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Il bilancio della provincia. Parte 1.

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Commissione nominata dal Consiglio Provinciale di Salerno

IL 2 9 D I C E M B R E 1914

Senatore Ta l a m o, presidente Deputato Pe l l e g r i n o, segretario

D eputati: Ca m b r a, di Mi g l i a n o, To r r e

Presidente del C onsiglio: Ma u r o Presidente della D eputazione: Le m b o

P

a r t e

l.

IL BILANCIO DELLA PROVINCIA

\ Relatore: Se n a t o r e T A L A M O ROMA Of f i c i n a Ti p o g r a f i c a Bo d o n i d i GL Bo l o g n e s i 1915 —­ —­

(2)

0 O O Q ? > ^ 5 - f ^

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(3)

Commissione nom inata dal Consiglio Provinciale di Salerno

IL 2 9 D I C E M B R E 1914

Senatore Ta l a m o, presidente D eputato Pe l l e g r i n o, segretario

D eputati: Ca m e r a, d i Mi g l i a n o, To r r e

Presidente del C onsiglio: Ma u r o Presidente della D eputazione: Le m b o

P

a r t e

1.

l|O M A Of f i c i n a Ti f o g u a m c a Bo d o n i d i ( i . Bo l o g n e s i 1915 —­ —­

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(5)

^ ✓ ■ v ^ / S A ^ A ^ \ ^ V y ✓—W W ■*>^ N >✓> /•BLtorfECA' 1 n m a g is te r o \ C LÈTTERE Eg r e g i Co l l e g h i,

N el so ttoporre al vostro esam e, come P resid en te della

sunto di un coscienzioso lavoro di indagini sulla sistem a- zione finanziaria deH’am m inistrazione provinciale, questa sola am bizione mi acco m p ag n a: di provocare da voi

deli-quelle generali della P atria. L a Provincia esige che i suoi principali organi am m inistrativi acquistino una feconda energia di funzionam ento: la g u erra a cui è accin ta la P a tria im pone di rendere forti, pel presente e pel futuro, tu tti gli stru m en ti della sua vita.

Q uindi ora più che mai è doveroso, è indispensabile che lo studio del bilancio provinciale sia com piuto con diligenza, con sapienza, con am ore sincero del pubblico bene.

Le proposte che, dopo accurato esame, io vi m etto avanti, a questo p ertan to m irano p rin cip alm en te: a provo­ care da voi uno studio positivo e definitivo a ll’ infuori di ogni preoccupazione che non sia quella santissim a del bene della n o stra P rovincia. A tale obbligo non possiam o

rispon-C om m issione da voi eletta nel dicem bre del 1914, il ria

s-berazioni degne d ell’argom ento essenzialissim o e d e ll’ecce­ zionale periodo di tem po che attraversiam o.

N essun dubbio infatti, che sem pre principalissim o ufficio dei preposti alle pubbliche am m inistrazioni sia la compila-, zione severa del bilancio. Ma tale ufficio tan to più incom bi' su di noi e p er le condizioni speciali della P rovincia e per

--- -— — --- ---—--- --- --- . ' ' — - - — — --- --- --- ­ --- --- --- --- --- --- --- -' ''---— —- ---­

(6)

Bilancio di siouc (lei

dere che con sincera concordia d ’intenti, che con l’operosità più feconda: ‘concordia ed operosità dalle quali soltanto possiam o atten d ere la tra n q u illità delle nostre coscienze ed il consenso di quella m oltitudine di lavoratori a cui piacque di raccogliere su di noi i p ropri voti, non p er assistere a lo tte infeconde, ma u nicam ente per vedere in teg rate, inco­ rag g iate e so rrette le energie p ro d u ttric i di cui essi d et­ tero così m irabile esem pio in q u est’ultim o decennio.

Ispirandom i app u n to a questi concetti, dopo u n esam e som m ario d ell’ultim o bilancio di previsione da noi ap p ro ­ vato e degli effetti nella sua applicazione conseguiti, io vi esporrò quali siano le condizioni reali della n o stra am m i­ nistrazione, quali le deficienze ; e traen d o utili am m aestra­ m enti da larg a copia di d ati statistici, da me con ogni cura raccolti nei bilanci delle P rovincie consorelle, io sottoporrò al giudizio vostro quali provvedim enti occorra ad o ttare per elim inare le m anchevolezze esistenti, quale debba essere il bilancio, che ponendo freni salu tari alle ren d ite ed alle spese p er un determ in ato periodo di tem po, possa m ano a mano assicurare alla finanza provinciale quell’assetto stabile e severo che tu tti dobbiam o fortem ente volere.

\

P revi noto a tu tti voi come fosse organizzato il bilancio

15)15. ®

di previsione per l’esercizio finanziario 1915.

P e r far fronte alle spese occorrenti alla esecuzione di un determ inato num ero di opere pubbliche, fu im p o stata fra le en trate di com petenza dell’esercizio stesso la som m a di L. 2.695.750, che si preventivava ricavare da due m utui, pei quali erano state iniziate tra tta tiv e con la C assa dei D epositi e P restiti : ed a colm are il disavanzo di bilancio, che secondo le previsioni sarebbe am m ontato a L. 226.777,99, si com prendeva fra le en trate di com petenza l’avanzo di am m inistrazione d ell’anno 1914 in L. 123.439,98 e si propo­ neva di aum entare la sovrim posta provinciale di cent. 4, ciò che procurava un m aggior reddito di L. 103.338,01.

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-P urtroppo, m entre il pareggio così penosam ente ra g ­ giunto veniva già scosso per nuove spese richieste e delibe­ rate in sede di discussione sul bilancio, ta n to da obbligarci ad elevare la sovraim posta anziché di cent. 4 di cent. 0,i)02, le pre­ visioni fatte sul conseguim ento dei due m utui in tra tta tiv e risultarono fallaci, essendosi o tten u te dalla C assa D epositi e P restiti appena L. 700.000 sulla som m a in scritta nel bilancio per L. 2.695.750. Così, m entre alla m aggior parte delle opere pubbliche d eliberate non poteva darsi esecuzione, il bilancio consuntivo d ell’esercizio 1915 dovrebbe chiudere con un disavanzo di L. 133.771,12, a m eno che l’oculata prudenza dell a D eputazione Provinciale non ab b ia provveduto a ridur­ re qu alcu n a fra le altre spese consentite.

N on certam ente infondate erano le previsioni su ll’acco­ glim ento delle due cospicue dom ande di m u tu i; m a la disil­ lusione provata, non nuova negli annali dei bilanci di pre­ visione della n o stra P rovincia, dim ostra ancora una volta come non sia nè conveniente, nò opportuno, votare nuove spese, ingenerare in altri term in i giuste aspettazioni ed im plicitam ente quasi costituire dei d iritti e dei doveri, quando i fondi a tali scopi occorrenti non siano sicu ra­ m ente conseguiti.

Ma, indipendentem ente da ogni a ltra considerazione, le insorm ontabili difficoltà in co n trate recen tem en te per l’accen­ sione di nuovi debiti di questo devono convincerci : che nelle attu ali condizioni della econom ia nazionale l’e ra di questi facili mezzi am m inistrativi debba riten ersi per lungo periodo di tem po alm eno quasi com pletam ente chiusa: che per conseguenza solo sulle forze nostre, solo sulla n o stra abi­ lità e prudenza sia lecito fare assegnam ento per dare sta­ bile assetto alla finanza provinciale.

Nè del resto per questa, - giova pure convenirne -, co stitu irà un g ran danno la quasi insorm ontabile difficoltà che si frappone da oggi innanzi alla costituzione di nuove obbligazioni.

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/ L a P rovincia (li S alerno ha un debito com plessivo di L. 8.131.231,02 così rip a rtito :

con la C assa D epositi e P re s titi . . . . L. 6.904.478,60 con la C assa di R isparm io del Banco di

N ap o li...» 576.200,88

con la C assa di R isparm io S alern itan a. . » 650.551,54

d eb iti tu tti dei quali la durata, il tasso per interessi e la quota di am m ortam ento sono specificatam ente indicati nel quadro 4 d ell’A llegato A.

Nè è da sperare che questa som m a di debiti possa, sia anche lievem ente, scem are per effetto di incassi provenienti

\

da residui attivi. E p u r vero che da un esatto stralcio di queste p artite, re d a tto al 31 luglio 1915, m entre l ’im porto com plessivo di tali residui attivi risu lta di L. 782.119,55 quelli passivi am m ontano invece a L. 502.070,54; ma, in a tte sa di vedere al più p resto sfrondati con ogni sev erità e sistem ati in modo definitivo accred itam en ti ed addebiti, prudenza im pone di non fare per ora assegnam ento sulla differenza di L . 280.049,01 che p a rre b b e risultare a van­ tag g io deH’am m inistrazione provinciale.

