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La cattedrale di Sarzana

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(1)

G I O R N A L E L I G U S T I C O

41

cati cu m frix io . Item corrigie tres cum fibulis argenti deaurati. Item si­ g illu m u n u m argenti. Item vellata una magna, ltem pelanda una pani septe prò dom ina. Item alia pelanda panni sete rube[e] prò domina. Item pelenda una scarlate prò domina. Item zacheta una cam ocati crem exi prò domina. Ite m magestàs una parua. Item cultre tres albe subtiles. Item pairia linth eam inu m iiij0' magna. Item paria lintheaminum octo parua. Item toalie sex ueteres. Item toagioli decem pro manu ueteres. Item guar- danapi octo ueteres. Item alia resteleria pro equis. Item pairolia duo. Item lebetes sex. Item scutelle duodecim stagni. Item taierii duodecim stagni. It e m gradelini xij stagni. Item platelli tres stagni. Item m orta­ rium u n u m . Item padcle due. Item brandales m j ° r. Item tagerii de li­ g no x x . Item speti duo. Item vegetes septem. Item jarre due pro oleo. Item m astr a una pro pane. Item banchale unum pro pane. Item scala una da brace. Item barrilia duo prò vino. Item sucule tres. Item rexen- tarium u num . Item capsie due ferri. Item cariola una. Item pertich e m j ° r. Item rastelletti duo. Item catrede très. Item cadenas iiij" .

S patium uero superius relictum est ut si quid aliud de bonis dicte cure m em o rie dicti curatoris occurrerint in presenti inventario addatur et pa­ riter con sc rib atu r.

C u i cu ratori prefatus doininus iudex prò tribunali sedens ut supra adr m inistrationem diete cure decreuit et decreta concessit dicens eid em : esto c urator et de cetero administra.

A c t u m in omnibus ut supra.

V A R I E T A

La C a t t e d r a l e d i S a r z a n a .

Fino dall’ anno 1 2 0 1 , allorquando il vescovo di Luni fu

costretto ad abbandonare Γ antica sede , e provocò da Inno­

cenzo III il Breve col quale gli fu consentito nel 1202 di

trasferire la residenza nel borgo di Sarzana, venne stipulata

una convenzione fra il Vescovo ed il Capitolo, mercé k

quale si concedevano ai canonici le pievi di San Basilio , e

di Sant’ Andrea « sitas in Burgo Sarzane >y, con tutti) i

beni e diritti parrocchiali ad esse spettanti, « ad

(2)

costruendam-42 G I O R N A L E L I G U S T I C O

cathedralem Ecclesiam » ( i ) . Da ciò si rileva com e già esi­

stessero in quel borgo due p ievi, e com e si fermasse il pro­

posito di fabbricare quivi la nuova chiesa Cattedrale. Ma ci

mancano i documenti atti a testim oniare, e della sua ere­

zione e degli artefici che vi lavorarono. È certo tuttavia che

venne scelta la Pieve di S. Basilio, come sede del Capitolo,

e sopra di essa costrutto poi il nuovo tempio ; di che ci dà

prova oltre al Cerim oniale per l ’ ingresso del V escov o nella

D io c e s i, il vedere denominata questa antica chiesa, or San

Basilio , or S. M a r ia , ed ora con tutte due le appellazioni

fino quasi al cadere del secolo X I I I , mentre in processo di

tempo le rimane la sola dedica alla V ergine , siccome me­

moria e seguito della primitiva Cattedrale di Luni (2). In

ogni modo la fabbrica, incominciata molto probabilmente

poco dopo il 1204, dovette condursi lentamente e trascinarsi

innanzi per più anni e a lunghi interv alli, aspettando di ac­

cumulare a poco a poco il denaro necessario, che veniva

ritratto così dai redditi dell’ O p era, come da largizioni testa­

mentarie , le quali appariscono di già assai frequenti nell’ ul­

tim o decennio del secolo (3 ). Pare certo che già fosse uffiziata

nel 1225 (4), quantunque ancor assai lontana dall’ essere co m ­

piuta. Poiché la nostra chiesa deve essere rimasta imperfetta

per lungo volgere d’ an n i; nè si potea dire finita pur nell’ in­

terno l’ anno 1331, se negli Statuti del C o m u n e , che recano

(1) A r c h . C a p it. di S a r z a n a , Cod. P a lla v icin o , c. 15 1.

(2) C fr . ad e se m p io , atto 16 ottobre 1225 in Cod. P a li. , c. 26 ; atto 3 settem bre 1230 in M onum . Hist. Pat. ( T o r i n o ) , Chart., I I , 1369; atto 5 lu g lio 1235 e 30 m a rz o 1249 n e ^ R ei · vecchio, A r c h . C o m u n . di S a r­ z a n a , c. x v i i e x i v . S i noti che in un atto del 18 a gosto 13 18 si ha l ’ indicazione: « in sacristia E cclesie maioris S. Marie ».

(3) A r c h . N o t. di S a r z a n a , A t t i d i Parente di Stupio.

(4)

C i ò si de su m e da un atto del Cod. c i t . , ro g ato in quest’ anno apud

(3)

GIOR N A LE LI G U S T IC O

43

questa d ata, si legge un capitolo intorno ai lavori da com­

piersi in S. Maria. Perciò non è a meravigliare che la fac­

ciata durasse disadorna fino alla metà del trecento , poiché

la pietra onde è formato Γ architrave della porta reca la

scritta seguente :

m c c c l v . q u e s t a p i e t r a f o m i s a q u i s o p r a L A P O R T A OPRARO MICiìELINO DE VIVALDO.

Secondo il suo disegno primitivo, Γ edifizio aveva la

forma di croce latina, ed era partito in tre n a v a te , come

si rileva anche o g g i, sostenuta la centrale da colonne otta-

gone di marmo bianco con capitelli lavorati elegantemente

in foggia diversa, sui quali furono voltati, con bello ardi­

mento, archi romani, aneli’ essi, secondo apparisce da diversi

indizi, di marmo, ricoperto poi da più strati di scialbo. La

navata maggiore faceva capo al presbiterio di forma quadrata,

ai lati del quale si aprivano due cappelle sormontate da

archi a sesto acuto di marmo bianco e n e r o , esistenti tut­

tavia sotto alle opere soprammessevi più tardi ; e la crociera

veniva determinata da due cappelloni eziandio d’ architettura

gotico-lombarda.

