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VINCOLO IDROGEOLOGICO

Nel documento RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (pagine 55-0)

4 QUADRO NORMATIVO; VINCOLI ARCHEOLOGICI, MONUMENTALI, DI ARCHEO-LOGIA INDUSTRIALE,

4.2 VINCOLI TERRITORIALI ED AMBIENTALI

4.2.6 VINCOLO IDROGEOLOGICO

Deriva dall'approvazione dei Piani Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Lemene e Tagliamento. I piani perseguono l'obiettivo di garantire ai territori interessati dai rispettivi bacini un adeguato grado di sicurezza rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico, il mantenimento degli equilibri idraulici, la salvaguardia degli ambiti fluviali, la programmazione dell'uso del suolo a difesa e consolidamento dei terreni.

53 4.2.7 VINCOLI RELATIVI ALLE RETI DI MOBILITA’

- fascia di rispetto della viabilità (D.L. n285/92 e Regolamento D.P.R. n495/92)

di strada regionale m. 30

di strada provinciale m. 20

di strada comunale m. 20

- fascia di rispetto ferroviario (D.P.R. n753/80)

- ferrovia m. 30

4.2.8 VINCOLI RELATIVI ALLE RETI DI TRASPORTO DELL’ENERGIA

- fascia di rispetto di elettrodotto (D.P.C.M. 23.4.92)

da 132 Kv m. 10

da 220 Kv m. 18

da 380 Kv m. 28

- fascia di rispetto di gasdotto

gasdotto di media ed alta pressione m. 10 dall’asse della condotta - fascia di rispetto di metanodotto m. 21 dall’asse della condotta

4.2.9 VINCOLI RELATIVI ALLE ATTREZZATURE ED IMPIANTI TECNOLOGICI

cimitero m. 50-200 (L-1265/34, L.938/67 e Piano Cimiteriale)

depuratore m. 100

cabina primaria di trasformazione energia elettrica m 10 / 28 (in relazione alla max tensione della linea)

54 5 LO STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE

5.1 DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE

Il comune di San Vito al Tagliamento si estende su una superficie di circa 60 kmq, tra l’alta e la bassa pianura friulana, sulla sponda destra del Tagliamento.

Il territorio comunale si presenta a morfologia quasi livellata e piatta alla vista o solo con modesti, tenui, graduali dislivelli.

Il territorio agrario è sostanzialmente uniforme ed indifferenziato, adibito a coltivi vari (seminativo); fanno eccezione solo alcune aree prative e alberate. Il paesaggio è ascrivibile nel complesso al tipo dei "campi aperti" caratterizzato da una suddivisione più o meno regolare del suolo dovuto alle pratiche agrarie e sottolineato dalla disposizione allineata di piantata di alberi, canali, piccoli fossi.

Il sistema degli insediamenti presenta un nucleo principale, il capoluogo, localizzato al centro del territorio comunale e, senza soluzione di continuità, alcune frazioni contigue (Prodolone, Madonna di Rosa e Rosa, Ligugnana). A sud si trovano Gleris e Savorgnano, la prima in direzione est, verso Cordovado, la seconda in direzione ovest, verso Sesto al Reghena. A ridosso dell’argine del Tagliamento si trova la frazione di Carbona.

A nord, a ridosso della SS 13, a partire dai primi anni 70 si è costituita la zona artigianale/industriale del Ponte Rosso che nel corso degli anni si è strutturata in un sistema organizzato dotato di tutti i servizi e le infrastrutture di supporto ed ha assunto una valenza sovra locale per tutto il sistema economico – sociale della destra Tagliamento.

Il sistema insediativo e supportato da una rete infrastrutturale di importanza sovra locale e in particolare dalla SR 463 che, con direzione nord-sud attraversa l’intero territorio comunale che intercetta il traffico, anche pesante, della SS 13 e lo convoglia verso la bassa pianura friulano – veneta.

Dalla stessa viabilità si dirama un’altra importante arteria, la SP 21, che trasversalmente, in direzione est-ovest percorre il territorio comunale, collegando San Vito al Tagliamento a Fiume Veneto e Pordenone.

La terza viabilità di notevole interesse è la SP 1 che giunge dal centro abitato di Casarsa, lambisce il centro di San Vito e prosegue verso il comune di Chions costituendo un importante collegamento con l’autostrada A28.