Ora io ho voluto racco g liere in due specchi (vedi alle gato C. 4 e 5) il debito che h anno tu tte le P rovincie d ’Italia, eccezione fa tta di sei, Bari, Cuneo, Foggia, L ivorno, Siena, T reviso che giova m enzionare p e r la strao rd in aria, invidiabile felicità che le acco m p ag n a; e p er avere dei d a ti di facile e conclusivo confronto ho determ in ato per ciascuna P ro v in cia q u an ta p arte del suo debito ricad a su ciascuno dei suoi ab itato ri, nonché sulla quota di p ro p rietà im m obi­ liare, - terren i e fa b b ric a ti -, che ciascuno di questi in m edia vi possiede.

E b b en e da tali istru ttiv i confronti p u rtro p p o si ricava che la n o stra P ro v in cia ha acquistato un non lieto prim ato. Se si co nfrontano in fatti i debiti p rovinciali nella loro cifra

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assoluta, Salerno occupa l’ottavo posto fra le Provincie d ’Ita lia ; precedono Salerno solo:

B r e s c i a ...con L. 12.877.925,40 C a g lia ri...» » 8.845.720,20 G e n o v a ... » » 16.265.501,18 L e c c e ... » » 9.389.833,59 M antova . . . . » » 10.386.619,00 P alerm o ... » » 10.847.459,36 R eggio C alabria. . » » 8.217.906,03

Delle altre Provincie, escluse le sei che, come abbiam o detto, ne sono com pletam ente im m uni, q uattordici hanno un de­ bito il cui im porto varia fra 8 e 4 milioni, m entre sulle rim anenti 4L il gravam e non supera in nessun caso la m età d ell’im porto del debito com plessivo che pesa sulla n o stra

P rovincia.

Q u esta conserva pressoché la stessa g rad u ato ria, quando si consideri la q u o ta di debito che ricade su ciascuno dei suoi cittad in i. In fa tti m entre nella Provincia di Salerno d etta q u o ta p er a b ita n te ascende a L. 13,77, in quella di:

B r e s c i a ... è pari a L. 21,09 C a g lia r i... » » » » 16,69 F e r r a r a ... » » » » 18,80 G e n o v a ... » » » » 15,61 M a n t o v a ...» » » » 28,11 P a r m a ... » » » » 20,61 R eggio C alabria. . » » » » 17,47 R eggio E m ilia . . . » » » » 24,14 R o v i g o ... » » » » 17,89

m entre sensibilm ente inferiore risu lta nella m aggior parte delle altre 53 Provincie del R egno.

Che se poi s’introduce n ell’apprezzam ento com parativo del debito provinciale, come elem ento di paragone, il valore della p ro p rietà im m obiliare, - elem ento im portantissim o quale indice della ricchezza da cui ogni Provincia, la n o stra specialm ente, trae quasi esclusivam ente le sue en trate ordi­ narie -, il non lieto nostro prim ato si m anifesta in modo

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anche più evidente. N ella P ro v in cia di Salerno in fa tti il rap p o rto p ercen tu ale p er ogni a b ita n te fra il valore della p ro p rietà im m obiliare e la quota relativ a di debito provin­ ciale (vedi Allegato C. 5) è di 1,38; esso è superato solo in q u a ttro Provincie e cioè :

C a g l i a r i ... con 2,75 F e r r a r a ... » 1,71

R eggio C a l a b r i a ... » 1,54 R o v i g o ... » 1,75

in tu tte le altre tale rap p o rto è sem pre sensibilm ente infe­ riore ed in 35 di esse non rag g iu n g e nem m eno la m età del nostro 1,38.

Le cifre som m ariam ente esposte, che nelle loro varie com binazioni e risultanze voi potrete pazientem ente esam i­ nare, varranno, non ne dubito, a convincervi come non am ore di critica m ’induceva a vedere con soddisfazione chiusa per noi l’era dei facili debiti. Volge oggi p er tu tti gli Italian i l'ora del doveroso sacrificio e non sarà grave peso per noi rinunciare a nuove spese, anche se queste ri­ spondano a deliberazioni già prese, quando i mezzi occor­ ren ti a farvi fronte debbano tra rsi da nuove obbligazioni. Così, allo stato delle cose, com pletam ente esaurito il fondo di L. 100.000.000 concesso dallo S tato col decreto legge del 22 settem bre 1914, a questo solo noi possiam o oggi ancora lecitam ente aspirare:

a) — a conseguire dalla C assa D epositi e P restiti, anche ratealm en te nel periodo di un biennio, la concessione del m utuo di circa L. 1.300.000, in dipendenza della legge 13 aprile 1911 per riparare i danni provenienti alle strade provinciali dal nubifragio del 24 ottobre 1910:

b) — ad ottenere dallo stesso Istitu to un nuovo m utuo di L. 641.700,11 per sostituire, con reale van tag g io del bi­ lancio [vedi Allegato A . 4), il debito verso la C assa di R ispar­ mio S alernitana; debito per se stesso oneroso e p er oltre la m età di prossim a scadenza.

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Inibirsi dopo questo, ed alm eno fino a ta n to che le con­ dizioni finanziarie della P rovincia non siano com pletam ente e solidam ente rinvigorite, la creazione di ogni nuovo de­ bito, sarà un obbligo morale che gli amministratori della Pro vincia dovranno lealmente imporsi.

T u tto ciò prem esso, è egli possibile con le en trate ordi- S i)ese d eli Ammi­ nistrazione F ro

llane sulle quali la P rovincia può fare assegnam ento, di vinciaie.

fro n teg g iare il fabbisogno dei pubblici servizi e le diverse esigenze del b ilancio? E cco quello che noi andrem o ad in ­ dagare e ad esam inare, prendendo appunto a base delle nostre ricerche l’ultim o bilancio di previsione da voi ap­ provato, quello per l ’esercizio 1915.

Come voi ben sapete le spese che cadono a carico dell’am m inistrazione provinciale, siano obbligatorie o facol­ tative, si rag g ru p p an o nei seguenti capitoli:

Oneri p atrim oniali — Spese generali — Polizia ed igiene — P u b b lica sicurezza e g iustizia — O pere p u b b lic h e — istru ­ zione — Beneficenza ed infine m ovim ento di capitali.

Sul 1° C apitolo ben poco vi è da osservare: il bilancio o n eri patrimoniali, di previsione 1915 assegnava p er esso una spesa ordinaria

di .L. 392.558,45, che contem pla insiem e agli interessi p as­ sivi sui debiti esistenti e su quelli da co n trarsi nell’anno, pochi altri oneri fissi ed una spesa strao rd in aria di L. 18.000 per opere di m anutenzione ai beni im m obili di p ro p rietà, delle quali alcune da eseguirsi, altre già eseguite durante i preced en ti esercizi e non ancora p agate.

In un bilancio consolidato, trasfo rm ato il debito attuale di L . 8.131.231,02 come più innanzi io proponevo per quella p arte di cui è creditrice la C assa di R isparm io S alernitana, la cifra più sopra in d icata in L. 392.558,45, si ridurrebbe a L. 379.369,44; l’altra poi strao rd in aria di L. 18.000, quan­ tunque assolutam ente di carattere eccezionale ed in parte anche accidentale, si p o treb b e tu tta v ia m antenere in essere appunto per lasciare all’am m inistrazione, sul capitolo degli im m obili in p roprietà, un fondo sussidiario o di riserva da

­

­

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Movimento di ca pitali.

Pubblici servizi.

IO

utilizzarsi in ogni caso, - se altre più u rg en ti evenienze non sopravvengono -, a provvedere, am m ortizzandoli poi, i fondi occorrenti a sistem are la sede della Provincia in modo più degno e m eglio rispondente al funzionam ento dei vari uffici che essa raccoglie.

Così n ell’ultim o capitolo « M ovim ento di C apitali » sem ­ plici sono le osservazioni da fare. N el b ilancio di previ­ sione 1915 si inscriveva sotto questo titolo la som ma di L. 109.182,24, com prendendo in essa L. 57.353,30 quota di am m ortam ento del debito provinciale e per il resto, salvo una cifra fissa di L. 1148,94 da corrispondersi all’E ra ­ rio dello Stato per concorso alle opere p e r i porti di Sa­ lerno ed Amalfi, somme diverse p er eventuali danni da tran sig ere o p er tran sazio n i già concordate e non liquidate al m om ento della presentazione del bilancio.

E da riten ersi che queste p artite, m esse a debito nel bilancio 1915, siano già scom parse dalle passiv ità : ad ogni modo è consigliabile per l’avvenire che sotto il titolo «M o­ vim ento di C apitali » ap p arisca sem plicem ente tu tto ciò che si riferisce a vera e p ro p ria trasform azione di capitali o ad am m ortam ento, dirò così, del g ran libro del D ebito P u b ­ blico Provinciale, ogni a ltra p a rtita trovando la sua rego­ lare assegnazione nel capitolo cui essa si riferisce, lavori se dipendente da lavori, spese generali se a queste im pu­ tab ile e così via dicendo.

