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Uno Stato africano nell'Impero britannico. Il Lesotho tra guerra civile e guerra sudafricana, 1897-1903.

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INDICE

p. 2 Capitolo 2. La guerra civile 1. Una partita a tre, 1884-1897 p. 15 1. Il chobeliso

p. 21 2. Una guerra tra fratelli

p. 26 3. Due nuove fonti sulla guerra civile p. 36 4. La sentenza di condanna

p. - Capitolo 3. Il viaggio di Alfred Milner in Lesotho 1. Un libro per il viaggio e l’incontro sulla frontiera p. - 2. Il pitso

2. 1. Il pitso nel Lesotho di Moshoeshoe. p. - 2. 2. Il pitso di Alfred Milner

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Capitolo 2. La guerra civile

1. Una partita a tre, 1884-1897

Il 17 marzo 1884 Marshall James Clarke, tenente colonnello della Royal Artillery, entrò a Maseru portando con sè Godfrey Yeatman Lagden, che aveva lavorato al suo seguito in Transvaal e in Egitto, e John C. Macgregor1. Il giorno successivo, 18 marzo 1884, un

Ordinanza reale della Regina Vittoria riconobbe l’atto di disannessione del Basutoland britannico dalla Colonia del Capo e notificò la sua assunzione sotto il controllo diretto dell’Impero, nella persona dell’Alto Commissario per il Sudafrica, Sir Hercules Robinson2. A Maseru si archiviarono le figure dell’Agente del Governatore e dei

Magistrati Residenti e venne introdotta una nuova struttura amministrativa, formata da un Residente Commissario e da un gruppo di Commissari Assistenti per i vari distretti3,

per un totale di tredici funzionari, e dalla Basutoland Mounted Police, forte di 159 uomini, di cui diciannove erano europei4.

Il tenente colonnello Clarke divenne il primo Commissario Residente del Basutoland britannico, da questo momento una Colonia della Corona5; Lagden fu nominato

Segretario del Residente, mentre Macgregor, dopo aver servito come ufficiale della

1 TYLDEN G., The Rise of The Basuto, Juta, Cape Town, 1950, p. 188.

2 LAGDEN GODFREY, The Basutos. The mountaineers & their country, being a narrative of events relating

to the tribe from its formation early in the nineteenth century to the present day, 2 voll., Hutchinson &

Co., London 1909, vol. 2, p. 559.

3 TYLDEN, op.cit., p. 187.

4 MACHOBANE L. B. B. J., Government and change in Lesotho, 1800-1966, Macmillan, Maseru-London,

Lesotho-UK, 1990, p. 71. Il dato sulla BMP fornito da Machobane viene ricavato dall’Estimate of Revenue and Expenses, July, 1884 - June, 30, 1885; è pertanto più affidabile di quello riportato da Tylden, che parla di 130 uomini e dieci ufficiali bianchi. TYLDEN, op.cit., p. 191.

5 Lo era già stato brevemente tra il 1868, anno della proclamazione di Wodehouse, al 1871, anno

dell’annessione alla Colonia del Capo. Per riferimenti alle varie realizzazioni storiche della Crown

Colony all’interno dell’Impero britannico, si rimanda a REINHARD W., Storia del colonialismo, Einaudi,

Torino, 2002. Edizione originale Kleine Geschichte des Kolonialismus, Kröner Verlag, Stuttgart, 1966, pp. 118-119; NICOLSON, The Administration of Nigeria, 1900-1960: Men, Methods, and Myths,

Clarendon Press, Oxford, 1977 (1969). p. 35; DARWIN, Unfinished Empire:The Global Expansion of Britain, Penguin, Londra, 2012, pp.214-215.

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“Basutoland Mounted Police”, divenne Commissario Assistente di Leribe6. L’esilità

della struttura amministrativa veniva completata da un bilancio altrettanto esile, con appena 20.000 £ l’anno versate dalla Colonia del Capo in virtù delle tariffe e dei dazi che questa continuava a riscuotere interamente; ad esse si aggiungevano i proventi della tassa sulle capanne7, fissata ad 10 scellini per capanna. Clarke aveva l’ordine di far sì

che le spese non superassero mai le scarne entrate, di assicurare “the protection of life and property, and the mantenance of order on the border”, di incoraggiare tra i Basotho un sistema di governo che facesse rispettare la legge e sistemasse le dispute “intertribali”8.

Si è osservato, giustamente, che in tali condizioni il compito cui era chiamato il “Government of Basutoland9” era di difficile attuazione. Tylden scrisse che Clarke “was

to govern by personal influence and by the power of the name of the Queen, without any force to back up that power”10, echeggiando le parole con cui Lagden stesso

richiamò nel 1909 il suo ingresso in Lesotho di vent’anni prima: “the outlook was far from promising when the agents of the Imperial Government embarked on the task of building up by personal influence alone the broken fabric”11. Il “tessuto strappato” cui

faceva riferimento era la struttura di rapporti tra l’amministrazione britannica, il Morena

e Moholo Letsie I, i principali marena e l’intera comunità dei Basotho, che era andato in

pezzi durante la “Guerra dei Fucili” e che ancora stentava a ricomporsi.

Un fatto rivelatore della situazione in cui i primi funzionari del 1884 si trovarono ad operare fu il pitso, l’assemblea nazionale degli uomini basotho12, con il quale vennero

6 LAGDEN, op.cit., vol. 2, p. 560. 7 LAGDEN, op.cit., vol. 2, p. 560.

8 LAGDEN, op.cit., vol. 2, p. 560; MOCHABANE, op.cit., p. 71; SANDERS PETER, Throwing Down White

Man: Cape Rule and Misrule in Colonial Lesotho, 1871-1884, Merlin Press, London, 2011, pp. 258-259.

9 Il termine, ricorrente nelle fonti e negli studi contemporanei, è da tradursi come “amministrazione” o

“burocrazia”, piuttosto che come “governo”.

10 TYLDEN, op.cit., p. 188. Si vedrà più avanti come la personalizzazione del potere e la figura della

Regina fossero due elementi chiave nel rapporto tra Lesotho e Impero britannico. Infra, Capitolo 2, paragrafo 2.2.

11 LAGDEN, op.cit., vol. 2, p. 562.

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accolti a Maseru. Tra i presenti vi erano il Morena e Moholo Letsie I e i figli, tra cui certamente Lerotholi, ma erano assenti Masupha, Ramanella, Jonathan Molapo e John Molapo13. I primi due marena manifestavano così la propria disaffezione, se non la

propria ostilità, verso qualsiasi forma di amministrazione britannica sul Lesotho; Jonathan e Joel, invece, erano rimasti nel distretto di Leribe, nel nord, dove si combattevano per la successione al padre Molapo14.

I più importanti tra i figli di Moshoeshoe erano stati, quando ancora egli era in vita, i primi tre della prima “casa”, ovvero dalla prima moglie. Letsie, Molapo e Masopha avevano iniziato tre segmenti che erano diventati in seguito i tre lignaggi maggiori, i “lignaggi cardinali” della chiefdom, i cui appartenenti si trovavano nella medesima posizione gerarchica della prima generazione. Hamnett lo descrive in modo efficace: “since ‘the father never dies’ (monna ha a shoele), but lives on in the person of his successor, the three lines simply move forward in parallel lines from generation to generation, never losing their structural relationship to each other or their relative position within the political hierarchy”15.

Le assenze di alcuni dei marena più importanti al pitso del 1884 testimoniavano le tensioni che attraversavano il clan dei discendenti di Moshoeshoe, i Bakoena16, e la

scarsa autorità del Morena e Moholo Letsie. Questi aveva tenuto una posizione ambigua durante la “Guerra dei Fucili”, schierandosi con la Colonia del Capo a favore del disarmo dei Basotho, ma aiutando segretamente i ribelli17, tra i quali figurava uno dei

suoi figli più importanti, Lerotholi, che aveva dato il via alla ribellione, ma si era riallineato al termine dei combattimenti nel 1882. La poca autorevolezza conservata

13 SANDERS, Throwing Down, p. 258.

14 “In November [1882] things came to a head in Leribe district, and the bitter feud between Jonathan and

his half-brother Joel culminated in fighting which went on for three years.” TYLDEN, op.cit., p. 182. 15 HAMNETT IAN, Koena Chieftainship Seniority in Basutoland, Africa: Journal of the International

African Institute, Vol. 35, No. 3, (Jul. 1965), pp. 241-251, il passo è a p. 242. Si avrà modo di tornare più

avanti sullo studio di Hamnett.