Recentemente è stata completata la circonvallazione del capoluogo che raccorda la SR 463 con la SP 1.

San Vito è inoltre attraversato dalla linea ferroviaria Casarsa – Portogruaro.

L’ambiente naturale è quello caratteristico della bassa pianura: prevalentemente umido, caratterizzato da abbondanti affioramenti di acque profonde che si presentano lungo la fascia delle risorgive. Le polle di risorgiva da cui hanno origine numerosi fontanili e ruscelli, con portate significative e costanti, danno vita a un territorio che presenta caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche di notevole interesse ambientale.

Le risorgive presenti in varie parti del territorio comunale danno vita a numerosi piccoli corsi d'acqua che, nel settore nord orientale confluiscono nel sistema idrografico del Tagliamento, mentre nel settore sud occidentale producono una fitta rete di rivoli che, qualche chilometro più a valle, prendono corpo e si riuniscono in corsi ben distinti e tributari del complesso sistema del Lemene.

Un’altra importante valenza ambientale è costituita dal Tagliamento che scorre e definisce il confine est del comune, caratterizzato da un ampio alveo, generalmente invaso dalle acque soltanto nei periodi di piena, infossato tra robuste arginature che diventano via via più imponenti scendendo verso valle.

La copertura vegetale nell’area del Tagliamento presenta vegetazione pioniera e alcuni lembi di prateria magra primitiva. Le aree un tempo occupate dal corso del fiume sono state oggetto di riordini fondiari che hanno organizzato i suoli in un’alternanza di vigne e prati sfruttando le superfici prative in area golenale.

5.1.1 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO, GEOLOGICO, SISMOLOGICO ED IDROGEOLOGICO

Si richiamano sinteticamente i contenuti del Rapporto Ambientale relativo alla Variante n°68 al PRGC.

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a) Inquadramento geomorfologico

Il territorio comunale di San Vito al Tagliamento è posto in destra idrografica del F. Tagliamento, nella zona di transizione tra l’alta pianura friulana e la bassa pianura friulana ovvero in corrispondenza della fascia delle risorgive. È caratterizzato da una superficie topografia sub-pianeggiante con pendenze di circa 0,15% lungo la direttrice NE-SW ed è delimitato ad oriente dal F. Tagliamento. Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di numerosi corsi d’acqua di risorgiva che nascono al suo interno o nel territorio immediatamente a nord dello stesso. Tali corsi d’acqua seguono antiche linee del F.

Tagliamento, con direttrici che da est a ovest variano regolarmente da N-S a NNE-SSW, seguendo le massime pendenze definite dalla porzione locale della struttura sedimentaria definita Megafan del fiume Tagliamento. Tale struttura costituisce il risultato della deposizione alluvionale e fluvioglaciale del fiume stesso verificatasi nel periodo compreso tra il Pleistocene superiore ed il tardiglaciale (16.000-11.500 anni B.P.), con sviluppo della massima attività deposizionale nell'Ultimo Massimo Glaciale (24.000-16.000 anni B.P.). Successivamente al tardiglaciale, il F. Tagliamento ha agito mediante fasi prevalentemente di erosione che hanno prodotto forme di terrazzamento più o meno evidenti nel territorio comunale.

b) Inquadramento geologico

In generale, dal punto di vista litologico, la fascia delle risorgive è caratterizzata dalla presenza contemporanea di depositi caratteristici della bassa ed alta pianura friulana, con variazioni laterali e verticali di livelli prevalentemente limoso-sabbiosi e ghiaiosi.

Il territorio comunale è suddivisibile (Pivetta, 2000), sulla base delle caratteristiche litologiche generali superficiali, in due settori definiti dalla direttrice meridiana Prodolone-Savorgnano:

settore orientale, formato da un filone centrale ghiaioso delimitato da entrambi i lati da depositi sabbioso-limosi che vengono sostituiti dalle attuali alluvioni ghiaiose lungo l’alveo del Tagliamento;

settore occidentale, formato in prevalenza da sedimenti fini ed intervallati da limitate plaghe ghiaiose.

c) Inquadramento idrogeologico

L’immediato sottosuolo dell’area indagata è caratterizzato dalla presenza della falda acquifera superficiale, localizzata, a profondità comprese tra il p.c. e 5 m dal p.c. (Pivetta, 2000).

