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PARAVICINI BAGLIANI A. (a cura di), Terapie e guarigioni.

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Academic year: 2021

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Essay Reviews

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PARAVICINI BAGLIANI A. (a cura di), Terapie e guarigioni. Con-vegno internazionale di Storia della medicina (Ariano Irpino, 5-7 ot-tobre 2008). Firenze, Sismel, Edizioni del Galluzzo, 2010 (Edizione Nazionale La scuola medica salernitana), pp. XIV-418.

Gli atti del convegno svolto nell’ottobre del 2008 ad Ariano Irpino, sono ora raccolti in questo pregevole volume, il cui obiettivo princi-pale, come sottolinea Agostino Paravicini Bagliani nella Premessa, è stato quello di rileggere criticamente i testi di alcuni autori legati alla scuola di Salerno, fecondo ponte di passaggio fra la tradizione medi-ca antimedi-ca, la medicina araba e quella occidentale latina. Le sue origi-ni sono in parte oscure e la sua esistenza viene fatta risalire almeno al X secolo. Salerno era un importante centro del Mezzogiorno, sede di un principato longobardo. Possedeva già prima dell’anno Mille un ospedale aggregato ad un convento benedettino; secondo la nota leggenda si sviluppò anche un gruppo di medici laici: uno greco, Pontus, uno latino, Salernus, uno arabo, Adela e uno ebreo, Helinus. Il dato leggendario aveva però qualcosa di vero nell’indicare la con-vergenza delle più grandi tradizioni mediterranee della medicina antica, ovvero quella ippocratica e galenica, quella romana e latina infine il rinnovamento medievale compiuto dagli arabi e dagli ebrei sempre in ambito arabo. La novità della scuola medica laica fu quel-la di porre l’accento sul realismo clinico, quel-la semplicità terapeutica e sul valore dell’esperienza.

Il libro, curato da Paravicini Bagliani, è composto da 16 saggi, e presenta un approccio interdisciplinare al tema terapeutico. Questa prospettiva consegna al lettore un quadro articolato, in cui il tema è declinato secondo accenti e sfumature diverse che spaziano dalla musica, alla parola, al sogno e ai rimedi farmacologici. L’idea tera-peutica della musica è oggetto del saggio di Ferruccio Bertini, Alfano

di Salerno: poesia e medicina, che tratta della figura di Alfano, poeta

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Recensioni

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Gregorio VII. L’autore vuole contestare la tesi di Capparoni secondo la quale il De quattuor humoribus corporis humani e il Tractatus

de pulsibus sono entrambi di Alfano, sostenendo che essi siano dei

compendi anonimi del materiale didattico di Galeno (p.65).

Sulla stessa linea di Bertini, è il contributo di Cristina De La Rosa Cubo in La musica como medio de curacion y terapia de las afecciones

mentales, che documenta come la musica venisse utilizzata non solo

nella cura delle malattie mentali, ma per molte altre patologie (p. 199). Quanto la parola in forma poetica e la biblioterapia possano esse-re d’aiuto ai malati, al pari della musica, viene argomentato in di-versi saggi. Luigi Canetti sottolinea l’importanza del discorso in

Sogno e terapia nel Medioevo latino, sostenendo che la parola del

poeta come quella dell’interprete dei sogni è efficace per antonoma-sia, poiché realizza ciò che dice nell’atto stesso del suo proferirsi; è una verità che si afferma attraverso un suo portavoce. L’approccio di Canetti è orizzontale e cognitivo alle fonti. I testi antichi, non par-lano mai di qualcuno che fa un sogno, ma di qualcuno che vede un sogno, si tratta di una manifestazione oggettiva che giustifica il fatto che questo possa manifestarsi identico ad una intera comunità. Non esiste sogno al di là del racconto che se ne fa. Quando il soggetto è vigile, attraverso il filtro della scrittura, racconta ciò che ha sognato. La narrazione del sogno è sempre una riscrittura, una traduzione, so-stiene Canetti, per questo è fondamentale analizzare le fonti scritte. Il Medioevo latino è debitore all’onirologia di Macrobio e Calcidio e non tratta mai di incubazione in maniera esplicita. La prevalenza ap-parente nelle fonti agiografiche della cosiddetta incubazione di pri-mo tipo (guarigione in somnis), non può nascondere l’evidenza che essa viene preceduta da interventi visionari, nei quali il santo for-nisce al paziente indicazioni che gli consentiranno di intraprendere un giusto percorso rituale verso la guarigione (pp. 29 – 30). Canetti si sofferma alla fine del suo saggio sul lessico delle apparizioni dei santi e del loro intervento risanatore (p. 39).