16 “With so many splits in the “Sons of Moshoeshoe”, it became difficult to hold a national pitso because

it was almost impossible to reach a consensus which could be enforced.” GILL STEPHEN J., A Short

History of Lesotho. From the late Stone Age until the 1993 elections, Morika Museum & Archives,

Morija, Lesotho, 1993, p. 137.

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venne distrutta quando il predecessore di Clarke, Blyth, lo aveva messo sotto pressione durante una serie di lipitso convocati nel 1883 per discutere le proposte della Colonia sulla fine della guerra. In una di queste occasioni, nel pitso del 29 novembre 1883, Letsie era stato umiliato così profondamente dall’Agente del Governatore da autodefinirsi “a coward, a stupid” e da proporre la propria abdicazione. Ciò spinge Machobane a ritenere che “symbolically at least, at the end of the November 29th pitso he was as good as having abdicated”18. La costruzione di basi solide per

l’amministrazione del Basutoland doveva passare necessariamente per la soluzione della crisi di autorità che stava colpendo il Morena e Moholo19.

Uno dei primi provvedimenti di Clarke riguardò il distretto di Quthing, sulla frontiera meridionale con la Colonia del Capo, abitato principalmente dai Baphuthi, un popolo che, pur rientrando nella nazione dei Basotho20, discendeva dalle comunità nguni che

avevano valicato il Drakensberg nei primi anni Venti dell’Ottocento21. Il loro nkosi

Moorosi era stato un alleato di Moshoeshoe e aveva sempre goduto di un’ampia autonomia, limitata nel 1878 dallo stanziamento di un distaccamento della Basutoland Mounted Police e dai preparativi di Lerotholi per spostarvi 600 dei propri guerrieri22. Il

conflitto era scoppiato quando, all’inizio dell’anno successivo, il magistrato di distretto arrestò Doda, uno dei figli di Moorosi, per il furto di un cavallo: i suoi uomini assalirono la prigione e lo liberarono, il funzionario fuggì oltre il confine e il governo

18 MACHOBANE, op.cit., pp. 62-63. Masopha si oppose fieramente alle decisioni di quel pitso. TYLDEN,

op.cit., p.p 184-186.

19 “Letsie’s prestige had suffered greatly during the Gun War and was at an all time low. His brothers did

not follow his leadership, nor did some of his own sons. He even suggested once that abdication was the only path left to him. As such, his position could only be shored up by the colonial administration.” GILL,

op.cit., p. 135.

20 I Baphuthi scelsero di rimanere sotto l’autorità di Moshoehsoe quando, nel 1869, vennero definite per

l’ultima volta le frontiere del Lesotho sotto l’amministrazione britannica. SANDERS PETER, Moshoeshoe,

chief of the Sotho, Heinemann, London, 1975, p. 307.

21 I Baphuthi erano, quindi, di lingua nguni e non sotho; la loro massima autorità politica era lo nkosi

come tra gli Amazulu e non il morena come tra i Basotho. SANDERS, Moshoeshoe, pp. 37-38;

MACHOBANE, op.cit., p. 51.

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della Colonia del Capo, guidato da Sir Gordon Sprigg e dal Governatore Sir Bartle Frere, inviò le truppe a Quthing23.

La fortezza di Moorosi venne conquistata dopo dieci mesi di assedio, l’anziano capo fu decapitato e la testa esibita a Grahamstown, nella Colonia del Capo; la decisione di Sprigg di confiscare il distretto e redistribuirne il territorio a coloni bianchi affrettò la ribellione dei Basotho e lo scoppio della “Guerra dei Fucili”, nel 1880.

Il primo Commissario Residente di Maseru, Clarke, dovette fare i conti nel 1884 con l’assegnazione di Quthing al morena Nkoebe, uno dei figli di Letsie, una decisione che il Morena e Moholo aveva preso in totale autonomia durante il periodo di transizione dall’amministrazione della Colonia all’amminstrazione della Corona. Nonostante le critiche espresse dal Governo della Colonia, Clarke diede la propria approvazione, ritenendo che ciò avrebbe permesso di tenere sotto controllo una regione di confine distante da Maseru24.

In questo modo, tuttavia, il Commissario Residente confermava anche una pratica che era all’origine della costruzione della chiefdom dei Basotho e risaliva a Moshoehsoe, il collocamento di morena del lignaggio reale Koena, fulcro politico del clan dei Bakoena, nei distretti abitati e controllati da altri clan. Hamnett ha così descritto il fenomeno:

The effect of a placing is to leave formally intact the succession of the chief over whom it is made, but in practice to depress his position, not only because a further link is introduced into the chain that leads from the subject to the Paramount, but also because the newly placed chief requires land and jurisdiction to maintain him, and acquires these, inevitabily, at the expenses of the now subordinate chiefs over whom he is placed.25

Nel caso di Quthing, come si può comprendere, il successo di tale procedimento era assicurato dalla distruzione dell’autorità di Moorosi e della sua famiglia durante la guerra. La scelta di Clarke, in ogni caso, fu il segnale del passaggio da una politica di

23 La “Guerra di Moorosi” è descritta in TYLDEN, op.cit., pp. 126-136; GILL, op.cit., pp. 127-128;

MACHOBANE, op.cit, pp. 51-52; SANDERS, Throwing Down, pp. 92-103; LAGDEN, op.cit., vol. 2, pp. 485-492.

24 TYLDEN, op.cit., pp. 190-191. Clarke scelse di non far valere l’accordo che si era raggiunto sullo

stanziamento di basotho “lealisti” nel distretto, mentre Nkoebe figurava tra i “ribelli” che avevano combattuto contro la Colonia durante la “Guerra dei Fucili”. LAGDEN, op.cit., p. 571.

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attacco e riduzione dei poteri dei marena, com’era stato durante il periodo dell’annessione alla Colonia26, ad una poltica di rafforzamento e di mutuo sostegno con

i marena del lignaggio di Letsie.

La vicenda di Nkoebe dimostra la correttezza di ciò che David Burton ha scritto riguardo a tale commistione, ricercata dal Commissario Residente e dai suoi Assistenti nel tentativo di identificare “Imperial power and authority with traditional leadership”27.

Nonostante non fosse espresso nei “Regolamenti per l’Amministrazione del Basutoland”, emessi durante il 188428, i funzionari britannici conservavano il potere di

insediare un morena che era stato introdotto dagli odiati regolamenti della Colonia del Capo nel 187229. Clarke, infatti, riconobbe l’assegnazione di Quthing a Nkoebe da parte

del Morena e Moholo Letsie attraverso il suo insediamento ufficiale come morena del distretto30, inaugurando in questo modo una “doppia procedura” che caratterizzò da lì in

avanti l’esercizio del potere politico da parte del Morena e Moholo, in veste di guida dei Bastoho, e da parte del Commissario Residente, in veste di massima autorità del Basutoland britannico.

L’amministrazione raccolse il primo importante successo nel 1886, quando Masopha decise di porre fine alla sua resistenza passiva verso il nuovo sistema e domandò al Commissario Residente che un funzionario venisse assegnato al distretto di Berea, sul quale il morena esercitava la propria autorità. Si ritiene che questi avesse compreso che i Basotho si stavano ormai abituando al periodo di pace e tranquillità e che non fosse più il momento di opporsi e rivendicare la totale indipendenza, come aveva fatto ancora

26 Se ne fornisce una descrizione accurata ed estensiva in SANDERS, Throwing Down, p. 39-51.

27 BURTON DAVID RAYMOND, Sir Godfrey Lagden: colonial administrator, Thesis, Ph. D. History, Rhodes

University, South Africa, 1989, p. 63.