C onseguentem ente nel bilancio consolidato, ten u to conto del debito attu ale trasfo rm ato per q u anto più innanzi si è detto, nel capitolo M ovim ento di C ap itali figurerà solo la som m a di L. 67.625,19, ra p p re se n ta n te quasi p er intero am m ortam enti del debito (vedi Allegato A . 4) e solo per L. 1148,94, u n a obbligazione verso lo S tato per concorso nelle spese p er i po rti di Salerno ed Amalfi.

T u tti gli altri capitoli di spesa rig u ard an o i pubblici servizi. N on è certam en te presum ibile che da u n a sem plice

— —

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indagine, p e r quanto accu ratam en te eseguita, possano ri­ sultare d e tta g lia te e precise indicazioni sulla organizza­ zione più idonea a darsi ai pubblici servizi. T ali indicazioni, tali suggerim enti possono venire solo da coloro che, chia­ m ati d all’assem blea a presiederli, abbiano nel quotidiano, diligente espletam ento del proprio m andato, tem po, modo, o p p o rtu n ità di conoscere uom ini e cose, di v alutare e sa tta ­ m ente le difficoltà da su p erare; m entre che in uno studio som m ario occorre, per forza di cose, lim itarsi ad indicare gli inconvenienti e le m anchevolezze risco n trate; a suggerire nella g ran d e linea d ire ttiv a la via che m eglio occorre se­ guire; a fissare i term in i della spesa entro i quali tale linea debba m uoversi ed orientarsi.

E d è ap p u n to questo che io mi propongo di fare; non m ancando, da num erosi dati ed elem enti raccolti in tu tte le altre am m inistrazioni provinciali del Regno, di tra rre argom ento di m olti e noy vani insegnam enti.

Com inciam o dunque dalle « Spese generali ». A queste Spese generali, si assegnavano com plessivam ente nel bilancio di previsione

del 1915 L. 282.417,57; di esse però solo L. 189.043,57 ri­ vestono il vero e proprio c a ra tte re che si suole di ordinario attrib u ire a q uesta categ o ria di spese.

L a som m a resid u a di L. 93.374 rap p resen ta:

a) — per L. 12.974, fitti p e r locali ad ib iti a scuole o caserm e, che dovrebbero n atu ralm en te tro v ar posto fra le spese per la P u b b lica Istruzione e p e r la P o lizia;

b) — per L. 19.200 erogazioni per progetti stradali, per acquisto e m antenim ento com pressori, per autom obile a ser­ vizio dell’ufficio lavori, le quali fanno tu tte indubbiam ente p arte della categ o ria O pere P ubbliche ;

c) — p e r L. (>1.200 som me a calcolo, di cui L. 45.000 per spese im previste senza indicazione e L. 1(5.200 per sgravi e rim borsi di tasse inesigibili.

R estitu ite così le Spese generali nei loro veri term ini, - ciò che occorre assolutam ente proporsi d ’ora innanzi in sede

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di bilancio ap p u n to p er evitare equivoci o in esatti apprezza­ m enti -, voi vedete come esse assorbiscano oggi effettiva­ m ente u n a som m a com plessiva di . . . . L. 189.043,57 di guisa che aggiungendovi per gli im previsti

inevitabili in qualsiasi azienda:

1°) — per eventuali sgravi e rim borsi di

tasse i n e s i g i b i l i ... » 12.000,00 2°) — p er eventuali spese non contem ­

plate una quota, già p er sè stessa elevata, del 15 % circa sulla spesa com plessiva di

L. 189.043,57 ... » 27.000,00 Si avrebbe in totale una som ma di . . L. 228.043,57 in cui dovrebbero rim anere consolidate le Spose generali dell’am m inistrazione provinciale.

Nò con ciò io intendo debbano dim enticarsi le sorti del personale, al quale è affidata la cura d ell’am m inistra­ zione stessa. Io ritengo che gli organici di questo vadano m igliorati, che con previdente interessam ento occorra siste­ m arne il regim e delle pensioni; ed i fondi a tale scopo occor­ renti non faranno certo difetto, potendosi essi tra rre dall’a­ vanzo che il bilancio consolidato potrà offrire. Ma a qualsiasi sistem azione si rende indispensabile far precedere uno studio diligente e severo, che determ ini quale organizzazione debba definitivam ente darsi ai nostri uffici, perchè questi, nella di­ sciplinata ed arm onica attiv ità di qiTanti ne fanno parte, rispondano con ordine, con speditezza, con efficaci controlli a tu tte le m oderne e com plesse esigenze dei pubblici servizi.

In ta n to la som m a lim itata a L. 228.043,57 non deve certo considerarsi insufficiente al bisogno, del che facil­ m ente vi convincerete esam inando il quadro 7° d ell’Alle- gato C, nel quale ho messo a confronto l’im porto delle spese generali sostenute da tu tte le Provincie del Regno con l’am m ontare delle loro en trate effettive.

N el bilancio consolidato, quale da me si propone, l’en­ trate ordinarie e straordinarie am m ontano a L. 2.647.548,9(5;

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le spese g enerali a L. 228.043,57, il che ra p p re se n ta un rap p o rto di L . 8,62 di spese p er ogni 100 lire di entrate. E b b en e dai d ati raccolti nel quadro accennato, se noi con­ frontiam o le cifre assolute dei redditi pressoché u g u ali a quelli della n o stra P rovincia, noi troviam o che:

Bari con u n ’e n tra ta di L., 2.687.610, spende L. 206.613

B rescia » » » 2.656.315. » » 241.604 C agliari » » » 2.619.532 » » 195.752 C uneo » » » 2.626.740 » » 159.557 N ovara » » » 2.578.511 » » 243.886 P avia » » » 2.352.942 » » 187.790 P eru g ia » » » 2.588.484 » » 251.947 V erona » » » 2.402.095 » » 192.723

Che se poi estendiam o il confronto ti tu tte le Pi ovincie ind istin tam en te, risu lta che in 15 di esse il rap p o rto tra e n trate e spese gen erali è inferiore e non di poco a ll’8 per cento ; che in altre 12 tale rap p o rto sta tra l’8 ed il 9 p er cento approssim andosi quindi in m edia all’8,62 fissato se­ condo le n ostre previsioni per la Provincia di Salerno; che in 14 la quota si ag g ira dal 9 al 10, in 19 dal 10 al 12, ed in ‘8 sole si eleva oltre il 12 per cento.

Se noi dovessim o m antenere la cifra delle spese gene­ rali, quale fu sta n z ia ta nel bilancio di previsione del 1915, la p ercen tu ale su ll’im porto com plessivo delle en trate ascen­ derebbe a ll’ 11,09, collocandoci così fra le 11 P rovincie che m aggiorm ente spendono ed il più delle volte senza conse­ guire effetti am m inistrativi del tu tto invidiabili.

P er la « P olizia ed Ig ien e » il bilancio di com petenza del 1915 p o rta una som m a com plessiva di L. 41.219,56 che deve riten ersi consolidata, potendo dar luogo p iu tto sto a qualche econom ia che a m aggiori esborsi.

Su questo capitolo la n o stra P rovincia è fra quelle m aggiorm ente giravate, forse perchè essendone estesa la zona boschiva, lo Stato le im pone il con trib u to cospicuo

Spese per Polizia ed Igiene.

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di L. 29.347,94 per concorso alle spese occorrenti p e r il corpo delle g u ard ie forestali.

T ale m aggior gravam e risu lta evidente dal quadro 7° dell’A llegato C, nel quale lio creduto opportuno raccogliere p er tu tti i p u bblici servizi, - eccezione fa tta delle opere p u b ­ bliche delle quali dirò a p arte e p er ultim o -, le spese relative sostenute da tu tte le am m inistrazioni provinciali del R egno, m ettendole a confronto delle rispettive p o p o la­ zioni, così da tra rn e la p ercentuale di onere ricad en te su ciascun ab itante.

