Ìltr ü
il$
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVI-|À CULf URALI
EIL TURISMO
SOPRINTENDENZE
ARCHEOLOGIA,
BELLE
ARTI
E PAESAGGIO
PER
LA CITTÀ METROPOLITANA
DI
BOLOGNA
E,LE PROVINCE
DI
MODENA,
REGGIO
EMILIA
E FERRARA,
DI
PARMA E PIACE,NZA,
DI
RAVENNA,
FORLi-CE,SP,NN E
RIMINI
COMUNE DI MODENA
MUSEO
CIVICO
ARCHEOLOGICO
ETNOLOGICO
DI
MODENA
PARCO
I\OVI
SAD
DI
MODENA:
DALLO
SCAVO
AL
PARCO
ARCHEOLOGICO
Archeologia, antropologia,
storia
e
ambiente
di
un
insediamento
periurbano
di
età
romana
e
medievale
a
cura
di
Donato
Labate
e Luigi Malnati
-
-t\y)it-
--n
iJ'ü I
v
Stefano
Lugli*, Matteo
Reghizzi*, CesareAndrea
Papazzoni*,Marta Caroselli*
23. Le pietre nøturdli
rinuenute
nello
scauo
del
Parco Noui
Sad
Pietra
di
VicenzøIntroduzione
Lo scavo
archeologico nel parcoNovi Sad ha portato
alla luce una norevole quantità di materiali lapidei, sitrat-ta
del maggiore rirrovamento degliultimi
anni
per nu-merodi reperti
di età romana. Lo studiodi questi reperd
ha permessodi
fornire uncontributo fondamentale alla
comprensione dell'utilizzo e approwigionamentodi
ma-teriale ornamentale nella Mutina romana.La compilazione di un caralogo dei materiali lapidei
uti-lizzatiin
epoca romana, siano essi provenienti dai musei o dai recenti scavi, rappresenta anche il punto di partenza per indagare il fenomeno del reimpiegodi rocce
ornamenrali negli edifici della città medievale come la tor¡e Ghirlandina(Lucu et al. 2009) e il
Duomo(Lucu et
ø1.in stampa).
Dall'età rinascimentale ad oggi, il centro di gravità degli ap-prowigionamenti si è decisamente spostaro verso il nord e I'ovest dell'arco alpino, mentre in epoca romana era invece rivolto pressoché esclusivamente ad est, fino a raggiungere la Tirrchia e l'Egitto meridionale (Lucr-r 20 10).Møodologia
Sono stati analizzari
tutti
gli elementi lapidei rinvenuti nello scavo Novi Sad, sia quelli esposri nel parco archeolo-gico NoviArk
che quelli conservari presso il deposito del Comunedi Modena
in via Cavazza, per
un totale di 134 campioni. Sono stati prelevati piccoli frammenti di roccia dai reperti, con l'ausilio di un piccolo scalpello, esclusiva-mente dalle parti non decorate e dalle zone dove erano già presenti lacune e maîcaîze. Dalle scheggedi pietra sono
state ottenute sezioni sottili standard. Lidentificazione del materiale lapideo è stata effettuara arrrâverso l'analisi pe-trografica al microscopio ottico a luce trasmessa.Le pietre
Lanalisi petrografica dei reperti lapidei ha permesso di riconoscere sette
litotipi.
La maggioranza dei reperti è co-stituita da pietra di Vicenza, pietradi
Aurisina e trachite euganea, ma sono stati rinvenuti anche pochi elementi in Scaglia Rossa, marmo proconnesio, calcare a grana fine(di provenienza sconosciuta),
conglomeratoofiolitico
e arenaria appenninica.Gli ultimi
due litotipi appartengo-no a manufatti di età recente e non vengono qui descritti.Sotto
il nome
di
pietradi Yicenza,
o
"pietra tenera" sono raggruppate le biocalcareniti ebiocalciruditi di
co-lore bianco e giallo paglierino appartenentiai
"Calcarinummulitici"
(Eocene inferio¡e-medio, 56-37milioni di
anni fa) e alle Calcarenitidi Castelgomberto (Oligocene
inferiore, 34-28mllioni
di anni fa) dei colli Berici nel vi-cenrino(Lucrr
et ø1. 2009). Questolitotipo
è caratteriz-zato dall'abbondanzadi macrofossili,
a volte ben identi-ficabili anche ad occhio nudo, rra cuinummuliti, noduli
di
alghe rosse corallinaceedi
colorebianco (rodoliti),
gusci di lamellibranchi ed echinodermi.Al microscopio
è poi possibile identificare una grande quanrirà di mic¡o-fossili, tra cuiforaminiferi,
coralli e briozoi (tau. 16, ø).Il
confronto
con ilitotipi rinvenuti
negli scaviarcheo-logici dimostra
chei
Romani importavano a Modena esclusivamente la va¡ietà bianca della pietradi
Yicenza, roccia di ottima qualitàe compattezza che
veniva usara prevalentemente per le sculture e le parti decorate degli edifici.Il
centro principaledi estrazione
all'epoca roma-nanei
Bericisi trovava
a Costozza
di Longare
(VI)
e i blocchi venivano trasportati verso Padova e l'Adriaticouilizzando
il
torrente Bacchiglione perpoi
giungere aMutina
risalendoil fiume Po e il Panaro.