28 Regulations for the government of Basutoland, (enacted in 1884), LAGDEN GODFREY, The Basutos. The

mountaineers & their country, being a narrative of events relating to the tribe from its formation early in the nineteenth century to the present day, 2 voll., Hutchinson & Co., London 1909, vol. 2, appendice, pp.

659-668.

29 “The appointment of wardmasters was subject to colonial control, which in effect gave the magistrates

the right to appoint chiefs.” SANDERS, Throwing Down, pp. 39-40, rispetto al periodo sotto la Colonia; “He [Clarke] was empowered to appoint chiefs.” MACHOBANE, op.cit., pp. 69-70, dopo la disannessione. 30 “He [Clarke] adopted the alternative, as a matter of high policy, of officially placing the young Chief in

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dopo il 1882, quando si erano concluse ufficialmente le ostilità con la Colonia31. Venne

così fondata la stazione di Teyateyaneng e per la prima volta fu raccolta la tassa sulle capanne nel distretto di Masopha, dove servirono come Commissari Assistenti Lagden e, dopo i primi quattro mesi, Sloley. Il pitso tornò a raccogliere tutti i marena e a rappresentare l’intera comunità dei Basotho32.

La crescita dell’apparato burocratico del Basutoland britannico continuò, dopo la creazione della stazione di Teyateyaneng, con la fondazione delle stazioni di Butha Buthe, nel territorio di Joel Molapo posto a nord di Leribe, e Qacha’s Nek, sul confine naturale con la Colonia del Natal rappresentato dai monti del Drakensberg33. Anche su

questo piano si può notare un certo parallelismo con la crescita dell’estensione del potere del Morena e Moholo, che, oltre a Nkoebe, insediò i Batlokoa dell’alleato Lelingoana nella regione montuosa del nord-est e i figli Rafolatsane e Tlhakanelo a Mohhotlong e Sehong-hong, sull’alto corso del fiume Senqu-Orange34. Nelle

“Lowlands” densamente abitate, tuttavia, il sistema di insediamento dei propri figli era inattuabile perchè avrebbe portato ad uno scontro diretto con marena bakoena potenti come Masopha, Jonathan e Joel.

Il riallineamento di Masopha del 1886 fu, inoltre, la prima, sostanziale, vittoria sul piano dell’autorità che il Commissario Residente riusciva ad estendere sui marena. La mossa del figlio di Moshoeshoe era infatti stata facilitata da uno scontro con Ramanella nel quale erano morti circa cinquanta guerrieri. Entrambi i marena avevano fatto appello a Clarke per un giudizio imparziale e avevano accettato la sua decisione. Entrava quindi effettivamente in vigore l’articolo 1 dei Regolamenti dell’Amministrazione del Basutoland, che conferiva al Commissario Residente la giurisdizione totale sul Lesotho:

The Resident Commissioner is hereby empowered and authorised to hold a Court and to excercise jurisdiction in and adjudicate upon all causes, suits, and actions whatsoever, civil

31 TYLDEN, op.cit., pp. 192-193; LAGDEN, op.cit., pp. 574-576. 32 LAGDEN, op.cit., vol. 2, pp. 575-576.

33 TYLDEN, op.cit., p. 192. 34 GILL, op.cit., p. 133.

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or criminal, within the said territory, such Court to be holden at such places within the said territory as the Resident Commissioner may from time to time appoint.35

Il ruolo del Commissario Residente come pacificatore delle lotte tra le frazioni della

chiefdom fu una delle conquiste di maggiore importanza del periodo di servizio di

Clarke e venne ereditata, in una situazione molto più difficile da gestire, da Lagden quando questi divenne Commissario Residente pro tempore, nel 1894. Se n’era avuto un saggio già nel 1884, non appena i primi funzionari britannici erano giunti a Maseru, a causa dei combatti sanguinosi che erano scoppiati a Leribe tra Jonathan e Joel Molapo. Lagden era dovuto accorrere nel nord, in rappresentanza del Commissario Residente e affiancato da emissari del Morena e Moholo, per frapporsi tra le parti in lotta e ordinare loro di deporre le armi36.

Ne beneficiava, indirettamente, l’autorità di Letsie, che nel 1888 diede un inequivocabile segno di ripresa convocando un pitso a Morija, sede della Société des Missions Évangéliques de Paris in Lesotho, per discutere la questione del riconoscimento dei matrimoni contratti secondo l’usanza sotho del bohali, ovvero il trasferimento di un’ammontare di capi di bestiame dalla famiglia dello sposo a quella della sposa37.

La questione, come ha ricostruito Machobane, si intrecciava strettamente a quella del potere dei marena sotho, perchè le figlie femmine trovavano invariabilmente marito e garantivano al morena un costante afflusso di bestiame38. Moshoeshoe aveva introdotto,

inoltre, l’uso del sethaba-batha, cioè l’imposizione di una tassa in bestiame sui propri

35Regulations for the government of Basutoland, (enacted in 1884), LAGDEN GODFREY, The Basutos. The

mountaineers & their country, being a narrative of events relating to the tribe from its formation early in the nineteenth century to the present day, 2 voll., Hutchinson & Co., London 1909, vol. 2, appendice, p.

659.

36 LAGDEN, op.cit., vol. 2, p. 566.

37 Si trattava del corrispettivo del lobola in uso tra i popoli nguni. Hugh Ashton ha fornito una descrizione

di questa usanza durante il suo periodo di lavoro sul campo tra i Basotho, a metà anni ’30 del Novecento, mentre Patrick Duncan ha contribuito all’inquadramento giuridico di questo aspetto, come molti altri, all’interno delle “leggi e usi tradizionali” Sotho. ASHTON EDMUND HUGH, The Basuto: a social study of

traditional and modern Lesotho, Oxford University Press, London, 1967, prima edizione 1950, pp. 62-87;

DUNCAN PATRICK, Sotho Laws and Customs, Morija Museum & Archives, Morija, Lesotho, 2006, prima

edizione 1960, pp. 19-42.

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uomini per raccogliere il bohali per la moglie principale, che diventava così la “madre della nazione”39. L’istituto aveva quindi un ruolo sia nel garantire il potere economico

dei marena, sia nel formare rapporti di fedeltà e doveri tra questi, la loro discendenza principale e gli uomini che vivevano sotto la loro autorità.

I missionari evangelici si erano dimostrati sempre contrari al bohali, ritenendolo incompatibile con il cristianesimo, e dopo l’annessione alla Colonia avevano premuto sui funzionari britannici, senza successo, affinchè fosse vietato per legge40. Ve ne erano

alcuni, tuttavia, che avevano pienamente compreso l’importanza che esso aveva per i

marena: fu il caso di Émile Rolland, che nel 1868 consegnò all’Alto Commissario

Philip Wodehouse un memorandum in cui indicava l’abolizione del bohali tra le misure necessarie per abbattere il potere politico basotho41.

Il pitso del 1888 non li vide cambiare posizione, ma diede invece ufficialità all’apertura da parte delle missioni anglicane e delle missioni cattoliche degli Oblati di Maria Immacolata, purchè il matrimonio non fosse imposto contro la volontà della donna42. In

tale occasione, senza che vi fossero assenze degne di nota, si stabilì che i matrimoni con

bohali fossero pienamente riconosciuti, dimostrando pubblicamente che la nuova

amministrazione britannica non aveva alcuna intenzione né di alterare le pratiche consuetudinarie dei Basotho, né di colpire il potere dei marena43.

Al di fuori dei confini del Basutoland, nel frattempo, due eventi avevano gettato le basi per una trasformazione di lungo periodo nella posizione dei Basotho all’interno del sistema economico sudafricano. La ferrovia aveva raggiunto Kimberley nel 1885 e nel

39 MACHOBANE, op.cit., p. 6.

40 SANDERS, Throwing Down, pp. 49-50.

41 Machobane ritiene che il memorandum, ignorato da Wodehouse in virtù dei suoi buoni rapporti con

Moshoehsoe, fosse stato ripreso negli anni successivi dai funzionari della Colonia. MACHOBANE, op.cit.,

pp. 62-65.

