• Non ci sono risultati.

Russkoe Sobranie e la nascita del na- na-zionalismo russo come movimento

politi-co autonomo

in seno all’’impero e dalla crescente impopolarità della Chiesa ortodossa tra le file dell’intelligencija. Già dalla fine degli anni Settanta dell’Ottocento erano sorti i primi “salotti di destra” (pravye salony) in reazione ai circoli liberali e mo-derati: il primo di questi luoghi di discussione e ritrovo fu la casa del principe V. P. Meščerskij,2 i cui “mercoledì letterari” erano frequentati da personalità di rilievo come lo scrittore F. M. Dostoevskij e il procuratore del Santo Sinodo K.

P. Pobedonoscev.3 Il cenacolo del principe conobbe un’evoluzione politica, come accaduto a un altro importante punto d’incontro, il salotto del generale E. V.

Bogdanovič, che annoverava tra i propri ospiti il futuro vescovo di Cholm Evlogij (Georgievskij) e il presidente di Russkoe Sobranie, il principe D.P. Golicyn. I sa-lotti di destra non ebbero un carattere organizzato, ma da essi provennero i prin-cipali esponenti di Russkoe Sobranie e di altre esperienze politiche dell’area mo-narchica e nazional-conservatrice; tuttavia, le reti informali costituitesi in quelle sedi permisero di condizionare in alcuni frangenti le decisioni prese alla corte dello zar Nicola II, anche in alcuni casi entrando in conflitto con l’imperatore.

Assieme ai saloni, ad agevolare la costituzione di Russkoe Sobranie era stato il vivace ambiente intellettuale raccoltosi attorno al quotidiano «Novoe Vremja»

e al suo editore, A.S. Suvorin, in gioventù scrittore di orientamento liberale suc-cessivamente spostatosi su posizioni nazional-conservatrici. Il «Novoe Vremja», rilevato da Suvorin nel 1876, dopo un’iniziale breve stagione di indirizzo demo-cratico e liberale già con l’insurrezione bulgara dello stesso anno assunse

posizio-2 Il principe Vladimir Petrovič Meščerskij (1839-1914), ciambellano di corte, già dal 1872 die-de vita al proprio salotto letterario, e divenne noto come editore e autore di opuscoli satirici e letterari dove espresse le proprie posizioni politiche: probabilmente il suo lavoro più emblema-tico fu Choču byt’ russkoju (Voglio essere russa) del 1877, nel cui titolo è già racchiuso lo spirito del romanzo. Meščerskij aveva fondato la rivista «Graždanin» sempre nel 1872, vera tribuna per i monarchici in lotta contro il “nichilismo” degli anni Settanta dell’Ottocento. Tra gli autori di «Graždanin» è da segnalare la presenza di F.M. Dostoevskij, che ne assunse la direzione nominale dal 1873 al 1874 (Meščerskij, in quanto funzionario del Ministero degli interni, fino al 1876 non potè formalmente figurare come direttore della testata). Noto sostenitore di una politica estera favorevole alla Germania, il principe considerava la Gran Bretagna e il liberalismo occidentale come i nemici eterni e reali della Russia, posizioni che lo isolarono rispetto ad altri pravye veementemente antigermanici. N. V. Černikova, Meščerskij Vladimir Petrovič, in Russkij Konservatizm…, cit., pp. 296-299.

3 Sulla figura di K.P. Pobedonoscev, uno dei principali esponenti del conservatorismo d’im-pronta nazionale e ortodossa a corte, si veda il lavoro di A.Ju. Polunov, K.P. Pobedonoscev v obščestvenno-političeskoj i duchovnoj žizni Rossii (K.P. Pobedonoscev nella vita sociale, politica e spirituale della Russia), Rossijskaja političeskaja enciklopedija, Moskva 2010.

ni sempre più conservatrici e panslaviste, tali da fargli acquisire un profilo ben di-verso dall’iniziale foglio democratico, garanzia di un consenso duraturo da parte dell’opinione pubblica monarchica. Forte di una importante solidità economica, il «Novoe Vremja» divenne una vera e propria holding, acquisendo una presenza di rilievo nella distribuzione della stampa e nel mercato editoriale, e diventando un importante attore nella costruzione del consenso nella società. Il giornale ad inizio Novecento rappresenta il punto di riferimento dell’area nazional-conser-vatrice, e le principali firme di quell’orientamento, come M.O. Men’šikov, A.A.

