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View of New alliances around the birth

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Academic year: 2021

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© 2011 Firenze University Press ISSN (print) 1973-638X ISSN (online) 2037-1861 http://www.fupress.com/rief

Nuove alleanze attorno alla nascita:

l’impegno pluriennale del Centro per le

Famiglie di Ferrara

Laura de Francesco

1

, Tullio Monini

2

La nascita di un figlio e i suoi primi mesi di vita sono fasi delicate e complesse, nelle quali le neomamme vivono emozioni diverse e senti-menti contrastanti. Gioia, insicurezza, fatica, senso di inadeguatezza si accompagnano a radicali cambiamenti del proprio corpo, del proprio stile e ritmo di vita, delle proprie reti di relazione e non vi è dubbio che la nascita rimanga una situazione di obiettiva criticità e un passaggio del ciclo della vita delle persone e delle famiglie in cui si manifestano fragilità a volte inattese che, in quanto tali, meritano attenzioni e soste-gni adeguati.

Le conoscenze disponibili in letteratura e l’esperienza diretta di la-voro nei servizi materno-infantili di area perinatale, mostrano che la fra-gilità emotiva interessa una percentuale significativa di donne (variabile dal 7 al 24% del totale), ma nondimeno essa è di rado correttamente inquadrata e presa in carico.

Peraltro difficoltà e sofferenze psicologiche delle madri in gravidan-za e nel dopo parto rappresentano questioni complesse, visti i fattori biologici, psicologici e sociali che intervengono, e richiedono quindi un approccio altrettanto articolato che trova nella multidisciplinarietà degli interventi la risposta più adeguata.

Se si escludono infatti una percentuale di situazioni sicuramente mi-noritaria che in ragione di fondate sintomatologie cliniche o, viceversa, delle precarie condizioni socio-culturali del nucleo familiare meritano da subito di essere avviate ad un percorso psicoterapico o di essere prese tout court in carico dal servizio sociale, gran parte delle fragilità materne

1 Psicologa del Centro per le Famiglie di Ferrara, coordinatrice del Punto d’Ascolto

e Sostegno.

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(e in senso più lato genitoriali) che si manifestano nel periodo perinatale possono e devono essere affrontate con modalità diverse che in primo luogo facciano sentire i genitori sostenuti e quindi più forti e sicuri delle proprie risorse e capacità, senza necessariamente chiedere loro di affi-darsi completamente ad una relazione fortemente asimmetrica come ine-vitabilmente accade nelle dimensioni psicoterapeutica o di tutela sociale. Questo è esattamente lo spazio di intervento cui da sempre il Centro per le Famiglie di Ferrara ha dedicato attenzioni e risorse e proprio l’e-sperienza del diventare genitori è peraltro lo spazio elettivo di impegno della più recente sperimentazione ferrarese del Punto d’Ascolto e Soste-gno “Ben arrivato... piccolo mio!” di cui il Centro si è fatto promotore assieme ad altri servizi cittadini, investendo su figure professionali com-petenti ma di per se stesse non vocate sul piano psicoterapeutico e/o di tutela sociale, e sulla proposta di servizi di counseling e di momenti di affiancamento e di osservazione partecipata, capaci di longitudinalità e di farsi forza anche del confronto e dello scambio tra gli stessi genitori.

L’impegno del Centro per le famiglie nei confronti dei neo-genitori

Per un servizio come il Centro per le Famiglie vocato al sostegno del-la genitorialità e delle crisi “evolutive” delle famiglie è decisivo “esserci” quando questa esperienza è al suo esordio, offrendo a madri e padri opportunità di incontro e servizi in quella fase comunque cruciale in cui le persone sperimentano il passaggio “da figli a genitori” (Guidetti, Mo-nini, 1994). Così fin da subito, accanto a servizi e proposte di incontro centrati su criticità e fasi di passaggio diverse dell’esperienza genitoriale come la separazione o l’entrata dei figli nell’adolescenza, un ruolo cen-trale della proposta del Centro per le Famiglie di Ferrara è stato occupa-to da corsi per madri e coppie in attesa, da incontri e gruppi di sostegno dell’allattamento materno, da consulenze individuali e familiari durante il primo anno di vita con il bambino e da conversazioni a tema su dubbi e domande ricorrenti nei primi mesi dell’esperienza come genitori.