42 Gli Oblati di Maria Immacolata, peraltro, avevano già raggiunto questa posizione durante gli anni ’60 e

il loro Vicario Apostolico, Allard, insieme con il missionario Joseph Gérard, l’avevano comunicata a Moshoeshoe. “Dans notre entretien avec Moshoeshoe nous avons parlé du mariage contracté avec don de bestiaux. De l’avis de Mgr je lui ai dit: nous ne voyons pas qu’il soit défendu de donner des bestiaux à l’occasion d’un mariage; il n’y a pas de péché en soi-même, c’est-à-dire à la chose elle-même.” FERRAGNE MARCEL, Le père Gérard nous parle, 4 voll., The Social Centre, Roma, Lesotho, 1969, Vol. 2,

Son prèmier sejour à Roma, 1862-1875, p. 39, annotazione del 6 gennaio 1866.

43 Come si era ritenuto riguardo ai funzionari della Colonia del Capo, al punto da far parlare, per

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1892 raggiunse Johannesburg, permettendo l’importazione di cereali nordamericani e australiani che resero sempre più difficile vendere il raccolto del Lesotho44. In secondo

luogo, la scoperta nel 1886 dell’oro nel Witwatersrand, nella Repubblica Sudafricana, tornò a fare aumentare il numero di Basotho che attraversavano il confine con lo Stato Libero d’Orange, fino ai 30.000 all’anno dopo il 189045. Anche per questo motivo, nel

1888 si raggiunse l’importante accordo con l’Orange su un Trattato di Estradizione, benchè l’inadeguatezza delle polizie di frontiera rendesse ancora possibile, per marena come Masopha, inviare uomini armati oltre confine per catturare basotho che fuggivano dalla giustizia del morena46.

Gli anni Novanta videro il Commissario Residente impegnato ancora maggiormente a stemperare le tensioni e a pacificare le lotte tra i “Figli di Moshoeshoe”. Nel 1890 una visita dell’Alto Commissario Sir Henry Loch, ricevuto da 15.000 Bastoho armati a cavallo47, sembrò gettare le basi per un nuovo organismo politico, un Consiglio

presieduto dal Morena e Moholo e formato da nove nominati dall’amministrazione, incluso il Commissario Residente, e quarantadue persone nominate dai principali

marena. Il progetto risaliva ad un’idea di Scanlan, primo ministro del Capo subito dopo

la “Guerra dei Fucili”48, e veniva ora sostenuto con convinzione dal Commissario

Residente Clarke49.

Il divampare di una nuova guerra tra Joel e Jonathan, nel nord, costrinse l’amministrazione britannica ad archiviare temporaneamente le questioni

44 GILL, op.cit., p. 144. 45 TYLDEN, op.cit., p. 197. 46 TYLDEN, op.cit., p. 193.

47 BURTON, op.cit., pp. 83-84, dove si colloca erroneamente il viaggio nell’aprile 1891, e pp. 100-101,

dove si riporta aprile 1890; TYLDEN, op.cit., p. 195; LAGDEN, op.cit., vol. 2, pp. 577-579.

48 In tale occasione si era parlato di “a Council of Advice to be constituted of Chiefs and headmen with

power to suggest alterations in laws”, come riporta Lagden nella sua sintesi delle proposte di Scanlan che vennero presentate da Blyth nei lipitso del 1883. LAGDEN, op.cit., vol. 2, pp. 541-542.

49 Contro tale progetto si era manifestata da subito l’opposizione di una parte dei marena, mentre Letsie

aveva dato il suo appoggio. Si capisce che, nelle intenzioni dell’amminsitrazione britannica, tale Consiglio avrebbe dovuto sostituire il pitso. Per una ricostruzione della storia del progetto del National Council, vedi TORRANCE DAVID E., Britain, South Africa, and the High Commission Territories: An Old

Controversy Revisited, The Historical Journal, Vol. 41, No. 3 (Sep., 1998), pp. 751-772, in particolare pp. 149-154. Si osserverà nel prossimo capitolo il declino del pitso e l’introduzione del nuovo Consiglio.

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“costituzionali” per dedicarsi al riaccendersi delle tensioni tra i “Figli di Moshoeshoe”. Ancora una volta Lagden, in veste di Commissario Residente pro tempore durante l’assenza di Clarke, dovette recarsi a Leribe per fermare i combattimenti e giudicare i colpevoli delle uccisioni, assistito da Lerotholi che agiva da reggente durante gli ultimi mesi di vita del padre. Le sentenze vennero espresse da un tribunale presieduto da Lagden, in presenza di Lerotholi e dei circa 12.000 basotho armati dei due schieramenti in lotta50. Non si può concordare con Tylden, che definisce tale incontro un pitso e lo

inserisce tra le occasioni in cui la pretesa dei basotho di assistere in armi ad ogni incontro pubblico rappresentò un considerevole fattore di rischio51. Lagden stava

operando secondo i poteri conferitigli dai Regolamenti del 1884, anche se l’effettiva ambiguità di tale incontro, che avrebbe potuto essere sia un pitso del Morena e Moholo, sia un tribunale del Commissario Residente, conferma ancora una volta la commistione tra potere politico basotho e amministrazione britannica che fu il segno distintivo impresso da Clarke sul Basutoland.

Alla morte di Letsie, nel 1891, tornò a dare preoccupazioni Masopha Moshoeshoe, terzo attore esterno alla coppia formata dal Commissario Residente e dal Morena e Moholo. Secondo la legge di successione della chiefdom basotho, l’erede era il primogenito maschio della “moglie principale” che si era sposata con il sethaba-batha, o, in assenza di maschi, il figlio più anziano della “seconda casa”. Va notato, tuttavia, che tale meccanismo venne confermato soltanto nel 1903, con uno dei primi provvedimenti del nuovo Basutoland National Council, sancendo a posteriori la successione di Lerotholi a Letsie e il principio della successione entro la linea maschile52. Moshoeshoe, al

contrario, aveva cercato di stabilire il principio che l’erede dovesse appartenere alla “prima casa” e aveva fatto sì che la primogenita di Letsie, Senate, sposasse il cugino e

50 LAGDEN, op.cit., vol. 2, p. 579.

51 “The privilege of coming armed to all public meetings was jealously clung to by the older men of the

tribe. They still contented that to make a man show himself unarmed at any great public function was equivalent to forbidding a bull to have horns.” TYLDEN, op.cit., p. 195.

52 “Succession is thus through the male line only.” DUNCAN, op.cit., p. 44. “The chieftainship is

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primogenito di Molapo, Joseph. Il figlio di quest’unione, Motsoene, era stato quindi proclamato erede di Letsie durante un pitso da Moshoeshoe in persona53.

Nel 1891, tuttavia, Lerotholi si trovava in una posizione di vantaggio, sia grazie ai rapporti con l’amministrazione britannica che gli avevano conferito un ruolo di primo piano, sia a causa di un’evidente incapacità a governare di Motsoene, che sembrava avere ereditato in parte l’infermità mentale del padre54. Lagden riporta che Letsie

designò Lerotholi suo erede durante gli ultimi mesi di vita55, ma se la successione non

venne contestata fu perchè l’amministrazione britannica, in particolare Clarke dietro consiglio di Lagden, fece pressioni su Jonathan Molapo e Masopha affinchè riconoscessero pubblicamente il nuovo Morena e Moholo56. Benchè non se ne abbia

notizia, per l’insediamento di Lerotholi bastò che questi non si opponessero, insieme alla manifestazione dell’appoggio britannico, dei figli e dei fratelli più giovani Bereng e Theko. Non v’è dubbio, tuttavia, che le consuetudini in vigore tra i sotho della valle del Mohokare permettessero ad alcuni di considerare illegittima la successione di Lerotholi. Diversamente da quanto lascerebbero intendere la precisione dell’articolo sulla successione delle “Leggi di Lerotholi” del 1903 e la decisione di Moshoeshoe di un quarantennio precedente, l’insediamento di un morena dipendeva anche dalla popolarità e dall’abilità dei pretendenti57, due elementi in grado di forzare qualsiasi “principio” di

successione. Nel 1891 l’abilità e la popolarità erano senza dubbio dalla parte di Lerotholi, ma le circostanze della sua successione continuarono ad indebolirlo per quasi un decennio.