Diverse falde artesiane sono presenti in livelli ghiaioso-sabbiosi a profondità variabile ed in particolare il tetto delle falde sopra indicate, nell’area in esame, si rilevano alle seguenti profondità (AA.VV., 2011):

la falda A entro un range di 5-10 m dal p.c.;

Definizione della zona sismica di appartenenza

Sulla base della D.G.R. n°845 del 6 maggio 2010, il comune di San Vito al Tagliamento è così classificato:

5.1.2 CARATTERIZZAZIONE LITOLOGICA E MODALITÀ DI DEFINIZIONE DELLE AREE ESONDABILI

a) Caratterizzazione litologica

La situazione litologica superficiale prevalente entro i primi 2/3 m di profondità dal p.c. è data dalle seguenti litologie:

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- AL – argille e limi. In generale il contenuto limo-argilloso è dell’ordine del 50-60% mentre il resto

appartiene alla frazione sabbiosa;

- SAG – sabbie, argille e ghiaie. Strato superficiale sabbioso-argilloso con presenza di ciottoli;

- GS – ghiaie e sabbie. Composizione granulometrica prettamente ghiaiosa in genere immersa in matrice sabbiosa;

- SSL – sabbie e sabbie-limi. La componente prevalente è sabbiosa, pulita o immersa in abbondante matrice limosa, in genere è assente la frazione argillosa.

La situazione litologica del sottosuolo a profondità dal p.c. comprese tra 2/3 m e 10/15 m, è data dalle seguenti litologie:

- GS – ghiaie e sabbie in debole matrice limosa. La frazione argillosa e assente, il complesso è più grossolano in prossimità della fascia delle risorgive ed in alcune zone la matrice limosa è più abbondante;

- GSalT – ghiaie e sabbie argillo-limose con torbe. La componente ghiaioso-sabbiosa è prevalente ma intercalata a diverse profondità con livelli più argilloso-limosi, presenza frequente in deboli strati;

- SSL – sabbie, sabbie e limi. Varie commistioni di frazioni talvolta più sabbiose altre volte più limose, in genere fino alla profondità non inferiore a 3-4 m dal p.c.

A profondità superiori la sabbia limosa è alternata a strati ghiaiosi.

b) Metodologia di definizione delle aree esondabili

Ai fini del presente studio, le aree esondabili sono definite in base ai seguenti documenti:

- Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Tagliamento (AA.VV., 2012) – aree caratterizzate da pericolosità e aree fluviali;

- Studio Geologico-Tecnico del Territorio Comunale relativo al P.R.G.C. variante di revisione in adeguamento alla L.R. 52/91 (Pivetta, 2000) – aree definite esondabili con Tr = 100 anni, sulla base di valutazioni idrologiche e idrauliche.

57 6 COERENZA DEL PROGETTO CON OBIETTIVI, INDIRIZZI E DIRETTIVE DEL

PPR

6.1 Verifica della compatibilità / non contrasto del PAC con gli obiettivi del PPR

Nella seguente matrice si esaminano gli obiettivi di qualità del PPR relativamente all’ambito di paesaggio della bassa pianura pordenonese, riferiti alle connessioni discontinue individuate nella RER.

Sono evidenziati gli interventi e le mitigazioni previste in progetto e valutati gli effetti conseguenti, in termini di bilancio ambientale.

Obiettivi di qualità del PPR Mitigazioni previste dal PAC / progetto Bilancio

Conservazione e incremento della connettività ecologica e della biodiversità legata ai

sistemi rurali tradizionali

La ristrutturazione dell’allevamento riguarderà insisterà nella stessa area dove è attualmente presente l’allevamento suinicolo. L’area che verrà occupata sarà di poco superiore a quella attuale. Gli elementi significativi esistenti del

delle aree boscate realizzazione di barriera arborea arbustiva fitta con specie autoctone, interconnessa con la

il PAC il creazione di un bosco planiziale interno al perimetro

selezione delle specie arboree ripariali positivo

Obiettivi per le aree a scarsa connettività

non pertinente nullo

conservazione dei varchi esistenti

Accesso invariato. Il sesto d’impianto del bosco consente la formazione di percorsi

Il bosco planiziale e le barriere arboree interne alla recinzione dell'allevamento contribuiranno all'incremento della connettività ecologica e della biodiversità

parzialmente positivo

58 6.2 Verifica della compatibilità / non contrasto del PAC con gli indirizzi del PPR

Nella seguente matrice si esaminano gli indirizzi formulati dal PPR relativamente all’ambito di paesaggio della bassa pianura pordenonese, riferiti alle connessioni discontinue individuate nella RER.