I

muri laterali esteriori erano fasciati di pietra arenaria,

con al som m o ornamenti di archetti vuoi di marmo vuoi di

pietra, e quivi si aprivano alcune graziose finestre bifore

ogivali. Davano adito alla chiesa la porta m a g g io r e , che

conserva ancora la sua forma e gli ornamenti antichi, e le

due più piccole ai fianchi laterali accanto alle cappelle di

crociera, di certo coordinate allo stile architettonico dell’ edi­

ficio. Il soffitto era costrutto da robuste travature semplice-

mente lavorate. Sulla fine poi del secolo X V riattandosi o

rifacendosi il tetto, si dipinsero « li legnami » per mano

di un maestro Gottardo ( i) .

(4)

44

G I O R N A L E L I G U S T I C O

Q u e l tanto d’ antico rimasto intatto , e ciò che ancora si

vede sotto alle opere eseguite p osteriorm en te, ci ha consen­

tito di dare un’ idea generale del nostro D u o m o , riferendoci

alla sua primitiva costruzione ; altre particolarità si potreb­

bero certamente rilevare ove si praticassero opportuni saggi.

Ma le nuove cappelle sfondate sul dechino del seicento nei

muri laterali, tolgono quasi del tutto la possibilità d’ inda­

gare se qualche dipintura od altro ornamento quivi esistesse

da antico , quantunque si sappia che il tempio era decorato

così da una parte come dall’ altra di una serie d’ altari ri­

spondenti in numero alle moderne cappelle. A n zi tre p i ù ,

se si considera che antiche memorie ci attestano 1’ esistenza

di due altari in fondo sotto all’ attuale c a n to r ia , e d’ un

terzo posto lateralmente nella cappella della Purificazione.

La chiesa rimase può dirsi nelle descritte condizioni fino

al 1 4 5 0 , quando Andreola e Filippo C alan drin i, madre

1

’ una e fratello uterino l’ altro di N iccolò V , vollero dedi­

cata a S. T o m m a s o , in onore del pontefice che portava

appunto questo n o m e , la cappella a sinistra della crociera.

L a quale per opera de’ maestri Antonio Mafioli da C a r r a r a ,

e di Benedetto Beltrami da C a m p io n e , venne alquanto al­

lungata e tutta fasciata di m arm o bianco all’ esterno con

z o c c o lo , lesene, stemmi, co rnici, archetti, e adorna di due

eleganti finestre bifore ( 1 ) . N e ll’ interno il cardinale Filippo

fece collocare una insigne ancona di m arm o, pregevole opera

(1) S f o r z a , L a p a tr ia , la fa m ig lia e la giovin ezza di N iccolò V , Lucca·,

G i u s t i , 1 8 8 4 , p ag . 246 e seg g. — Benedetto di B e ltram e a v e v a g ià l a ­ v o r a to n e lla C a t te d r a le negli anni 1440 e fu c h ia m a to quando 1441 da P is a per fare il « lastrico m andolato » del c o ro e rid urre in v o lta la cappella del C r o c i f i s s o , nelle quali opere ebbe c o m p a g n o m aestro P ie tro di G ia c o m o da C o m o : an c h ’ egli è denom inato Benedetto da C o m o . A r c h . deH’ O p e ra , L ibro di cassa 1423-1466, c. 76, 154 e 155.

(5)

GIOR N A LE L I G U S T IC O

45

di Leonardo Riccomanni da Pietrasanta, già da lui eseguita

negli anni successivi al 1432, a commissione degli O p e r a i,

per l’altare maggiore, dove fino a questo tempo era rimasta (1 ).

Oltre all’ armonico insieme, e alla bellezza delle figure e

degli ornati così in basso come in alto rilievo , è notevolis­

simo il gruppo centrale dell’ incoronazione, che si porge

all’ occhio del riguardante, per dirla colle parole del notaro,

« cum trono in medio, et figuris duabus, videlicet corona­

tionis Virginis Marie per Deum Patrem. . . cum quatuor

Evangelistis circumcircha dictum tronum. . cum paviglionO

supra dictum tronum ; cum duobus angelis, et una capella

aperta supra dictum paviglionum , et cum figura Dei Patris

supra dictam capellam ». Opera condotta con singolare

maestria, che ci ricorda la scuola di Iacopo della Quercia,

alla maniera del quale sembra essersi rifatto lo scultore pie-

trasantino. Ma poiché a cagione di questo trasporto dell an­

cona , restava spogliato

1

’ altare maggiore , il cardinale Filippo

provvide a farne eseguire un altra, per la quale si commise

allo stesso artefice, che si associò per quest’ opera il nipote

Francesco nel 1463 (2).

L ’ ancona riuscì più grandiosa della prima, così per am­

piezza come per il numero delle figure, delle storie e degli

ornati. Presentava nel centro l’ immagine della V ergine col

Bambino, ai cui lati stanno in alto rilievo, S. Andrea, San

M a r c o , S. G io van n i, S. P ie tr o , S. Luca e San N ic c o l ò ,

quindi negli scomparti sei storie in basso rilievo della Pas­

sione di C r i s t o , e al sommo altre figure di sa n t i, vuoi

sopra i colon nini, vuoi nelle medaglie a m o’ di cimasa. Il

(1) S f o r z a , op. cit., pag. 266 e seg. Nel Libro d i cassa cit. si l e g g e

sotto l ’ anno 1432 un pagamento fatto a maestro L eo n ard o « c h e d e v e fare Γ i m m a g i n e di S. Maria » (c. 10).

(6)

46

G I O R N A L E L I G U S T I C O

tutto coordinato e riunito per mezzo di lesene in tag lia te ,

c o r d o n i , c o r n ic i, a r c h e tti, con ornamenti di frutti e fiori

finamente lavorati. Sebbene questa pregevole scultura faccia

degno riscontro alla prima , pur se ne distacca alquanto in

ispecie per ciò che tocca alle f ig u r e , le quali già ci fanno

sentire la maniera del Ci v it a li, che a quest’ ora aveva inco­

minciato le sue prove ; nè sarebbe forse lontano dal vero il

supporre che pur egli ponesse la mano in questo nostro lavoro.

