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Verifica della compatibilità / non contrasto del PAC con gli obiettivi del PPR

Nel documento RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (pagine 60-0)

6 COERENZA DEL PROGETTO CON OBIETTIVI, INDIRIZZI E DIRETTIVE DEL PPR

6.1 Verifica della compatibilità / non contrasto del PAC con gli obiettivi del PPR

Nella seguente matrice si esaminano gli obiettivi di qualità del PPR relativamente all’ambito di paesaggio della bassa pianura pordenonese, riferiti alle connessioni discontinue individuate nella RER.

Sono evidenziati gli interventi e le mitigazioni previste in progetto e valutati gli effetti conseguenti, in termini di bilancio ambientale.

Obiettivi di qualità del PPR Mitigazioni previste dal PAC / progetto Bilancio

Conservazione e incremento della connettività ecologica e della biodiversità legata ai

sistemi rurali tradizionali

La ristrutturazione dell’allevamento riguarderà insisterà nella stessa area dove è attualmente presente l’allevamento suinicolo. L’area che verrà occupata sarà di poco superiore a quella attuale. Gli elementi significativi esistenti del

delle aree boscate realizzazione di barriera arborea arbustiva fitta con specie autoctone, interconnessa con la

il PAC il creazione di un bosco planiziale interno al perimetro

selezione delle specie arboree ripariali positivo

Obiettivi per le aree a scarsa connettività

non pertinente nullo

conservazione dei varchi esistenti

Accesso invariato. Il sesto d’impianto del bosco consente la formazione di percorsi

Il bosco planiziale e le barriere arboree interne alla recinzione dell'allevamento contribuiranno all'incremento della connettività ecologica e della biodiversità

parzialmente positivo

58 6.2 Verifica della compatibilità / non contrasto del PAC con gli indirizzi del PPR

Nella seguente matrice si esaminano gli indirizzi formulati dal PPR relativamente all’ambito di paesaggio della bassa pianura pordenonese, riferiti alle connessioni discontinue individuate nella RER.

Sono evidenziati gli interventi e le mitigazioni previste in progetto e valutati gli effetti conseguenti, in termini di bilancio ambientale.

Indirizzi del PPR Mitigazioni previste dal PAC/progetto Bilancio Individuazione delle emergenze corso d'acqua per la costituzione di un vasto corridoio ecologico valutarne eventuali incidenze rispetto al contesto paesaggistico rurale, indipendentemente dalla presenza o meno di vincolo paesaggistico.

aumento della superficie coperta La superficie coperta aumenta del 8,03% circa della superficie territoriale del PAC

negativo aumento locale del consumo di suolo

alterazione dello skyline alterazione dello skyline per inserimento nel paesaggio rurale di elementi tipici

59 7 DESCRIZIONE DEI POTENZIALI EFFETTI SULL’AMBIENTE E LORO

MITIGAZIONI 7.1 Consumo di suolo

L’ambito di intervento impegna complessivamente una superficie di 16,37 ha, di cui 2,24 ha già utilizzati dall’insediamento esistente e che diverranno dopo la ristrutturazione dell’allevamento 2,42 ha. Le superfici asfaltate e cementate scenderanno da 5.983 mq a 3.255 mq, mentre le strade e viali inghiaiati passeranno da 8.093 mq a 19.714 mq.

La superficie rimanente (circa 11,65 ha) mantiene destinazione agricola di cui una superficie consistente di 4,1 ha verrà piantumata a bosco planiziale con finalità di compensazione ambientale e la quota residua a prato.

L’assetto deriva proprio dalle scelte programmatorie effettuate dalla Variante n°68 al PRGC, che ha definito i limiti dimensionali massimi per gli interventi di completamento degli insediamenti zootecnici esistenti, condizionandoli ad interventi di riqualificazione / restauro del paesaggio rurale.

