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Teatro sociale e salute

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 76-97)

La relazione tra teatro e salute non è una novità di oggi. Il teatro è stato considerato una sorta di medicina, un farmaco con il potere di curare l’essere umano, di intervenire catarticamente nel rilascio delle sue emozioni e raggiungere così uno stato di salutare purificazione. Modalità per esorcizzare la paura della malattia e controllarne ritualmente le dinamiche emotive, in ogni caso il teatro nelle diverse epoche si è occupato dell’esperienza della malattia e della guarigione di cui ha variamente narrato nelle sue drammaturgie, facendosi, qualche volta, espressione di denuncia, comica o tragica, della presuntuosa arte medica375.

Il cambiamento nell’intendere la salute promosso dal World Health Organization, WHO, nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso376, ha portato a far prevalere l’idea del benessere fisico, mentale e sociale della persona e della comunità, su quella biomedica dell’assenza di malattia. Un approccio che intende la salute come un processo complesso frutto di una serie di fattori direttamente o indirettamente correlati, che annovera i fattori biologici e genetici insieme alle caratteristiche psicologiche e quelle sociali, ai fattori culturali, ambientali e agli stili di vita. Ed è sempre la WHO che nel 1998 approfondisce la questione introducendo il valore del controllo che il soggetto deve poter esercitare sui determinanti della salute, non solo attraverso la scelta dei suoi singolari stili di vita, ma anche nel contesto culturale, sociale ed ecologico affinché il soggetto sia in grado di esercitare la sua libertà di scelta e di conseguenza possa agire sui determinanti377. Dunque non solo la promozione delle capacità e delle conoscenze individuali funzionali a scelte di vita salutari, ma anche

372 “CTU: al via l'edizione 2016 del laboratorio teatrale indirizzato a caregivers, anziani e operatori dei servizi”, Università degli Studi di Ferrara. Accesso 13-12-2012 http://www.unife.it/news/2016/maggio/ctu-al-via-ledizione-2016-del-laboratorio-teatrale-indirizzato-a-caregivers-anziani-e-operatori-dei-servizi

373 “Teatro e disagio psicofisico: Storie in bilico”, Balamòs Teatro. Accesso 13-12-2012 http://www.balamosteatro.org/169/teatro-e-disagio-psicofisico-storie-in-bilico.

374 Rossana Certini, “‘Tracce di memorie’ è il progetto che porta sul palco gli anziani di Cadoneghe”, La Difesa del popolo. Accesso 14-12-2016 http://www.difesapopolo.it/Sociale/Tracce-di-memorie-e-il-progetto-che-porta-sul-palco-gli-anziani-di-Cadoneghe.

375 Federica Schiavone, “La medicina entra in scena – Interpretazioni e rappresentazioni della scienza medica a teatro”, HealthCommunity. Accesso 27-10-2016 http://www.healthcommunity.it/?p=884.

376 World Health Organization (in Italia meglio conosciuta come OMS) con la Carta di Ottawa siglata nel 1986 promuove questa idea nuova ed articolata di salute. Tutti gli approfondimenti su questi temi sono nella parte terza, capitolo 1 di questa tesi. In questa sezione si danno brevi cenni utili a comprendere le esperienze di teatro sociale e salute presentate.

377 World Health Organisation (WHO), Health promotion glossary, Who, Genève, 1998.

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un sistema sociale, micro e macro, che favorisca una politica dal basso e sia inclusivo delle diverse culture e tradizioni, e permetta la partecipazione dei soggetti, individui e comunità, alla definizione del contesto stesso in merito alle sue risorse di salute.

Empowering individuals and communities, valuing the assets they bring to improve health, is a fundamental health promotion principle. Empowerment is proven to be an effective tool for health improvement and a legitimate public health goal in its own right. Health promotion strategies that strengthen community action and involvement in planning, policy-making, delivery and evaluation of health promotion programmes, are powerful and successful all over the world378.