Allo stesso modo in una fase successiva, verso la fine degli anni ’90, non appena si sono poste le condizioni in termini di risorse umane ed economiche con l’avvio del progetto regionale InformaFamiglie e del Progetto Comunale Famiglia di Ferrara, l’attenzione alle prime fasi dell’esperienza genitoriale è stata l’idea guida che ha portato da un lato a “specializzare” fortemente l’offerta informativa dello sportello e del sito informafamiglie&bambini rispetto a contributi e servizi per i genitori dei

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bambini piccoli e dall’altro a implementare progetti di conciliazione tra lavoro e impegni di cura dei genitori.

L’alleanza strategica tra Centro per le Famiglie e Centri Bambini e Genitori

La collocazione fisica dell’InformaFamiglie e del Centro per le Fami-glie di Ferrara all’interno dello stesso grande edificio dell’ex Acquedotto monumentale che ospita il Centro Bambini e Genitori Isola del Tesoro e il Coordinamento dei Servizi educativi integrativi, simboleggia bene peraltro la fortissima integrazione che nella realtà ferrarese è stata sem-pre cercata tra servizi di sostegno alla genitorialità e servizi educativi di compresenza per adulti e bambini insieme.

Sul versante del Centro per le Famiglie, la scelta di apparentarsi fin dall’inizio con i servizi di area educativa ha significato enfatizzare nell’agi-re del Centro la dimensione di sostegno alle “capacità” genitoriali rispet-to a quelle tradizionalmente valutative e di controllo delle “competenze” genitoriali proprie del servizio sociale. Tale scelta ha trovato riscontro in un movimento altrettanto deciso da parte dei servizi integrativi ferraresi che, non a caso, hanno sempre deliberatamente evitato di connotarsi come centri “gioco” in quanto la dimensione ludica tout court è sempre apparsa fortemente riduttiva rispetto alle potenzialità di supporto alla relazione genitori-figli che indubbiamente costituisce il tratto insieme peculiare e il valore aggiunto di tali servizi (Cambi, Monini, 2008).

Né la vicinanza fisica e organizzativa tra i due servizi né la sottolinea-tura della comune dimensione relazionale sarebbero però state sufficien-ti a far dialogare così intensamente Centro per le Famiglie e Centri Bam-bini e Genitori se anche questi ultimi non avessero compiuto la stessa scelta di valorizzare al massimo le prime fasi dell’esperienza genitoriale. Tale scelta, pur inscritta nel dna dei servizi educativi integrativi ferraresi fin dall’apertura del primo Centro Elefante Blu nel 1993, si è via via con-solidata nel tempo facendo di fatto del lavoro con adulti e bambini nel primo anno di vita il vero cuore tecnico ed educativo di questi servizi, in quanto luogo di massimo interesse della relazione tra genitori e figli (Monini, 2003).

Così grazie anche all’insegnamento di Elinor Goldsmith, il Gruppo Piccolissimi è diventato un appuntamento settimanale imprescindibile di ogni Centro Bambini e Genitori ferrarese e, insieme alla proposta dei corsi di massaggio infantile ripresi dall’esperienza Aimi e rielaborata in forma sempre più originali dalle educatrici dei servizi integrativi

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ferrare-si, suggella e completa un insieme coerente di proposte di incontro e ser-vizio in grado di accompagnare con continuità i genitori dalla gravidan-za (con i gruppi diventare genitore e accompagnamento alla nascita del Centro per le Famiglie) fino all’ingresso dei figli nelle scuole elementari, passando attraverso i Gruppi da Uno a Tre e le altre proposte educative pomeridiane di compresenza per bambini e adulti.

