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RACKOCZY ÚT 4

KAZINCZY 29-31 Sinagoga Ortodossa

KAZINCZY 29-31

I lavori cominciarono a partire dagli uffici amministrativi e l’intero complesso fu terminato nel 1913.

L’organizzazione spaziale della sinagoga deriva dall’evidente poca profondità della strada su cui si affaccia. Per aumentare la monumentalità dell’edificio e la sua visibilità da una strada così stretta, i due architetti, appoggiati da Béla Lajta, proposero una facciata arretrata, secondo un angolo diverso rispetto all’andamento della cortina degli edifici della via. Solo il piano terra, generando due terrazze, prosegue la linea del costruito. In questo modo sono stati creati due piloni laterali terrazzati che proteggono l’ingresso, come stabilito nei dettami ortodossi.

Il risultato non è solo quindi funzionale ma anche liturgico e in effetti la prospettiva sulla facciata è decisamente più ampia grazie all’arretramento; inoltre l’atmosfera che si respira è quella delle costruzioni organiche che componevano i villaggi arcaici descritti nella Bibbia.

La pacatezza della facciata, moderatamente decorata, esprime alcuni elementi decorativi orientali. Vengono utilizzati insieme motivi della tradizione ebraica e simboli legati alle origini magiare dei Carpazi. In questo progetto tradizione e innovazione si

Vista centrale della facciata. Data la scarsa profondità della via è difficile inquadrare l’intera facciata con un obiettivo normale. Tuttavia si noti l’arco in pietra che delinea l’ingresso, la doppia fila di aperture, il rosone e il cornicione. Gli elementi appena citati sono gli unici oggetti decorativi sullo sfondo in mattoni della facciata e i simboli sono presi da motivi religiosi e naturalistici. Luglio 2017.

completano perfettamente in un esempio di primo Modernismo, decorazioni orientaleggianti eseguite a livello industriale, alternanza di ornamento e facciate lisce, uso del cemento armato e dell’acciaio, sono gli elementi di innovazione. L’uso in facciata di decorazioni orizzontali e moderate, su uno sfondo in mattoni rossi è un gesto tipico del primo modernismo ungherese rappresentato da Lajta. Siamo di fronte alla sintesi matura tra il purismo di Vienna di Adolf Loos e l’uso della decorazione tipico dell’Art Nouveau.

L’ingresso principale è collocato in centro alla facciata su una scalinata di 5 gradini in pietra rossa. Il cancello in ferro battuto alterna una parte inferiore opaca cassettonata ad una parte superiore ad arco vetrata, al centro la stella di David. La porzione basamentale dell’edificio, compresa l’arcata del cancello, è in pietra chiara, mentre il resto della facciata è rivestita in mattone. La linearità del prospetto è interrotta da due file di finestre centrali sovrapposte. La prima fila è caratterizzata da finestre rettangolari verticali alternate da bassorilievi decorativi;

al centro della serie di finestre troviamo le tavole dei comandamenti. Agli estremi delle finestre conclude la composizione il tema dell’albero della vita.

La fila superiore è costituita da 5 aperture ad arco su colonne, caratterizzate da un capitello e un arco moreschi.

In asse con il centro della facciata è

decorazione, tra basamento e elevato. La facciata è simmetrica.

Dalla pianta è possibile cogliere la struttura a tre navate, le 4 scale di accesso ai ballatoi, la posizione della bimah e dell’Arco sacro. Inoltre si noti il diverso angolo tra la parte basamentale, le ali e il corpo centrale.

GAZDA ANIKÓ, Synagogues and Jewish Comunities in Hungary: Maps, Data, Architectural Drawings, Center of Jewish Studies at the Hungarian Academy of Sciences, Budapest 1991.

posizionato un rosone vetrato che contiene la stella di David. La composizione è conclusa da un alto fregio in pietra che ricorda l’architettura mesopotamica.

Il fregio è diviso in due parti, una inferiore che contiene bassorilievi fatti da una iscrizione in ebraico e simboli floreali e religiosi e una parte superiore decorativa semicircolare. La scritta riporta la frase: “Quanto è terribile questo posto! Non vi è altro che la casa del Signore e questo è il cancello per il cielo”.