Infine è importante ricordare la correlazione tra i diversi elementi ambientali connessi ai comportamenti individuali e quelli collettivi, e l’integrazione dei processi di produzione di capitale sociale, culturale ed economico poiché tutti e tre questi giocano come fattori correlati alla salutogenesi379. Resta il problema che seppur esista un ampio riconoscimento e condivisione intorno a questa idea di salute e di fattori costitutivi a livello di ricerca e studio, è molto difficile la sua traduzione nelle politiche dei paesi e dunque nella prassi operative che determinano lo stato di fatto del sistema salute380.

Alla luce di questo scenario è stato rilanciato, tra molte altre innovazioni, anche il ruolo delle pratiche teatrali come strumento per il benessere della persona e dei gruppi entro una prospettiva di promozione comunitaria e di integrazione delle differenti forme di capitale sociale. Il teatro ha evidenziato alcune importanti risorse, in particolare a partire dalle scoperte delle pedagogie teatrali del novecento, che risultano funzionali allo sviluppo della persona, prima ancora che dell’attore, entro un’ottica relazionale, sia di gruppo che comunitaria, e che lo rendono uno strumento ideale nella promozione della salute381.

Sul rapporto tra arte e salute molto è stato detto in riferimento alle molte ricerche che hanno provato a valutarne gli effetti382, meno numerose sono stati gli studi in merito alle applicazioni teatrali negli ambiti della salute.

Assumendo la definizione di salute promossa dal WHO e accreditata presso i governi e le agenzie internazionali, rientrano nel campo tutti gli interventi di cura del soggetto finalizzati al suo stato di benessere, al miglioramento della qualità della vita e all’empowerment rispetto alla realizzazione di queste condizioni.

Francesca Matricoti si concentra in particolare sull’analisi del rapporto tra teatro e promozione della salute, che intende secondo i tre assi della prevenzione, educazione e tutela. Una prospettiva che apre l’esperienza alla considerazione di diversi contesti di applicazione, e non solo quelli relativi agli ambiti sanitari, e di diverse forme di intervento e di obiettivi (che riguardano l’educazione, lo sviluppo di abilità sociali e relazionali, lo sviluppo di specifiche competenze e capacità, la promozione della partecipazione alla vita comunitaria, la formazione etica, prevenzione) che concorrono al benessere della persona entro il contesto. Inoltre le indagini valutative svolte su alcuni dei progetti analizzati evidenziano i cambiamenti che la pratica teatrale ha apportato.

378 International Union for Health Promotion and Education (IUHPE) & Canadian Consortium for Health Promotion Research, Shaping the future of health promotion: priorities for action, [s.l., s.e.], 2007, 6.

379 Thomas Abel, "Cultural capital and social inequality in health", Journal of epidemiology and community health, 62, 7 (2008): 1-5; Thomas Abel, "Cultural capital in health promotion", in David V. McQueen et al., Health and modernity:

the role of theory in health promotion, New York, Springer Science & Business Media, 2007, 43-73.

380 Allan Best et al., "An integrative framework for community partnering to translate theory into effective health promotion strategy", American journal of health promotion, 18, 2 (2003): 168-176.

381 Francesca C. Matricoti, I teatri di Igea: il teatro come strumento di promozione della salute: teorie, pratiche, cambiamenti, Genova, Italian University Press, 2010, 33-35.

382 Si tratta di una bibliografia e sitografia piuttosto ampia, per la quale si rimanda la consultazione nella bibliografia generale posta in calce alla tesi. Si tratta di una bibliografia prevalentemente di area anglofona, europea, statunitense, canadese e australiana, luoghi dove vi è stata una diffusione ormai trentennale delle pratiche artistiche per la promozione della salute e la cura. Basti ricordare gli studi compiuti dall’Art Council of England, le riviste Journal of applied arts and health e Arts & health. An international journal for research, policy and practice, i numerosi centri di ricerca presenti in diverse università del mondo.

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A completamento di questa tabella di sintesi, Matricoti riporta diversi modelli teorici di intervento teatrale a cui si ispirano le pratiche operative384, tra i quali richiama il teatro sociale e di comunità385 inteso come specifica applicazione comunitaria del teatro sociale che si sviluppa a partire dalla prospettiva espressa da Claudio Bernardi nei primi scritti tra il 1998 e 2004 a cui integra una specifica attenzione metodologica che fa dell’esperienza teatrale un’esperienza della, per e con la comunità locale.