Due progetti innovativi che mirano a costruire una rete di protezione attorno alla nascita

L’attenzione al diventare genitori e ai bisogni dei neo-genitori a ridos-so della nascita e nel periodo immediatamente successivo che da tempo caratterizzano nel ferrarese l’area genitorialità (corsi di accompagna-mento alla nascita e consulenze su allattaaccompagna-mento e primo anno di vita) e informativa (Informafamiglie e contributi per la conciliazione) del Cen-tro per le famiglie nonché i Centri Bambini e Genitori comunali (Grup-pi Piccolissimi e corsi di massaggio infantile), dal 2007 in avanti hanno sempre più caratterizzati anche gli interventi ed i progetti della terza area di attività del Centro per le famiglie, quella dedicata allo “sviluppo delle risorse familiari e comunitarie”.

Due nello specifico i progetti promossi e coordinati dal Centro per le Famiglie ferrarese rispetto alla neogenitorialità: i Corsi di italiano per mamme straniere con bambini piccoli e il Punto d’Ascolto e Sostegno “Ben arrivato... piccolo mio!”, per neogenitori in situazioni di partico-lare fragilità al momento della nascita e al rientro a casa dopo il parto.

Le madri straniere di recente immigrazione nel nostro Paese assom-mano a difficoltà di integrazione e linguistiche comuni a molti stranieri i vincoli specifici della condizione materna, specie se esercitata nei con-fronti di bambini appena nati e comunque non ancora scolarizzati. Da qui l’avvio di una proposta originale che da un lato prevede l’insegna-mento della lingua italiana e dall’altro l’accoglienza di madri e bambini negli ambienti e con il personale educativo dei Centri Bambini e Genito-ri (Guidetti, Orsoni, 2010).

La sperimentazione del Punto d’Ascolto e Sostegno è stata avviata suc-cessivamente ai corsi di italiano per madri straniere e si è caratterizzata da subito per l’incontro tra servizi e competenze disciplinari diverse accomu-nati dall’obiettivo di realizzare forme di intervento insieme precoci (grazie in particolare al raccordo realizzato con il reparto maternità dell’ospedale cittadino) e longitudinali, in grado quindi di accompagnare per più mesi e

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con modalità fortemente personalizzate genitori e famiglie in difficoltà at-traverso colloqui di counselling, visite domiciliari, piccoli gruppi di gioco per mamme e bambini e momenti di incontro di parola con le operatrici3.

Per iniziativa certamente del Centro per le Famiglie, ma grazie so-prattutto ad una consolidata alleanza con la rete dei servizi educativi di compresenza e, da ultimo, con i servizi sanitari di area materno-infantile, territoriali ed ospedalieri, il Punto d’Ascolto disegna e rende concreta-mente fruibile per i neo-genitori ferraresi una serie articolata di interventi intorno alla nascita che davvero può aspirare a rappresentare un fattore di “protezione” importante ed efficace del benessere delle esperienze ge-nitoriali e delle relazioni genitori-figli fin dalle decisive fasi iniziali. Una rete di opportunità che si è voluto “discreta”, e quindi mai invasiva, che può e deve essere vissuta da madri e padri alla stregua di una risorsa che aiuta a “normalizzare” gli aspetti di criticità e ad attraversare meglio gli inevitabili momenti di difficoltà che l’esordio dell’esperienza genitoriale indubbiamente riserva; una rete che in nessun caso comunque “lega” o controlla, né interferisce con le scelte individuali e familiari, ma che può al contrario offrire occasioni per condividere con altri i propri vissuti e, al bisogno, può far sentire i genitori meno soli e realmente accompagnati.

Il Punto d’Ascolto e Sostegno, obiettivi, protagonisti e servizi

L’idea di dar vita ad un servizio innovativo e sperimentale quale il Punto d’Ascolto e di Sostegno “Ben arrivato …piccolo mio!” ha comin-ciato a prendere forma nella primavera 2008 all’interno del tavolo dei Piani della Salute della città di Ferrara dedicato a programmi di preven-zione della depressione femminile, dove sono stati largamente condivisi tre obiettivi di fondo: prevenire la solitudine e la depressione delle madri dopo il parto; realizzare un intervento pluriprofessionale finalizzato a sostenere i genitori in difficoltà a prendersi cura e accudire il proprio bambino nel primo anno di vita; orientare i genitori ad un efficace utiliz-zo dei servizi territoriali, sanitari, sociali ed educativi.

