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6. ANALISI E VERIFICA DELLE PRESCRIZIONI ANTINCENDIO

6.1 IL VECCHIO SISTEMA NORMATIVO

Le norme di prevenzione incendi non prevedono nel calcolo la valutazione esplicita del fattore “tempo di esodo”, ma utilizzano un metodo convenzionale:

- Regole tecniche di prevenzione incendi (DM 9 aprile 1994 (G.U. n. 95 del 26/4/1994), Approvazione Della Regola Tecnica Di Prevenzione Incendi Per La Costruzione E L'esercizio Delle Attività Ricettive Turistico-Alberghiere)

Nell’approccio tradizionale alla sicurezza antincendio, la sicurezza dell’esodo stabilisce la dimensione ed il numero delle uscite in funzione del numero di persone presenti, ed è risolta attraverso il calcolo delle larghezze delle vie di esodo in relazione alla capacità di deflusso dei percorsi. Il tempo massimo per l’esodo non è noto, ma è controllato indirettamente dal rapporto tra persone e larghezza totale delle vie di uscita. Un ulteriore

controllo indiretto è dato dalla limitazione della lunghezza massima del percorso. La capacità di deflusso o di sfollamento non è altro che: il numero massimo di persone che, in un sistema di vie d'uscita, si assume possano defluire attraverso una uscita di "modulo uno”. Tale dato, stabilito dalla norma, tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamento ordinato di un compartimento (D.M. 30/11/1983).

Adottando la Regola Tecnica di Prevenzione Incendi per la costruzione e l'esercizio delle attività ricettive turistico – alberghiere, con l'entrata in vigore il 7 ottobre 2011 del nuovo regolamento di prevenzione incendi di cui al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151, gli alberghi (e simili) sono ricompresi al punto 66 dell’allegato I (66.1A nell’allegato III) al decreto che, a differenza di quanto previsto dal vecchio elenco del D.M. 16/2/1982, comprende anche attività prima non soggette (residenze turistico - alberghiere, rifugi alpini, case per ferie, campeggi, villaggi-turistici, etc).

Figura 6-1 Schematizzazione relativa alla capacità di deflusso per il calcolo dell’affollamento

Le scale antincendio devono avere dei requisiti specifici minimi ben precisi in base alle necessità di deflusso e dal tipo di attività. Per quanto concerne le attività alberghiere, la larghezza minima è di 120cm e devono essere di tipo protette per edifici tra i 2 e i 6 piani, prevedendo una superficie di aerazione di almeno 1m2 in sommità.

- aree destinate alle camere:

Camera con 2 persone = Af (affollamento massimo)

Camera con 3 persone = Af (affollamento massimo) - aree destinate ai sevizi:

Cucinino con 12 persone = Af (affollamento massimo)

Servizi igienici con 4 (+ 20%) = 4,8 = 5 persone = Af (affollamento massimo)

La realizzazione di un sistema di vie di uscita ben organizzato e dimensionato ha lo scopo di garantire un’ordinata e rapida uscita delle persone in caso di emergenza, diminuendo così al massimo la possibilità che venga messa a repentaglio la loro vita.

Il numero complessivo dei moduli di uscita risultante dai calcoli deve sempre essere assunto intero, senza decimali, ed essere approssimato per eccesso. Per completare l’argomento si descrivono di seguito i principali requisiti cui deve rispondere un ben organizzato sistema di vie di uscita. Generalmente tutte le norme prescrivono che, indipendentemente dalla loro larghezza, le vie di uscita siano in numero non inferiore a 2 e di regola situate in posizioni ragionevolmente contrapposte e ciò al fine di garantire comunque alle persone la possibilità di esodo anche nel caso che una di tali vie possa, per ragione contingenti ed imprevedibili, essere divenuta impraticabile. Tutte le vie d’uscita devono necessariamente sfociare in un luogo sicuro ed il loro percorso, tenuto conto della velocità di fuga e dei tempi ridotti a disposizione, non può superare, in genere determinate lunghezze stabilite dalle norme. Le stesse vie di uscita devono essere sempre tenute sgombre da ostacoli e facilmente percorribili nonché convenientemente segnalate ed illuminate sia con illuminazione normale che di emergenza. Le scale che si trovano lungo le vie di uscita o che costituiscono esse stesse vie di uscita devono presentare particolari requisiti che ne rendano agevole il percorso. In genere esse devono avere rampe rettilinee intervallate tra loro da pianerottoli di riposo di lunghezza sufficiente. Naturalmente per

sufficiente si intende una lunghezza almeno pari alla larghezza. Ogni rampa non può di massima avere meno di tre gradini e più di 15 gradini: i gradini, di norma, devono essere di pianta rettangolare con un'alzata non superiore a 18cm ed una pedata non inferiore a 30cm. I gradini che eccedano tali dimensioni o, peggio ancora, diversi tra loro possono essere fonte di cadute nel corso della fuga, cadute che potrebbero portare a conseguenze estremamente letali per un gran numero di persone.

In primo luogo, è necessario determinare l’affollamento massimo ipotizzabile dove si svolge l’attività con afflusso di pubblico; questo è determinabile dalla relazione: Af = Def * S dove, il massimo numero di persone presenti, a qualsiasi titolo nel compartimento o locale in esame, è dato dal prodotto tra la densità di affollamento e la superficie lorda del locale o del compartimento.

Qualora le norme non prescrivano specifiche densità di affollamento, l’affollamento massimo ipotizzabile potrà essere fissato in base all’effettiva conformazione dei locali, alle loro dimensioni, all’uso specifico cui sono adibiti e, comunque, a tutti quegli elementi che possono fluire su tale grandezza. Una volta stabilito l’affollamento massimo ipotizzabile dovrà essere calcolata la larghezza complessiva delle uscite in “moduli”, attraverso la relazione: Nm > Af/Cd dove, risulta necessaria la Capacità di Deflusso ipotizzata.

Determinato il numero complessivo di moduli necessari per un rapido ed ordinato esodo, occorre suddividere tale numero su due o più uscite a seconda di quanto prescritto dalle specifiche norme relative all’attività di cui si tratta ed alla conformazione dei locali.

Nel caso specifico di un edificio multipiano, le uscite dei singoli piani avranno la larghezza complessiva proporzionale all'affollamento massimo del piano da esse servito. Per quanto riguarda, invece, la larghezza delle uscite verso l’esterno e, di conseguenza, la larghezza delle scale che a tali uscite conducono, il dimensionamento viene effettuato con una metodologia diversa. In genere le norme richiedono, salvo casi particolari, che la larghezza di una scala sia proporzionata alla somma dell’affollamento massimo di due piani consecutivi più affollati. Teoricamente, allora, si potrebbe dimensionare la larghezza della scala addirittura sulla base dell’affollamento di un solo piano (ovviamente più affollato). In pratica, però, per avere un certo margine di sicurezza, le norme prendono in considerazione l’affollamento di due piani proprio per tenere conto del possibile ammassamento di persone provenienti da due piani a causa di eventuali diverse velocità di flusso.

La larghezza complessiva, in moduli, delle vie di uscita ed in particolare delle scale sarà dato dal rapporto tra l’affollamento massimo e la capacità di deflusso stabilita dalle norme.

Nm = 25 / 50 = 0,5 = 1 modulo minimo unitario di passaggio di 0,6m [per il piano del caso studio]

Nmtot = 75 / 37,5 = 2 moduli = 1,20m [considerando il massimo affollamento in due piani consecutivi]