolare comprende coppe biansate, skyphoi, lekanai, crateri, coppe monoansate, coppette concavo-convesse, coppette, coppe, patere, lekythoi, brocche, olpai, anfore, bottiglie, gutti e vasi miniaturistici.

Quasi tutti gli esemplari esaminati rientrano tra i livelli della tipologia Morel, tranne alcuni labbri e piedi di skyphoi, coppette, coppe e brocche fuori tipologia.

Tra i miniaturistici è uno dei tre esemplari di vaso per farmaco individuati nel repertorio della vernice nera velina (V030040066, TAV. 379), databile tra la fine del III e gli inizi del II sec.

a.C.135.

Tra i gli esemplari in ben conservati sono da annoverare, inoltre, 4 tappi, con diametri tra i 1,7 e 3,3 cm.

L’arco cronologico risultante dai confronti individuati per i profili ricostruiti va dal IV al I sec. a.C.

V03004

FORMA→

ELEMENTO MORFOLOGICO

APERTA CHIUSA NON ID. TOT. FRR.

LABBRI 1.246 32 1.278

PIEDI/FONDI 668 25 6 699

ANSE 437 51 2 490

PARETI 4.216 336 4.552

PARETI DECORATE 20 26 44

VERSATOI 2 2

TOT. 6.586 471 8 7.065

134 CICALA-FIAMMENGHI-VECCHIO 2003, 176-177.

135 Cfr. paragrafo 4.2.14.

172

173

V03004

FORMA Serie/Specie/Genere Elemento morfologico/Num. frr.

labbri piedi/fondi versatoi tot.

coppe biansate-Bolsals 2

4122 2 2

coppe biansate 24

3311 1 1

4213 4 1 5

4264 15 15

4213/4264 2 2

4240 1 1

skyphoi 37

4310 1 18 19

4370 1 8 9

4380 8 8

fuori tipologia 1 1

lekanai 3

4710 3 3

coperchi di lekanai 1

1 1

crateri 1

1 1

coppe monoansate 2

6210 2 2

coppette concavo-convesse 1

2430 1 1

coppette 48

1570 1 1

2535 1 1

2530 1 1

2714 2 2

2715 1 1

2716 1 1

2710 7 7

2723 1 1

2734 2 2

2730 10 10

2720/2730 2 1 3

2740 2 2

2771 1 1 2

2920 3 3

2971 3 3

2700/2900 6 6

fuori tipologia 1 1 2

coppe 90

1220 1 1

1551 1 1

1550 1 1

2130 1 1

2150 2 2

2572 1 1

2610/2670 7 7

2640 1 1

2760 3 3

2780 2 2

2820 2 2

2910 2 2

2950 2 2 4

2970 1 1

2984 4 4

174

2980 5 10 15

fuori tipologia 1 1

non determinabile 41 41

patere 34

1121 1 1

1120 1 1 2

1310 11 11

1512 1 1

1510 1 1

1520 3 3

1630 1 1

2250 1 1

2264 1 1

2283 7 7

2280 1 1

non determinabile 4 4

aperta 32

32 32

lekythoi 3

5410 1 1

5440 2 2

olpai 1

5220 1 1

brocche 6

5320 1 1

5340 2 2

fuori tipologia 3 3

gutti 5

8150 5 5

anfore 1

3640 1 1

bottiglie 1

7131 1 1

chiusa 10

10 10

miniaturistici 1

1 1

175

Per verificare il tracciato della “Via delle Terrazze” (Fig. 1.9, 2), parzialmente esplorata da M. Napoli, nel 1993136 furono realizzati quattro saggi (Saggi 1-4) per verificare l’entità dell’arteria stradale e l’eventuale esistenza di altre vie di collegamento con l’Acropoli e la città bassa.

Le indagini accertarono il cattivo stato di conservazione della strada, il cui lastricato in basoli risultava sconnesso e lacunoso in vari punti, a causa dei dissesti geomorfologici che avevano interessato la zona137. Tra questi sondaggi uno permise di approfondire le ricerche fino al bancone naturale di arenaria.

Alle campagne di ricerca archeologica del 1993 appartiene il nucleo di ceramica a vernice nera V03006, cui sono riferibili 1.354 frammenti, di cui 25 sono diagnostici, rinvenuti nel corso dello scavo del Saggio 1.

La ceramica a vernice nera di questo contesto si caratterizza per l’alto grado di frammentarietà, tuttavia i reperti diagnostici hanno dimensioni medie e grandi, ma in generale tutti presentano fratture arrotondate e superfici, molto spesso, dilavate.

I frammenti relativi a forme aperte prevalgono su quelli di forma chiusa e tra gli elementi morfologici significativi i piedi sono i più ricorrenti.

Il repertorio vascolare comprende coppe biansate, skyphoi, lekanai, crateri, coppe monoansate, coppette concavo-convesse, coppette, coppe, patere e brocche; quasi tutti sono riconducibili alla tipologia Morel, tranne un labbro di brocca.

Coppette e patere sono le forme più ricorrenti, mentre la cronologia derivante dalla caratterizzazione cronologia va dal IV al II (forse I) sec. a.C.

136 CICALA-FIAMMENGHI-VECCHIO 2003.

137 CICALA-FIAMMENGHI-VECCHIO 2003, 175. Cfr. paragrafi 1.1; 1.2.3.3.

176

V03006

FORMA→

ELEMENTO MORFOLOGICO

APERTA CHIUSA NON ID. TOT.

LABBRI 138 5 143

PIEDI/FONDI 159 8 167

ANSE 106 17 123

PARETI 839 57 896

PARETI DECORATE VERSATOI

TOT. 1.242 87 1.329

177

V03006

FORMA Serie/Specie/Genere Elemento morfologico/Num. frr.

labbri piedi/fondi tot.

coppe biansate 1

4213 1 1

skyphoi 5

4380 1 4 5

lekanai 1

4710 1 1

crateri 2

2 2

coppe monoansate 1

6210 1 1

coppette concavo-convesse 1

2433 1 1

coppette 5

2530 1 1

2734 1 1

2730 2 2

2700/2900 1 1

coppe 2

2780 1 1

non determinabile 1 1

patere 4

1120 1 1

1630 1 1

2283 1 1

non determinabile 1 1

aperta 1

1 1

brocche 1

fuori tipologia 1 1

chiusa 1

1 1

178

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