Il Punto d’Ascolto e Sostegno apre così le proprie attività con i genitori alla fine del 2008, grazie anche alle risorse rese disponibili

3 Nella prima fase di sperimentazione, il Punto d’Ascolto ha realizzato 200 colloqui

di counselling, 88 consulenze telefoniche e 61 visite domiciliari, oltre a 31 incontri di gruppo, cui hanno preso parte complessivamente 352 madri.

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dall’Accordo di collaborazione tra Centro per le Famiglie comunale e Consultori familiari dell’Azienda USL, fortemente voluto dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere la genitorialità.

La sede operativa del nuovo servizio viene individuata nel Centro per Bambini e Genitori Piccola Casa, un servizio educativo integrativo del Comune di Ferrara per famiglie con bambini di età 0-24 mesi situato in una casa di civile abitazione di un popoloso quartiere della zona sud della città e vede da subito la collaborazione di cinque diversi servizi, co-munali e sanitari. Per il Comune di Ferrara sono infatti coinvolti Centro per le Famiglie e Centro per Bambini Genitori Piccola Casa (entrambi parte dell’U.O. Politiche Familiari e Genitorialità), assieme a Pediatria di Comunità, Consultorio Salute Donna e Servizio di Psicologia Clinica dell’Azienda Usl.

Il personale del Punto d’Ascolto e Sostegno4 vede la compresenza di

4 operatrici, tutte peraltro impegnate nel progetto solo per una porzione limitata del proprio tempo lavoro: un’ostetrica, un’assistente sanitaria, una psicologa e un’educatrice d’infanzia.

Nel corso dell’estate 2009 il progetto si è arricchito di un’importante collaborazione con i reparti ospedalieri di maternità e neonatologia che sono stati dapprima coinvolti nella realizzazione di un’indagine cono-scitiva sui bisogni materni al rientro a casa dopo il parto con oltre 300 questionari compilati dalle madri prima della dimissione della maternità (De Francesco, Cuoghi, 2010) e successivamente in un protocollo di col-laborazione che ha consentito l’avvio all’inizio dell’estate 2010 di un ine-dito intervento domiciliare da parte delle operatrici del Punto d’Ascolto supportate dal personale ostetrico dell’ospedale.

Dall’estate 2011, in relazione soprattutto allo sviluppo degli interven-ti domiciliari, è stato possibile incrementare il monte ore a disposizione del progetto da parte di gran parte delle operatrici che attualmente dedi-cano al Punto d’Ascolto un numero variabile da 10 a 12 ore a settimana. Da settembre 2011 il servizio accoglie così mamme e bambini al martedi e al giovedì mattina, dalle ore 9.30 alle 12.30, e al mercoledì pomeriggio, giornata in cui una volta al mese si tengono, dalle ore 15.00 alle 17.30,

4 Lo staff delle operatrici del Punto d’Ascolto e Sostegno “Ben Arrivato... piccolo

mio!” è attualmente composto dalla coordinatrice del progetto Laura de Francesco (Psi-cologa del Centro per le Famiglie), da Nadia Migliari (educatrice comunale del Centro Bambini e Genitori “Piccola Casa”), Fabrizia Mantovani (ostetrica del M.O. Salute Don-na dell’Ausl di Ferrara) e Valeria Castellari (assistentie sanitaria del M.O. Pediatria di Co-munità dell’Ausl di Ferrara, supportata al bisogno da Floriana Piola e Alessandra Amà).

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anche incontri di gruppo con i genitori. Le visite domiciliari iniziate nel-la tarda primavera 2010 dopo nel-la firma dell’accordo tra Comune, Azienda Usl ed Ospedale avvengono prevalentemente (anche se non esclusiva-mente) nelle stesse giornate, mentre la presenza presso il reparto mater-nità è assicurata a giorni alterni, tre mattine alla settimana.

Le modalità di accesso prevalente al Punto d’Ascolto e Sostegno è su appuntamento ma al martedì mattina i genitori possono accedere libera-mente al servizio anche senza di esso, mentre per gli incontri di gruppo pomeridiani è richiesta una prenotazione telefonica.