Quando, nel 1893, Clarke lasciò l’amministrazione del Basutoland per un incarico nello Zululand la collaborazione tra Commissario Residente e Morena e Moholo si ripropose nelle persone di Lagden e Lerotholi. Masopha tornò a rappresentare un problema nel 1892, non appena Lerotholi rivendicò il controllo su alcuni pascoli di pertinenza del

53 DUNCAN, op.cit., p. 44; LAGDEN, op.cit., vol. 2, pp. 582-584. 54 BURTON, op.cit., p. 76, LAGDEN, op.cit., pp. 583.

55 LAGDEN, op.cit., vol. 2, p. 583. 56 BURTON, op.cit., p. 77. 57 ASHTON, op.cit., pp. 193-194.

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Morena e Moholo sull’altopiano di Korokoro, nel distretto di Berea, che Letsie aveva

assegnato ad uno dei figli prediletti, Maama. Questi, supportato da Masopha, Joel e altri

marena, rivolse una petizione a Clarke in cui denunciava il comportamento di Lerotholi,

che li privava dei loro diritti e non li governava secondo la legge, ma il favore58.

Il Morena e Moholo reagì nel 1893 muovendo su Korokoro con i suoi uomini in armi, ma, fermato da Lagden, inviò di nascosto il fratello Bereng contro Maama, mentre lui affrontava verbalmente il Commissario Residente. Quando questi venne a conoscenza del comportamento di Lerotholi, convocò una Corte di giustizia in pieno altopiano e decise di punirlo con una multa in capi di bestiame eguale a quella inflitta al fratello59,

ottenendo un risultato che ancora pochi anni prima sarebbe stato impensabile per l’amministrazione britannica del Basutoland60. La crisi si riaccese verso la fine del

1894, quando Maama fece uccidere un messaggero che Lerotholi aveva inviato per chiedere la consegna di alcuni basotho che erano fuggiti dalla giustizia del suo distretto. Lerotholi chiamò a raccolta i suoi armati e marciò nuovamente verso Korokoro, quindi convocò Maama alla Corte del Morena e Moholo per giustificare la propria condotta. Appoggiato da Masopha61, Maama ignorò la convocazione e fortificò la sua posizione,

preparandosi allo scontro.

Avendo bene in mente le crisi degli anni passati, Lerotholi si recò a Maseru per chiedere l’intervento del Commissario Residente, confermandone nuovamente il ruolo di pacificatore delle tensioni tra i marena e di giudice ultimo delle azioni di ogni basotho. La crisi del 1894 dimostrò, tuttavia, che il rapporto tra amministrazione britannica e

Morena e Moholo, consolidatesi le basi gettate da Clarke, era pronto a trasformarsi

ulteriormente. Come si è visto, il compito originario del Commissario Residente era “the protection of life and property”; ciononostante, quando anche il suo intervento a

58 BURTON, op.cit., p. 151. 59 LAGDEN, op.cit., p. 587.

60 Durante il periodo di annessione alla Colonia non si ha notizia di punizioni inflitte al Morena e Moholo.

TYLDEN, op.cit., pp. 196-197. “To punish the Paramount Chief publicly was a risky, certainly an unusual course; but, as that Chief was firmly supported by Government when he behaved lawfully, it seemed highly important to disapprove in a marked manner of his discreditable conduct when it led to dangerous tumult.” LAGDEN, op.cit., p. 587.

61 SAUNDERS CHRISTOPHER (a cura di), Black Leaders in South African History, Heinemann, London,

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Korokoro non sortì alcun effetto su Maama e Masopha, Lagden scelse di non trattenere ulteriormente Lertoholi e avvallò il suo assalto sulle posizioni dei due marena. Si è compreso, d’altronde, che il potere dell’amministrazione britannica era strettamente legato all’autorità che il Morena e Moholo riusciva ad esercitare sui suoi sottoposti, motivo per cui un atto di insubordinazione verso la seconda era al contempo un danno per il primo.

La decisione di Lagden non produsse alcuno spargimento di sangue soltanto perchè, durante i preparativi della battaglia, Maama inviò un messaggero per annunciare che, se gli avessero garantito una scorta dell’amministrazione britannica, si sarebbe consegnato per un processo. Si radunò quindi una Corte di giustizia e, dopo tre giorni di dibattimenti, venne decisa una pesante multa di 100 capi di bestiame per Maama e 200 per i suoi uomini e si confermò il controllo di Korokoro da parte di Lerotholi62.

La vicenda ebbe come risultato, come scrisse più tardi l’ex Commissario Residente, “to stimulate the authority of the Paramount Chief and to subordinate Maama”63, ma

dimostrò che esisteva una fazione che si opponeva a Lerotholi. Il suo capo, in virtù dello

status che gli conferiva l’appartenenza al clan dei bakoena, non era Maama, ma

Masopha Moshoeshoe.

1. Il chobeliso

L’occasione per lo scontro tra Lerotholi e Masopha giunse quando, all’inizio del dicembre 189764, Moiketsi, uno dei figli dell’anziano morena, sconfinò nello Stato

Libero d’Orange con una banda di guerrieri per recuperare una donna mosotho che era fuggita con un uomo e aveva lasciato in Basutoland il marito, uno degli uomini di

62 LAGDEN, op.cit., pp. 588-589; BURTON, op.cit., p. 153. 63 LAGDEN, op.cit., p. 589.

64 La data fornita da Burton sembra più attendibile di quella di Tylden, che colloca il raid in novembre.

TYLDEN G., The Rise of The Basuto, Juta, Cape Town, 1950, p. 198; BURTON DAVID RAYMOND, Sir

Godfrey Lagden: colonial administrator, Thesis, Ph. D. History, Rhodes University, South Africa, 1989,

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Moiketsi. David Burton ritiene che eventi di questo genere fossero comuni65, un

giudizio che trova appoggio nel riferimento di Tylden al Trattato di Estradizione e alla facilità con cui Masopha e altri marena valicavano il confine per recuperare fuggitivi66.

Lo studio di Tshidiso Maloka67, inoltre, conferma che a partire da fine Ottocento il

fenomeno del chobeliso, o “fuga degli amanti”, iniziò a raggiungere dimensioni consistenti. Per meglio comprendere le conseguenze del raid di Moiketsi, pertanto, è opportuno osservare brevemente le istituzioni matrimoniali dei Basotho.

Come si è detto, il matrimonio tradizionale tra due Basotho prevedeva il bohali, un ammontare di capi di bestiame che il futuro sposo doveva donare alla famiglia della sposa, il corrispettivo del lobola dei popoli nguni. Si trattava, tuttavia, di una soltanto delle possibilità per la formazione di una coppia e, a partire dal 1900, divennero sempre più diffuse due forme di violazione del bohali, il bonyatsi e il chobeliso68.

Il primo era un concubinaggio extra-matrimoniale che prevedeva lo scambio di doni, denaro, oggetti, vestiti e cibo. Il bonyatsi poteva avere luogo se uno o entrambi i Basotho interessati erano già sposati e per questo motivo era considerato dai missionari un caso di adulterio; esso era peraltro punito con un’ammenda di due capi di bestiame al marito della donna, triplicata a sei capi nel caso di una gravidanza fuori dal matrimonio. Il chobeliso era invece il rapimento, spesso simulato, di una donna da parte di un Mosotho e la fuga di entrambi per formare una coppia stabile. La famiglia del rapitore doveva informare la famiglia della donna, che pretendeva il pagamento del bohali e vi aggiungeva un’ammenda per il chobeliso, generalmente di sei capi di bestiame. A quel punto la famiglia dello sposo pregava che l’ammenda venisse restituita, e il chobeliso si associava al bohali da conferire alla famiglia della sposa69. Le due parti del pagamento

restavano separate e l’ammenda per il rapimento, pertanto, non veniva restituita in

65 “Evidently, this was a common occurence”. BURTON DAVID RAYMOND, Sir Godfrey Lagden: colonial

administrator, Thesis, Ph. D. History, Rhodes University, South Africa, 1989, p. 206.

66 Vedi supra, p. 11.

67 MALOKA TSHIDISO, Khomo Lia Oela: Canteens, Brothels and Labour Migrancy in Colonial Lesotho,

1900-1940, The Journal of African History, Vol. 38, No. 1 (1997), pp. 101-122.