Sono evidenziati gli interventi e le mitigazioni previste in progetto e valutati gli effetti conseguenti, in termini di bilancio ambientale.

Indirizzi del PPR Mitigazioni previste dal PAC/progetto Bilancio Individuazione delle emergenze corso d'acqua per la costituzione di un vasto corridoio ecologico valutarne eventuali incidenze rispetto al contesto paesaggistico rurale, indipendentemente dalla presenza o meno di vincolo paesaggistico.

aumento della superficie coperta La superficie coperta aumenta del 8,03% circa della superficie territoriale del PAC

negativo aumento locale del consumo di suolo

alterazione dello skyline alterazione dello skyline per inserimento nel paesaggio rurale di elementi tipici

59 7 DESCRIZIONE DEI POTENZIALI EFFETTI SULL’AMBIENTE E LORO

MITIGAZIONI 7.1 Consumo di suolo

L’ambito di intervento impegna complessivamente una superficie di 16,37 ha, di cui 2,24 ha già utilizzati dall’insediamento esistente e che diverranno dopo la ristrutturazione dell’allevamento 2,42 ha. Le superfici asfaltate e cementate scenderanno da 5.983 mq a 3.255 mq, mentre le strade e viali inghiaiati passeranno da 8.093 mq a 19.714 mq.

La superficie rimanente (circa 11,65 ha) mantiene destinazione agricola di cui una superficie consistente di 4,1 ha verrà piantumata a bosco planiziale con finalità di compensazione ambientale e la quota residua a prato.

L’assetto deriva proprio dalle scelte programmatorie effettuate dalla Variante n°68 al PRGC, che ha definito i limiti dimensionali massimi per gli interventi di completamento degli insediamenti zootecnici esistenti, condizionandoli ad interventi di riqualificazione / restauro del paesaggio rurale.

7.2 Impatto visivo/percettivo

I sei capannoni destinati all’ingrasso dei maiali di progetto hanno dimensioni del tutto simili ai capannoni esistenti di lunghezza 100,29 m, larghezza 21,86 m ed altezza di circa 6,80 m al colmo, un capannone dedicato alla gestazione e parto della lunghezza 168,48 m largo 20,34 m e alto 6,80 m ed uno dedicato allo svezzamento dei suinetti lungo 153,43 m largo 20,34 m ed alto 6,80 m; inoltre è previsto in progetto un capannone di carico dei maiali lungo 21,86 m largo 25,58 m alto 6,80 m. In progetto è prevista la realizzazione di un capannone dedicato al mangimificio lungo 18,61 m largo 14,80 m e alto 14,60 m e un capannone di 7,40 x 3,50 m alto 15 m. Per quanto riguarda l’impianto di biogas è costituito da 4 vasche del diametro di 30 m e alte 6 m.

Per mitigare l’impatto visivo, sono previsti i seguenti interventi di mitigazione:

- riqualificazione della vegetazione arborea ed arbustiva lungo il corso d’acqua. Reimpianto di specie autoctone in sostituzione progressiva di quelle alloctone decedute e, comunque nel rispetto delle vigenti norme sulle distanze dalla sponda;

- conferma e mantenimento a prato seminato di un’area sul lato opposto del corso d’acqua;

- messa a dimora di un bosco planiziale con scelta di specie autoctone.

7.3 Impatto sul suolo

Gli effetti sul suolo vanno riferiti alla manipolazione di materie prime e rifiuti, agli effluenti di allevamento ed alla gestione delle acque di lavaggio nel rispetto di quanto previsto dal D. lgs. 152/2006 e D.M. 5046 del 25 febbraio 2016 e s.m.i.

a) Materie prime e rifiuti

Si esclude la possibilità di contaminazione del suolo nella gestione di materie prime e rifiuti in quanto:

• Materie prime, mangime e fattori di produzione hanno appositi stoccaggi al riparo dagli agenti meteorici; anche nel momento di impiego non vi è contatto con l’acqua piovana, per cui non vi è contatto con il suolo.