Pensato cosi agli ornamenti interni , il Cardinale pose

1

’ animo a dare definitivo assetto alla facciata. Già si è ve­

duto come la porta m aggiore fosse eseguita nel 1355 , e di

poco posteriore deve essere la decorazione di marmo bianco,

onde si abbella la metà inferiore della facciata. Il portale è

adornato da tre svelte ed eleganti c o lo n n e , lavorate in varia

g u is a , per ciascuna parte, con graziosi capitelli di fino in­

taglio ; sopra questi si sviluppano nello stesso ordine i

cordoni che danno vaghezza a ll’ arco tondo , determinato al

di fuori da semplici c o r n ic i, le quali fanno bella armonia

con le lesene di fianco. Se nella lunetta vi fosse eseguito

qualche buon affresco , non saprei dire , quantunque sembri

assai probabile; ma ho per documenti sicuri, che nel 1501

venne quivi dipinta una Nostra D o n n a , da maestro A n ­

drea de P A u l l a , il quale effigiava in un tempo la Pietà

sopra una delle piccole porte di fianco, opera questa restau­

rata parecchi anni appresso e poi sco m p arsa, quando si

esegui l’ ingrandimento della chiesa (1). Ma la pittura sopra

la porta maggiore doveva essere sui primi del secolo passato

ridotta in pessime co ndizioni, se

1

’ Opera deliberava di collo­

care in quello stesso l u o g o , un basso rilievo pur rappresen­

tante la V erg in e (2 ) , il che non mi consta fosse mandato

(1) A r c h . d e ll’ O p e r a , Libro scritt. cit. c. 47 r. e 58 r. (2) A r c h . d e ll’ O p e r a , L ibro delib. c. 79.

(7)

ad effetto: certo se vi fu collocato, venne poi rimosso, poiché

a’ nostri giorni vi dipinse 1’ Assunta, lavoro poco felice che

pur oggi si v e d e , il pittore sarzanese Camillo Pucci.

Il

Calandrini deliberato a compiere la facciata rimasta a

m e t à , diede incarico del disegno e della esecuzione a L o ­

renzo R ico m an n i, il quale seguendo con buon accorgimento

le linee architettoniche della prima parte, le ridusse nella

forma presente, decorandola della finestra circolare vaga­

mente o r n a ta , sotto alla quale lasciò scritto o.

f . m. l a u r e n . d e p e t r a s a n c t a

; e in alto lo stemma dei Calandrini con

la data:

a . n . d . m c c c c l x x i i i i

; nella fascia poi che ricorre

lungo il cornicione del timpano si legge:

p h y . c a r d i . B o n o ­ n i e n s i s MAIOR. ΡΕΝΙΤΕΝ. DE FAMILIA CALANDRINA P A T R I A SAR-

ZANEN. H VNC

(sic)

FACIEM SVPRA MEDIVM A V X IT FENESTRIS

a c ST A T V IS p i e d e c o r a r i f e c i t .

Senonchè le statu e , che

certamente ebbe in animo di fare erigere, non vi iurono

poste per allora, a cagione forse della morte del Cardinale,

avvenuta nel 1476; solamente nel 1735 si mandò ad effetto

dagli Operai il divisato disegno, facendo eseguire ed innal­

zare sul timpano le tre statue rappresentanti Sergio Ιλ ,

S. Eutichiano e Niccolò V (1 ).

N el 1504 per mano di maestro Bartolomeo della Crovara

« maistro de lavorare de marmori », si fece « uno piano

tanto quanto dura la facciata da uno canto all altro, et quatro

scalini apreso de marmo », servendosi perciò del marmo ca-,

vato dalle ruine di Luni; poi nel 1592 si dette opera a la­

stricare la piazza sottostante (2).

A destra della chiesa sorge il campanile, solida torre qua­

drata con finestre bifore, trifore e quadrifore di marmo

GIORNALE LIGUSTIC O 4 7

(1) S f o r z a , op. cit., pag. 268 e seg.

(2) A r c h . d e ll’ Opera, Libro scritt. cit., car.

7

2 j 79> 9°> L ib ro seritt.

(8)

4S

GIORNALE LIG U STICO

bianco, coronata da merli e sormontata da una piramide.

\ enne ridotta nella forma presente per le cure d e ll’ Opera

intorno al 1432, secondo accenna una scritta che malamente

si legge sul m armo a foggia d’ architrave della prima fine­

stra, e che dice così :

a . d . m c c c c x x x i i h o c . c a m p a n i l e , f e c i t . f i e r i , i h o a n k e s . i a c o b i . x p t o f a r i ,

ed u n ’ altra parola

guasta e inintelligibile, ma che deve essere: operarius, vedendo

appunto in questo anno G io . Iacopo del fu Cristoforo, nella

sua qualità di operaio della C atted rale, stipulare il contrattp

con Leonardo Riccomanni per l ’ ancona innanzi accennata. La

m aggior cam p an a, che pur sempre vi esiste, reca la data

del

m c c c c l x ,

quantunque si abbia memoria che un’ altra

n’ avea fusa Bartolom eo da Pisa, quando il campanile venne

rifatto ( 1 ) .

La parte interna del tempio non subì nel corso dei secoli

x v e x v i sostanziali cambimenti , quantunque

venissero

eseguiti alcuni parziali lavori cosi nel coro co m e nelle cap­

pelle laterali, nel presbiterio e nella sacrestia: era riserbato

alla barocca smania innovatrice del seicento rompere mala­

mente le armoniche linee di questo edificio. Già fino dal 15

99

veniva chiamato da G enova maestro Battista C an ton e archi­

tetto, affinchè presentasse un modello per ingrandire il coro

e la sacrestia, senza che per allora il disegno fosse mandato ad

effetto; nel 1616 però si riprese a discutere sulla c o n v e ­

nienza di erigere una cappella speciale per raccogliervi le re­

liquie, e venne domandato al Governo della Repubblica di

G en o v a il permesso di giovarsi a questo fine dei redditi

dell’ ospedale, il che essendo stato acconsentito, si fece venire

da G enova maestro Gregorio Storace per dar mano alla

cappella, c h e , giusta la deliberazione, doveva essere murata

(1) R e m o n d i n i Antiche iscrizioni liguri, G en o va , tip. A rc iv e s c . 1882, p ag . 186 e 18 9 ; A r c h . d e ll’ O pera, Libro cassa cit., car. 10.

(9)

49

sotto all’ altare maggiore ed al coro in forma di cripta. Ma

Γ anno successivo si mutò divisamento, e fu deliberato rico­

struire all’ uopo la cappella a destra dell’ altare maggiore de­

dicata a S. Niccolò e S. Lucia, secondo il disegno di Gia­

como e Michele Guidi scultori carraresi, ai quali venne affi­

dato il lavoro ( i ) . Questa cappella, che oltre ai due santi

sopra indicati apparisce dedicata altresì a S. Basilio, forse in

memoria dell’ antica pieve, era di giuspatronato della fami­

glia Griffi, notevole in Sarzana, in ispecie per i molti notari

dati alla patria, i quali lasciarono copiosi ed importanti no-

tulari: quivi nel 1541 Filippo Griffi dottore e chierico cap­

pellano, volle porre ad ornamento un’ ancona che commise

« M. Antonio olim Io. Marie de Carpena habitatori Spedie

depintorc », che è il lodato artefice conosciuto col nome di

C a rp e n in o , certamente da Carpena sua patria in quel di

Spezia (2).