Alla luce di queste analisi e delle premesse a cui si appoggiano, l’autrice conclusivamente considera il teatro come uno strumento salutogenetico in forza della sua natura di rito culturale fondato sulle dinamiche del gioco che lo rendono atto a svolgere specifiche funzioni educative caratterizzate dal coinvolgimento attivo e creativo il soggetto entro una dinamica di tipo relazionale, sia interpersonale che comunitaria. L’azione teatrale utilizzata come strumento per la promozione della salute, genera una grande quantità di effetti, a volte anche contraddittori tra loro, sia in ambito sociale che culturale che economico, andando così ad implementare i relativi capitali con una dinamica che può essere così rappresentata:

383 Francesca C. Matricoti, I teatri di Igea, 79. Le fonti bibliografiche citate tra parentesi sono riportate in bibliografia della presente tesi.

384 Matricoti nella seconda parte del volume richiama come modelli teorici a cui si rifanno gli interventi di teatro e salute:

teatro della crudeltà di Antonin Artaud, il teatro della spontaneità di Jacob Levy Moreno, il teatro epico di Bertold Brecht, il teatro di parola di Pier Paolo Pasolini, il teatro dell’Oppresso di Augusto Boal, il teatro laboratorio di Jerzy Grotowski, il teatro antropologico di Eugenio Barba, l’animazione teatrale e il teatro ragazzi, il teatro di impresa e il teatro sociale e di comunità.

385 Metodo co-fondato da Alessandro Pontremoli e Alessandra Rossi Ghiglione.

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Si tratta di pressioni sui diversi ordini di capitali che offrono capacità ed opportunità in grado di creare salute.

Evidenziate tutte queste risorse, Matricoti sottolinea i punti critici, mettendo in evidenza proprio la mancanza di adeguati processi e strumenti di valutazione.

A fronte di una immensa fioritura di pratiche, ancora poche sono in grado di offrire risultati robusti. Questo fatto è il prodotto di due principali problemi. Da un lato la cultura della valutazione è in questo, come in molti altri campi, purtroppo, ancora poco diffusa. Dall’altro, laddove invece l’attitudine alla valutazione sia positiva, gli strumenti a disposizione sembrano apparire inadeguati a cogliere la complessità delle variabili in gioco387.

È dunque in queste due direzioni che bisogna procedere, perché senza adeguati processi di valutazione che comprovino il valore del processo teatrale rispetto a specifici obiettivi risulta impossibile un suo utilizzo consapevole e la definizione delle competenze degli esperti e dello statuto precipuo dell’intervento.

Tra le specifiche declinazioni del teatro per la promozione della salute è opportuno spendere ancora alcune parole su una tra le più diffuse e più longeve, e che è rappresentata dal Theatre in Education (spesso accompagnato dal Drama in Education), un’attività pedagogica che utilizza il teatro come metodo e come strumento. Si presenta con differenti modalità applicative. Per i giovani, nei programmi della scuola e di altre agenzie educative, il teatro si dà nella forma dei laboratori tematici, del teatro forum che richiede l’intervento del pubblico a risoluzione di un problema presentato dagli attori, ma soprattutto come performance proposte ai minori su tematiche inerenti la salute a scopo promozionale388. Con gli adulti è invece diffuso in contesti di

386 Francesca C. Matricoti, I teatri di Igea, 94.

387 Ibi, 96.

388 Un tema sostenuto da un’ampia letteratura di riferimento. Riportiamo i riferimenti di alcune importanti review ed alcuni contributi su specifiche aree applicative e metodologiche formulati da ricercatori di aree disciplinari diverse (sanitaria, pedagogica e teatrale) ad indicare un interesse diffuso per questa pratica educativa. Steve Ball, "Theatre in health education", in Antony Jackson (a cura di), Learning through theatre. New perspectives on theatre in education, London-New York, Routledge, 1993, 227-238; Nicola Douglas et al., "Vital youth: evaluating a theatre in health education project", Health education, 100, 5 (2000): 207-215; Norma Daykin et al. "The impact of participation in performing arts on adolescent health and behaviour a systematic review of the literature", Journal of health psychology , 13, 2 (2008): 251-264; Katja Joronen, Sally H. Rankin, Päivi Åstedt‐Kurki, "School‐based drama interventions in health promotion for children and adolescents: systematic review", Journal of advanced nursing, 63, 2 (2008): 116-131; Stephen Clift et al., "The state of arts and health in England", Arts & health, 1, 1 (2009): 6-35; Mike White, Arts development in