• I rifiuti e le carcasse vengono stoccati in apposite aree al coperto e, di conseguenza, non intercettano le acque meteoriche e il suolo. Al momento della raccolta da parte di ditta autorizzata avviene il carico diretto nell’automezzo senza che tali materiali vengano a contatto con il suolo.

b) Effluenti di allevamento

Si esclude la possibilità di contaminazione del suolo sia nella fase di permanenza di animali nell’allevamento sia nell’allontanamento dei reflui in quanto:

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• Durante tutto il corso del ciclo dalla gestazione, svezzamento e ingrasso i reflui zootecnici vengono raccolti nelle vasche di stoccaggio al di sotto del grigliato e da qui inviate tramite un sistema vacuum automatico alla vasca di carico dell’impianto di biogas. Il digestato prodotto dall’impianto di biogas viene direttamente caricato su autocisterne per essere trasportato da ditte esterne ad aziende agricole della zona. Di conseguenza non vi è contaminazione del suolo aziendale.

• Le operazioni di carico degli animali avvengono usufruendo di appositi corridoi che conducono ai box della stanza di carico e da qui passano al camion senza che ci sia contatto tra animali e aree scoperte pavimentate o non; questo comporta che non avvenga rilascio di deiezioni all’esterno dei capannoni.

• la pavimentazione dei capannoni è impermeabile, pertanto non vi è il rischio di contaminazione del suolo.

c) Acque di lavaggio

Le operazioni di lavaggio di soffitti e tamponamenti (molto lisci e quindi facilmente lavabili) vengono effettuate saltuariamente e con acqua calda mediante getto di idropulitrice.

Le acque di risulta vengono raccolte in appositi pozzi a tenuta posti sulle fiancate delle unità produttive.

Le vasche in cls sono a tenuta, pertanto non si prevede alcuna fuoriuscita di liquidi da esse. Le stesse verranno svuotate ed il loro contenuto conferito all’impianto di biogas.

Verranno realizzate aree esterne impermeabilizzate destinate a piazzali di carico / scarico.

La contaminazione del suolo e del sottosuolo si può considerare improbabile se legata all'attività produttiva poiché tutti gli edifici sono dotati di pavimentazione impermeabile e, all'esterno, non vi sono aree di deposito di materiali e/o lavorazioni che possono dar luogo alla percolazione di sostanze pericolose.

7.4 Impatto sull’acqua

In accordo con quanto definito dal Decreto del Presidente della Regione n. 083/Pres. Del 27/03/2018

“Regolamento recante disposizioni per l’applicazione del principio dell’invarianza idraulica di cui all’articolo 14, comma 11, lettera k) della legge regionale 29 aprile 2015 n.11 (Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque)”, il PAC è accompagnato da una relazione di verifica dell’invarianza idraulica, al fine di accertare che l’intervento non provochi un aumento delle portate derivanti dagli eventi meteorici, ovvero garantisca l’invarianza idraulica della superficie fondiaria.

Nel caso in esame l’invarianza idraulica è soddisfatta attraverso la realizzazione di canalizzazioni adeguatamente dimensionate, che assicurano l’invaso dei volumi di eventi meteorici importanti. A monte dell’immissione nel collettore principale è prevista la realizzazione di manufatti di regolazione della portata per garantire una portata inferiore rispetto a quella ante-operam e un pozzetto di ispezione con valvola anti riflusso.

Ai fini della verifica vengono adottati due metodi di calcolo, quello della corrivazione e quello del serbatoio lineare. Si assumono i valori derivanti da quello più conservativo (metodo del serbatoio lineare) ovvero:

Volume minimo di invaso: W0 = 371,1 mc Ɵw =0,74 ore = 44 minuti

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Planimetria con rete di smaltimento acque

Il lotto scarica attualmente le acque piovane sulla roggia Molino. Tale scarico sarà utilizzato anche dopo l’intervento di ristrutturazione.

Gli interventi di mitigazione scelti consistono:

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- creazione di strade interne in ghiaietto e demolizione di alcune strade in asfalto e piazzali in

cemento;

- ricalibra tura della rete fognaria per le acque piovane con aumento dei diametri delle tubazioni e realizzazione di nuove scoline oltre alla pulizia delle esistenti.

7.5 Impatto sull’aria

L’impatto sull’aria viene valutato principalmente in relazione alle due distinte fasi sotto riportate:

Fase di cantiere

Le emissioni gassose da parte dei mezzi d’opera costituiscono impatto limitato all’area operativa, determinato nel tempo e reversibile, analogamente alle emissioni di polveri durante le fasi di movimentazione di terra (sterri e riporti). Le operazioni di movimentazione terra rappresentano comunque entità assolutamente relativa poiché si limitano alla realizzazione delle vasche interrate per il contenimento delle acque di lavaggio e la realizzazione dei piazzali pavimentati dei capannoni. In fase di PAUR verranno opportunamente valutati tutti gli impatti seppur temporanei della fase cantieristica.