I blocchi
diminori
dimensioni venivano trasporrari probabilmente anche per via terra da carri.Pietra di Aurisina
La pietra
di
Aurisina èun calcare affiorante
nell'alto-piano carsiconei
dintorni di
Tiieste che contiene resti fossilidi
rudiste, bivalvi estinti nel Cretaceo ("calcare di Aurisina", Cretaceo superiore, 100-65 milioni di anni fa;M¡nrreN
et aL.2003).A Modena sono presenti entrambe le varietà: Au¡isina
fiorita
e granitello (Lucr-r et a|.2009). Aurisina Êorita è una biocalcirudite contenente gusciinteri di rudiste,
mentreil
granitello
è una
biocalcarenite-biocalcirudi-re, costituita
dall'accumulodi
frammenti millimetrici
e cenrimerricidi gusci
di
rudiste e di echinodermi. La pietra di Aurisina veniva cavata dai Romani a pârrire dalI
secolo a.C. pressoDuino
Aurisinanel Carso cosriero
apochi
chilometri da
Tlieste.Lattività
estrartiva rag-giunse l'apicetra
il I
eil II
secolod.C.
perpoi
cessare quasi compleramenre e riprendere soltanto a parrire dalXVIII
secolo(Bnnreccnr
1985). Le cave si rrovano neiSTEFANOLUGLI,MATTEO:'¡.I:G]HIZZ;I,CESAREANDREAPAPAZZONI,MARI,A.CAROSELLI ATTRI 6'/. PIETRA D1 AURISINA 22% PIEIRA DIvtc€NzA 61%
fg t. Frequenze dei diversi litotipi iclentificati nello scavo del Parco Novi Sad.
fg. 2. Analisi dei litotipi per tipologiâ funzionale'
pressi della Costa Adriatica e
i
blocchi venivanoinviati
.ull"
co.ta occidentale
dell'Adriatico, dovele
imbarca-zioni
risalivanoi corsi d'acqua
per raggiungere le cittàdella
Pianura Padana. Le testimonianze archeologiche dellaMutinø romana
dimostrano un uso frequente del-la pietra di Aurisina per stele ed elementi architettonici(Lucu
2010).Tþachite euganea
La trachite è una roccia vulcanica a chimismo
interme-dio
di
colore grigioo
giallastrodi
età oligocenica (circa32
milioni di
anni
fa) proveniente daiColli
E'uganei in provincia di Padova. La roccia presenta una strutturapor-firica costituita da fenocristalli
visibili a
occhio nudo dianortoclasio, plagioclasio e
biotite
immersiin
una pastadi fondo omogenea (tau. 16, c)'
Estratta già
in
epoca protostorica,dopo
un
impiego sporadico gìà"
p".,it"
dalII
secolo a'C' venne ÍrilizzaraÅ,.r"-..r*
dai Romani nella costruzionedi
acquedotti'ponti, cippi
di
confine, lastricati stradali ed edifici(Buo-*ooo*u
tgSZ).N.lta
Mutina
romana la trachite è stata vúIizzataper le stele funerarie e per i basolati delle strade(Lucu
2010).Scøglia Rossa
La Scaglia Rossa è una roccia calcarea a 1tàna
fine'
di.olore da bianco-rosato a rosso (Cretaceo superiore-E'o-cene inferiore
,
100-49milioni di anni
fa)' La varietà piùuúlizzàr:., detta pietra
di
Prun
o
"lastame" (Turonianosuperiore-Coniaciano' circa
90-85
milioni
di
anni
fa)'h,
un"rp.tto
molto
simile al RossoAmmonitico
per la sua strutturâ nodulare e peril
contenutoin
ammoniti'Assieme alle ammoniti possono essere presenti anche Ie rudiste, assenti nel Rosso Ammonitico' Oggi viene cavata principalmente nella zona di S. Anna di Alfaedo (Verona) '
Come il Rosso Ammonitico, la Scaglia Rossa è rara tra i manufatti romani rinvenuti a Modena' Veniva importata
dall'area veronese, probabilmente dalla Valpoliceila, insie-me al Rosso
Ammonitico
(Lucr-r 2010)'Marmo proconnesio
il
marmo proconnesio è una roccia metamorÊca di colo-re bianco-azzurrino a grana medio-grossa e presenta carat-teristiche strie di colore r.uro. È uno dei marmi più famosi e più usati dell'antichità, proviene dall'isoladi
Marmara, ,.r.j-"r.
omonimo in Turchia. La posizione delle cave sul mare ne facilitavail
trasporto e ne determinavaiI
prezzopiù economico tra
i
marmi ornamentali a Roma (Por'rse-eBNe 2004). Fu cavato sin dail'epoca arcaica' e dal I secolod.C. le cave divennero
di proprietà imperiale; i'estrazione'
di notevole entità, si protrasse per tutto il periodo imperialee bizantino (MoNN¡, PeNsABnNE t977) e continlra ancora oggi.
