Ce n'erano di due tipi: individuali, nei quali dopo la sessione i giocatori e master votavano ciascun altro giocatore, e che sovente si concludevano col passaggio di turno dei più scarsi , che tutti votavano nella speranza di sabotare chi effettivamente aveva giocato meglio e favorire sé stessi, e collettivi, dove a passare il turno era tutto il gruppo, e ai quali, quindi, si poteva partecipare solo in squadra [ … ]. Ma a quei tempi tutto ciò non lo sapevi e la prospettiva di un torneo, di un simposio di esperti di giochi di ruolo, era di per sé troppo esaltante.
“La stanza profonda”- Vanni Santoni
La mattina di Sabato 6 Ottobre è velata , fredda e umida . Sono ancora mezzo assonnato , ma è meglio premurarsi di tutto l'occorrente: Davide sarà quasi giunto e abbiamo un tragitto di una quarantina di minuti fino a Padova, il ritrovo per l'accettazione è alle nove . Giorni prima abbiamo fatto una preiscrizione e dovremo solo versare la quota partecipativa di cinque euro . Su una pagina Facebook dedicata, uno degli organizzatori ha postato a scadenza regolare notizie sull'evento dell'Open (a Padova è il primo), descrizione dell'ambientazione e dei personaggi selezionabili all'interno del “contest”. In effetti sarà qualcosa di anomalo nel panorama del gioco di ruolo analogico: alle fiere c'è spazio per i playtest, per le sessioni organizzate, ma solo di recente, con il fenomeno delle Adventure Leagues, sono sorte queste gare organizzate a squadre con limiti di livello (tiers) e trame preconfezionate .
Non so in effetti come comportarmi; conosco l'ambientazione da tempo, dato che è una delle mie preferite all'interno del sistema di D&D , ma nulla mi aiuta circa l'effettivo svolgimento : come combineranno i gruppi? I Dungeon Master che ruolo avranno? Quanta competitività ci sarà nell'aria? Quest'ultimo punto mi spaventa non poco: il gioco di ruolo analogico, in qualsiasi forma e con qualsiasi sistema, è l'evento meno competitivo che conosca; la collaborazione e il gioco di squadra sono il punto focale . Poi penso, in effetti, che saranno le squadre a competere: ma allora come gestiranno il tutto? Sarà molto confusionario , specie se avremo anche limiti di tempo.
Il giorno prima mi sono premurato di ripassare bene le regole base, di sistemare i fogli, di avere qualche scheda bianca, di mettere nello zaino un taccuino e molte matite, con aggiunta del manuale del giocatore della Quinta edizione di D&D. L'evento si terrà a Padova, non poco discosto dal centro, in un'area residenziale, nella sede di un pala-eventi (Ex Fornace Carotta, in via Siracusa). Ho avuto le prime imbeccate da Davide, durante una partita a Marghera con il mio gruppo in cui abbiamo da poco
implementato le regole della Quinta (di cui ho anche acquistato i manuali), poi in chat ,su whatsapp, ci ha linkato la pagina dell'avvenimento, curato dai ragazzi dell' ”Associazione Overlord” di Padova . Dei nostri compari, sono stato l'unico ad interessarmene e ora so che al tavolo saremo io, Davide, un suo amico ingegnere e altri quattro sconosciuti.
Salgo in macchina con Davide e partiamo alle 8 e 30 in direzione Padova. So che la segreteria dell'evento apre alle 9 in punto e occorre essere prima lì per potere accedere alla sala e ultimare le formalità (stabilire gruppo e tavolo, poi pagare). Davide mi conferma che gli altri partecipanti non li conosce e solo questo suo collega di università ha fatto altri eventi dell'Adventure League, quindi se avrò domande sul format,
dovrò chiedere a lui. Oggi siamo entrambi stanchi e forse abbiamo poco entusiasmo e il tempo non aiuta o forse è perché Davide dovrà percorrere la strada che fa ogni mattina per andare in facoltà, ma parliamo poco. Si è laureato da poco in ingegneria e dà qualche ripetizione in attesa di frequentare la magistrale; mi fa qualche domanda sulla mia tesi e sull'intervista che gli ho fatto poco tempo fa. A un certo punto, passate le strade principali, oltre la facoltà di matematica, ci ritroviamo lungo un argine, a fianco di aree verdi e villette a schiera. Consulto Google maps, perché temo che neanche Davide sappia dove andare, dato che continua a chiedere in una chat dove siano gli altri compagni di party. Via Siracusa 61; curviamo oltre un ponte e un passaggio a livello, giriamo per sensi unici e ci immettiamo in una strada a doppia corsia con alti condomini. La Fornace la vediamo comparire sulla destra e il parcheggio è già pieno, così sostiamo di fronte a un parchetto, poco distante da un negozio di alimentari.