7.2 Impatto visivo/percettivo

I sei capannoni destinati all’ingrasso dei maiali di progetto hanno dimensioni del tutto simili ai capannoni esistenti di lunghezza 100,29 m, larghezza 21,86 m ed altezza di circa 6,80 m al colmo, un capannone dedicato alla gestazione e parto della lunghezza 168,48 m largo 20,34 m e alto 6,80 m ed uno dedicato allo svezzamento dei suinetti lungo 153,43 m largo 20,34 m ed alto 6,80 m; inoltre è previsto in progetto un capannone di carico dei maiali lungo 21,86 m largo 25,58 m alto 6,80 m. In progetto è prevista la realizzazione di un capannone dedicato al mangimificio lungo 18,61 m largo 14,80 m e alto 14,60 m e un capannone di 7,40 x 3,50 m alto 15 m. Per quanto riguarda l’impianto di biogas è costituito da 4 vasche del diametro di 30 m e alte 6 m.

Per mitigare l’impatto visivo, sono previsti i seguenti interventi di mitigazione:

- riqualificazione della vegetazione arborea ed arbustiva lungo il corso d’acqua. Reimpianto di specie autoctone in sostituzione progressiva di quelle alloctone decedute e, comunque nel rispetto delle vigenti norme sulle distanze dalla sponda;

- conferma e mantenimento a prato seminato di un’area sul lato opposto del corso d’acqua;

- messa a dimora di un bosco planiziale con scelta di specie autoctone.

7.3 Impatto sul suolo

Gli effetti sul suolo vanno riferiti alla manipolazione di materie prime e rifiuti, agli effluenti di allevamento ed alla gestione delle acque di lavaggio nel rispetto di quanto previsto dal D. lgs. 152/2006 e D.M. 5046 del 25 febbraio 2016 e s.m.i.

a) Materie prime e rifiuti

Si esclude la possibilità di contaminazione del suolo nella gestione di materie prime e rifiuti in quanto:

• Materie prime, mangime e fattori di produzione hanno appositi stoccaggi al riparo dagli agenti meteorici; anche nel momento di impiego non vi è contatto con l’acqua piovana, per cui non vi è contatto con il suolo.

• I rifiuti e le carcasse vengono stoccati in apposite aree al coperto e, di conseguenza, non intercettano le acque meteoriche e il suolo. Al momento della raccolta da parte di ditta autorizzata avviene il carico diretto nell’automezzo senza che tali materiali vengano a contatto con il suolo.

b) Effluenti di allevamento

Si esclude la possibilità di contaminazione del suolo sia nella fase di permanenza di animali nell’allevamento sia nell’allontanamento dei reflui in quanto:

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• Durante tutto il corso del ciclo dalla gestazione, svezzamento e ingrasso i reflui zootecnici vengono raccolti nelle vasche di stoccaggio al di sotto del grigliato e da qui inviate tramite un sistema vacuum automatico alla vasca di carico dell’impianto di biogas. Il digestato prodotto dall’impianto di biogas viene direttamente caricato su autocisterne per essere trasportato da ditte esterne ad aziende agricole della zona. Di conseguenza non vi è contaminazione del suolo aziendale.

• Le operazioni di carico degli animali avvengono usufruendo di appositi corridoi che conducono ai box della stanza di carico e da qui passano al camion senza che ci sia contatto tra animali e aree scoperte pavimentate o non; questo comporta che non avvenga rilascio di deiezioni all’esterno dei capannoni.

• la pavimentazione dei capannoni è impermeabile, pertanto non vi è il rischio di contaminazione del suolo.

c) Acque di lavaggio

Le operazioni di lavaggio di soffitti e tamponamenti (molto lisci e quindi facilmente lavabili) vengono effettuate saltuariamente e con acqua calda mediante getto di idropulitrice.

Le acque di risulta vengono raccolte in appositi pozzi a tenuta posti sulle fiancate delle unità produttive.

Le vasche in cls sono a tenuta, pertanto non si prevede alcuna fuoriuscita di liquidi da esse. Le stesse verranno svuotate ed il loro contenuto conferito all’impianto di biogas.

Verranno realizzate aree esterne impermeabilizzate destinate a piazzali di carico / scarico.

La contaminazione del suolo e del sottosuolo si può considerare improbabile se legata all'attività produttiva poiché tutti gli edifici sono dotati di pavimentazione impermeabile e, all'esterno, non vi sono aree di deposito di materiali e/o lavorazioni che possono dar luogo alla percolazione di sostanze pericolose.