In effetti dal detto specchio risu lta che m entre S alerno sp e n d e :

L. 41.219,56 t a m i -+ *

'« 6 T 5 8 8 .W ’ p er al,,ta n tu '

solo q u attro P rovincie p resen tan o un onere m aggiore e cioè:

Sassari . . . con L. 0,10 p er abitante

P otenza. . . » » 0,11 » »

C uneo . . . » » 0,124 » »

C agliari . . » > 0 ,1 0 » »

V erona spende una quota uguale alla nostra, m en tre tale quota è di m olto inferiore in tu tte le altre P rovincie, m an ­ tenendosi co stan tem en te fra un m assim o di L. 0,051 ed un m inim o di L. 0,004 per ab itan te. O ra, quando si noti che tra tu tte queste Provincie m olte ve ne sono in condizioni di salu b rità n otoriam ente non certo felici, come ad esem pio F o g g ia, G rosseto, L ecce; quando si noti non essere logica­ m ente am m issibile che in regioni d ’Italia, le quali ne co sti­ tuiscono le tre quarti p a rte della estensione totale, l’igiene e la polizia p u b b lica possano essere trascu rate, allora è forza concludere che forge nella n o stra Provincia faccia difetto quell’accu rata organizzazione, la quale, senza influire sulla efficacia del servizio, sappia conseguire il m assim o effetto con il minim o dispendio. Ad ogni modo,’ q uantunque 11011 sia ele­

v ata la spesa in parola, pure 11011 sarà certo vano uno studio

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siano da noi inconvenienti da correggere radicalm ente, se sovra tu tto l’onere im postoci dallo Stato per concorso alla spesa delle guardie forestali sia p erfettam en te giustificato da u n ’equo criterio distributivo.

A conclusioni non sostanzialm ente diverse, si jnunare Si)ese i)er la Sicu_ rezza Pubblica. quando si esam inino le spese assegnate nel bilancio di previ­

sione del 11)15 alla « Sicurezza P u b b lica », spesa che giova per ora m an ten ere in te g ra nel bilancio consolidato, pure indicando le possibili econom ie da studiare e da attu are via via n ell’avvenire,

L a P rovincia spende p er questo servizio la som m a di L. 93.622,75 e più p recisam en te L. 97.182,75 se si tien conto del fitto figurativo di L. 3.560, di cui n ell’A llegato 2 al bilancio di previsione del 1915, erroneam ente in scritto fra le spese generali.

L ’onere quindi p er a b ita n te si rag g u ag lia a

L . 97.182,75 7 A1C,

--- -— — L. 0.1 Od, ab. 588.489

e se si esam ina il quadro 7° d ell’A llegato C, già richiam ato, si vedrà che solo in 14 Provincie tale quota è superiore; in tre Provincie si m antiene pari, m entre che nelle rim anenti 51 la spesa è inferiore ed in proporzione spesse volte sensibile.

In linea assoluta, senza cioè ten er conto della rip a rti­ zione della spesa per ab itan te, Salerno occupa il 14° posto, notando che fra le P rovincie che ci precedono si trovano quelle di Firenze, G enova, M ilano, N apoli, Palerm o, Roma e Torino, nelle quali da u n a p arte la popolazione di tan to superiore richiede un m ag g io r num ero di ag en ti dell’ordine, e d all’altra il capoluogo ed i centri im p o rtan ti che lo cir­ condano im pongono senza dubbio elevati prezzi di affitto per l’accaserm am ento.

Q ueste constatazioni di fa tto consigliano l’A m m inistra- zione di procedere senz’altro ad un coscienzioso esam e dei co n tratti di fitto dei num erosi locali adibiti a caserm e; e di

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Spese per la Pub blica Istruzione.

stu d iare poi con m aggiore agio, ciò che già fu v entilato in C onsiglio, se sulla base delle L. 93.622,75 di canone annuo che p er esse si paga, non convenga concludere u n a opera­ zione finanziaria, la quale consenta di acq u istare o di co­ struire i locali necessari nelle diverse località, am m ortizzan­ done la spesa in un congruo periodo di tem po dalla rilevante som m a consentito.

P e r la « P u b b lic a Istruzione » il bilancio di previsione del 1915 stabilisce una spesa com plessiva di L. 198.962,26 che va poi a u m en tata di L. 8.000, p e r il fitto corrisposto per la Scuola e l’is titu to tecnico di Sala C onsilina, anche esso erroneam ente in scritto nel capitolo delle spese generali.

Sono quindi n ell’ insiem e L. 206.962,26, a cui co rri­ sponde una quota per a b ita n te di L. 0,35. Nel 1903, epoca alla quale si riferiscono i dati raccolti nello specchio 7° dell’A llegato G, la P ro v in cia spendeva L. 0,23 per a b ita n te , e l ’aum ento di circa un terzo verificatosi p er questo, che è fra i più nobili e doverosi servizi pubblici, dovrebbe per noi costituire argom ento di vero orgoglio, tan to più quando si consideri che fin dal 1913, in confronto alle altre P ro ­ vincie ove pure la pu b b lica istruzione aveva fatto progressi notevoli, la» p ercen tu ale di L. 0,23 per ab itan te ci m ettev a in non trascu rab ile situazione.

In fa tti, se in 26 Provincie si spendeva più che da noi ed in tre tuia som m a uguale, in ben 39 la spesa stessa si m an ten ev a in lim iti sensibilm ente inferiori, e per citarn e alcune che, no to riam en te e da tem po d ettero il m assim o sviluppo a questo pubblico servizio, notiam o che :

A lessandria vi consacrava per ogni ab itan te L. 0.10

B rescia » » » 0,09 Cuneo » » » 0,11 M ilano » » » 0,19 P av ia » » » 0,14 P e n i già » > » 0,10 U dine » » » 0,11 ­

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O ra considerato che in queste regioni già nel 1913 i p ro g ressi ra g g iu n ti erano esem plari, logicam ente dovrebbe concludersi che l’ascensione da noi fa tta nel 1915, ra g ­ giungendo il costo di L. 0,35 p e r ab itan te, avrebbe dovuto consentirci un perfetto e com pleto funzionam ento di tu tti i ram i della p u b b lica istruzione.

P u rtro p p o di fronte alla reale constatazione degli Istitu ti scolastici oggi esistenti nella n o stra P rovincia ogni senti­ m ento di orgoglio deve dolorosam ente svanire !

O ra quale ragione può m ai produrre questa stran a si­ tuazione che, pure spendendo tan to di più, ci si trovi poi in condizioni di evidente inferiorità in confronto di num e­ rose altre P rovincie del R egno ?

Ecco : q uantunque penoso il constatarlo, giova pure il dirlo, la causa vera di una sim ile d isp arità di condizione sta in noi, esclusivam ente in noi. N elle altre Provincie, specie in quelle del nord, i singoli com uni, traendo im m ediato van­ taggio dalle leggi dello Stato e dagli aiuti che queste pro­ digavano, si affrettarono con nobilissim a g a ra a creare d irettam en te istitu ti d ’ogni genere, esonerando così la pro­ pria P ro v in cia da m olti oneri che avrebbe dovuto assum ersi. Da noi invece i singoli com uni si astennero da ogni azione e quei pochi, che a qualche scuola p e r la istruzione secondaria provvidero, cercarono innanzi tu tto di pro cu rarsi larg h i sussidi dalla Provincia. Q uesta a sua volta, di fronte ai poveri mezzi che la in tera regione offriva alla pubblica cultura, dovette pure decidersi ad un’azione d ire tta ; ma i tem pi propizi erano trasco rsi e gli im pianti degli istituti, che, m ercè la regiticazione concessa con la legge 31 m ag­ gio 18G8 n. 4415 sarebbero costati 30 e 20 anni or sono somme lievissim e, gravano invece oggi con spese per lo meno doppie sulla finanza provinciale.

Così provvida, doverosa fu la recentissim a deliberazione p resa per la creazione dell’ Is titu to Tecnico, m a essa porta con sè il peso non lieve della sua tard iv ità. Se vi si fosse provveduto m olti anni or sono, sotto il regim e della L egge

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C asati 31 m aggio 1808, lo S tato sarebbe stato chiam ato in base all’art. 284 ad assum ere le spese sino alla concor­ renza della som m a ug u ale alla m età di quella n ecessaria per gli stipendi a g l’ in seg n an ti. D i q uesta disposizione che, per l’cpoca nella quale venne em anata, rap p resen tereb b e oggi un reale van tag g io per il finanziam ento dell’ Istitu to , noi non ci giovam m o; seguì il testo unico del 25 luglio 1907 n. 645 che, m antenendo la disposizione della legge C asati, con l’applicazione di apposite tab elle di co n trib u ti riduceva l’e n tità delle prim itive concessioni, e noi neppure ce ne giovam m o; e così l’is titu to T ecnico sorge oggi sotto il regim e della successiva legge 28 aprile 1910 n. 307, la quale anche m odificata in ragione degli aum enti p o rtati con la legge 16 luglio 1914 n. 679 agli stip en d i del personale, im pone a noi p er forza di cose un aggravio m aggiore.