68 MALOKA, op.cit., pp. 101-106.

69 Il bohali, peraltro, non doveva essere pagato necessariamente tutto il giorno del matrimonio, ma erano

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nessun caso di rottura del matrimonio in cui, al contrario, era prevista la restituzione del

bohali70. Si può osservare, pertanto, che la cultura Sesotho prevedeva un modo per

ricondurre questo secondo caso nell’alveo del matrimonio tradizionale e a riconoscere, in ultima istanza, la coppia così formata come una coppia sposata.

Di fatto, tuttavia, anche il chobeliso rappresentava una violazione del bohali e un elemento di instabilità nelle comunità Basotho, poichè, come il bonyatsi, offriva una soluzione agli uomini che non potevano permettersi di pagare l’intero ammontare di capi di bestiame per sposarsi regolarmente. La crescita demografica sul ristretto territorio degli altopiani pianeggianti del Lesotho settentrionale e la sempre maggiore difficoltà con cui i cereali prodotti su quelle terre potevano essere venduti a prezzi convenienti sul mercato sudafricano diffusero precarietà e conomica e povertà. Accadeva spesso, pertanto, che venisse pagata soltanto l’ammenda del chobeliso e che ci si riufiutasse di pagare anche il bohali71, che poteva arrivare a valere più del doppio72.

Un caso estremo, che provocava la più grave instabilità nella comunità Basotho, era quello in cui il chobeliso si concretizzava nella effettiva fuga della coppia oltre il confine con l’Orange Free State, al di fuori di qualsiasi sistemazione tradizionale. Questa forma di chobeliso era considerata del tutto illegittima perchè sfuggiva al pagamento dell’ammenda e alla riconciliazione tra le famiglie. L’unico modo per porvi rimedio era rintracciare la donna e ricondurla con la forza in Lesotho, all’interno della propria famiglia. Come si può intuire, si trattava dei casi più complicati da risolvere, perchè alle tradizioni Sesotho finiva per sovrapporsi il diritto coloniale britannico e boero che regolava il transito sulla frontiera tra i due Stati.

Maloka riporta che nel 1937 il Consiglio Nazionale del Morena e Moholo chiese al Commissario Residente di contattare le autorità sudafricane per rintracciare e riportare

70 Ivi, p. 22-24.

71 “The common practice was for the boy’s family to pay only the chobeliso fine”, MALOKA, op. cit., p.

104.

72 Duncan riporta che in tempi lontani il bohali consisteva in soli tre capi di bestiame, mentre nel 1873

un’inchiesta condotta dalle autorità della Colonia del Capo giunse alla conclusione che il prezzo più comune fosse tra i 10 e i 15 capi. Negli anni in cui Duncan conduceva le ricerche per il suo lavoro, pubblicato nel 1960, il bohali era salito a 20 capi di bestiame, 10 pecore o capre, un cavallo e un bue da traino. Vedi DUNCAN, op. cit., p. 23.

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in Basutoland le mosotho fuggite73, ma tale soluzione non era ancora stata elaborata a

fine Ottocento. Come si è detto, fu un chobeliso a innescare la crisi che, tra 1897 e 1898, sfociò nella guerra civile tra il Morena e Moholo e Masopha.

Dopo aver recuperato la fuggitiva, infatti, Moiketsi venne intercettato da un commando dello Stato Libero d’Orange, arrestato e condannato al carcere e alla frusta74. Va notato

che il provvedimento, per quanto in linea con il modo di trattare le infrazioni commesse da africani in vigore oltre il Caledon-Mohokare, era di particolare gravità, sia perchè colpiva un bakoena, cioè un membro del clan reale del Lesotho, sia perchè consisteva in una pena corporale, ritenuta dai Basotho così umiliante e grave da essere prevista solo per i casi di stupro75. Moiketsi riuscì, tuttavia, a fuggire dalla prigione con un altro

mosotho prigioniero, Maboka, e raggiunse il villaggio del padre, che lo prese sotto la sua protezione. Lo Stato Libero d’Orange chiese che i due fuggitivi fossero consegnati, ma Lagden e Milner si rifiutarono, adducendo come motivo la mancata firma da parte della Repubblica delTrattato sull’Estradizione76.

Moiketsi, tuttavia, era colpevole sia per le autorità della Repubblica, sia per l’aministrazione del Basutoland britannico, la cui la legge fondamentale, i Regolamenti che erano entrati in vigore nel 1884, conteneva due articoli che vennero toccati dalla vicenda.

[GENERAL]

73 MALOKA, op. cit., p. 104.

74 La vicenda è descritta sinteticamente in BURMAN SANDRA, Masopha c. 1820-1899, in SAUNDERS

CHRISTOPHER (a cura di), Black Leaders in South African History, Heinemann, London, 1979, pp.

112-113; GILL STEPHEN J., A Short History of Lesotho. From the late Stone Age until the 1993 elections, Morika Museum & Archives, Morija, Lesotho, 1993, p. 143. Più consistenti e utili i riferimenti in BURTON, op.cit., pp. 206-217; TYLDEN G., The Rise of The Basuto, Juta, Cape Town, 1950, pp. 197-201.

75 Regulations for the government of Basutoland, (enacted in 1884), Art. 14: “The punishment of

whipping shall not be inflicted for any offence except rape”, LAGDEN GODFREY, The Basutos. The

mountaineers & their country, being a narrative of events relating to the tribe from its formation early in the nineteenth century to the present day, 2 voll., Hutchinson & Co., London 1909, vol. 2, appendice, pp.

659-668.

76 Il punto è critico, perchè Lagden e Milner addussero questa come motivazione, e Burton l’ha accolta,

ma si è visto come un trattato fosse stato effettivamente firmato nel 1888. Si può ritenere, per ora, che ci fossero state irregolarità nella ratifica da parte del Volksraad, il Parlamento di Bloemfontein. BURTON,

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15. Any person domiciled in Basutoland, who shall commit any offence in any place out of Basutoland, may be dealt with in Basutoland, in like manner as if such offence had been committed in Basutoland.

[HUT TAX, POUNDS, PASSES]

6. Every resident of Basutoland shall be provided with a pass signed by the Resident Commissioner or by some people authorised by him to sign passes; and any such person leaving Basutoland without such a pass, shall upon conviction be liable of a fine not ecxeeding twenty shillings.77

Moiketsi doveva pertanto essere processato sia per aver violato le leggi sui pass, sia per aver violato le leggi della Repubblica, ma era il solo Commissario Residente Lagden a detenere la giurisdizione legale sul suo caso, nonostante le proteste dei boeri. Fu su queste basi che il funzionario britannico domandò a Masopha di consegnare il figlio perchè fosse giudicato a Maseru78, andando incontro alla crisi vera e propria quando il

morena si rifiutò di farlo. Di fronte alla resistenza di Masopha, il 5 dicembre Lagden

mise al corrente della questione Lerotholi e Milner, ma appena la notizia del raid e della fuga di Moiketsi si diffuse nello Stato Libero e nella Colonia del Capo, “a cry was raised throughout South Africa for a punitive expedition by British troops”, come riporta Cecil Headlam79. Esclusa sul piano legale l’estradizione richiesta da Steyn, il

Presidente dell’Orange, restavano percorribili la via della soluzione interna, per la quale Lagden aveva bisogno dell’intervento del Morena e Moholo, e la via della spedizione militare, da effettuarsi con le milizie della Colonia o con i soldati imperiali di stanza a Città del Capo.

David Burton fa notare che su questa scelta Milner e Lagden non riuscirono a trovare un accordo e perseguirono politiche contrastanti per tutta la durata della crisi, che venne peraltro risolta grazie alle mosse del Commissario Residente. Mentre questi cercava di

77 Regulations for the government of Basutoland, LAGDEN, op.cit., pp. 661, 663.

78 I Regolamenti, su cui avremo modo di tornare più avanti, assegnavano al Commissario Residente la

giurisdizione totale sul Basutoland. Regulations for the government of Basutoland, Art. 1: “The Resident Commissioner is hereby empowered and authorised to hold a Court and to excercise jurisdiction in and adjudicate upon all causes, suits, and actions whatsoever, civil or criminal, within the said territory, such Court to be holden at such places within the said territory as the Resident Commissioner may from time to time appoint.” LAGDEN, op.cit., p. 659.