7.4 Impatto sull’acqua

In accordo con quanto definito dal Decreto del Presidente della Regione n. 083/Pres. Del 27/03/2018

“Regolamento recante disposizioni per l’applicazione del principio dell’invarianza idraulica di cui all’articolo 14, comma 11, lettera k) della legge regionale 29 aprile 2015 n.11 (Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque)”, il PAC è accompagnato da una relazione di verifica dell’invarianza idraulica, al fine di accertare che l’intervento non provochi un aumento delle portate derivanti dagli eventi meteorici, ovvero garantisca l’invarianza idraulica della superficie fondiaria.

Nel caso in esame l’invarianza idraulica è soddisfatta attraverso la realizzazione di canalizzazioni adeguatamente dimensionate, che assicurano l’invaso dei volumi di eventi meteorici importanti. A monte dell’immissione nel collettore principale è prevista la realizzazione di manufatti di regolazione della portata per garantire una portata inferiore rispetto a quella ante-operam e un pozzetto di ispezione con valvola anti riflusso.

Ai fini della verifica vengono adottati due metodi di calcolo, quello della corrivazione e quello del serbatoio lineare. Si assumono i valori derivanti da quello più conservativo (metodo del serbatoio lineare) ovvero:

Volume minimo di invaso: W0 = 371,1 mc Ɵw =0,74 ore = 44 minuti

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Planimetria con rete di smaltimento acque

Il lotto scarica attualmente le acque piovane sulla roggia Molino. Tale scarico sarà utilizzato anche dopo l’intervento di ristrutturazione.

Gli interventi di mitigazione scelti consistono:

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- creazione di strade interne in ghiaietto e demolizione di alcune strade in asfalto e piazzali in

cemento;

- ricalibra tura della rete fognaria per le acque piovane con aumento dei diametri delle tubazioni e realizzazione di nuove scoline oltre alla pulizia delle esistenti.

7.5 Impatto sull’aria

L’impatto sull’aria viene valutato principalmente in relazione alle due distinte fasi sotto riportate:

Fase di cantiere

Le emissioni gassose da parte dei mezzi d’opera costituiscono impatto limitato all’area operativa, determinato nel tempo e reversibile, analogamente alle emissioni di polveri durante le fasi di movimentazione di terra (sterri e riporti). Le operazioni di movimentazione terra rappresentano comunque entità assolutamente relativa poiché si limitano alla realizzazione delle vasche interrate per il contenimento delle acque di lavaggio e la realizzazione dei piazzali pavimentati dei capannoni. In fase di PAUR verranno opportunamente valutati tutti gli impatti seppur temporanei della fase cantieristica.

Fase di esercizio dell’allevamento

Le emissioni in atmosfera relative all’allevamento avicolo riguardano: ammoniaca (sistema di riferimento utilizzato: ISPRA, 2011 – dati 2009), metano (sistema di riferimento utilizzato: DM 29.01.2007 Linee Guida cat. IPPC 6.6), protossido di azoto (sistema di riferimento utilizzato: ANPA CTN-ACE), Polveri Totali Sospese (sistema di riferimento utilizzato: IIASA) e PM10 (sistema di riferimento utilizzato: IIASA).

La quantificazione delle emissioni è stata considerata, se disponibili parametri di calcolo, in riferimento:

a) ai ricoveri degli animali;

b) agli stoccaggi dei reflui zootecnici;

c) all’attività di spandimento agronomico in campo dei reflui.

Le determinazioni dei valori sono riferite rispettivamente al sistema di riferimento, descritto nelle Linee guida di settore oppure in altre fonti, e al contesto effettivo dell’allevamento in esame; il confronto tra le caratteristiche del sistema di riferimento e il contesto effettivo dell’allevamento è di seguito mostrato.

Descrizione MTD prevista nelle LG Già realizzata In progetto

Buone pratiche di allevamento X

Riduzione dei consumi di acqua X

Riduzione dei consumi energetici X

Buone pratiche nell’ uso agronomico degli effluenti X

Alimentazione per fasi X

Alimentazione a ridotto tenore proteico ed integrazione aminoacidica di

sintesi X

Alimentazione a ridotto tenore di fosforo con addizione di fitasi X

Integrazione della dieta con P inorganico altamente digeribile X

Integrazione della dieta con altri additivi X

Pavimentazione allevamenti con PTF e rimozione liquami con sistema

tipo vacuum X

Separazione maccanica del liquame in sistema chiuso X

Realizzazione vasche a tenuta, impermeabilizzate, ispezionabili X

Spandimento superficiale del liquame X

Incorporazione al suolo entro le 4 ore X

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A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale valore

Le emissioni di ammoniaca sono strettamente collegate all’azoto escreto dagli animali. La permanenza delle deiezioni nei ricoveri determina delle perdite di azoto per volatilizzazione sottoforma di ammoniaca.

