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La tematica degli Exempla e dei leggendari: uno spaccato di società medievale al servizio

Nel documento DOTTORATO DI RICERCA IN Studi storici (pagine 53-57)

I. L A STORIOGRAFIA SULLA PREDICAZIONE DEI SECOLI XII-XV

I.4. La tematica degli Exempla e dei leggendari: uno spaccato di società medievale al servizio

La figura di Bernardino da Siena invita a porre subito l’accento su un particolare e fondamentale aspetto della sua predicazione, quello dell’utilizzo degli exempla.

L’exemplum è una delle piste maggiormente battute per capire su cosa facesse leva il predicatore per attirare l’attenzione della folla, aumentarne la partecipazione emotiva, stimolarne l’interesse anche su questioni teologiche non immediatamente fruibili dalle masse.

La lettura dei cicli di prediche tenute da Bernardino in piazza del Campo a Siena nel 1427 è stata oggetto di due importanti contributi di C. Delcorno133, il primo134, del 1976, delinea un profilo generale in merito allo stile, all’utilizzo e ai contenuti degli exempla da parte del santo, nonché alle fonti letterarie latine e volgari utilizzate; il secondo saggio135 è invece un’opera più matura che si propone di redigere in maniera schematica un prospetto delle fonti orali consultate dal santo e che afferiscono

131 Bolzoni L., Predicazione in volgare, op. cit., p. 40.

132 Frugoni C., L’immagine del predicatore nell’iconografia medievale, in Dal pulpito alla navata, op. cit.

133 Delcorno C., Il racconto agiografico nella predicazione dei secoli XIII-XV, in Agiografia dell’Occidente cristiano, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1980.

134 Delcorno C., L'exemplum nella predicazione di Bernardino da Siena, in Bernardino predicatore nella società del suo tempo, XVI Convegno internazionale di studi, 9 - 12 ottobre 1975;

Accademia Tudertina, Todi 1976.

135 Delcorno C., L’exemplum multiforme di Bernardino da Siena. Tra fonti scritte e canali di informazione, in «Quasi quidam cantus», op. cit.

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principalmente a membri dell’Osservanza francescana136. Il predicatore senese è stato oggetto di tutta una trattatistica su questo tema, infatti, come sottolinea J. Le Goff137, il Quattrocento è l’età d’oro dell’esemplificazione nella predicazione. Già negli anni Settanta del secolo scorso era stata messa in risalto la grande importanza di questo strumento da parte dei predicatori, studiosi come S. Suleiman138 e P. Assion139 ne hanno sottolineato la funzione agitatoria, tuttavia messa in discussione da studi più recenti140 che hanno teso a differenziare una funzione retorica141 e cognitiva degli exempla rispetto a quella prettamente pragmatica dei predicatori e dei moralisti. Si tratta di due filoni della letteratura medievale che spesso trovano punti di contatto, non è un caso che studiosi e critici letterari collaborino e si interroghino spesso su questa tematica142.

La redazione delle prediche bernardiniane ci è giunta in numerosi casi tramite una duplice tradizione, quella in volgare messa per iscritto de verbum ad verbum dagli uditori e quella latina, autografa del santo, al fine di essere utilizzata come sussidio per i suoi confratelli.143 L’importanza degli exempla, una delle grandi novità del sermo modernus,

136 Cenci C., Esempi volgari di S. Bernardino e suoi referenti, «Archivum Franciscanum Historicum», XCV, 2002.

137 Le Goff J., L’exemplum et la rhetorique de la prèdication aux XIII et XIV siecles, in Retorica e poetica tra i secoli XII e XIV. Atti del secondo convegno internazionale di studi dell’Associazione per il Medioevo e l’Umanesimo latini in onore e memoria di Ezio Franceschini (Trento-Rovereto, 3-5 ottobre 1985), a cura di Leonardi C., Menestò E., La Nuova Italia–Regione dell’Umbria, Firenze-Perugia 1988 e Id., I riti, il tempo, il riso. Cinque saggi di storia medievale, Laterza, Bari 2001. in cui l’autore si propone di raccogliere alcuni esempi comici della letteratura medievale, i cosiddetti fabliaux.