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vita a rischio epidemiologico, utilizzando sia le forme del teatro forum che quelle del teatro popolare locale per veicolare contenuti di prevenzione389. Se l’intervento di Theatre in Education ha un obiettivo pedagogico definito, è però evidente che tutti gli interventi teatrali a sostegno della salute abbiano sempre un effetto sulla cosiddetta health literacy. “L’alfabetizzazione alla salute comprende le abilità cognitive e sociali che determinano la motivazione e la capacità degli individui di accedere alle informazioni, di comprenderle e utilizzarle in modo da promuovere e mantenere una buona salute”390.

3.5.1 Il teatro sociale nei contesti della cura

Questo quadro dell’esperienza teatrale nei processi di promozione della salute esplicita chiaramente la necessità di rinnovare la connessione tra cultura scientifica e cultura umanistica391, perché l’interdisciplinarietà può generare processi adeguati per affrontare la complessità dell’odierna esperienza della salute.

L’esperienza del teatro nei luoghi della cura dà forma e risonanza all’intrinseca natura mitopoietica della medicina. Attraverso l’azione teatrale, la cura torna ad essere vera messa in scena dell’apparato simbolico, insieme soggettivo e universale, capace di tenere insieme la contraddizione estrema e la polarità antitetica, in una sintesi che mira al sublime: la riconciliazione fra vita e morte. Nella crisi aperta dalla secolarizzazione dell’epoca contemporanea, la rappresentazione teatrale legittima di nuovo la presenza del sacro392.

Da questa consapevolezza nascono le medical humanities che riconoscono proprio nell’approccio integrato umanistico-scientifico l’espressione più coerente di un processo di cura che si confronti con la condizione olistica e mortale dell’essere umano, sia esso chi cura che chi è curato. È utile distinguere, nelle scenario tra arte e salute proposto dalle medical humanities, tra le arti che curano, le arti nei contesti di cura e le arti che formano chi cura393.

Nei seguenti paragrafi si descrivono alcuni interventi svolti in diversi contesti di cura socio-sanitari in cui l’attività teatrale si incarica di specifici obiettivi, agendo direttamente sui sintomi oltre che sullo stato diffuso

community health. A social tonic, Oxford-New York, Radcliffe, 2009; Joe Winston “'Fit for a child?'. Artistry and didacticism in a theatre in health education programme for young children”, in Tim Prentki, Sheila Preston (a cura di), The applied theatre reader, Oxon, Routledge, 2009, 94-99; Emma Brodzinski, Theatre in health and care, Basingstoke (UK)- New York (US), Palgrave-MacMillan 2010; Dan Grabowski, "Identity, knowledge and participation:

health theatre for children", Health education, 113, 1 (2012): 64-79; Yvonne Middlewick, Trevor J. Kettle, James J.

Wilson, "Curtains up! Using forum theatre to rehearse the art of communication in healthcare education", Nurse education in practice, 12, 3 (2012): 139-142.

389 Una ricerca che si è sviluppata dai primi anni novanta, con particolare riferimento alla diffusione dell’AIDS in alcuni territori. Robert T. McEwan, Raj Bhopal, Wendy Patton, "Drama on HIV and AIDS: an evaluation of a theatre-in-education programme", Health theatre-in-education journal, 50, 4 (1991): 155-160; Lawrence Elliott et al., "Theatre in AIDS education-a controlled study", AIDS Care, 8, 3 (1996): 321-340; Susan Denman et al., "HIV theatre in health education:

an evaluation of Someone Like You", Health education journal, 55, 2 (1996): 156-164; David Kerr, “‘You just made the blueprint to suit yourselves’; a theatre-based research project in Lungwena Malawi”, in Tim Prentki, Sheila Preston (a cura di), The applied theatre reader, 100-107; Susanta Ghosh K. et al. "A community-based health education programme for bio-environmental control of malaria through folk theatre (Kalajatha) in rural India", Malaria journal , 5, 1 (2006): 1.