La produzione di questo inquinante dipende, oltre che dal contenuto di azoto nel refluo, anche da fattori ambientali esterni, quali la velocità dell’aria, la tipologia stabulativa, le caratteristiche fisiche delle deiezioni, il tipo di stoccaggio e le caratteristiche del terreno su cui si va a spandere.

La riduzione dell’azoto escreto con l’adozione dell’alimentazione per fasi determina la riduzione delle emissioni sia nei ricoveri che durante lo stoccaggio e lo spandimento.

In questo caso le emissioni di ammoniaca dallo stoccaggio e dallo spandimento del refluo non riguardano l’allevamento in quanto le emissioni che si generano dopo la cessione del refluo sono di pertinenza

A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale valore

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Le emissioni di metano derivano sia da processi digestivi (emissioni enteriche), sia dalla degradazione anaerobica delle deiezioni (emissioni derivanti dalla gestione delle deiezioni). In azienda non viene effettuato lo stoccaggio dei reflui zootecnici in quanto confluiscono all’impianto di biogas, collegato con un sistema di fognature in depressione a tutti i capannoni dove vengono prodotte le deiezioni.

c) Fattore di emissione: Protossido di Azoto

L’N2O viene prodotto durante lo stoccaggio e lo spandimento delle deiezioni a seguito della nitrificazione e successiva parziale denitrificazione dell’azoto contenuto nei reflui zootecnici, soprattutto se si tratta di materiale palabile. L’entità del rilascio dipende dal sistema di stoccaggio adottato.

In azienda non si effettuano né lo stoccaggio né lo spandimento agronomico dei reflui zootecnici, in quanto confluiscono all’impianto di biogas, per cui non si hanno emissioni significative di N2O.

c) Fattore di emissione: Polveri Totali Sospese (PTS)

Emissione alla Capacità massima:

Emissione N. capi

(scrofe) u.m.

A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale

valore

A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale valore

Le Polveri Totali Sospese (o Particolato Totale Sospeso) comprendono il materiale solido polverulento che si produce in fase di allevamento degli animali e durante le normali pratiche di lavoro che si svolgono in funzione dell’allevamento (scarico mangimi e materie prime per la creazione dei mangimi, movimentazione animali, movimentazione delle macchine aziendali, pulizia a secco dei locali, ecc.). Le PTS includono particelle che hanno un diametro variabile da pochi manometri a 500 micron e oltre.

e) Fattore di emissione: PM

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Emissione alla Capacità massima:

Emissione N. capi

(scrofe) u.m.

A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale valore

unitario totale valore

unitario totale da ricoveri 600 kg/capo/anno 0.8416 505.0 0.8416 505.0

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A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale valore

Le PM10 comprendono materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore a 10 μm. Rappresentano quindi una frazione delle PTS. Si ritiene che anch’esse vengano prodotte durante l’allevamento degli animali e in parte durante le operazioni connesse all’allevamento.

7.5.1 Riepilogo delle emissioni in atmosfera

Le emissioni dai ricoveri sono per la maggior parte convogliate attraverso dei camini e solo in piccola parte sono di tipo diffuso grazie alla presenza di alcune aperture laterali che possono permettere la fuoriuscita dell’aria interna.

Per quel che riguarda le emissioni dagli stoccaggi, tutti i reflui zootecnici vengono confluiti nell’impianto di biogas; solo dopo la trasformazione in digestato verranno completamente ceduti alle aziende agricole interessate con le quali verrà stipulato un contratto di cessione.

Non si hanno emissioni dallo spandimento agronomico delle deiezioni perché in azienda non si effettuerà la distribuzione dei reflui.