Fase di esercizio dell’allevamento

Le emissioni in atmosfera relative all’allevamento avicolo riguardano: ammoniaca (sistema di riferimento utilizzato: ISPRA, 2011 – dati 2009), metano (sistema di riferimento utilizzato: DM 29.01.2007 Linee Guida cat. IPPC 6.6), protossido di azoto (sistema di riferimento utilizzato: ANPA CTN-ACE), Polveri Totali Sospese (sistema di riferimento utilizzato: IIASA) e PM10 (sistema di riferimento utilizzato: IIASA).

La quantificazione delle emissioni è stata considerata, se disponibili parametri di calcolo, in riferimento:

a) ai ricoveri degli animali;

b) agli stoccaggi dei reflui zootecnici;

c) all’attività di spandimento agronomico in campo dei reflui.

Le determinazioni dei valori sono riferite rispettivamente al sistema di riferimento, descritto nelle Linee guida di settore oppure in altre fonti, e al contesto effettivo dell’allevamento in esame; il confronto tra le caratteristiche del sistema di riferimento e il contesto effettivo dell’allevamento è di seguito mostrato.

Descrizione MTD prevista nelle LG Già realizzata In progetto

Buone pratiche di allevamento X

Riduzione dei consumi di acqua X

Riduzione dei consumi energetici X

Buone pratiche nell’ uso agronomico degli effluenti X

Alimentazione per fasi X

Alimentazione a ridotto tenore proteico ed integrazione aminoacidica di

sintesi X

Alimentazione a ridotto tenore di fosforo con addizione di fitasi X

Integrazione della dieta con P inorganico altamente digeribile X

Integrazione della dieta con altri additivi X

Pavimentazione allevamenti con PTF e rimozione liquami con sistema

tipo vacuum X

Separazione maccanica del liquame in sistema chiuso X

Realizzazione vasche a tenuta, impermeabilizzate, ispezionabili X

Spandimento superficiale del liquame X

Incorporazione al suolo entro le 4 ore X

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A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale valore

Le emissioni di ammoniaca sono strettamente collegate all’azoto escreto dagli animali. La permanenza delle deiezioni nei ricoveri determina delle perdite di azoto per volatilizzazione sottoforma di ammoniaca.

La produzione di questo inquinante dipende, oltre che dal contenuto di azoto nel refluo, anche da fattori ambientali esterni, quali la velocità dell’aria, la tipologia stabulativa, le caratteristiche fisiche delle deiezioni, il tipo di stoccaggio e le caratteristiche del terreno su cui si va a spandere.

La riduzione dell’azoto escreto con l’adozione dell’alimentazione per fasi determina la riduzione delle emissioni sia nei ricoveri che durante lo stoccaggio e lo spandimento.

In questo caso le emissioni di ammoniaca dallo stoccaggio e dallo spandimento del refluo non riguardano l’allevamento in quanto le emissioni che si generano dopo la cessione del refluo sono di pertinenza

A) Sistema di riferimento (Linee Guida) B) Situazione reale valore

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Le emissioni di metano derivano sia da processi digestivi (emissioni enteriche), sia dalla degradazione anaerobica delle deiezioni (emissioni derivanti dalla gestione delle deiezioni). In azienda non viene effettuato lo stoccaggio dei reflui zootecnici in quanto confluiscono all’impianto di biogas, collegato con un sistema di fognature in depressione a tutti i capannoni dove vengono prodotte le deiezioni.

c) Fattore di emissione: Protossido di Azoto

L’N2O viene prodotto durante lo stoccaggio e lo spandimento delle deiezioni a seguito della nitrificazione e successiva parziale denitrificazione dell’azoto contenuto nei reflui zootecnici, soprattutto se si tratta di materiale palabile. L’entità del rilascio dipende dal sistema di stoccaggio adottato.

In azienda non si effettuano né lo stoccaggio né lo spandimento agronomico dei reflui zootecnici, in

In azienda non si effettuano né lo stoccaggio né lo spandimento agronomico dei reflui zootecnici, in

Nel documento RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (pagine 55-0)