Mi chiedo, in effetti, se occorra premunirsi di cibo per non perdersi delle sezioni importanti, ma Davide mi assicura che si faranno due tranche da quattro ore ciascuna, con una pausa pranzo in mezzo, non troppo lunga in effetti. Prevedo una giornata intensa e spero ci sia uno stand gastronomico; c'è , ma è un camioncino aperto sul lato, piuttosto misero , con panini e porchetta. Vedo che qualcuno è già assiepato sotto e sta chiedendo all'allestitore quando potranno acquistare le cibarie, ma il piano bar è ancora freddo. “Credo che se vuoi prendere da mangiare, tu debba farlo ora ...” , mi dice Davide da dietro le spalle. Io, però, vorrei trovare almeno un tavolo o una sedia per appoggiare il mio zaino, ma davanti a uno dei due portoni paralleli in vetro è allestito un front office spartano su tavolino bancale da sagra con le
accettazioni: dobbiamo passare da lì, temo.
Nel mentre, Davide ha visto sotto il portico frontale della Fornace, il suo amico di università. Lo
salutiamo; anche lui ha indosso uno zaino pieno e non ha la minima idea di chi sarà nel gruppo con noi. Rinuncio, per ora, al cibo e andiamo a registrarci nel gruppo che abbiamo precedentemente selezionato su Internet per potere stare assieme, gli “Uranidi”. Dall'esterno, lo stabile di due piani in mattoni a vista, sembra modesto; dentro, al primo piano, dove è allestito l'evento, corre un corridoio ampio di circa tre metri di larghezza, finestrato per intero e dunque ben illuminato211, con una decina di tavoli in legno
colmi di fogli e materiale, sul quale stanno già animatamente discutendo decine di persone. Alcuni dei partecipanti sono vestiti in maniera, certo, inusuale: barbe finte, cappe lunghe, pitture facciali, bende da pirata, tuniche svolazzanti e bastoni decorati. Vengo a scoprire da Davide che quelli travestiti sono gli organizzatori del Circolo Overlord e di altre ludoteche (come i Cavalcalupi di Mestre) e i Dungeon Master che ci accompagneranno (o forse dovrei dire: -che ci arbitreranno-). Il nostro tavolo è situato nella sezione ovest frontale dell'edificio, poco distante dall'entrata; è il numero 12. Troviamo altri quattro ragazzi sulla trentina o sulla quarantina che fanno domande a un bianco individuo con foggia da pirata (bandana, camiciola, stivaletti). Facciamo la conoscenza di Michele, Fabrizio, Erik e Pietro: tutti quanti loro , a eccezione di Pietro, non hanno mai partecipato a un evento simile o a una Leaugue, cosa che mi rincuora almeno un poco, ma tutti hanno almeno una esperienza nel mondo del gdr: c'è chi ha giocato alla
vecchia versione 3.5 di Dungeons&Dragons, chi ha giocato a Cyberpunk-2020, chi a GURPS e chi a Call
of Cthuluh o a tutti quanti quelli elencati, a fase alterne.
I Master girano fra i tavoli e cominciano a distribuire schede e segnaposto che non dobbiamo svolgere e nemmeno girare; qualcuno sbircia in maniera furtiva. Sembrano le schede dei personaggi che sono stati descritti per sommi capi sulle pagine social diversi giorni prima , di cui noi avevamo solo delle artwork. A terra, accanto al tavolino sono posati sacchetti di vario tipo con dolci, biscotti, salatini e bottigliette d'acqua. Di fronte al muro, accanto a una lavagnetta sono buttate borse, borsette, sacche.