138 Suleiman S., Le rècit exemplaire. Parabole, fable, roman à thèse, «Poetique», VIII, 1977.

139 Assion P., Das Exempel als agitatorische Gattung. Zu Form und Funktion der kuerzen Beispielgeschichte, «Fabula», XIX, 1978.

140 Berlioz J., Les recherches en France sur les exempla medievaux, 1968-1988, in Exempel und Exempelsammlungen, a cura di Haug V. W. E Wachinger B., Niemeyer, Tübingen 1991.

141 Von Moos P., Sulla retorica dell’exemplum nel Medioevo, in Retorica e poetica tra i secoli XII e XIV, op. cit.

142 Bremond C., L’exemplum mèedèval est-il un genre litteraire?, in Les exempla médiévaux.

Nouvelles perspectives. Actes du Colloque du C.N.R.S. et de l'Ecole normale supérieure, Saint-Cloud 27-28 sept. 1994, a cura di Berlioz J. e Polo de Beaulieu M.A., Paris 1998.

143 Delcorno C., La diffrazione del testo omiletico. Osservazioni sulle doppie reportationes delle prediche bernardiniane, in Dal pulpito alla navata, cit.; Id., Note sulla tradizione manoscritta delle prediche volgari di S. Bernardino da Siena, in «Archivum Franciscanum Historicum», LXXIII, 1980.

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è sottolineata dalle raccolte che iniziano a circolare contenenti questi racconti edificanti, spesso accompagnati dalla figura retorica della similitudine, come spiega L. J.

Bataillon144.

All’alba degli anni Ottanta del secolo XX J. Le Goff e J. C. Schmitt si sono confrontati con il tema degli exempla145 nell’ambito dello sviluppo della predicazione tardomedievale. La scelta non è naturalmente casuale, i rapporti tra la Chiesa e la popolazione trovano fin dalle origini un canale preferenziale nell’oratoria sacra. Gli storici hanno spesso analizzato anche altri canali di comunicazione, ad esempio i testi dei processi inquisitoriali sono una delle fonti preferite per l’analisi dei movimenti ereticali e pauperistici dal XII secolo in avanti. Tuttavia, l’analisi dei sermonari e delle prediche in generale ha gettato una nuova luce su questo rapporto dialettico, secondo Schmitt dietro l’exemplum è possibile intravedere un conflitto di classe146, vedendo appunto in esso un elemento importantissimo per studiare la cultura delle classi subalterne. Una ricerca che trova conferma nelle raccolte di sermones ad status compilate dai Mendicanti nel XIII secolo e studiati anche da Maria Corti in due saggi147 di fine anni Settanta.

Dopo il XIII secolo il confine tra exemplum, legenda agiografica e novellistica148 non è più così netto come si potrebbe pensare149, ragion per cui lo studio risulta più vicino

144 Bataillon L. J., Op. cit.

145 Le Goff J. – Schmitt J. C., L’«exemplum», Turnhout 1996.

146 Schmitt J. C., Jeunes et danse des chevaux de bois. Le folklore mèeridional dans la literature des exempla, in La religion populaire en Languedoc du XIII siècle à la moitiè du XIV siecle, Toulouse 1976.

147 Corti M., Ideologie e strutture semiotiche nei Sermones ad status del secolo XIII, in Il viaggio testuale. Le ideologie e le strutture semiotiche, Einaudim Torino 1978; Id., La cooperazione di tre strutture semiotiche: allegoria in factis, speculum e modello sociale triadico nel volume, in Ricordo di C. Angelini.

Studi di filologia, Milano 1979.e 76 delc storiografia.

148 Battaglia S., Dall’esempio medievale alla novella, in «Filologia romanza», VI, 1959; Lo Nigro S., L’exemplum e la narrativa popolare nel secolo XIII, in La letteratura popolare nella Valle Padana, Atti del III Congresso di studi sul folklore padano, Olschki, Firenze 1972.

149 Delcorno C., Exemplum e letteratura. Tra Medioevo e Rinascimento, Il Mulino, Bologna 1989;

e Delcorno C., Il racconto agiografico, cit.