79 HEADLAM CECIL (a cura di), Milner Papers. South Africa 1897-1905, 2 voll., Cassel, London,

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convincere Lerotholi della colpevolezza di Moiketsi e della necessità che egli, in quanto

Morena e Moholo, prendesse posizione in modo inequivocabile contro l’atto di

insubordinazione di Masopha80, Milner iniziò a preparare un contingente militare e il 16

dicembre scrisse a Lagden che il rifiuto di consegnare Moiketsi sarebbe stato considerato un atto di ribellione e sarebbe stato seguito da un ultimatum e dall’intervento armato81. Nonostante fosse stato informato da Maseru, dopo una

specifica richiesta, che l’invio di truppe avrebbe con molta probabilità unito tutti i Basotho contro la Colonia, il 6 gennaio 1898 Milner tornò a proporre a Lagden l’intervento militare come una soluzione migliore del compromesso che stava realizzando sul campo82. I tempi necessari per preparare la spedizione erano, tuttavia,

più lunghi di quanto sperato da Milner83, che dovette pertanto assistere alle mosse di

Lagden, cercando di spingerlo ad una maggiore durezza nei confronti dei Basotho. Si comprende facilmente il motivo per cui Lagden cercò in ogni modo di scongiurare tale eventualità. L’ultima volta che le truppe britanniche avevano valicato i confini del Basutoland era stato nel 1880, per sedare la ribellione che era sfociata nella “Guerra dei Fucili”, con l’intento dichiarato di spezzare la forza militare dei Basotho, disarmarli e redistribuire ai coloni parte del loro territorio. Clarke e Lagden avevano consolidato, nel corso del quindicennio successivo alla pacificazione, un metodo di risoluzione dei conflitti interni alla chiefdom attraverso le forze e i meccanismi gerarchici della

chiefdom stessa. Il Commissario Residente era convinto che, attraverso tale metodo,

fosse in grado di affrontare e superare anche la crisi del 1898.

80 BURTON, op.cit., p. 207. 81 BURTON, op.cit., p. 215. 82 BURTON, op.cit., p. 216.

83 Le autorità militari stimarono un periodo di due mesi per mettere in marcia una brigata di fanteria.

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2. Una guerra tra fratelli

In Lesotho, nel frattempo, la situazione si era complicata ulteriormente. I marena Jonathan Molapo, Bereng Letsie e Maama Letsie si erano schierati pubblicamente con Masopha e lo avevano raggiunto al suo villaggio di Thaba Bosiu, confermando a Lerotholi i suoi dubbi sulla popolarità della posizione assunta dall’anziano morena. Tylden riporta che tale mossa provocò “la sorpresa di tutti” perchè Jonathan e Masopha erano considerati nemici di lunga data, ma la spiega con l’ostilità che il figlio di Molapo provava verso il Morena e Moholo, in grado di spingerlo ad abbandonare la sua ben nota fedeltà all’amministrazione britannica84. Burton, invece, ritiene che i tre marena

avessero scelto coscientemente di unirsi allo schieramento che consideravano largamente maggioritario tra i Basotho85.

Tali spiegazioni, tuttavia, ignorano un elemento che sicuramente influenzò Jonathan e Maama: i legami matrimoniali che essi avevano contratto con il lignaggio di Masopha. Entrambi, infatti, erano sposati con una delle sue figlie, mentre Maama aveva anche dato in sposa una delle sue figlie ad uno dei figli di Masopha86. Dopo la fine della crisi,

quando Jonathan dovette giustificare la scelta di non schierarsi con Lerotholi, l’argomento che venne impiegato fu proprio il forte legame di parentela con Masopha: non gli si poteva chiedere, sostenne il figlio di Molapo, di combattere contro suo suocero87.

Bisogna osservare, in primo luogo, che la capacità di Masopha di chiamare a raccolta Maama e Jonathan, poichè su Bereng non vi sono notizie analoghe, dimostra la correttezza delle considerazioni di Ian Hamnett sugli strumenti del potere del morena

84 TYLDEN, op.cit., p. 198. 85 BURTON, op.cit., p. 207. 86 MOCHABANE, op.cit., p. 73.

87 LNA, S5/16, Corrispondenza tra commissario Residente e Alto Commissario, 1898 I, Lettera di

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nella chieftainship koena. In una società dove era praticata la poligamia88, le figlie

femmine permettevano al morena di intessere una rete di rapporti che avevano l’effetto immediato di accrescerne il potere all’interno della chiefdom89. Masopha aveva superato

così l’ostilità che lo divideva da Jonathan e che risaliva al periodo della Guerra dei Fucili, quando i due marena si erano schierati nei due fronti contrapposti dei basotho ribelli e dei lealisti. Va notato, peraltro, che Tylden potrebbe aver sopravvalutato l’importanza di tale inimicizia, perchè Jonathan aveva combattuto soprattutto contro Joel Molapo, suo fratello della seconda casa di Molapo, con il quale infatti era in conflitto ancora nel 1897, mentre Masopha era stato impegnato principalmente dalla milizia coloniale.

L’ombra della Guerra dei Fucili era del tutto assente dal rapporto tra Masopha e Maama, che anzi trovava nel passato ulteriori elementi di forza, oltre a quelli rappresentati dal doppio legame matrimoniale. Si è già detto dell’alleanza tra i due nel 1893-1894 contro Lerotholi sulla questione di Korokoro: ciò che li univa, allora come nel 1898, era la volontà di sottrarsi all’autorità del Morena e Moholo. Resta da spiegare, invece, la posizione assunta da Bereng, anch’egli fratello di Lerotholi, ma schierato contro Maama durante i disordini del 1893-189490. Benchè l’esistenza di un legame matrimoniale con

Masopha analogo a quello di Maama e Jonathan non sia escludere, non ci sono pervenuti documenti che lo attestino in alcun modo.

L’incapacità di trovare una spiegazione al delinearsi degli schieramenti e la sorpresa che esso produsse testimoniano la scarsa conoscenza che i commentatori contemporanei avevano dei rapporti interni al gruppo dei marena. Colpisce in modo particolare che Lagden, nonostante il suo incarico in Basutoland fosse iniziato nel 1884, non riuscisse a comprendere il comportamento di Jonathan, che “for some strange reason had with

88 Hugh Asthon scrive sulla diffusione della poligamia tra i marena nell’Ottocento: “In those days may of

the chiefs used to have wives whom they numbered by the score. Accurate figures of Moshesh’s or Letsie’s wives are unobtainable, but estimates range from thirty to a hundred; Lerotholi had about sixty, and other chiefs had as many. Jonathan, who died a few years ago, was reputed to have at least eighty”. ASHTON, op.cit., p. 80.

89 HAMNETT IAN, Koena Chieftainship Seniority in Basutoland, Africa: Journal of the International

African Institute, Vol. 35, No. 3, (Jul. 1965), pp. 241-251, il passo è a p. 250. Avremo modo di tornare più

avanti sullo studio di Hamnett.

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1,000 men gone to assist Masupha while professing loyalty in support of the law”, come si può leggere ancora dieci anni più tardi sulle pagine che dedicò alla guerra civile91. È

chiaro che il giudizio del Commissario Residente si fondava si concentrava soprattutto sui rapporti di Jonathan con l’amministrazione britannica, mentre il morena si muoveva piuttosto sul piano dei rapporti di forza con il Morena e Moholo.

L’aggravarsi della crisi spinse Lerotholi ad agire con maggiore decisione. Lagden assicurò al Morena e Moholo che aveva il completo appoggio del Governo del Basutoland e che avrebbe impedito l’ingresso di truppe imperiali o della Colonia, come si continuava a chiedere da Città del Capo92. L’appoggio di Lagden doveva essere

particolarmente ricercato da Lerotholi, perchè in occasione dello scontro con Maama nel 1893-1894 il Morena e Moholo aveva agito in parziale autonomia e aveva dovuto subire l’umiliazione di essere multato dal Commissario Residente.