Ora i Patroni, secondando la richiesta degli

( l) A rc h . d e ll’ O pera, Libro scritl. 1599-1610, car. 3 1 ; Libro delib. i6i o-)9, ca r. 40. 43 ; Libro istrum. 1601-1679, car.74 e 76 .

fi) A r c h . n o ta rile di Sarzana, A ttid i Francisco Montano, F il. 6, 13 feb­ braio 1 541 . N e l quadro doveva essere dipinta « figuram V irg in is M ariae cum filio p a r v o in brach io , a latere dextro dictae V irg in is figuram sancti N ic o la y et san ctae Luciae, quae figura sancti N ico lay debet esse paratam ad habitum e p is c o p a le m , a latere vero sinistro figuram s a n a i Basili) cum habitu e p isco p ali et etiam figuram sancti A ntonij de Pad u a in habitu sancti F ra n cisc i cum igne m anibus, et a pede dictae an con ae et quadri dictae an co n ae fig'iram ipsius R. domini Philippi a la te re dextro, et a latere sin istro figuram seu im aginem ser Augustini G riffi fratris ipsius dom ini P h ilip p i supplices et tendentes manus ad im aginem V irg in is M arie genibus fle x is ; superius medium tondum cura im agine Pietatis C h ris ti in sep u lch ro , cui Pietati a latere sinistro pingere et adiungere debeat im agin em sancti Francisci genibus et a latere sinistro im agin em sancti Jeronim i stan tem in penitentia cum ornam entis aureis finis ubi vid eb itu r expediens d icto M . A n to n io , cum cornisonis et co rn icibus a u ratis in sestum acu tu m ». 11 prezzo è di 20 scudi d’ oro del sole. L a q uitanza fu

(10)

50

GIO RNA LE LIG U STIC O

O p erai, concedono si possa erigere la nuova cappella, purché

non sia pregiudicato alcun loro diritto, e vi si facciano dipin­

gere da buona mano i santi N ic co lò e Lucia ( i ) . C i ò fu

eseguito assai più ta r d i, poiché troviamo soltanto nel 1626

dato Γ incarico al pittor D om enico Fiasella di dipingere sulla

tela nei quadri laterali, lasciati a questo fin e, da una parte

S. Lucia con a destra S. A p p o ll o n ia , ed a sinistra S . Bar­

n a b a , dall’ altra S. N iccolò in m ezzo a S. G io r g io e a S.

Lazzaro. Giovanni Francesco Galeotti ebbe il carico degli

affreschi della volta , e in seguito Francesco A gnesino scul­

tore, lavorò le due piccole figure rappresentanti S. Lazzaro

e S. Andrea collocate ai due fianchi dell’ altare. L e lunette

soprastanti ai quadri menzionati rimasero vuote fino all’anno

1653, in cui si com m ise pure al Fiasella di apporvi due tele,

dove fosse dipinta la strage degli Innocenti e il martirio di

S. Andrea (2).

A n che il coro dovette subire nel 1640 la forma moderna,

secondo il disegno di maestro N ic co lò Bardi, nella quale o p ­

portunità rimossa la grande ancona di marmo, venne tra­

sportata nella cappella destra di crocerà dedicata alla Purifi­

cazione; ma poiché i devoti domandavano a gran voce fosse

rimessa all’ altare maggiore Γ immagine della V erg in e , si

spiccò barbaramente dal suo luogo per collocarla nell’alto

del coro, sostituendovi un goffo bassorilievo rappresentante

la Purificazione, opera di Domenico Sarti da Carrara (3).

ro g ata il i.° d icem bre 1541 Ha F ran cesco B ottari (F il. 2). D e l C a rp e - n ino d isco rro n o lo S p o t o r n o , Slor. Leti, di Liguria, IV , 209. G e r i n i , Meni, stor. di L u nig., I, 275 e A l i z e r i , Prof, del diseg., I l i , 429 e s e g g .

( 1 ) A r c h . d e ll’ O p e ra , Libro delib. c i t , car. 50.

(2) Iv i, Libro delib. cit. car. 98, 10 8 ; Libro delib. / / ^ 9 -7 2 , ca r. 2, 59. (3) Iv i, Libro delib. cit. car. 4 e 6 ; Ne r i , Scrìtti di storia patria,

(11)

GIORNA LE L I G U S T IC O

Rotte oggimai le antiche linee con questi lavori eseguiti

per amore di modernità, sorse naturalmente il desiderio di

dare nuovo assetto alla Cattedrale, e si chiamò all’ uopo da

Genova

1

’ architetto milanese Luca Carloni. Ma prima che

questi avesse presentato il disegno, e il Senato ne consen­

tisse all’ Opera l’ esecuzione, passarono ben dodici anni; pur

finalmente, ottenuto il decreto nel maggio del 1 663, si mise

mano al lavoro, che in ispecie procurò al tempio il soffitto

di legno intagliato con molta maestria, secondo il gusto del

tem po, da Pietro Giambelli pisano, quello stesso che aveva

eseguito consimile lavoro nella chiesa di S. Maria dei Servi

in Lucca ( 1 ) . A questo fine si dovettero riformare le parti

superiori delle navate, donde ebbero origine le prime detur­

pazioni che tolsero a poco a poco il carattere primitivo al

monumento. Infatti nel 1678 si ridusse alla stessa forma

dell’ altra , detta delle Reliquie, la cappella del Crocifisso a

sinistra del presbiterio, alla quale la munificenza del cardi­

nale Casoni dette più tardi ornamento di marmi e di pitture;

poi nel 1682 fu rifatto interamente l’ altare maggiore per

mano dello scultore Isidoro Baratta; e in fine T an n o 1694

si mise mano, sui disegni di Francesco Antonio Milani sarza-

nese, alle cappelle sfondate nei muri laterali ( 2 ) , le quali

come portarono P ultimo colpo alle linee architettoniche in­

terne, cosi guastarono la severa ed elegante semplicità della

facciata e dei fianchi, secondo ognuno può vedere anche oggi.

Tanto più che una indecente casipola addossata alla base

del cam panile, venne in seguito a deturpare la prospettiva

della chiesa.

Gli ultimi lavori accennati ebbero per conseguenza

ulte-(1) A rc h . d e l l'O p e r a , Libro delib. cit., car. 56, 123, 124, 128, 13 4 , 138, 1 4 1 , 142, 14 7 , 160, 163, 164.

