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Lo sperimentalismo dell’età neroniana Di verso invece è il quadro culturale durante il prin-

cipato di Nerone, sotto il quale la produzione letteraria assunse caratteri di forte originalità. Fu l’unico imperatore della dinastia giulio-clau- dia ad attribuire valore alle lettere e a ricreare in- torno a sé un gruppo di intellettuali e

scrittori. È anche vero, tuttavia, che tale politica culturale mirava a

scopi propagandistici: spes- so produsse una stucchevole poesia encomiastica3 e ben

presto suscitò insofferenza e rifiuto. Lo stesso carattere che egli volle imprimere alle sue performance pubbliche tanto criticate dagli storici

3. Come le Laudes Neronis di Lucano, andate perdute.

Un cane e una brocca rovesciata, I secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

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I GENERI LETTERARI

pubblico e committenza

Nella prima età imperiale si allargò il pubblico grazie a una più diffusa scolarizzazione e alla formazione di un ceto burocratico ampio e acculturato. Testimoni di questo fenomeno sono l’espansione del mercato librario e il successo delle pubbliche recitationes.

Gli scrittori però si trovavano ancora nella necessità di dover dipendere da un patrono che sovvenzionasse la loro attività: accanto alle tradizionali famiglie nobili, la committenza derivò soprattutto dal principe, ma anche dai “nuovi ricchi”, liberti e cavalieri.

disimpegno culturale La produzione letteraria visse un momento di stasi, almeno fino all’età neroniana. I gusti letterari si orientarono verso alcuni generi minori, come la poesia didascalica d’argomento mitologico di tipo alessandrino, che non comportavano un impegno di carattere letterario o politico. L’oratoria si ridusse a pure esercitazioni di stile e di eloquenza, essendo venuto meno il dibattito politico. Nelle scuole di retorica gli allievi si esercitavano con declamatio-

nes fittizie. Unico spunto di originalità fu quello offerto da Fedro e dalla sua favola in poesia:

un insegnamento morale di grande dignità, sia pure in forma poco ricercata.

spettacolarizzazione della cultura e resistenza intellettuale sotto Nerone

Sotto Nerone invece la produzione letteraria ebbe un nuovo impulso, pur con orientamenti piuttosto discordanti. Si sviluppò anche un filone encomiastico verso il principe e le sue gesta. Diverso fu l’atteggiamento di chi, aderendo al pensiero stoico, costituì una produzione di fronda verso il principato: la prosa filosofica di Seneca, il poema epico-storico di Lucano, la satira di Persio. Petronio, poi, con il suo romanzo Satyricon introdusse un genere nuovo e con esso un’ironica lettura della società contemporanea.

sione. Lo stoicismo si poneva quindi in una posizione tollerabile dal prin- cipe, perché “ambigua”, tanto positiva verso il principato quanto di estrema fronda, al punto da giustificare ideo- logicamente il tirannicidio oppure il suicidio, inteso come suprema forma di libertà, sul modello di Catone l’U- ticense.

Un caso letterario a sé e un’originale risposta al “neronismo” imperante – che interpretava la cultura come tea- tralità ed esteriorità – fu quello del già citato Petronio, uno scrittore colto che mantenne un atteggiamento di distacco e di ironica superiorità ri- spetto all’esistenza, incarnando nel romanzo la crisi di valori e di certezze della sua epoca, in una rappresen- tazione realistica e originale di quel mondo. Il successo delle opere di Se- neca e Petronio, delle satire di Persio o del poema di Lucano testimonia quanto doveva essere sentito il bi-

sogno da parte del pubblico di voci

dissonanti dal regime del principe

e libere dalla dipendenza dai prece- denti modelli augustei.

Ricostruzione in 3D della volta dorata nella Domus Aurea neroniana, esempio di pittura del quarto stile.

IL CONTESTO

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interiore a fronte della nuova, caotica realtà di Roma imperiale, e a quella neroniana in parti- colare.

La lingua di Petronio

Sul piano linguistico, invece, le acquisizioni più interessanti vennero operate da Petronio. Nel suo romanzo, infatti, in mezzo ai registri linguistici più disparati, domi- na il sermo familiaris, linguaggio quotidiano di livello non alto, utilizzato da molti personaggi e soprattutto da Trimalchione, il protagonista del- la famosa cena, cui già in precedenza si è fatto cenno; per motivi realistici, questo sermo è in- farcito di barbarismi e solecismi (veri e propri errori grammaticali, tipici del parlato di persone non colte) e talvolta si alza in goffe imitazioni del linguaggio dotto e poetico. Numerose sono an- che le espressioni popolaresche e i grecismi, in un pastiche originale e personalissimo, che rivela una straordinaria capacità di imitare la realtà e di interpretarla.

LA LINGUA

Un nuovo stile

Osservando l’uso della lingua e le scelte stilistiche compiute dagli autori di questo periodo, si vede che è ancora l’età nero-

niana a presentare le novità più significative. Si nota subito una volontà di contrapposizione con l’epoca precedente, cosicché l’equilibrio proprio delle opere d’età augustea viene abban- donato per seguire nuove prospettive, come mo- strano la prosa di Seneca o la poesia di Lucano e di Persio. Le scelte stilistiche ripropongono un

ritorno dell’asianesimo, con le sue enfasi, i suoi colori, l’abbondanza delle figure retoriche, l’uso del pathos; spesso (soprattutto in Seneca) ci si esprime attraverso fulminanti sententiae, brevi frasi a effetto che rompono l’armonia del perio- dare ciceroniano. Come hanno evidenziato mol- ti critici, questo nuovo stile “baroccheggiante”

sembra esprimere le tensioni dell’epoca, il de- siderio e la difficoltà di ricostruire un equilibrio

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LA LINGUA

contrapposizione al “classicismo” augusteo

In età neroniana le scelte stilistiche, riscontrabili nelle opere di Seneca, Lucano e Persio, mostrano una volontà di contrapposizione all’equilibrio dell’età augustea, cercando un ritorno all’asianesi- mo, con le sue enfasi, i suoi colori, l’abbondanza delle figure retoriche, il pathos che esso portava.

realismo in Petronio

Sul piano linguistico le acquisizioni più interessanti si riscontrano in Petronio, che unisce nel suo romanzo registri linguistici disparati per riprodurre realisticamente il mondo che rappresenta. Resti del banchetto, II secolo, Aquileia, Museo Civico.

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