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Rousseau: il Contratto sociale

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Academic year: 2021

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(1)

Rousseau:

il Contratto sociale

Rousseau (1712-1778)

a cura di

(2)

Il motivo dominante: Contrasto tra uomo naturale e uomo artificiale

Male Bene

Analisi spietata dell’uomo (come Pascal) Ma

non è il peccato originale causa del male bensì sono cause accidentali

Cause accidentali sono:

Nascita della proprietà che

genera diseguaglianza ricco-povero

Nascita della Magistratura che

genera diseguaglianza potente-debole

Mutamento del potere legittimo

in potere arbitrario che genera

(3)

L’uomo può risalire allo stato d’origine: tale risalita è il progresso

Attenzione:

lo stato originario NON è uno stato reale ma ideale. Lo stato di natura è soltanto una

norma di giudizio (cioè serve per giudicare il presente)

(4)

L’opera il Contratto sociale di R. vuole riconoscere le condizioni per le quali la

comunità può ridursi alla natura

Natura= forma di fondamentale giustizia

il Contratto Sociale delinea una comunità etico-politica= ciascun individuo obbedisce ad una volontà generale che riconosce come propria

L’ordine sociale NON è un ordine naturale

nasce tuttavia da una

necessità naturale (per

contrastare le forze contro la conservazione, cioè la guerra di tutti contro tutti)

Ecco il Patto: la clausola fondamentale è

l’alienazione totale di ciascun associato con tutti i suoi diritti a tutta la comunità

esiste una completa subordinazione dell’individuo alla Volontà Generale perché fuori da quest’ultima egli non può avere che interessi o moventi

(5)

esiste una completa subordinazione dell’individuo alla Volontà Generale perché fuori da quest’ultima egli non può avere che interessi o moventi

particolari e quindi ingiusti.

La Volontà Generale tende alla utilità generale

(6)

In Rousseau c’è un’ambiguità di fondo. E’ da un lato un teorico della democrazia e

un filosofo della libertà, per l’esplicita affermazione secondo cui la sovranità risiede

nel popolo e per l’idea di una comunità di liberi ed eguali; da un altro lato è il

fautore di una democrazia totalitaria e di un collettivismo dispotico per la

celebrazione della Volontà Generale e per l’asserita prevalenza del NOI sull’IO. Ciò

si configura nella Rivoluzione Francese dilaniata fra la proclamazione teorica della

democrazia e la pratica del Terrore, fra la presunta moralità rivoluzionaria dell’élite

al potere, sedicente interprete della volontà del popolo, e il suo violento autoritarismo

di fatto.

(7)

una nota

Rispetto al contrattualismo hobbesiano e lockeano, che presuppongono entrambi, come nella tradizione

giusnaturalistica, che gli individui aderenti al patto abbiano dei diritti naturali cui essi rinunciano, a seguito della scelta di costituirsi come comunità (pactum unionis), per dare vita alla società politica (pactum subiectionis). Rousseau,

rifiutando tale “cessione” di diritti, presuppone invece che l’individuo non abbia alcun diritto se non come cittadino di uno Stato e che tale appartenenenza si deve e si può realizzare solo sul piano di una associazione di persone, che sono poste su un piano di uguaglianza piena e completa. L’individuo, nella teoria politica di Rousseau, non è quindi

dipendente e sottomesso ad un altro individuo, cui ha ceduto tutti o parte dei suoi diritti, ma è un membro di un corpo politico - Rousseau lo definisce un “io comune” - che si fa garante dei diritti e delle libertà individuali.

(8)

seconda nota

La natura associativa del contratto mira a risolvere la condizione di ineguaglianza che si è instaurata tra gli uomini (Il

Contratto sociale si apre con una frase emblematica: “L’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene”) e quindi la

possibilità di raggiungere un ordine sociale è in Rousseau strettamente connessa alla giustizia politica e ha un valore spiccatamente morale. Ma ciò implica di per sé la presenza di norme morali antecedenti al contratto; Rousseau infatti ritiene che la legge naturale spinga gli uomini alla conservazione senza la necessità di nuocere più che minimamente all’altro, nonché allo sviluppo della benevolenza e dell’amor di sé. Questo stato naturale di positiva autoconservazione è però possibile solamente in uno stato primigenio in cui gli uomini, in isolamento e uguaglianza, “perseguono i loro bisogni immediati e necessari senza alcuna complicazione cognitiva o sociale”. Quindi se nello stato di natura l’uomo non ha necessità di rapporti sociali, essi derivano dal casuale venir meno dell’autosufficienza. La situazione iniziale del contratto sarà così determinata da ineguaglianza e conflitto, ingiusti e accidentali, inseparabili da quella dimensione sociale di cui il contratto si fa garante.

(9)

a cura di Pietro Gavagnin www.pgava.net

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