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L E SALE DI P ARMA

6 P ROCESSO EVOLUTIVO DELL ’ ASSETTO ACUSTICO

6.2 P ARMA E LA MUSICA

6.2.1 L E SALE DI P ARMA

Nate per scopi differenti, le due maggiori sale da musica di Parma con cui ci si è posti a confronto nell’elaborazione delle scelte progettuali, seppur con i dovuti limiti, sono il Teatro Regio e l’Auditorium Paganini. Entrambe non sono confrontabili in termini di capienza e ricettività con gli spazi in analisi, pur tuttavia ne forniscono gli elementi per una comprensione più ampia e concreta delineando tratti comuni.

Si cercherà quindi di tracciarne brevemente i caratteri essenziali, i pregi e difetti.

6.2.1.1 I

L

T

EATRO

R

EGIO

il Teatro Regio é cresciuto portando già dalla nascita difetti noti fin al suo stesso creatore, Bettoli, che non ha potuto agire diversamente per i limiti spaziali del sito, per mancanza di un progetto alternativo e soprattutto per il riferimento a cui non poteva sottrarsi: il Teatro milanese del Piermarini, la Scala.

La tipologia era quella del teatro a ferro di cavallo, all’italiana, da cui non si poteva prescindere, nonostante i non pochi difetti che già gli si attribuivano, per questo motivo gli architetti ottocenteschi dovettero servirsi di mezzi tecnici per sopperire agli inconvenienti acustici propri di tale forma.

La concentrazione delle onde sonore in certi punti a causa della pianta ellittica, cioè delle pareti laterali convesse, i complicati fenomeni di riflessione prodotti dalle articolate superfici di palchi, logge, controsoffitti, fregi e cornicioni, sono alcuni dei difetti principali di questi teatri.

I palchetti chiusi, disposti gli uni sugli altri perpendicolarmente, hanno subito la critica dei maggiori esponenti dell’architettura francese della metà del Settecento per sortire una forma di introversione vagamente conviviale oltre a impedire una vista e un ascolto ottimali.

Figura 6.1 - I palchi del Regio.

Le scelte prioritarie adottate all’epoca per eliminare in parte queste carenze determinate dall’impianto formale a scarso rendimento acustico, sono l’uso di pareti in legno, di tappezzerie di stoffa, la fodera di velluto delle poltrone. L’abilità di certi architetti portò a risultati eccellenti considerando le scarse nozioni scientifiche allora a disposizione.

Dopo i bombardamenti, il terremoto dell’83, e i vari interventi di restauro susseguitisi da Carlo III di Borbone ai giorni nostri, l’aspetto acustico del Regio non è più quello conferito dal Bettoli ma conserva ancora la traccia indelebile dell’antico impianto che gli procurò tanta popolarità.

DATI TECNICI:

Anno costruzione_1821-1824 Progettista_Nicola Bettoli Capacità_1200 posti

Superficie sala_230 mq (2141 mq – LxPxH 17x23x18) Volume_4070 mc

Volume/persona_3.4 mc/p

6.2.1.2 A

UDITORIUM

P

AGANINI

L’Auditorium Niccolò Paganini è nato per ospitare concerti di musica sinfonica e da camera. Sorge nell’antico zuccherificio Eridania, costruito nel 1899 e dismesso nel 1968. Rappresenta un esempio innovativo e ardito di recupero di archeologia industriale, all’interno del ridisegno di uno dei più importanti comparti urbani dei primi decenni del ’900, dove si concentrarono i primi opifici (Macello Pubblico, Consorzio Agrario, Zuccherificio Eridania, Pastificio Barilla) e i grandi servizi tecnologici dell’epoca (Stazione delle Tranvie, Gasometro).

L’intervento, opera dell’architetto Renzo Piano, si compone di una sala per 780 posti, foyer, camerini, bar, uffici, guardaroba, locali tecnici. Il progetto ha comportato la demolizione delle due testate dello stabilimento per ottenere al suo interno una sorta di ‘cannocchiale’ visivo, realizzato con l’uso di grandi vetrate che delimitano gli spazi del foyer e della sala da musica e che fanno del parco circostante la scena naturale per questo grande palcoscenico.

Figura 6.2 – Interno dell’ Auditorium Paganini.

La struttura è dotata di sofisticati impianti tecnologici e acustici, approntati, questi ultimi, in seguito a diversi studi e prove in sito necessari per correggere i difetti che la sala presentava. L’ambiente non è infatti dei più accomodanti per quanto concerne l’acustica. La pianta allungata e retta, le pareti nude e squadrate, le numerose finestre e le due testate vetrate sono l’esorcismo di ogni designer acustico.

Figura 6.3 – Parete vetrata del Paganini.

Nonostante la dimensione contenuta della sala, queste caratteristiche influiscono negativamente sulla propagazione del suono, sortendo effetti indesiderati, di cui il maggiore riguarda la riflessione dell’onda. In genere le sale a pianta rettangolare hanno tra i pregi un time-delay-gap buono, poiché la riflessione laterale è quasi simmetrica e molto breve – in termini di millisecondi - a differenza del tipo a ventaglio. In questo caso vi si aggiungono le riflessioni dovute alla parete di fondo e a quella che funge, per così dire, da scena, cioè la parete vetrata dietro al palco. Queste provocano riflessioni che, successive ai primi 120 ms, sono percepite distintamente al suono diretto, e quindi non partecipano alla riverberazione, ma creano veri e propri echi. Questo difetto si accentua nei posti a metà della sala; nelle prime file il suono diretto prevale sulle riflessioni provenienti da dietro, nelle ultime tali onde riflesse risultano abbastanza brevi da non creare distacchi distintamente udibili;

nelle file centrali invece la differenza di cammino fra l’onda diretta e quella riflessa dalla parete posteriore è tale per cui giungono all’orecchio due suoni distinti, producendo una specie di effetto delay, ovviamente non voluto.

Per questo motivo la vetrata d’ingresso è stata resa diffondente con un sistema di inclinazione degli elementi, in modo da “spargere il suono” nel volume. Sono in pratica, una sorta di dissipatori di energia sonora, aventi lo scopo di prolungare la corsa delle onde cosicché arrivino alle orecchie degli ascoltatori con un livello di pressione abbastanza basso da non essere percepito.

Figura 6.4 – Pannelli diffondenti sospesi.

Sono poi stati installati dei pannelli sospesi riflettenti, aventi la funzione di diminuire la distanza della prima riflessione delle onde che si dirigono verso l’alto, che altrimenti ricadrebbero dopo troppo tempo data l’altezza notevole di 18 metri (la stessa del Regio). Questo porterebbe ad un’eccessiva diminuzione del livello di pressione sonora in sala e la presenza di effetti sgraditi di riflessione.

DATI TECNICI Anno costruzione_1999 Progettista_Renzo Piano Capacità_780 posti Superficie sala_864 mq Volume_13.000 mc Volume/persona_16.6 mc/p