Così per la Scuola T ecnica, la legge C asati, b en ch é non estesa al R egno di N apoli che nel 1868 e solo p er la istruzione tecnica di secondo grado, pure fu co stan tem en te ap p licata nelle nostre P rovincie anche per le Scuole T ec­ niche. O ra d e tta legge, all’art. 279 prescrive come o b b lig a­ to ria una Scuola tecnica in ogni P ro v in cia ed im pone allo S tato (art. 280) il concorso della m età della spesa. In f a tti così si esprim e il detto art. 280: « Le spese di queste scuole saranno a carico dei C om uni in cui verranno istitu ite . Lo S tato però concorrerà a sopportare questo carico p e r u n a som m a eguale alla m età delle spese che im p o rteran n o gli stipendi e le in d en n ità agli in seg n an ti ».

L a P rovincia di Salerno istitu ì questa Scuola circa cin q u an ta anni fa, ed il solo fatto, di essersi così so stitu ita al C om une-C apoluogo, non poteva toglierle il d iritto che il su ccitato art. 280 sancisce. Invece ci si a c co n ten tò di un m isero sussidio di L . 3.000 che a m ag g io re irrisione fu teste rid o tto a L. 1.500.

Ma le difficoltà in co n trate pel passato non possono com prom ettere un intero avvenire. O ccorre anzi che l’Ammi­ nistrazione provinciale, consapevole de’ suoi doveri e dei suoi

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diritti, validam ente so rretta dalla sua rap p resen tan za poli­ tica, o tte n g a provvedim enti che valgano a far scom parire uno stato di sperequazione troppo evidente.

I colleghi, on. di M igliano ed on. T orre, vi diranno in app o sita relazione quali siano i provvedim enti da adottare, intanto giova qui notare come per l’ Is titu to T ecnico non è da escludersi si possa invocare uno speciale disegno di legge che, derogando dalle norm e sancite dal T esto U nico 25 luglio 1907 n. (545, sgravi in proporzioni eque l’onere che ci venne im posto.

N è una tale concessione m ancherebbe del conforto di precedenti, verificatisi p er Provincie che non certo più della n o stra potevano v a n ta r titoli p e r ottenerla. B asti citare la leg g e 17 luglio 1910 n. 553 che convertiva in scuola Regia la Scuola T ecnica e l’is titu to Tecnico di Spoleto, q u an tu n ­ que ben altri tre Is titu ti Regi, quelli cioè di P erugia, di Assisi e di T e m i esistessero nella stessa P ro v in cia: e si po­ treb b e citare la leg g e 12 m arzo 1911 n. 159 che istituiva a Pavullo, a to tale carico dello Stato, una Scuola T ecnica con ag g iu n to un corso biennale per l’ag raria e la silvicol­ tu ra: e la legge 29 m aggio 1913 n. 920 che concedeva un contributo di \j. 49.000 alla Sezione In d u striale del R. Is ti­

tu to T ecnico di B ergam o: e ancora gli assegni fissi fìgiiranti nel bilancio della P u b b lica Istruzione p er gli Is titu ti T ec­ nici di C atanzaro, di F errara, di Rovigo, di Treviso e di Vi­ cenza: Provincie tu tte , p er nessun risp etto pili im p o rtan ti della n o stra ; che anzi p er essere qiiesta così prossim a a N a­ poli, po treb b e col suo Is titu to T ecnico, fortem ente organiz­ zato, assorbire u n a p arte dei num erosissim i allievi, i quali in m ancanza delle necessarie facilitazioni si riversano oggi nella vicina m etropoli, obbligando così lo Stato a spese non lievi per sopperire ai bisogni sem pre crescenti di nuove classi aggiunte.

Nè b asta: la nostra P rovincia m entre d ifetta assoluta- m ente di locali adatti p ag a per quelli, che p u r tan to male rispondono ai bisogni scolastici cui sono adibiti, u n a som m a di circa L. 36.000 annue. O ra fin dal 1911 esiste la legge n. 487

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rig u ard an te i provvedim enti p er l’istruzione elem entare e popolare, la quale legge all’art. 31 sancisce che le Provincie possono giovarsi per la costruzione degli edifìci d estin ati all’ istruzione secondaria, classica e tecnica, di tu tte le age­ volezze concesse dalla legge stessa agli art. 24, 25, 28, 29 e 30. A vvalersi delle disposizioni di q uesta legge, la quale ci consentirebbe un m utuo di L. 1.800.000 circa, p u r g ra ­ vando in bilancio per il relativo servizio di am m ortam ento e per la d u ra ta di 50 anni di una spesa non superiore a quella oggi asso rb ita dagli affitti, è un elem entare dovere p er la n o stra A m m inistrazione: dovere da com piersi con la m assim a celerità per evitare che i fondi, stan ziati dallo S tato in base all’art. 24 della legge stessa, possano venire a m an ­ care per le m olteplici richieste da p arte di Provincie e C o­ m uni che p iù di noi si resero d iligenti e sollecite.

C oncludendo adunque p er la categoria di spese p e r la Istruzione P u b b lica, conviene inscrivere nel bilancio consolidato la som m a già stan ziata nel 1915 di L. 200.902,20; som m a che non solo non p o trà essere superata, m a che p o trà anche relativ am en te ridursi quando l ’A m m inistrazione, prendendo a cuore l’arduo argom ento, sap rà conseguire con avvedutezza e p ertin acia quelle concessioni che, come già dissi, lo Stato, in base alle leggi, in base a giustizia d istri­ butiva, può, deve consentirci.

Spese per l ’Agri Sparsi fra i diversi articoli, che nel bilancio di previsione coltura.

del 1915 costituiscono la categ o ria delle Spese per la P u b ­ b lica Istruzione, figurano le seguenti assegnazioni di fondi :

per catted re am bulanti di ag rico ltu ra . L. 10.000—

p er la Sezione Z o o te c n ic a ...» 2.000 — per posti g ra tu iti presso la R. Scuola

A g raria di E b o l i ...» 700 —

concorso p er d etta R. Scuola . . . . » 4.000 —

concorso all’im pianto di un oleificio in

V a l l o ... » 000,00 ed in t o t a l e ...L. 23.300,00

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-Non v ’ ha dubbio clic le istituzioni cui queste spese sono destinate, contribuiscono p otentem ente alla elevazione della cu ltu ra in ispecie delle nostre popolazioni rurali, le quali sanno tra rn e u tilità som m a ed im m ediata.

Ma, app u n to per il loro specialissim o carattere, io penso che tali assegnazioni debbano essere stralciate dalla cate­ goria delle spese p er la pubblica istruzione p er costituire un prim o nucleo di una categ o ria a parte, che porti il nome di « Spese per l’A g rico ltu ra », e che, d estin ata per ne­ cessità di cose ad avere largo ed organico sviluppo, è ben degna, - come ogni altro ram o della p ubblica am m ini­ strazione -, di assorbire l’opera sapiente ed am orevole di uno fra i d eputati provinciali che abbia la consapevolezza

dell’alto m andato affidatogli.O •

L a Provincia di Salerno è fra le sette che, sole in Italia, non istitu iro n o finora un apposito bilancio per l’A g ri­ co ltu ra (vedi VAllegato C. 7).

B ergam o su di u n a e n tra ta com plessiva di L. 1.802.576 spende per tale scopo nientem eno che L. 674.000, p u r va­ lutandosi la p ro p rietà im m obiliare di quella regione pari alla nostra.

P esaro, con una p ro p rie tà im m obiliare di circa due terzi in ferio re alla nostra, spende per l’ag rico ltu ra L. 221.544 su di una e n tra ta di L . 1.243.681.

Così Bari, Brescia, P eru g ia, Verona, con una en trata di bilancio pressoché uguale a quella di Salerno, spendono risp ettiv am en te L. 74.347, L. 63.600, L. 51.046, L. 59.782.

Sassari da una e n tra ta di L. 1.257.666 preleva per l ’ag ri­ co ltu ra L. 63.336, T reviso con un e n tra ta di L. 1.364.218 vi assegna L . 75.966; U dine su L. 1.926.298 di e n tra ta L. 63.873.

D a queste cifre, nella loro sem plicità pure tan to elo­ quenti, non possiam o certo tra rre argom ento di soddisfa­ zione, noi che apparteniam o ad u n a regione ove i lavora­ tori, m irabili nella loro pertin acia, si stringono alla te rra sulle zolle rico n q u istate alla produzione per trasform arla

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cenza.

via via in un vero g ia rd in o ; giardino consolante con lo spettacolo della fecondità sem pre crescente.

S’im pone p ertan to a noi il dovere di rico n q u istare il tem po fino ad ora p erd u to : occorre come già dicevo in te­ grare, incoraggiare, sorreggere queste m eravigliose attiv ità p ro d u ttrici. Gli esem pi di ciò che è necessario com piere sono m olti e di non ardua attu azio n e: im itiam oli con en er­ gia, con decisa volontà, con la persuasione di com piere opera doverosa verso i nostri lavoratori, utile p er la m ag ­ giore p ro sp erità che im m ancabilm ente ne riso rte la P a tria .