Stolypin (fratello del futuro primo ministro) e V.V. Rozanov, dalle sue pagine analizzano la società russa del tempo proponendo una linea nettamente schierata su posizioni di destra monarchica e nazionalista. Le riunioni preparatorie del primo nucleo di fondatori di Russkoe Sobranie si svolgono nella redazione del

«Novoe Vremja», e il 16 gennaio 1901 si decide di procedere al lancio pubblico dell’organizzazione.4 Tra i soci promotori di Russkoe Sobranie, oltre a Suvorin, vi erano personalità di spicco del mondo accademico e intellettuale, come il noto linguista K. Ja. Grot, N. P. Lichačev (all’epoca vicedirettore e poi direttore della Biblioteca Pubblica Imperiale), N. V. Pokrovskij (direttore dell’Istituto Archeo-logico), e lo scrittore S. N. Syromjatnikov.5 Il 26 gennaio l’organizzazione tiene la sua prima assemblea ufficiale, presentando agli ospiti le proprie posizioni sulle questioni del momento. Lo statuto, approvato di lì a poco, nel preambolo defini-va i compiti di Russkoe Sobranie nella «istituzione, rafforzamento e realizzazione dell’autentico spirito creativo e delle antiche tradizioni e specificità del popolo russo nella coscienza civile e nella vita quotidiana».6 Gli articoli dello statuto coniugano aspetti di divulgazione culturale a questioni di politica generale. Nel comma e dell’articolo 3 dello statuto viene enunciato tra i compiti dell’organiz-zazione l’attività di lobbismo verso governo e istituzioni, anche attraverso l’uso di petizioni e proposte da presentare ai ministeri preposti. Con l’assemblea pubblica del 16 febbraio, Russkoe Sobranie raccoglie 120 adesioni, alcune molto presti-giose e simboliche, come la vedova di F.M. Dostoevskij, A.G. Dostoevskaja. Nel

4 Della riunione si accenna nel saggio in due parti dedicato ai dieci anni di Russkoe Sobranie, comparso sul bollettino dell’associazione, P. F. Bulacel’, Russkoe Sobranie 1901-1910. Kratkij očerk (Russkoe Sobranie 1901-1910. Un breve saggio), «Vestnik Russkogo Sobranija» № 5, 1911 e №1, 1912.

5 Spisok učreditelej Russkogo Sobranija (Lista dei fondatori di Russkoe Sobranie), Sankt-Peterburg, 1901, pp. 1-3.

6 Ustav Russkogo Sobranija (Statuto di Russkoe Sobranie), Sankt-Peterburg, 1901, p. 1.

Consiglio direttivo dell’organizzazione entra a far parte una personalità di rilie-vo nelle alte sfere militari e della burocrazia, quale il generale M.M. Borodkin, membro delle commissioni per le riforme nel Granducato di Finlandia, specia-lista di questioni storiche e noto sostenitore di radicali misure di incremento dell’influenza russa nella regione. Lo storico russo I.V. Lukojanov ha sottolineato il ruolo centrale del «Novoe Vremja» e di Suvorin nella fondazione e nell’attività di Russkoe Sobranie: «si può dire che alle origini di Russkoe Sobranie ci fu il

