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4.2 Business case: MRO Project

4.2.6 Razionalizzazione degli attributi tecnici

Una volta completata la fase di arricchimento degli attributi da parte del plant e la convalida da parte dello specialista di riferimento, il file è pronto per essere analizzato da me e il mio team. Durante la nostra convalida abbiamo riscontrato diversi errori,

PN Plant Code Plant

Name Descripti on Supplier

Code Supplier Name Manufac

turer Name

Manufac turer Commer cial Code

Addition informatial on

Level1 Level2 Level3 Attribute

1 Value Attribute

2 Value Attribute

3 Value Attribute

4 Value

94 nonostante sia avvenuta su ogni file pervenuto già una prima convalida dello specia-lista. Gli errori tipici maggiormente riscontrati che ostacolano la razionalizzazione successiva all’arricchimento sono riportati di seguito:

• Un primo errore riscontrato frequentemente è l’omissione dell’unità di sura per tutti quei valori numerici che richiedono la specifica dell’unità di mi-sura. Questo errore è stato ritenuto grave e può essere chiarita la sua impor-tanza attraverso un esempio mostrato in figura (Fig. 28):

Figura 28: Esempio errore: "omissione dell'unità di misura"

Come si evince dall’esempio, la descrizione della punta riporta come valore di lunghezza 100 “CM”, mentre l’attributo richiede quel valore in “MM”, quindi l’attributo doveva essere compilato con una semplice conversione dell’unità di misura da centimetri a millimetri, ovvero il valore da inserire sarebbe stato quello di 1000 anziché di 100. Diversamente il plant poteva riportare il valore 100 ma accompagnato dall’unità di misura “CM”, anche se ai fini della stan-dardizzazione questa scelta sarebbe stata meno corretta. L’unità di misura è fondamentale perché se il plant deve fare un nuovo ordine al fornitore di que-sto tipo di punte, cioè con lunghezza 1000 “MM”, nel leggere dal database 100 potrebbe comunicare al fornitore un’informazione errata che si ritorce poi sul livello delle scorte, sui costi e sul fattore spreco in generale.

Riguardo ai prodotti chimici, spesso questi vengono stoccati in grosse taniche e il valore della quantità è molte volte espresso in “litri”. Un attributo tipico della classe dei chimici è la “quantità del packaging” espressa in “kilo-grammi”. Più volte durante la convalida si è riscontrato il riempimento di tale attributo in litri mentre bisogna opportunamente trasformare il valore in

“Kg”, moltiplicando il valore della quantità per la densità soprattutto per la razionalizzazione del prezzo dei barili che va a Kg e non a litri.

In definitiva non solo è necessario inserire l’unità di misura, ma è soprattutto necessario eseguire correttamente le conversioni delle unità di misura per passare dall’unità di misura con cui viene descritto il prodotto a quella richie-sta dalla richie-standardizzazione del database.

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• Ai fini di una corretta standardizzazione è importante unificare, come già detto, la lingua essendo plant dislocati in tutta la region Emea; pertanto gli attributi che consentono l’inserimento di una scelta dal menu a tendina pre-sentano testi in lingua inglese e insieme agli attributi numerici non rappresen-tano un problema. Gli attributi di tipo “testo libero” possono essere soggetti invece a questo tipo di problema, infatti è stato riscontrato più volte l’inseri-mento di testi in lingua locale del plant, differente dalla lingua inglese. Questo non viene valutato come un errore grave, ma è comunque un errore da cor-reggere poiché ugualmente non permette la standardizzazione.

Mancata compilazione del Manufacturer Commercial Code: questa informa-zione non può mancare e rappresenta il codice del componente dato dal co-struttore, diverso dal codice con il quale viene immagazzinato il prodotto e diverso anche dal codice del fornitore presente nel sistema ERP centralizzato.

È un’informazione chiave univoca per il prodotto o per quella tipologia di pro-dotto di un certo Manufacturer, è attraverso questo codice che si possono reperire caratteristiche mancanti del part number, utili alla razionalizzazione, attraverso ad esempio l’inserimento di quest’ultimo nel sito online o nel ca-talogo del produttore e qualora dovessero essere inserite tutte le caratteristi-che è per mezzo di questo codice caratteristi-che si possono condurre le diverse verificaratteristi-che.

La figura sottostante (Fig. 29) mostra la corretta compilazione del Manufactu-rer commercial code e le diverse tipologie di errore riscontrate.