Il tipo di servizio offerto ai genitori dal Punto d’Ascolto varia a secon-da dei casi: può limitarsi a un solo momento oppure prevedere, dopo un primo incontro, contatti ripetuti che si prolungano nel corso del primo e del secondo trimestre di vita del bambino. La relazione con le operatrici prevede incontri di counselling, prevalentemente centrati sullo scambio di parola, consulenze specifiche su diverse problematiche come l’allat-tamento, colloqui telefonici e visite domiciliari, incontri a tappeto con il proprio bambino (anche per piccolissimi gruppi di due o tre mamme con bambini della stessa età) oppure incontri a tema condotti dalle operatrici il mercoledì pomeriggio per gruppi più ampi di genitori su tematiche di-verse ma sempre attinenti i primissimi mesi di vita con il bambino: sonno, allattamento e svezzamento, le relazioni di coppia dopo il parto, il gioco e lo sviluppo psico-motorio del bambino nei primi mesi di vita ecc..

I colloqui di counseling, gli incontri individuali e di piccolo gruppo a tappeto si tengono nei locali della Piccola Casa, in ambienti arredati con cura per accogliere insieme adulti e bambini piccoli; lo stile di accoglien-za delle operatrici è competente ma al tempo stesso caldo e informale.

Le visite domiciliari delle operatrici del Punto d’Ascolto avvengono di norma entro dieci/quindici giorni dal rientro a casa e sono concordate con le donne e il personale del reparto dall’assistente sanitaria e dalla psicologa del Punto d’Ascolto che per questo si recano in ospedale alcu-ne mattialcu-ne la settimana. Sono offerte in particolare alle madri sole, alle madri di gemelli, alle partorienti con meno di 18 anni e alle primipare oltre i 40 anni, alle madri di nati con prematurità lieve, quando sono presenti problematiche sanitarie nella madre o nel bambino oppure a nuclei con fragilità socio-economiche e/o culturali.

Formazione e supervisione

Nella fase di avvio del progetto è stata realizzata una prima forma-zione sulla depressione post-partum e i disturbi emotivi in gravidanza e

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puerperio, estesa a tutto il personale operante nei servizi materno infan-tili ospedalieri e territoriali di Ferrara ed ai pediatri di base.

In seguito le attività del Punto d’Ascolto sono state costantemen-te accompagnacostantemen-te da seminari di formazione incostantemen-tensiva e specifica sullo sviluppo del bambino nei primi mesi di vita e principali indicatori di benessere-malessere, i disturbi emotivi in gravidanza e le pratiche di ascolto e counselling con i genitori, finalità e organizzazione delle visite domiciliari.

La sperimentazione del Punto d’Ascolto è stata inoltre accompagnata da incontri e momenti di valutazione da parte del Gruppo Tecnico di Progetto che si incontra regolarmente a cadenza mensile con le operatri-ci. Oltre a questi incontri dedicati a monitorare la sperimentazione nel suo insieme, le operatrici hanno incontri settimanali tra loro alla fine del-la mattinata del martedì e incontri periodici di supervisione sui colloqui di counselling e sulla conduzione delle visite domiciliari5.

Grazie a questa pluralità di momenti formativi e di supervisione le operatrici del Punto d’Ascolto hanno saputo farsi carico nel tempo delle madri che in prevalenza si sono rivolte a loro per dubbi e insicurezze re-lative al primo accudimento, all’allattamento del bambino, ma anche per baby blues o momenti di accentuato sconforto e difficoltà nella gestione quotidiana del neonato o perché in difficoltà a gestire il proprio recu-pero fisico dopo parti particolarmente impegnativi a livello fisico (con tagli cesarei, episiotomie o lacerazioni importanti) o semplicemente per essersi misurate con una propria fragilità maggiore del previsto, perché alla prima gravidanza, o per l’età avanzata, così come per la lontananza dal proprio Paese e dalla propria rete parentale.