Do una sbirciatina al telefono e noto che,ormai, si son fatte le nove e mezza. Dal fondo del corridoio avanzano un ragazzo vestito con un abito marziale medioevale (ampia tunica, usbergo finto, elmo di stoffa) e una ragazza truccata completamente di un rosso pomodoro con lenti viola agli occhi :”Udite! Udite! La cittadinanza di Waterdeep tutta viene resa edotta circa l'organizzazione di una magnifica serata di ballo in maschera nella villa della contessa Cassalanter! Durante l'occasione sarà visionabile una splendida gemma della collezione privata della Nobile Famiglia !”. La guardia passa leggendo un proclama invisibile, su un finto foglio di pergamena , ma da sinistra noto che un gruppetto di individui ammantati preceduti da un nunzio con bastone ingioiellato (di cartapesta) , sta recando un piccolo baule. All'interno, una volta aperto, viene mostrata a tutti noi astanti, una piccola sferetta di vetro colorato su un letto di velluto rosso . Terminata la piccola pièce, ci rispostiamo ai tavoli e il Master ci spiega in breve quello che dobbiamo fare: ognuno sceglie una scheda già compilata con un personaggio del quale non sappiamo nessun parametro tecnico; lascio scegliere prima gli altri e per me tengo Alama Curondo, un vecchio contrabbandiere, che, secondo il background scritto dietro, sia in inglese, che in italiano, se la cava molto bene con le parole e ha i propri contatti (devo già immaginare non ci saranno numerosi combattimenti). Come profilo mi ricorda parecchio l'attore Samuel Jackson, motivo per cui ha già la mia simpatia; gli altri hanno in ogni caso personaggi non meno sinistri o intriganti, tutti comunque immersi in un background di crimine e violenza.
Manca solo che il Master spieghi che siamo stati ingaggiati da un noto frequentatore di taverne e storico ambulante (tale Volothamp Geddarm), per impadronirci della famosa gemma e consegnarla a lui per poterla conservare al riparo da pazzi malvagi (come i nobili Cassalanter). Questo per quanto riguarda il
flavor, ci sarà utile per immedesimarci. Per la parte tecnica dello svolgimento e della competizione, ora
sappiamo di avere varie fasi per poterci infiltrare tra le conoscenze dei Cassalanter, rubare informazioni, venire a conoscenza dell'ubicazione della gemma e fare irruzione nella villa, per poi uscirne. Il master ha con sé un faldone di fogli in inglese, che sfoglia velocemente: ogni stage,sarà quindi diviso in compiti e avrà una durata media di un'ora e mezzo circa. Tra uno stage e l'altro avremo a disposizione una decina di minuti per pensare a una strategia, partendo da un a situazione problematica, scegliere tra un numero di vantaggi predefiniti per ciascun personaggio oppure lasciarli per dopo. Le guardie di Waterdeep girano delle clessidre di legno, mentre il nostro Dungeon Master setta un timer nello smartphone. Ogni tavolo riceve la prima parte dell'Avventura (noi in ritardo) e cominciamo con tanta ansia a formulare piani per il
primo stage: un furto di informazioni da una nave attraccata al porto. Ci vengono fornite mappe cartacee, stampate su A4 in bianco e nero per visualizzare meglio l'opera. Veniamo tutti da situazioni di gioco differenti , ma la collaborazione inizia a lavorare sotterraneamente, quando capiamo che i nostri personaggi non hanno grosse e significative differenza sul piano tattico-strategico: tutti hanno, bene o male, abilità da informatore, infiltrato, ladruncolo, spia o mago illusionista. Mano a mano che capiamo come impostare un piano, prendiamo appunti (più io e Davide, forse) e descriviamo le nostre mosse, il
Narratore legge porzioni di handout e ci fa eseguire tiri di dado necessari per superare prove importanti,
come scalare pareti, passare inosservati, raccogliere informazioni e lanciare oggetti: tutti compiti già pensati da un paio di scrittori appositamente per questa OPEN. Il primo step termina quasi in
contemporanea con il tavolo vicino e avanza anche qualche minuto, che passiamo a discutere del prossimo compito. Nel complesso vedo che c'è sempre chi interagisce di più (Davide lo fa spesso e in maniera strategica; io vorrei potermi rilassare e ogni tanto mischio consigli strategici a battute fiacche). I nostri compari a turno mi sembrano molto più silenziosi, ma forse solo perché ci conoscono poco e la situazione, col Master che prende il tempo non dà proprio adito ad amabili conversazioni.