Accesso 20-10-2016 https://malariajournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/1475-2875-5-123; Hazel Barnes (a cura di), Applied drama and theatre as an interdisciplinary field in the context of HIV/AIDS in Africa, Amsterdam, Rodopi, 2013.

390 World Health Organization, "Health promotion glossary", (1998), versione tradotta in italiano a cura di Elena Barbera, Claudio Tortone, Glossario O.M.S. della Promozione della Salute, Grugliasco (TO), Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute, DoRS, 2012, 12.

391 Charles P. Snow, The two cultures, Cambridge, Cambridge University Press, 1998 (1959).

392 Rossana Beccarelli, “Drammaturgia della cura”, in Alessandra Rossi Ghiglione, Teatro e salute. La scena della cura in Piemonte, Torino, Ananke, 2011, 98-99.

393 Alessandra Rossi Ghiglione, Teatro e salute. La scena della cura in Piemonte, 22.

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di benessere della persona, implicante le dimensioni affettive e sociali394. Saranno anche riferite esperienze di formazione del personale sanitario attraverso il mezzo del teatro sociale.

Emergono tre diverse forme, a volte intrecciate all’interno dei processi progettuali. Il teatro da vedere, cioè un teatro fondato sul valore pedagogico della rappresentazione, in cui l’educazione della persona avviene attraverso la visione di spettacoli che presentino tematiche inerenti alla salute e alla sua promozione. Un teatro del fare, in cui l’esperienza della pratica diretta della teatralità diventa occasione di formazione, di rielaborazione creativa delle proprie esperienze di salute e malattia insieme ad un gruppo e, quando vi siano le condizioni, con un intento di comunicazione rivolto alla propria comunità di riferimento. Infine un teatro del fare e del vedere, in cui attraverso diversi livelli di ingaggio, le persone comuni producono i materiali che andranno ad essere composti in una drammaturgia che viene messa in scena per quelle stesse persone ma anche aperta alla comunità circostante da attori professionisti.

3.5.1.1 Il teatro sociale nei servizi per la salute mentale

L’esperienza del teatro entro i contesti della salute mentale in Italia è molto articolata, in questa sede se ne dà uno spaccato esemplificativo descrivendo il quadro della situazione della città di Milano395. Entro tale panorama articolato, si riferisce in modo dettagliato delle progettualità in corso a Magenta (Milano) da più di dieci anni, per l’innovatività dei procedimenti, la proficua interdisciplinarietà e per lo specifico riferimento all’impiego del metodo di teatro sociale. In modo più sintetico si ritiene interessante anche presentare i due progetti “Teatro e salute mentale” e “Metamorfosi”. Il primo da tempo attivato dalla Regione Emilia Romagna in collaborazione con i DSM, presenta un’innovativa realizzazione di un piano regionale e istituzionalizzato delle attività teatrali promosse. Il secondo per l’approccio al modello di recovery che per i suoi principi di empowerment della persona e della comunità risulta in stretta sintonia con i processi di teatro sociale. Di fatto i soggetti proponenti di questi due progetti stentano a definire le proprie prassi come teatro sociale, per una dichiarata volontà di non settorializzarsi, rivendicando piuttosto una collocazione entro le generiche attività culturali di tipo teatrale del territorio396 e anche in riferimento ad un uso estensivo della dimensione sociale e politica a tutto il teatro, quando è vero teatro in quanto fenomeno che si svolge in relazione397. Ma a quanto emerge dalla documentazione consultata e dalla ricerca valutativa compiuta sugli esiti delle attività, si ritiene che esse siano ascrivibili entro l’alveo del teatro sociale essendo caratterizzate da specifici obiettivi di ordine sociale e terapeutico perseguiti in maniera consapevole dagli operatori398 in una prospettiva di sviluppo integrato del soggetto individuale e collettivo attraverso la partecipazione attiva e diretta dei soggetti stessi alle attività teatrali e performative realizzate.