Dopo il primo contatto in ospedale e la visita domiciliare, il Punto d’Ascolto è diventato davvero per queste mamme non solo il luogo dove avere colloqui e aiuti specifici quanto l’occasione per uscire in maniera graduale dall’isolamento domestico, accedendo ad uno spazio protetto e accogliente, adatto ai piccolissimi e dove è possibile e gradevole incon-trare anche altre mamme, in occasione degli incontri tematici e dei grup-pi di parola pomeridiani. Per una neo mamma scoprirsi capace di gestire

5 Curano incontri periodici di supervisione delle attività delle operatrici del Punto

d’Ascolto: Cristina Meneghini (psicologa dell’U.O. Psicologia Clinica del DSM dell’Ausl di Ferrara) e Gretel Carli (operatrice dell’area genitorialità del Centro per le Famiglie di Ferrara). La formazione delle operatrici è principalmente realizzata attraverso incontri seminariali periodici di Giovanna Bestetti (psicopedagogista) e Barbara Zapparoli (pe-diatra e neonatologa) dell’Associazione Iris di Milano.

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al meglio il proprio bambino, riuscire a cogliere ad esaudire le richieste del neonato, le motivazioni dei diversi pianti del piccolo, la rende ogni giorno più abile e sicura di sè, e la buona sintonia tra mamma e bambino fa si che la mamma sia sempre più in grado di occuparsi sia del bambino che di se stessa in maniera adeguata, riscoprendo le proprie risorse e sentendosi appagata e soddisfatta dalla relazione con il suo piccolo.

Criticità e punti qualificanti della sperimentazione

Il fatto che il Punto d’Ascolto si sia caratterizzato fin dall’inizio come un servizio nuovo dal carattere spiccatamente sperimentale ha consen-tito un notevole investimento di risorse e di attenzioni da parte di tutti i servizi coinvolti.

Questo impegno si è concretizzato, oltre che nella messa a dispo-sizione del personale direttamente impegnato nella realizzazione degli interventi per i genitori, nel garantire il lavoro di un composito Gruppo Tecnico di Progetto6 che si è fatto carico prima della progettazione e, in

seguito, di monitorare passo passo l’evolvere degli interventi, affrontan-do le difficoltà e correggenaffrontan-do in itinere i problemi che di volta in volta si evidenziavano.

Le criticità maggiori, peraltro attese, hanno a lungo riguardato da un lato l’esiguità del monte ore che fino all’estate 2011, per ragioni sia orga-nizzative che economiche, i singoli servizi hanno potuto ritagliare per il proprio personale impegnato nel Punto d’Ascolto, dall’altro la difficoltà da parte di ognuno di essi di confrontarsi con culture e linguaggi profes-sionali completamente diversi da quelli di appartenenza.

D’altra parte proprio questa era la sfida della sperimentazione: costruire un nuovo servizio pluriprofessionale a sostegno delle neo mamme, capace di un approccio pluridisciplinare, sanitario e psico-educativo insieme. Un

6 Il Gruppo Tecnico di Progetto del Punto d’Ascolto e Sostegno “Ben arrivato…

piccolo mio!” è attualmente composto da: Patrizia Bondi (Osterica Coordinatrice del Servizio Salute Donna dell’Azienda USL di Ferrara), Chiara Cuoghi (Pediatra, Servizio di Pediatria di Comunità dell’Azienda USL di Ferrara), Laura Tosi (Assistente Sanitaria coordinatrice del Servizio di pediatria di Comunità dell’Azienda USL di Ferrara), Tullio

Monini (Coordinatore Centro per le Famiglie di Ferrara), Bianca Orsoni (Coordinatrice

pedagogica Servizi educativi Integrativi del Comune di Ferrara), Leda Rossi (Ginecolo-ga, responsabile del Servizio Salute Donna dell’Azienda USL di Ferrara) e da Ornella

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obiettivo così ambizioso non può naturalmente dirsi completamente rag-giunto in soli trenta mesi di attività ma, in compenso, la sperimentazione ha comunque già consentito di creare un’area di dialogo e di formazione comune tra servizi che in passato comunicavano solo con grandissima dif-ficoltà e rimanevano sostanzialmente sconosciuti gli uni agli altri.

Un secondo risultato sicuramente di rilievo che il progetto ha per-messo, se non di raggiungere, quantomeno di avvicinare, è poi senz’altro quello di aprire uno spazio di collaborazione, del tutto inedito per la re-altà ferrarese, tra ospedale e territorio, condizione questa comunque ne-cessaria per realizzare quell’incontro precoce con le madri dopo il parto che tutta la letteratura indica come assolutamente necessario a mettere in atto interventi preventivi e di sostegno realmente efficaci.