«Novoe Vremja». Il giornale pubblicava notizie dettagliate sull’attività dell’asso-ciazione, e le sue riunioni nei primi tempi si tenevano nei locali della redazione di A. S. Suvorin»7. Anche dagli ambienti dell’associazionismo panslavista si riscon-trò una buona adesione a Russkoe Sobranie, non senza strascichi polemici dovuti a fratture già da tempo sviluppatesi nel movimento. Voci provenienti dall’Asso-ciazione slava di beneficenza di San Pietroburgo accusavano Russkoe Sobranie di essere un’operazione volta ad usurpare il lavoro da essa svolto fino ad allora, e al di fuori delle finalità promosse dal panslavismo. S. N. Syromjatnikov, gior-nalista e tra i fondatori di Russkoe Sobranie, in un articolo apparso su «Novoe Vremja» il 15 febbraio 1901, firmato con lo pseudonimo “Sigma”, sottolineava tra le ragioni costituenti dell’associazione la necessità di trovare degli sbocchi per gli ideali nazionali russi, perché «…la conoscenza del nostro passato storico è troppo debolmente diffusa nella società russa», ma «l’obiettivo dell’associazione non è accademico, ma pratico, non è archeologico, ma sociale, e lo studio dei fenomeni della vita slava per Russkoe Sobranie non è al primo posto, ma è secondario».

L’articolo venne fortemente criticato nell’opuscolo Čto takoe Russkoe Sobranie?

(Che cos’è Russkoe Sobranie?), uscito a firma di Staryj Slavjanofil (Un vecchio sla-vofilo), pseudonimo dietro cui si celava uno dei dirigenti dell’Associazione slava di beneficenza mai identificato. L’opuscolo rappresenta un attacco frontale alla fondazione di Russkoe Sobranie, unito a un elogio alle attività del panslavismo pietroburghese, ma essenzialmente vi è una percezione errata delle finalità dei ri-vali, di cui non si riescono a comprendere le intenzioni prevalentemente politiche nella fondazione dell’associazione.8 La dimensione (inizialmente) semi-politica di Russkoe Sobranie infatti risultava essere una novità per il movimento

nazio-7 I. V. Lukojanov, Russkoe sobranie, in A.A. Fursenko (a cura di) Rossija v XIX-XX vv.: Sbornik statej k 70-letiju so dnja roždenija R. Š. Ganelina (La Russia nei secoli XIX-XX: Raccolta di articoli per i 70 anni di R. Š. Ganelin), Dmitrij Bulanin, Sankt-Peterburg, 1998, pp. 168-169.

8 Staryj Slavjanofil, Čto takoe Russkoe Sobranie? (Che cos’è Russkoe Sobranie?), Stoličnaja tipogra-fija, Sankt-Peterburg 1901.

nal-conservatore, e ne presumeva un proprio profilo autonomo, che cominciava a dirigersi al di fuori dei salotti di destra e dall’associazionismo culturale e di beneficenza ben presenti a Pietroburgo e in altri centri dell’impero. Un processo probabilmente avviato già anni prima, con la fondazione di giornali come il «Kie-vljanin» (1864) e «Novoe Vremja» (1876) in grado di rappresentare e dar voce a un’area spesso schiacciata sul ruolo di difensore dell’autocrazia, e desiderosa di poter aver una propria identità, leale verso il sistema zarista ma indipendente nei propri giudizi e nelle proprie attività. Queste intenzioni erano evidenti anche ai rappresentanti delle istituzioni: infatti, inizialmente, oltre all’ostilità espressa dai panslavisti, vi era ritrosia mista a contrarietà da parte degli ambienti ministeriali nei confronti della nuova associazione. V.P. Pleve, ministro degli Interni, non era intenzionato a concedere il nulla osta alla formazione di Russkoe Sobranie e solo il sostegno espresso all’iniziativa in modo informale da Nicola II e da ambienti della corte avrebbe condizionato il cambio d’opinione del ministro – in seguito entrato nelle fila dell’associazione.9

Nel primo anno di vita di Russkoe Sobranie il processo di una progressiva politicizzazione venne ad intensificarsi,10 anche attraverso la formazione di un proprio bacino d’influenza, che raggruppava posizioni diverse all’interno dell’a-rea nazional-conservatrice, e attraeva intellettuali ed artisti, come il pittore N.K.