I due piloni che inscrivono la facciata, con la stessa inclinazione degli edifici della via, sono provvisti di una fila di finestre stretta e alta e al piano terra di un’apertura che conduce al cortile interno.

L’edificio ha proporzioni monumentali, soprattutto se considerata la sua ubicazione;

in pianta misura 22x31,5 metri per un’altezza complessiva di 13,5 metri. La struttura è coperta da una volta a botte nascosta da un reticolo metallico e supportata da un sistema di travi in acciaio. Il soffitto è interrotto da finestre in vetro colorato, realizzate da Miksa Róth, in una forma che richiama la stella di David. In accordo con l’uso ortodosso, le donne e gli uomini devono pregare in spazi distinti; persino gli ingressi sono separati così che alle donne è consentito entrare solo attraverso il cortile.

All’interno sono stati realizzati due piani di gallerie per ospitare le donne; i ballatoi sono in cemento armato con travi e travetti chiaramente visibili ma decorati. Le scale per le gallerie sono collocate nei quattro angoli dell’edificio. L’interno è riccamente decorato e dipinto con tonalità calde e vivaci. L’Arco sacro è costituito da due colonne verdi scanalate che sorreggono un triplo architrave piramidale e inscritte in ulteriori due colonne rosse più grandi con

Vista esterna che mostra il rapporto tra i due piloni e il corpo centrale.

Vista dell’interno: si noti la ricchezza delle decorazioni e l’uso di colori vivaci. L’aula a tre navate è ricolta verso l’arco sacro. Si faccia particolare attenzione alla modernità dei ballatoi in cemento armato con struttura a vista. Luglio 2017.

un capitello dorato che richiama il tempio di Salomone. Tra i due sistemi di colonne sono collocati i troni per il rabbino e l’hazzan.

Tutto intorno all’arco, la parete è decorata da piastrelle che alternano il simbolo del candelabro a quello della stella di David.

Il rostro per la lettura della Torah è collocato nel centro geometrico dell’edificio sopra un piedistallo di 5 gradini. Nella corte troviamo ancora oggi un ristorante kosher e una scuola. Tra le personalità illustri legate alla sinagoga è importante elencare il capo rabbino Koppel Reich (1838-1930), il primo rabbino ortodosso a sedere nella sinagoga, egli iniziò la sua attività del 1890 fino alla sua morte. Il sovrano Francesco Giuseppe I lo nominò consulente reale e nel 1927 fu eletto come rappresentante della camera del parlamento. Purtroppo questo ruolo non fu mai più occupato dai suoi successori in seguito all’instaurazione del governo filo nazista di Horthy.

Il cantore più illustre fu Joseph Fisch; i fedeli amavano a tal punto la sua voce che spesso si fermavano ad ascoltare i canti provenienti dalla sua abitazione all’ngolo tra via Kazinczy e Dohány.

Le decorazioni sono descritte nel testo tuttavia si noti la struttura dell’Arco sacro e lo sfondo della parete ad Est su cui giace. Il motivo del candelabro e quello della stella di David sono i più ricorrenti.

FONTI:

- MARCO BIRAGHI, Guida all’architettura del Novecento a Vienna, Budapest e Praga, Electa, Milano 1994, p. 268.

- EDWIN HEATCOTE, Budapest, a guide to twentieth-century architecture, op. cit., pp. 166-167.

- GAZDA ANIKÓ, Synagogues and Jewish Comunities in Hungary: Maps, Data, Architectural Drawings, Center of Jewish Studies at the Hungarian Academy of Sciences, Budapest 1991.

- GYÖRGY E DÓRA SZEGŐ, Synagogues, György e Dóra Szegő, Budapest 2004, pp. 28-42.

-TAMÁS RAJ, The Synagogues of Budapest, Villány András, Budapest 2005, pp. 54-65.

- MAYER LÁSZLÓ, Budapest templomai VII kerület, Kiadja a Budapesti Városvédő Egyesület, Budapest 2014, pp. 36-39.

- DÁNIEL KOVÁCS, Budapest Art Deco, Andron Könyv Kft., Budapest 2015, pp. 25-26.

- http://urbface.com/index.html