Spese per Benefi P assando alla categ o ria delle spese destin ate alla Bene-ficenz'a, osservo che il bilancio di previsione del 1915 vi asseg n av a una som m a com plessiva di L. 542.(519,95, alla quale va poi ag giunto il costo di affitto per locali del- L’orfanatrofìo fem m inile in L. 1.414, non esattam en te in ­ scritto fra la Spese G enerali.

Si spende dunque com plessivam ente L. 544.033,95, il che corrisponde ad una quota di L. 0,92 p er a b ita n te , e al 18,84 p er cento delle e n tra te generali del bilancio.

Dal confronto con le altre P rovincie (vedi Allegato C. 7) risu lta che 45 di esse spendono molto più di noi, ra g g iu n ­ gendosi in G enova una q u o ta m assim a per a b itan te di L. 3,84 e nelle altre una m edia di L. 1.50: nelle rim an en ti 23 P ro ­ vincie questa m edia scende a circa L. 0,60.

Come si vede da tali dati sintetici, anche nel servizio della beneficenza il posto che occupiam o tra le Provincie del R egno è t u t t ’altro che elevato. Una simile constatazione però non può andare a nostro disdoro, p erch è m en tre sarebbe da tu tti in ten sam en te desiderato che il servizio della bene­ ficenza, o per m eglio dire della P ubblica A ssistenza, rispon­ desse in linea assoluta alle reali necessità degli infelici e dei bisognosi, d ’altra p arte non è possibile non proporzio­ narne le spese alla ricchezza effettiva della regione, ric­ chezza che pure pone dei lim iti alle e n tra te del bilancio. Ma precisam ente q uesta condizione p artico lare di cose,

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-la eseguità del-la som m a di fronte ai reali bisogni, -la san ­ tità della sua destinazione, im pongono a noi am m inistratori nella erogazione, nella utilizzazione di detti fondi la più scrupolosa diligenza così da o tten ere il m assim o effetto col m inim o dispendio.

O ggi la som ma stan ziata per questo servizio in lire 544.033,95 si rip artisce in questo m odo:

M antenim ento dei f ol l i . . . . L. 299.828 — B aliatico dei tro v a te lli. . . . » 150.000 —

O rfanotrofio f e mmi ni l e . . . . » 34.(305,95

O rfanotrofio m aschile . . . . » 48.800 —

Sussidi d iv e r s i... » 10.800 —

Sul m antenim ento dei folli poco vi è da n o tare; siam o vincolati da un co n tratto e n u li’altro si può fare che cu­ rarne la più scrupolosa esecuzione, evitando in ogni eve­ nienza che successive o inattese p retese ne alterino le con­ seguenze e gli oneri finanziari a danno della P rovincia.

S tan te però il proposito espresso fin dallo scorso anno dalla D eputazione P rovinciale, di p o rtare a questa spesa qualche nuovo aum ento, sarà opportuno provvedervi, stab i­ lendo la som m a corrispondente nel bilancio consolidato invece che in L. 299.828, in L. 315.828.

Ove invece noi abbiam o in tera lib e rtà di azione è sugli altri tre Is titu ti : T rovatelli, O rfanatrofio fem m inile ed Or- fanatrofio m aschile, che pure assorbiscono una spesa com ­ plessiva di L. 233.405,95.

1 colleglli, on. C am era ed on. P ellegrino, i quali ebbero dalla C om m issione l’incarico di stu d iare intim am ente queste istituzioni, vi esporranno in ap p o sita relazione un giudizio sicuro su ll’attu ale loro organizzazione, sui mezzi più acconci, perchè senza alterare le spese, si possa da esse o ttenere un rendim ento più positivo e più diffuso. Ciò che appare però evidente anche ad un superficiale osservatore è questo: che nessuno dei tre istitu ti risponde orm ai nei mezzi e negli scopi alle m oderne esigenze ; che perciò una radicale tra ­ sform azione di essi si im pone, trasform azione che per gli

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Spese per le opere pubbliche.

orfanatrofi potrebbe facilm ente trovare valido sussidio nello Stato, se venisse in partico lare modo d iretta a v an tag g io dei figliuoli di quei valorosi che dettero e che danno la loro vita per la grandezza d ell’ Italia. Sarà vanto all’A m m i­ nistrazione stu d iare con am ore e con sentim ento di vero p atrio ttism o questo argom ento, che a ttu a to nel modo accen­ nato, avrebbe il plauso incondizionato di tu tti.

E d ora veniam o per ultim o alle « Spese per le O pere P u b b lich e », sulle quali con m aggiore, p er quanto sem pre m odestissim a com petenza, mi è dato esprim ere qualche sug­ gerim ento che m erita di esser preso in serio esam e, tr a t­ tandosi di argom ento di vitale im portanza così p er il b i­ lancio come per la econom ia generale della Provincia.

Nel bilancio di previsione 1015 erano sta n z ia te : per spese strao rd in arie . . . L. 3.290.409,72

per spese ordinarie. . . » 785.408,43

L a prim a di queste due cifre subì notevole falcidia, perchè ottenutosi, come già dissi, soltanto L. 700.000 sulle L. 2.695.750 che si sperava ricavare dalla concessione dei due m utui rich iesti alla C assa dei D epositi e P restiti, fu giuoco forza lim itare, con le opere deliberate, la spesa ai m ezzi di cui realm ente si disponeva.

E m aggiore falcidia dovrà ancora subire questa im po­ stazione nei bilanci futuri, alm eno fino a quando non rie - scirà aH’A inininistrazione di conseguire dalla C assa dei D e­ positi e P re stiti il m utuo di L. 1.300.OC0 in dipendenza della legge 13 aprile 1913 p e r far fronte ai danni p ro d o tti dal nu b ifrag io del 24 ottobre 1910, m utuo che ci co n sen tirà di sistem are definitivam ente b uona p a rte della rete stradale, con non trascu rab ile beneficio sulla spesa per la sua m a­ nutenzione ordinaria.

F in ch é questo m utuo non otterrem o, la disponibilità p e r opere strao rd in arie dovrà inesorabilm ente consolidarsi in u n a som m a non superiore a L. 230.0C0, salvo quelle m a g

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-giovi assegnazioni che annualm ente po tran n o farsi, utiliz­ zandosi con p ru d en te criterio una p arte dell’avanzo che il bilancio consolidato offrirà. N ella d e tta som m a di L. 230.000 saranno com prese :

ci) — L. 130.000 per diverse p a rtite rip o rtate nel bilancio di previsione 1915 (vedi pag. 84) sotto i num eri 04, 65, 6(5, 66-bis, (57, 69; p artite che vanno riten u te come spese fisse e per la m aggior p arte di carattere continuativo;

b) — L. 100.000 p er fondo di riserva disponibile, desti­

nato a far fronte ad opere di m anutenzioni stradali, le quali q u an tu n q u e di carattere eccezionale si ripetono p u rtro p p o tu tti gli anni con in a lte ra ta continuità.

Le spese per opere pubbliche ordinarie contem plano: L. 10.233,56, occorrenti per alcuni lavori id rau lici; » 573.870,87, destinate alla m anutenzione strad ale ; » 144.140,00, per salario ai can to n ieri;

» 43.164,00, p er stipendi ai funzionari dell'ufficio

tecnico ;

» 14.000,00, p er tra sfe rte e p er personale stra o r­ dinario.

Di guisa che la m anutenzione di tu tta la sua rete stra ­ dale sarebbe co stata alla P rovincia nel 1915 in complesso L. 775.174,87, includendo in questa cifra anche tu tte le spese per il personale tecnico; inclusione, che quantunque m ai p ra tic a ta p er lo passato, io ritengo sia utile e logico di fare, perchè in m ateria di opere pubbliche provinciali quella più gravosa e di carattere continuativo, quella che p er conseguenza m aggiorm ente assorbe ingegneri ed assi­ sten ti dell'ufficio tecnico è appunto la m anutenzione della v asta rete stradale. Che se poi si tien conto, come è do­ veroso, anche della som m a di L. 100.000, la quale in propor­ zione non m olto variabile venne ero g ata così nel 1915, come in tu tti gli esercizi precedenti per opere di carattei’e eccezionale, la spesa per la m anutenzione stradale am m on­ tava effettivam ente nel 1915 a L. 875.174,87.