Roerich o lo storico, docente presso l’università imperiale di Char’kov e in segui-to deputasegui-to alla III Duma di Stasegui-to, A.S. Vjazigin. Proprio da Vjazigin provenne l’idea di estendere le attività di Russkoe Sobranie al di fuori della capitale, con la creazione di una sezione a Char’kov: in realtà l’associazione non legava l’adesione alla residenza a Pietroburgo, ma la nascita di una filiale nello Jugo-zapadnyj kraj (la regione sud-occidentale) rappresentava anche l’intenzione di affermare ancora

9 N. A. Engel’gardt, già tra i fondatori dell’associazione e in seguito suo vicepresidente, ricor-dava nelle sue memorie l’intervento del conte S.D. Šeremetev a sostegno di Russkoe Sobranie durante una pausa di una seduta del Consiglio di Stato: il conte avrebbe raccontato al presidente dell’associazione D.P. Golicyn-Muravlin (aiutante del segretario del Consiglio di Stato) di come Nicola II avesse elogiato la fondazione di Russkoe Sobranie. Golicyn chiese a Šeremetev di rife-rire a Pleve di questa confidenza dello zar. N. A. Engel’gardt, Epizody moej žizni: vospominanija (Episodi della mia vita: ricordi), «Minuvšee. Istoričeskij al’manach», vol. 24, 1998, p. 41.

10 A tal proposito, il principe Meščerskij notò già nel 1903 come Russkoe Sobranie «era diven-tata qualcosa a metà tra un club e un’associazione», I. V. Lukojanov, Russkoe Sobranie, in A.A.

Fursenko (a cura di) Rossija v XIX-XX vv.: Sbornik statej k 70-letiju so dnja roždenija R. Š. Ga-nelina (La Russia nei secoli XIX-XX: Raccolta di articoli per i 70 anni di R. Š. Ganelin) , Dmitrij Bulanin, Sankt-Peterburg, 1998, p. 170.

una volta l’appartenenza di quelle terre all’identità russa, contro il diffondersi di associazioni ed organizzazioni ucraine.

A.S. Vjazigin e la sezione di Char’kov di Russkoe Sobranie: profilo di uno storico militante

La scelta di Char’kov come prima sezione di Russkoe Sobranie non risponde-va a logiche legate al prestigio della città o alla sua importanza economica. L’at-tuale centro ucraino, secondo i dati del primo censimento imperiale panrusso del 1897, contava circa 174.000 abitanti, situandosi all’ottavo posto per popolazione tra le città imperiali. La prevalenza dell’elemento russo nel centro urbano era evi-dente, 109.914 abitanti (63,17%) dichiararono di essere velikorossy (grande-russi), e 45 092 (25,92%) malorossy (piccolo-russi), e secondo la visione delle autorità dell’epoca questo significava che circa l’89,09% della popolazione era considerato russo. Nella città vivevano 9848 ebrei (5,66%), 3963 polacchi (2,28%) e 2353 tedeschi (1,35%). Nei vent’anni che precedono la crisi rivoluzionaria del 1917, il numero di abitanti aumenta considerevolmente, dai circa 205.000 del 1903 ai 283.000 del 1916, con una crescita di circa 109.000 nuovi cittadini, indice di tre fattori: un forte sviluppo industriale; un afflusso di giovani in cerca di nuove pos-sibilità lavorative dalle regioni circostanti e di studenti approdati in città attratti dalla locale università. A cavallo tra Ottocento e Novecento Char’kov vedeva una vivace vita accademica e una forte presenza studentesca. L’inaugurazione dell’università imperiale avviene nel 1805, dopo la fondazione due anni prima su spinta della locale nobiltà grazie allo spirito di iniziativa di V. N. Karazin (a cui oggi è intitolato l’ateneo), e rappresenta l’espressione di una necessità impellente da parte delle élites della Slobodanščina11 nell’acquisire una propria capacità nel formare quadri per l’istruzione, l’amministrazione e l’economia della regione.

Iniziatore dell’apertura di una sede di Russkoe Sobranie a Char’kov fu A.