Complessivamente le emissioni in atmosfera dell’allevamento, considerando la sua capacità produttiva massima, sono stimate nel seguente modo (kg/anno):

Inquinante ricoveri stoccaggio refluo Spandimento TOTALE

7.5.2 Tecniche per contenere le emissioni in fase di stabulazione (mitigazioni)

Le emissioni durante la fase di stabulazione vengono contenute attraverso:

- il posizionamento delle vasche di raccolta sotto il livello del terreno, da cui i reflui confluiscono, attraverso un sistema vacuum, alla vasca di carico dell’impianto di biogas.

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- lo stoccaggio delle materie prime (vedasi mangimi) nei silos prevede l’utilizzo delle condutture ad

hoc grazie alle quali la produzione di polveri e minimizzato.

7.5.3 Simulazione della dispersione delle polveri PM 10

Nella Relazione sulla dispersione PM10 predisposta dal dott. G. Bombardella sono stati considerati 5 punti di emissione denominati Milani, Zarattini-Torricella, Zarattini-Chions, Zarattini-Prodolone e Santa Giustina, corrispondenti ad altrettanti allevamenti intensivi presenti in zona, con l’intento di verificare gli effetti dell’allevamento nel contesto insediativo.

Nelle due seguenti tabelle sono riportati i dati della situazione ante e post intervento.

Punto di emissione

Coordinata Coordinata Tasso di Tasso di Altezza

X Y Emissione di partenza Emissione abbattuto emissione

(µg/s) (µg/s) (m)

X Y Emissione di partenza Emissione abbattuto emissione

(µg/s) (µg/s) (m)

Nella relazione vengono presentate le stime della dispersione sul territorio delle polveri provenienti da un allevamento suinicolo ottenute impiegando il modello gaussiano ODIGAUSS 3.1.1.

Sono state effettuate simulazioni considerando la presenza o assenza di sistemi di abbattimento delle polveri, basato su sperimentazione utilizzando reti antipolvere e quinta arborea e infine sono state considerate le PM10 di fondo.

Dai risultati di simulazione si osserva che nessuno dei centri abitati circostanti viene minimamente interessato dalla simulazione, non andando nemmeno a interessare le strade campestri nelle vicinanze. Le mappe di impatto risultano coerenti con la distribuzione di provenienza e intensità dei venti, prevalentemente derivanti da Nord-Est.

7.6 Emissioni olfattive

Le fonti di emissioni olfattive in allevamento sono riconducibili ai locali di allevamento, all’attività di pulizia dei capannoni e al carico dei reflui zootecnici (digestato) nelle cisterne.

Le emissioni di odori sono influenzate da fattori quali:

• le condizioni di allevamento;

• le condizioni climatiche esterne (pressione atmosferica, direzione ed intensità del vento, ecc.);

• il microclima interno ai locali (umidità, temperatura, ventilazione);

• la tempestività con cui si opera in azienda.

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Per quanto attiene al regime dei venti al suolo il comune di San Vito al Tagliamento, cosi come per il resto della pianura friulana, è caratterizzato dalla predominanza dei venti provenienti dai quadranti settentrionali ed orientali, con frequenze complessive nell'anno tra il 55% e il 65%. Tale predominanza è dovuta alla conformazione del territorio, caratterizzata dalla presenza della catena alpina, che degrada verso sud est con i rilievi del Carso.

Per quanto riguarda le modalità di gestione dell’allevamento, verranno adottate le BAT più appropriate per consentire il rispetto dei limiti di emissione stabiliti dalle Linee Guida.

In condizioni di rispetto dei protocolli di gestione corretta dell’allevamento lo sviluppo di odori non risulterà significativo nell’arco dell’anno in quanto le operazioni di pulizia e di carico del digestato dovranno avvenire in tempi relativamente brevi.

Su incarico della società proponente il dott. Agr. Giovanni Bombardella ha predisposto una verifica preventiva sulla dispersione degli odori, premurandosi di estendere la valutazione, non solo all’impianto suinicolo oggetto del presente Rapporto Ambientale, ma anche agli allevamenti a carattere industriale esistenti nelle vicinanze: l’allevamento suinicolo preesistente, quelli sempre di proprietà del gruppo Zarattini in località Canedo e di prossima realizzazione in comune di Chions, l’allevamento di bovini della società Santa Giustina srl.