(12)

52

GIORNALE LIGUSTICO

riori opere al grande arco del presbiterio, a quelli minori

delle vicine cappelle e del coro : onde vennero nascoste sotto

alle nuove lesene di calce quelle preesistenti di marmo

bianco con i relativi capitelli e basam enti, poste in armonia

alle colonne della navata ( i ) ; s co m p arv ero , quantunque

pur sempre esistano, per entro agli archi tondi e pesanti di

canniccio intonacato, quelli a sesto acuto delle due cappelle;

il presbiterio fu caricato nelle volte di goffissimi stucchi do­

rati; e il coro perfine ebbe un macchinoso ornamento in­

torno a ll’ immagine della V e r g in e , eseguito da Giovanni

Cibei. Sopra al cornicione che ricorre lungo i lati della

chiesa venne collocata, con poco buon senno, una serie di

statue di non felice lavoro, per le quali gli Operai si com ­

misero nello scultore carrarese Baldassare Casoni (2 ).

O ltre alle opere singolari innanzi citate, di che si adorna

il nostro tempio, come le ancone scolpite e le dipinture del

Fiasella, conviene ricordare la tavola insigne sulla quale si

ammira il Cristo dipinto da Guglielmo nel 1 13 8 ; una V isi­

tazione pur colorita dal Fiasella; il S. Antonio di Cristoforo

Roncalli detto il Pomerance; una tela con i santi Eutichiano,

L az za ro , L o ren zo , Filippo N e r i , e santa Lucia eseguita da

Francesco Solimene ; la santa Barbara di Sigismondo Boc-

caccini; il quadro dei santi Giuseppe, Lorenzo e Giambat­

tista di mano dello Spagnoletto ; finalmente la statua di S.

A g o stin o lavorata da Giovanni Cibei, e quella della C on ce­

zione pregevole opera di Giuseppe Franchi.

Sopra la porta maggiore s’ innalza la cantoria, assai goffa

e pesante, con l’ organo eseguito modernamente dai celebrati

Serassi di Bergamo.

(1) D i recen te, facendosi un restauro a lla lesena sinistra, se ne co n ­ sta tò P esisten za.

(13)

G I O R N A L E L I G U S T I C O

53

A n ch e i paramenti, i sacri arredi, i libri e le reliquie ar­

ricchivano notevolmente la nostra Cattedrale, secondo ci ma­

nifestano alcuni antichi inventari ( i ) , ma per mala ventura

troppi degli oggetti quivi indicati non esistono più, o dispersi,

o mal custoditi, oppure indegnamente venduti.

A . N.

A P P E N D I C E .

I.

In nomine D om ini amen. Anno a Nativitale Dom ini 1405 die M a rtii Ind. f . — Hoc est Inventarium honorum S. Marie de S orian a repertorum in sacristia diete Ecclesie S. Marie de Sarrana, prout injerius per ordinem apparebit.

B ib ia una que incipit: In principio

It. B ib ia i. que incipit: Parabole Salom onis. It. B ib ia X. que incipit : In principio creavit. Item B ib ia 1. que incipit: Liber Job. It. B ib ia I. que in cipit: In principio creavit.

It. E x p o s itio i. Augustini super Psalterio in duobus vo lu m in ib u s, quo­ ru m p rim u m in cip it: Beatus vir, et secundum : V o c e m ea.

It. L ib e r 1. seu M oralia S. G regorj qui in cipit: R everen d issim o et san­ tissim o .

It. P a s s io n a le 1. quod in cip it: Beatus Petrus. It. P a s s io n a le 1. inchoans : Pasio S. A ndree.

It. H u m ilia ra m 1. S. Johannis inchoans : In principio era t verb u m . It. L ib e r 1. serm onum qui incipit: Sanctam et desid erabilem . Item L ib e r 1. serm onum qui incipit: Sciendum im o est. It. S e rm o n a le 1. sic incipiens : Passionem et R essu rection em . It. S e rm o n a le 1. quod in cipit: In illo tem pore abeuntes.

Item L ib e r unus seu Expositio N um eri qui in cipit: L ocu tu s est D e u s. It. L ib e r unus S. G regorj super H esechiele qui incipit : D ei O n n ip oten tis. It. M a rtiro lo g iu m quod in cipit: U bi aeque m ulte.

It. Q u id a m liber sine tabulis qui incipit : F ratres P resb iteri saccrd o tes.

(1) C fr . A ppendice. Li debbo alla cortesia dell’ eru d ito a rc id ia c o n o M on s. L u ig i Podestà.

(14)

54

GIORNALE LIGUSTICO

It. Q u id a m lib er sine tabu lis quid incipit : In C h ris ti n om in e.

It. L ib e r unus super tractatib u s C e c ili qui incipit : E v a n g e lic a precepta. It. H o m e lia riu m i. quod in c ip it: In v ig ilia S. A n d ree .

It. S e rm o n a le i . quod in cip it: D o m in ica prim a de A d v e n tu . It. A n tifo n a riu m i. de n octe n o v u m quod incipit : S acerd o s.

It. A n tifo n a riu m i. de n octe n o v u m quod in c ip it: A sp ic ie n s a lo n g e. It. A n tifo n a riu m n o v u m de die quod in cip it: D ies ire dies illa.

It. Q u in q u e A n tifo n a ria de n octe vetera que in cip iu n t: A sp ic ie n te s a lo n g e .

It. A n tifo n a ria duo de die vetu sta que incipiu nt : A d te le v a v i.

It. M issale i. n o v u m secu ndu m C u ria m rom an am quod in c ip it: In so lem n itate C o r p o r is D .n i N .ri Jes. C h r.

Ite m sex M issalia vetera. Ite m duo E p isto la ria .

Item P sa lte ria d u o v etera p a rv a . Item P sa lte riu m unum n ovu m .

It. Q u a te rn u s unus de C o r p o r e C h ris ti. It. L ib e r unus in quo stant scrip ta A n iv ersa lia .

It. M issale i. n o v u m secu nd u m C u ria m rom anam C a p p e lle C ic h in i A b b a tis .

It. M issale i. n o v u m secundum C u ria m rom anam C a p p e lle N ic o la i de F o r liv io .

It. M issa le i. secu ndu m C u ria m rom an am C a p p elle C o rad in i de G riflis de S a rza n a .

It. M issale i. secu ndu m C u ria m rom an am C a p p elle o lim D .n i Baptiste de M arsasjo .