S. Vjazigin, interessante figura di intellettuale locale, docente di storia medie-vale alla locale università, e noto per il suo orientamento nazionalista, in

pri-11 Slobodanščina o Sloboda Ukraina, dalla parola sloboda, che in russo indica un insediamento libero, era il nome di un territorio che comprendeva l’attuale regione di Charkiv, la parte me-ridionale della regione di Sumy e alcuni distretti nel nord delle attuali Luhans’k e Donec’k nei confini ucraini, e la regione di Belgorod e i territori meridionali delle regioni di Kursk e Voronež in Russia.

ma fila contro il movimento ucraino che anche in quella provincia cominciava ad attecchire. Vjazigin si era laureato a Char’kov, dove esisteva un’importante scuola storica, ed aveva ottenuto una borsa di studio che gli aveva consentito di prepararsi all’ottenimento della docenza universitaria, ottenendo dapprima il titolo di privat-docent nel 1894 e poi successivamente l’incarico di professore straordinario il 5 gennaio 1902,12 dopo la discussione della tesi magistrale sulla storia del Papato nell’XI secolo. Considerato uno dei principali medievisti russi della sua generazione, lo storico prese parte attivamente alla vita accademica, e sue pubblicazioni apparvero anche su riviste specialistiche all’estero. Allo stesso tempo il giovane professore si distingueva per una grande attenzione all’attività pedagogica, e si dedicava alla formazione degli studenti più promettenti della facoltà di storia e filologia attraverso il Kružok dlja zanjatij po istorii russkoj i zapadno-evropejskich literatur (Circolo di lezioni sulla storia delle letterature russa e dell’Europa occidentale), che, a dispetto del nome, si occupava anche di storia medievale. Ja. A. Denisov, filologo classico, autore di un noto manuale di metrica greca e latina utilizzato nelle università dell’impero, e collega di Vjazi-gin (con cui ne condivise la tragica morte), in un saggio dedicato ai venticinque anni d’insegnamento dello storico, tracciava un profilo lusinghiero delle qualità pedagogiche del collega:

Conoscendo bene i suoi oggetti di studio attraverso le fonti, contraddistinto da un istinto critico sorprendentemente sottile, che si univa a un raro dono nel collegare gli ambiti di studio, fluente ed abile nel padroneggiare l’arte della parola, A.S. Vjazigin gode di un eccezionale successo tra i suoi studenti come docente.13

L’attività intellettuale e pedagogica dello storico non era confinata solo all’a-teneo di Char’kov. Era membro dell’Associazione storica e filologica, fondata nel 1876 da docenti e studenti della facoltà, con l’obiettivo di popolarizzare gli studi umanistici nella società civile della regione, e aderì alla Commissione delle lezioni popolari di Char’kov, della cui attività nel primo decennio di vita ha lasciato un saggio, e venne inviato come delegato della facoltà a Mosca,14 presso il comitato

12 Il telegramma di nomina è pubblicato da «Južnyj Kraj», № 7249, 6 gennaio 1902.

13 Ja. A. Denisov, A.S. Vjazigin: po povodu 25-letija naučno-pedagogičeskoj dejatel’nosti (A.S.

Vjazigin: a proposito dei 25 anni di attività scientifica e pedagogica), Mirnyj trud, Char’kov 1917, p. 25.

14 Vi è notizia della delegazione inviata a Mosca in «Južnyj Kraj», № 6521, 19 dicembre 1899.

per l’organizzazione del congresso di archeologia da tenere in città.15 A spingere il giovane professore all’impegno politico sono le proteste studentesche del 1899, che a Char’kov avranno un’influenza sulla vita d’ateneo per alcuni anni.

Le agitazioni studentesche della primavera del 1899, iniziate a San Pietrobur-go e poi estesesi negli altri centri universitari dell’impero, suscitarono l’attenzione dell’opinione pubblica per la propria capacità di diffondersi in città diverse quasi contemporaneamente. Anche L. N. Tolstoj prestò attenzione a questi avvenimen-ti, che commentò con un proprio breve articolo, pubblicato alla fine del 1899 all’estero in una raccolta dedicata alle proteste studentesche curata dal discepolo dello scrittore V. G. Čertkov. La coscienza civile della società russa dell’epoca con le sue parole ha ben descritto l’atmosfera attorno a quegli eventi:

Sono accaduti in contemporanea due eventi molto importanti: il primo che un popo-lo sistematicamente istupidito e impoverito, arrivato alla (piena) stupidità e povertà, tale da essere ormai indesiderabile anche per il governo, ha oltrepassato quel limite di istupidimento e impoverimento necessario al governo; e il secondo, che gli stessi giovani che il governo prepara per l’istupidimento e l’impoverimento del popolo, si sono rifiutati di prepararsi alla funzione ad essi richiesta dal governo. In questa prepa-razione delle persone (in grado) di eseguire le richieste del governo, anche qui è stato passato quel limite di spersonalizzazione, brutalizzazione, perdita dei valori di questi giovani – li hanno sottomessi, mettendo al posto delle precedenti regole (accademiche) di queste istituzioni, dove essi erano, misure poliziesche, e queste misure poliziesche si sono espresse nel fatto che nella capitale sono stati percossi dalla frusta. Si sono offesi, ne hanno preso coscienza e, poiché la pazienza aveva già raggiunto l’ultimo limite, sono scesi in sciopero, ovvero hanno tutti deciso di smettere di studiare in quelle istituzioni, dove l’insegnamento avviene con la frusta.16

Le conseguenze politiche delle agitazioni, se nell’immediato vennero arginate dalle misure prese dalle autorità, nel medio e lungo periodo ebbero non poco peso

15 M. G. Chalanskij, D. I. Bagalej (a cura di), Istoriko-filologičeskij fakul’tet Char’kovskogo uni-versiteta za pervye 100 let ego suščestvovanija (1805-1905) (La facoltà di storia e filologia dell’u-niversità di Char’kov nei primi 100 anni d’esistenza (1805-1905), Tip. Adol’fa Darre, Char’kov 1908, p. 295.

16 L. N. Tolstoj, Studenčeskoe dviženie 1899 goda (Il movimento studentesco del 1899), in L. N.

Tolstoj, Polnoe sobranie sočinenii (Opere complete), vol. 31, Gosudarstvennoe izdatel’stvo Chu-dožestvennoj literatury, Moskva 1954, pp. 199-200.

nel processo che porterà alla rivoluzione del 1905. Come notato dallo storico rus-so A.E. Ivanov, autore di numerosi ed importanti lavori sul mondo universitario nell’impero russo tra Ottocento e Novecento, il movimento studentesco fu una componente essenziale del sentimento antizarista che animava la formazione e lo sviluppo dei quadri, degli attivisti e degli eventi che precedettero ciascuna delle tre rivoluzioni in Russia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.17 Richard Pipes, nella sua periodizzazione della rivoluzione russa, ne vede nelle proteste studentesche l’inizio, sottolineandone alcuni aspetti che avrebbero precorso gli avvenimenti del 1905 e del 1917: «these disorders set in motion a movement of protest against the autocracy that did not abate until the revolutionary upheaval of 1905–6.».18 Quanto avveniva negli altri centri universitari aveva un effetto anche a Char’kov, e le agitazioni studentesche della primavera del 1899 si presen-tarono immediatamente anche lì. Già il 25 febbraio 1899 apparve un primo av-viso, a firma del rettore dell’università imperiale di Char’kov M. M. Alekseenko, ripreso sulle pagine del quotidiano «Južnyj Kraj», in cui come conseguenza del boicottaggio delle lezioni, si comunicava agli studenti l’espulsione dall’università.