3.5.1.1.1 “Il teatro ponte per la comunità”, il progetto di teatro sociale dell’Unità Operativa di Psichiatria di Magenta

L’esperienza del teatro nei contesti e servizi dedicati alla salute mentale in Lombardia risulta diversificata per obiettivi e metodi di intervento, tipologia di professionalità coinvolte e rapporti con il territorio. Il particolare assetto regionale dei servizi, che non dipendono dall’Azienda Sanitaria Locale (Asl) bensì dalle Aziende Ospedaliere (A.O.), ha caratterizzato il processo di riforma avviatosi nel 1978 con la legge 180, e vede oggi

394 Si rimanda alla terza parte del lavoro di tesi per quanto riguarda l’analisi approfondita dell’intervento teatrale nei confronti della demenza.

395 Per una sintesi sui rapporti tra teatro e follia: Laura Calebasso, “Teatro e follia: una storia lunga molti secoli”, Teatri delle diversità. Rivista europea, 13, 46/47 (2008): 10-13. La stessa rivista dedica alla situazione italiana del teatro nei contesti della salute mentale numerosi articoli a partire dal 1996, anno della sua prima pubblicazione ad oggi.

396 Cinzia Migani, Maria Francesca Valli (a cura di), Il teatro illimitato. Progetti di cultura e salute mentale, Mantova, Negretto, 2012.

397 Valeria Battaini e Roberta Moneta, operatrici di Teatro19, così affermano durante l’intervento “Da Metamorfosi a Le fumatrici di pecore”, svoltosi nella giornata di studi Inventari Superiori. Un dialogo sul teatro nella scuola e sul teatro sociale, Brescia, martedì 15 novembre 2016. Ugualmente sul sito dell’associazione Teatro 19, “Eventi”, Teatro19, accesso 20-11-2016 http://www.teatro19.com/eventi/.

398 Luigi Palestini, Maria Augusta Nicoli, Teatralmente. Una valutazione d’esito applicata al progetto regionale “Teatro e salute mentale”, Bologna, Regione Emilia Romagna, 2015.

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una nuova svolta con la più recente riforma399 i cui effetti sulla ridefinizione dei servizi risultano ancora non precisamente delineati. Per questo motivo si dà conto della situazione attuale con la consapevolezza dei suoi possibili futuri cambiamenti.

A guidare la radicale trasformazione dei processi di cura della salute mentale seguita alla legge 180 è stata la preoccupazione che il loro inserimento nel palinsesto dell’azienda ospedaliera potesse prestare il fianco al nascosto perpetrarsi di forme manicomiali, croniche e separate dal territorio. Per questo si è data una particolare attenzione alle relazioni di rete, al rapporto con il contesto sociale inteso non solo come sistema di servizi interessati ai medesimi ambiti di intervento, ma soprattutto come varietà di soggetti più o meno istituzionali con cui collaborare400. Nell’ultimo decennio hanno avuto un forte impulso gli orientamenti della psichiatria di comunità e l’idea di recovery, tesi a promuovere processi di cura in cui i servizi si spingono verso e dentro la comunità e la comunità è chiamata a mettersi in più stretta relazione con i servizi attivando esperienze di lavoro, gruppi informali di sostegno e auto-aiuto, progetti culturali e performativi, forme di residenzialità leggera.

All’interno di questo quadro si collocano le esperienze teatrali che si svolgono in relazione ai Dipartimenti di Salute Mentale (D.S.M.), che seppur regolamentate dagli indirizzi regionali, sono poi gestite in riferimento alle differenti situazioni locali in collaborazione tra diversi attori sociali401. Per esempio, la situazione milanese mostra differenti modelli. Vi sono gruppi di psicodramma e drammaterapia, condotti da professionisti della sanità specializzati e proposti all’interno dei differenti servizi dei DSM ai pazienti, a volte in riferimento a specifiche patologie (DCA)402.