It. M issa le i. v o tiv u m C a p p e lle M argarite B enedicti. It. M issale i. v o tiv u m C a p p e lle D .n i T o m ain i. It. M issa le L v o tiv u m C a p p e lle Fran cisch oni C o rv e tti. It. M issa le i. v o tiv u m C a p p e lle D .ni Jacobi D e C a stro .

It. B re v ia riu m secundum C u ria m rom anam quod in cip it : In F esto T r in it a t is .

It. S ta tu ta C a p itu li.

It. P o n tific a le i. cu m quo datur oleu m sanctum vetus.

It. L ib e r unus secundum C u ria m rom anam pro baptizando et o lian d o . It. Q u a te rn u s r. p ro baptizan do, vetus.

It. Q u a te rn u s unus M o rtu o ru m .

(15)

GIORNALE LIGUSTICO

55

In f r a s c r i t i s u n t c a l ic e s s a c r e s t i e.

C a lic e m unum argenteum cum sex snialtis super pedem cum arm a C o m u n is S a rzan e, tres stelle, et cum litera quando factus fu it idest 1 346 et patena cu m sm alto Dei Patris.

It. C a lic e m unum argenteum cum tres smaltis super p ed em cum una arm a C o m u n is Sarzane et stella una.

It. C a lic e m unum argenteum cum sex smaltis parvis super peaem cum una arm a qu e vocatur aquila bicipes.

It. C a lic e m unum argenteum in pom o calicis cum sex figuris, scilicet figuris C r u c ifix i, S. Marie, S. Johannis E vangeliste, S. F ra n cisci, et Sancti cujus n escio nom en.

It. C a lic e m unum argenteum cum arm a Com unis S a r z a n e , una stella ct uno leo n e in pom o Calicis.

It. C a lic e m unum argenteum parvum , cum quatuor g e m m is ann elli super pedem C a lic is.

It. C a lic e m unum argenteum cum tribus arm is super pedem in ista form a

lt. C a lic e m unum argenteum cum sex sm altis super p e d e m , vid elicet cum C r u c ifix o , S . M aria, S. Johanne E va n ge lista , et S . F ra n cisc o , S . Ju­ liano et S . Johanne Baptista.

lt. C a lic e m unum argenteum cum arm a dom ini T o m a in i de F o sd en o vo , cum tribus arm is, pro Cappella S. N ich olai.

It. C a lic e m unum argenteum pro Cappella domini Iacopi de C a stro . It. C a lic e m unum argenteum sine patena fractum , cu m arm a de P ezza m ezzana.

lt. C a lic e m unum argenteum cum arm a Francesconi de C o r v e to , quem dom inus E piscopus habet in domo.

It. N a v ic e lla m unam argenteam parvam .

It. C ru c e m unam argenteam m agnam cum quinque re liq u iis, vid elicet de lig n o C r u c is , S. A ndrée, S. Mathei a p o sto li, san ctoru m G em in iani et L u cie, et S . D om inici.

It. C ru c e m unam argenteam cum duobus reliquiis.

It. C r u c c m unam argenteam parvam cum uno both ono de crista llo . It. C ru c c m unam parvam argenteam cum duodecim re liq u iis.

A carte 98 tergo dello stesso Libro N . sono n o ta ti, sotto la data del X.· ag o sto 143^/ altri 3 calici così descritti.

C a lix unus argenteus magnus cum arma de Bonaparte in tribus lo c is , et unum sm altu m cum Annuntiatione et A ngelo in patena.

(16)

GIORNALE LIGUSTICO

It. C a lix unus argen teu s m a g n u s cum quinque A n g e lis in una parte et cu m una arm a m o n tis, et unum sm altu m cum D e o P a tre et S. M aria in co ro n a ta in p atena.

It. C a lix unus p arvu s a rg e n te u s cum una arm a in uno scuto et patena cum sm a ltu .

E a c. 2 j re c to le g g e s i questa n o ta :

140S, die 24 Febntarj.

B ern ab o s q. Iacob i dedit C a p itu lo L u nen si duo piviali.-!, param en tu m unum to lcitu m , g u a n zia lia duo, et C r u c e m unam parvam argen team cum san ctis re liq u iis, que est sine C r u c ifix o : C a rta facta m anu ser Io h an is D e P ezza m ezan a de S a rza n a .

II.

Descrizione degit oggetti che appartenevano alia sagrestia della Cattedrale di Sarzana, come rilevasi da un allo del )0 maggio i j o f registralo nel libro K dell’ Archivio Capitolare.

E t p rim o v e n ien d o ad lib ro s de p ro p rietate ipsius sacristie, in ven ti fuere seq u en te s v id e lic e t.

P rim a pars B ib liae in vo lu m in e m a g n o de carris m em braneis de literis an tiq u is cu m suis tab u lis co p ertis c o rio rubro, quae in cip it: in r u b r o : In­ cip it E p isto la S. H ie ro n im i, ex ca rtis 195.

Item secu n d a pars B ib liae in sim ili vo lu m in e et carta et co lo re cop erta cum suis c o rr ig iis quae in c ip it: V ig in ti et duae, ex cartis 275.

Item tertia pars B ib liae in sim ili vo lu m in e et co p ertu ra , cartis 2 12 , quae in cip it : In cip iu n t capita Iesech ielis P ro ph etae.

Item L ib e r unus P a ssio n u m et victaru m sanctorum in carta m em b ran a, qui in cip it : R e ve re n d o sacerd oti.

Item D e c re ta lis una antiqua cum suis g lo ssis in carta m em brana, que in cip it : G re g o riu s E p iscop u s.

Item G ra d u a le unum m agn u m p u lefu m .

Item G ra d u a le aliu d m agn u m et pulcru m cum arm is d o m in i P a p ae N ic o la i.

Item a liu d G ra d u a le a resu rrectio n e D o m in i usque ad A d v e n tu m . Item a liu d G ra d u a le m agn u m cop ertu m et o rn a tu m , utendum a festo S . A n d re a e u sq u e ad festum A ssu m ptio n is.

Ite m aliu d G ra d u a le co p ertu m et o rn a tu m , utendum a festo A s s u m ­ p tio n is usque ad A d v e n tu m .

(17)

GIORNALE LIGUSTICO

57

Item aliu d G rad u ale comune sanctorum per totum annum .

Item a liu d G raduale in forma mediocri per totum annum copertum suis tabu lis.

Item A n tip h o n ariu m unum per totum annum in form a m ediocri quod in cipit: In n om ine Dom ini amen, Incipit A ntiphonariu m .

Item B reviariu m unum magnum notatum et com pletum in literis m agnis.