Richiamati i suoi guerrieri, si accampò sotto Thaba Bosiu, nei pressi del villaggio di Masopha, con il quale iniziò un fitto scambio di messaggeri per giungere ad una soluzione pacifica. Maboka, il mosotho fuggito dal carcere insieme a Moiketsi, venne consegnato da Masopha e il 30 dicembre entrò nella prigione di Maseru. Burton sostiene che l’anziano morena dichiarò che quella era la massima concessione che ci si poteva aspettare da lui, lasciando intendere che non avrebbe mai consegnato il figlio Moiketsi93.

Il 3 gennaio 1898 Lerotholi spostò le sue forze su Thaba Bosiu, verso il villaggio di Masopha che si trovava sull’altro versante della montagna. Il figlio di Moshoeshoe, nel frattempo, aveva abbandonato il villaggio e si era spostato con i suoi guerrieri nella roccaforte che si ergeva sul punto dove si univano i fiumi Thupa Kubu e Phuthiatsana. Era un’altopiano dai versanti scoscesi e valicabili solo in un punto, una fenditura nel crinale che si abbassava fino al fondovalle, ma, a differenza di Thaba Bosiu, possedeva

91 LAGDEN, op.cit., p. 596.

92 BURTON, op.cit., p. 208. Sembra che il “Cape Times” fosse particolarmente schierato a favore

dell’intervento militare, cfr. Ivi, pp. 215-216.

93 “Realising Lerotholi’s determination, Masopha surrendered Maboka but added that was all he was

prepared to do.” L’informazione è tratta da Burton dal Basutoland Annual Report del 1897-1898 e dal diario di Lagden e rappresenta, pertanto, la lettura degli avvenimenti fornita dal Commissario Residente. BURTON, op.cit., p. 208.

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un lato, quello settentrionale, che declinava dolcemente e lasciava pertanto il fianco scoperto. Si fronteggiavano ormai due eserciti di cavalleria di circa 10.000 uomini l’uno, composti da guerrieri basotho abili nell’uso dei fucili e nel montare, come aveva dimostrato la costante superiorità nei confronti della milizia coloniale durante la Guerra dei Fucili. Se, tuttavia, in quell’occasione si era combattuto seguendo le tattiche di guerriglia che i Basotho avevano appreso dai kommando boeri e dalle bande di razziatori griqa94, lo scontro del 1898 si preannunciava una battaglia campale.

Thaba Bosiu ai tempi di Moshoeshoe. La battaglia del 1898 si svolse sulle pendici dell’altopiano di Berea, dove confluiscono il Thupa Kubu e il Phuthiatsana. Fonte: SANDERS, Moshoehsoe, p. 36.

94 “They [i Basotho] were aso succesful when they organised themeselves into commandos on the Griqua

or Boer pattern, and carried out swift raids or laid ambushes. As in some other aspects of their relationships, the techniques of warfare of the Sotho, on the one hand, and the highveld Griqua and Boers, on the other, became increasingly similar.” ATMORE ANTHONY, SANDERS PETER, Sotho Arms and Ammunition in the Nineteenth Century, The Journal of African History, Vol. 12, No. 4 (1971), pp. 535-544, in particolare p. 544. L’articolo è di grande interesse e permette di comprendere la trasformazione nel modo di fare la guerra attuata dai Basotho nel corso dell’Ottocento.

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I combattimenti iniziarono il 5 gennaio, dopo che entrambi gli schieramenti ebbero sacrificato un toro in segno di augurio95. Letsie, il figlio di Lerotholi, condusse un

attacco contro il centro dello schieramento di Masopha, ma il fiume gonfiato dalle piogge rallentò i cavalli e lo costrinse a ripiegare, dopo aver perso venti uomini. Si decise di fare smontare i guerrieri e di aspettare il giorno successivo, quando iniziarono una serie di attacchi per stringere l’assedio intorno alla roccaforte di Masopha. I combattimenti si protrassero per una decina di giorni e costarono in tutto trentuno morti a Lerotholi e ventiquattro a Masopha96, oltre ad un numero indefinito di feriti. Il 17

gennaio Masopha, nonostante mantenesse ancora la posizione di forza, decise di concludere lo scontro e consegnò Moiketsi a Lerotholi. Il 7 febbraio l’Alto Commissario potè inviare a questi un telegramma in cui esprimeva soddisfazione per “[the] great efforts you have made to uphold authority of Queen and enforce obedience to law” e annunciava la sua intenzione di compiere una visita in Basutoland, non appena fosse finita la stagione del raccolto97.

La resa di Masopha fu senza dubbio influenzata dal costante appoggio che Lagden diede al Morena e Moholo, cui fornì scorte di armi e munizioni e al quale suggerì di circondare la roccaforte, tagliando i rifornimenti dell’esercito nemico. Si è visto come la postazione scelta non fosse adatta a sostenere un assedio, che pertanto durò poco più di una settimana. Può sorprendere la scelta di Masopha di non fortificare la sua posizione a Thaba Bosiu, le qualità difensive della quale ben conosceva per avervi combattuto al fianco del padre Moshoehsoe. Durante la fase delle trattative, tuttavia, Lerotholi si era accampato nei pressi della montagna, se non sulla sua sommità, forse costringendolo a riposizionare le sue forze più lontano quando si passò al combattimento.

Va ricordato, inoltre, che durante il 1897 e il 1898 il Lesotho soffrì gli effetti combinati di una grave siccità, di un’invasione di locuste e di una peste bovina che uccise circa la

95 TYLDEN, op.cit., p. 198.

96 LAGDEN, op.cit., p. 596; Tylden riporta una stima leggermente più bassa, venti vittime, per lo

schieramento di Masopha. A differenza di quanto riportato da Lagden, inoltre, descrive lo scontro come una battaglia di due giorni. TYLDEN, op.cit., pp. 198-199.

97 LNA, S5/16, Corrispondenza tra commissario Residente e Alto Commissario, 1898 I, Telegramma di

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metà del bestiame98. Moshoeshoe aveva resistito a lunghi assedi su Thaba Bosiu perchè

la sua sommità ricca di sorgenti permetteva di raccogliervi il bestiame necessario al vettovagliamento, ma è probabile che Masopha dovesse fare i conti con una forte penuria di beni alimentari e abbia preferito quindi mettersi in una posizione di forza per uno scontro decisivo.

Un altro elemento che influenzò profondamente l’esito della guerra fu la decisione di Jonathan, di fronte alla minaccia concreta della battaglia, di abbandonare Masopha e ritirarsi a Leribe, nel suo distretto, in qualche modo replicando l’arrendevolezza di Maama nel 1894, che aveva deposto le armi ad un passo dallo scontro con il Morena e

Moholo. La spiegazione, secondo Burton, va ricercata nei timori che l’inaspettata

fermezza di Lerotholi spingesse Masopha a cedere, esponendo anche Jonathan alla punizione99. In ogni caso, il legame con il “suocero” non si era rivelato abbastanza forte

da resistere ad una situazione di conflitto aperto con Lerotholi e con l’amministrazione britannica.

3. Due nuove fonti sulla guerra civile

La ricostruzione della guerra che abbiamo ricavato dalla storiografia confligge, tuttavia, con una coppia di documenti che non sono stati finora presi in considerazione: una lettera di Jonathan a Milner, con cui il morena di Leribe cercò di giustificare il suo operato agli occhi dell’Alto Commissario, e il Rapporto annuale che il Commissario Assistente di Leribe, Mcgregor, inviò a Maseru durante il luglio del 1898.

Possiamo conoscere la versione di Jonathan sulla guerra civile direttamente dalle parole spese dal morena per convincere l’Alto Commissario di non essere stato sleale nei confronti del Governo del Basutoland. L’unica fonte di informazioni di Milner per la durata della guerra era stato Lagden, sui rapporti e sui diari del quale, peraltro, si è

98 PHOOFOLO PULE, Face to Face with Famine. The BaSotho and the Rinderpest, 1897-1899, Journal of

Southern African Studies, Vol. 29, No. 2 (Jun., 2003), pp. 503-527.

99 “Sensing that Masopha was likely to submit, or perhaps realising Lerotholi’s insistence on obtaining

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