Sono poi presenti laboratori teatrali condotti da collaboratori esterni alle AO (attori, drammaterapeuti e operatori di teatro sociale) in collaborazione con operatori socio-sanitari dei servizi, offerti all’interno di CPS e CRM sia per gruppi omogenei di pazienti che gruppi integrati (pazienti e personale socio-sanitario e assistenziale)403. Un’altra forma è quella dei laboratori teatrali con gruppi integrati di cittadini (con problematiche di salute mentale e non) proposti da compagnie teatrali che operano in collaborazione con i servizi di salute mentale, svolti al di fuori degli spazi dell’AO404.

E infine si possono rilevare diverse tipologie di attività teatrali ed eventi proposti alla cittadinanza per sensibilizzare sulle questioni dello stigma sociale e della lotta all’esclusione405. Tra le esperienze di eccellenza dell’area milanese vi è la progettualità in corso presso il Paolo Pini, ex Ospedale Psichiatrico costruito negli

399 Legge regionale 11 agosto 2015 - n. 23 Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità). Accesso 22-10-2016

http://www.regione.lombardia.it/shared/ccurl/991/605/LR%2023_2015%20Evoluzione%20sistema%20socio%20sanitar io.pdf. Per una analisi più dettagliata della riforma si rimanda al capitolo 2 della parte terza della presente tesi.

400 Giorgio Cerati et al., “La traiettoria di un decennio. Dal Piano Regionale per la Salute Mentale e le successive linee di attuazione alla situazione attuale”, in Mauro Percudani, Giorgio Cerati, Lorenzo Petrovich, Antonio Vita (a cura di), La psichiatria di comunità in Lombardia. Il Piano regionale per la salute mentale lombardo e le sue linee di attuazione (2004-2012), Milano, McGraw-Hill Education, 2013, 7-24.

401 Giorgio Cerati, “La psichiatria incontra il teatro. Un laboratorio teatrale tra presa in carico, clinica e comunità”, in Giulia Innocenti Malini, Alessia Repossi (a cura di), Il teatro come ponte per la comunità, numero monografico di Errepiesse. Rivista su una via italiana alla riabilitazione psicosociale, 5, 3 (2011): 8-12. Accesso 10-07-2016 http://www.errepiesse.it/archivio_files/Errepiesse%2013%20numero.pdf.

402 A titolo di esempio citiamo i gruppi di psicodramma per DCA presso le sedi milanesi dell’Istituto Auxologico Italiano, (accesso 12-07-2016 http://www.auxologico.it/section/716/Maria%20Caterina%20Boria); il gruppo di drammaterapia a Casa Iris della Fondazione AS.FRA. Assistenza Fraterna Onlus di Monza (accesso 12-07-2016 http://www.asfra.org/news.php).

403 A titolo di esempio citiamo il laboratorio Salpasipario dell’UOP 42 Rho e UOP 62 Bollate (accesso 12-07-2016 http://www.aogarbagnate.lombardia.it/salviniweb/dsm_new/progetti-CDBollate.html); Il laboratorio teatrale entro il Centro Diurno del Dipartimento di Salute Mentale e Neuroscienze del AO Fatebenefratelli di Milano, accesso 12-07-2016 file:///C:/Users/SONY/Downloads/CD%20Procaccini.pdf; l’attività condotta da Carlo Rossi presso Casa Iris della Fondazione AS.FRA. Assistenza Fraterna Onlus di Monza (accesso 12-07-2016 http://www.asfra.org/dettaglio_attivita.php?id=41).

404 A titolo di esempio citiamo l’esperienza della compagnia IMOV teatrali, che si pone a cavallo tra due forme, questa e la precedente, e si svolge al Centro diurno di riabilitazione psichiatrica di Cinisello Balsamo ma ha svolto attività anche

fuori degli spazi dell’AO (accesso 12-07-2016

http://www.imov.altervista.org/iMOV_teatrali_festival_laboratori_mirmica_teatro_sociale/Home.html).

405 A titolo di esempio citiamo l’esperienza del gruppo Rari&20 del DSM dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano (accesso 12-07-2016 http://www.shareradio.it/attaccati-al-tram-della-salute-mentale/).

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