Mi sembra strano che parte dei canovacci siano in inglese, così chiedo delucidazioni al Narratore:”Si, in effetti sono eventi che facciamo quasi in contemporanea con gli Stati Uniti. La League italiana è stata una delle prime ad attivarsi, dopo quella americana”. Ricordo appunto che il mio negoziante di articoli ludici di fiducia parlava di un'uscita editoriale pilotata in contemporanea con quelle americane. La Asmodee Italia, che ha curato la localizzazione, dopo aver fatto uscire i tre manuali base (Manuale del Giocatore, Manuale del Dungeon Master e Manuale dei Mostri), sta ora seguendo le ultime uscite di avventure a modulo precompilate.
Ci vengono assegnati dei punti per ogni scena e vengono compilati in un form particolare ; il Master ci conferma che siamo andati benino, ma di pianificare con calma . Dal tavolo vicino anche l'altro conferma che i giocatori sono andati straordinariamente bene :”E adesso che facciamo?”, con aria divertita. Viene ora il momento di ruolare per qualche minuto i nostri personaggi : noi contrattiamo e il Master-Volo risponde:grazie a una mia abile mossa diplomatica ci consegna più oro del dovuto e ci fornisce altre indicazioni. Parliamo fra di noi per sapere come muoverci in futuro, se convenga avere un piano più strutturato in mente. Noto che a parte me, Davide e l'amico Pietro (che a volte si pone in maniera un po' troppo aggressiva per i miei gusti), gli altri sono molto restii, forse per la situazione molto tesa e la scarsa familiarità con uno stile di gioco frenetico e sintetico.
Nella seconda scena abbiamo davanti a noi un percorso, disegnato su una mappa cittadina : per variare dovremo inscenare distrazioni per bloccare una carrozza ed estorcere informazioni a un nobile. La mappa ha una grafica accattivante e fa parte di un prodotto già finito; ad occhio direi verrà usata ufficialmente in un modulo. Alcuni miei compari hanno dei privilegi che possono sfruttare col personaggio , così decido di usare anche il mio: si tratta di bloccare alcune direzioni per avere vantaggi in termini di tempo, un po' come in una avventura grafica da videogame. Siamo tutti concordi e questa volta discutiamo meglio in-
game; il piano funziona, ma non tutte le risposte del nostro Master erano prevedibili. Alla fine, non in un
tempo e con un punteggio buonissimi, riusciamo nell'impresa. Le guardie giungono sia nella narrazione , che lungo i corridoi a inscenare una retata: trombette da stadio (o vuvuzelas), fischietti e corse goffe in sbuffo di lino.
Ho gli occhi pesanti e caldo da morire, quindi mi alzo e agguanto un paio di Togo al cioccolato che sono stati gentilmente offerti da Michele e Davide, quindi attendo che diano lo stop per cercare un varco nella fila per lo stand dei panini. Con mia amara sorpresa la vedo già allungarsi fino alle finestre esterne, così mi rimetto comodo e riprendo a sgranocchiare M&Ms e noccioline salate. Davide ha iniziato ad
azzannare il suo panino e mi consiglia di andare a comprare qualcosa, anche se il tempo scarseggia; fuori vedo ciò che fa al caso mio: quattro ragazzi si stanno dirigendo in fretta verso un supermercato dietro l'angolo e ora che ci penso il mio portafoglio langue. Torno quasi alla fine della pausa pranzo con due piadine farcite e una bottiglietta d'acqua: meglio di niente, o per meglio dire, meglio delle schifezze zuccherate che ho ingerito in continuazione. Approfitto della situazione di calma per fare un giro nel locale: a Nord vedo due rampe di scale chiuse e il bagno ricolmo di gente; nell'altro corridoio la gente sta lentamente tornando ma sembra assonnata e ormai provata, l'aria è colma dell'odore acre di sudore di un centinaio di persone circa; in effetti anche io ormai non sono più profumato. Ruolare in maniera così dura per così tanto tempo, continuativamente, è qualcosa di sfiancante. Non oso pensare alla fatica dei Master. Alle 14 e 30 passate, tutti rientriamo e ci sediamo sui nostri sgabelli contemplando il tavolo spoglio per qualche minuto, finché il nostro cicerone non ripone il “copione” davanti a sé e ci