INTRODUZIONE
I tumori della tiroide sono relativamente rari, ma la loro incidenza è in aumento nell’ultima decade del 34% nelle donne e del 17% negli uomini. Dall’analisi del grande data-base oncologico SEER risulta che i pazienti con neoplasie tiroidee presentano a 25 anni una probabilità del 16% di sviluppare una seconda neoplasia. Per contro le metastasi renali da carcinomi tiroidei sono raramente descritte, con meno di 20 casi nella letteratura in lingua Inglese, ma circa 30 casi riportati nella letteratura Giapponese, data la frequenza locale di queste neoplasie.
Le neoformazioni renali solide in pazienti già sottoposti a tiroidectomia per tumore rappresentano una patologia emergente.
MATERIALI E METODI
Nel periodo 2011-2015 undici pazienti (4 F, 7 M) di età compresa tra 38 e 75 anni (media 59,7) , tutti precedentemente sottoposti a tiroidectomia radicale per neoplasie tiroidee (5 carcinomi papillari, 3 midollari, 1 follicolare , 1 a cellule ossifile, 1 scarsamente differenziato) hanno presentato masse renali solide alla TC di controllo periodica, dopo una media di 9 anni (range 0,6-24).
I 3 pazienti con k. midollare erano già stati trattati con inibitori delle tirosin-chinasi, i restanti 8 con radioiodio.
RISULTATI
E’ stata effettuata una terapia chirurgica delle neoformazioni renali, dieci in stadio pT1a e una pT1b, che è consistita nella enucleoresezione a cielo aperto in 8 casi, laparoscopica robot-assistita in 2 e nella
nefrectomia in un soggetto con tumore ilare. L’esame istologico ha dimostrato 2 metastasi renali da carcinoma tiroideo (uno midollare, uno a cellule ossifile), 7 neoplasie renali a cellule chiare, un carcinoma cromofobo e un oncocitoma. Con un follow-up medio di 20 mesi (a febbraio 2015) non si sono evidenziate ulteriori recidive renali, e tutti i pazienti sono viventi, 2 senza evidenza di metastasi di tumore tiroideo, 2 con persistenza biochimica di malattia, 7 con metastasi sistemiche quiescenti e 4 con metastasi attive in trattamento (2 con I131, 2 con Vandetanib).
CONCLUSIONI
Dal momento che i pazienti presentati in questo studio hanno un follow-up prolungato (media 9 anni), è improbabile che questa associazione rifletta semplicemente una sorveglianza medica più accurata L’aumentata incidenza delle neoplasie tiroidee da un lato, ed i progressi nelle tecniche di immagine
utilizzate nel follow-up oncologico dall’altro hanno condotto al riscontro di una patologia renale emergente di cui gli Urologi devono tenere conto.