I documenti attestanti l’espulsione sarebbero stati consegnati dalla polizia, una misura evidentemente atta all’identificazione degli studenti più attivi, e per chi volesse essere riammesso, si richiedeva di inviare al rettore una lettera in cui si richiedeva la grazia.19 A tre giorni dalla pubblicazione del comunicato del rettore, apparve un ulteriore avviso del provveditore del distretto scolastico, rivolto non solo agli studenti dell’università imperiale, ma anche agli allievi dell’istituto tec-nico Alessandro III e dell’istituto veterinario, in cui si rendeva noto la loro esclu-sione dagli studi.20 Lo stesso avviso venne pubblicato nuovamente nell’edizione del 2 marzo,21 segno di come la situazione in città vedesse la presenza di un consi-derevole sentimento di solidarietà degli universitari verso i colleghi pietroburghe-si. Nonostante gli auspici e la soddisfazione espressi in una nota datata 4 marzo

17 A.E. Ivanov, Studenčeskaja korporacija Rossii konca XIX-načala XX veka: opyt kul’turnoj i političeskoj samoorganizacii (La corporazione studentesca in Russia, fine XIX-inizio XX secolo: un tentativo di autoorganizzazione culturale e politica), Novyj chronograf, Moskva 2004, p. 286.

18 R. Pipes, The Russian Revolution, Vintage Books, New York 1991, p. 4.

19 Ob’ javlenie studentam (Avviso agli studenti), «Južnij Kraj», № 6234, 25 febbraio 1899.

20 Ot popečitelja char’kovskogo učebnogo okruga ob’ javljaetsja sledujuščee (Dal provveditore del distretto scolastico si comunica di seguito), «Južnyj Kraj», № 6237, 28 febbraio 1899.

21 Ot popečitelja char’kovskogo učebnogo okruga ob’ javljaetsja sledujuščee (Dal provveditore del distretto scolastico si comunica di seguito), «Južnyj Kraj», № 6238, 2 marzo 1899.

e pubblicata il giorno successivo da «Južnyj Kraj», dove si definivano le proteste come acqua passata e parte di un ciclo periodico di agitazioni universitarie,22 già il 13 marzo trovano spazio notizie sull’interruzione delle lezioni e le espulsioni degli studenti negli atenei di Mosca, Jur’ev, Kiev e Odessa.23 La posizione del quotidiano è nettamente ostile alle rivendicazioni del movimento studentesco, e pubblica sulle sue pagine la testimonianza di uno studente del locale ateneo, A.

G. Šostak, dove si denunciano come fallaci e pericolose le tentazioni liberali di alcuni “urlatori”, e viene fatto appello a non abboccare all’amo delle provocazio-ni.24 A Char’kov le agitazioni studentesche trovarono terreno fertile, perché alla fine degli anni Novanta dell’Ottocento erano attivi alcuni circoli politici, aderen-ti alle varie correnaderen-ti allora in voga nell’intelligencija. Nel 1898 appare il Кružok za osvoboždenija rabočego klassa (Circolo di lotta per l’emancipazione della classe operaia), che riuniva studenti e lavoratori delle fabbriche metallurgiche, tessili e meccaniche della città, legato al neonato Partito operaio socialdemocratico rus-so.25 La storica ucraina M. V. Grigor’eva ha individuato nella sua tesi di dotto-rato sulle organizzazioni studentesche nei governatorati ucraini nella tarda età imperiale il rapporto intercorrente tra diffusione delle agitazioni studentesche e crescita delle attività di sorveglianza da parte della polizia sin dagli anni Sessanta dell’Ottocento, prendendo in analisi i documenti dei vari commissariati presenti a Char’kov, Kiev, Mosca e San Pietroburgo.26 In questo senso, è importante sot-tolineare i rapporti intercorsi tra il circolo degli studenti monarchici, costituitosi alla fine del 1901 e raccoltosi successivamente attorno alla sezione di Char’kov di Russkoe Sobranie e le autorità locali e di polizia.

All’inizio del 1902 a Char’kov appaiono i primi tentativi organizzati di rispo-sta nazional-conservatrice alle agitazioni studentesche. Non a caso, la reazione proviene dagli ambienti accademici, e vede A. S. Vjazigin in prima linea con la fondazione della rivista «Mirnyj Trud», dove assieme a saggi storici e letterari e ad

22 Char’kov, 4 marta 1899 goda (Char’kov, 4 marzo 1899), «Južnyj Kraj», № 6241, 5 marzo 1899.

23 Poslednye izvestija (Ultime notizie), «Južnyj Kraj», № 6249, 13 marzo 1899.

24 Otčego?(Student – o studenčeskich bezporjadkach) (Perché? Uno studente a proposito dei disordi-ni studenteschi), «Južnyj Kraj», № 6267, 1 aprile 1899.