omaggia con nuove mappe e nuovi fogli di istruzioni e limitazioni (ogni successiva trance possiamo usare sempre meno vantaggi; quelli già sprecati, semplicemente scompaiono). La terza fase è l'infiltrazione in una base segreta di cultisti (tanto poco originale, quanto stranamente esaltante, forse perché è da tempo che on gioco direttamente, senza arbitrare). Decido che è arrivato il momento di sfoderare tutta la mia esperienza acquisita in anni di campagne di D&D e riesco a suggerire diverse ottime strategie (come fingere di essere un cultista travestito per poi allontanarne qualcuno e tramortirlo in un bagno) che, comunque lascio che siano gli altrui personaggi a portare a termine, anche perché il mio non lo permetterebbe alla lunga. Io e Davide forse siamo quelli più affiatati , così mi rivolgo spesso a lui e a lui faccio sovente battute. Inizio a pensare che come sezione sia stata pensata per durare poco, dato che in breve otteniamo, la confessione di un cultista immischiato coi Cassalanter, su come entrare nella casa della Contessa (tutti i cultisti e i diabolisti sono nobili; tutti i nobili si conoscono; tutti i nobili sono legati ai Cassalanter; ergo, i Cassalanter sono dei diabolisti sfegatati). Peccato, perché la mappa e la situazione erano davvero
affascinanti e decadenti, nonostante la banalità narrativa dell'aggancio: una casa abbandonata in una zona malfamata della città, scagnozzi cultisti con maschere inquietanti, uscite segrete che partono da un pozzo in giardino e sbucano, dalle fogne, dentro un bagno.
L'ultima fase ha inizio solo dopo che ci viene spiegata la sua struttura: giocheremo normalmente per quasi tutta la sezione, ma ci sarà un momento in cui dovremo usare dei ventagli di carta per comunicare
in un linguaggio segreto ed eludere la sorveglianza della festa in maschera per rubare la gemma. Veniamo, pertanto, forniti di fisarmoniche di carta piegata e decidiamo come impiegare al meglio le nostre tattiche in un quarto d'ora. A questo punto nessuno di noi sa quanti punti abbiamo così Davide chiede se possiamo saperlo , ma il Master risponde con un laconico:”Eh, così, così...”, mentre sfoglia il suo plico con aria assente. Abbiamo ora deciso che alcuni pg saranno fuori dalla villa , altri dentro sotto mentite spoglie e agiranno in maniera diversificata: io intratterrò guardie e astanti con la dialettica e le conoscenze, Davide tenterà di usare l'invisibilità per muoversi e rubare la gemma. Michele dovrà sedurre la contessa e gli altri due saranno fuori a coprire la fuga. Sembra un piano ben fatto. Ma nulla è sicuro, se si tratta di mandare all'aria le decisioni di un party ad un party: il gioco dell'interpretazione ha effetto un po' troppo bene sulla Contessa che viene quasi raggirata da Michele a mostrare solo a lui la gemma (con una prova di interpretazione vagamente oscena, ma decisamente divertente del Master), cosa che manda all'aria i piani in generale, perché off-game comunichiamo, ma in-game i nostri pg non possono più coordinarsi. Per fortuna, la Contessa non cede alle avances (è stato solo un siparietto divertente e un poco sessista) e procede all'apertura della sala a cui pochi partecipano (tra cui il mio Curondo che si è finto un mercante da una lontana terra). Ci diciamo che è la volta buona e di fianco a noi, anche gli altri tavoli si scaldano, nell'attesa dei risultati finali. La descrizione della scena è pressapoco questa: in una stanza illuminata al centro , e coperta di arazzi con due finestre sullo sfondo, si vede una grossa teca, come quella di Paperon de' Paperoni (sic!) nella quale è posata una sfera luminosa e abbastanza grossa. Gli invitati entrano e si posizionano sulle panche ; le guardie pattugliano la sala e l'entrata. I portoni si chiudono dietro me e Davide; lui, invisibile (grazie a un oggetto che ha acquistato tra le scene), si
posiziona dietro un velo. Io mi siedo a poca distanza dalla teca. Viene il momento di creare un diversivo, così guardando tra i meandri della scheda prestampata, scopro la presenza di un animaletto da compagnia