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Con questa spesa com plessiva si provvedeva dunque n ell’anno corrente alla m anutenzione della rete strad ale della Provincia che m isura km . 1253, così rip a rtita :

antiche strad e nazionali . . . . km. 212

strad e co stru ite dalla P rovincia . . » 331)

strade provinciali di Serie . . . . » 242

strad e ex c o m u n a li... » 460 delle quali devono ritenersi :

strad e a grande t r a f f i c o ...» 200 strade a medio t r a f f i c o ... » 300 strad e a lim itato tr a f f ic o ...* » 753

L a m anutenzione di tu tte queste strade era d ata per il passato d all’A m m inistrazione in appalto m ercè c o n tra tti a corpo. In seguito, visti i m olteplici inconvenienti verifi­ catisi e le gravi spese cui si dovè soggiacere in ispecie nelle consegne e riconsegne allo scadere dei singoli con­ tra tti, sem brò opportuno m odificarne la stru ttu ra. Venne quindi ad o ttato uno speciale tipo di atto di sottom issione, al quale si conservavano alcune caratteristich e proprie al cottim o, altre che corrispondono invece al co n tratto detto a m isura. Così all’assuntore si faceva obbligo di fornire il brecciam e, da m isurarsi a cum uli d istrib u iti lungo le strad e da m an ten ere e da p ag arsi in base a prezzi c o n tra ttu a l­ m ente fissati ; gli si faceva altresì obbligo per un prezzo a corpo di spargere il b recciam e stesso e di eseguire tu tte le altre opere richieste p e r conservare alla strad a u n a p e r­ fe tta condizione di viabilità, ma gli si im poneva anche p er tali lavori l’opera dei cantonieri, la rim unerazione dei quali, corrisp o sta d irettam en te d all’A m m inistrazione della P ro ­ vincia, veniva poi p er tre q uarte p a rti del suo am m ontare p o sta a carico d ell’assuntore e quindi diffalcata d all’ im porto com plessivo di quanto dovutogli.

A ttu alm en te sono dati in appalto con questo tip o di co n tratto circa km . 850 di strade, m entre km. 350 circa sono m an ten u ti con l’antico sistem a del co n tratto a corpo,

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(li sei pii nato però da nuove ed opportune norme, che ne rendono più esatto il funzionam ento.

L ’uso dei com pressori m eccanici e le concessioni di linee autom obilistiche indussero n ecessariam ente a portare sia a ll’uno che all’altro tipo di co n tra tto nuove modifiche, rendendosi nel secondo caso, con sano criterio, assuntore della m anutenzione il concessionario del servizio. A ttu a l­ m ente km. 80 di strade sono serviti dai com pressori e per essi furono ad o tta ti p articolari p a tti e condizioni ; km. 204 sono affidati ai concessionari delle linee autom obilistiche, i quali ne assunsero la m anutenzione a forfait p er km. 64 e per km. 200 col sistem a di co n tratto misto.

Quali furono i risu ltati econom ici conseguiti con questo organism o co n trattu ale ?

P er il periodo precedente al 1910 i dati raccolti per tu tte le Provincie del Regno, nella più recente pu b b lica­ zione del M inistero dei L avori P u b b lici {vedi allegato B 1-2-3), hanno lim itata atten d ib ilità sia p er sè stessi, sia nei loro risu ltati relativi, ciò che im pedisce quei confronti, i quali, p er quanto approssim ativi, offrono spesso non vani am m ae­ stram enti. R isulterebbe ad ogni modo da questi dati che nella n o stra P rovincia la spesa m edia chilom etrica di ma­ nutenzione ascendeva nel 1904 a L. 404,41, nel 1909 a L. 392,10; costo non certo elevato, il quale p o trebbe anche dar ragione dei deperim enti avvenuti intorno a quel pe­ riodo di tem po su buona parte della rete stradale.

D al 1910 al 1915 abbiam o però dati precisi che, rac­ colti nello specchio 4° d ell’A llegato H, ci dicono, nel rias­ sunto dei vari elem enti, come se escluso dalle spese l’im­ porto degli stipendi al personale dell'ufficio tecnico, il costo medio chilom etrico passò da L. 497,82 a L. 653,36, m entre con l ’ag g iu n ta di d e tta spesa il costo stesso raggiungeva nel 1910 L. 529,66 e nel 1915 L. 699,02.

Dalle quali cifre, indip en d en tem en te da ogni altra con­ siderazione, questo può senza dubbio logicam ente dedursi : che il costo m edio chilom etrico si m anteneva quasi costante

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Provvedim enti da adottare nel ser vizio delle opere pubbliche.

nel sessennio 1904-1909 quando la manutenzione stradale era disciplinata esclusivamente dal contratto a cottimo : che p o ste­ riorm ente, nel sessennio 1910-1915, sostituitosi a questo via via il contratto a misura, cessò la stabilita della cifra per dar luogo invece ad un incessante, progressivo accrescimento.

R iassunti in ta l modo i d ati di fatto che si riferiscono alla rete strad ale della P rovincia ed al m antenim ento della stessa, esam iniam o se e quali provvedim enti si possano ad o ttare p er dare a questo im p o rtan te capitolo di spese uno stabile assetto.

U n prim o im m ediato provvedim ento è suggerito dalle stesse cifre che d eterm inano la provenienza dell’a ttu a le dem anio stradale. O ltre un terzo di questo, e cioè km. 461, provengono da vie che ap p arten ev an o a com uni ed a con­ sorzi ; ciò che dim ostra con q u a n ta generosità fu applicato nel passato l’art. 13 della legge 20 m arzo 1896. Da ora innanzi ai generosi criteri fin qui u sati deve pur su b en trare la più sincera severità, se vogliam o che nuovi oneri non vengano mano a mano a tu rb are quella definitiva ed in alte­ rabile sistem azione che il bilancio della Provincia reclam a.

E sem pre n ell’am bito della severa ed equanim e ap p li­ cazione delle leggi, occorre che l’A m m inistrazione segua col più vivo interesse e con la più volenterosa en erg ia l’argom ento della nazionalizzazione di alcune nostre g ran d i arterie stradali. C erto allo stato delle cose, trascorso il periodo favorevole a tali nazionalizzazioni ai sensi dell’a rti­ colo 29 della legge 15 luglio 1906 n. 232, non possiam o asp ettarci quanto con ta n ta larghezza poterono o ttenere anche alcune Provincie del m ezzogiorno come A vellino e Cosenza. Ma ciò che possiam o senza dubbio alcuno p re ­ tendere, - come del resto appare am piam ente giustificato p er l ’esito avuto dal ricorso al Consiglio di Stato con ta n ta sapienza tra tta to d a ll’ illustre S enatore M atteo M azziotti -, si è che alm eno la strad a dei due P rincipati, già in te ra ­ m ente nazionalizzata per il lungo tra tto com preso nella ­

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lim itrofa P ro v in cia di Avellino, ab b ia uguale trattam en to per i poveri 17 km. che app arten g o n o alla n o stra regione. O ttenuto così ciò che la legge consentiva e che giustizia oram ai im pone, il bilancio delle opere pubbliche potrà sg ra­ varsi di una spesa an n u a di circa L . 88.000.

Ma questo non b a sta ai nostri fini : nuovi elem enti di econom ia noi dobbiam o app u n to ricercare e trovare nella stessa organizzazione del servizio tecnico ed am m inistrativo della viabilità stradale, assicurando insiem e, nei lim iti del possibile, la inalter abilita della spesa. E tali intenti, secondo il mio m odesto avviso, io ritengo si possano raggiungere.

P e r quanto, tra tta n d o si di m etodi, l’argom ento si presti alle p iù am pie e svariate discussioni, in questo devono pure tu tti convenire; che quando tra tta si di opere di m anuten­ zione, le quali debbano svilupparsi su di una estesissim a zona, il co n tratto ideale sia quello a cottim o, ossia a prezzo determ inato. Ai positivi v an tag g i che questo offre, in ispecie nei riguardi della stab ilità della spesa, - ciò che tanto in teressa la formazione di qualsiasi bilancio -, un inconveniente solo si oppone : la difficoltà di un controllo così co n tin u a­ tivo e diretto, da perm ettere che ogni infrazione co n trattu ale venga im m ediatam ente rilev ata e co rretta.

U n simile inconveniente aveva in fatti c a ra tte re quasi insorm ontabile, quando facili m ezzi di com unicazione face­ vano assolutam ente difetto : ed allora, come app u n to av­ venne precedentem ente al 1910, le verifiche periodiche m an­ cavano quasi del tu tto d u ran te il periodo co n trattu ale, e la constatazione dello stato delle p iattafo rm e strad ali si rinviava quasi esclusivam ente al m om ento della riconsegna, con spese di verifiche non lievi e con la quasi im possibi­ lità di rifarsi sull’assuntore dei danni per fatto e colpa sua derivati al patrim onio provinciale.