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Essay Reviews

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Il valore terapeutico della parola scritta è affrontato da Paul Gerhard Schmidt in Il libro come medicina: la biblioterapia. Le persone che soffrono di depressione possono ottenere aiuto dalla lettura di testi edificanti (p. 55).

Oltre ai rimedi alle malattie, alcuni articoli mettono in luce i limiti delle cure medievali, come nel caso di Enrique Montero Cartelle in Ubi cura non est possibilis, cura non est adhibenda: los limites

de la curacion en la medicina medieval (p.79). Questi si sofferma

soprattutto sul campo della ginecologia e andrologia, mentre Ana Isabel Martin Ferreira, nel suo saggio Morbus durus ad curandum.

La Elephancia o la lepra entre lo siglos XI y XIV analizza la lebbra e

le cure proposte nei testi medici (p. 97).

Oleg Voskoboynikov e Ortensio Zecchino analizzano nei loro con-tributi, rispettivamente Therapie du corps et therapie de l’ame a la

cour fredericienne (p. 261) e Le arti sanitarie nelle costituzioni di Federico II (p. 249), le figure legate alla corte di Federico II come

Michele Scoto, Adamo da Cremona e Pietro di Eboli e le arti sani-tarie nelle costituzioni di Federico II. In particolare Scoto nel Liber

physonomie, si sofferma sulla relazione che intercorre fra il corpo e

l’anima. Mentre Adamo da Cremona analizza gli influssi astrologici sulla salute degli uomini, Pietro di Eboli illustra il valore delle terme di Pozzuoli e le proprietà terapeutiche delle acque combinando il tutto con una riflessione politico-religiosa.

Frank Collard nel suo saggio Poison et empoisonnement dans

quel-ques aeuvres medicales latines anterieures a l’essor des Tractatus de venevis (p. 363) e Piero Morpurgo in Veleni e antiveleni nella tradizione medica salernitana, nella letteratura e nell’ iconografia

(p. 141) pongono l’accento sull’utilizzo dei veleni nella tradizione medica e nelle terapie, mentre Miguel Angel Gonzalez Manjarres si occupa delle mummie nella medicina medievale e della loro antica tradizione nel suo saggio Presencia de mumia en la medicina

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Recensioni

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Particolare importanza viene data al rapporto fra magia e guarigione in Medicina, magia e Dreckapotheke sull’uso delle sostanze animali

nella letteratura farmaceutica tra XII e XV secolo di Iolanda Ventura,

la quale analizza alcuni scritti in cui vengono proposti rimedi magici:

Tractatus de herbis, Compendium Salerni e Antidotarium Nicolai,

(p. 303); quest’ultimo celebre testo è oggetto di analisi anche nel saggio di Francesco Roberg Nochmals zur Edition des Antodotarium

Nicolai (p.129).

Testimonianze del valore della medicina possono essere trovate an-che nei testi non medici d’età sveva, come scrive Edoardo d’Angelo in Medici e medicina nella letteratura non-medica d’età sveva (p. 233). Spesso le immagini del medico non sono del tutto positive, al-cune lo presentano come avido di denaro, incompetente ed incurante della salute del paziente.

Altri saggi sono dedicati ad alcune importanti opere della tradizio-ne medica come il De medicina animae e gli scritti di Ildegarda di Bingen sulle malattie femminili composti rispettivamente da Lars-Arne Dannenberg e Marina Montesano nei saggi Zwischen Heil und

Heilung (p. 1) e Malattie e rimedi negli scritti di Ildegarda di Bingen

(p. 215).

Dora Frascadore PARAVICINI BAGLIANI A. (a cura di), Le monde végétal:

méde-cine, botanique, symbolique. Firenze, Sismel, Edizioni del Galluzzo,

2009 (Micrologus’ library), pp. V-495.

Questo pregevole volume raccoglie ventuno saggi appartenenti a di-versi ambiti disciplinari che spaziano dalla storia della medicina, alla scienza, alla letteratura e all’iconografia. Esso è corredato nella sua parte finale da una serie di illustrazioni che oltre a completare ed ar-ricchire l’edizione fanno ben comprendere al lettore attento

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