Orizzonti di lavoro, prospettive di sviluppo e obiettivi quali-quantitativi del Punto d’Ascolto ferrarese

Obiettivo esplicito del nuovo servizio è raggiungere e sostenere quel 15% di madri che mediamente la letteratura indica come la percentuale in cui nei primi mesi dopo la nascita si determinano difficoltà emotive e relazionali significative e meritevoli quindi di attenzioni e supporto. Dal momento che sul territorio comunale ferrarese si registrano attualmente circa 1000 nascite l’anno ciò significa incontrare circa 150 nuove madri l’anno, un obiettivo ancora non completamente raggiunto dal momen-to che il Punmomen-to d’Ascolmomen-to raggiunge attualmente solo il 10% di tutte le famiglie ferraresi in cui nasce un nuovo piccolo ma che l’ampliamento del servizio realizzata a settembre 2011 consente di considerare concre-tamente a portata di mano nel corso del prossimo anno.

Al di là del dato meramente quantitativo, appare decisivo raggiunge-re traggiunge-re obiettivi qualitativi senza i quali l’intera sperimentazione rischie-rebbe di perdere valore: occorre fare in modo e verificare nel tempo che le madri che accedono al Punto d’Ascolto appartengano effettivamente alla popolazione materna più “a rischio”, che l’aggancio sia realizzato in modo precoce e che una volta stabilito un primo contatto il nuovo servizio sia in grado di assicurare loro forme di accompagnamento e so-stegno davvero significative ed efficaci, capaci al bisogno di prolungarsi all’interno del primo semestre di vita del bambino.

Da questo punto di vista è certamente decisiva la collaborazione sta-bilita con la Maternità dell’Arcispedale S. Anna, prima con l’indagine conoscitiva realizzata nell’estate 2010, poi con la presenza settimanale

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nel reparto che ha consentito l’avvio delle visite domiciliari (e quindi di avvicinare in modo decisivo l’obiettivo di una presa in carico precoce delle neo-mamme) e più di recente con la collaborazione prestata alla costruzione di una ceck list utilizzata dall’ambulatorio delle gravidanze a termine a partire dall’estate 2011 grazie alla quale è lecito attendersi una sempre maggiore precisione nell’individuazione precoce delle situa-zioni familiari più a rischio e quindi meritevoli di attenzione da parte del Punto d’Ascolto.

Nel corso del 2012 particolare attenzione formativa e operativa verrà infine portata alla costruzione di proposte di accompagnamento in gra-do di sostenere in mogra-do longitudinale, gradito ed efficace le neo-madri nel corso del primo e del secondo trimestre di vita, facendo in modo che la visita domiciliare post-partum rappresenti l’avvio di una relazione capace di sostanziarsi in altri momenti di incontro con le singole famiglie o con piccoli gruppi di genitori e bambini, con modalità e proposte di-verse tra loro e flessibili (dal contatto periodico telefonico ad incontri e colloqui successivi all’interno del servizio, con momenti di piccolo grup-po dedicati al confronto tra i genitori o all’osservazione partecipe dello sviluppo competente del proprio bambino) a seconda dei desideri e dei bisogni delle diverse situazioni familiari.

Riferimenti bibliografici:

Cambi I., Monini T. (a cura di) (2008): I Centri per Bambini e Genitori in Emilia-Romagna, Bergamo: Edizioni junior.

De Francesco L., Cuoghi C. (2010): Dopo il parto. Un’indagine all’Ospedale S. Anna di Ferrara, GIFT QUADERNI, n. 12, pp. 23-30.

Guidetti L., Monini T. (1994): Da figli a genitori, GIFT QUADERNI, n. 1, pp. 20-27

Guidetti L., Orsoni B. (2010): I corsi di italiano per madri straniere con bambini piccoli, Ferrara, Comune di Ferrara.

Monini T. (2003): Il valore strategico dei Gruppi Piccolissimi nei servizi di com-presenza bambini-genitori, GIFT QUADERNI, n. 6, pp. 30-31.

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