Item M issale unum factum in stampa in carta m em brana copertum suis tab u lis.

Item aliu d M issale in carta membrana.

Item aliu d M issale elargitum per q.m Antonium G yan o tta.

Item aliu d M issale in carta membrana elargitum per m agnificum dom inum L u d o vicu m Cam pofregoso.

Item aliu d M issale in carta m em b rana, elargitum per dom inum A n d reo tu m de Gandulfis praepositum.

Item aliu d M issale in minori forma in carta m em brana, e la rg itu m per dom inum O ry o lu m olim canonicum.

Item M issalettu m unum parvum copertum tabulis, in carta m em brana. Item a liu s lib er hom iliarum et sermonum in carta m em brana ex literis antiquis, q u i elargitus est per reverendum dom inum C a rd in a lem Bo- nonicn (i).

Item a liu s lib er hom iliarum et sermonum in carta m em brana et in form a m e d io cri, antiquus.

Item a liu s lib er m agnus sermonum et h o m ilia ru m , antiquus, in carta membra na.

Item unus liber in carta membrana et in parva fo rm a , cum com uni sanctorum et su o calendario et Officio m ortuorum , qui in c ip it : C h riste R edem ptor om n iu m .

Item aliu s lib er parvus salmorum cum comuni sa n cto ru m , qui incipit : Prim o d ierum .

Item lib er pontificalis in carta membrana cum suo calen d ario .

Item liber unus in carta membrana in forma mediocri intitolatus: Sum m a fratris M on alid i cum Clem entinis.

Item aliu s liber intitolatus Summa Abbatis in carta m em brana in parva fo rm a.

Item aliu s liber pro hom iliis in carta membrana cum literis m a gn is, antiquus.

(18)

SS

GIORNALE LIGUSTICO

Item C r u x una m agna a rgen tea d eau rata cum C ru c ifix o cum p om is suis e x c e p to un o, et cum sm a ltis, p o n d eris lib raru m sep tem cu m dim id ia.

Ite m a lia C r u x aliq u an tolu m m in o r argen tea deau rata cu m suo C r u c i­ fix o et p o m is et sm a ltis, u n o p o m o tan tu m d eficien te, lib ra ru m septem e t u n tiaru m duaru m .

Item a lia C r u x parva a rgen tea deaurata cum suis sm a ltis et p o m is, et cu m 12. r e liq u iis , lib raru m duaru m et untiarum d u a ru m , sine C ru c ifix o .

Item a lia C r u x parva arg en tea deau rata antiqua cum duobu s C r u c i­ fixis sm a lta tis, un o v iv o et a lio m o rtu o, cum lig n o S . C ru c is in fine, et in ca p ite cu m una cru ce de c rista llo , et in fine cu m uno p o m o de c rista llo et su o pede a rgen teo , lib raru m trium .

Item C r u x una de lo to n o m ed io cri.

Item T a b e rn a c u lu m unum m a gn u m argen teu m d eau ratu m cu m una cru ce in ca p ite et suis o rn a m en tis ad portandum D o m in icu m C o rp u s.

Item T u r ib ilo uno a rg e n te o lib raru m duarum et untiarum o cto . Item N a v ic e lla una argen tea cu m suo c o c le a r io , ad retinend um thus p ro in cen san d o , p onderis u n tiaru m o cto.

Item T a b e rn a c o lu m unum p arvu m argen teu m deauratum p ro portando C o r p u s D o m in i in firm is.

Item can d elab ra duo a rgen tea p onderis libraru m n ovem que ela rg itu s est d.nus A n d rea s de G an d u lp h is p raepositu s.

Item P a x un a argen tea deaurata cum y m a g in c S a lva to ris b e n e d icen tis, in v itr io a liq u an to lu m fra cto in fine, et cum suo m anich o.

Item a lia P a x de argen to d eau rato et an ielato cum figu ris A n u m p tia- tio n is B eate V ir g in is , et cu m figu ra Jesu C h ris ti in c u lm in e , et in fine cu m duobu s a n g e lis , et in m ed io transforata, et in qua in m ed io est A g n u s D ei in t u s , quas duas P a ce s elargitu s est reveren d u s d.nus C a r ­ d in alis B o n on ien .

Item a lie due P a ce s arg en to in tu s , et cum sm altis cum figu ris P ietatis et ab extra de o cto n o .

Item N a v ic e lla una argen tea in form a arcae transforatae, in qua est unum tab e rn a co lu m p arvu m cum san gu ine S a lv a to ris, aliud tabern acolu m p arvum in q u o est de c a p illis Beatae V irg in is , et una C ru ce de arg en to p arva in qua est de lig n o v e ra e C ru c is D o m in i nostri Jesu C h risti (i).

( l ) Ia altri inventari del 1550 e del 1 5 7 5 , che trovanti nella F ilia I dello s te u o A rchivio capitolare , si dice che nella medesima um etta a forma d' arca v ’ era un* am polla col sangue preziosissim o di C risto, altra Ampolla con de' capelli di Μ. V . ed altra con una S . Spina, e forse con m aggiore esattezza. L e quali tre Insigni Reliquie colle ampolline che le contenevano

(19)

GIORNALE LIGUSTICO

59

hem 1 abernaculum unum parvum argenteum cum d igito S. A ndreae. Item C o ffan etu m unum de gesso in quo est unum vas parvum vitreum quo sunt p lu res reliquie sanctorum.

Item C assetta una de corio nigro in qua est unus coflanetus de ebore figuratus de figuris relevatis per Annumptiationem Beatae V irg in is et N a ­ tivitatem D o m in i, circumdatus de argento deaurato, cum suis clausuris et clavis, et cuifi quatuor pedibus de argento in figuris A n g elo ru m et cum lapidu lis vitreis colore turchini et cum suo m anicho de argento, in quo est unum vas parvum cristalli fulcitum de argento in quo est de spina seu de lig n o s. Crucis.

Item tabernaculum unum de ebore ubi est imago B eatae V irg in is cum suo F ilio in b r a c h iis , et a partibus S. Antonj et S. B e rn a rd i, et in capite cum uno A n g elo numptiante Beata V irgo.

Item A m p o lin e duo de argento prò vino et aqua d an d is, ponderis libre unius.

Item P a sto ra le unum de ramo cum suo baculo lign eo d iviso in tres partes.

Item Pu eri tres sive figure tres parve cum figura D o m in i n ostri Jesu C h risti cum suis vestibus de setta.

Itera C a lix unus magnus pulcer cum sua patena et cum suis sm altis de argento d eau rato elargitus per prefatum reverendum dom inum C a rd i­ nalem , p ond eris librarum duarum et untiarum undecim.