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all’analisi letteraria da parte dei critici150 piuttosto che a un’analisi storica dei contenuti151. All’inizio il carattere religioso accomunava certamente questo tipo di produzione all’interno del sermone, naturalmente connessa con la festività liturgica celebrata, configurandosi come racconto edificante, ma caratterizzato dal meraviglioso e da una distanza anche temporale con l’uditorio. Da ciò ha inizio un tipo di produzione rivolta ai predicatori nell’elaborare le loro prediche ma anche ai laici, quella delle legendae agiografiche, il cui esempio più celebre è l’opera di Jacopo da Varazze, che scrisse la sua legenda aurea negli anni Sessanta del Duecento e compose anche alcuni sermones utilizzando a sua volta come strumento la cosiddetta Catena aurea di Tommaso d’Aquino152, studiata in particolare dal Bataillon153.

Gli studiosi J. Dubois e J. L. Lemaitre nel volume del 1993, Sources & methodes de l’hagiographie medievale154, hanno dipinto un prospetto delle fonti utilizzate dai predicatori a partire soprattutto dal secolo XIII, lamentando l’incompiutezza delle edizioni di raccolte agiografiche fino a quel momento. Il titolo delle raccolte elencate è seguito dalla segnalazione di eventuali edizioni a stampa, una breve descrizione e dai titoli dei principali studi condotti in merito, si tratta di un’

ottima chiave per un primo approccio a questo tipo di produzione agiografica e avere una visione d’insieme di questi strumenti pensati per i predicatori.

R. Gregoire, uno dei più grandi agiografi medievale, fin dagli anni Sessanta del secolo scorso si è occupato di omiletica e, appunto, agiografia. La stretta correlazione tra le due categorie di studio ha prodotto alcune opere di indubbio valore quali Les homéliaires du moyen âge: Inventaire et analyse des manuscrits155 e, soprattutto, il

150 Billanovich G., Prandi M., Scarpati C., Lo «Speculum» di Vincenzo di Beauvais e la letteratura italiana dell’età gotica, in «Italia medievale e umanistica», XIX, 1976.

151 Battaglia Ricci L., «Exemplum» e novella, in Letteratura in forma di sermone, op. cit.

152 Borgo M., I Sermoni di Tommaso d'Aquino e la "Catena aurea": uno "status quaestionis" alla luce dell'edizione Bataillon, in «Memorie domenicane», 46, 2015; Delcorno C., La predicazione del Duecento e i "Sermones" di Tommaso d'Aquino, in «Memorie domenicane», 46, 2015.

153 Bataillon L. J., Les sermons de saint Thomas et la Catena Aurea, in St. Thomas Aquinas 1274-1974. Commemorative Studies, Pontifical Institute of Mediaeval Studies, Toronto 1274-1974.

154 Dubois J. – Lemaitre J. L., Sources & methodes de l’hagiographie medievale, Paris 1993.

155 Gregoire R., Les homéliaires du moyen âge: Inventaire et analyse des manuscrits, Roma 1966.

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Manuale di agiologia156 in cui è esposto in maniera discorsiva e chiara tutto ciò che riguarda questo particolare genere letterario. Nello specifico delle abbreviationes, l’autore dedica un paragrafo ai leggendari in cui ne spiega le origini, le funzioni, e i mezzi di diffusione come i libelli (forme ridotte di leggendari), definendoli «un arsenale di exempla per la predicazione e per l’insegnamento»157. Successivamente, riporta alcuni esempi di floriegia medievali, segnalando in nota i rispettivi riferimenti bibliografici. Si tratta di un lavoro meno specifico di quello di Dubois – Lemaitre, ma certamente dal taglio più manualistico e meno schematico.

In un saggio del 1980 e poi più ampiamente in un volume del 1989, C. Delcorno ha sottolineato l’importanza del racconto agiografico all’interno dello schema del sermo modernus158 e il rapporto con il genere esemplare, evidenziando anche la rilevanza assunta dai santi del primo millennio e dall’opera di rielaborazione operata dai Mendicanti, anche dal punto di vista retorico, con alcuni esempi di ampiamento del racconto, a partire dal riassunto contenuto nelle varie raccolte, e individuando nel Quattrocento la crisi della predicazione itinerante grazie alle diverse rielaborazioni agiografiche contenute nei sermoni, come già rilevato da J. W. O’Malley159, che vede l’elaborazione del passaggio dal sermo modernus alla nuova retorica sacra all’interno della corte pontificia grazie ai prelati umanisti.

Nel documento DOTTORATO DI RICERCA IN Studi storici (pagine 53-57)

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