25 M. V. Grigor’eva, Istorija students’kich organizacij universitetiv naddniprjans’koj Ukraini dru-goi polovini XIX-počatku XX st. (Storia delle organizzazioni studentesche delle università dell’U-craina del Dniepr), tesi di dottorato, Charkiv 2009, pp. 166-167.

26 Ibid., p. 162.

interventi di poeti e scrittori, appaiono articoli politici. Insieme a «Mirnyj Trud»

sorge qualche mese prima, alla fine del 1901, un circolo che raccoglie studenti d’orientamento monarchico. Di tale struttura si ha notizia anche dal resoconto dell’apertura della sezione locale di Russkoe Sobranie, a cui interviene un rappre-sentante, il quale sottolineò come «un circolo di studenti, con gli stessi principi professati da Russkoe Sobranie», esisteva nell’università dal 1901. «Va da sé che a causa delle tendenze tra la gioventù studentesca contemporanea, il circolo ha do-vuto impegnarsi nella lotta con i nazionalisti anti-russi».27 «Mirnyj Trud» si pre-senta all’opinione pubblica cittadina e locale attraverso un’inserzione su «Južnyj Kraj», dove sinteticamente si annunciano gli argomenti trattati dalla nuova rivi-sta diretta da Vjazigin, che diventerà uno dei principali punti di riferimento per l’intelligencija nazional-conservatrice russa nel kraj meridionale.28 Ma l’attività promossa da «Mirnyj Trud» si rivelerà rivolta solo a un settore ridotto dell’opinio-ne pubblica, e spesso confinata ad argomenti letterari e scientifici. L’interruziodell’opinio-ne delle pubblicazioni, avvenuta ad inizio 1903, testimonia questa difficoltà, risolta in seguito da una ristrutturazione delle attività della rivista, avvenuta nell’autun-no dello stesso annell’autun-no, con un pianell’autun-no per riprendere le pubblicazioni dal gennaio 1904 con 10 uscite annuali al posto delle 5 nella precedente veste. Il consiglio scientifico presso il locale distretto scolastico acconsentì alla sottoscrizione per le biblioteche della regione, a condizione che Vjazigin restasse alla guida della rivi-sta.29 Lo storico era già in corrispondenza con il consiglio di Russkoe Sobranie a Pietroburgo, con l’intenzione di ottenere l’autorizzazione per aprire una sezione locale dell’associazione a Char’kov, sin dalla primavera del 1902. La proposta venne discussa durante una riunione del consiglio direttivo dell’associazione il 9 aprile 1902, dove, oltre a Char’kov, vennero trattati anche i casi di Kiev e di Varsavia, città nelle quali esistevano già delle strutture monarchiche, come nella capitale della regione della Vistola, in cui un circolo russo era da anni attivo.30 Il

27 P. Chorsov, Prazdnik russkogo samosoznanija. Otkritie Char’kovskogo otdela «Russkogo sobrani-ja» (La festa dell’autocoscienza russa. L’inaugurazione della sezione di Char’kov di «Russkoe sobra-nie»), «Mirnyj trud», № 1, 1904, p. 52.

28 Si veda l’inserzione pubblicata su «Južnyj Kraj», № 7249, 6 gennaio 1902.

29 Vozobnovlenie Mirnogo Truda (Ripresa del Mirnyj Trud), «Južnyj Kraj», № 7884, 19 ottobre 1903.

30 Zapis’ zasedanija soveta Russkogo Sobranija (Verbale della riunione del consiglio di Russkoe So-branie), № 11, 9 aprile 1902, Gosudarstvennyj archiv Rossijskoj federacii (Archivio di Stato della Federazione russa), f.588 Nikol’skij Boris Vladimirovič, o.1, d. 1243 Vypiski iz protokolov zasedanij Russkogo Sobranija (Estratti dai protocolli delle sedute di Russkoe Sobranie), l.1-4.

Documenti correlati