Ma oggi quando m irabili ritro v ati della scienza e della m eccanica hanno m ercè nuovi mezzi di com unicazione com­ pletam ente trasfo rm ato la vita in ogni sua m anifestazione, in ogni sua esigenza, è fàcile intuire come di essi occorra

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giovarsi, anche e principalm ente nei pubblici servizi,- per trasfo rm arn e u g u alm en te la organizzazione con p ra tic a Utilità r

Io penso p ertan to che il m assim o ostacolo al regolare

funzionam ento del co n tratto a cottim o debba oggi rite n e rsi com pletam ente scom parso. A nziché concentrare in un ufficio solo il delicato m andato della sorveglianza e del controllo dividiam o la Provincia in tre d istin te zone bene individuate dalla rete strad ale: affidiamone la sorveglianza della viabi­ lità a tre uffici d istaccati e collocati nel centro di ogni sin ­ gola; zona: m ettiam o a disposizione dei funzionari preposti a d etti uffici un mezzo di facile com unicazione, che lo t r a ­ sporti in ogni ora ove il bisogno li reclam a, ed allo ra la sorveglianza, il controllo diventeranno agevoli e nella loro continuità, realm ente efficaci.

O gnuno dei tre uffici cui sarebbe affidata una p ro p ria rete strad ale di circa km . 417 costerebbe an n u alm en te:

per stipendio di un in g e g n e re . . . L. 3.500

per stipendio di un assisten te . . . » 1.800

per stipendio di un usciere . . . » 1.000

per fitto dei locali di ufficio . . . » 800

per servizio autom obilistico . . . » 8.000

in totale L. 15.100

P e r i tre uffici si av reb b s quindi una spesa com plessiva di L. 45.300 con una poten zialità di percorrenza an n u a di km. 43.500 circa, ciò che si trad u ce nella possibilità d a ta agli in caricati dei singoli uffici di visitare la in te ra rete stradale, affidata alla loro sorveglianza, non meno di 36 volte in ciascun anno.

A d una simile co n tin u ità di vigilanza, ad un sim ile m inuto controllo non può certo sfuggire l’esatto e coscien­ zioso adem pim ento di tu tte le norm e e dei p atti stab iliti in un co n tratto a cottim o, con l’applicazione del quale alla in tera n o stra rete strad ale, oltre al vantaggio derivante dalla

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uniform ità del sistem a, non vane sarebbero le conseguenze per la econom ia della v iabilità e per il duraturo consolida- merito del bilancio provinciale.

Con la nuova organizzazione, che solo dopo m aturo esam e io mi perm etto di suggerire, l’im portante servizio delle opere pubbliche, ragione di ta n ta preoccupazione per tu tti, funzionerebbe nel m odo seg u en te:

1°) — C o n ia creazione dei tre uffici distaccati, a ll’at- tuale ufficio tecnico provinciale verrebbe riserv ata l’alta dire­ zione e controllo di quanto si attien e alle opere pubbliche in generale. E so n erato così della vigilanza d ire tta e co n tin u a­ tiva delle strade, da cui oggi è quasi com pletam ente assor­ bito, p u r necessariam ente ridotto nel num ero dei funzionari che lo com pongono, esso sarà messo in grado di rendere, nelle altre funzioni che gli com petono, utili servigi a ll’Am- m inistrazione, servigi che il più delle volte si risolvono in reali economie p e r il pubblico erario.

Q uantunque per il m inor lavoro di dettag lio a ttrib u i­ togli, il num ero del personale oggi in organico deb b a pro­ porzionatam ente scem are, ciò non p ertan to ho stanziato per esso una spesa annua di L. 40.164; spesa che p o trà nella p ra tic a attuazione certam en te dim inuire ancora di altre L. 8.000, p u r provvedendosi con la som m a residua a quel- l’equo m iglioram ento di condizioni che i funzionari do­ m andano.

2°) — R im arrebbe com pletam ente soppressa la cate­ goria dei cantonieri e ciò, a p a re r mio, m entre rap p resen ta un van tag g io sicuro p er l’A m m inistrazione, non sarebbe di danno nè per gli assuntori, nè per gli stessi cantonieri.

N ell’attu ale organizzazione della m anutenzione la crea­ zione di questa classe di operai non m ancava certo d ’ inge­ g n o sità; con l ’obbligo dato al m an u ten to re di servirsi del­ l’opera di questi lavoratori stabili ed a stipendio fisso, si provvedeva infatti, quale fosse sta ta la diligenza d ell’assun­ tore, ad una m ano d ’opera v incolata alla stra d a in m aniera indissolubile. N on v’è però chi non veda come questo spe­

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ciale lavoratore che, pag ato m ensilm ente d all’A m m in istra­ zione, è poi posto a servizio di persona a lui estran ea, la quale senza nu lla corrispondergli non ha altro in teresse oltre quello di ricavarne il m assim o profitto, c o stitu isca quel tipo ibrido del così detto servo di due padroni, che nella p ratica della vita riesce sem pre per entram bi in u tile se non spesse volte dannoso. Ed a riscontro di ciò sta il fa tto che gli assuntori della m anutenzione, tu tti in d istin tam en te, anche oggi sarebbero ben lieti di rinunziare al beneficio di quel q uarto di spesa che l ’A m m inistrazione assum e a suo carico, pure di rim anere com pletam ente liberi di scegliersi il personale operaio che m eglio loro aggrada.

Nè, come dicevo, la classe dei cantonieri p o treb b e dolersi di un sim ile provvedim ento. Già buona p arte di essi passerebbe evidentem ente a servizio diretto degli assu n to ri; che se ciò non avvenisse, nel gran bisogno di m ano d ’opera, al quale si an d rà senza dubbio incontro dopo la n o stra g u e rra vittoriosa, questi lavoratori troveranno largo com ­ penso in confronto dei loro stipendi attuali, che nella m ag ­ gior p arte dei casi non superano le L. 50 mensili.

3°) — E dopo tu tto ciò rip a rtite , in ognuno dei tre c ir­ coli di sorveglianza, i lo tti strad ali da m anutenere in m a­ n iera organica, così da com prendere in ciascuna di essi elem enti di c a ra tte re com pensativi, ed applicato a questi lo tti un tipo di co n tratto a cottim o im prontato a c rite ri di p ra tic a m odernità, io riten g o che la spesa per la m an u te n ­ zione ord in aria della in te ra rete strad ale p o treb b e rid u rsi a L. (534.710,87 contro le L. 718.010,87 im postate nel b ila n ­ cio di previsione del 1015.

Nè la econom ia così risu ltan te in L. 83.000,00 può sem brare eccessivam ente rosea, b a sti a ll’uopo n o ta re :

cì) — che sulle som me stan ziate nel sessennio 1011-1015 si ebbe co stan tem en te u n a m inore erogazione che variò, se­ condo gli anni, da L. 20.000 a L. 40.000 ; somme che vennero

po, a ch iu su ra di bilancio, in sc ritte fra i residui attiv i del- liesercizio con criterio am m inistrativo in vero non esatto.

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b) — c*lu‘ il quarto .sull’ im porto dei salari ai cantonieri, cui, come dicevo, gli assuntori attu ali sarebbero ben lieti di rinunziare, da p er se solo am m onta a circa L. 36.000;

c) — che i cantonieri so ttra tti alle inevitabili influenze am m inistrative e rip o rtati alla vera e propria funzione di salariati d ipendenti esclusivam ente da chi ne d irig a l’opera ed il lavoro, daranno mi rendim ento di certo superiore a ll’attuale.

R iassum endo le cifre esposte, la spesa ordinaria p er le opere pubbliche da inscriversi nel bilancio consolidato ascenderebbe a com plessive L. 730.408,43, così rip a rtite :

p e r m anutenzione della rete stradale . L. 634.710,87

p er l’ufficio tecnico provinciale . . . » 40.164

-per gli uffici tecnici d istaccati . . . » 45.300

-T otale . . . L. 720.174,87

A cui vanno ag g iu n te le spese p er

opere idrauliche i n ... » 10.233,56

p er form are il to tale com plessivo di . . . L. 730.408,43

contro L. 785.408,43 im postate nel bilancio di previsione

del 1915.

L a econom ia risu ltan te in L. 55.000 aum enterà ancora di circa L. 45.000 se, come ritengo, si p otranno ulteriorm ente ridurre le spese d ell’ufficio tecnico provinciale e se si con­ seguirà, come è da augurarsi, la nazionalizzazione della strad a dei due P rin c ip a ti; e un u lteriore beneficio dovrà poi inevitabilm ente risentire la m anutenzione ordinaria della rete stradale quando, o ttenutosi dalla C assa dei D epositi e P re stiti il m utuo in tra tta tiv e di L. 1.300.000, se ne po trà com pletam ente regolare la co nsistenza e l’assetto.

H o il ferm o convincim ento che tali risu ltati debbano conseguirsi con le proposte da me fatte, con l’organizza­ zione da me suggerita. Ciò non p ertan to mi rendo conto come, alla im m ediata attuazione di questa si oppongano ragioni di ordine giuridico, ragioni di n a tu ra teo rica : le prim e d ipendenti dai co n tra tti di ap p alto esistenti, le se­

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