A
Modena è rappresentato da numerosi sarcofagi eare romane conservate nel Museo Lapidario Estense e nel Lapidario Romano dei Musei Civici
(Lucu
2010)'Analisi
statistiche sui campioni løpideiLanalisi deile quantità relative dei 132 reperti
ana-lizzari
rivela chei
litotipi più
diffusi
sonola pietra
di Vicenza (81 reperti, 670/o),la pietradi
Aurisina(29
te-perr.i, 22o/o) e
la
trachite (14
reperti,i1%)'
Il
restante30 25 20 15 10 0 Elementi funerari lråch¡tc Pictrè tll Vìcer?¿ Pietrå di Ar¡ri5ina Colonne e capitelli Tra(hiie 6 1 0 Altri Pietrå di Vicenz¿ Pietr¡ dì Aurisìnå
Elementi architettonici generici
Altri lr¡cllìte À Pìetrâ cli Aur isin¡ P¡etr¡ di Vi(en¿a t0 25 20 15 10
7-LE PIETRE NATURALI R]NVENUTE NELLO SCAVO DEL PARCO NOVI SAD
60lo è costituito da Scaglia rossa (un reperto), marmo proconnesio (un reperto), conglomerato
ofiolitico
(due reperti), arenarie (due reperti) e calcarea gfana
fine in-determinaro (un reperto)(fS.
Ð,Ai
ûni di elabora¡e I'analisi delle tipologie funzionali dei reperti è stato individuato un insieme di 84 elementi per i quali è stato possibile determinare con certezzale funzioni d'uso. Sono state definite tre categorie funzionali:elemen-ti
architettonici generici (42 campioni), elementi funerari (stele, basamentidi stele e
cippi, 36 campioni), elementi archirettonicist¡utturali (colonne,
colonnine e capitelli, sei campioni).Tia gli elementi architettonici generici, il li_totipo
più frequente è la pietra di Vicenza, che cosrituiscepiù della metà
dei reperti (fg. 2).Nel caso degli elementi funerari
il materiale da
costru-zione più vttlizzato è ancora la pierradi
Vcenza(27 eIe_
menti), seguita
dalla pietradi Aurisina
(sei elementi) e dalla trachite (tre elementi). Per quanto riguarda invece la categoria comprendente colonne e capitelli,il dato
stari_ stico non può essere considerato rilevante peril numero
esiguodi
reperti rinvenuri.Le sei
colonnine rinvenute sono stare realizzate in pietra di Vicenza.Le analisi geologico-petrografiche delle pietre naturali rinvenute durante
lo scavo archeologico
del parco Novi Sad hanno permesso di fo¡nire un importante contributo alle conoscenze sulla natura dei materiali da costruzione chei
romani utilizzarono aMutina. In questa vasta
area a nord-ovesr della città predominano nertamenre manu_fani realizzati
in pietra
Ji Vi...rr" sia per la reafizzazione
di
elementi architettoniciin genere,
sia per stele edal-tri
elementi funerari. Sono comunque ben rappresenrari anche manufattiin pietra
di Aurisina e trachite euganea, rinvenuti comunemenrein altre parti della
città romana(Luclr
2010) e nei conresti di reimpiego di età medieva_le
(Lucr,r et al. 2009).Lunico
esempio di marmo è un frammentoin
marmo proconnesio, attestato a Mutina in contesti prestigiosi e ltllizzati per grandi sarcofagi e are funerarie (Lucrr 2010). Lassenza di reperti in Rosso Am-monitico e la presenzadi un solo ¡eperro
in Scaglia
Rossa conferma chele
pietre veronesi erano usate râramente aMutina, come già evidenziato
neglialtri
scavi modenesi(Lucrr
2010).TAVOLEA COLORI
tau I6a, P'tetra di Vcenza al microscopio otrico, numero di reperto 42, US 81. Luce trasmessa, nicol incrociati, lato lungo dell'immagine = 5,33 mm.
tau. l6b. Pietra áiAurisina, varietà granitello al microscopio otrico, bâse di stele esposta nel parco Novi Ark. Luce træmessa, nicol incrociati, lato lungo dell'immagine = 5,33 mm.
tau. 16c. Trachite euganea al microscopio ottico, stele di Stazio Gavidio Secondo esposta nel parco Novi Ark. Luce rrasmessa, nicol incrociati, lato lungo dell'immagine = 5,33 mm.
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