Item C a lic e s decem et octo cum patenis sexdecim. Item T a b u la e duae cop cru e de argento.

Item F rix iu m unum magnum ab a lu r id e argento cum ro xis 15 . de ar­ gento et sm altis 9. cura diversis figuris et crucibus duabus et foliis quin­ decim ac fio ram is octo m agnis, et uno scuto ad form am unius castelli super v c lu to n ig ro .

Item A n u lo s septem aureos et sexdecim argenteos.

Item una vestis corporalium de sericho rubro ab una parte et ab alia recham ata de certis perlis et figuris quando Christus o ra v it in orto, cum pomis octo.

Item alia v e stis corporalium de sericho rubro ab una parte et ab alia de celesti serich o figurato et aurato, cum pomis quatuor de serich o virid i.

furono poi riposi» io «Ircttanti piatoli tabernacoli 4' argento 4’ egregio lavoro e d'elegantissis- sima form i, ( illi eseguire da! MigiUrito della Comuniti di S i r a u , c da esso solennemente consegnati, assiema ad altri dot contenenti parìe 4' un pannolino della B . V . e due denti di S. Apollonia, al canonico custode della sacristia Paolo Beociti, il io gennaio té jo .

(20)

6 ο

G I O R N A L E L I G U S T I C O

Ite m alia vestis co rp o ra liu m de serich o ru bro ab una parte et ab alia de se ric h o celesti figurato deaura to, cu m p o m is quatuor de se ric h o viridi.

El a n e t æ.

P ia n e ta una alba brocata a u ro cu m aliquibus floribus paunatiis et azurinis cu m arm is d.ni N ic h o la i P a p a e q u i n t i , cum frixio d e au rato vald e pulcro, et fodrata de broch atino alb o, quam dedit d.nus cardinalis B o nonien.

Ite m Pia n eta una de b rocato veluti crem e xin i pavonatii c u m sua d a l­ m atica et funicella eju sd em b ro c h a ti, quas d o n av it predictus C a rd in a lis suae C a p ella e.

Ite m Pia n eta una de c r e m ix i cum suo frix io d a lm atic h a et tu n icella ejusd em veluti c u m frixiis et aliis o rn a m e n t is , cum a rm is d.ni C e s a r i s et d.nae C a th er in ae .

Item P ia n e ta una de crem e xi ru bro c u m suo f r i x i o , et est capellae S. A u g u st in i.

It em P ia n e t a una de d a m a s c h io rubro cu m sua d a lm a t ic h a et tunicella, c u m suis frixiis et o rn a m e n tis, cum a rm a d.ni A n d r e a e .

Item Pia n eta una da m asch ini albi cum suo frixio, q u a m d o n a v it d.nus C a rd in a lis.

It em d alm atich a una et tunicella de cetanino raso a lb o , ve tere s, et cum arm is prefati d.ni A nd reae.

It em P ia n eta una dam asch i albi figurati cu m suo f r i x i o , c u m a rm is duabus a parte retro circh a f i n e m , que habita fuit a ser P i e r o B e rto n i civ e fiorentino.

Item Pianeta una de cre m ix i figurato cu m frixio sanctae C a t h e r i n a e a flores, quam d onavit d.na M a rg arita quondam Hectoris.

Item P ia n eta de ve lu to celesti plano cum suis frixiis et aliis orn am en tis, qu a m d on avit d.nus M agnificu s de P arentu cellis.

It e m P ia n eta una de velu to n ig ro plano c u m sua d a lm atic h a et tuni­ cella, frixiis et aliis o rnam entis, q uam donavit d.nus C ard in a lis.

Ite m P ia n e ta una b ro ch ati veteris de azurro cu m arm is d o m u s p atern ae S y l v e s t r i A n to n j de Griffis data C a p e lla e S. Nicolai.

Ite m P ia n e t a una de ceta nino ra x o crocei co loris. Item P i a n e t a una de velu to n ig ro figurato sine frixio.

Item P ia n e t a una de z a m e lo to nig ro de ve lu to cum frix io z a m e l o t i de cr e m e x i et c u m sua d alm atich a et tunicella q uam d on avit d.nus J oa n ne s de Griffis.

Item D a l m a t i c h a una de sirico raso azurro , et cu m suis o rn a m e n t is de c r e m e x i.

(21)

G IO R N A LE L IG U S T IC O

6l

Item T u n i c e l l a una antiqua de veluto viridi.

Ite m P ia n e ta una veluti celestis raxi cum frixio et insignis illorum de B onaparte.

Item P ia n e ta una damaschini figurati deaurati cum ro xis, violis, mali- bus etc., c u m frixio in quo in parte est depicta Anum ptiata et in parte sancta C a th erin a.

Item Pia n eta una antiqua de veluto plano' celesti cum frixiis deauratis. Item P ia n e ta una antiqua de damaschino raso celesti cum leonibus albis et frixio et im agine Beatae Virginis cum suo Filio in brachijs.

It em P ia n eta una antiqua veluti nigri plani cum frixio rubro de sirico rubro.

Item P la n e ta e duae antiquae de zameloto cremixino quas donavit r.dus d.nus C a rd in a lis.

It em P la n e t a e duae de fustaneo albo usatae.

Item P i v i a l e unum magnum de cremexi rubro figurato cum suo rixio pu lch erim o, quod donavit d.na Catherina de Callandrinis

It em P i v i a l e unum autiquum de veluto brocato nigro cum armis Fre - gosis, habito a magnifica d.na Catherina de Campofregoso.

Item P i v i a l e unun damaschini albi figurati, curii suo caputio et frixio et cu m frang is rubeis albis, quod donavit d.nus Andreas.

Item P iv ia le unum de siricho celesti plano cum suis frixiis et caputio, quod d o n av it d.nus Nicolaus Parentucellus.

Item P i v i a l e unum nigrum de veluto plano cum suis frixiis et caputio, quod d on avit d.nus Cardinalis.

It em C a m i x i a quatuordecim cum suis fulcimentis.

U n Co n s e r v a t o r e Ge n o v e s e

Se nel secolo passato vi furono uomini che accolsero e

caldeggiarono le nuove idee, sospinti da quello spirito largo

e liberale onde ebbero lievito e principio gli odierni ordina­

menti politici e sociali, altri rimasero fermi nelle loro opinioni

con grande tenacia, deplorando continuamente quel passato

che man mano andava cancellandosi, senza che le imposte

restaurazioni, parvenze più che altro di vieti organismi, aves­

sero virtù di arrestare il moto in:ominciato. Certo i primi

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