Gli allevamenti considerati in questa simulazione sono indicati nella seguente foto aerea.

Come in precedenza descritto, a progetto ultimato l’allevamento della Società Agricola Milani s.s. in località Torricella potrà ospitare complessivamente 8.600 capi. La situazione ipotizzata, a lavori completati prevede, per i cinque insediamenti esaminati la situazione di seguito riportata:

Punto di emissione Coordinata

Zarattini-Torricella 2349800 5086350 26.230 52.460 2

Zarattini -Chions 2348600 5086750 17.640 17.640 2

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Zarattini-Prodolone 2350725 5087425 55.944 55.944 2

Santa Giustina 2350419 5086792 3.200 3.200 2

Il tasso di emissione per ciascun allevamento è stato calcolato considerando per gli allevamenti avicoli broilers con peso vivo medio 1 kg e sistema di ventilazione automatico (tasso di emissione pari a 126 OU/s/ton p.v.) e per i suini peso vivo medio 90 kg per l’ingrasso e 180 kg per le scrofe, mentre per i vitelloni si considera un peso vivo di 500 kg per l’ingrasso.

L’altezza del punto di emissione è di 2 m per gli avicoli (pari a quota ventilatori dei capannoni) e 6 m per i suini (altezza del cupolino). Per i suini non vi è emissione dalla vasca dei liquami in quanto è previsto esserci solo il biogas, quindi con vasche chiuse e non a cielo aperto.

In conclusione, lo studio, mediante l’utilizzo del modello gaussiano OdiGauss 3.1.0., ha potuto stimare la concentrazione media dell’odore e la percentuale di tempo con concentrazione di odore superiore alle soglie di 1, 3 e 5 OU/mc, per celle di 50 x 50 m, ad un’altezza di rilievo dell’odore di 2 m e per un raggio di 3 km dai 3 punti di emissione corrispondenti ai 3 allevamenti considerati.

Dai risultati della simulazione si osserva che nessuno dei centri abitati circostanti viene interessato da concentrazioni medie degli odori tali da creare avvertimento e disturbo.

La classe di percentuale di tempo 2% - 5% (98° percentile), a progetto finito, non influenzerà i centri abitati ma solamente case sparse in zone rurali e la campagna circostante. Le mappe di impatto riportate nello studio risultano inoltre coerenti con la distribuzione di provenienza e intensità dei venti, che presentano una forte prevalenza da Nord e Nord-Est.

Come prescritto nel capitolo relativo al monitoraggio, prima dell’avvio dell’attività ed in occasione della redazione del primo Rapporto di Monitoraggio, verranno effettuate misurazioni delle emissioni di odori per un congruo periodo di tempo, considerando le emissioni provenienti dagli impianti, individuando i recettori più esposti. Le misurazioni verranno ripetute periodicamente secondo quanto stabilito dalle disposizioni sul monitoraggio.

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Mappa della distribuzione della concentrazione massima di picco di odore

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Carta tecnica con individuazione dei recettori

7.7 Impatto acustico

Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni di rumore, sono adottate misure e tecniche, già in fase preventiva, come di seguito riportate:

• Garantire distanze adeguate fra l'impianto e i recettori sensibili.

I recettori più prossimi, posti a sud rispetto all’allevamento lungo la SP 21, sono situati ad una distanza superiore a 300 m dall’impianto. Nella direzione nord la distanza dall’edificio residenziale esistente è superiore a 500 m, mentre sugli altri lati non esistono ricettori a distanza inferiore a 1000 m.

Fase di cantiere

Per quanto concerne i rumori derivanti dall’attività di cantiere, riconducibili all’attività delle macchine operatrici e dei mezzi di trasporto, essi rappresentano un impatto di limitata entità, temporaneo e reversibile, diurno, relativo unicamente all’area di cantiere.

Fase di esercizio dell’allevamento

Si prevede che nell’impianto IPPC in progetto non si rileveranno emissioni sonore importanti; si possono comunque identificare le seguenti sorgenti di rumore:

- Mangimificio costituito da una serie di sorgenti interne adibite alla macinazione e trasporto del

- Mangimificio costituito da una serie di sorgenti interne adibite alla macinazione e trasporto del

Nel documento RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (pagine 60-0)