Figura 29: Manufacturer Commercial Code

Se il plant non ha inserito questa informazione bisogna reperirla prima di ca-ricare il file sul master DB, chiedendo allo specialista, scrutando attentamente le schede tecniche inoltrate in allegato dal plant, cercando in internet dal ca-talogo del produttore e nel caso ciò non dovesse bastare bisogna chiedere

96 l’ispezione di un esperto dell’item o di etichette poste sull’item stesso pre-sente in magazzino.

• Alcuni oggetti facenti parte della classe dei “workwear” (pantaloni, t-shirt, giacche) o degli “stationery” (etichette da ufficio, badge) contengono delle scritte, caratteri stampati. Per queste classificazioni spesso vi è la presenza dell’attributo “text”, attributo di tipo “testo libero” che va compilato con quanto riportato sull’item se presente. A volte per il tipo di testo presente, magari complesso da riportare in un attributo o troppo lungo, viene inserito il valore “N/A (not available). Il valore così inserito è errato perché in realtà c’è la presenza di testo, quindi per semplificare la compilazione è stata decisa una convenzione per la quale in questi casi, l’attributo “text” deve essere compilato con il valore “complex text”.

• Altro errore tipico riscontrato è la scorretta collocazione dei valori degli attri-buti, ad esempio l’inserimento del valore di “larghezza” per l’attributo “lun-ghezza” o viceversa, l’inserimento del valore della “corrente” al posto della

“tensione”.

• Il mancato inserimento di un valore per un determinato attributo: ai fini della razionalizzazione tutti gli attributi devono essere compilati necessariamente per verificare se effettivamente due o più prodotti sono identici al 100%.

• Per i prodotti chimici, è obbligatorio allegare insieme alla scheda tecnica an-che la san-cheda di sicurezza per controllare il valore della tipologia di rischio del prodotto inserito nel frequente attributo, per i chimici, “tipo di rischio”. Que-sto valore viene compilato attraverso la possibilità di scelta di una tipologia di rischio da un menu a tendina, scelta allineata con i pittogrammi presenti nella scheda di sicurezza.

L’attributo material dei “workwear” fa parte degli attributi in cui è possibile scegliere un valore dal menù a tendina. Nel menù predisposto, il materiale

“polyester” non è presente, ma capita spesso che il tessuto utilizzano per gli indumenti da lavoro sia proprio il poliestere. Confrontando le compilazioni fatte dai 24 plant per questo attributo, si è notato che i plant sopperivano la mancanza della parola “polyester” con: acrylic, nylon o polyethylene. Utiliz-zare tre valori differenti per esprimere uno stesso principio va in contrasto con l’obiettivo del progetto e quindi è stato necessario creare una conven-zione che allineasse i plant, scegliendo come valore sostitutivo del poliestere, il nylon.

Oltre agli errori suddetti maggiormente riscontrati per singoli attributi, altre tipologia di errore è l’errata classificazione del PN. Errore quest’ultimo ancora più grave, in quanto non solo il componente viene raggruppato in una famiglia non sua, ma molto probabilmente si perderanno altre informazioni specifiche del part number, in

97 quanto ogni classe ha i suoi relativi attributi e sbagliando classe, si attivano automa-ticamente nel template attributi diversi che non permettono di ricavare tutte le in-formazioni pertinenti a quel determinato PN. Un item più volte soggetto a questa tipologia di errore sono le “batterie”. Esse infatti possono essere diverso tipo e in base all’uso, alla tensione, devono essere catalogate in diverse classi, mentre non bisogna commettere il classico errore di generalizzare e raccogliere tutte le batterie nella classe degli “elettrici”. La figura seguente (Fig. 30) mostra degli esempi concreti di come collocare le diverse batterie; esempio nato dalla numerosità degli errori ri-scontrati e che dà l’opportunità ai plant di non commettere più questo errore avendo aggiornato gli handbooks. Le immagini riportati in figura (Fig. 30) rappresentano una comune batteria, delle batterie a pile per telecomandi, orologi o altri piccoli disposi-tivi, una batteria per un utensile come l’avvitatore, una batteria per una maschera respiratoria o una maschera da saldatura:

Figura 30: Diverse famiglie per tipi diversi di batterie

Una batteria è pur sempre una batteria però sono state accordate delle convenzioni per semplificare la standardizzazione ed è giusto che vengano rispettate dai diversi plant.